WEEKEND & TRAVEL

Cinque weekend per girare il mondo senza uscire dall’Italia – 3° puntata

image_pdfimage_print

Ne abbiamo trovati altri, altri luoghi in Italia che assomigliano ad altri sparsi per il mondo, per godere della bellezza dei quali non occorre prendere un aereo, ideali per un weekend o una gita fuori porta quando potremo tornare a viaggiare.

1. Foliage come in Nord America

Difficile scegliere una sola località quando si parla di foliage, il fenomeno di straordinaria bellezza che si ripete ogni autunno e dona ai paesaggi delle nostre montagne, e non solo, colori dalle sfumature straordinarie, che sembrano uscite dalla tavolozza del pittore. Vi segnaleremo, quindi, i luoghi più belli dove ammirare lo spettacolo delle foglie d’autunno, senza bisogno di “volare” in Nord America.

Foliage in Val di Sole in Trentino

Partendo da Nord, la Val di Non, nella parte più occidentale del Trentino, è uno dei luoghi più belli per ammirare i colori delle foglie in autunno. Una combinazione magica, data dalla fusione delle foglie rosse e gialle di vigneti e meleti (famosissime le mele della Val di Non) con quelle dei fitti boschi che circondano le acque cristalline del lago di Tovel.

I meravigliosi colori della Val di Non in autunno

Foliage da brividi anche negli splendidi boschi della Valle d’Aosta, nella zona poco sopra a Courmayeur, alle pendici del Monte Bianco, e a Courtil, a pochi chilometri da Bard e dal suo castello dove il rosso delle foglie dei faggi contrasta con il verde delle conifere.

Foliage a Courmayeur

In Piemonte, sulle Alpi biellesi, si trova invece la spettacolare Oasi Zegna , un’area di circa 100 kmq voluta dall’imprenditore Ermenegildo Zegna, che mise a dimora più di 500 mila conifere, centinaia di rododendri e altre specie arboree. Percorrendo la Strada Panoramica che attraversa la Valle Cervo e arriva all’Oasi si ammirano paesaggi autunnali di rara bellezza.

Scendendo sull’Appennino Tosco Emiliano, le colline tra Piacenza e Bobbio regala panorami autunnali mozzafiato, grazie ai vigneti che sembrano prendere fuoco. Scendendo verso l’Abetone, in provincia di Pistoia, ci si immerge in boschi dai caldi colori giallo e arancio.

Andiamo poi a Sud, dove ad accendersi con i colori del foliage è la Foresta umbra, gioiello del Parco Nazionale del Gargano , in provincia di Foggia. Aceri, querce, faggi secolari e conifere regalano scorci che non hanno nulla da invidiare alle immense foreste canadesi e nord americane.

Gli splendidi boschi della Foresta Umbra

Infine, anche il Parco Nazionale della Sila, in Calabria, con i suoi splendidi boschi di faggi dalle foglie rosse e gialli sono l’ideale per ammirare il fenomeno del foliage, magari organizzando un’escursione guidata.

I coloratissimi boschi autunnali nel Parco della Sila

All’estero, invece, i paesi più belli dove ammirare il foliage sono il Canada e gli Stati Uniti. Per quanto riguarda il Canada, che ha nella sua bandiera proprio ina foglia di acero, nella provincia dell’Ontario e in particolare a Toronto, sono tutti pazzi per il foliage! I luoghi più belli dove poter osservare il fenomeno dono l’, ben 7725 kmq di foreste, laghi e fiumi, da ammirare a piedi o in canoa.

L’Algonquin Park in Ontario

Foliage da film anche nella provincia del Quebec dove pressoché ovunque si può ammirare lo spettacolo delle foglie cangianti, magari gustando un dolcissimo sciroppo d’acero. Le zone più belle sono quelle di Quebec City e del Parc National Jacques Cartier, dove si trovano aceri, abeti neri, betulle e conifere che regalano al paesaggio un caleidoscopio di colori.

Il Parc National Jacqu Cartier in Quebec

Paesaggi mozzafiato anche lungo la Niagara Parkway la strada che segue il corso del fiume Niagara, spartiacque del confine tra Canada e Stati Uniti, soprattutto nel tratto da Queenston e Niagara-on-the-Lake.

Lo spettacolo del foliage alle Cascate del Niagara

Negli Stati Uniti, invece, gli stati più belli dove ammirare i colori d’autunno sono il New England, il Maine, il New Hampshire, il Massachussets, il Vermont, il Connecticut e Rhode Island. Splendida la zona di Boston oppure si può percorrere la Kancamagus Scenic Byway, una strada panoramica di 43 chilometri che dalle White Mountains, in New Hampshire, porta fino al Vermont e attraversa foreste meravigliose.

Foliage nelle foreste del New England

2. In Maremma come nella pampa Argentina

I Butteri della Maremma toscana e laziale sono ancora oggi considerati i migliori domatori di cavalli selvaggi in tutta Italia. La loro origine è antichissima e risalirebbe addirittura all’epoca degli Etruschi. La figura del buttero, cioè “pungolatore di buoi” ha poi attraversato i secoli, fino a giungere a noi, anche se sotto forma di spettacolo tradizionale.

Uno dei luoghi dove poter ammirare i butteri all’opera, oggi, è l’Azienda Regionale Agricola di Alberese, che sorge nel cuore della Maremma Toscana, a sud di Grosseto. È una delle più grandi aziende biologiche d’Europa e raggruppa alcune delle aziende di proprietà della Regione Toscana. La presenza di grandi spazi e di animali allo stato brado rende indispensabile la figura del buttero, tutelata dalla Regione tra i mestieri a rischio scomparsa.

Nell’azienda lavorano quattro butteri che hanno il compito di controllare le mandrie, conoscono gli animali uno per uno, possono trasferirne centinaia da un luogo all’altro e si occupano anche dei cavalli, delle stalle, dei recinti. I butteri trascorrono a cavallo più di cinque ore al giorno ogni giorno dell’anno e in qualsiasi condizione atmosferica.

C’è poi l’Associazione Butteri dell’Alta Maremma che organizza manifestazioni e spettacoli per mantenere viva la tradizione legata alla figura del buttero, come la “marca” del bestiame, la cavalcata brada, i giochi di equilibrio e le galoppate coreografiche.

“Gemelli” dei nostri butteri sono i gauchos della pampa argentina, le grandi pianure che si estendono dal centro del paese fino alla costa atlantica, sede di pascoli sconfinati e paesaggi mozzafiato. La pampa è costellata da piccoli paesi che sembrano usciti da una fiaba.

Gauchos a San Antonio Areco

Uno dei principali centri della cultura e della tradizione legata ai gauchos è San Antonio de Areco , a circa un’ora e mezzo di auto da Buenos Aires. Dichiarato “centro di interesse nazionale”, tiene viva la cultura dei gauchos attraverso feste popolari, danze, rodei, tropillas, cioè l’abilità di un allevatore di domare la mandria di cavalli, ma anche attraverso la produzione di artigianato e la gastronomia tipica, come l’ottima carne alla brace.

Sfilata di gauchos

A San Antonio si trova anche il Museo gauchesco “Ricardo Güiraldes”, ospitato all’interno di una fattoria, che conserva strumenti, abiti, attrezzi e ritratti dei gauchos.

Museo della cultura gaucha a San Antonio

Ogni anno, poi, attorno al 10 di novembre, si celebra la “Semana de la Tradiciòn” che raduna i gauchos provenienti da tutto il paese e prevede sfilate a cavallo in costume tradizionale, esibizioni a cavallo, ma anche realizzazioni dal vivo di ornamenti per cavalli, e vendita di speroni, abiti, coltelli da gaucho con la tipica impugnatura in argenti.

3. Alle Eolie come alle Hawaii

Le atmosfere sono un po’ diverse, ma simili sono i paesaggi vulcanici, gli imponenti coni e i crateri che svettano su un mare cristallino, le spiagge nere e la vegetazione selvaggia. Se non potete volare fino alle Hawaii, le isole Eolie, Lipari, Vulcano, Salina, Stromboli, Alicudi e Filicudi, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, sono l’alternativa italiana.

Veduta delle isole Eolie

Potete salire fino al cratere di Vulcano, dove il mito racconta che avesse la sua fucina il dio Efesto, percorrendo un sentiero che sembra uscire da un paesaggio lunare, tra terra gialla e fumi di zolfo, per poi ammirare dall’altro un paesaggio mozzafiato sulle altre isole e sul mare blu intenso. A Vulcanello si trova poi la suggestiva Valle dei Mostri, con le sculture naturali formate da rocce laviche. Da non perdere le spiagge nere di Porto di Ponente e la Spiaggia dell’Asino.

Il profilo dell’isola di Vulcano

Immancabile lo spettacolo della Sciara del Fuoco a Stromboli, il fiume di lava che dal cratere attivo scivola fino al mare, disegnando paesaggi sempre nuovi e mutevoli.

La Sciara del fuoco a Stromboli

Shopping, bar, ristoranti e negozi sono di casa a Lipari, la più grande delle Eolie, dove si trovano anche la Spiaggia del Canneto, dalla sabbia scura e il Belvedere Quattrocchi, uno dei siti panoramici più suggestivi dell’arcipelago. Per una natura più selvaggia, invece, ci sono le piccole isole di Alicudi e Filicudi, consigliate agli amanti del trekking per i suoi sentieri e le sue mulattiere che si immergono in una natura ancora incontaminata dove la mano dell’uomo è ancora latitante.

Alicudi e FIlicudi, sorelle selvagge

Foreste, vulcani e una natura lussureggiante caratterizzano invece il paesaggio delle Hawaii , che nell’immaginario di molti simboleggiano ancora il Paradiso Terrestre. Lontano dalla modernità dell’isola principale, le isole consentono di effettuare trekking nella natura meravigliosi.

Panorama delle Hawaii

Per esempio, sull’isola di Oahu si trova il Makapu’u Lighthouse Trail, un sentiero che conduce al faro. Da non perdere la Waimea Valley , a nord dell’isola, dove ammirare splendide cascate e una natura rigogliosa.

Il Makapu’u Lighthouse Trail

Sull’isola di Mahui, invece, valgono una visita lo Iao Valley State Park, dove si trova lo Iao Needle, una roccia lavica ricoperta di vegetazione che svetta verso il cielo, e il Pippiwai Trail, che porta alle splendide Seven Sacred Pools.

Il Iao Valley State Park

A Lanai, invece si può percorrere il Munro Trail di 11 km, che porta in cima al Lana’ihale, che con i suoi 1027 metri è la cima più alta dell’isola. Sull’isola di Kauai, invece, da non perdere una visita al Koke’e State Park, percorso per 10 km dall’Awaaouhi Trail, che si snoda nella jungla.

L’avventuroso Munro Trail

Da non perdere un’escursione nell’Hawaii Volcanoes National Park, sull’isola di Hawaii, percorrendo il Devastation Trail, un percorso segnalato di 8 km che attraversa la vallata e si è formato in seguita all’eruzione del vulcano Kilauea Iki nel 1959.

Lo spettacolare Volcanoes National Park

4. In Sardegna come a Stonehenge

Stonehenge è sicuramente unico, anche per l’alone di mistero, misticismo e mito che lo circonda. Ma un interessante paragone, con l’invito a visitare entrambi, è rappresentato da alcuni siti nuragici situati nel nord della Sardegna, nel territorio di Arzachena.

A circa 2 km dal centro storico, lungo la strada che porta a Luogosanto, si trova la splendida Necropoli Li Muri, considerato il sito archeologico più antico della Sardegna. Risalente al Neolitico, ha alle spalle cinquemila anni di storia e si caratterizza per la disposizione circolare delle pietre tombali. Una tipicità più unica che rara e ancora allo studio degli esperti. Attraverso un sentiero sterrato si arriva alla necropoli e si ammirano alcune pietre conficcate nel terreno e una tomba a galleria. Si arriva poi ai “circoli”, costituiti da lastre piantate nel terreno e disposte a cerchi concentrici con un diametro variabile da cinque a otto metri. Il sepolcro si trova al centro.

I circoli di pietra della necropoli li Muri

Da Li Muri si prende poi la Strada Li Lolghi e poi un tratto della SP 14 per arrivare, in circa 10 minuti al nuraghe La Prisgiona. A 600 metri si trova la Tomba dei Giganti di Coddu Vecchiu, una delle meglio conservate. Anche qui, la camera funeraria è circondata da una forma semicircolare composta da una serie di lastre di pietra verticali piantate nel terreno. Al centro spicca invece una stele alta 4,40 metri, la più alta rinvenuta in tutta la Sardegna.

La misteriosa Tomba dei Giganti nel territorio di Arzachena

Stonehenge non ha invece bisogno di presentazioni. Dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità è probabilmente il sito preistorico più famoso del mondo. Sorge vicino ad Amesbury, nello Wiltshire, a circa 13 km da Salisbury, Gran Bretagna. Le pietre, dette megaliti, sono disposte in circolo. Alcune, poi, sono sovrastate da altre pietre disposte in maniera orizzontale. L’attuale disposizione risale ai lavori di ristrutturazione dell’inizio del XX secolo e si suppone che la disposizione odierna rispetti quella originaria.

L’inconfondibile profilo di Stonhenge

Per quanto riguarda la datazione, la maggior parte degli studiosi sostiene che il nucleo originario sia del 3100 a.C, mentre gli ultimi interventi furono conclusi attorno al 1600 a.C. Miti e leggende si susseguono riguardo alle funzioni del famoso circolo di pietre. Alcuni sostengono che si tratti di un rudimentale osservatorio astronomico, altri di un tempio dedicato al culto del sole.

Il circolo di pietre di Stonehenge

Questa teoria sarebbe confermata dalla presenza del cerchio di pietre azzurre che si trova 3 metri dentro al cerchio principale, composto da 40 elementi alti circa 2 metri. Questo tipo di pietra, levigata naturalmente si trova anche in altri siti adibiti al culto del Sole.

Le pietre azzurre di Stonehenge

C’è poi un’altra teoria che sostiene che Stonehenge non sia altro che il fulcro di una necropoli, come dimostrano i tumuli sepolcrali sparsi nel territorio circostanze. Un altro mistero riguarda invece la sua costruzione. Le pietre, infatti, provengono da zone molto lontane e ci si chiede ancora come sia stato possibile trasportarle per una civiltà ancora primitiva.

5. Sicilia, la Scala dei Turchi come le Scogliere di Dover

Nella Baia di Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, si trova la spettacolare Scala dei Turchi, una falesia di calcare e argilla dallo straordinario colore bianco immacolato. Il suo nome deriva prima di tutto dal suo aspetto, simile a una scala. Si compone infatti di terrazzamenti ondulati “scalando” i quali si poteva raggiungere la sommità e ammirare il panorama fino a Capo Rossello. Il secondo riferimento è invece ai corsari turchi, che trovavano riparo in questo punto riparato durante le loro incursioni.

La Scala dei Turchi ricorda le bianche Scogliere di Dover, nel Kent, a poca distanza dall’uscita dal tunnel sottomarino che attraversa il Canale della Manica. Composte da calcare bianco latteo, contengono diversi fossili di origine marina risalenti al Cretaceo. Le Scogliere di Dover hanno la stessa composizione di quelle di Calais, in Francia, a dimostrazione che, nei tempi dell’alba della terra, Francia e Gran Bretagna erano unite. Le scogliere sono un vero capolavoro della natura e, nei giorni più limpidi, dalla loro sommità si può ammirare il profilo della “vecchia” Europa.