di Benedetta D’Argenzio
Disegnano e dipingono il paesaggio con i loro colori mozzafiato, che cambiano a seconda delle stagioni. Sono i vigneti, da cui nascono vini prestigiosi, ma anche “eroici” poiché le vigne sono coltivate in terreni e in zone “difficili”, come le isole o le terrazze a ridosso di rilievi a strapiombo sul mare. Ma quali sono i 10 vigneti più belli del mondo? Eccoli nella nostra TOP 10 di questa settimana. E la nostra Italia fa un po’ la parte del leone.
1. Pantelleria (Italia)
Merita il primo posto per la bellezza del paesaggio e, soprattutto, per l’unicità della sua viticoltura. A Pantelleria, piccola isola della Sicilia, la viticoltura legata all’alberello pantesco è stata addirittura dichiarata Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO nel 2014. Le viti, dell’altezza di un alberello, crescono sulle terrazze e strapiombo sul mare, e sono il risultato di una tradizione pratica e orale tramandata in dialetto locale da generazione di vinaioli e contadini. La tecnica di coltivazione, infatti, è molto complessa e avviene in condizioni climatiche particolari e su un terreno “difficile”. Il risultato, però, è un capolavoro: il Passito di Pantelleria DOC, conosciuto in tutto il mondo. Per scoprire questo mondo in cui uomo e natura collaborano, nel 2016 è nato l’Itinerario della Strada della Vite ad Alberello”, un circuito di 37 km per conoscere le tecniche di coltivazione e la storia di questa viticoltura davvero unica.
2.Lanzarote (Canarie, Spagna)
Un paesaggio davvero lunare quello che si ammira sull’isola vulcanica di Lanzarote, nei pressi del pueblo di La Geria. Il terreno nerissimo contrasta con il verde dei piccoli alberelli di vite, che vengono coltivati all’interno di buche circolari, scavate per proteggere le piante dai venti sahariani che soffiano costantemente sull’isola e, contemporaneamente, nutrirle con il ricchissimo terreno vulcanico. La raccolta dell’uva, la Malvasia vulcanica, poi, avviene rigorosamente a mano. I vini si possono poi gustare nelle tantissime cantine, o, meglio Bodegas del vino di Lanzarote.
3.Ischia e Ponza (Italia)
I terrazzamenti a strapiombo sul mare azzurro caratterizzano le isole campane di Ischia e Ponza. Qui la viticoltura ha una storia antichissima, che risale al VIII secolo a.C quando i Greci chiamarono l’isola di Ischia “Oenaria”, cioè “luogo della vite e del vino”. Furono tuttavia gli Eubei a comprendere le potenzialità di questo territorio e iniziarono a coltivare la vite. La terra di queste isole, però, era sì fertile, ma impervia e fatta di pendii. Attraverso i terrazzamenti, queste prime popolazioni riuscirono a strappare terra coltivabile alla natura così che, durante il Medioevo e il Rinascimento, il vino ischitano veniva esportato nelle corti di tutta Italia e nei grandi mercati esteri. Ancora oggi, qui si coltivano vitigni sia a bacca bianca, come la Biancolella, la Forastera, il San Lunardo, l’Arilla e la Guarnaccia, sia a bacca rossa, come la Guarnaccia, il Piedirosso e la Cannamelu.
4. Langhe, Roero e Monferrato (Italia)
Le colline raccontate da Pavese e Fenoglio, sono entrate a fare parte del Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2014. Uno splendido territorio di 10.789 ettari, compreso tra le province di Alessandria, Asti e Cuneo, caratterizzati da dolci rilievi collinari modellati dalla natura e dall’uomo. Da generazioni, qui nascono le vigne dai cui frutti nascono il Barolo, il Barbaresco e l’Asti spumante, amatissimi in tutto il mondo. Fanno parte del Patrimonio UNESCO ben 29 Comuni e sei territori d’eccellenza: la Langa del Barolo, il Castello di Grinzane Cavour, le Colline del Barbaresco, Nizza e il Barbera, Canelli e l’Asti Spumante e il Monferrato degli Infernotti.
5. Alto Douro (Portogallo)
Situata nel nord del Portogallo,a 120 km da Porto, l’Alta Valle del Douro, o Alto Douro, è una delle regioni vinicole più antiche del mondo, con alle spalle duemila anni di viticoltura che hanno plasmato questa zona. Tuttavia, solo nel XVIII secolo è iniziata la produzione di quello che il suo prodotto più celebre, il vino Porto, rinomato in tutto il mondo. La bellezza del paesaggio, caratterizzato da colline ammantate di vigneti che si riflettono sulle acque de fiume Douro, cambiando colore dal verde all’arancione, dal marrone al rosso al dorato, a seconda delle stagioni, hanno indotto l’UNESCO a includerlo nei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 2001. Le uve dai grappoli viola, rossi e verdi sono ottime anche da tavola.
6. Isola di Pico (Azzorre, Portogallo)
Disegnano un paesaggio unico, come unici sono i vini che nascono qui, anche i vigneti dell’Isola di Pico, nell’arcipelago delle Azzorre. Anch’essi Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 2004, disegnano un paesaggio surreale, caratterizzato da un terreno vulcanico scurissimo, su cui sorge una grande “scacchiera” fatta di stretti muretti di pietra, chiamati currais o curraletas, che riparano le vigne dal vento che soffia forte dal mare, ma lasciano passare la luce del sole necessaria alla maturazione delle uve. I vigneti si trovano nelle località di Lajido da Criação Velha e di Lajido de Santa Luzia e la storia della loro coltivazione risale alla fine del XV secolo. La bontà dei vini nati da una fortunata combinazione di terreno lavico, ricco di nutrienti, e di un microclima caldo secco, li ha fatti apprezzate in molti paesi sia dell’Europa che dell’America e sono arrivati persino sulla tavola degli zar di Russia. Il vino di Pico è fresco e fruttato, secco e leggero, ottimo con i piatti di pesce e frutti di mare. Qui si produce poi anche il vinho de cheiro, cioè il “fragolino”, che si porta in tavola nei giorni di festa.
7. Champagne e Borgogna (Francia)
Non possono mancare nella nostra TOP 10 le regioni vitivinicole francesi di Borgogna e Champagne, entrambe siti UNESCO: la prima per il clima unico e i paesaggi mozzafiato, fatti di dolci colline ammantate di vigneti, intervallati da borghi medievali, canali, castelli e antiche abbazie; la seconda per le sue cantine e i siti storici, culla della tradizione da cui nasce il celebre champagne Dom Perignon. In Borgogna, i vigneti più belli sono quelli a sud di Digione, sulle pendici della Côte de Nuits e attorno alla città di Beaune, dove nascono alcuni dei vini più prestigiosi del mondo, come il Romanée-Conti, il Vosne-Romanée o Montrachet. Splendida anche la striscia di vigneti, lunga 60 km e larga appena 2, che porta da Digione a Santenay. Nella Champagne, invece, vale una visita la Collina Saint Nicauise a Reims che custodisce chilometri di cave sotterranee, utilizzate fin dal Medioevo per la vinificazione, l’invecchiamento e lo stoccaggio del vino. A Épernay, invece, si trovano le enormi cantine delle maison più prestigiose, e la celebre abbazia in cui visse Dom Pierre Perignon, che inventò la seconda fermentazione naturale che caratterizza lo Champagne.
8. Lavaux (Svizzera)
Un piccolo miracolo della collaborazione tra uomo e natura sono i vigneti terrazzati di Lavaux, nel Cantone di Vaud, in Svizzera, Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 2007. Ricoprono un’area di 830 ettari che si estende tra Losanna e Montreaux e sfruttano un clima sorprendentemente mediterraneo che dà vita a un vino assai apprezzato, lo Chasselas. A intuire le potenzialità di questo territorio furono i monaci cistercensi che, nel XII secolo terrazzarono le colline con muretti di pietra, riuscendo poi a impiantare i magnifici vigneti che ricoprono il territorio per una lunghezza di 14 km, dando vita a un paesaggio di rara bellezza. I vigneti si possono visitare percorrendo i sentieri che si snodano tra di essi, a piedi o in bicicletta.
9. Valle del Reno (Germania)
I vigneti della Valle del Reno vantano il primato di più ripidi della Germania. Più dell’80%, infatti, hanno un’inclinazione del 30%. L’area vinicola si trova per la maggior parte nella regione della Renania-Palatinato, mentre una piccola area è inclusa in quella del Nord Reno-Westfalia per un totale di 470 ettari di vigne che si estendono dal comune di Oberdollendorf, vicino a Königswinter, di fronte a Bonn, a nord di Bingen, in parte su entrambe le rive dell’omonimo corso medio del Reno. A portare qui la viticoltura furono i Romani, dopo aver fondato le città di Colonia e di Bonn. Nel Medioevo fiorì sotto la guida dei monaci Cistercensi, che costruirono il monastero di Heisterbach, sopra Oberdollendorf, che divenne un importante centro per il commercio del vino. In questa zona dai paesaggi da cartolina si trovano anche le vestigia di diversi castelli e alcuni vigneti terrazzati. Sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2002.
10. Napa Valley (California, USA)
Chiude la nostra TOP 10 la splendida Napa Valley, in California, una grande vallata rinomata per i suoi vitigni Cabernet-Sauvignon e Chardonnay, ma anche per il turismo del vino. La sua prossimità all’Oceano Pacifico, ma protetta da montagne e colline, ha fatto sì che nella valle si creasse un microclima mediterranei, ideale per la coltivazione della vite, che qui cresce in una quindicina di varietà. Le uve vengono poi lavorate in 450 cantine. Il paesaggio offre spunti per una visita in tutte le stagioni dell’anno, dalla primavera, caratterizzata dal verde delle colline e dai colori e profumi dei fiori, all’estata animata da un ricco calendario di festival ed eventi. In autunno, poi, si possono visitare i vigneti e le cantine e mangiare nei tanti ristoranti di cui è piena la zona. Senza parlare poi dell’inverno, con le atmosfere natalizie che accendono le città della valle e apre le porte dei centri termali. Il tutto, naturalmente, accompagnato da un buon bicchiere di vino californiano!