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MONGOLIA, la terra del cielo blu

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Stanchi dei soliti viaggi? Siete alla ricerca di un viaggio esperienziale fuori dalle consuete rotte turistiche? Voglia di natura selvaggia vivendo quasi da nomade? La Mongolia, tra Russia e Cina, è il luogo ideale.

I motivi di un viaggio in questa terra, ricca di scenari meravigliosi, sono veramente tantissimi ma alla base ci deve essere l’amore per la natura, il silenzio, la solitudine e la voglia di tornare alle origini dimenticandosi per un po’ delle comodità cui siamo abituati.

È un viaggio che può regalare forti emozioni, un viaggio che fa meditare, un viaggio che almeno una volta nella vita andrebbe fatto.

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La Mongolia ha un territorio immenso, 5 volte l’Italia, ed è il secondo stato più grande del mondo. Ciononostante ha una densità di popolazione bassissima, anzi considerata la più bassa al mondo. Solo tre milioni di persone su 1.566.000 km quadrati.

Abbiamo scovato per voi un tour che permette  di visitare le zone considerate tra le più belle della Mongolia. È organizzato da  Evaneos, https://www.evaneos.it/ la compagnia che mette in contatto diretto con un operatore locale. Ed è questa la particolarità perché in questo modo è possibile   personalizzare ogni dettaglio del viaggio: scegliendo alloggi, itinerario e attività .

Il viaggio richiede qualche settimana così da poter scoprire il deserto del Gobi, l’Erdene Zuu costruito sulle macerie della capitale di Gengis Khan, la valle di Orkhon e le bellissime sorgenti termali di Tsenkher. Per finire con la ex area vulcanica di Khorgo-Terk e il meraviglioso Tsagaan Nuur per concludere con il famoso lago Hovsgol, soprannominato anche la perla blu dell’Asia.

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Arrivati in Mongolia si andrà a conoscere quello che viene chiamato lo “Stupa Bianco” (Tsaagan Survaga). Siamo nel deserto del Gobi, nel territorio di Ulziit Sum, ed è qui  che a causa dell’opera di erosione di acqua e vento si è venuto a creare  un canyon alto 30 metri. Questa roccia di calce e tutto il contesto intorno lo rende un luogo molto suggestivo.

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Viaggiando per tre ore circa ci si trova nella Valle di Yolyn Amm (Valle del Gipeto), all’interno del Parco Nazionale di Gobi Gurvansaikhan. La particolarità? Nonostante l’ecosistema desertico, c’è un  ghiacciaio perenne. Anomalo vero? Qui si ammirano vallate verdi, montagne e ghiacciai e tutto in un deserto. Questo è il magico mondo della Mongolia.

Ma un altro spettacolo della natura sono le dune di sabbia di Khongor e farlo a dorso di un cammello battariano mongolo è qualcosa di indimenticabile. Scalare una delle dune di sabbia per arrivare in cima e ammirare il paesaggio sottostante è qualcosa di meraviglioso che lascia a bocca aperta. Bisogna però armarsi di tanta buona volontà perché scalare una duna di sabbia richiede impegno e forza fisica. Ma la fatica sarà ripagata, una volta in cima, da uno spettacolo unico.

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La vacanza prosegue verso il sito di Bayanzag, conosciuto anche con il nome di Flaming Cliff per il fatto che le rocce presenti sono di colore rosso fuoco. I colori hanno dell’incredibile dal bianco sabbia al rosso mattone creando un magico contrasto.

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Flaming Cliff

È il momento di andare a conoscere la Mongolia centrale e in particolare le rovine del monastero di Ongi andato quasi distrutto durante la supremazia russa. Bellissimo da ammirare durante il calar del sole quando tutto diventa suggestivo e misterioso. Sembra che i fantasmi dei bambini e dei monaci regolarmente appaiano ai visitatori. Dunque in Mongolia non manca proprio nulla. Lasciato il monastero ci si dirige verso la provincia del Ôvôrhangaj, nella valle dell’Orkhon, per visitare Harhorin, l’antica capitale mongola. Il paesaggio culturale della valle dell’Orkhon è Patrimonio dell’Umanità. Si trova a un’altitudine di 1.463 metri sul livello del mare ma la particolarità è che nelle sue vicinanze si trovano gli scavi dell’antica Karakorume il monastero di Erdene Zuu. Con la visita al museo presente  si ha quindi modo di comprendere, attraverso le riproduzioni con i modellini, di come fosse questo luogo prima della caduta dell’impero di Gengis Khan.

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Monastero di Erdene Zuu

Erdene Zuu è un antico monastero buddista tibetano eretto nel 1585 dopo la diffusione, in Mongolia, del buddismo tibetano. Parzialmente distrutto dalle autorità comuniste nel 1937-40 fu ricostruito nel XVIII secolo.  È l’unico monastero al mondo circondato da 108 stupa (monumento buddista che conserva reliquie). Per la sua costruzione furono usate le pietre delle rovine della città di Karakorum. Il numero 108 delle stupe non è casuale: per i buddisti il numero 108 è  sacro. Infatti si ritrova molto spesso come ad esempio nei grani del mala (rosario buddista).

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Nei giorni successivi altre grandi emozioni da vivere attraverso una visita alle cascate di Orkhon, nella valle omonima; con un leggero trekking si può scendere fino alla riva più vicina così da poterle osservare dall’alto.

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Dalle cascate si può proseguire verso il Monastero di Tuvkun. Eretto intorno al 1650, è uno dei più antichi monasteri buddisti della Mongolia. Si trova in cima alla montagna Shiveet a 2.000 metri d’altezza e al suo interno alcune cave, o meglio impronte scolpite nella roccia, raccontano attraverso i simboli la vita nel monastero. Il monastero non è raggiungibile con una jeep e i mezzi per arrivarci sono, a scelta, una lunga camminata o a cavallo.

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Non si possono perdere nemmeno le terme di Tsenker dove regalarsi un po’ di riposo dopo tanti giorni di tour faticoso.  La posizione delle terme è assolutamente incantevole, con animali e gurs che punteggiano le colline circostanti. Molto famose e amate dai mongoli sono  conosciute come un’ottima cura contro i reumatismi. In alcuni periodi dell’anno è possibile usufruire anche del servizio massaggi che sembra il perfetto coronamento della giornata di relax.

Giunti a metà vacanza non resta che una lunga visita al Parco Nazionale Khorgo Terkh diventato famoso per i 13 vulcani e per le sue formazioni rocciose. Qui, nell’era preistorica, il canyon di Chuluut eruttò creando un meraviglioso paesaggio. Un luogo a dir poco incredibile.

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È il momento di spostarsi verso Moron, un’area famosa per templi, monumenti e musei. A livello di attrazioni e luoghi di interesse, la zona di Moron offre davvero l’imbarazzo della scelta!

Merita una visita il lago Hovsgol dalle acque tanto limpide da vederne il fondo. Questo lago si estende tra la Mongolia e la Russia e la particolarità è che i suoi bacini rappresentano il 3% dell’acqua presente sulla Terra. Dagli anni Novanta tutta l’area è diventata Parco Nazionale. È il  luogo ideale per gli amanti della natura.

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È il momento di visitare il Monastero di Amarbaysgalan costruito tra il 1727 e il 1736 e conosciuto anche con il nome di Monastero della felicità e tranquillità. Si tratta  del terzo monastero più grande di tutta la Mongolia. Fu saccheggiato e semidistrutto negli anni Quaranta ma fu poi riportato ai suoi antichi splendori da alcuni buddisti tibetani. All’origine fu costruito per conservare le spoglie del primo Buddha mongolo, Bogd Khan Zanabar, poi però ha ospitato numerosi monaci. Questo edificio in mezzo alla steppa è anomalo in tanto costruito con tanti stili diversi, cinese, mongolo e tibetano, stili diversi ma che si sposano armoniosamente tra loro. Molte le statue e i tanka da ammirare o almeno quelle sopravvissute ai saccheggi comunisti del passato.

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Vicino al monastero, sulla collina, si erge un bellissimo stupa che al tramonto è qualcosa di imperdibile ed emozionante.

Si prosegue alla volta di Ulan Bator (che tradotto significa “Eroe Rosso”), la capitale della Mongolia, nella valle del fiume Tuul. Una città dove l’insediamento e l’occupazione sovietica è visibile nei suoi edifici che convivono perfettamente con monasteri dando vita a un connubio di stili tradizionali e contemporanei di tutto rispetto. È ancora fuori dalle normali rotte turistiche e questo permette alla città di conservare il suo fascino. Abbiamo iniziato l’articolo dicendovi che la Mongolia è un Paese con una bassissima densità di popolazione anzi vi abbiamo precisato che è considerata la più bassa al mondo e se pensate che un milione e mezzo di abitanti vivono nella capitale vi rendete conto che circa la metà di tutti gli abitanti della Mongolia vive qui. Incredibile vero? Gli altri abitanti, circa il 30 % è nomade o seminomade quindi vive in maniera itinerante tra le steppe allevando capre, pecore e cavalli.

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Ma torniamo alla capitale che non lascia sicuramente indifferenti. Alcuni la amano altri la odiano.  Per molti è una delle città più brutte mai visitate. Per noi invece Ulan Bator può offrire tanto e se non ci si sofferma ai semplici grattacieli ultramoderni costruiti negli ultimi decenni e si visita il centro della città si possono ammirare vere meraviglie:  edifici, monumenti, musei e le abitazioni tradizionali, le yurte che lasciano a bocca aperta. Il cuore di Ulan Bator è la sua Piazza Chinggis Khaan, meglio conosciuta come Gengis Khan. Nel centro della piazza si erge una grande statua  dedicata  all’eroe della rivoluzione mongola Damdinii Sükhbaatar e vicino il Palazzo del Governo.

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Ulan Bator

Ma ciò che non si deve perdere è la visita al Palazzo d’Inverno del Bogd Khan, residenza dell’ultimo sovrano mongolo Jebtzun Damba Hutagt VII. Un capolavoro architettonico di grande fascino che conserva al proprio interno gli arredamenti originali. Intorno al palazzo ci sono sei templi di grande bellezza.  Non si può dire di aver visitato Ulan Bator senza aver visitato il Monastero di Gandan che ospita quasi 600 monaci. Il monastero ha resistito alla distruzione in epoca comunista quando furono trucidati 30.000 monaci e distrutti quasi tutti i templi. La meraviglia di questo luogo è sicuramente però una statua di 26 metri rivestita completamente di lamine d’oro all’interno del Migjid Janraisig Sum. La statua rappresenta Migjid Janraisig Sum, meglio conosciuto con il suo nome sanscrito: Avalokiteshvara. Nelle sue mani uno specchio, una sciarpa, una nave, un paio di palle. Notate i lunghi lobi allungati delle orecchie perché hanno un significato: sono un segno di saggezza e compassione. A destra della Avalokiteshvara c’è la statua di Tara, la sua consorte. Sulla sinistra la statua che rappresenta un demone. Molte statuette di Amitabha sono alloggiate su scaffali. Si tratta del Buddha della longevità.  Forti le emozioni che si vivono in questo luogo dove tutto sa di spiritualità, di incenso e di candele di burro di yak.

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La capitale Ulan Bator

Una volta vissuta l’esperienza di una vita da nomadi, tuffati in una natura selvaggia, alloggiati in tende mongole, in luoghi che ospitano 2 abitanti per chilometro quadrato, dove si respira spiritualità in ogni angolo sarà molto difficile tornare alla realtà occidentale. Il luogo della semplicità, della purezza e della contemplazione dove ritrovare se stessi segna per sempre.

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Informazioni utili

Come arrivare: Un volo di andata e ritorno dall’Italia può costare circa 900,00

Documenti necessari: passaporto con validità di almeno sei mesi e un visto turistico.

Vaccinazioni: non è necessaria nessuna vaccinazione  ma ci sentiamo di rimandarvi al vostro medico sulla possibilità di fare una profilassi colera e peste.

Assicurazione: Sempre consigliata in particolar modo per un rientro d’urgenza in Italia

Moneta locale: La moneta locale è il tugrug. Una volta arrivati in aeroporto vi consigliamo di cambiare gli euro con il tugrug. Al di fuori della capitale sono pochi i posti che accettano le carte di credito.

Cosa portare con in valigia: Abbigliamento molto pratico e anche pesante. Giacca a vento, maglioni ma anche magliette di cotone. Un abbigliamento definito a cipolla. Trousse dei medicinali, scarpe comode.

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