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Napoli, la città in cui una volta non basta

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Di Raffaele d’Argenzio

 

Dicono “vedi Napoli e poi muori”, ma io credo che una volta non basti. Napoli è una città che ti entra dentro anche se non vuoi. Ogni volta che ci torno, trovo qualcosa di nuovo: un vicolo, un sapore, una voce. È viva, autentica, spesso estrema. Non ti lascia mai indifferente.


Dove dormire: tra storia e comfort

Per questa visita ho scelto l’Hotel Palazzo Caracciolo MGallery (via Carbonara, 112), un antico palazzo nobiliare dei Caracciolo trasformato in hotel 5 stelle. I cortili interni conservano ancora gli anelli per i cavalli: dettagli che raccontano il passato. Le camere affacciano su scalinate suggestive e vicoli silenziosi: un primo assaggio della Napoli più vera.

Consiglio pratico: Se arrivi in treno, l’hotel è vicino alla Stazione Centrale. In auto, segui l’uscita “Corso Malta” della Tangenziale e poi usa il navigatore.


Verso il mare: la Napoli che profuma di salsedine

Da via Carbonara ho percorso Corso Umberto I fino a Piazza Municipio, dove spicca il Maschio Angioino, e ho proseguito lungo il molo Beverello fino alla Galleria Vittoria, che porta al mare. Ho parcheggiato al Garage Morelli (via Domenico Morelli 61), un parcheggio all’interno di un’ex cava sotterranea: da lì parte anche l’accesso alla Galleria Borbonica, un labirinto di tunnel scavati nel tufo, affascinante da visitare.


Via Caracciolo e il Borgo Marinaro

Appena fuori, ci si ritrova su via Caracciolo, la passeggiata più iconica della città. All’altezza della zona pedonale, tra la pizzeria Sorbillo e la leggendaria La Masardona (per la pizza fritta), inizia la festa: gente ovunque, mare a due passi, il Vesuvio sullo sfondo.

Come faro c’è Castel dell’Ovo, chiaro e fiero, affacciato sul mare. Ai suoi piedi si trova il Borgo Marinaro di Santa Lucia, collegato alla costa da un ponticello. Lì, tra barche di pescatori e ristoranti famosi, ho scelto un posto meno turistico: la Trattoria Castel dell’Ovo (piazzetta Marinari), dove ho mangiato ottimi spaghetti ai frutti di mare. Peccato non facciano la genovese!


Il caffè? Un rito da non perdere

Dopo pranzo, il caffè è sacro. Ho scelto il Gran Caffè La Caffettiera, in Piazza dei Martiri, per la posizione strategica (vicina a via Calabritto, perfetta per chi ama lo shopping di lusso) e l’atmosfera elegante. In alternativa, un’altra icona è il Gambrinus, a due passi da Piazza del Plebiscito.


Museo Archeologico Nazionale: un viaggio a Pompei, senza uscire da Napoli

Il MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Piazza Museo, 19) è una delle tappe più sorprendenti. Ospita:

  • La Collezione Farnese, con statue e opere dell’arte greco-romana.

  • Una ricca sezione egizia, la terza più importante d’Italia.

  • E soprattutto la sezione pompeiana, con affreschi, mosaici, oggetti di vita quotidiana e scene erotiche provenienti dagli scavi di Pompei ed Ercolano.

Consiglio: Se visiti Pompei o Ercolano, vieni anche qui. E se vieni qui… prima o poi andrai a Pompei.


La metro dell’arte: un museo sotto terra

Ho lasciato l’auto per immergermi in un altro capolavoro: la Linea 1 della metropolitana, definita una delle più belle d’Europa. Già dalla stazione Museo si trovano reperti e fotografie. La più spettacolare è però Toledo, un’opera d’arte contemporanea progettata da Oscar Tusquets Blanca, con mosaici e giochi di luce che evocano il mare e la profondità.


Napoli, città di contrasti e verità

Dopo un solo giorno a Napoli, si comincia a capirla: è una città di contrasti forti, dove convivono sacro e profano, bellezza e caos, storia e avanguardia. Qui tutto è intenso, niente è mediocre. Ed è proprio questo a renderla indimenticabile.

Io so solo una cosa: ci tornerò. Perché una volta non basta. Forse nemmeno cento.

 

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