La nostra ricerca dell’autenticità ci ha portato sui colli piacentini, un angolo d’Italia che racchiude storia, cultura, sapori e tradizioni capaci di resistere non solo agli anni, ma ai secoli. In un mondo in cui tutto sembra piegarsi alle mode, alle fusioni e alla sofisticazione, i colli piacentini rappresentano una boccata d’aria pura.
Dopo la tappa in Liguria, del nostro WEEKEND PREMIUM IN TOUR a Recco, una delle tappe del nostro percorso alla ricerca dell’autenticità sarà anche visitare questi colli dove si producono eccellenze, dove il microclima è perfetto per la stagionatura di coppe, salami e pancette, che sono protetti da un disciplinare del Consorzio, che ne sorveglia l’autenticità. Qui castelli, eccellenze del gusto e santi viaggiatori convivono in una celebrazione dell’autentica identità del territorio.
Siamo pronti a partire con la nostra compagna di viaggio: una Renault Scenic elettrica, perfetta per questo weekend all’insegna della scoperta. Con la sua ampia autonomia, il comfort dei sedili e un bagagliaio spazioso, è l’ideale per affrontare un percorso tra le colline emiliane senza la tipica ansia da rifornimento. Da Milano, imbocchiamo l’autostrada A1 e usciamo a Casalpusterlengo per seguire un percorso meno battuto, che ci porta fino alla Val Tidone.
Tra castelli e santi viaggiatori
Raggiungiamo il Castello di Agazzano, che unisce lo stile di una roccaforte difensiva con il lusso di una residenza rinascimentale. Passeggiare per i suoi cortili significa compiere un salto indietro nel tempo, tra le epoche dei grandi signori del passato e il lento scorrere della vita di campagna. Viaggiare sui colli piacentini non significa solo riempire gli occhi di bellezza, ma anche concedersi qualche peccato di gola. Le specialità gastronomiche di questa terra sono celebri in tutta Italia, e i salumi piacentini sono veri protagonisti. La nostra prima tappa è Stra, in Val Tidone, per visitare l’azienda salumi Grossetti, dove ci accolgono Antonio Grossetti, presidente del Consorzio Salumi Dop Piacentini e il figlio che prosegue la tradizione di famiglia, e insieme garantiscono l’autenticità della produzione di tutti i soci, e qui ci mostrano come si realizzano le eccellenze piacentine. Qui, nel salumificio Grossetti, scopriamo i segreti della pancetta, della coppa e del salame piacentino, prodotti rigorosamente a mano con l’aggiunta di solo sale e aromi naturali, senza conservanti. La pancetta e la famosa coppa vengono preparate secondo antiche tecniche di salatura e massaggio delle carni, seguite da una lenta stagionatura nei locali ventilati, che permette ai sapori di svilupparsi in modo unico e autentico.
Dopo la visita all’azienda salumi Grossetti, proseguiamo verso l’Agriturismo Casa Galli per il pranzo, dove degustiamo nuovamente i salumi tipici della zona e i primi più caratteristici del piacentino: i pisarei e fasö, e i tortelli, dopo aver scoperto come questi ultimi sono realizzati, rigorosamente a mano. Successivamente, riprendiamo il viaggio verso Bobbio, passando dal passo della Caldarola, con una sosta intermedia all’azienda Vitivinicola La Torretta, situata a Sala Mandelli, specializzata nella produzione dei vini tipici del piacentino: Malvasia, Gutturnio e Ortrugo. È una delle aziende locali specializzate nella produzione di vini frizzanti, ideali per essere abbinati ai salumi. E qui scopriamo le origini del nome Ortrugo: in passato quel vitigno non era classificato, veniva chiamato in dialetto con un nome che può essere tradotto in “altra uva”. Solo negli anni Settanta è stato scoperto e trasformato in un vino bianco frizzante perfetto per accompagnare i salumi classici.
Tra i saliscendi delle colline la nostra Scenic sorprende per la guida rilassata e piacevole. Ci permette di affrontare curve e tornanti in totale relax, con la certezza di avere sempre un’erogazione dolce e senza strappi. E la possibilità di regolare l’intensità del sistema di rigenerazione dell’energia ci consente di affrontare le discese senza mai toccare i freni, con il vantaggio di veder aumentare progressivamente l’autonomia. Anche se in realtà i circa 500 km percorribili con una ricarica cancellano l’ansia da ricarica che molte auto elettriche generano. Il nostro itinerario è infatti teoricamente percorribile senza collegarsi a una colonnina di ricarica per chi parte da Milano. Il tramonto al passo della Caldarola ci regala uno spettacolo indimenticabile. Per un attimo ci sembra di toccare il cielo, e di… sentir poesia.
Per cena arriviamo a Bobbio, il cuore spirituale dei colli piacentini, dove all’Albergo Nobile ci aspetta uno dei migliori ristoranti della zona. Dopo cena, pernottiamo presso lo stesso hotel per riposarci e prepararci per il giorno seguente. Qui assaggiamo una specialità da non perdere: i maccheroni realizzati a mano, utilizzando i ferri da calza, conditi con un sugo di stracotto, cucinato a fuoco basso per ben 4 giorni. Un’esperienza da non perdere. Bobbio è famoso non solo per la sua splendida abbazia, ma anche per San Colombano, il monaco irlandese che nel VII secolo attraversò l’Europa per arrivare qui e fondare uno dei centri religiosi più importanti dell’epoca. Ogni anno, il 23 novembre, Bobbio si anima per celebrare il suo santo protettore, attirando pellegrini e visitatori da ogni dove. Passeggiando per le stradine del borgo, ci imbattiamo nell’Abbazia di San Colombano, imponente nella sua semplicità, e nel famoso Ponte Gobbo, noto anche come Ponte del Diavolo, con le sue arcate irregolari che sembrano quasi sospese nel tempo.
L’Abbazia di San Colombano
L’Abbazia di San Colombano è un luogo di pace e di spiritualità, fondata dal santo irlandese San Colombano nel 614. L’abbazia conserva ancora oggi una suggestiva atmosfera che richiama pellegrini e turisti. La chiesa, con la sua navata solenne e gli affreschi che raccontano la vita del santo, è un esempio di architettura medievale che ha mantenuto intatta la sua sacralità. Accanto all’abbazia si trovano il museo e la cripta, dove riposano le reliquie di San Colombano, una tappa imprescindibile per chiunque desideri immergersi nella storia di questo luogo mistico.
Ponte Gobbo e la leggenda del diavolo
Il Ponte Gobbo, conosciuto anche come Ponte del diavolo, è uno dei simboli di Bobbio. Questo ponte medievale, con le sue undici arcate irregolari, si erge sul fiume Trebbia creando un panorama davvero pittoresco. La leggenda narra che il ponte sia stato costruito in una sola notte grazie all’aiuto del diavolo, che in cambio avrebbe preteso l’anima del primo che lo avesse attraversato. San Colombano accettò il patto, ma ingannò il diavolo facendo attraversare il ponte a un cane. Così, il ponte rimase un’opera straordinaria, ma il diavolo fu sconfitto, lasciando ai posteri questa magnifica costruzione carica di mistero e fascino.
Il centro di Bobbio: shopping e tradizione
Il centro di Bobbio è un luogo che sorprende per la sua vivacità e il suo carattere autentico. Lungo la via principale, troviamo una combinazione perfetta di tradizione e modernità: le botteghe artigiane, dove è possibile acquistare prodotti tipici come salumi, formaggi e miele, si affiancano a eleganti negozi alla moda che attirano molti visitatori, inclusi numerosi milanesi in cerca di un’esperienza fuori porta. La via dello shopping è un susseguirsi di vetrine che raccontano storie di antiche tradizioni e nuove tendenze, offrendo un’esperienza unica tra l’artigianato locale e la raffinatezza delle boutique.
Il nostro viaggio sui colli piacentini termina con una tappa finale al borgo di Rivalta Trebbia, un piccolo gioiello che si sviluppa intorno al Castello di Rivalta. Questo borgo pittoresco è caratterizzato da strette vie acciottolate, case in pietra e un’atmosfera d’altri tempi che invita a rallentare e godersi ogni dettaglio. Passeggiando per le sue stradine, si percepisce l’autenticità di un luogo che ha saputo preservare il suo spirito originale, lontano dal caos e dalla frenesia del mondo moderno. Il castello domina il borgo con la sua maestosità, ma sono le piccole cose a fare la differenza: le botteghe artigiane, i ristorantini che offrono piatti della tradizione e la calorosa accoglienza degli abitanti. È un’antica fortezza affacciata sulla valle del Trebbia, con i suoi torrioni e il suo elegante giardino, il castello è un esempio perfetto di residenza nobiliare che ancora oggi conserva tutto il suo fascino medievale.
Concludiamo il nostro viaggio sui colli piacentini con la consapevolezza di aver scoperto una terra che ha molto da offrire: castelli che raccontano storie di nobili e cavalieri, borghi in cui il tempo sembra essersi fermato, e sapori che parlano di passione e autenticità. Un viaggio che non è solo un itinerario turistico, ma un vero e proprio tuffo nell’identità più genuina dell’Italia. Lasciamo a malincuore questi colli magici e prendiamo l’autostrada, ma pensiamo già alla prossima tappa del nostro WEEKEND PREMIUM IN TOUR. Arrivederci al prossimo weekend.
Ogni viaggio può diventare poesia
Non tutti la cercano, non tutti la trovano.
La nostra vita, come corsa per viaggiare di più,
correre di più,
fotografare di più,
tutto di più, non ci permette di fermarci…
ma in una sera d’autunno può capitare che,
guidando fra questi colli come fra onde di un mare che la natura ha colorato
e in cui l’auto sembra quasi danzare scivolando su queste curve solitarie,
ad un tratto vedi una luce
e ti vien voglia di fermarti,
devi fermarti.
Tu, al Passo della Caldarola
e quella luce che arriva da un cielo vicino,
come una carezza che illumina questi colli
come onde di un mare di poesia.
Un attimo,
un lungo attimo
in cui ti manca il respiro e ti sembra di volare,
in cui non hai sete,
non hai fame, né freddo
né caldo,
in cui senti d’averla trovata,
la poesia.
Raffaele d’Argenzio