Di Raffaele d’Argenzio
Appena qualche settimana fa, il 21 giugno, parlando della dotta Padova che aveva laureato la prima donna al mondo, Elena Lucrezia Cornèr, nel 1678, aprivo il mio editoriale così: “È da tempo che vado dicendo che Padova deve diventare una preziosa meta turistica che merita di essere onorata, una meta di pellegrinaggio (oltre che per Sant’Antonio) per la cultura di cui è intrisa”.
E appena un mese dopo…taccheté! L’UNESCO (United Nations Educational Scientific and Cultural Organization) inserisce “Padova Urbs Picta” nel Patrimonio dell’Umanità, che così, insieme a Montecatini Terme e ai Portici di Bologna, porta l’Italia a 57 siti UNESCO, superando l’immensa Cina, che resta a 55, diventando la prima Nazione al Mondo per siti UNESCO, che significa essere prima per Cultura e Civiltà.

Padova è anche una delle poche città in Europa, insieme a Tivoli, che ha ben due siti: il recentissimo Ciclo degli affreschi del Trecento, che include la meravigliosa Cappella degli Scrovegni e il Palazzo della Ragione, affrescati da Giotto, e l’Orto Botanico dell’Università, il più antico al mondo ancora nel suo sito originario. Risale, infatti al 1545 ed è sito UNESCO dal 1997.

Tuttavia, Padova è una città ricca di storia e di tesori. Come la Pontificia Basilica Minore di Sant’Antonio, uno dei più importanti luoghi di culto cattolici, per tutti la Basilica del Santo, che custodisce la tomba e le reliquie di Sant’Antonio ed è una delle più grandi chiese del mondo. Ogni anno, viene visitata da 6,5 milioni di fedeli e pellegrini. Al suo interno si trova la splendida Cappella della Madonna Nera. La piazza su cui si affaccia la basilica, poi, è dominata dal monumento equestre al Gattamelata, opera di Donatello.

Da non perdere anche una visita al Museo della Specola, che si trova sulla Torlonga, la torre più alta, ben 49,59 metri, dell’antico Castello di Padova, che si raggiunge dopo aver salito 252 gradini. La Specola è anche la sede dell’Osservatorio Astronomico dell’Università di Padova ed è nota anche come la Specola di Galileo poiché, secondo una tradizione radicata, fu qui che Galileo compì i suoi studi sull’universo.

Non dimentichiamo, poi, che l’Università di Padova, nata da una “costola” di quella di Bologna, su iniziativa di alcuni studenti, è fra le più antiche del mondo. Ha sede presso lo storico Palazzo Bo, nel centro storico della città.

E vale la pena anche di ricordare che a Padova è nato il Palladio, il genio che ha progettato le splendide ville sparse sul territorio, tra cui Villa Cornaro di Piombino Dese, a poca distanza dalla città.

Infine, se volete fare una pausa, fermatevi al Caffè Pedrocchi, fondato nel 1831 da Antonio Pedrocchi. Il caffè spicca per la splendida architettura neoclassica e per le sue sale: la Sala Bianca, la Sala Rossa e la Sala Verde, dove la tradizione vuole che ci si possa accomodare anche senza consumare, poiché, in passato, accoglieva i poveri della città ed era un punto di ritrovo per gli studenti squattrinati. Prendere un “Caffè Pedrocchi”, o caldo o freddo, e fate caso, nella Sala Bianca, al segno sulla parete lasciato da un proiettile durante i moti rivoluzionari del 1848.

Insomma, appena un mese fa, chiudevo il mio editoriale scrivendo: “Questa è una delle tante ragioni per un “pellegrinaggio” in questa città che con la sua storia, la sua arte e la sua cultura, onora il Veneto. Oggi più che mai, con il secondo riconoscimento UNESCO, onora anche l’Italia.