Gromo (BG), tra echi medievali e antiche miniere

È un piccolo concentrato di storia incastonato tra le Prealpi bergamasche, in Val Seriana. Gromo, il cui nome significa “grumo di roccia”, anche se un’altra versione ne fa derivare il toponimo dalla tribù celtica dei Grumi, è incluso nei Borghi più belli d’Italia e tra le Bandiere Arancioni.

Dai Celti all’alluvione del 1666

Furono proprio i Celti a insediarsi per primi sulle sponde del Serio e sempre loro cominciarono a estrarre il ferro dalle rocce. Attorno all’anno Mille, arriva in questo angolo della Val Seriana un membro della famiglia Ginami che prende dimora nella zona. La famiglia Ginami De Licini riceverà ufficialmente il borgo come feudo dall’imperatore Federico II nel 1226. In questo periodo inizia anche la costruzione del castello.

Pochi decenni prima erano state scoperte anche le miniere d’argento, che, insieme al ferro hanno dato impulso all’economia del borgo, divenuto ufficialmente “comunità” annessa a quella di Bergamo nel 1267. In questo periodo Gromo è nota come “piccola Toledo” per la produzione di armi bianche, come spade, pugnali, alabarde…industria resa ancora più fiorente quando il borgo passa dai domini del Ducato di Milano a quelli di Venezia.

C’è però una data che segna per sempre il destino di Gromo e ne cambia la vocazione e l’economia, è il novembre del 1666, quando un’alluvione distrugge completamente case e, soprattutto, officine. Da importante centro industriale, Gromo torna a essere un borgo rurale.Tuttavia, possiamo ancora vederlo come era ai tempi in cui veniva chiamato “piccola Toledo” grazie a un affresco seicentesco conservato della chiesa di San Gregorio.

Due passi nel centro storico di Gromo

Vie strette da cui si affaccia il profilo dei monti, verdi in estate e ammantati di neve in inverno. E poi un concentrato di bellezze tutte da scoprire, tra affreschi rinascimentali, portali di pietra, inferriate artistiche, palazzi liberty, chiese e musei.

La nostra visita comincia da piazza Dante, sulla quale si affacciano il castello Ginami, il Municipio, con sede del quattrocentesco Palazzo Milesi e la Chiesa di San Gregorio.

Partiamo dal Castello, attorno al quale si è sviluppato il borgo. Al suo interno si trovano alcune raccolte di notevole valore storico e artistico, come alcuni ricami del Settecento, una collezione di acquasantiere, un cofanetto di nozze del 400 e i “vasi della sposa” ottocenteschi. Splendido il salone con soffitto ligneo e un lampadario in ferro battuto con l’emblema del Comune.

Palazzo Milesi, del XV secolo, ospita, oltre agli uffici del Municipio, anche l’Ecomuseo Naturalistico, dove è possibile conoscere le specie animali delle Orobie, tra stambecchi, volpi, tassi, cervi e uccelli. L’ingresso è gratuito.

Alto museo che vale una visita è l’Archivio storico, con la sua preziosa collezione di pergamene, ospitato sempre nel palazzo e il Museo delle Armi, che testimonia la vocazione “industriale” di Gromo.

Sostiamo poi nella deliziosa chiesa di San Gregorio per ammirare la pala della Vergine col Bambino del 1625, dove, sullo sfondo dei santi Gregorio e Carlo Borromeo compare l’antica Gromo prima dell’alluvione del 1666.

Usciti di nuovo sulla piazza, ammiriamo la bella fontana con lo stemma del cigno, le belle facciate dei palazzi liberty dei primi del Novecento, quando Gromo divenne una rinomata località di villeggiatura.

Da vedere…appena fuori dal borgo

Vero gioiello di Gromo è la chiesa dei Santi Giacomo e Vincenzo, che si raggiunge uscendo dal centro storico e percorrendo la vecchia via di transito che collega il borgo all’alta valle.

La chiesa è in stile romanico a tre navate, anche se quella più a nord presenta evidenti rimaneggiamenti barocchi. L’interno, tuttavia, è un vero e proprio scrigno di tesori. Nel presbiterio, si trovano un altare ligneo dorato del 1645, un coro adornato da 34 cariatidi e sei preziose tele del 1690 che raffigurano episodi della vita dei santi.

Sulla volta, invece, si trova alcuni affreschi che raffigurano l’Eucarestia. Mentre, sul lato destro della chiesa, due grandi porte di rame custodiscono le reliquie dei santi e quella della Santa croce. Splendido anche l’organo e la tela settecentesca che raffigura San Luigi. Accanto alla chiesa si trova anche un Battistero del Cinquecento, una cappella affrescata dedicata a San Benedetto e un museo che racconta la storia religiosa di Gromo.

Su un poggio che domina la valle, invece, si vede la Torre del Gananderio con la caratteristica merlatura. Passata di mano tra diverse famiglie nobiliari, oggi è un’abitazione privata.

Tra grotte e miniere

Nei dintorni di Gromo, in località Coren si possono ancora vedere le miniere d’argento che in passato riforniva la Zecca di Bergamo. Oggi sono chiuse, ma si possono vedere dall’esterno.

Salendo il sentiero che in circa un’ora di cammino conduce sul monte Redondo, si raggiunge invece il Bus di Tacoi una meravigliosa grotta carsica suddivisa in quattro spazi. Dopo l’ingresso si accede a una grande “sala”, proseguendo, alla zona nota come Il Labirinto, che presenta pozzi, gallerie e anfratti.

La parte più in fondo, invece, presenta una distesa di stalagmiti e stalattiti. Proseguendo ancora oltre, si arriva a un laghetto chiamato Lago Verde. Per visitare la grotta ci si può rivolgere all’Ufficio Turistico di Gromo.

Viaggio tra i sapori

Da Gromo passa il Sentiero dei Sapori, lungo 64 km, che attraversa sette paesi con possibilità di tappe gustose nei caseifici, nei ristoranti del luogo o ammirare gli alpeggi dove pascolano le mucche che forniscono l’ottimo latte.

Proprio i formaggi sono i prodotti tipici di Gromo. Tra questi c’è la formaggella della Val Seriana, prodotta con latte vaccino da due mungiture, e lo stracchino, prodotto con latte crudo.

Per quanto riguarda i piatti da non perdere, vi consigliamo i casoncelli (di cui vi lasciamo la ricetta), ma anche la polenta, con i funghi o selvaggina. Come secondi, ottimi gli arrosti. Se capitate a Gromo nel periodo di Pasqua, solo qui, il Venerdì Santo, si mangia la maiasa, una torta a base di farina gialla, cipolle e fichi secchi.

CASONCELLI ALLA BERGAMASCA

Piatto tipico della cucina tradizionale bergamasca, nasce per utilizzare gli avanzi di carne bovina e suina. Nei secoli, si arricchisce di altri ingredienti, come testimonia una ricetta ottocentesca, dove si fa accenno ad amaretti, uva sultanina e scorza di limone.

Ingredienti per circa 7 persone

Per la pasta

  • 400 gr di farina
  • 2 uova
  • 100 gr di semola di grano duro

Per il ripieno

  • 150 gr di macinato per salame
  • 100 gr di carne bovina arrostita
  • 125 gr di pane grattugiato
  • 70 gr di grana grattugiato
  • 1 uovo
  • 1 cucchiaio di prezzemolo tritato
  • 1 spicchi di aglio tritato
  • 5 gr di amaretti tritati
  • 10 gr di uva sultanina
  • Sale e pepe

Per condire

  • 100 gr di pancetta a bastoncini
  • 100 gr di grana grattugiato
  • 80 gr di burro
  • 2/3 foglioline di salvia

Cominciate dalla pasta mescolando insieme la semola, le uova, un po’ di sale, aggiungete acqua fino a ottenere un impasto omogeneo. Lasciate riposare per circa 30/40 minuti. Preparate nel frattempo il ripieno. In una padella fate sciogliere una noce di burro poi mettete a rosolare il pesto per salame. Unite poi la carne arrostita, il prezzemolo e l’aglio. Lasciate insaporire e raffreddare. Versate poi il tutto in una terrina e unite anche il grana grattugiato, le uova, il pangrattato, gli amaretti, l’uvetta sminuzzata, il sale e il pepe. Amalgamate bene l’impasto. Se dovesse risultare troppo secco, ammorbiditelo con acqua o brodo.

Riprendete poi la pasta, stendete una sfoglia sottile poi ricavate dei dischetti di circa 6/8 cm di diametro. Mettete al centro di ognuno un cucchiaio di ripieno. Ripiegate in due premendo bene sui bordi. Mettete a cuocere i casoncelli in abbondante acqua salata, scolateli e conditeli con il burro fuso, il grana grattugiato e la pancetta.

COME ARRIVARE

In auto: raggiungere Bergamo percorrendo l’A4, poi imboccare la Strada provinciale della Val Seriana fino a Gromo.

DOVE MANGIARE

*Ristorante Posta al Castello, Piazza Dante 3, Gromo (BG), tel 0346/41002, www.postalcastello.it. Nella piazza centrale del borgo, propone in un ambiente accogliente piatti tipici del territorio, da non perdere quelli a base di funghi. Prezzo medio a persona alla carta € 35.

*Chalet Fernanda, Piazzale Papa Giovanni Paolo I, Spiazzi di Gromo (BG), tel 0346/47179, www.chalet-fernanda.it B&B con ristorante, pub e birreria nei pressi delle piste di risalita. Ottima cucina tradizionale con attenzione alla qualità delle materie prima, pasta fatta in casa.

DOVE DORMIRE

*Hotel Vittoria***, via Spiazzi 136, loc. Spiazzi di Gromo (BG), tel 0346/47180, www.vittoriahotel.it . Nelle vicinanze degli impianti di risalita, immerso nella natura, offre un ambiente familiare. Dispone di ristorante, pizzeria con forno a legna, bar, terrazza panoramica, area giochi e fitness. Doppia con colazione da € 40 a persona.

*Locanda del Cacciatore***, via Roma 9, Gromo (BG), tel 0346/41112, www.locandadelcacciatore.it Dispone di camere spaziose con bagno privato, wi fi gratuito. Inoltre sauna gratuita per gli ospiti. Ristorante con specialità della cucina bergamasca, selvaggina e pizza. Doppia con colazione da € 80.

INFO

www.gromo.eu