Scuola riapre sì, riapre no, i banchi con rotelle o con i pattini, con mascherine o mascheroni, un turno solo o doppi turni, con i libri o solo con tablet….
Tanti interrogativi, cui non sta a noi dare risposte, anche se qualche idea ce l’avremmo utilizzandolo soltanto il buon senso. Ma già sono tanti quelli che parlano parlano, giusto per parlare, per far sapere che ci sono. È semplice oggi dire stupidaggini in tv o attraverso i social, basta ritrattare il giorno dopo.
Cari, professori, aspettando i banchi, portate i nostri ragazzi nelle nostre città d’arte, fategliele vedere adesso come non potranno più vederle, fateli inorgoglire di essere italiani, fategli capire che nell’Italia c’è tanta sostanza e non soltanto simpatia.
Fateli inzuppare di bellezza e armonia, ma anche di scienza e visioni.
No, non soltanto Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Siena, Vigevano, Caserta ….e cento altre città, ma anche Pisa, dove studiò Enrico Fermi, il nobel della fisica che ci invidia il mondo, Padova dove insegnò Galileo Galilei, Ivrea dove Adriano Olivetti dimostrò come si riesce ad essere un grande industriale. facendo tra l’altro i primi pc, anche in nome della democrazia e del bene comune.

Cari professori, portateli anche a Salerno dove intorno all’anno mille vi fu la Scuola Medica Salernitana, prima nel mondo occidentale, antesignana europea delle università…
Portateli anche davanti al mare e raccontate loro, che se oggi si parla di Porto Cervo per il Covid al Billionaire, una volta dai nostri porti partivano i grandi navigatori. Ricordate loro che se l’AMERICA si chiamano così è in nome del nostro navigatore Amerigo Vespucci, da Firenze, e se l’America del sud si chiama AMERICA LATINA è perchè ci sono stati i Latini, i Romani, che sono stati grandi conquistatori ma anche anche insegnato a costruire strade, archi, ponti, cupole ( fra cui quella del sito archeologico di Baia a Bacoli, Napoli, che ancora oggi è in piedi anche se è in zona di terremoti e bradisismi).

Credits: www.acquariodilivorno.it
Cari professori, fateli alzare dai banchi, con rotelle o senza, portateli fuori dalle aule e fategli vedere che l’Italia, oltre alla bellezza della natura, ha avuto grandi uomini di arte ma anche di scienza, e loro devono esserne orgogliosi e degni eredi.