A Santo Domingo chilometro dopo chilometro si scopre che oltre alla capitale e le spiagge dorate c’è di più. C’è un mondo di natura straordinaria, a tratti ancora selvaggia. Qui si vive di poco e con poco, ma la gente del posto si è attivata per fare girare l’economia lavorando a nuovi progetti ecoturistici che offrono un contatto ravvicinato con parchi e lagune.
Così questo angolo incontaminato diventa una nuova destinazione perviaggiatori green oriented e per chi cerca soggiorni all’insegna dell’avventura. Da Santo Domingo si arriva a Jarabacoa situato tra le montagne della Cordillera Central. In questa zona si gode di un’eterna primavera con una temperatura media di 22 gradi, le abitazioni sono poche e circondate da alberi e fiori. Da Jarabacoa si può raggiungere il salto di Jimenoa, dopo 45 minuti di camminata la fatica è ripagata dalla spettacolarità della cascata che appare all’improvviso, l’effetto è quasi ipnotico.
I piccoli paesi sono piacevoli da girare, ovunque si va si può udire la musica merengue, il ritmo è nel dna di questi abitanti ed ogni occasione è buona per lasciarsi andare ad un passo di danza.
Per scoprire invece il luogo dove è nata la bachata si deve arrivare fino a nord a Montecristi, qui sembra di fare un tuffo nel passato, passeggiando tra i viali si torna indietro all’epoca vittoriana, infatti numerose residenze mantengono ancora l’architettura di quel periodo. Se dopo tanta natura sentite la mancanza del mare cristallino allora andate all’isola di Cayo arena detta Cayo Paraiso il perché lo si capisce subito: l’acqua è talmente cristallina che quando si frange sulla riva sembra non esistere. Tutto quello che si sogna è chiuso in questo eden terrestre.