Parabita, il Salento nascosto tra preistoria e arte contemporanea (LE)
Pochi chilometri separano la vivace e frequentatissima Gallipoli dalla tranquilla e riservata Parabita. Un borgo dalle antichissime origini, nei cui pressi si trova la “Grotta delle Veneri” è uno degli insediamenti archeologici più importanti del sud Italia, in seguito alla cui scoperta si è potuto avere la certezza della presenza dell’uomo di Neanderthal nel Bacino del Mediterraneo. Proprio qui furono trovate due statuine (12.000-10.000 a.c.) scolpite in osso di cavallo riproducenti donne in stato di gravidanza.

Da vedere. Nel centro storico si ammira il castello angioino risalente al XIV secolo e modificato nel Cinquecento. Parabita ospita anche alcuni interessanti frantoi ipogei, anticamente utilizzati per la produzione di olio per l’illuminazione; il Convento di Santa Maria dell’Umiltà, fondato nel 1405, che conserva ancora alcuni elementi decorativi, tra cui un affresco cinquecentesco; due cripte bizantine: la cripta urbana di Santa Marina e la cripta rupestre del Cirlicì. Belle alcune chiese barocche e diversi palazzi storici tra i quali il seicentesco Palazzo d’Alfonso o Castriota e il cinquecentesco Palazzo dei Veneziani.

Da fare. Una passeggiate nei vicoli della città vecchia alla ricerca delle numerose edicole votive tornate a nuova vita grazie al progetto di “Parabita per il contemporaneo” che ha coinvolto 16 artisti, tra i quali Giovanni Lamorgese, Adrian Paci, Mimmo Paladino, Luigi Presicce, Michelangelo Pistoletto e Namsal Siedlecki. Le loro opere dialogano con la religiosità popolare delle edicole votive.
Seguici anche sui Instagram & Facebook per rimanere aggiornato su tutte le prossime uscite!
Ed iscriviti alla Newsletter per ricevere in regalo il nostro magazine digitale per TUTTO L’ANNO.