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Chevrolet Corvette Convertible: la rivoluzione si “scopre”

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Corvette convertible – Esce dopo la rivoluzione della coupé. La capotte è rigida, quindi è più una targa che una convertible. Rivoluzione perché è la prima Chevrolet Corvette con motore centrale posteriore. Un passo verso un nuovo mercato e un nuovo gruppo di appartenenza. Un nuovo livello.
Fa ancora freddo per una scoperta, ma proprio in queste giornate uggiose sogniamo un giro baciati da sole e senza tetto. Sentiamo già il profumo della primavera.

Questo modello di Corvette nasce a luglio 2019, e segna una svolta per la storia del marchio Corvette. La Corvette convertible completa il cerchio, con una capote rigida apribile elettricamente in 16 secondi.
Una volta abbassata scompare all’interno di un vano nella parte posteriore. Il tetto può essere aperto anche in movimento, fino ai 50 km/h.

La Corvette Convertible riesce a mantenere la rigidità della coupe, perché incredibilmente la progettazione dei tecnici Chevrolet è partita proprio da questa versione. L’ottava generazione della Corvette è stata progettata fin dall’origine come cabriolet, gli ingegneri hanno sviluppato un pianale abbastanza rigido in partenza. E non solo : la capote non toglie spazio ai bagagli. Il pozzetto posteriore è lo stesso della coupé Coupé. Tra i due modelli cambia solo la copertura del motore, sulla cuopè in vetro e di metallo nella Corvette Convertible.

Il motore è lo stesso della Corvette Coupè. Il 6.2 V8, con 502 Cv. Un glorioso motore che spinge molto in alto, con un ottimo sound tipicamente americano. La Chevrolet Corvette Convertible costa 7500 dollari in più rispetto alla versione Coupé, con un costo complessivo che parte da 67.500 dollari (61.700 euro). Un prezzo molto competitivo, viste le concorrenti sul mercato (Porsche ne è un esempio esemplificativo). La qualità sembra superiore alle precedenti, la guida sembra molto migliorata.

A livello meramente estetico è una macchina che si fa notare, che prende a piene mani da quelle che in America sono le “exotic cars”, cioè macchine straniere (Europee/Giapponesi). E’ un tentativo forse riuscito.