Weekend con gusto

Costa Agrigentina: bellezza, storia, natura, cultura e gusto si incontrano

image_pdfimage_print

Benvenuti nella Costa Agrigentina! Welcome to the Agrigento Coast!
La Costa Agrigentina è una delle mete siciliane meno frequentate dal turismo, eppure ci offre un magnifico itinerario dove storia, natura, cultura e gusto si incontrano.


Si estende da Menfi a Agrigento, in un susseguirsi di suggestive calette segrete e distese di sabbia chiarissima, mentre nel suo interno ci riserva tanti luoghi da visitare. Passerete dall’incanto delle sue spiagge a verdi colline, boschi, macchia mediterranea, oasi fluviali e lacustri. per scoprire uno straordinario patrimonio storico e culturale.


Prima tappa del nostro viaggio è Menfi, la cui fascia costiera si estende per circa 10 Km ed è caratterizzata da spiagge di ciottoli bianchissimi. Menfi è nota per le sue straordinarie ceramiche, l’olio ricavato dalle olive Nocellara e l’ importante viticoltura.


La cucina locale unisce i prodotti della tradizione a un’arte culinaria contadina, semplice e deliziosa. Ne sono testimoni le nonne ‘chef’ della ‘Brigata delle Signore di Menfi’  vere paladine nel tramandarsi quelle ricette antiche che rappresentano un patrimonio storico e artistico da difendere e diffondere.

Le allegre signore ‘chef’ di Menfi

Evviva le cuoche!
Questo piccolo esercito di signore menfitane sanno far rivivere i sapori della cucina storica del territorio, dalle busiate, pasta fresca che prende il nome dalla “busa”, il ferro da calza usato per prepararle, alle ruote di carretto, coreografiche cialde dolci ripiene di ricotta spolverate di zucchero a velo, inventate nientemeno che dalle locali monache di clausura fin dal 1500.

ruote di carretto

Prossima tappa Porto Palo, antico approdo dei Greci della vicina Selinunte e bersaglio cinquecentesco dei pirati, come lo rivela la Torre di avvistamento che difendeva la città. Il litorale ovest prosegue con una splendida scogliera dove si apre Cala Solette immersa in una ricca vegetazione.

Preparatevi a rimanere a bocca aperta!
Vi aspetta uno scenario di incomparabile bellezza: la Scala dei Turchi, imponente falesia bianca che si erge a picco sul mare lungo la costa del suggestivo borgo di Realmonte le cui spiagge Lido Rossello e Le Pergole vi accoglieranno con un mare turchese, cristallino e trasparente, perfetto per un’ indimenticabile nuotata e  per gli appassionati di immersione.

Raggiungiamo Porto Empedocle, dove svetta l’imponente torre Carlo V e dove ci aspetta la particolare bellezza della costa empedoclina con le ampie spiagge di Marinella e del Lido Azzurro.

il Castello di Porto Empedocle

E se curiosassimo nella casa natale di Luigi Pirandello?
La incontreremo nel nostro percorso, a Caos, contrada di campagna su un altopiano a strapiombo sul mare, punteggiato da ulivi e querce. Non aspettatevi un palazzo… la casa è una costruzione rurale di fine Settecento, in cui la famiglia Pirandello si era rifugiata nel 1867 per sfuggire alla grave epidemia di colera. Danneggiata nel 1944 dallo scoppio del vicino deposito di munizioni delle truppe americane, venne nel 1949 dichiarata monumento nazionale.  All’interno troverete una vasta collezione di fotografie, recensioni e onorificenze, prime edizioni di libri con dediche autografe, quadri d’autore e numerose locandine delle sue opere piu famose.

Borghi e storia

Santa Margherita Belice, nota per il Parco del Gattopardo che Tomasi di Lampedusa descrisse nel romanzo “Il Gattopardo”. Nel museo dedicato allo scittore sono esposte alcune delle sue lettere, appunti e foto, mentre  postazioni multimediali fanno rivivere i saggi critici e i film dedicati all’opera, le interviste a Claudia Cardinale e Alain Delon, indimenticabili interpreti del  capolavoro di Luchino Visconti.

Il Palazzo di Tomasi di Lampedusa

Eraclea Minoa, antica città greca risalente al IV sec. a.C. L’importante area archeologica offre un eccezionale panorama: da una parte l’arco azzurro del golfo e dall’altra le candide rocce di Capo Bianco a strapiombo sul mare.
Burgio, di origini saracene è un tuffo nella storia,  possiede infatti un grande patrimonio artistico, di cui fanno parte il Castello dei Peralta e dei Ventimiglia .
Sambuca, dai suggestivi quartieri, tra cui ‘li setti vaneddi’ (i sette vicoli arabi). che si dipartono dai resti dell’antico Castello di Zabut.

Sambuca

Montevago, meta privilegiata dal turismo termale. Terme dell’Acqua Pia è  un complesso ricettivo dotato di piscine alimentate dalle stesse acque termali, centro di idromassaggio naturale e di terapia estetica,
Siculiana, dalle pittoresche facciate multicolori.

Siculiana

Le sue spiagge sono considerate tra le più belle d’Italia, mentre la Riserva Naurale Torre Salsa preserva una delle aree più selvagge della costa, dove nidificano le tartarughe. Il mare offre una grande quantità di seppie, ingrediente principe della tradizionale minestra ‘i sicci’

Caltabellotta è un punto panoramico tra i più belli, dalla rupe si può godere di una vista spettacolare: la costa da Marsala fino a Agrigento. Forse per questo la Regina Sibilla scelse il Castello per essere al sicuro e godersi il belvedere,  purtroppo finchè Enrico VI di Svevia la scovo, la catturò e ne usurpò il potere.

Caltabellotta

Selinunte
Affascinate area archeologica, considerata la più grande d’Europa e lasciata intatta, dove perfino le colonne cadute a terra testimoniano mito, leggenda, storia, cultura. Sette templi, santuari, necropoli e le cave di Cusa, costruiti secondo un rigoroso ordine dorico, lo stile architettonico greco più antico.

Selinunte

Sciacca, ricca di opere d’arte e pregevoli architetture, rinomata per le sue benefiche sorgenti termali, le  ceramiche pregiate, le  spiagge, e il sontuoso Carnevale, uno fra i più antichi della Sicilia.

Un posto ideale per chi ama fare surf, canoa, andare in motoscafo, pesca subacquea e … gustarsi  il gelato più buono del mondo… tradizionalmente servito in brioches fresche. Hmmmm quello al pistacchio della Gelateria San Michele… e la granita ai  gelsi….


Cambiamo pagina e dopo la goduria del gelato, godiamoci la grandiosità della Valle dei Templi dove “Lo sguardo spazia sul grande clivo della città antica, tutto giardini e vigneti…verso l’estremità meridionale di questo altipiano verdeggiante e fiorito si vede elevarsi il Tempio della Concordia…”  Sono le parole stupite di Goethe a cui fanno eco i grandi scrittori che rimasero incantati da questo luogo: Guy de Maupassant, Dumas, Quasimodo, Pirandello…


Godetevi lo spettacolo e perchè no, un buon aperitivo vista templi al  Giardino della Kolymbethra, piccola oasi protetta dal FAI. Vi consigllio di prenotare i biglietti online, risalire la valle in navetta, per poi farla comodamente in discesa, con la luce giusta che, secondo me, è al tramonto.  Spettacolo!

Valle dei Templi

La cucina ‘giurgintana’ a tavola e ‘on the road’

Lo street food siciliano è una grande tradizione popolare a cominciare dall’ arancina,  polpettina di riso fritta e ripiena di ragù o di prosciutto e mozzarella o … di quello che pare al cuoco, mentre per le strade trionfano le panelle, pane farcito con frittelle di ceci aromatizzate al prezzemolo e… una mia passione, pani câ meusa, panino con la milza, che diventa “maritato” se sposa un’abbondante grattuggiata di caciocavallo.

Street food spettacolari: arancino al nero di seppia, panelle e la meuza

Ancora fame? Arriva la pasta!
Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Dalle sarde e finocchietto in sugo di zafferano con uvetta e pinoli, ai rigatoni con salsiccia o con i cavolfiori, pinoli e uva passa,  agli spaghetti alla “carrettiera”  oppure conditi con il pomodoro verde, ai ditalini con le fave e ricotta fresca, ai maccheroncini al pistacchio fino alla “pasta cu sparaceddu” con broccoletti e pecorino.


Trai classici, il taganu d’Aragona: tipica (e ricchisima)  pasta al forno e il mitico timballo, preparato con gli anellini, i cavatelli di pasta fresca alla giurgintana, conditi con salsa di pomodoro fresco, melanzane fritte, basilico, rigorosamente ricoperti di ricotta salata.

taganu d’Aragona

Carne.
Si va dalle ricche grigliate alla brace con le costolette d’agnello, di maiale e di vitello e l’immancabile gustosissima salsiccia condita con peperoncino, sesamo e finocchietto selvatico. E poi il coniglio “all’agru-duci” (agro-dolce) cotto in umido con sedano, olive cipolla, aglio e aromi, o il capretto al forno con patate e cipolle, o ancora gli involtini alla siciliana con mollica, formaggio, pinoli, uva passa


Se siete di stomaco fort , provate la “roba cotta”. Si tratta di un piatto unico formato da diverse pietanze come le interiora lessate di vitello e agnello condite con olio e limone. Generalmente una portata include la trippa, “u zirenu”, “u pedi di porcu” (il piede del maiale lessato) e “u sancunazzu” ( il sanguinaccio), preparato con il sangue di vitello cotto con abbondante pepe e numerosi aromi.


Pesce
A Sciacca, Porto Empedocle, Lampedusa o Licata trovere squisiti piatti di pesce, come le sogliole arrostite alla brace, cotte alla piastra o in zuppa, triglie di scoglio fritte o arrostite e sarde “beccafico” con mollica, aromi, pinoli e uva passa. Tutti piatti irresistibili!

Verdure

La tradizione contadina porta in tavola semplici piatti di verdure, generosamente condite da olio extra vergine e robuste spezie locali, Le melanzane “a quaglia”, nella classica caponata con sugo agrodolce con pomodoro, cipolle, olive, capperi, mentre il “civu” (cuore) del carciofo viene imbottito con prezzemolo, acciughe e pangrattato.

caponata
la caponata

Trionfano i pomodori “milinciani fritti”, e  le “chiappe”, (il pomodoro rosso essiccato al sole in estate e messo sott’olio) ed ancora, carciofini sott’olio, caponata di carciofi, caponata di melanzane, “olivi scacciati” (olive schiacciate e condite), oppure alla “passuluna” (olive nere al forno),

milinciani fritti

Con questa esplosione di verdure non possono mancare deliziose minestre casalinghe come  “u maccu” piatto originario del paese Raffadali, con pasta e  crema di fave e ancora le semplicissime ma gustose zuppe di cavoli e di lenticchie mentre la minestra di San Giuseppe è un vero tripudio di legumi: fave, fagioli, ceci, lenticchie aggiunte a verdure come sedano, carote, cipolle, cardi, bietole, finocchietto selvatico, spesso servita con un uovo e pane tostato, Che squisitezza!

Dolcezze , dolcezze dalla prima colazione a fine pasto…
Cassate, connoli, i mastazzola, biscotti ammorbiditi con vino cotto e pepe nero,  il tipico “cciarduni” farcito con crema di ricotta e ricoperto con le fantastiche mandorle “giurgintane”  che troviamo anche come ripieno di pastine secche, metre quelle “a cubaita” insaporiscono il torrone siciliano, i biscotti ricci e i frutti di marzapane.

Tante dolcezze innaffiate dall’eccezionale Zibibbo Dardinello dei vigneti Assuli a Bagli, un vino da dessert fresco e morbido al palato, con note di pesca e agrumi di Sicilia e l’ineguagliabile Passito Grillo, morbido, elegante e seducente, con una notevole sfumatura di fichi secchi e frutta candita.  Ogni loro vino si ispira a un personaggio dell’Orlando Furioso tanto cari ai pupi siciliani .

Anche i vini raccontano la storie dei personaggi dell’Orlando Furioso come Donna Angelica

… e per un calice di vino “Made in Sicily”?
Risposta ovvia: Mandrarossa, eccellenza vinicola siciliana con i suoi vini nati nel “Menfishire”, il territorio di Menfi e nelle 2 contrade scelte, per una produzione che va dai vini classici a un’ intensa varietà di vini nuovi, alcuni dei quali unici per il panorama siciliano.

Si passa dal classico e popolare Grillo, il bianco per eccellenza, al Grecanico Dorato, dall’intenso profumo di zagara, limoni e cedri fino a chiccherie come il Chenin Blanc Brut ottenuto con metodo Charmat da uve di Chenin Blanc che, con la sua freschezza, esalta tutti i momenti di festa e convivialità e sorprese…


In una terra battagliera, ricca di creatività e spirito d’avventura,  non potevano mancare le sfide… anche tra i vini.
Il top brand della menfitana Cantine Settesoli ci riserva una vera novità: Larcéra, il Vermentino Terre Siciliane Igt Bio,  nuova etichetta per di un’ uva tipica della Toscana, la Sardegna o la Liguria, che Mandrarossa ha iniziato a produrre introducendo un’inedita espressione della vitivinicoltura siciliana., Un dal colore giallo paglierino. fresco, avvolgente e morbido dai sentori agrumati e floreali, con un finale lungo e persistente, invita a sperimentare nuovi abbinamenti.

E chi ha detto che il Müller Thurgau  deve provenire solo dal Trentino? La Casa Vinicola Fazio in provincia di Trapani ne ha lanciato la sua versione ‘sicula’ per un vino fresco, leggero, minerale e vivace, dalle note di pesca tabacchiera, melone, fiori di ciliegio e gelsomino

un insolito Muller Targau siciliano

Evviva il vino ‘made in Sicily’ a cui Menfi dedica una delle più importanti iniziative enologiche e culturali d’Italia: Inycon – Mostra dell’artigianato e Festa del Vino, mentre la Strada del Vino Terre Sicane, nata dall’unione di soggetti pubblici e privati presenti sul territorio per la valorizzazione dei prodotti enogastronomici della zona.
Brindiamo!