Di Himara Bottini
Se siete cresciuti con il fascino di Michelle Pfeiffer nel film Ladyhawke, girato in parte a Castell’Arquato nel 1985, o se siete golosi consumatori di culatello e pancetta, lasciatevi guidare alla scoperta dei borghi più belli d’Italia, per un fine settimana dall’atmosfera medievale. Noi ci siamo andati con la Citroën DS5 Hybrid4, un’auto che guarda al futuro e rispettosa dell’ambiente.
Nel Ducato di Parma e Piacenza storia, arte e gastronomia segnano da sempre questa terra dove il tempo sembra essersi fermato, e dove i castelli racchiudono ancora oggi i segreti dei tempi che furono. Il nostro weekend inizia a Castell’Arquato. Questa volta siamo partiti con la Citroën DS5 nella versione Hybrid4, il crossover della serie DS che abbina un motore Diesel da 160 Cv a un motore elettrico di 37 Cv, che forte dei bassi consumi e delle contenute emissioni di CO2 ben si presta per attraversare questi antichi borghi medievali, dove il traffico e lo smog stonano incredibilmente, e dove è magico rivivere un’atmosfera d’altri tempi.
Primo giorno: Castell’Arquato
Percorrendo le strade che si snodano tra le colline della Val D’Arda, vedrete emergere dal verde tutt’intorno il profilo di torri, campanili e merli. Significa che siete arrivati a Castell’Arquato, una città d’arte e di vino, che si trova tra Piacenza e Parma. A contraddistinguerla e a renderla davvero unica è il suo inalterato aspetto medievale, una unicità che le ha fatto guadagnare l’ingresso nel Club dei Borghi più belli d’Italia, e che le ha fatto ricevere dal Touring Club Italiano la certificazione di Bandiera Arancione, marchio di qualità turistica e ambientale.
Si dice che il suo nome derivi da Caio Torquato, patrizio romano che secondo la tradizione fondò proprio qui il primo castrum, ma è più probabile che derivi da castrum quadratum, che nei documenti tardo medievali indicava la pianta a forma quadrangolare del castrum.
Noi ci siamo arrivati con la DS5 in modalità Zev, quella più indicata tra le quattro offerte da questo crossover, soprattutto quando si entra in un centro urbano così storico. L’autonomia della corrente è di circa 5 chilometri, più che sufficiente per entrare e uscire da Castell’Arquato a passi felpati, quasi senza che nessuno ci noti. Già, quasi.
Perché la DS5 non passa inosservata. Le sue linee originali, le cromature sparse un po’ ovunque, il disegno dei fari posteriori e le due griglie a forma di “C” nel paraurti anteriore, sprigionano una spiccata modernità, forse anche futuristica, in netto contrasto con le antiche case a schiera color mattone, e con le torri e le guglie monumentali di Castell’Arquato.
Percorriamo gli stretti vicoli in acciottolato che portano alla cima del colle, e lì si apre l’ampia piazza del Municipio, dove vive ancora oggi la storia di questo antico borgo. Potete iniziare visitando la Rocca Viscontea, eretta da Luchino Visconti tra il 1342 e il 1349, e inglobata nel Ducato di Parma e Piacenza nel 1707, una delle più notevoli fabbriche militari del Nord Italia. Su tutto il complesso domina la mole della torre, che vale la salita perché dalla sua sommità si può godere di uno splendido panorama, a riprova dell’antica funzione di difesa e sorveglianza sull’intera vallata dell’Arda. Nella piazza resterete affascinati anche dal gruppo absidale della Collegiata, una delle chiese più antiche del territorio, già esistente nel 756 con funzione di pieve battesimale. La fonte in pietra al suo interno, è databile VII – VIII secolo. Sul lato sinistro della Chiesa scorre il portico tre-quattrocentesco detto “Del Paradiso”, perché ospita le tombe di personaggi illustri. Della fine del ‘400, invece, potrebbe essere la Cappella dedicata a Santa Caterina, interamente decorata da affreschi di autore ignoto, ma sicuramente di scuola toscana, che rappresentano l’intero ciclo della Passione di Gesù, con al centro le esequie della vergine e la sua Gloria.
Del 1292, infine, è il Palazzo del Podestà, sul lato nord. Sormontato da una corona di merli a coda di rondine, e da finestre a sesto acuto rifinite da fini merlettature e fregi, si sviluppa su tre piani, ed è sovrastato da una torre a pianta pentagonale le cui pareti settentrionali accolgono due grandi orologi. Quello prospiciente la piazza era già presente nel 1630, dipinto dal Guidotti. All’interno è rimasta pressoché intatta la grande sala consigliare, con il soffitto a cassettoni e le decorazioni. Il Palazzo ebbe carattere polifunzionale: servì per il disbrigo delle attività amministrative e di giustizia, fu sede di edifici comunali e attualmente è sede dell’Enoteca comunale nella loggia dei Notari, oltre che della sala consiliare del Comune di Castell’Arquato, nella quale è esposto il dipinto di Malchiodi “Gli ultimi momenti di Torquato Tasso” (1905-06). Da vedere anche il Torrione Farnese, eretto intorno al 1530 ma rimasto incompiuto, la Fontana del Duca, dello stesso periodo, ancora in funzione e usata come lavatoio pubblico fino al secolo scorso, e l’Ospedale di Santo Spirito, del ‘500, che oggi ospita il Museo Geologico.
A questo punto lasciatevi guidare dalla fitta trama di vicoli e stradine che rendono una passeggiata per Castell’Arquato davvero indimenticabile.
Secondo giorno: Vigoleno
Riprendiamo la nostra DS5 e proviamo le altre modalità di guida, selezionabili tramite la rotella nell’imponente consolle centrale.
Partiamo mettendo il cambio in funzione A: se premiamo un po’ il pedale dell’acceleratore la vettura avanza sfruttando la spinta del motore elettrico sulle ruote posteriori, ma se premiamo un po’ più a fondo entra in gioco il motore Diesel, che agisce sulla trazione anteriore. Durante i cambi di marcia, poi, l’elettrico interviene per pochi secondi annullando il fastidioso effetto a elastico tipico dei cambi robotizzati, mentre giocando con il freno potete ottimizzare il recupero dell’energia. Il tutto è visualizzabile sullo schermo nella plancia, e su uno dei riquadri degli strumenti.
Lasciata Castell’Arquato alle spalle, percorrete circa dieci chilometri in direzione Vigoleno. Le strade strette e tortuose che salgono lungo la collina vi daranno l’occasione di testare la DS5 in modalità Sport, e sfruttare tutti i 200 Cv di potenza.
Circondati dalle vigne non sarà difficile fare qualche escursione su terreni più impervi o sterrati, ed ecco che la modalità 4×4 diventa obbligatoria. Insomma con questa DS5 potete andare ovunque.
Arriviamo a Vigoleno, un altro borgo-castello circondato da imponenti mura di pietra, già ben visibili dalla pianura, costellate di merlature e interrotte, qua e là, da torri e bastioni. All’interno vi sembrerà di entrare in un labirinto fatto di vie brevi e strette, e proverete la sensazione di non sapere bene dove vi troviate, se nel borgo ottocentesco o nel castello medievale, tanto si fondono l’uno nell’altro. Le pietre del colore della terra riflettono le luci e il sole in maniera diversa a ogni ora del giorno, creando atmosfere incredibili.
Le prime suggestioni iniziano appena varcato il portone d’ingresso, un tempo dotato di ponte levatoio, e proseguono nella piazza della fontana, fatta erigere nel ‘500 dai feudatari conti Scotti a “beneficio umano”. Attorno a lei gravitava la vita del villaggio, mentre oggi rende la piazzetta di Vigoleno un luogo intimo e raccolto. A ricordarci i tempi lontani di paladini e cavalieri, il cavallo bianco di San Giorgio che emerge dalla penombra dell’antica pieve, proprio di fronte.
Le origini di questo borgo affondano nell’epoca romana: il nome deriva dalla forma latina Vicus Lyaeo, luogo consacrato a Bacco per la squisitezza dei vini. Sull’altro lato della sua piazza sorge la Chiesa di San Giorgio, in stile romanico. Completata nel 1223 fu iniziata probabilmente intorno alla metà del XII secolo. Doveva invece essere la cappella del castello l’Oratorio della Beata Vergine delle Grazie, costruzione seicentesca di impianto tardo-manieristico.
Ora non resta che superare la soglia ed entrare nel Castello di Vigoleno. Sospeso tra l’eleganza più austera e il calore delle antiche dimore piacentine, si erge su un crinale a picco sul fiume Parco dello Stirone. Nobile e distante, aveva funzione difensiva per via della sua strategica posizione, in diretta connessione con la valle del Ceno e del Taro.
Ancora oggi per imponenza e conservazione mantiene il fascino di una cultura antica degna di un passato prestigioso. All’interno si rincorrono saloni ricchi di storia, raffigurata sulle pareti, sui soffitti affrescati e sulle maschere di un teatrino, frutto di un “capriccio” della duchessa Maria Ruspoli Gramon, che dal 1920 al 1935 lo trasformò in un salotto culturale, ospitandovi personaggi della cultura e del jet society del 1900, quali Gabriele D’annunzio, il pittore Max Ernst o il pianista Artur Rubinstein. Il mastio fu invece adibito a difesa del borgo. Il castello, infatti, è stato teatro di scontri tra guelfi e ghibellini, e ha offerto rifugio alla debole resistenza antinapoleonica agli inizi del XIX secolo. Il grande giardino a terrazze con alberi secolari e piante, fanno da cornice a questo luogo incantevole, che è anche albergo.
Se avete ancora del tempo, potete approfittare dell’ampia offerta di cantine proposte dalla Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli Piacentini, dove degustare e comprare dell’ottimo vino. A conclusione di un fine settimana d’altri tempi.
CASA ILLICA
Residenza di charme e Dimora d’Epoca, è stata rinnovata nel 2008 sullo stile dei boutique-art-hotel. Qui nacque e dimorò il poeta Luigi Illica (che scrisse per Puccini La Boheme e Madama Butterfly). Dalle ampie finestre e dalla veranda si gode una vista impagabile sulla pianura e i vigneti, sui tetti di Castell’Arquato, sul Torrione Farnese e sulla Rocca Viscontea. A disposizione degli ospiti sei camere, alcune arredate con mobili dell’Ottocento, altre dal design moderno, in contrasto con il seminato veneziano a terra, e le opere di artisti emergenti alle pareti. Durante la bella stagione è a disposizione degli ospiti un ampio giardino con porticato e vasca idromassaggio.
Via Sforza Caolzio, 47 – 29014 Castell’Arquato
Tel. 366.4069000 – info@casaillica.com – www.casaillica.com
RISTORANTE DA FACCINI
Da quasi ottant’anni accolgono i loro clienti con i migliori piatti della cucina piacentina, in un ambiente particolarmente familiare. La pasta è fatta a mano, e i dolci fatti in casa. E se rimanete soddisfatti, Faccini è anche una bottega alimentare, dove potete comprare tutti i prodotti della loro cucina e quelli tipici locali.
Sant’Antonio di Castell’Arquato (PC).
Tel. 0523.896340 – Fax. 0523.896470
info@ristorantefaccini.com – www.ristorantefaccini.com
DA GIOVANNI
La parte vecchia del locale, già dal 1700, era adibita a stallo e ci si poteva sfamare. Diventata osteria nel 1919, vi si producevano vini e salumi, ed era l’unico punto di riferimento del paese dato che ci si poteva trovare un po’ di tutto, dagli alimentari alla drogheria macelleria, fino alla rivendita tabacchi. La famiglia Besenzoni è arrivata nel 1964. Oggi è Renato a tenerne le redini, ed è lui a far preparare e servire i salumi seguendo tutte le fasi di lavorazione, una preziosa eredità tramandatagli dal padre Giovanni, da cui prende nome il ristorante. Uno dei suoi piatti forti è la Mariola. Ricavata dai resti macinati della coscia del maiale, con l’aggiunta di un po’ di cotenna per tenere unito l’impasto, e quindi insaccato, una volta bollita viene servita con contorno di purè di patate e mostarda di frutta. Dovete andarci anche solo per un caffè, perché soltanto l’ambiente è degno di visita. Mobili d’epoca restaurati a uso moderno, elementi d’arredo di design, tocchi unici e amalgamati tra loro in contrasti davvero incredibili. Le proposte in cucina sono vincolate ai piatti della loro terra, con i migliori prodotti personalmente selezionati, e buona parte delle materie prime derivate direttamente dall’orto. La cantina conta circa 600 etichette italiane ed estere.
Via Cortina 1040 – 29010 Cortina d’Alseno (PC), Tel. 0523.948304-948842 – Fax. 0523.948355, posta@dagiovanniacortina.com – www.dagiovannicortina.com
La Citroën DS5 HYBRID4
Giusto compromesso per chi è indeciso tra una station o una monovolume, la DS5 si distingue in originalità rispetto a tutte le altre. Che condivida il pianale con la Peugeot 3008, gli e lo si può concedere, perché a parte questo è in tutto e per tutto degna erede della sua antenata. Lanciata nel 1955, la DS ha fatto fin da subito la differenza sia dal punto di vista del design sia dal punto di vista della tecnica, diventando una vera e propria icona. Lunga 453 cm e larga 187, qualcuno la definisce una crossover, qualcun altro una monovolume, qualcun altro ancora una station, mentre la Citroën la inquadra nella categoria delle “shooting brake”, ossia le granturismo wagon degli Anni 60. La DS5 è comunque un po’ di tutti questi modelli messi insieme. Basta vedere le due griglie a forma di “C” nel paraurti anteriore, che migliorano l’aerodinamica ma sono anche del tutto innovative, che includono i fendinebbia e nella parte superiore sono cromate. Cromature che ritornano anche nella mascherina, nei profili che dai fari arrivano fino alle portiere davanti, nei terminali di scarico (di cui uno è finto), e nei profili sulla parte bassa della fiancata, oltre che nell’abitacolo. Materiali di alto livello, abbondanza di pelle e metallo, e comandi disposti in maniera tale che si ha l’impressione di trovarsi di fronte a un cockpit aeronautico. Il volante, infatti, è tagliato nella parte bassa, la plancia è rivolta verso il conducente, sul parabrezza vengono proiettate le informazioni dell’head-up display, nella consolle centrale, che include il navigatore, dei tasti a bilanciere servono per aprire i finestrini e, ciliegina sulla torta, sul tetto in cristallo ci sono tutta un’altra serie di comandi. Qualche parola in più merita proprio il tetto panoramico, che è diviso in tre parti richiudibili singolarmente, quella posteriore larga quanto il divano, e due più piccole davanti rispettivamente sopra conducente e passeggero, ciascuna dotata di tendina… Il resto è più comune, come i sedili riscaldabili e con funzione di massaggio per quello di chi guida, o il bracciolo con vano di raffreddamento, fino alla tecnologia di bordo, come l’Intelligent Traction Control, l’avviso di superamento della linea di carreggiata, o la telecamera per la retromarcia.
Come arrivare
Dall’autostrada A1 Milano-Bologna, o dalla A21 Torino-Piacenza-Brescia, uscite a Fiorenzuola d’Arda. Seguite le indicazioni Castell’Arquato – Lugagnano.
Proseguite per circa 10 km.
Info
IAT Castell’Arquato, Piazza Municipio, 1
Palazzo del Podestà – 29014 (PC)
Tel. e Fax. 0523.803215 – iatcastellarquato@gmail.com
www.comune.castellarquato.pc.it
www.vigolenoitaly.com
Dove dormire
LEON D’ORO
Hotel di charme ricavato da un palazzo liberty, recentemente ristrutturato, è un tre stelle superior. Accogliente e curato, dispone all’interno del ristorante Don Ferdinando (www.ristorantedonferdinando.com), aperto anche a chi non è ospite dell’hotel.
Piazza Europa 6, Castell’Arquato (PC).
Tel. 0523.805319 – Fax. 0523.806690
info@leondorocastellarquato.it
www.leondorocastellarquato.it
Dove mangiare
RISTORANTE LA ROCCA DA FRANCO
Piazza Monumentale a Castell’Arquato.
Tel. 0523.805154 – www.larocca1964.it
TAVERNA DEL FALCONIERE
Di fronte alla Rocca Viscontea, offre un ambiente caldo e accogliente. Potete scegliere tra la sala con camino, la veranda, con vista mozzafiato sulle colline e i vigneti attigui, o la terrazza in estate, dalla vista indimenticabile. Nelle dispense che arredano i locali trovano posto prelibatezze fatte in casa: funghi sott’olio, verdure sott’aceto, confetture, frutta sciroppata e “spiritosa”. La cucina è stagionale.
Piazza Municipio, 5/6 – 29014 Castell’Arquato (PC).
Tel. e Fax. 0523.805155 – ilfalconiere@libero.it
RISTORANTE E LO CANDA SIDOLI
Non potete andare a pranzo dalla famiglia Sidoli senza appetito. Si comincia con gli antipasti della tradizione (coppa, pancetta e salame) serviti con il classico chisolino e le verdure sott’olio, poi le paste fatte in casa (pisarei e fasò, tortelli, anolini, lasagne, panzerotti, chicche della nonna) e i secondi di selvaggina.
29010 – Vigolo Marchese (PC)
Ristorante: Tel. 0523.896124
Locanda: Tel. 0523.893040 – info@locandasidoli.it –
www.locandasidoli.castellarquato.net
RISTORANTE “TA VERNA AL CASTELLO ”
Nel cortile del Castello di Vigoleno. Cucina di piatti tipici emiliani.
Via Libertà 12, Vigoleno – 29010 Vernasca (PC)
Tel. e Fax. 0523.895146 – pisarei@libero.it
Dove comprare
La Bottega della Genuinità
Carni pregiate, salumi tipici, formaggi, vini DOC di loro produzione, pasta artigianale e torta di Vigolo.
Via Dante Alighieri, 52 – 29014 Castell’Arquato (PC)
info@labottegadellagenuinità.it
www.labottegadellagenuinita.it
La Bottega di Vigoleno
Vi si trovano libri, opere d’arte, prodotti locali biologici come le marmellate, il miele e i biscotti, oltre a prodotti di erboristeria dell’antica Farmacia dei Monaci di Camaldoli e i vini, tra cui il Vin Santo di Vigoleno, famoso per le sue fragranze acquistate in sei anni di invecchiamento.
All’interno delle antiche mura del borgo di Vigoleno, nella piazzetta della chiesa di San Giorgio.