CON L’INEDITA LAMBORGHINI URUS DA TAORMINA ALL’ETNA [Primo giorno]

Luoghi dal fascino con risvolti mitologici, da gustare con la nuova versione di una Supersuv che esplode tuoni degni del dio Vulcano

di NICOLA D. BONETTI – FOTOGRAFIE WOLFANGO

Urus è l’anima selvaggia del Toro, evocativo emblema di Automobili Lamborghini. Non si può definire (solo) suv: il costruttore la considera supersuv. Potentissima e distintiva, desiderata e ambita al punto da conquistare in buona parte nuovi clienti, non solo già possessori che affiancano alle sportivissime Huracán e Aventador una vettura che conserva identità, concetto e prestazioni del marchio, aggiungendo spazio e comodità.

Con rinnovata gamma che comprende le Pearl Capsule come quella scelta per un Weekend Premium capace di coinvolgere tutti i sensi, anche fuoristrada.

Supersuv Borealis

L’esemplare che guidiamo è quasi inedito: color Arancio Borealis, una delle tre versioni possibili nella collezione speciale Pearl Capsule, appena presentata, dove la cromaticità prevale. Declinata in tinte forti che esaltano immagine e temperamento di Urus. Tris di colori perlati con Giallo Inti e Verde Mantis, realizzati con vernice a quattro strati e abbinati al nero lucido di tetto, al diffusore posteriore, al labbro dello spoiler e ad altri dettagli. I terminali di scarico sportivi in grigio opaco sono solitamente uniti ai cerchi da 23″, qui sostituiti dai 21” per l’uso fuoristrada. Colore che continua con le finiture interne in combinazione bicromatica, aggiuntiva agli elementi in fibra di carbonio e alluminio nero anodizzato. Arricchendo la sportività e le doti che la rendono pronta a inerpicarsi sulle pendici dell’Etna, scatenandosi anche fuoristrada, con tocchi di colori ancor più da Lamborghini, fuori e dentro.

La belva

Urus è stata presentata nel 2017 e introdotta l’anno successivo: è sempre fresca, a conferma di come le linee del Toro reggano un ciclo-vita più lungo, senza necessità di restyling, arrivando a sfidare anche il decennio. Come pure per la meccanica, progettata per le normative a lungo termine. L’aggressività del design di Urus è senza tempo: aggressivo e dinamico, è talmente distintivo da essere sempre attuale e pronto a diventare un classico.

Fattore dimostrato dalla richiesta: oggi i clienti aspettano sette mesi prima di entrare in possesso dell’agognato esemplare. E poterne assaporare i contenuti: dinamica di guida, tecnologia, artigianalità e qualità, tutti a livelli elevatissimi, con effetto duraturo. Però, per chi volesse l’ultima versione, ci sono le tre Pearl Capsule da scegliere secondo quanto ci si voglia far notare. Anche se, con qualsiasi Lamborghini è difficile passare inosservati.

La Sicilia orientale

Giusto per ripassare la geografia, restiamo nella parte settentrionale dell’isola, lungo la costa ionica. Dall’aeroporto di Catania ci dirigiamo verso Nord, con il consueto dilemma se convenga più l’autostrada, trafficatissima e attualmente con restringimenti di carreggiata per lavori che generano code infinite, oppure passare per la costa. Scegliamo questa, che passa talmente vicina al centro che non resistiamo a un fugace passaggio in centro, ammirando come sempre le opere barocche realizzate con pietra lavica. Il fascino della “Città nera” è unico: riguarda la maggior parte degli edifici storici, e naturalmente i monumenti come la Piazza del Duomo, la Cattedrale di Sant’Agata e l’Elefante di Pietra, simbolo della città.

Non solo fuori

Guidando una Lamborghini, le meraviglie non sono solo all’esterno: l’abitacolo comodo e spazioso, richiama un aereo da caccia, nel quale l’essenzialità delle funzioni si riflette sulle forme. Le 32 regolazioni del sedile sono da gestire con il display centrale.

Quelle della dinamica di guida sono più complesse: il comando rotante a sinistra in basso sul tunnel centrale si chiama Anima. Dal quale si possono selezionare Strada, Sport, Corsa, Sabbia, Terra e Neve. Mentre a destra si chiama Ego: personalizza la configurazione secondo le preferenze. Ma si può anche lasciare che sia Urus a gestire il tutto: possiamo fidarci.

Lungo la costa

Uscendo dall’antica “Aci Catena” non resistiamo a un salto nella baia di Ognina, sempre da godere, amata dai catanesi e non così nota a tutti i turisti. Procedendo poi per Aci Castello, Aci Trezza, Capo Mulini, quindi Santa Caterina e Acireale. Poi la strada (non la Statale 114, ma la Provinciale 2), si stacca dal mare, per ritornarvi con la deviazione lungo la SP 173 a Torre Archirafi che costeggia di nuovo lo Ionio. Dopo Riposto, avanti sul Lungomare Cottone, quindi un tratto interno per rivedere le acque a Giardini Naxos, con tappa prima al Museo a all’area archeologica. La Statale 114, Orientale Sicula, torna sul mare per darci il gusto di scorgere Taormina, dominante dall’alto del Monte Tauro (nome che non pensiamo sia casuale, visto il Toro sul frontale di Urus), sulle piccole baie, tra Capotaormina, Isolabella, Mazzarò e Baia della Sirene, la nostra meta.

Arrivo al relax

La Baia delle Sirene è un angolo spettacolare, ai piedi di Taormina. Il Grand Hotel Atlantis Bay è un classico dove si torna sempre volentieri. Posizione eccellente, tutte le camere con vista mare e terrazza (alcune più grandi), l’accesso diretto all’acqua, la cura dei dettagli. Ottimo ambiente, meglio da apprezzare fuori stagione, con l’intera struttura quasi solo a nostra disposizione.

Taormina Voi Hotels Atlantis Bay

Servizi ridondanti, completati dall’accoglienza del Ristorante Ippocampo, con menu raffinato, buona scelta di vini, personale professionale e cordiale: cucina ricercata con materie prime di qualità e veri sapori secondo le tradizioni siciliane, per un’esperienza gourmet in una località unica, anche spaziando verso interpretazioni creative.

Notevole il bar Dioniso, con scelta e consigli di elevato profilo, come un Gin dell’Etna per concludere la serata prima di ritirarsi sulla terrazza privata, fumando un sigaro con il solo rumore del mare.

Grand Hotel Atlantis Bay Taormina

Via Nazionale 161, 98030 Taormina (ME) – Tel. +39.(0)942.618.011

vretreats.com/atlantis-bay/

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