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Parco Adamello Brenta: il parco sostenibile con primati, intervista al presidente Joseph Masè

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Intervista al presidente del Parco Naturale Adamello Brenta Joseph Masè che indica anche i 5 Punti per ri-partire

Di Raffaele d’Argenzio

Finora abbiamo intervistato importanti personaggi del mondo del turismo, alla ricerca della strada giusta per ri-partire, ma forse oggi una strada più giusta delle altre è quella che porta ai Parchi, nazionali e regionali, alle riserve, ai parchi marini…
Queste Oasi Verdi in cui la natura non è violentata ma protetta, dove è possibile davvero ripartire. Come farlo lo chiediamo al presidente di uno dei Parchi più importanti d’Italia. 

Gentile presidente, il Parco Adamello Brenta è uno dei più importanti d’Italia, qual è oggi la strategia per ripartire, dopo il blocco del Covid?

Il Covid-19 ha tenuto in stallo anche noi per qualche tempo e ci ha costretto a riconsiderare tutta le nostre attività di programmazione delle attività estive. Non soltanto quelle turistiche! Anche le attività di ricerca scientifica applicata sul campo, per esempio, hanno la loro massima attuazione tra la primavera e l’autunno, oppure i lavori di manutenzione del territorio che si possono effettuare con la bella stagione.

Parco Naturale Adamello Brenta
Foto di Paolo Bisti – Archivio Apt Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena

Il Covid non ci ha comunque scoraggiato e appena siamo usciti dalla fase di maggior incertezza, abbiamo ripreso le uscite per il monitoraggio della fauna e della flora, l’apertura dei cantieri per le opere pubbliche e per la sistemazione dei sentieri e l’organizzazione delle attività estive. Naturalmente abbiamo adottato tutte le misure necessarie per evitare il contagio Covid-19 sia nei confronti del personale, sia nei confronti dei nostri utenti e dei visitatori dell’area protetta.

Foto di Paolo Bisti – Archivio Apt Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena

Mi dice i plus del Parco e se ha qualche primato?

Possiamo partire a livello locale dicendo che il Parco Naturale Adamello Brenta è l’area protetta più estesa del Trentino con i suoi 620 km. La Cima Presanella, 3.558 mslm, è il tetto del Trentino. Passando poi ad un livello nazionale, siamo stati tra i primi parchi italiani, il secondo, se non ricordo male, ad adottare la Carta Europea del Turismo Sostenibile, siamo annoverati tra i 10 Geoparchi italiani dal 2008. Il programma Geopark è uno dei programmi dell’Unesco insieme al ben più noto Patrimonio dell’Umanità e al programma MAB – Man and Biosphere.

L’orso di Gilberto Volcan – Archivio Parco Naturale Adamello Brenta

Quindi il Parco Naturale Adamello Brenta che fa parte della Rete Globale dei Geoparchi, della Riserva della Biosfera Alpi Ledrensi Judicaria e ha l’onore di tutelare le Dolomiti di Brenta, uno dei 9 siti che compongono le Dolomiti Patrimonio dell’Umanità, può dire di appartenere a tutti i tre programmi UNESCO. Ma ce ne sarebbero altri di primati da citare, per esempio nel Parco vive una sana popolazione di orso bruno, una specie che è giunta sull’orlo dell’estinzione e che il Parco ha risanato attraverso il noto progetto Life Ursus alla fine degli anni ‘90.

 

Oltre che curare il Parco e proteggerlo, cosa fate per renderlo produttivo?

Abbiamo diversi progetti in questo senso. Uno che ho particolarmente a cuore è il progetto “CETS – Qualità Parco”. Si tratta di un percorso di partnership tra il Parco e i gestori di strutture ricettive. Il Parco, dal 2003, premia con una certificazione di qualità e molti servizi esclusivi le strutture che vengano gestite con un’attenzione particolare alla sostenibilità, trasmettendo questa cultura anche ai propri clienti.

La stessa certificazione di Qualità è riconosciuta ai produttori di mieli all’interno dell’area protetta. Se dimostrano di seguire determinate accortezze nell’allevamento delle api e nelle fasi di produzione del miele, ricevono il marchio del Parco da mettere sulle etichette come attestazione di purezza.

Foto di Paolo Bisti – Archivio Apt Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena

Un altro progetto?

Quello a cui aderiamo da molti anni: la Carta Europea del Turismo Sostenibile di Europarc Federation. Da essa sono nati molti progetti interessanti. Ne cito uno su tutti che è il Dolomiti Brenta Bike. Si tratta di un circuito ad anello in quota intorno alle Dolomiti di Brenta, impegnativo ma molto panoramico, che può essere percorso in bici o a piedi.

 

Come avete ringiovanito la gestione del Parco?

Veramente il Parco Naturale Adamello Brenta è un ente piuttosto giovane. Ha poco più di 30 anni, essendo stato istituito nel 1988 con Legge Provinciale. Nessuno dei dipendenti più “anziani” è già andato in pensione. Per ora quindi possiamo contare su risorse ed energie ancora forti e produttive.

 

Avete progetti per coinvolgere i giovani nell’ambito dell’ecosostenibilità?

Da anni, per la stagione estiva, il Parco assume un centinaio di giovani come operatori all’interno dell’area protetta. Si tratta perlopiù di studenti universitari, neo laureati ed appassionati di montagna che hanno il compito di offrire informazioni sull’area protetta ai visitatori e gestire gli accessi alle valli.

Mi piace citare anche altre due collaborazioni. La prima è quella con Artico Impresa Sociale a cui abbiamo affidato, attraverso un bando, la casa natura del Parco “Villa Santi” a Montagne – Tre Ville. E’ una casa per ferie che viene gestita con attenzione alla sostenibilità ambientale e organizza vacanza “a tutta natura” per famiglie nel Parco.

Il verde del Parco Naturale Adamello Brenta
Foto di Paolo Bisti – Archivio Apt Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena

La seconda è quella con ANFFAS Tione e Laboratorio Sociale Trento. Queste due associazioni di famiglie che hanno al loro interno problemi di disabilità, hanno creato dei laboratori per far lavorare i ragazzi con la loro manualità e il loro estro. Il lavoro di questi artisti e artigiani d’eccezione diventa ancora più prezioso per lo scopo sociale che racchiude.

 

Che ruolo avete nella promozione del turismo?

Noi non siamo, evidentemente, un’Azienda per il Turismo. Il Parco nasce per la tutela del nostro patrimonio naturale e questo è certamente il nostro obiettivo primario. Crediamo, tuttavia che mettere il Parco sotto una campana di vetro sia fallimentare, mentre sia doveroso acconsentire ed anche promuovere una fruizione responsabile dell’area protetta. In quest’ottica collaboriamo in maniera molto stretta con le sette realtà turistiche che compongono il Parco organizzando svariate proposte che potrebbero sembrare di mero intrattenimento, ma che rappresentano, invece, strumenti per intercettare i turisti e lasciare loro dei messaggi di sostenibilità, di rispetto per il territorio e per le risorse naturali. Messaggi che ci auguriamo li accompagnino anche una volta tornati a casa. 

Come contate di riportare i turisti italiani? Stanno già tornando?

Leggi la risposta e  i 5 punti  per far ripartire il Parco nella 2° pagina…