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Colli Euganei: strade del fuoco, dell’acqua e del vino

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Di Raffaele d’Argenzio

Strani ed affascinanti, i Colli Euganei sbocciano nella pianura padana, appena sotto Padova, e sono attraversati dalle strade di fuoco dei vulcani che li hanno creati, dalle strade d’acqua dei canali e da quelle del vino che ne ricamano i pendii con i loro vigneti. Ricordano il Petrarca e le giuggiole, castelli e collezioni d’armi, terme e geotermia, ma anche ricette locali e vini… vulcanici.

Usciamo al casello Padova Ovest della lunga striscia grigia dell’A4 e puntiamo su Abano Terme. Il navigatore ci porta a Via Monte Ricco 1: è qui che ci accoglie l’Hotel Abano Ritz, con il suo stile da Grand Hotel di una volta, fatto di arredi eleganti, terme rilassanti, saloni spaziosi e il sorriso deciso di Madame Ida, discendente della famiglia che lo ha fondato.

Un bagno in piscina, un massaggio, una visita alle vasche con il miracoloso fango che nasce dal calore delle profondità vulcaniche dei colli: qui tutto richiama alla bellezza che può nascere dal sottosuolo. E come si dice? È proprio dal fango che nascono i fiori più belli.

Poi è tempo di uscire a esplorare il territorio. I Colli Euganei, sorti dolcemente nella pianura padana, offrono i benefici della roccia vulcanica senza mai essere esplosi, come a voler emergere con discrezione e generosità.

La sera ci trova al Taparo, trattoria elegante a Torreglia. Il risotto alle erbette selvatiche e le molteplici varianti di baccalà – incluso un mantecato squisito – ci conquistano. Rimane solo la promessa di Nicola: la ricetta del “piccione torresano”, quello che un tempo nidificava tra i merli delle torri.


Arquà Petrarca, poesia e giuggiole

Tra i borghi più belli d’Italia, Arquà Petrarca è un luogo che sembra uscito da una poesia. Fu proprio qui che Francesco Petrarca venne a rilassarsi su invito dei Carraresi, signori di Padova. Vi si trovò talmente bene da ristrutturare la casa ricevuta in dono e viverci fino alla morte, nel 1374. Ancora oggi si possono ammirare la sua sedia, la libreria, e gli affreschi che raccontano le sue opere. E il panorama, meravigliosamente intatto.

Ma oltre alla poesia, qui regna la giuggiola, piccolo frutto arbustivo dal sapore antico. L’espressione “andare in brodo di giuggiole” deriva da un’antica bevanda fermentata che dava allegria persino ai contadini più poveri. Oggi troviamo liquori, marmellate e giuggiole sotto spirito… impossibile resistere.


Valsanzibio, Villa Barbarigo

Un altro luogo imperdibile è Valsanzibio, raggiungibile nel Seicento solo in barca attraverso la valle da pesca di Santo Eusebio. Il giardino monumentale fu voluto dal nobile veneziano Barbarigo e completato dal figlio Gregorio, poi vescovo e santo. Il percorso allegorico del giardino guida il visitatore dall’errore alla verità. C’è un labirinto di bosso, l’isola dei conigli, siepi alte cinque metri e alberi provenienti da ogni parte del mondo. La villa è secondaria, ma il giardino è un capolavoro da esplorare con attenzione.


Villa Beatrice d’Este, Monte Gemola

Sulla cima del monte Gemola si trova la villa-convento dove la principessa Beatrice d’Este si ritirò come monaca benedettina, fondando una comunità di clausura. Oggi è sede del museo naturalistico del territorio (conviene telefonare per verificarne l’apertura). Il paesaggio, le pietre vulcaniche e i vigneti raccontano le Strade del Vino, nate dalle Strade di Fuoco dei vulcani.


Monselice: il castello, la villa e le sette chiese

Monselice, borgo attraversato dal canale Bisatto, stupisce con il Castello Cini, Villa Duodo e il Santuario delle Sette Chiese. Quest’ultimo è uno dei pochi santuari a poter concedere indulgenze paragonabili a quelle delle sette basiliche maggiori di Roma, grazie a un privilegio ottenuto nel 1605 dalla famiglia Duodo. Villa Duodo fu progettata da Vincenzo Scamozzi, allievo del Palladio, ma il cuore del borgo resta il Castello Cini, ricco di mobili d’epoca e con la più grande collezione d’armi d’Italia.


Fine del primo giorno

Il nostro viaggio sulle strade del fuoco, dell’acqua e del vino dei Colli Euganei continua. E le meraviglie non sono ancora finite…

 

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