Top Ten Weekend Premium Weekend Italy

Le 10 miniere da visitare in Italia. E la Guida per conoscerle tutte

image_pdfimage_print

Tra le novità appena uscite in libreria c’è l’interessantissima “Guida alle miniere italiane – 90 siti turistici da scoprire (Morellini Editore, 144 pag – 16,90 euro), di Giuseppe Ortolano, giornalista, firma di Weekend Premium e di Repubblica. Il volume, ricco di informazioni storiche, archeologiche, culturali e turistiche descrive 90 miniere italiane recuperate e accessibili, grazie a percorsi, sentieri e trenini, anche e soprattutto a famiglie con bambini, che potranno scoprire così questo fantastico mondo sotterraneo attorno al quale si sono sviluppate intere comunità. Nel libro, le miniere sono ordinate per ambito regionale e sono illustrate con una scheda iniziale che indica anche il minerale estratto e le informazioni utili per organizzare la visita.

Ognuna, poi, è accompagnata dall’indicazione su dove mangiare o dormire, oltre che da approfondimenti e curiosità storiche. Tra queste, ve ne citiamo due. Lo sapevate, per esempio, che Camillo Benso Conte di Cavour, nel 1853, istituì la Società Anonima “L’Esploratrice” per lo sfruttamento del suolo sardo? E che la Valle di Cogne e le sue miniere furono proclamate, nel 1944, Repubblica partigiana, mentre nelle viscere del Monte Rosa è custodito uno dei giacimenti d’oro più grandi d’Europa? Partendo proprio da questo splendido volume, vi presentiamo 10 splendide miniere da visitare in Italia.

1. Miniere Predoi (Alto Adige)

 Si trovano in provincia di Bolzano e sono tra le più famose miniere d’Italia. Qui si estraeva il rame, famoso in tutta Europa per la sua particolare malleabilità. Le miniere di Predoi raggiunsero il loro massimo splendore più di 600 anni fa, ma fino al XX secolo sono state fra le tre miniere più attive in Italia per l’estrazione del rame.

Scavate interamente a mano nella roccia, rappresentano un capolavoro di ingegneria mineraria. Oggi, si possono visitare comodamente a bordo di un suggestivo trenino che ripercorre le “vie dei minatori”. Tuttavia, la cosa più sorprendente di queste miniere è il loro microclima, talmente salubre che qui è stato realizzato un Centro per la cura delle patologie delle alte vie respiratorie.

 INFO: www.museominiere.it/it/predoi/

 2. Miniera dell’Erdemolo (Trentino)

Si trovano a Palù del Fersina, in provincia di Trento, nei pressi del sentiero che conduce allo splendido Lago dell’Erdemolo, nella Valle del Fersina. Scavata nel cuore della montagna, questa miniera è stata attiva tra il 1400 e il 1650. Si possono ammirare attraverso un’affascinante visita guidata di gruppo che si inoltra tra cunicolo, scale, gallerie e consente di vedere in prima persona quale era la vita degli antichi minatori.

Si visitano a piedi, ma il percorso è adatto anche ai bambini che, prima di iniziare la visita, vengono corredati di giubbotto catarifrangente ed elmetto, oltre a essere istruiti con un mini corso sulla storia della miniera e il comportamento da tenere al suo interno per la sicurezza. Una volta in miniera si possono ammirare anche le teche con gli attrezzi dei minatori, i loro abiti e i minerali che venivano estratti e che, qua e là, si vedono ancora luccicare.

INFO: www.umpalai.it/miniera-dellerdemolo/

3. Miniera d’Oro della Guia (Piemonte)

È stata la prima miniera in Italia a essere resa fruibile al pubblico. Si trova a Macugnana, nella provincia piemontese di Verbano-Cusio-Ossola, nel cuore della Valle Anzasca. Questa zona, fin dall’antichità, era nota per i suoi giacimenti di oro. La miniera aprì i battenti agli inizi del XVII secolo e la sua attività finì nel 1945, quando i costi per l’estrazione dell’oro superarono il valore del materiale estratto. Oggi, si può visitare grazie a un’avvincente visita guidata nel cuore della terra, di circa 45 minuti che si snoda tra cunicoli e gallerie.

Nel Museo della Miniera d’Oro, invece, si possono ammirare gli strumenti del lavoro minerario e conoscere una delle storie più interessanti legate all’estrazione dell’oro nelle viscere delle Alpi. I bambini più piccoli, poi, potranno provare l’emozione di “scorgere” qualche gnomo cercatore d’oro e di trovare qualche pepita.

INFO: www.minieraroro.it

4. Miniere di Gorno (Lombardia)

Nello splendido borgo di Gorno, in provincia di Bergamo, nella Val di Riso, si trovano queste suggestive miniere dalle quali, fin dall’epoca dei Romani, venivano estratti minerali metalliferi per la produzione dello zinco e del piombo. Qui i Romani mandavano i condannati ai lavori forzati. L’attività estrattiva continuò anche nel Medioevo. Si sa dai documenti e dalle concessioni che la miniera era ancora attiva nei primi anni del Cinquecento e che tra il 1506 e il 1507 fu visitata anche da Leonardo da Vinci, in qualità di ingegnere governativo.

Si ha notizia dell’attività anche nella metà del XIX secolo. L’attività prosegue poi fino al 1982, quando la miniera viene chiusa definitivamente. Oggi, è stata trasformata in un Ecomuseo, dove i visitatori possono ripercorrere il “Viaggio dello zinco” dall’estrazione alla trasformazione nei prodotti finali. Dopo una visita al museo, si può proseguire verso i siti minerari di Costa Jels, tra i più antichi d’Italia. Si raggiungono attraverso una passeggiata di circa 2 km tra boschi, prati, punti panoramici e antichi borghi. I siti si possono visitare attraverso una visita guidata di circa un’ora e mezza che si avventura nel sottosuolo.

INFO: www.ecomuseominieredigorno.it

5. Miniera della Bagnada (Lombardia)

Situata a Lanzada, in provincia di Sondrio, nel cuore della Valmanenco, la Miniera della Bagnada è rimasta attiva fino agli anni Ottanta per l’estrazione del talco, un minerale molto usato sia in cosmetica che nelle aziende farmaceutiche. Il sito è stato chiuso definitivamente nel 1987 in seguito all’esaurimento del giacimento. Dal 2008, nella miniera è stato ricavato uno splendido Ecomuseo, dove poter conoscere la sua storia e vedere gli oggetti del lavoro quotidiano dei minatori, che sono stati donati dalle famiglie e dagli artigiani locali.

In esposizione anche i principali minerali della valle, a partire proprio dal talco.  La miniera, invece, si sviluppa su ben nove livelli, di cui solo quattro sono visitabili.  Tuttavia, a differenza delle altre miniere che sono formate da cunicoli e strettoie, dispone di ambienti molto ampi. Al punto che qui si tengono eventi e concerti, anche grazie alla splendida acustica.

INFO: www.minieradellabagnada.it

6. Parco Geominerario di Raibl (Friuli Venezia Giulia)

A Cave di Predil, in uno splendido contesto naturale circondato dal Monte Re, il Monte Cinque Punte e il Lago di Raibl, in provincia di Udine, si trova il Parco Internazionale Geominerario di Raibl, che include anche un’antichissima miniera, risalente all’epoca dei Romani per l’estrazione di piombo e zinco. In attività fino al 1990, oggi il complesso industriale è stato riconvertito e ospita, oltre alla miniera, visitabile con un comodo trenino, anche un Ecomuseo del territorio.

La visita guidata dura circa un’ora e consente di conoscere i minerali, le tecniche di estrazione, dalle più antiche alle più moderne, e la vita quotidiana dei minatori. Splendide anche le escursioni che si possono fare nei dintorni, dalle passeggiate tra boschi di faggio e abete rosso, pascoli e rocci, fino alle escursioni alle fortificazioni della Batteria e del Forte di Sella Predil, costruite alla fine del XIX secolo dall’esercito austro-ungarico.

INFO: www.polomusealecave.coop

7. Miniera di Gambatesa (Liguria)

Nello splendido contesto del Parco Regionale dell’Aveto, in provincia di Genova, si trova la Miniera di Gambatesa, la più grande miniera di manganese di tutta Europa, trasformata nel 2016 in un interessante Museo Minerario. La storia del sito inizia nel Settecento, quando nella vecchia miniera, oggi abbandonata, veniva estratta la pirite. Alcuni documenti testimoniano poi che, dal 15 marzo 1876, veniva data all’ingegnere francese Auguste Fages una concessione per l’estrazione del ferro e del rame.

In seguito, ci si concentrò sull’estrazione della baunite, ricca di manganese, di cui il sito era ricchissimo. La miniera passò poi sotto la Società Anonima Mineraria Siderurgica, nel 1939, mentre, dal 1964, la concessione passò all’Italsider, che la mantenne fino al 1971, quando la miniera venne definitivamente chiusa. Oggi, la visita alla miniera si effettua attraverso un trenino dei minatori, costituito da vagoni del minerale modificati per il trasporto di persone. Lungo la via principale c’è anche un percorso pedonale. All’esterno, invece, si può visitare il villaggio dei minatori, rimasto pressoché intatto, con una sala multimediale dove poter scoprire attraverso filmati e pannelli, la vita e il lavoro in miniera.

INFO: www.minieradigambatesa.com

8. Museo Minerario del Monte Amiata (Toscana)

Ad Abbadia San Salvatore, in provincia di Siena, si trova il Museo Minerario del Monte Amiata, ricavato dalle miniere di mercurio che per più di un secolo hanno rappresentato la principale fonte di lavoro e ricchezza per il territorio.

Istituito nel 2002, il Museo include un’emozionante visita alle miniere, tra cui l’entusiasmante discesa sul trenino minerario nella Galleria VII che si inoltra per 250 metri nelle profondità della terra, attraversando diversi “quadri” con ambientazioni di lavoro dei minatori e utensili e macchinari originali. Spesso qui si tengono anche laboratori didattici ed eventi a tema per conoscere la storia di questo sito.

INFO: www.parcoamiata.com

9. Miniere di Capoliveri (Isola d’Elba)

Nello splendido scenario dell’Isola d’Elba, in provincia di Livorno, nel cuore del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, si trovano le Miniere di Capoliveri. Sorgono sul Monte Calamita, che deve il suo nome dalla magnetite, il minerale di ferro che qui veniva estratto. I giacimenti minerari sono tre: Calamita, Ginevro e il piccolo Sassi Neri. Le miniere sono antichissime ed erano sfruttata già al tempo dei Romani. L’attività di estrazione è stata sospesa nel 1980, nonostante i giacimenti non siano esauriti.

Sotto il livello del mare, infatti, c’è ancora molto ferro, ma estrarlo è diventato troppo costoso. Oggi, le miniere si possono visitare attraverso affascinanti visite guidate. Calamita e Ginevro si trovano a circa 7 km l’una dall’altra e sono collegate dalla Via dei Minatori, un sentiero in parte sterrato che si snoda su un fronte panoramico mozzafiato, con vista sulla Corsica, Pianosa e Montecristo e sulle località turistiche di Pareti, Morcone e Innamorata.

La visita prosegue poi nelle viscere della terra e prosegue presso il Centro Minerario e al Museo della Vecchia Officina. La miniera di Sassi Neri si trova invece sul versante est, tra Straccoligno e Ginevro e si può raggiungere a piedi da Calanova oppure via mare.

INFO: www.minieredicalamita.it

10. Miniere di Buggerru (Sardegna)

In Sardegna ci sono ben 467 miniere, tra cui le più importanti si concentrano nella zona del Sulcis Iglesiente. Sono le Miniere di Buggerru, un complesso che comprende la Miniera di Malfidano, la Miniera di Planu Sartu e la Gallerya Henry.  Dopo la loro dismissione, sono state incluse nel primo Parco Geominerario Storico e Ambientale del mondo, inserito nella rete mondiale Geosit/Geoparchi dell’UNESCO.

Tra il XIX e il XX secolo Buggerru e il Sulcis Iglesiente diventarono un importante centro minerario e, attorno alle miniere, sorsero insediamenti abitativi e imponenti complessi industriali, veri e propri capolavori di ingegneria e architettura. Tra i più belli ci sono Porto Flavia, la Grotta di Santa Barbara e la laveria Lamarmora, nei pressi di Nebida, dove venivano “lavati” i minerali estratti.

Oggi tutti questi siti sono visitabili, ma, se dovete sceglierne uno, vi suggeriamo la Galleria Henry, nei pressi di Buggerru, che regala un paesaggio mozzafiato, simile a quello di un film western. Il tunnel si inoltra infatti nel cuore della montagna di Planu Sartu e sbocca in prossimità di un villaggio dove il tempo sembra essersi fermato. Qui si trova il Museo Minerario dove si possono ascoltare storia e storie del duro lavoro in miniera. Al ritorno si va a piedi, seguendo uno splendido camminamento a strapiombo sul mare azzurro, con vista sui faraglioni.

INFO: www.parcogeominerario.sardegna.it