INTERVISTA A SABRINA TALARICO, PRESIDENTE DEL GIST, GRUPPO ITALIANO STAMPA TURISTICA
Di Raffaele d’Argenzio
Fra le interviste ai personaggi premium del turismo, non poteva mancare quella a Sabrina Talarico, che di turismo ha scritto tanto, che per turismo ha girato il mondo e oggi è presidente del GIST, quindi anche mia presidente. E dall’alto del suo ruolo riesce a vedere le cose con più distacco emotivo e chiarezza di prospettiva. Fra le mille cose che fa, è riuscita a trovare il tempo per rispondere alle nostre domande e nel frattempo accompagnare il marito dal dentista.
Il lockdown è stato un duro colpo per noi del mondo del turismo, e noi come pugili colpiti abbiamo piegato le ginocchia… dove possiamo trovare l’energia per rialzarci?
“Dobbiamo trovarla nella nostra resilienza, quindi nella capacità di modificare la nostra visione delle cose. Adeguarci ai cambiamenti, modificare l’offerta turistica, passare dalla brand reputation alla love reputation, parlando al cuore, facendo innamorare le persone attraverso la narrazione. In questo senso i giornalisti e la stampa turistica possono aiutare molto il rilancio turistico. A patto però che ci sia una concreta volontà, che oggi non vedo, di aiutare economicamente le imprese, con liquidità immediata, e l’editoria turistica”.
Chi ci può aiutare?
“Innanzitutto il Governo, con un’azione più concreta e veloce, che significa finanziamenti veri alle imprese. Le imprese sono al collasso, a giugno si è registrata una flessione dell’80% in un settore, quello turistico, che vale oltre il 13% del PIL. Non credo ci sia ancora la chiara percezione dell’importanza del turismo, che in Italia è sempre stato considerato industria di serie B. Comunque, un settore che non aveva bisogno di aiuto, perché viveva di rendita. Oggi non è più così. A dire il vero non lo è più da tempo, perché il posizionamento turistico dell’Italia è sceso negli anni, passando dal terzo, al quarto fino al quinto posto, sorpassati da Francia, Spagna e Cina. Una retrocessione avvenuta nel silenzio assoluto, senza che gli enti competenti facessero nulla per arrestare questo fenomeno. Poi sicuramente manca un coordinamento tra le regioni, per la promozione unitaria del Sistema Paese”.
Come far tornare i turisti a viaggiare, a scoprire o a riscoprire l’Italia?
“Con una grande campagna di promozione, che punti sulla sicurezza del nostro Paese, la capacità di garantire pulizia e igiene. Oltre che sulla bellezza e le nostre eccellenze: cultura, enogastronomia, montagne, laghi, mare, terme e città d’arte. Abbiamo la più grande concentrazione di siti patrimonio UNESCO, a pari della immensa Cina, un’offerta ricettiva diffusa su tutto il territorio e di livello medio-alto, forti tradizioni regionali, musei, 12 strade del vino riconosciute. La sicurezza e la garanzia dell’igiene erano considerati, già nel 2018, tra gli indici necessari per la competitività turistica, insieme alle risorse professionali utilizzate. Per il rilancio turistico è necessario che il territorio torni al centro dell’offerta. Non potremo mai più vendere un singolo prodotto, una singola camera, ma tutto il territorio e la sua autenticità”.
Secondo te che cosa cambierà?
“L’approccio alla vacanza. Le persone non cercheranno più destinazioni di massa e luoghi affollati, ma contesti nei quali ritrovare bellezza, autenticità, paesaggio, natura. Funzionerà sempre più il turismo all’aria aperta, attivo, consapevole, di scoperta. Quella che era già una tendenza, dopo il coronavirus è diventata realtà. L’epidemia ha creato consapevolezza anche dei consumi e dell’utilizzo del tempo.”
Su che cosa bisognerà puntare da questo autunno in poi?
“Promozione di destinazioni poco affollate, situazioni no-stress, ambienti sani, paesaggi incontaminati, pulizia, servizi efficienti e organizzati, territori ricchi di bellezza e gioia di vivere. Passare dalla brand reputation alla love reputation, significa agire sul lovemark, marketing legato al cuore e all’intimità. Un salto notevole, che dovrà riflettersi nell’offerta sia delle singole strutture che delle istituzioni preposte al marketing strategico”.
E per far tornare i turisti dall’estero?
“Promozione, promozione, promozione. La comunicazione deve essere integrata, quindi contare su tutti i canali di informazione attualmente disponibili: online, offline, social. oggi vince chi comunica di più e meglio, chi emerge dall’ordinario, chi lavora sui contenuti, chi sa narrare una storia. La narrazione della nostra offerta sarà importantissima e farà la differenza. Non solo per l’Italia, ma per tutto il mondo. Bisognerà “bucare” l’informazione, correre veloci, anche in sorpasso, anche contromano. Essere originali, resilienti, empatici”.
Cosa può fare la comunicazione, cosa il Gist di cui sei presidente?
“Moltissimo, perché i giornalisti di turismo sono i testimonial, per preparazione, esperienza e professionalità, dei luoghi e del loro racconto anche fotografico. Finora i giornalisti di turismo hanno lavorato soprattutto per l’estero perché, com’è stato detto, l’Italia era quasi autosufficiente. O pensava di esserlo. Più che di promozione, si parlava di contenimento degli ingressi e di città e musei a numero chiuso. Ora la situazione è totalmente cambiata, quindi sarà necessario il supporto e l’apporto di giornalisti competenti per il rilancio del turismo. È necessario però che l’editoria turistica sia sostenuta dal Governo e che gli editori attribuiscano nuovamente centralità all’informazione dedicata al turismo e tempo libero, che significa stile di vita e italianità”.
E ora una domanda personale. Secondo me ci sono dei luoghi “magici”, che sanno dare gioia, sensazioni di felicità. Tu hai provato questi attimi di felicità e dove?
“Certo, esistono. Chi ha viaggiato molto come me ne ha tanti -ho visitato 72 Paesi nel mondo- e la scelta è difficile. Tra i luoghi che mi hanno donato felicità ricordo l’isola di Miyajima, situata nella baia di Hiroshima, in Giappone. Un’isola-santuario, al cui ingresso si trova un torii ross, che con la bassa marea spunta dalla sabbia mentre con l’alta marea è quasi totalmente immerso nell’acqua. Su questa magica isola, dove girano liberi i cervi, si raggiunge il Monte Misen e si dorme nei ryokan, tipiche abitazioni giapponesi, il cui stile è rimasto immutato nel tempo. Si dorme sui futon appoggiati su tatami e si sorseggia il té, poi all’imbrunire o quando cala la notte si esce a fare una passeggiata in kimono, nel silenzio assoluto. Un mondo quasi medievale, un’atmosfera surreale, in cui ci si può immergere e ritrovare la pace interiore.
Un altro luogo magico è Mauritius, l’isola che mi ha ridato serenità in un momento difficile. Un’isola di una bellezza rara e selvaggia, nonostante il turismo. Sulla spiaggia, sotto l’imponente e incombente montagna Le Morne ho visto la bellezza pura”.
Eventuale domanda che non ti ho fatto ma che avresti voluto?
“Quando usciremo da questa crisi?” La risposta è: nel 2022, se saremo bravi nel riportare il turismo al centro delle priorità economiche e se sapremo attuare una strategia di marketing territoriale unitaria e forte.”
È anche la stampa, bellezza, che può far tanto…lo diceva anche Humphrey Bogart nel film “L’ ULTIMA MINACCIA”. O qualcosa di simile.
…leggi i 5 punti secondo Sabrina Talarico nella 2° pagina…