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Milano insolita o svelata? I Navigli e il Villaggio Arcobaleno

Di Franca Dell’Arciprete Scotti

Proseguiamo le nostre passeggiate in libertà per Milano alla ricerca di nuovi punti di vista. Forse le zone più note ci appariranno all’improvviso inaspettate e lo sguardo libero ci farà osservare particolari su cui non ci eravamo mai soffermati.

Cominciamo dai famosi Navigli, la zona più pittoresca di Milano, non a caso centro della “movida”. Ma di questi tempi, cosa davvero insolita, si ammirano i Navigli nella loro autenticità.

Soprattutto al tramonto affacciarsi a una spalletta sull’Alzaia del Naviglio Grande porta a un paesaggio di altri tempi: acqua brillante sotto il sole, cigni, insegne colorate di botteghe dell’800, piccoli ex-voto sulla pareti delle case, portoni di legno, e l’immancabile Vicolo Lavandai quasi irriconoscibile senza la folla dei fotografi.

Se si prosegue la passeggiata lungo l’Alzaia potremmo essere incuriositi dal nome di questo lungo naviglio, che si differenzia dal nome dell’altra riva, chiamata appunto Ripa di Porta Ticinese. Anche l’Alzaia è una riva, ma è quella riva su cui passavano cavalli, asini, buoi ed altri animali da tiro che, legati a robuste funi o “alzaie”, trainavano faticosamente barche e barconi controcorrente. Una vera impresa che richiedeva ore e giorni interi e stremava questi animali.

E questo é anche il motivo per cui l’Alzaia è un marciapiede più largo della Ripa, perché qui si aprivano i magazzini per collocare le merci sbarcate dal Naviglio. Oggi è tutto molto romantico, ma cento anni fa i Navigli erano luogo di lavoro sfiancante per persone e animali.

La figura più tipica, la “lavandaia”, passava ore e ore inginocchiata sul “brellin” di legno, (a cui non a caso è dedicato un famoso ristorante in zona) strofinando i panni sui blocchi di pietra lungo l’acqua.  E per detersivo si usava una pasta a base di cenere, sapone e soda che bruciava le mani.

Milano…arcobaleno

Un altro luogo di Milano, che forse pochi conoscono, perfetto da scoprire in questo periodo di tranquillità, è il Villaggio Arcobaleno in zona Porta Vittoria.

Tra le vie Lincoln e Franklin, seminascosta, separata dal trafficato Corso XXII Marzo, si trova una vera isola fatta di villette a due o tre piani, ognuna con un piccolo giardino e architettura che ricorda le case georgiane londinesi. Ma soprattutto colpiscono i deliziosi colori sgargianti delle facciate che ne fanno un Villaggio Arcobaleno. Qui sarebbe davvero difficile trovare folle di turisti, anche in tempi normali.

Il quartiere fu progettato nell’Ottocento dalla Società Edificatrice Abitazioni Operaie, Seao, che esiste ancora e lo riservò agli operai che lavoravano nella zona, abitazioni dignitose a prezzi accessibili. Oggi ovviamente sono villette quasi inavvicinabili e anche questa è la storia di Milano.