Ivrea, città industriale del XX secolo, è stata riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO: un onore meritato per un luogo che incarna un modello industriale visionario, umano, innovativo. Ho voluto visitarla per rendere omaggio a ciò che rappresenta: un esempio di impresa che guarda al futuro senza dimenticare il bene comune.
Non posso che pensare ad Adriano Olivetti come a un imperatore moderno. Le sue conquiste non avvenivano con le armi, ma con il pensiero, con il lavoro e con la bellezza. Camminando tra i luoghi simbolo della sua impresa, come la storica fabbrica in mattoni rossi voluta dal padre Camillo, mi sembra quasi di percorrere i vagoni di un treno lanciato verso l’innovazione.
È incredibile pensare che proprio qui nacque l’ELEA, usato persino dalla NASA, e nel 1965 il primo computer portatile al mondo. Sì, il primo PC è stato italiano, creato da Olivetti. Oggi, quello stesso stabilimento ospita ICONA, un progetto di dodici imprenditori che vogliono rilanciare quel sogno: un luogo di start up, innovazione e opportunità per i giovani.
Ivrea, però, non è solo industria. Adriano Olivetti desiderava una città bella, e bella lo è davvero. I palazzi progettati da grandi architetti dialogano armoniosamente con il paesaggio: ce n’è uno interrato, che guarda un bosco, perfettamente integrato nella natura. E poi c’è la Dora Baltea che l’attraversa, rendendo ogni scorcio poetico.
Passeggiando, mi sono fermato al Museo Garda per vedere la mostra “Piccoli tasti per grandi firme”, dedicata ai giornalisti che scrivevano con la Lettera 22: Montanelli, Biagi, Fallaci, Pasolini, Brera… La mitica macchina da scrivere del 1950, compatta e robusta, fedele compagna di viaggio e di lavoro.
Il castello di Ivrea, con le sue torri possenti, resta una presenza scenografica imponente, anche se non ancora visitabile all’interno. Ma la città sa incantare anche con i suoi sapori: tappa obbligata è la Pasticceria Balla per gustare la famosa Torta “900”. E se avete occasione, vivete anche il Carnevale di Ivrea: la battaglia delle arance è un’esperienza unica, fra storia e tradizione.
Il Canavese, poi, è un Piemonte da scoprire. Castelli come quello di Pavone Canavese (con fantasma annesso!) o di Agliè (set della fiction “Elisa di Rivombrosa”) raccontano storie di nobiltà e mistero.
Questa è anche terra di vini, soprattutto l’Erbaluce, un vitigno autoctono che cresce sull’anfiteatro morenico più grande d’Europa. Ho visitato “La Vigna del Belvedere”, che fu del poeta Giuseppe Giacosa, oggi di Domenico Tappero Merlo. Qui nasce il KIN, un Erbaluce ultrabiologico pensato per invecchiare bene, come i ricordi più preziosi.
Ivrea mi ha toccato nel profondo: è un luogo dove l’industria incontra l’utopia, dove i sogni diventano cemento, dove la bellezza è ancora parte integrante del vivere. Un invito a credere che un altro modo di fare impresa e cultura è possibile.
Informazioni utili
Ivrea si raggiunge facilmente in auto: dall’A5 Torino-Aosta (uscita Ivrea) o dall’A4 Milano-Torino con svincolo per A5.
Per mangiare: Agriturismo Cascina Gaio (Piverone), Trattoria Moderna Il Simposio (Banchette), La Foresteria del Castello (San Giorgio Canavese), Castello di Pavone.
Per dormire: Hotel Eden, Hotel Sirio (vista lago), Best Western Crystal Palace, B&B Spazio Bianco.
Attività consigliate: Bike@Round per esplorazioni in bicicletta. Info su: www.canaveseturismo.org
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