Testo e foto di Vittorio Giannella
È arrivata la stagione calda e le farfalle tornano a svolazzare nei giardini e nei campi contribuendo a rendere il paesaggio italiano ancora più vivo e colorato. Si vedono soltanto per pochi mesi all’anno, in primavera ed estate, effimere, e questo le rende ancora più speciali. Molte delle specie italiane si vedono di giorno, alcune svolazzano di notte attratte dalle fonti luminose. Vivono in pianura, sulle coste odorose di salsedine, e alcune specie si spingono in montagna, anche in alta quota, dove la neve resiste fino a giugno inoltrato. Sono un tesoro della natura che non sappiamo apprezzare come merita. Le nostre amiche alate stanno diventando sempre più rare per la drastica diminuzione dei loro habitat e ormai rappresentano la cartina di tornasole per capire se l’ambiente è sano o intaccato da veleni e pesticidi, utilizzati intensivamente in agricoltura. Fin dai più remoti sono il simbolo della fragilità, del tempo breve, effimero, ma nonostante i veleni e l’inquinamento minaccino l’ambiente, le farfalle con la loro eleganza, ricompaiono puntuali nella bella stagione, ad allietare le campagne, i prati, i giardini.

Ogni habitat ha le sue frequentazioni: Vanesse e Apature nei boschi e giardini urbani, Colias e Pieridi le vaste praterie di pianura e colline, persino sulle alte praterie alpine, dove la neve si attarda a mutarsi in acqua, svolazza la Melanargia galathea. Queste piccole creature alate (in Italia vivono 289 specie, record europeo), sono parte integrante della natura: impollinano i fiori aiutando le piante a riprodursi e l’uomo ad assicurarsi un buon raccolto, altre tessono preziosi fili di seta. La maggior parte delle farfalle (Lepidotteri) si nutre del dolce nettare che succhia dai fiori mediante la spiritromba, l’organo boccale, una sorta di proboscide che si arrotola quando è a riposo e si srotola all’occorrenza. Queste piccole creature alate hanno le ali ricoperte da una specie di “polverina” che tende a restare attaccata alle dita (per questo motivo non bisogna mai toccarle perchè equivarrebbe a danneggiarle seriamente). Si tratta di squame addossate come tegole dei tetti, con pigmenti colorati e forme diverse che determinano la colorazione delle ali. Seguici, qui di seguito le più belle e strane farfalle della nostra top ten settimanale.
1) Galathea, quella che vive più in alto – Piemonte, Lombardia
È tra le farfalle che vive più in alto in Europa, dalle Alpi ai Pirenei e svolazzano in luoghi dove è facile osservarle. Il suo habitat in Italia, sono le praterie d’altitudine dagli 800 ai 2.000 metri, dove i fiori compaiono da fine giugno a settembre. È facilmente riconoscibile grazie al suo disegno a scacchiera delle ali. Il disegno è più marcato negli individui che vivono in montagna. La femmina, più grande del maschio ha uno strano modo di deporre le uova: quasi tutte le specie depositano le loro uova direttamente sulla pianta nutrice, la femmina della Galatea le sparge in volo, saranno i bruchi a raggiungere la pianta nutrice nelle vicinanze.

2) Polissena, bella e in estinzione- Lombardia, Piemonte, Toscana
Questa bella farfalla fino a qualche ventennio fa si ritrovava frequentemente ma da qualche tempo non cessa di diminuire. I vigneti idilliaci dove cresceva un tempo l’aristolochia, l’erba nutrice dei bruchi, è stata del tutto debellata per averi vigneti modello, da cui tutta la mala erba è rigorosamente bandita. Ora l’aristolochia cresce in ristrette zone ai margini di boschi ma quando anche quest’ultime zone saranno irrorate da insetticidi ed erbicidi avrà come conseguenza la sparizione di questa bella specie. Se la fortuna vi accompagna potrete vederla in collina dove si coltiva la vite con “isole” di boschi. Al nord e centro Italia.

3) Vanessa Io, la grande famiglia delle farfalle colorate- Veneto, Lombardia, Emilia Romagna
Questa vanessa è una farfalla dai colori splendidi. Le ali con un disegno singolare e avvincente, hanno tinte splendide. Vive in Europa in Asia fino al Giappone, spingendosi in latitudine molto a nord, quasi fino al circolo polare. Amante del sole (eliofila) la si trova nei giardini dove ama succhiare la linfa degli alberi, ma di sicuro le troverete più frequentemente dove ci sono frutti maturi in marcescenza, richiamo irresistibile per le vanesse Io. Gli adulti sopravvivono all’inverno per svolazzare di nuovo la primavera successiva. La femmina deposita un gran numero di uova sulle ortiche. Si può avvistare in tutta Italia facilmente, un po’ meno al sud, ma è molto comune sia in pianura che in media montagna.

4) Licena dispari, gioiello in miniatura-Liguria, Piemonte, Emilia
Se i minuscoli Licenidi fossero tre volte più grandi, sarebbero senza dubbio tra le più belle farfalle del globo. La Licena dispari è una farfalla diurna amante del sole, con le ali posteriori codata, davvero un piccolo gioiello, anch’essa sfortunatamente in via di rarefazione perché per vivere richiede boschi, torbiere, acquitrini, formazioni che tendono a scomparire in Italia sotto gli effetti della regolazione dei terreni. Vive in bassa montagna nei pascoli quando sono fioriti i cardi, suo fiore preferito. Poco comune in tutta Italia.

5) Pavonia minore,” occhi” per difendersi- Puglia, Abruzzo, Basilicata
La famiglia dei Saturnidi comprende le più belle farfalle notturne del pianeta. Con 1.200 specie distribuite su tutti i continenti hanno ali che presentano grandi macchie ocelliformi, le quali svolgono funzione di difesa e intimidatorio verso i predatori. La pavonia minore è tra i giganti dei lepidotteri europei con un’apertura alare fino a 6 centimetri e mezzo. A differenza di molti parenti Saturnidi la Pavonia minore è attiva di giorno. Avvistabile facilmente per i suoi grandi “occhi” la si trova in tutta Italia.

6) Zigena angelica, la velenosa- Valle d’Aosta, Piemonte
Questa piccola farfalla è abbastanza comune in Italia e vive in tutta Europa. E’ caratterizzata da 5 0 6 macchie rosse sulle ali che servono ad avvertire il potenziale predatore della sua pericolosità. Eh si perché questa farfallina nel suo corpo contiene una sostanza molto tossica come l’acido cianidrico, e una volta che il predatore fa la brutta esperienza di “assaggiarne” una, nella sua vita se ne starà a debita distanza. La possiamo trovare nei pascoli di pianura, collina e montagna di tutta Italia, meno al sud.

7) Caraxe, la più ricercata- Liguria, Sardegna,
Senza dubbio tra le più belle farfalle europee che si trova su una stretta striscia delle coste del bacino del Mediterraneo. In Italia è possibile “avvistarla” lungo le coste soleggiate della Sardegna e della Liguria, la dove cresce abbondante il corbezzolo, pianta nutrice del suo bruco. Ha un volo veloce e si posa sui fiori per pochissimo tempo, per questo è davvero un’emozione vederla con tutti gli ornamenti delle sue grandi ali codate con una striscia di macchie blu. Ha parenti nelle foreste dell’Africa tropicale.

8) Podalirio, tra le grandi- Puglia, Umbria, Marche
È quella che appare per prima in primavera volteggiando e planando al di sopra dei fiori e alberi con le ali posteriori munite di un prolungamento. È la più grande farfalla diurna europea che rivaleggia per colori ed eleganza con le sue lontane parenti tropicali, tra le più belle del globo. Il suo bruco verdastro è munito di osmeterio, una piccola estroflessione arancione e biforcuta che emana un odore sgradevole, una forma di difesa contro i predatori. E’ comune in tutta Italia sia in pianura che in media montagna.

9) Macaone, la più conosciuta- Abruzzo, Marche, Sicilia
Un tempo molto comune, ultimamente non lo è più a causa del vandalismo agricolo e la moltiplicazione dei parassiti dei suoi bruchi e delle crisalidi. Oggi i ragazzi le conoscono solo grazie a belle immagini spesso accompagnate dalla didascalia” comune dappertutto”, cosa purtroppo non più vera. Tuttavia la sua diffusione geografica è molto vasta, dall’intera Europa, Asia, fino all’America settentrionale. Come il bruco del Podalirio anche il bruco del Macaone è provvisto dell’osmeterio come arma di difesa. La crisalide a seconda del supporto che sceglie per ancorarsi è verde o marrone. Da giugno a settembre la si vede planare soprattutto dove cresce il finocchio selvatico, la pianta nutrice del bruco. Più comune al sud.

10) Maculinea alcon, destini incrociati- Lombardia
Una piccola farfalla che svolazza nel nord Italia, alle porte di Milano, e per sopravvivere ha bisogno della presenza di un fiore raro: la Genziana pneumonanthe su cui deporre le uova, ma non solo, perché vicino deve esserci anche un formicaio. Un intreccio delicatissimo che lega la sopravvivenza di tre specie: farfalla, fiore e formiche. Lavoro delicatissimo a cui si dedicano studiosi specializzati. Infatti migliaia di Genziane pneumonanthe, diventate rare, sono state piantate nei boschi torbosi lombardi per far si che la femmina della farfallina deponga le uova. I boccioli azzurri saranno l’alimento per i primi giorni del piccolo bruco. Dopo qualche giorno i bruchi si calano a terra con un filo sericeo e producendo segnali chimici particolari ingannano le formiche che, credendoli delle loro larve, li portano direttamente nel formicaio. Qui adottati e ben curati perché in cambio secernono una sostanza zuccherina molto gradita dalle formiche, si nutrono delle piccole larve fino all’impupamento dove avviene la metamorfosi. Una volta uscita dal formicaio la Maculinea asciuga le ali per spiccare il volo. Il ciclo è pronto per ricominciare. Rara, vive nelle torbiere del milanese e Brianza.
