Weekend in Arte Weekend Italy

Oltre la Fiera di Gonzaga, scopriamo i dintorni d’arte di Mantova

image_pdfimage_print
Cantina Gonzaga. La sommellier Ileana Baruffaldi e il vice presidente

 

Ma prima di seguire ll corso dell’acqua, ci fermiamo ancora a Gonzaga per un incontro con il vino, il Lambrusco  della Cantina sociale Gonzaga. E’ una cantina nata nel 1928 che ora arriva a contare circa 100 soci. Il vino è il Lambrusco mantovano, e non poteva essere altrimenti dato che questo terreno alluvinale ben si addice alla produzione dei vizi frizzanti. E qui, al 39 del Viale della Stazione, li troverete pronti a  spiegarvi che il lambrusco non è  prodotto da un unico vitigno, ma  da ben sei, che è meglio berlo entro un anno, per gustarne i profumi, e che va servito fresco, sia per carni che per pesce.
Ma meglio telefonare prima per una vera degustazione: 0376.58051.
Monastero benedettino di Polirone, di Matilde di Canossa

Abbazia di Polirone, il monastero di Matilde di Canossa

Fatto scorta di ottimo  Lambrusco, puntiamo verso la spiritualità, Il monastero di Matilde di Canossa, dove volle essere sepolta nel 1115. Soltanto nel 1633, il Papa Urbano  VIII, volle portarla Roma in San Pietro, ma lasciando una gran donazione all’Abbazia.
Chiostro del Monastero
Ci appare inaspettato,  anche perchè nessuno ce ne aveva mai parlato. Si trova in quella che era una sorta di isola fra il Po ed il Lirone, un suo braccio oggi scomparso.  Ecco un gran piazzale su cui si affaccia a sinistra l’antico refettorio, accanto un chiostro e poi la Basilica  che Giulio Romano, allievo caro a Raffaello, ristrutturò alla metà del 1.500 in stile rinascimentale. Avevamo già visto tanto di Giulio Romano a Mantova, ma quests è stata una sorpresa: il refettorio, i chiostri, la tomba di Matilde, questa donna  che mille anni fa  seppe compiere ardite scelte politiche  ed avere il rispetto di papi ed imperatori.
Tomba di Matilde di Canossa (traslata a San Pietro nel 1633)
Il coro in legno con mille sculture, la sagrestia con i paramenti, l’organo funzionante, e l’enorme  suggestiva cantina….Sono tante le sorprese, ma il consiglio è quello di visitarlo con una guida. Chiamare: Amici della Basilica 0376.614599, o IAT 0376.623036.
Santuario Beata Vergine di Curtatone, stile gotico lombardo

Santuario di Curtatone

Puntiamo verso il Mincio, dove comincia a fermarsi in anse e poi nei laghi che incorniciano Mantova. Qui a Curtatone il Mincio si riposa e si fa coprire da fiori di loto. Ma qui una volta le acque davano da mangiare, ma  richiedevano sacrifici e davano anche malattie e quindi i pescatori e i contadini locali cominciarono a chiedere grazie alla Madonna,  protetta in un apiccola cappella, che poi nei secoli è diventato Il santuario della Beata Vergine delle Grazie. Nel grande piazzale davanti alla chiesa, in stile Gotigo Lombardo, potete trovare i disegni lasciati dai madonnari  che vi si esibiscono ogni  14 e il 15 agosto, anche con i nomi dei primi classificati.  Opere effimere, ma piene di suggestione.
Altra grande suggestione ci arriva nell’entrare nella chiesa che alle pareti ha modelli in cera dei parti anatomiche  per cui sono state chieste grazie, e poi manichini di persone che le grazie le hanno ricevute. Anche questa chiesa fu fatta costruire dai Gonzaga, e infatti qui tutto parla di loro.

 

Ma a noi continua a tornare in mente la battaglia del Risorgimento, quando a Curtatone e Montanara giovani toscani e napoletani si immolarono per permettere ai Piemontesi di riorganizzarsi per battersi con gli austriaci. Erano giovani che  morirono  per l’Italia unita. Un ricordo e una preghiera anche per loro.
Il Mincio dove si affaccia il santuario