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Con la Opel Grandland Hybrid4 alla scoperta delle meraviglie del Parco del Matese.

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Alla scoperta di laghi meravigliosi

Al volante della Grandland Hybrid Plug-in partiamo alla scoperta dei laghi che caratterizzano il Parco del Matese, tra cui spicca senza ombra di dubbio il Lago Matese, che sorge a mille metri di altezza ed è il più alto lago carsico d’Italia. Inoltre, nel territorio si trovano anche il Lago Gallo e il Letino. In questo ambiente incontaminato vive una straordinaria biodiversità.

In off-road sfruttando la modalità 100% elettrica

Per scorgere il lago e le sue meraviglie ci addentriamo lungo sentieri impervi e non asfaltati, ma al volante della nostra Opel non abbiamo paura di nulla. Il merito va alla modalità trazione integrale che utilizza solo i suoi due motori elettrici. Che non sono solo silenziosi ma anche molto efficienti, dato che il SUV tedesco non ha bisogno di un pesante albero di trasmissione. In questo modo non vengono emessi inquinanti nell’aria e si rispetta a pieno la natura, senza però rinunciare ad una guida ottimale in off road. L’elevata coppia dei motori elettrici è disponibile fin dalla prima pressione dell’acceleratore e assicura una trazione ottimale sulle superfici non asfaltate.

Una fauna incredibile

Con un po’ di fortuna è possibile avvistare l’airone cenerino, mentre a quote maggiori si erge il falco pellegrino, il nibbio reale e il lanario. Nelle acque cristalline dei laghi vino la trota e il triotto, mentre lungo le rive crescono giunchi e canneti.

Opel Grandland Hybrid4 Plug-in: cuore elettrificato e generoso

La Opel Grandland X Hybrid4 regala alla guida tantissime soddisfazioni, grazie all’uso di un’unità turbo benzina 1.6 litri e due motori elettrici che assicurano una potenza di sistema di 221 kW (300 CV). Il motore a combustione interna quattro cilindri da 147 kW (200 CV) è stato progettato specificamente per rispondere alle necessità di questa applicazione ibrida. La vettura è anche molto veloce, infatti promette di raggiungere una punta di 235 km/h, secondo i dati dichiarati dal Costruttore.

L’unità elettrica è invece composta da due motori, uno anteriore e uno posteriore. La potenza del motore elettrico anteriore corrisponde a 81 kW (110 CV) mentre quella dell’unità posteriore è di 83 kW (113 CV). Il motore elettrico anteriore trasferisce la potenza alle ruote anteriori attraverso la trasmissione automatica elettrica a otto rapporti. Il secondo motore elettrico e il differenziale sono integrati nell’asse posteriore. Questa seconda unità elettrica rende la vettura a trazione integrale permanente, con la garanzia di avere sempre la trazione ottimale su qualsiasi terreno. Con questo veicolo ibrido plug-in si possono percorrere fino a 59 chilometri in modalità puramente elettrica.

La batteria da 13,2 kWh può essere ricaricata ad una tradizionale presa domestica, impiegando circa 7 ore per una carica completa, mentre ci vogliono circa 2 ore se si utilizza una colonnina di ricarica rapida o una wallbox dedicata da installare a casa.

Tante cose da scoprire

Nel corso dei secoli, le acque infiltrate nel calcare delle montagne hanno formato poi le affascinanti grotte, come le Grotte di Lete, con le cascate della galleria superiore, le stalattiti e le stalagmiti che disegnano un ambiente unico. Nell’area di Gallo Matese si trovano affascinanti doline, mentre forme naturali bizzarre si possono ammirare a Campo dell’Arco e ai piedi del Monte Miletto. Ispirano all’avventura e stimolano lo spirito di scoperta le valli fluviali e i canyon come la Forra dell’Inferno, la Gola di Caccaviola, la Forra di Lavelle e il grande canyon di Pesce Rosso.

La fascia pedemontana del parco è ricca di boschi di cerro, farnia e roverella, habitat ideale di volpi e cinghiali. Tra i più c’è il Bosco degli Zappini di Fontegreca, che si estende per oltre settanta ettari. Gli amanti del birdwatching possono invece avventurarsi con il loro obiettivo nell’Oasi Naturalistica delle Mortine, per immortalare il martin pescatore, l’airone e diverse specie di anatre e oche.

Non solo natura: il fascino dei borghi

 

Alla bellezza del paesaggio naturale si aggiunge quella nata dalla storia dell’umanità. Qui, infatti, nel V secolo d.C arrivarono prima i Vandali e i Goti, poi i Longobardi che costruirono diversi castelli e hanno lasciato diverse testimonianze anche nelle grotte, molte delle quali, come quella di Curti, di Gioia Sannitica, quelle di Raviscanina e di Faicchio sono ornate con altari e affreschi riconducibili al culto di San Michele Arcangelo.

 

Con l’arrivo dei Saraceni le popolazioni si spostano sui rilievi, dove nascono centri e persino monasteri fortificati, come Castello e San Gregorio Matese, Prata Sannitica, Pratella, Ciorlano e Piedimonte Matese, dove ancora oggi si rivivono le atmosfere del Medioevo. Le dominazioni normanne, sveve e angioine hanno poi disseminato la Valle del Volturno di castelli e borghi, come Gioia Sannitica e Castello Matese, una delle porte di ingresso al Parco, che sorge in posizione panoramica sulla vallata.

Da vedere anche Faicchio, con il suo maschio in centro storico, e Prata Sannita, per passeggiare tra vicoli, case arroccate e l’imponente castello. Ad Aliano, poi, si trova una bella rocca cinquecentesca, mentre tra i centri medievali meglio conservati c’è quello di Cusano Mutri, tutto in pietra calcarea.

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