Ricette di viaggio

Ricette di Viaggio: Pavia e Oltrepò pavese

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Un itinerario di cultura e sapori che si snoda da Mortara a Pavia e poi si dipana lungo la Strada dei Vini e dei Sapori dell’Oltrepò pavese. Tra ville ottocentesche, pievi e castelli, spiccano i sapori tipici, come il Salame d’Oca Doc di Mortara, il Salame di Varzi, il riso nelle varietà Carnaroli, Arborio, Vialone e Baldo, e i celebri vini come il Buttafuoco, il Bonarda, il Sangue di Giuda e Rosso, mentre, tra i bianchi, il Malvasia, il Moscato e il Riesling. Si parte da Mortara, il capoluogo storico della Lomellina. Qui si può gustare il prelibato Salame D’Oca IGP, preparato con carne di oca e di suino per un gusto deliziosamente dolce al palato. Ci si immette sulla SP 596 in direzione di Pavia, dove si visita la città partendo da La Minerva, la statua del 1938 di Francesco da Messina, che dall’omonima piazza introduce al centro storico. Si prosegue alla volta della chiesa di Santa Maria del Carmine, uno degli esempi più belli del gotico lombardo. Non lontano dalla chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro, che conserva la tomba di Sant’Agostino, si trova il Castello Visconteo. Nelle sue sale è ospitato il complesso dei Musei Civici (www.museicivici.pavia.it) che comprende una Pinacoteca e un Museo Archeologico. Conosciuta anche come la “città dalle cento torri”, Pavia ne conserva ancora alcuni esempi.

Le tre più importanti si possono ammirare in Piazza Leonardo da Vinci, da cui si procede per Piazza della Vittoria. Dietro la piazza si trova il maestoso Duomo di Pavia, i cui lavori iniziarono nel 1488 per terminare solo nel 1933. Vale una sosta la basilica di Santa Maria Maggiore, di epoca longobarda, teatro dell’incoronazione di diversi sovrani, tra cui Berengario I e Federico I Barbarossa. Con una passeggiata si arriva poi al Ponte Coperto, composto da cinque arcate e coperto da due portali. La prima struttura del 1354 è stata ricostruita nel 1951 dopo essere stata distrutta dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Si attraversa poi il ponte e ci si lascia alle spalle il centro storico per arrivare a Bordo Ticino, un borgo di edifici colorati sulla sponda dell’omonimo fiume, introdotti dal Monumento alla Lavandaia.