Il Parco del Matese, il regno verde di “Ciro”

Quando il piccolo Ciro, il cucciolo di dinosauro fossile scoperto nel 1980, sgambettava sulla Terra, più di 100 milioni di anni fa, nell’era Mesozoica, l’aspetto dell’ambiente naturale compreso nel Parco Regionale del Matese non doveva essere troppo diverso da quello odierno: un paradiso naturale di formazioni carsiche, grotte, corsi d’acqua, cunicoli, a cui si sono aggiunte le testimonianze storiche del passaggio dell’uomo, tra borghi, castelli, rocche, fortilizi longobardi e medievali.

Il Parco, istituito nel 2002, sorge in Campania, tra le province di Caserta e Benevento, ai confini con il Molise. Si estende per circa 33 mila ettari e include nel suo territorio venti comuni.

Ciro, un ritrovamento che “ha fatto la storia”

Nel 1980, nei pressi di Pietraroja, nel beneventano, è stato ritrovato un piccolo dinosauro fossile, il primo italiano e uno dei meglio conservati nel mondo, poiché provvisto ancora di organi interni e fibre muscolari.

L’eccezionalità della scoperta consiste anche nel fatto che il cucciolo, a cui è dato il nome scientifico di Scipionyx samniticus, (e quello più popolare di “Ciro”), è che il suo ritrovamento ha confermato la presenza di questi grandi rettili in Italia e, in particolare, nella zona del Sannio.

Il piccolo Ciro, che sarebbe vissuto durante il basso Cetaceo, circa 110 milioni di anni fa, ha una lunghezza di 60 cm dal muso alla coda e un’età tra le 4 e le 5 settimane. Se fosse cresciuto, avrebbe raggiunto circa due metri di lunghezza. Per quanto riguarda il genere, si pensa che il piccoletto appartenga a una nuova famiglia di dinosauri.

Per ora è stato classificato come teropodo, un carnivoro ad andatura bipede, “cugino” del temibile T-Rex. Un calco di Ciro si può vedere presso il Paleolab di Pietraroja (www.eptbenevento.it)

La ricchezza delle acque

Una peculiarità del parco sono le sue acque, tra cui spicca il Lago Matese, che sorge a mille metri di altezza ed è il più alto lago carsico d’Italia. Inoltre, nel territorio si trovano anche il Lago Gallo e il Letino. In questo ambiente incontaminato vive una straordinaria biodiversità.

Sulle sponde del lago Matese, per esempio, si può facilmente avvistare l’airone cenerino, mentre a quote maggiori il falco pellegrino, il nibbio reale e il lanario. Nelle acque cristalline dei laghi vino la trota e il triotto, mentre lungo le rive crescono giunchi e canneti.

Il fascino delle grotte

Nel corso dei secoli, le acque infiltrate nel calcare delle montagne hanno formato poi le affascinanti grotte, come le Grotte di Lete, con le cascate della galleria superiore, le stalattiti e le stalagmiti che disegnano un ambiente unico.

Nell’area di Gallo Matese si trovano affascinanti doline, mentre forme naturali bizzarre si possono ammirare a Campo dell’Arco e ai piedi del Monte Miletto. Ispirano all’avventura e stimolano lo spirito di scoperta le valli fluviali e i canyon come la Forra dell’Inferno, la Gola di Caccaviola, la Forra di Lavelle e il grande canyon di Pesce Rosso.

Andar per boschi e foreste

La fascia pedemontana del parco è ricca di boschi di cerro, farnia e roverella, habitat ideale di volpi e cinghiali. Tra i più c’è il Bosco degli Zappini di Fontegreca, che si estende per oltre settanta ettari. Gli amanti del birdwatching possono invece avventurarsi con il loro obiettivo nell’Oasi Naturalistica delle Mortine, per immortalare il martin pescatore, l’airone e diverse specie di anatre e oche.

Salendo in quota, il paesaggio è dominato da grandi boschi di faggio, nascondiglio perfetto per l’elusivo lupo, ma anche per barbagianni, picchi, beccacce, allodole, picchi e del gufo reale, il rapace notturno più grande d’Europa. Con un po’ di fortuna, si può avvistare anche la maestosa aquila reale.

Due passi nella storia tra borghi, rocche e castelli

Alla bellezza del paesaggio naturale si aggiunge quella nata dalla storia dell’umanità. Qui, infatti, nel V secolo d.C arrivarono prima i Vandali e i Goti, poi i Longobardi, che costruirono diversi castelli e hanno lasciato diverse testimonianze anche nelle grotte, molte delle quali, come quella di Curti, di Gioia Sannitica, quelle di Raviscanina e di Faicchio sono ornate con altari e affreschi riconducibili al culto di San Michele Arcangelo.

Con l’arrivo dei Saraceni le popolazioni si spostano sui rilievi, dove nascono centri e persino monasteri fortificati, come Castello e San Gregorio Matese, Prata Sannitica, Pratella, Ciorlano e Piedimonte Matese, dove ancora oggi si rivivono le atmosfere del Medioevo. Le dominazioni normanne, sveve e angioine hanno poi disseminato la Valle del Volturno di castelli e borghi, come Gioia Sannitica e Castello Matese, una delle porte di ingresso al Parco, che sorge in posizione panoramica sulla vallata.

Da vedere anche Faicchio, con il suo maschio in centro storico, e Prata Sannita, per passeggiare tra vicoli, case arroccate e l’imponente castello. Ad Aliano, poi, si trova una bella rocca cinquecentesca, mentre tra i centri medievali meglio conservati c’è quello di Cusano Mutri, tutto in pietra calcarea.

I sapori nel Parco

Uno dei prodotti tipici è il caciocavallo Silano DOP, un formaggio semiduro a pasta filata, prodotta con latte di diverse razze di vacche, tra cui la podolica, autoctona. La sua origine è antichissima e ne parla persino Ippocrate, nel 500 a.C, seguito da Plinio che ne esalta la qualità.

Tra i latticini tipici troviamo anche la marzellina la ricotta fresca ed essiccata di capra e di pecora, mentre tra le carni fresche e lavorate ci sono il prosciutto di Petraroja, la salsiccia di polmone, e quella fresca affumicata, la soprassata del Sannio e le carni di suino di razza casertana. Tra i prodotti da forno, invece, il pane di patate, i taralli intrecciati, i carrati, i calzoncelli, il parrozzo, e il Biscotto di Sant’Angelo.

COME ARRIVARE

In auto, da Nord, prendere l’A1, uscire a Caianello, poi proseguire sulla SP372 Telesina. Uscire a Dragoni-Piedimonte Matese e seguire le indicazioni per il lago. Da Sud, A1 con uscita Caserta Nord, poi seguire le indicazioni per Caiazzo-Piedimonte Matese. Arrivati a Piedimonte, seguire per il lago. Superare i paesi di Castello del Matese e San Gregorio Matese fino all’ingresso del parco.

DOVE MANGIARE

*Agriturismo Colle Bralle, Contrada Colle Bralle, Fontegreca (CE), tel 0823/944916, www.agriturismocollebrallece.com Per gustare i piatti tipici dell’alto casertano. Menù da € 26.

*Agriturismo Marchese, via Sciardi, loc. Massa, Faicchio (BN), tel 0824/814102, www.agriturismomarchese.com

DOVE DORMIRE

*Miralago Hotel & Spa****, via Miralago, Passo di Miralago, Castello del Matese (CE), tel 0823/919315, www.hrs.com . Hotel con 24 camere e una splendida spa dove poter effettuare massaggi e trattamenti. Dispone di piscina coperta, sauna e palestra. Possibilità di prenotare escursioni.

*Agrihotel La Vecchia Quercia, via Cerquelle 28, Cerreto Sannita (BN), tel 0824/861263, www.ristorantelavecchiaquercia.it Agriturismo con ristorante annesso che propone piatti della cucina tipica sannita.

INFO

www.parcoregionaledelmatese.it