POESIA DI VIAGGIO

“Hell in the cave”, l’Inferno di Dante nelle Grotte di Castellana

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Un evento spettacolare, che incarna la filosofia di “Poesia di Viaggio” è Hell in the Cave, che si terrà il prossimo 25 marzo, in occasione del Dantedì, e rende omaggio al Sommo Poeta con una rappresentazione unica nel suo genere, nello scenario mozzafiato della Grotte di Castellana, un complesso carsico nella provincia di Bari.

Si tratta del primo spettacolo aereo sotterraneo al mondo, che unisce danza, voci, suoni e luci nella scenografia naturale delle grotte, tra le più belle e famose a livello internazionale, offrendo agli spettatori un’esperienza sensoriale unica ed emozionante, a 70 metri di profondità. Hell in the Cave è andato in scena per la prima volta nel marzo del 2011 e, da allora, sono state rappresentate 350 repliche per un totale di 150 attori coinvolti.

Una full immersion nell’Inferno di Dante

“Hell in the Cave” nasce da un grande amore per l’opera di Dante. Lo spettatore ha l’impressione di intraprendere un vero e proprio viaggio attraverso i nove cerchi che sono rappresentati contemporaneamente, tanto che i dannati si incontrano nei diversi luoghi. La scelta dei Canti e dei personaggi, invece, è caduta su alcuni tra i più noti per simboleggiare sentimenti come l’amore, l’invidia, il tradimento, la sete di denaro, l’eroismo trasgressivo. Inoltre, si mettono in scena i legami tre uniscono i padri ai figli, gli allievi ai maestri, i ministri alle istituzioni.

Per esempio, il giudice infernale Minosse, non ha una grande coda con la quale decide a quale cerchio il dannato è destinato, ma lunghe budella che generano dannati, poiché ognuno che arriva già conosce la propria colpa. Tutto lo spettacolo, poi, è incentrato sul senso di colpa e risulta evidente che il dannato più infelice è anche quello più potente: Lucifero, l’unico che abbia visto Dio per poi cadere e che di questa interpretazione dell’Inferno di Dante è il protagonista.

Il primo dannato che si incontra è invece Pier delle Vigne, un suicida che si trova nel settimo cerchio, quello dei Violenti contro se stessi. Pier delle Vigne rivendica la fedeltà alle istituzioni quando dichiara di non avere mai tradito il suo imperatore Federico II. Ma è anche un personaggio simbolico di questo momento storico, in cui noi italiani non riconosciamo alle istituzioni il loro reale ruolo e il rispetto dovuto.

Nel terzo cerchio, quello dei Golosi, si incontra poi Ciacco, che dice a Dante “Nemo profeta in patria”, valido allora come oggi, che tanti giovani sono costretti a lasciare il proprio Paese che non premia il merito. Paolo e Francesca, invece, rappresentano l’amore che va oltre la morte e che non può essere limitato a un certificato di nozze. I Simoniaci, rappresentano poi coloro che hanno comprato le cariche ecclesiastiche per potersi arricchire ulteriormente e nel 2011, quando “Hell in the Cave” ha debuttato, volevano puntare il dito contro quei Senatori della Repubblica che passavano da uno schieramento all’altro.

Nel nono cerchio gli spettatori incontrano poi il Conte Ugolino, un dannato che per Dante era tra i più odiosi, che condivide il lago ghiacciato Cocito con il suo nemico di sempre l’Arcivescovo Ruggeri. Ma quello che “Hell in the Cave” racconta, tuttavia, è il dolore di perdere i propri figli prima della propria morte. E Ugolino, in questa rappresentazione, è Lucifero in persona, poiché la perdita dei figli può essere assimilato alla perdita della visione di Dio.

Via via che si prosegue si incontra anche Brunetto Latini, nel settimo cerchio dei Sodomiti. Brunetto è rinchiuso in una bolla, isolato come tutti coloro che sono considerati “diversi” per tendenze sessuali, religione, censo, credo politico e rivendica l’amore autentico che lega i Maestri agli allievi, indirizzandoli verso la realizzazione dei loro talenti e mettendoli in guardia dai pericoli del mondo.

Gli Ipocrati, invece, che vogliono dare un’immagine di sé irreprensibile per poi fare i propri interessi sono legati gli uni agli altri con i volti che guardano in due direzioni, quella per il pubblico e quella reale. L’ultimo dannato che si incontra è Ulisse, nell’ottava malabolgia, quella dei Consiglieri Fraudolenti. Il cerchio in cui si trova è illuminato da piccole luci che sembrano lucciole, ma che in realtà sono le fiamme che bruciano i dannati. Ma il fuoco è anche simbolo di passione, eroismo e Ulisse è consapevolezza, perché gli uomini non possono accontentarsi del sapere già dato, ma cercare di andare sempre oltre per conoscere cose nuove.

Infine, la visione di Beatrice vuole essere una via di salvezza per i visitatori dell’Inferno, mentre, per licenza poetica, l’ultimo verso cantato da Lucifero a fine spettacolo è il famoso verso palindromo latino “in girum imus nocte et consumimur igni”, estraneo alla Divina Commedia.

Chi, invece, ha attraversato l’Inferno da vico come Dante si può salvare perché ha espiato la sua colpa, tornando sulla Terra dopo una riflessione su quanto ha visto durante questo viaggio attraverso la dannazione del suo e del nostro tempo.

INFO e BIGLIETTI

Le repliche di “Hell in the Cave” proseguiranno, oltre all’appuntamento del 25 marzo con il Dantedì, anche in aprile, maggio e giugno. I biglietti si acquistano sul circuito Ticketone, chiamando il numero 339 1176722 o direttamente sul posto. È possibile acquistare anche la combinazione per visitare le Grotte di Castellana + lo spettacolo “Hell in the Cave”, ed effettuare la visita e assistere allo spettacolo in due giorni differenti.

www.grottedicastellana.it/hell-in-the-cave