Weekend Green

Il Salone Parchi d’Amare: come dare forza al nostro Patrimonio Green!!!

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Di Raffaele d’Argenzio

Si è conclusa con successo, al Lingotto Fiera di Torino, il primo salone Parchi d’Amare con la presentazione al pubblico del nostro Patrimonio Verde. Sì, è un oro verde che dobbiamo
Imparare a conoscere, a vivere e a godercelo. Oltre i vari parchi italiani era presente anche la Slovenia, senza dubbio uno degli Stati Europei con parchi molto interessanti e integri.
I parchi sono già conosciuti, alcuni diretti molto bene altri meno, allora perché questo salone?
Lo chiediamo al Presidente Fulvio Avataneo, che ci appare come un guerriero, un Robin Hood alla guida del Popolo Green.

Presidente Avataneo, com’è nata l’idea di Parchi da Amare?

Mi è piaciuta l’idea di legare il turismo, che è il mio mestiere, con la natura e in sei mesi mi sono scoperto più ambientalista di prima. Senza aver fatto nulla di particolare, solo cominciando a capire esattamente che cos’è il patrimonio ambientalista e naturalista che abbiamo. Ho capito che c’era la necessità di fare qualcosa di più. Ho trovato molto scollato l’ambiente dei parchi, degli enti parchivi e degli assessorati ai parchi e all’ambiente, non per incuria o per per mancanza di volontà, ma semplicemente perché in Italia non siamo capaci a fare sistema nei parchi ma neanche nel turismo. La Francia, per esempio, che è molto indietro a noi rispetto a patrimonio culturale storico e ambientalistico naturalistico, è avanti a noi turisticamente parlando, perché qualunque cosa abbia la mette insieme a un’altra e fa sistema, fa rete.

E cosa mi dice degli obbiettivi che vi siete posti con questa iniziativa?

Con PARCHI D’AMARE vogliamo far sistema tra aree protette e turismo. Un turismo fatto di piccoli numeri, di qualità. Quindi un turista di qualità per un turismo di qualità, dolce, lento, fatto di esperienze, che si viva nei piccoli borghi e nei piccoli comuni. Quelli che tra l’altro corrono il rischio di spopolarsi se non hanno nuovi introiti, che all’interno delle aree protette o arrivano dal turismo o non arrivano per nulla.

Noi di WEEKEND PREMIUM apprezziamo quando si producono e si vendono i prodotti dei parchi, perché è come se ci fosse una certificazione che questi prodotti sono green e sono puliti. Cos’ha in più un prodotto biologico coltivato in un parco protetto?

Io dico sempre: i prodotti bio sono ovunque. Però credo ci sia una bella differenza fra un prodotto bio coltivato all’interno di un’area protetta e un prodotto bio coltivato ai margini di un’autostrada. Saranno bio tutti e due perché il sistema di coltivazione è biologica, però c’è una differenza ambientale che rende un prodotto diverso dall’altro, sicuramente.
All’interno di queste aree protette non ci possono essere insediamenti industriali, ma invece abbiamo micro imprese, artigiani, ristoratori che utilizzano prodotti territoriali. Abbiamo aziende dell’agroalimentare che producono magari poco e rivendono vicino. Non voglio dire km zero a tutti costi, però comunque sono prodotti di grande eccellenza.

Nel vostro “sistema” rientrano anche i parchi dei paesi limitrofi?

Certo, si abbiamo pensato anche a questo. Quest’anno è nostra ospite la Slovenia con i suoi parchi intatti e integri, fra cui quello di Goricko.

A sinistra Il presidente Fulvio Avataneo, a destra due importanti dirigenti del Sistema Parchi Sloveni
Parco, il cavallo un modo di far turismo Green