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POESIA DI VIAGGIO

REGINA DI SABBIA

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di Raffaele d’Argenzio

C’eri solo tu, e sulla sabbia vergine della notte
camminavi leggera, quasi a non lasciar tracce,
un foulard sottile assecondava la carezza
ardita della fresca e audace brezza.

Macchie verdi di mirto, estranee palme,
strani pini rinsecchiti, gigli di sabbia
e una lucertola curiosa che ti guarda
e, improvvisa, riverente, guizza via.

Eri sola e bella, nell’aria del mattino,
forse avevi lasciato sogni sul cuscino,
un amore perduto, o mai avuto,
sogni assonnati che forse
volevano essere svegliati.

Il tuo nobile profilo sfila verso il sole,
altera ma con un dolce sguardo.
Sicura, abituata sei al comando…
Ma chi sei? Qual è il tuo mondo?

Regina sola o donna solitaria?
Hai ancora sogni da sognare
e desideri da desiderare?
Prendi un caffè nel bar ora deserto
e a me regali un sorriso aperto,
anch’io uomo solo, o solitario.

Tante parole fra noi, come ali
che insieme provano a volare
nello spazio di un mattino,
e sparisci fra le dune con passo leggero…
Chi sei? Tornerai con il tuo mistero?

Io non ti aspetterò, regina altera,
le cose belle le regala il vento,
che ripasserà qui solo se vuole,
forse con l’alba, forse una sera.