Divagazioni silenziose in alta Valle Brembana con l’elettrica Subaru Solterra [Seconda parte]

di NICOLA D. BONETTI

Seconda parte

Il percorso

Partenza da Bergamo Alta, uscendo da Porta San Lorenzo (localmente nota come Porta Garibaldi, per ricordarne l’attacco di sorpresa agli Austriaci che lo attendevano invece dalla Porta principale), quindi nel fondovalle fino a raggiungere Sedrina (dove dopo il passaggio della Priula i ponti si sono moltiplicati), quindi seguendo la Valle Brembana per Zogno, San Pellegrino, San Giovanni Bianco e Piazza Brembana. Deviando qui per Olmo al Brembo e Mezzoldo: dove, salendo dall’altitudine di 835 metri si inerpicava fino a quota 1991 del valico, prima di scendere verso Albaredo per raggiungere Morbegno (SO).

Poco prima del Passo di San Marco (il nuovo nome del valico), la storia è testimoniata dalla massiccia casa cantoniera (oggi Rifugio CAI, a 1830 metri) detta Ca’ San Marco, edificata al tempo come ostello per i mercanti, con lapide che mostra il Leone di San Marco, per “marcare” il confine.

Fuori asfalto

Si lascia la strada senza timori: l’altezza da terra di 210 mm toglie la preoccupazione di toccare, che su una vettura elettrica normalmente è presente. Malgrado il fondo reso insidioso dalla precipitazione, Solterra non ha esitazioni. La sensazione di sicurezza e di costante aderenza è sempre presente.

Fuoristrada si traggono subito eccellenti impressioni. La guida è facilitata dal sistema che rende cofano e parafanghi anteriori virtualmente trasparenti, comprendo dove siano e come si muovano le ruote anteriori, per facilitare la guida fuoristrada ed evitando contatti involontari con gli ostacoli.

Tra malghe e alpeggi

Siamo lungo percorsi in quota, dove passano le moto e i pick-up diretti agli alpeggi, la manutenzione del fondo avviene alla fine della stagione invernale ma i temporali (oramai in quasi tutte la stagioni) fanno danni evidenti. Solterra sfodera la motricità tipica delle Subaru, inerpicandosi senza indugi su pendenze che molte altre vetture, non solo elettriche, non oserebbero neppure.

Al momento del test il tratto di strada – solitamente quasi semplice – era danneggiato dalle piogge: sassi o rocce sconnessi e soprattutto trasformando le protezioni trasversali per far scolare l’acqua (in legno o cemento) in gradoni non facili da superare. Né in salita (oltretutto sono bagnati), né in discesa, per paura di interferenze con il pianale che contiene le batterie. Che a ogni buon conto, ha il vantaggio di essere protetto. E non mancano i sistemi di assistenza tecnica.

La tecnica per l’offroad

X-Mode, Grip e Hill descent control sono sistemi Subaru, evoluti per Solterra: una volta attivato il selettore di X-Mode si inerpica senza sforzi. Qualche volta le ruote posteriori arrivano al limite di escursione e si staccano da terra, ma il movimento avviene in modo progressivo e la gestione della trazione non taglia all’improvviso ma sembra distribuire la coppia – tutta e già allo spunto – sulle altre ruote. C’è il Grip control a gestire la trazione e l’Hill start per la partenza in salita, in caso di fermata.

Mentre in discesa la regolazione della frenatura automatica Hdc è precisissima e con la velocità minima impostabile a tre km/h si scende meno che a passo d’uomo, evitando danni. Con un altro balzo nel passato, vediamo invece i vantaggi apportati nella storia dalla Via aperta dalla Repubblica di Venezia.

La via Priula oggi

Lungo la Valle Brembana, parte del percorso coincide con tratti della preesistente Via Mercatorum: è facile, con sguardo attento, vederne molte vestigia. Da non confondere con l’attuale ciclopedonale che da Bergamo raggiunge Piazza Brembana: suggestiva con ponti e gallerie realizzati per la ferrovia realizzata nei primi anni del 1900, portando la moda della Belle Époque alle Terme di San Pellegrino (oggi da visitare appositamente: la capitale brembana merita un weekend dedicato).

Tornando alla Via Priula, tra passaggi coperti vicini ai centri storici ma anche tra un paese e l’altro, si notano però i due maggiori tratti da Mezzoldo al Passo di San Marco e discendendo vero la Valtellina, dal Passo stesso ad Albaredo.

La strada in quota

Superato Olmo al Brembo, si devia a sinistra verso Averara, dove è spettacolare l’antica via “Sottoporticata”, la cui parte esterna è finemente affrescata: si tratta però della Via Mercatorum, che merita una sosta. Giusto prima di deviare a sinistra per Santa Brigida, Cusio e Piani dell’Avaro.

Questo è un ambiente verde a quota 1750 dall’aspetto ondulato: si trova sotto il monte omonimo che invece supera i 2000 metri. Si raggiunge tramite la strada panoramica e spettacolare con tornanti a sbalzo (come per il Passo Maloja, in Engadina), che inizia oltre il comune di Cusio. Dove ci si deve fermare alla macchinetta per pagare due euro di contributo alla manutenzione del percorso (nonché permesso di transito giornaliero, a buon mercato).

La guida elettrica in montagna

Luogo comune è che il maggior consumo in salita sia compensato dalla rigenerazione in discesa. Invece la nostra esperienza e le rilevazioni hanno calcolato che, in media, il consumo in salita si attesta sui 40 kW/100 km, mentre in discesa ne occorrono comunque nove o dieci, circa.

Meglio salire non in Eco ma con programmi più gagliardi, che aumentano la coppia e permettono di premere meno l’acceleratore. Eco invece in discesa per la massima scorrevolezza. Da notare che la migliorata efficienza di Solterra, dopo l’aggiornamento del software rispetto alla prima produzione, ha permesso una media per tutto il test – montagna e fuoristrada compresi – di soli 17,3 kWh/100 km, aumentando anche l’autonomia, consolidata attorno a 400 km.

Conclusioni

Un gita sempre entusiasmante, perfino con un’auto elettrica o, meglio una Subaru elettrica: ecco la differenza. A conferma della qualità e del carattere da autentica offroad, capace anche di sfatare il mito che le auto a batteria temano l’acqua. Infatti nella pozza finale lungo la strada, non abbiamo resistito a sollevare grandi spruzzi. Divertendoci e senza danni, con soddisfazione anche per questo.

(Ringraziamo Alexia Ribolla per la disponibilità prestata durante il test)

LA COMPAGNA DI VIAGGIO

Subaru Solterra 4e-Xperience+

Scheda tecnica

  • Lunghezza: 4690 mm
  • Motore: 2, elettrici
  • Potenza: 160 kW (218 CV)
  • Coppia: 337 Nm
  • Velocità massima: 160 km/h
  • Consumo medio dichiarato: 16-17,9 kWh/100 km
  • Consumo medio test: 17,3 kWh/100 km
  • Bagagliaio: 410-441 litri
  • Garanzia: 8 anni o 160 mila km
  • Emissioni di CO2: 0 g/km.
  • Prezzo: da 59.900 euro.



Con la Mustang Mach-E alla ricerca del Gusto fra i Colli piacentini

Verso la primavera con la voglia matta di usare ogni weekend per riprendersi il tempo perduto, ma bisogna saper scegliere, cercando borghi e luoghi dove trovi il gusto del buono nei sapori e il gusto del bello nell’arte, in chiese e castelli e anche in panorami che la natura disegna per noi. Ecco perchè siamo andati a Castell’Arquato, gioiello dei Colli Piacentini, con una compagna d’eccezione: la Mustang Mach -E AWD, elettrica pura, che rispetta la natura. Il SUV a zero emissioni della Casa dell’Ovale blu è inoltre è la finalista della categoria Large Car del “Women’s World Car of the Year”, l’ambito riconoscimento internazionale che premia le auto più amate dal pubblico femminile.

Il premio verrà assegnato il prossimo febbraio da una giuria composta da 56 giornaliste automotive provenienti da 40 paesi del mondo e da ben 5 continenti.

Direzione Castell’Arquato

Castell’Arquato

Partiamo da Milano, una cittàda cui non è sempre necessario spingersi lontano per scoprire il gusto del bello e della tradizione gastronomica: basta un’ora di viaggio, o poco più, per i circa 100 km che ci separano da Castell’Arquato, uno dei più bei borghi sui colli del piacentino, legato a Milano in quanto antico possedimento visconteo.

Come compagna di viaggio abbiamo scelto la Ford Mustang Mach-E con l’animo più selvaggio, ovvero la versione AWD con due motori elettrici da 361 CV e un’autonomia dichiarata di 540 km su ciclo WLTP, grazie al pacco batterie di 99 kWh. Una percorrenza promessa molto buona che, tra l’altro, ci ha evitato la necessità di dover partire per forza con il 100% di carica. Evolversi all’insegna della tradizione è il concetto della Ford Mustang Mach-E.  SUV Coupé, come la moda del momento richiede, che contiene l’essenza del nome “Mustang”, caratterizzata da sportività, piacere di guida e velocità, in un’inedita versione molto più spaziosa, che non fa male quando si tratta di viaggi

Partenza con ricarica

Da Milano, andiamo quindi a prendere l’autostrada A1 verso Bologna, e se non c’è modo di avere una wallbox domestica né il tempo di caricare la sera prima, possiamo concederci comunque il lusso di partire anche con il 50 o 60%. O almeno noi abbiamo fatto così. Lungo la strada, nell’area di servizio di San Zenone Ovest, sono attive da poco le colonnine Free To X, la nuova start up di ASPI, che ha l’obiettivo di coprire interamente la rete autostradale italiana installando colonnine per la ricarica ultra-rapida con potenza fino a 300 kW. Si possono attivare tramite app della maggior parte degli altri operatori, inclusi Enel X e A2A, e con le loro Card NFC per un’attivazione più semplice.

La prima e unica pausa del viaggio, insomma, è durata una ventina di minuti, in cui abbiamo anche fatto colazione, mentre la Mach-E recuperava una potenza di 150 kW l’85%. Il viaggio è poi ripreso senza più ansia da ricarica, e senza più dover moderare la velocità: a questa carica, andando a 130 km/h, la Mustang Mach-E arriva tranquillamente a destinazione con un buon 65-70%: si prende l’uscita di Fiorenzuola, e si prosegue poi verso l’interno piacentino.

Il gusto del bello In uno dei borghi più belli d’Italia

Nel nostro weekend il gusto del bello, lo troviamo subito nell’esistenza stessa di Castell’Arquato che gode del titolo di città d’arte, della Bandiera Arancione del Touring ed è parte dei Borghi più belli d’Italia. Geograficamente, su una delle prime alture della val d’Arda, a 224 m s.l.m.

Rocca Viscontea

Il primo documento che lo menziona risale al 13 marzo 760, dove si nomina un “Castri Arquatense” e si cita un nobile chiamato Magno al quale si deve l’edificazione della Pieve dedicata alla gran Madre di Dio, e il castrum quadrato, base per la futura Rocca Viscontea. Galeazzo I Visconti ne entra in possesso nel XIV, e la dinastia milanese farà numerose opere architettoniche, a cominciare dalla Rocca Viscontea, dalle cui mura si può apprezzare un meraviglioso panorama. È da notare come, anche dopo i Visconti e gli Sforza, il borgo abbia mantenuto la sua struttura originale invariata nel tempo.

Rocca Viscontea

L’arrivo al borgo è inconfondibile: dalla strada, infatti, tra cascine e cantine, è facile notare il profilo di Castell’Arquato. È possibile lasciare l’auto in uno dei parcheggi a valle, alcuni a pagamento altri invece gratuiti, oppure entrare dentro le mura nel silenzio – grazie al motore elettrico – e arrivando direttamente in Piazza del Municipio, che dispone di parcheggi gratuiti. Con palazzi di mattoni rossi, come insegna la storia emiliana, Castell’Arquato è una fotografia vivente e animata dell’epoca medievale e rinascimentale, con esempi di architettura conservata in modo ottimale, difficile da trovare altrove.

Palazzo Podestà

Tutto concentrato: la mattinata può proseguire in uno dei bar affacciati sulla piazza, e poi con la visita alle tre principali attrazioni partendo dal Palazzo del Podestà, che domina con la sua torre dell’orologio, i porticati e il grande arco a tutto sesto.

Fu costruito nel 1292 per volere dell’ultimo signore arquatese prima dei Visconti, Alberto Scotti, e successivamente divenne sede del governo del podestà e abitazione dei Conti. Di rilievo, esternamente, è lo stemma della Communitas Castri Arquati, raffigurante due leoni e un castello merlato.

Palazzo Podestà

Nel lato corto dell’edificio (a sinistra) è presente la loggia dei Notari, oggi sede dell’Ufficio turistico. Internamente il palazzo ospita mostre di vario genere, per cui ogni volta è una sorpresa.

La Colleggiata del 1100

Chiesa Collegiata

Usciti dal Palazzo del Podestà, proseguiamo in senso anti-orario per visitare l’edificio religioso principale di Castell’Arquato, la Collegiata di Santa Maria, tra i più antichi del borgo.

Chiesa Collegiata

Realizzata nel 1122 sui resti di un tempio dell’VIII secolo d.C., la Collegiata presenta tre navate con due accessi.  In fondo, vicino alla porta, si ammirano gli affreschi quattrocenteschi della cappella di Santa Caterina riscoperti e ripristinati nel corso del Novecento.

La Mustang Mach-E, evolvere senza stravolgersi

Un processo di evoluzione, senza stravolgimenti, riguarda la Ford Mustang Mach-E. Una sfida per il marchio americano, che ha utilizzato un nome così importante quale inizio della sua transizione energetica. Un inizio riuscito: negli USA è andata subito sold out, anche se con una massa ben più importante rispetto alla celebre “pony car” con motore V8.

Pur avendo una carrozzeria nuova, è subito riconoscibile come degna del nome che porta. C’è ovviamente il cavallo non domato, sia all’anteriore che al posteriore, nonché sul volante, e una spiccata forma coupé a rendere il tutto elegante e aerodinamico. Tra l’altro per lasciare intonsa la fiancata muscolosa, non sono presenti le maniglie, sostituite da pulsanti elettronici. Ci sono tre versioni della Ford Mustang Mach-E: la “normale”, la AWD del nostro weekend, e la più potente Mach-E GT, che con i suoi 465 CV di potenza è anche la più potente mai realizzata. I prezzi partono da 51.900 euro.

La rocca dei panorami

panorama

Il gusto del bello di Castell’Arquato non è trasmesso solo dall’architettura e dalla storia, ma anche dalle viste mozzafiato sul panorama circostante, melanconico nelle giornate grigie, colorato, verde e da togliere il fiato quando splende il sole.

Rocca Viscontea

L’ultimo dei tre edifici principali del borgo è ovviamente la Rocca Viscontea, che sorge a strapiombo sul colle e che dà vita a tutte le mura merlate del Paese. Fu voluta da Luchino Visconti e realizzata, su fondazioni precedenti, tra il 1342 e il 1349 come sede della guarnigione militare. La sua planimetria è quadrangolare, è costituita da quattro torri quadrate, con il mastio alto 42 metri, e circondata da un fossato solcato da due ingressi. Perfettamente conservata, nelle sale interne è presente il museo di vita medievale, ma è soprattutto per le viste che si possono godere dalle torri che vale la visita. Usciti dalla fortezza, si può proseguire il proprio percorso lungo il belvedere di Castell’Arquato, ammirando i colli e la campagna circostante, per poi rientrare nelle vie ciottolate del Paese, dove sono presenti anche altre realtà artigianali locali.

Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli Piacentini

I colli piacentini non danno solo idea del gusto del bello: si fanno portatori e conservatori di sapori intensi e autentici. Basta seguire le indicazioni e connettersi al sito della Strada del vino e dei sapori dei Colli Piacentini. Girando anche solo per i dintorni di Castell’Arquato, è possibile imbattersi in numerose cantine e produttori di salumi e formaggi,    rivenduti poi in numerosi negozi. Proprio tra il Palazzo del Podestà e la Chiesa Collegiata si trova un altro edificio, più moderno degli altri: è La Butéga.

La Butega

Un piccolo negozio di alimentari contenente il gusto della tradizione piacentina. Nel piccolo locale è infatti presente una selezione piuttosto ampia della storia gastronomica locale, dagli insaccati tipici (Coppa, Pancetta, Lardo e Salame), ai formaggi di diverse stagionature fino ai vini.

La Butega

La Butéga, che ha un arredamento semplice costituito di vedute del Paese e stemmi medievali in legno, vende anche confezioni artigianali di Pisarei (la pasta piacentina) e vasetti altrettanto “home made” del sugo che si tende ad accompagnare ai pisarei, accompagnata con un sugo al pomodoro, fagioli e lardo, per completare la ricetta dei Pisarei e fasò, Il locale è quindi l’ideale per farsi un panino di alta qualità, da assaporare o passeggiando tra le vie di Castell’Arquato, oppure seduti sulle panchine dei Giardini Giovanni Paolo, appena di fianco alla Rocca Viscontea.

Cantine e cavalli

L’esperienza al borgo non è l’unica disponibile nel territorio arquatese. Irrinunciabile un percorso-degustazione alle Cantine Casabella, sulla Strada Provinciale 6 nel territorio comunale. La cantina rappresenta il perfetto mix tra tradizione e innovazione espresso anche dalla Mustang: da oltre un secolo coltiva alcuni dei vitigni più rinomati della tradizione, con circa 150 viticoltori locali per una produzione variegata di vini, sia del piacentino (Ortrugo, Malvasia, Bonarda e Gutturnio), sia autoctoni e propri di Castell’Arquato, come il Monterosso Val d’Arda. Notevole anche l’esportazione all’estero, soprattutto in Cina, Russia, USA e Paesi Scandinavi, per i quali sono realizzati ad hoc vini ricercati dagli stranieri, come il Prosecco e il Sangiovese.

La visita dura una mezzoretta, durante la quale è possibile vedere tutto il processo di creazione del vino, dalle botti fino all’imbottigliamento e all’etichettatura. Si ritorna in sala, e volendo si acquistano delle bottiglie di vino (consigliato, anche per i prezzi contenuti), e poi si procede all’assaggio fatto da calici e mix tra salumi e formaggi piacentini. È un modo un po’ diverso dal solito di pranzare o fare un aperitivo abbondante.

Maneggio Oca Nera

Quasi a contrasto l’esperienza all’Azienda Agricola l’Oca Nera (Via Costa Orzata 19), dove la Mustang Mach-E si sentirà sicuramente a casa: qui, infatti, ci sono i cavalli.

Oca Nera

Nascosta e immersa nelle campagne arquatesi, permette di prenotare delle lezioni di equitazione. Il maneggio è privo di asfalto, per un primo assaggio delle doti fuoristradistiche della Mustang.

Finire in offroad

Dopo la lezione, infatti, è il momento di svegliare i cavalli che, fin dall’inizio, ci han portati in viaggio. La trazione integrale, unita ai 351 CV, dà una vocazione inedita alla vettura, che se la cava molto bene nei percorsi sconnessi che si possono trovare percorrendo, quasi senza meta, i dintorni di Castell’Arquato.

Tre le modalità di guida disponibili: Active, Whisper e la più sportiva Untamed. Quest’ultima toglie al “cavallo” ogni inibizione, lasciandolo libero di sprigionare tutta la sua potenza a cominciare dall’accelerazione 0-100 fulminea che avviene 3,7 secondi. Incollata all’asfalto grazie al baricentro basso, la Mustang Mach-E taglia l’aria con un grande sound. Tutta la plancia interna è in realtà un’enorme cassa dei danesi di Bang&Olufsen, che si uniscono alle altre presenti in auto, e che permettono o di riprodurre il sound di un motore V8 o, ancora meglio, creare un piccolo concerto in movimento con la nostra musica preferita.

E così, con bassi pronunciati e tetto in vetro, ritorniamo sull’asfalto dopo aver sporcato il rosso metallizzato della nostra Mach-E e lasciamo Castell’Arquato, carichi in auto di prodotti gastronomici e della tradizione vinicola, e nella memoria (nostra e del telefono) di immagini panoramiche di un borgo millenario, che ha saputo rinnovarsi ancora.

DOVE DORMIRE

B&B “Mulino Marsa”

La cena allo Stradivarius è un ottimo modo per concludere la giornata, riprendere la Mustang e dirigersi al B&B Mulino Marsa, un po’ fuori dal centro storico. Edificio in Pietra di recente restaurato, il B&B dispone di ampio cortile dove poter far sostare la vettura, e con tavoli esterni per colazioni o altri pasti all’aperto. Dall’interno, curato e semplice, è possibile ammirare tutto lo skyline del Borgo.

B&B “Mulino Marsa”

Via San Giuseppe Operaio, Case Sparse Mulino Marsa 2 – 29014 Castell’Arquato (PC)

Tel. 0523804103; Cell. 347 7799170

info@mulinomarsa.com

A CENA DAGLI STRADIVARII

Ristorante Stradivarius

Un’altra attrazione architettonica è il Ristorante Stradivarius, che si chiama così perché si trova nell’ala dell’antico Castello degli Stradivari (la famiglia del liutaio più famoso al mondo). Il locale è composto da due piani: quello base, da dove si entra, è più grande e dispone anche di un cortile-terrazzo dove nella bella stagione si trovano altri tavoli per cenare con vista con una vista stupenda sul borgo. Sopra, invece, c’è la sala più antica, la vera dimora., con I tavoli disposti nella suggestiva cornice composta dagli stemmi della famiglia, dal caminetto e dalle finestre con vetri colorati.

Ristorante Stradivarius

Variegato è il menù, ma sempre di ottima qualità, con una proposta che va dai tradizionali Pisarei e Fasò (“piselli” e fagioli), a una più moderna rivisitazione in pisarei e Zuppa di mare. È poi possibile scegliere i castellacci con guanciale di vitello e funghi porcini, o una più particolare coppa piacentina arrosto servita con patate al forno.

Ristorante Stradivarius

Ristorante Bar Stradivarius

Via Sforza Caolzio, 36 – 29014 Castell’Arquato (PC)

Tel: 0523 803381

LA COMPAGNA DI VIAGGIO

Al momento non esiste una versione a tetto apribile della Ford Mustang Mach-E, ma su tutte è possibile scegliere il tetto panoramico in vetro, molto scenografico. È del negli interni che il SUV coupé elettrico americano si presenta totalmente nuovo tutto incentrato su un enorme display touch verticale da 15,5 pollici, e che tramite l’OS SYNC 4 controlla tutte le funzioni relative alla vettura.

Tanto lo spazio a bordo, inedito sul modello: il tunnel centrale termina con due vasche anti-scivolo molto spaziose. Sono presenti porte USB sia di tipo A che di tipo C, mentre il bagagliaio da 404 litri non è enorme ma più sfruttabile rispetto al passato. Sotto il cofano anteriore niente motore, nemmeno elettrico, ma il “Frunk”, un secondo vano di carico da ben 81 litri che può tornare comodo per mettere cavi di ricarica, zaini e piccole borse. Nonché i nostri acquisti che fungeranno da cimeli in ricordo del nostro viaggio.

SCHEDA FORD MUSTANG MACH-E AWD

Potenza: 351 CV;

Coppia: 580 N/m;

Velocità massima: 200 km/h;

Consumo medio: 17 kWh/100 km;

Emissioni di CO2: 0g/km;

Prezzi: Da 51.800 euro;

 




“Green immersion” con le nuove Audi e-tron [Secondo giorno]

di NICOLA D. BONETTI  

Coccolati al risveglio

Aprendo la finestra della camera dell’Hotel Petrus è uno spettacolo. La vista vaga dalla montagne ai boschi, poi scendendo verso i campi vicini, la prima emozione della giornata. Un capriolo che si avvicina per l’erba che più gradisce, forse anche incuriosito dal giardino dell’hotel. Adiacente alla “dohòameSpa”, dove scendiamo appena svegli: piscina interna-esterna di 25 metri, vasca relax, otto zone relax e cinque saune.

Un altro buon inizio, giusto prima della colazione d’alto livello, dove si apprezzano varietà, gusto e cura. I ristoranti interni sono due, con il Kaminstube premiato dalla guida Gault Millau. La gastronomia è curata da Brigitte (una delle figlie, sommelier), con lo chef Rudi Leimegger: con prodotti freschi della zona, perché i fornitori a km 0 sono una scelta green.

Una sosta per ascoltare e per capire

 

Approfittiamo della presenza di Fabrizio Longo, direttore di Audi Italia, che conversa con Guido Guerzoni, docente e ricercatore dell’Università Bocconi di Milano, su come il progresso tecnologico possa contribuire alla valorizzazione e conservazione del territorio, in particolare quello di montagna.

Longo, da attivo alpinista, si rende conto come le Dolomiti siano da proteggere dal turismo di massa, addirittura evitando la promozione turistica: affermazioni impopolari, precisando come i siti Unesco abbiamo piani di gestione, che nessuno rispetta. Accenna al passato Audi, quando la pubblicità delle prime Quattro avveniva con la risalita di un trampolino da sci: allora si raccontava con una storia impattante la supremazia tecnologia e prestazionale. I tempi cambiano e varia anche il rapporto tra Audi e montagna, come la sensibilità sulla mobilità. E termina sottilineando “ 20 anni fa la sostenibilità ambientale era al 10° posto tra gli interessi delle aziende, mentre oggi è al primo”.

Parliamo della compagna di viaggio green

 

L’ultima nata tra le Audi elettriche è Q4 e-tron: aggiunge contenuti interessanti alla gamma elettrica, essendo la prima suv premium compatta nativa elettrica. Su tutto la compattezza facilita la gestione e l’economia delle prestazioni (soprattutto in termini di autonomia), con maggior valore green. Anche in senso di relativa accessibilità tra le sport utility premium. Due carrozzerie, normale e Sportback con taglio posteriore da coupé. È una sport utility a ruote alte con altezza libera dal suolo di 18 centimetri, trazione anche integrale quattro.

 

Compatta con lunghezza appena inferiore a 4,6 metri, ma passo lungo verso 2,8 per essere adatta anche alle famiglie. Linea nuova e di rottura, giovane, con frontale dalla calandra single frame ottagonale estesa con imponenza verticale e fiancata diversa da qualsiasi altra Audi, dinamica e filante, ben raccordata con la coda dove le luci sono unite e l’estrattore alla base rafforza l’immagine da sport utility.

 

Head-up-Display

Interni giovani e sportivi, come il volante con corona tagliata alla base e alla sommità più superfici tattili sulle razze, strumentazione digitale e display centrale touch da 10,1 e 11,6 pollici, head-up display con realtà aumentata. Ed elementi inediti come la piccola plancia sospesa sotto la principale. L’abitabilità da nativa elettrica offre spazio per i passeggeri da Q7, mentre per il carico ci sono da 520 a 1.490 litri.

La cattedrale verde: dal ruscello all’idrogeno

 

È il momento dell’escursione verso Nord: da Brunico per la Valle Aurina (in direzione della Vetta d’Italia) fino a Casere di Predoi. Siamo alla ricerca di una cattedrale. Ben sapendo che tali massicci edifici non sono presenti tra le valli alpine, estendiamo il concetto a una costruzione unica al mondo, definendola appunto “cattedrale verde”. La meta è infatti un antico maso di grandi dimensioni a quota 1500, che non ha (mai avuto) collegamenti alla rete elettrica: dal tradizionale impiego di legna, è passato all’energia idroelettrica del vicino ruscello. Siccome questo in inverno diminuisce e non elargisce più l’adeguata necessità energetica, i dinamici proprietari Rosa Weger e Anton Griessmair hanno sviluppato e brevettato un sistema unico, che ne determina l’autosufficienza energetica.

 

Schematicamente, l’energia prodotta da una turbina idraulica è trasformata in idrogeno tramite elettrolisi, questo è immagazzinato sotto forma di polvere di metallo e, all’occorrenza, convertito in elettricità attraverso una cella a combustione. Costo di studio e realizzazione imponente, dicono 1,2 milioni di euro, ma l’interesse per la produzione di tale sistema sta girando il mondo.

Non cadiamo nell’emulazione sognando di guidare un’auto con schema fuel cell a idrogeno, ci divertiamo già guidando le elettriche Audi, rientrando a Brunico, con soddisfazione. Anche ambientale: rigenerando energia in discesa, verso la fine di questo  green weekend.

 




Con la nuova Subaru Outback sulle dolci colline dell’Oltrepo’ pavese

Per vivere al meglio nuove avventure e Weekend Premium sempre più emozionanti abbiamo bisogno di un’auto spaziosa, confortevole e versatile, capace di soddisfare chi utilizza l’auto sia per il tempo libero che per soddisfare le esigenze di una famiglia. Tutte queste caratteristiche risultano racchiuse in una sola auto, ovvero la nuova Subaru Outback, un’auto unica del suo genere, perché capace di mescolare con sapienza il concetto di station wagon con quello di SUV, proponendo ampio spazio interno, finiture lussuose e robuste e doti fuoristradistiche molto superiori rispetto alla maggior parte dei crossover in commercio. Per testare al meglio la Outback abbiamo scelto le strade più suggestive che si stagliano al sud del Po’, per l’esattezza nel territorio pavese che si mescola con colline dolci, impreziosite da filari di vino, castelli e dimore storiche.

Alla scoperta dell’Oltrepo’ pavese: Casteggio

Casteggio

Per scoprire tutte le caratteristiche della nostra Outback siamo partiti da Milano e ci siamo diretti verso le già citate colline dell’oltre po’ pavese, raggiungendola nostra prima tappa, il paese di Casteggio. S tratta di uno splendido borgo di quasi 7000 abitanti di origini ligure. Famoso fin dai tempi dei Romani, Casteggio fu anche un fiorente borgo commerciale durante tutto il medioevo. Da non perdere la nota Collegiata di San Pietro Martire, di antichissima origine, ricostruita nel 1814 ma con il campanile trecentesco che domina l’abitato. Degmna do nota anche la Chiesa di San Sebastiano, già sede dell’omonima confraternita, progettata da Lorenzo Cassani (XVIII secolo), con magnifico stallo corale, infine non bisogna lasciarsi scappare il Palazzo della Certosa (1705), che ospita la biblioteca civica, l’auditorium Cantù e il civico museo archeologico, ricco di reperti in gran parte di provenienza locale (Clastidium);

Comoda come un appartamento

Osservando la vettura dall’esterno si apprezza la sua forte presenza scenica e le sue dimensioni importanti: la vettura è infatti lunga 4 metri e 87 e alta da terra ben 21 cm, dettaglio che le permette di superare ogni ostacolo. Entrati all’interno dell’abitacolo si apprezza un ambiente accogliente che permette di ospitare fino a 5 persone.

Niente paura se si ha la necessità di stivare tanti bagagli pe run lungo viaggio, oppure s esi devono trasportare oggetti lunghi e ingombranti, questo perché si può contare su un bagagliaio da 522 litri, dotato di ganci, luce e prese di corrente. Quando si abbatte il divano posteriore frazionato 60/40 lo spazio raggiunge addirittura quota 1.722 litri. Non dimentichiamo inoltre che la Outback ha una capacità di traino di 2.000 kg.

Tecnologica e lussuosa

Seduti sul sedile del guidatore si nota una plancia elegante e rifinita in ogni piccolo dettaglio, dove le plastiche morbide al tatto risultano assemblate in maniera egregia e senza sbavature. Non mancano inoltre rivestimenti lussuosi come la pelle nappa dedicata ai sedili e ai pannelli porta e il tessuto per il tetto e le alette parasole. Il confort viene esaltato dalle regolazioni elettriche dei sedili che risultano anche riscaldabili come il volante.

La strumentazione analogica è sempre chiara e leggibile, mentre tutto il resto delle informazioni vengono riportate sull’ampio display touch da 11,5 pollici incastonato al centro della console. Quest’ultimo permette di gestire le tantissime funzioni dell’infotainment, tar cui la navigazione GPS e la connettività per smartphone compatibile con Android Auto e Apple CarPlay.

Adatta a ogni tipo di guida

Dopo aver preso un po’ di confidenza con i comandi dell’auto e di molte sue caratteristiche è arrivato il momento di mettersi al volante dell’Outback per scoprire più da vicino come si comporta la vettura nelle più svariati condizioni di guida, a partire dalle lunghe cavalcate in autostrada fino ad arrivare ai percorsi sterrati, passando per le città e le tortuose strade di montagna.  Sotto il cofano si nasconde un 4 cilindri boxer 2.5 litri da 169 CV che non ha come obiettivo quello di offrire prestazioni sportive, ma di garantire un comportamento versatile in ogni momento e tipo di utilizzo, assicurando una guida naturale e fluida, merito anche del cambio a variazione continua Xtronic che simula 8 rapporti, inoltre si può utilizzare la modalità sequenziale, sfruttando le levette dietro al volante.

Le sensazioni che trasmette la vettura al pilota stimolano la sua curiosità, incoraggiandolo ad allargare i propri orizzonti per esplorare nuovi itinerari. La nuova Subaru Outback MY21 mantiene la filosofia costruttiva tipica della casa delle Pleiadi, ovvero la famosa trazione integrale permanente Subaru Symmetrical AWD (brevetto Subaru) ed il motore Boxer, il tutto costantemente sviluppato avendo come obiettivo costante il rispetto per l’ambiente.

In termini motoristici val la pena ricordare che l’asse longitudinale del 4 cilindri Boxer Subaru è allineato a cambio e trasmissione, in questo modo si realizza un perfetto bilanciamento dei pesi tra i due lati della vettura. Questa tipologia di motore, unitamente allo schema della trasmissione, garantisce un baricentro particolarmente basso, che ha per effetto una riduzione del rollio in curva e del beccheggio in accelerazione/frenata. Questa prerogativa tecnica Subaru si rivela ancora più importante per un crossover, in quanto questa categoria di auto presenta, in generale, un corpo vettura più alto rispetto ad una normale berlina.

Passeggiando per le strade Canevino

Canevino

Viaggiando al volante della nostra Subaru tra le dolci colline coperte di vigneti dell’Oltrepò Pavese, sulla cima di un meraviglioso colle troviamo il piccolo borgo di Canevino, paese antico e magico di appena centoventi abitanti che sorge nei pressi delle sorgenti dei torrenti Versa e Scuropasso. Questo piccolo borgo risale circa ad un paio di secoli prima dell’anno 1000 ed è composto da una serie di piccole dimore  appartenenti all’Abbazia di Bobbio, che successivamente vennero cedute a quella di Pavia.

Trazione integrale Subaru Symmetrical AWD

Sulle colline abbiamo la possibilità di testare la trazione integrale permanente Subaru Symmetrical AWD che immediatamente assicura i più elevati livelli di tenuta di strada, manifestando tutte le sue capacità quando l’aderenza diventa precaria, come ad esempio sull’acciottolato umido, sull’asfalto bagnato o sulle strade innevate o fangose e quindi in tutte quelle condizioni che si possono incontrare nell’uso quotidiano della propria vettura.

Divertente da guidare, ma contemporaneamente rispettosa dell’ambiente con ridotte emissioni, tutto ciò mantenendo le doti tipiche di una vettura Subaru: un’elevata guidabilità, sicurezza attiva e passiva ai massimi livelli ed un comfort tali da rendere il tempo trascorso a bordo piacevole, confortevole e sicuro.

Il sistema X-MODE si adatta a tutti i tracciati

A rendere ancora più sicura e performante la guida della Outback MY21 su superfici particolarmente difficili, contribuisce il sistema X-MODE potendo il pilota selezionare tra due modalità di funzionamento ulteriormente aggiornate. Quando si sceglie SNOW/DIRT, la centralina ECU (Electronic Engine Control) stabilisce il settaggio della coppia motrice più idoneo a garantire la migliore aderenza. Il controllo di trazione resta attivo. Se invece si opta per il settaggio D.SNOW/MUD, l’E’ECU dispone l’erogazione della massima coppia motrice mentre contemporaneamente viene disattivato il controllo di trazione. Ciò consente un ottimale livello di slittamento delle ruote permettendo alle stesse di liberarsi più facilmente quando tendono ad affondare nella neve fresca e profonda, nel fango o nella sabbia.

Castello di Zavattarello

castello zavatterello

Il nostro tour termina nel piccolo paese di Zavattarello, dove troviamo l’omonimo e suggestivo castello, detto anche Castello Dal Verme. Si tratte di una fortificazione che domina il paese di Zavattarello in provincia di Pavia, inoltre risulta interamente restaurato e pul essere visitato dal pubblico.

castello di zavattarello

Attualmente  ospita numerosi eventi, tra cui spiccano le Giornate Medievali o il Tour del Mistero, inoltre viene sfruttato come location per matrimoni ed è sede di un museo.

La compagna di viaggio: Subaru Outback

Introdotta sul mercato nel 1995, la Outback con il MY21 è giunta oggi alla sua sesta serie ed il costante sviluppo l’ha portata a trasformarsi da una station-wagon in una crossover-SUV, perfettamente in linea con l’evoluzione dei gusti della clientela internazionale. La nuova Subaru Outback MY21 rispecchia le esigenze della clientela di oggi, più attenta ed informata, che desidera guidare una vettura affidabile, durevole nel tempo ma particolarmente attenta alla sicurezza sia dei propri passeggeri dei pedoni e ciclisti.

Scheda tecnica

  • Motore: quattro cilidnri boxer 2.5 litri benzina
  • Potenza: 169 CV
  • Coppia: 252 Nm
  • Cambio: Automatico a variazione continua
  • Trazione: Integrale
  • Consumi: 8,6 l/100km medio
  • Dimensioni: 4.870 mm lunghezza x 1.875 mm larghezza x 1.675 mm altezza
  • Bagagliaio: 561 l, 1.822 l con sedili reclinati
  • Prezzo: A partire da 41.804 euro

Concorrenti

Audi A4 Allroad

A4 Allroad Quattro prezzo da 58.100 euro

Volvo V60 CRoss Country

Volvo V60 CROSS COUNTRY prezzi da 51.155 euro

 




Alto Adige all green con le green Audi e-tron [Primo Giorno]

di NICOLA D. BONETTI

La sostenibilità non deve solo riempire la bocca ma essere vissuta e soprattutto assimilata. Ecco un long weekend green in luoghi premium tra montagne, laghi e Parchi (anche tecnologici) per provare un vero turismo sostenibile, scoprendo eccellenze e realtà all’avanguardia. E guidando Audi e-tron.

L’elettrizzante percorso della visione pulita

C’è chi guarda avanti e c’è chi l’ha sempre fatto ma non per questo si ritiene arrivato, anzi si guarda anche attorno, perché le realtà avanzate ci circondano: sembra siano solo da scoprire. Cercando di seguire questa filosofia, siamo partiti in questa esperienza tra Veneto e Alto Adige. Rendendoci conto come qualcuno sia avanti. Anzi, oltre.

L’Audi green comincia dal carbon free

Ma oltre ai dati tecnici, c’è il concetto stesso di sostenibilità del costruttore a offrire un valore aggiunto: tutti i modelli full electric Audi sono carbon free, essendo costruiti in stabilimenti certificati in tal senso. Fabbriche che producono energia rinnovabile tramite impianti fotovoltaici come a Bruxelles e si alimentano a biogas, e compensano tramite progetti ambientali e “carbon credit” in linea con i requisiti internazionali. il riciclo della plastica e dell’alluminio.

Prima tappa in Veneto: un Parco dove si coltivano idee

Ci rechiamo al Campus dove la missione è la coltivazione di idee. Siamo a Roncade (TV), la partnership fra Audi ed H-Farm, giunta al quarto anno, diventa piattaforma di innovazione in grado di supportare i giovani nella creazione di nuovi modelli di impresa.

Nel campus si parla di soluzioni che anticipano il futuro: studenti, imprenditori e “startupper” si scambiano idee e progetti, che raggiungono anche il “digital lifestyle” come la finanza, il “turismo lento” e i “new media”, avvicinando una quotidianità futuribile.

In viaggio tra i parchi verso le Dolomiti

Dal Campus al “capo base”, come si fa in alta montagna. Si riparte verso le Dolomiti, guidando silenziosamente lungo percorsi spettacolari anche se meno adatti alle auto elettriche per le pendenze: capacità delle batterie e gestione predittiva permettono comunque di arrivare a Brunico, in Val Pusteria, scavalcando le “montagne più belle del mondo”, con viste spettacolari e lungo strade in grado di esaltare il piacere di guida. Anche silenzioso.

Poco sopra Brunico, l’esclusiva frazione Riscone è un balcone sulla Pusteria con vista verso la Valle Aurina e il Sonnenplateau, comodamente alla base degli impianti per raggiungere Plan de Corones dove saliremo più tardi.

Dove dormire

L’Hotel Petrus a Riscone è un’autentica impresa di famiglia, realizzata secondo le regole dell’ospitalità dell’Alto Adige. Padre, madre e le figlie sono tutti impegnati nell’attività, curata come solo da queste parti sanno fare. Per i meno informati, l’accoglienza pusterese è mediamente oltre la media del Sudtirolo, con dettagli che fanno la differenza.

Situato in posizione tranquilla ma strategica – è a 500 metri dalla funivia, collegata con navetta gratuita, ed è disponibile il noleggio delle attrezzature – il “quattro stelle superiore” ha 32 camere e 18 suite, ha un ampio giardino con terrazza, ed è vicino al campo da Golf.

Ci fermiamo qui nella descrizione, per il momento, avendo altri impegni “green” che ci attendono, ma riprenderemo l’indomani, promesso.

HOTEL PETRUS****s

Reinthalstraße 11, I-39031 Reischach-Riscone, Bruneck-Brunico (BZ)

+39.0474.548.263

www.hotelpetrus.com

La cena alle vette del gusto

“Summa”, dicevano i latini: quando si sommano più contenuti raggiungendo il culmine. In questo caso molteplici piaceri: la montagna, salendo a Plan de Corones (Kronplatz il nome originale), la vista a 360°, la costruzione vetrata del ristorante AlpiNN, con le due “enne” che sono le iniziali di Norbert Niederkofler, chef senza bisogno di presentazioni oltre che vecchio amico, e la cucina etica.

Appuntamento annuale fisso e imperdibile per un evento dove è appunto protagonista la cucina secondo la filosofia elaborata dalla creatività, dalla tecnica e dalla tenacia di Norbert (tre Stelle Michelin più una Green al St. Hubertus di San Cassiano in Val Badia). Ci accoglie con il consueto entusiasmo, pur nel mezzo di un evento complesso come Audi Care’s Challenge – The ethical Chef Days (precedentemente Audi Chef’s Cup).

Dove Norbert mette sotto i riflettori giovani talenti della gastronomia internazionale, che si sfidano nell’impiego etico e responsabile delle materie prime. Nello stesso spirito Audi sostiene l’evento come title sponsor, condividendone i valori di sostenibilità ambientale.

AlpiNN – Food Space & Restaurant

 

Plan de Corones 11, 39031 – Brunico (BZ)

+39 0474 431072

www.alpinn.it

 




CON L’AUDI Q4 E-TRON SPORTBACK, REGINA DEI SUV COUPE’, VERSO IL MONTE ROSA [VIDEO]

I SUV-Coupé sono diventati un nuovo ed ambito segmento del comparto automotive al quale nessun Costruttore internazionale vuole più rinunciare. Per questo motivo, la Redazione di Weekend Premium ha deciso di realizzare una serie di speciali su questa nuova tipologia di vetture, partendo dalla migliore del mercato, ovvero la nuova Audi Q4 Sportback e-tron, dotata di meccanica 100% elettrica.

 

https://youtu.be/IZbLtdT2VG0

Ai piedi del Monte Rosa

L’inverno sta arrivando, gli amanti della neve sono in trepidazione per le prime sciate e ciaspolate, dopo le rinunce causate dalla pandemia. Così, per il nostro Weekend Premium Test, siamo andati ai piedi del Monte Rosa. Meta del nostro viaggio, Gressoney-Saint-Jean, da sempre destinazione privilegiata per scalatori, escursionisti e sciatori. Ad accompagnarci, la nuova Audi Q4 Sportback e-tron, il primo Suv compatto a zero emissioni del marchio tedesco. Partenza da Milano, con un occhio puntato sull’autonomia.

Head-up-Display della Audi Q4 e-tron

Dal capoluogo meneghino percorriamo l’autostrada A4 verso Torino per poi imboccare il raccordo a Santhià, direzione Aosta. All’uscita di Pont Saint Martin, proseguiamo lungo la Strada Regionale della Valle del Lys fino a raggiungere Gressoney-Saint-Jean. Il caratteristico centro storico è lo specchio delle origini di questo posto, gli edifici mescolano l’architettura tradizionale locale fatta di edifici in pietra e legno a grandi ville ottocentesche dal richiamo bavarese. Castel Savoia, poi, rende tutto fiabesco.

La nostra meta

Sullo sfondo il Monte Rosa innevato

Località di villeggiatura a 1385 metri di altitudine, Gressoney-Saint-Jean, nell’alta valle del Lys, è nota anche per la storia e le tradizioni, legate alla popolazione alemanna dei Walser (che il vescovo di Sion indusse a colonizzare la valle), spingendosi qui dal Vallese nei secoli XII e XIII, epoca in cui fu probabilmente fondato il paese. La loro presenza (ancora viva oggi) ha lasciato segni nella cultura, nella lingua “titsch” (conservata intatta almeno sino all’inizio del XX secolo) e nell’architettura dei tipici villaggi, molti dei quali abitati e ben conservati, con belle case in pietra e legno a due piani e “Stadel” usati come magazzini.

Il centro di Gressoney-Saint-Jean

Due le piazze del piccolo centro storico. Quella inferiore (“ondre platz”), che prende il nome dal re Umberto I (a cui è dedicato anche un monumento), è circondata da caratteristiche costruzioni del Seicento e Settecento, fra cui la prima locanda del villaggio, in legno, datata 1717. La piazza superiore (“obre platz”), dove gli edifici sono invece di epoca più tarda (Ottocento e Novecento), è dominata dalla chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, risalente al 1515. L’interno conserva un piccolo museo che ha il suo pezzo più pregiato in un Crocifisso ligneo francese del XIII secolo, tra i più antichi della Valle d’Aosta.

Il borgo di Gressoney-Saint-Jean

Sulla facciata (a destra della porta principale) c’è anche un busto in bronzo (collocato nel 1928) raffigurante la regina d’Italia Margherita di Savoia, che a Gressoney-Saint-Jean è stata sempre molto legata, tanto da farne tra il 1889 e il 1925 il suo luogo di soggiorno estivo abituale, nonché la base per le sue escursioni sui ghiacciai del Monte Rosa. Nel 1893, a quota 4554, sulla Punta Gnifetti, è stata inaugurata la Capanna Margherita, il rifugio e osservatorio meteorologico a lei intitolato e dove lei stessa è salita, accompagnata dalle guide alpine della valle.

Da prototipo ad auto di serie

Il design dell’Audi Q4 Sportback 50 e-tron quattro

Il primo incontro con l’Audi Q4 e-tron risale a marzo 2019. Allora si trattava solo di una concept car in vetrina al Salone di Ginevra (l’ultimo prima della pausa imposta dall’emergenza Coronavirus). Due anni dopo eccola qui, pure “sdoppiata”: alla versione più classica, infatti, si affianca la Sportback, la nostra compagna di viaggio, con look da coupé.

Il posteriore dell’Audi Q4 Sportback 50 e-tron quattro

Con la Q4 e-tron la strategia di elettrificazione dei quattro anelli entra in una nuova fase: il Suv di taglia media si pone esattamente a metà strada fra le tradizionali Q3 e Q5, sia per dimensioni sia per prezzo, con il listino che parte da 45.700 euro. Si basa sulla piattaforma Meb del Gruppo Volkswagen e porta il marchio tedesco in un segmento di più ampia diffusione rispetto a quelli delle e-tron ed e-tron GT.

Abitabilità da grande

L’abitacolo della Audi Q4 Sportback 50 e-tron

Il progetto Q4 nasce per offrire una grande abitabilità interna in rapporto alle dimensioni totali: l’auto misura 4,59 metri (s’inserisce nella categoria dei Suv compatti), ma garantisce spazio pari a quello delle vetture di categoria superiore, grazie al passo di 2,79 metri e agli sbalzi ridotti. Il divano posteriore è rialzato di 7 centimetri rispetto alle sedute anteriori e il bagagliaio offre una capacità variabile tra 520 e 1.490 litri, valori che sono invece pari a 535 e 1.460 litri per la Sportback. La possibilità di disegnare la vettura dal foglio bianco ha permesso all’Audi di ottenere valori ottimali di efficienza aerodinamica con un Cx di 0,28 per la Q4 e-tron (grazie anche a prese d’aria adattive e sottoscocca carenato).

Il profilo della Audi Q4 Sportback 50 e-tron quattro

Fa ancora meglio la Sportback (Cx di 0,26), la cui linea del posteriore è più slanciata ed è dotata di spoiler nella parte bassa del lunotto: un’abbinata che permette di ottenere una decina di chilometri di autonomia extra, oltre al look più modaiolo tipico dei Suv coupé. L’Audi Q4 Sportback e-tron è una vettura multitasking: compagna di viaggio ideale per la vita quotidiana, partner versatile per il tempo libero oppure prima auto di famiglia dalla straordinaria abitabilità. Gli interni confermano l’impostazione con doppio display e console centrale orientata verso il guidatore. Da segnalare, l’inedito head-up display con realtà aumentata, che copre un’area virtuale di 70″ e consente quindi di integrare nel campo visivo del guidatore preziose informazioni sulla guida e sul percorso.

Castel Savoia

Castel Savoia dall’alto

Tra le principali attrazioni di Gressoney-Saint-Jean, spicca Castel Savoia, la fiabesca dimora estiva che la Regina Margherita di Savoia fece costruire tra il 1899 e il 1904. Si erge ai piedi del Colle della Ranzola, nella località denominata “Belvedere”, e domina tutta la vallata fino al ghiacciaio del Lyskamm. Immerso nel verde di un parco, il maniero è costituito da un nucleo centrale cui si affiancano 5 torrette cuspidate, l’una differente dall’altra. Il castello si articola su 3 piani: il piano terreno con i locali da giorno, il piano nobile con gli appartamenti reali e il secondo piano (non visitabile) riservato a gentiluomini di corte.

La facciata principale di Castel Savoia

Lo raggiungiamo con la nostra Q4 Sportback e-tron, attraversando un bosco a zero emissioni. Mentre si arriva, la sensazione è quella di trovarsi immersi in un film della Walt Disney. Le belle decorazioni interne, con richiami allo stile Liberty, sono un omaggio alla sovrana, mentre i soffitti a cassettoni, le boiseries e gli arredi sono di ispirazione medievale. Nei pressi del borgo si trova anche il lago Grover, di origine artificiale, circondato da pini e abeti secolari: bellissimo il panorama sul Monte Rosa. Una passeggiata di 30 minuti collega il lago a Castel Savoia. Il sentiero, inutile dirlo, è chiamato Passeggiata della Regina.

Fino a 532 km di autonomia e 299 CV

La ricarica della Audi Q4 Sportback 50 e-tron quattro

L’offerta della Q4 prevede tre livelli di potenza e due tagli di batterie. La versione d’ingresso, siglata 35 e-tron da 170 CV e 310 Nm, a trazione posteriore, è l’unica ad adottare le batterie da 55 kWh, grazie alle quali può arrivare a percorrere fino a 347 km nel ciclo Wltp. La Q4 40 e-tron da 204 CV e 310 Nm, invece, promette un’autonomia sino a 532 km con batterie da 82 kW.

All’apice della gamma troviamo la Q4 50 e-tron quattro da 299 CV e 460 Nm (con un motore aggiuntivo anteriore asincrono), che tocca i 100 km/h in 6,2 secondi con una punta massima autolimitata di 180 km/h (contro i 160 km/h delle altre versioni): per la top di gamma, l’autonomia dichiarata supera i 490 km. Da evidenziare, l’efficiente sistema di recupero dell’energia nelle fasi di rilascio: con decelerazioni sino a 0,3 g, vale a dire nel 90% dei casi, i Suv compatti dei quattro anelli recuperano energia grazie ai soli motori elettrici che agiscono da alternatori (tre livelli selezionabili dal driver e one-pedal feeling).

Produzione carbon neutral

Gli interni dell’Audi Q4 e-tron Sportback

La produzione di Audi Q4 e-tron è carbon neutral. Lo stabilimento multimarca di Zwickau, in Germania, soddisfa interamente il fabbisogno energetico mediante fonti rinnovabili e dispone di un impianto di cogenerazione a elevata efficienza. Il brand sta mettendo a punto varie misure per ridurre ulteriormente le emissioni dell’intero ciclo di vita delle auto, inclusa la fase terminale, quando le batterie vengono riciclate o riutilizzate per lo stoccaggio statico d’energia. Lo stesso spirito green del nostro weekend a Gressoney-Saint-Jean.

Dove mangiare e dormire

L’Audi Q4 Sportback 50 e-tron quattro davanti allo sporthotel Rudolf

Per la notte, ci aspetta Sporthotel Rudolf, una piccola oasi di benessere che accoglie gli ospiti in un’atmosfera intima, informale, rilassata, per godere dei maestosi paesaggi del Monte Rosa. Una struttura in linea con lo spirito green e premium della nostra Q4 Sportback e-tron. Il caratteristico design esterno con balconate in legno di larice massiccio, unito agli arredamenti interni in legno antico, frutto di un minuzioso trentennale recupero, creano un ambiente elegante, di pregio e, allo stesso tempo, caldo e accogliente.

La facciata dello sporthotel Rudolf

Pace, tranquillità e relax producono una sensazione avvolgente di rigenerazione, tra sport invernali e avventure in natura. La personalità del posto si rispecchia anche nella cucina gustosa, locale e salutista.

Pasta con i funghi porcini

Gli chef propongono piatti nei quali gli ingredienti di base provengono dall’azienda agricola di famiglia, che da generazioni alleva bovine selezionate per la grande tradizione valdostana della “batailles des reines”, un torneo che coinvolge tutta la Valle d’Aosta e dove le mucche si confrontano “corna a corna” con le compagne di stalla per guadagnarsi il foraggio migliore. C’è un principio di sfida, un po’ di gioco e un po’ di sport. Tra le pietanze tipiche di Gressoney-Saint-Jean, da non perdere i chnéffléné, primo piatto dalle origini antichissime.




2022: FUGA DALLA TERRA DI MEZZO CON SEI MAGICI WEEKEND [Seconda parte]

Di Paolo Artemi

L’auto personale rimane il mezzo di trasporto migliore per proteggersi dal Covid e la transizione ecologica sta facendo i primi passi verso una mobilità sostenibile, che userà energie rinnovabili per non far più sentire gli automobilisti untori di CO2. Insomma, bisogna fuggire dalla Terra di Mezzo, l’universo immaginario fantasy popolato da hobbit ed elfi creato dallo scrittore inglese J.R.R. Tolkien, dove la pandemia e le sue ripercussioni ci hanno adagiati e riconquistare la voglia di viaggiare.

NEL SALENTO CON LA DACIA SANDERO, CENERENTOLA CHE DIVENTA PRINCIPESSA

Dacia Sandero Stepway

Poca spesa, tanta resa, sono le quattro parole fatate che sintetizzano la bontà del progetto Dacia Sandero Stepway, che non si limita a essere solo un acquisto intelligente. Piace anche per il design più accattivante, grazie al cofano bombato e alla mascherina aggressiva con la scritta Stepway sopra la targa. Per la fiancata slanciata, mentre la coda ha i parafanghi larghi, che danno l’impressione di un’auto ben piantata sulla strada. Uno stile che si completa con la nuova firma luminosa a Led, a forma di ypsilon. Un’auto versatile come Cenerentola, che invita ad andare dappertutto grazie alle protezioni in plastica nera e color alluminio che corrono lungo tutta la zona inferiore della carrozzeria e le danno un’aria da cittadina pronta all’avventura. Con un grande vantaggio. Perché Sandero non è ancora un modello riempito di telematica, Big Data, Gps, scatole più o meno nere. Fatto che pone al riparo dall’essere esaminati dal Grande Fratello non appena ci si mette al volante. Una vettura da Salento centrale, lontano dal caos, per scoprire un mondo con ritmi lenti, ormai sconosciuti a chi vive nelle metropoli.

Baia di Sant’ Isidoro

A Melpignano si può ammirare la scenografica piazza Castello. Srotolato il nastro d’asfalto che porta ad Acaya si visita la cittadella fortificata. Una volta arrivati a Gallipoli si percorre la baia che costeggia il mar Jonio per raggiungere Sant’Isidoro, un litorale di sabbia bianca baciato da acque turchesi. Sandero lunga 410 cm può contare su un baule da oltre 400 litri. Nell’abitacolo la civetteria delle finiture cromate e delle nuove sellerie con profili arancione si abbina al freno di stazionamento elettrico e alla console centrale rialzata per creare un altro vano portaoggetti. Aver scelto la sobrietà non significa avere tralasciato di investire in sicurezza.

Dacia Sandero Stepway

Sandero Stepway offre l’essenziale per una guida in totale relax. Dalla frenata automatica al sensore che vede là dove l’occhio non arriva e tiene tutto sotto controllo quando si cambia corsia. E, poi, i sensori di parcheggio avanti e dietro e la parking camera posteriore. Il motore è il tre cilindri benzina da 999 cc, offerto in tre versioni, aspirato da 67 cv, turbo da 91, turbo Gpl da 100.

UN CASTELLO FATATO  FRA LE DOLOMITI PER LA FORD MUSTANG MACH-E Gt Performance

Ford Mustang Mach-E GT

Lo slogan dell’Anno Domini 2022 è chiaro a tutti: W l’auto elettrica e i suoi pingui incentivi”. E, ciò, nonostante le vendite siano ancora un’auto elettrica contro nove a combustione e le colonnine in alcune zone dell’Italia siano rare come ghepardi al Polo Nord. Rimane il fatto che il futuro apparterrà inesorabilmente all’auto spinta dalle batterie. Un mix intrigante è la nuova Ford Mustang Mach-E Gt Performance (listino 74.500 euro), nata dal diktat dei direttori marketing americani di contaminare il nome della sportiva più famosa della Casa di Dearborn attraverso un prodigio che la veste da Suv e sposa motori elettrici per prestazioni da supercar.

Ford Mustang Mach-E GT

Il sistema, basato su due motori, genera una potenza totale di 487 cv e 860 Nm di coppia massima, con un’accelerazione da zero a 100 km/h a dir poco bruciante, 3,7 secondi che la elegge la più veloce dell’intera gamma Mustang in Europa. Con i bonus della trazione integrale, delle inedite sospensioni adattive MagneRide, del sistema di frenata Brembo creato per le vetture ad alte prestazioni. Ciliegina sulla torta un’autonomia di 500 km e un pacco batterie capace di sfruttare una potenza di ricarica fino a 150 Watt per assorbire in una decina di minuti l’energia necessaria per percorrere quasi 100 km.

Castel Thun, Val di Non, Trento

I sedili sportivi Ford Performance, i cerchi in lega da 20 pollici, la carrozzeria Grabber Blue, la trasformano nel veicolo ecologico ideale per avventurarsi con rispetto all’ambiente e silenziosamente in quella foresta di guglie e pinnacoli formatasi da rocce erose dal ghiaccio e dal vento, parte del Patrimonio dell’Umanità Unesco, che risponde al nome di Dolomiti.

Castel Thun, Trento

Un contesto affascinante, che dopo una salita al monte Roen, un balcone affacciato sulla Val d’Adige, consente di scoprire il Castello di Thun, trasformato in un museo con una biblioteca di 7mila volumi e spettacolari affreschi.

FINALE MAGICO SULL’ISOLA D’ELBA CON L’ELETTRICA MG MARVEL R

MG Marvel R

Un’altra tappa sull’acqua, questa volta salata del mare Tirreno, è quella che collega Piombino all’isola d’Elba tutto l’anno e che i traghetti percorrono in un’ora. Piccola per essere facile da visitare, grande quanto basta per passare più di un weekend senza annoiarsi, l’Elba è un universo mediterraneo grande 225 km quadrati, da proteggere girovagando con un’auto elettrica, magari capace di ricaricare monopattini per addentrarsi con essi nei vicoli e nei centri delle cittadine di mare. Questo è il mestiere che Mg Marvel R, frutto dell’acquisto nel 2007 del marchio britannico da parte di Saic, il primo costruttore cinese che da 15 anni costruisce auto elettriche, sa fare alla perfezione.

MG Marvel R

Totalmente elettrica, la Suv Marvel R è brillante e facile da guidare, proprio come una Mg, sia nella versione Tri-Motor, a trazione integrale (zero-cento in 4,9 secondi, velocità massima 200 km/h), sia in quella a due motori e trazione posteriore. Il listino parte da 39.900 euro mentre l’autonomia varia da 370 a 400 km e se si collega a una colonnina veloce la batteria al litio da 70 kWh si ricarica all’80% in 30 minuti. Per Marvel R affrontare una raffica di curve che si affacciano sul mare e le salite ardite verso le creste granitiche del Salento centrale è un gioco da ragazzi.

Strade da equiparare a tragitti da meditazione, da compiere fuori stagione gustando le spiagge candide, i ciottoli arrotondati dallo sciacquio delle onde, il blu del mare, il verde-marrone dei castani e il viola delle bouganville, partendo dagli antichi borghi di Marciana per raggiungere il santuario della Madonna del Monte, dove si ritirò Napoleone. Risultato? Pura felicità, quella che viene quando si sale in sella a bellissimi cavalli meccanici, anche elettrici, che assicurano di poter godere di una miscela straordinaria di suoni, profumi, scenari emozionanti.

 

 




2022: FUGA DALLA TERRA DI MEZZO CON SEI MAGICI WEEKEND [Prima parte]

Di Paolo Artemi

Cari automobilisti, eccovi qui, alle prese con le gomme invernali e le catene per affrontare con prudenza e sicurezza ghiaccio e neve. Ma l’inverno e la primavera dell’Anno Domini 2022 si presentano con enigmi ai quali non è semplice trovare soluzione. Alla penuria dei microchip, che ha decimato la produzione di vetture nuove e dilatato i tempi di consegna fino a otto mesi, si è aggiunto il timore della “nuova ondata dell’odioso e pericoloso microvirus”, con pesanti incertezze sull’organizzazione dei weekend. E poiché, com’è noto, la fortuna è cieca ma la sfortuna ci vede benissimo, tutto aumenta: i costi della revisione, le polizze delle assicurazioni, i prezzi dei carburanti che vanno alla ricerca di nuovi record.

Range Rover

E che dire delle autostrade? Alcune costano più di 15 centesimi di euro al km, quanto la spesa del carburante di una supercar da sei km con un litro. Le lapidarie dichiarazioni dei politici europei, che vorrebbero stabilire al 2035 la fine dell’auto a combustili fossili, fanno venire l’orticaria e la voglia di non cambiare più macchina fino a quella data. Invece, occorre reagire, uscire dalla morsa di sconcertanti e cattive notizie. Perché l’auto personale rimane il mezzo di trasporto migliore per proteggersi dal Covid e la transizione ecologica sta facendo i primi passi verso una mobilità sostenibile, che userà energie rinnovabili per non far più sentire gli automobilisti untori di CO2. Insomma, bisogna fuggire dalla Terra di Mezzo, l’universo immaginario fantasy popolato da hobbit ed elfi creato dallo scrittore inglese J.R.R. Tolkien, dove la pandemia e le sue ripercussioni ci hanno adagiati e riconquistare la voglia di viaggiare.

MAGIA A  MENAGGIO CON LA BMW 420 CABRIOLET

In fondo, cosa c’è di più magico di un’automobile sempre pronta a partire per una nuova avventura? Immaginate di mettervi al volante di una Bmw 420 Cabriolet, capote rigorosamente aperta (listino da 59.250 euro) e di attraversare il lago di Como sull’acqua, naturalmente a bordo di un traghetto della Navigazione Laghi, partendo magari dal Grand Hotel Victoria di Menaggio, capolavoro Liberty di fine ‘800 completamente rinnovato, per raggiungere il Castello di Vezio sul lato opposto, a Varenna, eretto dalla regina Teodolinda, immerso nel verde di uno degli oliveti più a Nord del mondo e popolato da falchi e fantasmi.

castello di vezio varenna

Una ventina di euro spesi bene per godersi il lago ed evitare le lunghe e snervanti code di un’alternativa circumnavigazione. I progettisti e gli ingegneri della casa di Monaco hanno realizzato una decappottabile a quattro posti con il tetto in tela multistrato, capace di proteggere dal rumore, dal caldo, dal freddo.

Castello di Vezio

Una vettura che si può scegliere spinta dalla benzina oppure ibrida a gasolio o ibrida a benzina. Per usarla aperta anche d’inverno, non dimenticate di ordinare dalla lista degli optional l’air collar e il frangivento.

A GRAZZANO VISCONTI CON LA NUOVA RANGE ROVER, RICORDANDO HARRY POTTER

Range Rover

Non cammina sull’acqua, ma di stregato la nuova Range Rover ha tantissime cose. A cominciare dalla forma, talmente semplice da essere sbalorditiva come se fosse nata da un tocco di bacchetta magica. Un design essenziale, privo di dettagli superflui, proietta sua Maestà la regina delle vetture inarrestabili nel futuro.

Gli interni sono un inno al minimalismo che incanta, e al lusso privo di ostentazione. Ogni dettaglio mostra la qualità dei materiali e delle finiture e in viaggio è difficile che i passeggeri si accorgano del lavoro oscuro dell’elettronica, che spiana ogni ruga dell’asfalto per offrire l’effetto tappeto volante anche quando l’off road diventa duro e puro.

Borgo Harry Potter

Una sorta di living room da 124.500 euro per raggiungere il borgo di Harry Potter, nella nebbiolina della Pianura Padana, a Grazzano Visconti. Una perfetta ambientazione per l’insediamento di maghi e streghe, con i loro calderoni, pozioni, scope volanti, toghe e bacchette magiche. Non manca il castello che ricorda l’ Hogwarts di Harry Potter: maestoso, imponente, con tanto di labirinto.

LA PEUGEOT 308 SW  VOLA SUL BALCONE D’ITALIA

Peugeot 308 SW

Un tocco di bacchetta magica ha raggiunto anche la nuova Peugeot 308 Station Wagon, adattissima a quegli automobilisti che uniscono l’utile al dilettevole. Ovvero, tanto spazio e il piacere di guida che solo le auto più vicine al suolo rispetto alle dominanti Suv possono assicurare, ancora di più con l’i-Cockpit, il volantino, a realtà aumentata. Il plus è quello di non doversi svenare per parcheggiarla nel garage di casa. Il listino della 308 SW, infatti, parte da 24.750 euro e si può scegliere tra motori benzina, gasolio e ibrido ricaricabile.

Peugeot 308 SW

Ora è dotata delle zanne anteriori luminose per donare la giusta aggressività al frontale mentre il corpo vettura è disegnato facendo risaltare i muscoli che si sviluppano da un passaruota all’altro. Gli interni sono stati rivoluzionati. Pochi elementi ma ben costruiti e assemblati. Uno tra tutti, la tastiera centrale a pianoforte dalla quale è possibile personalizzare secondo i gusti la vettura e accedere all’infotainment.

BALCONE D’ITALIA

Peugeot 308 è la familiare perfetta per scovare i luoghi più nascosti. Posti, spesso, neanche tanto lontani da casa, capaci di offrire un panorama straordinario come il Balcone d’Italia a Sighignola, in Val d’Intelvi, una terrazza, sul confine italo-svizzero, con un’incredibile vista sul Lago di Lugano e sulle Alpi. Accanto, la Baita Lanzo dove gustare polenta, funghi e carne alla brace.

DOMANI NON PERDETEVI LA SECONDA PARTE DI “2022: FUGA DALLA TERRA DI MEZZO CON SEI MAGICI WEEKEND”

 




CON L’INEDITA LAMBORGHINI URUS DA TAORMINA ALL’ETNA [Secondo giorno]

Verso il vulcano

Si torna a Sud, per salire alle pendici dell’Etna, quindi compiere il giro completo attorno al vulcano, in senso orario. Un’avventura tra strade con paesaggi incredibili e percorsi fuoristrada anche molto dinamici

di NICOLA D. BONETTI – FOTOGRAFIE WOLFANGO

Un po’ di strada

Urus è parcheggiata vicino a un paio di antichi cannoni che decorano il parcheggio del grand hotel, rivolti in direzione della Baia delle Sirene. Per avviare il motore è necessario sollevare la gabbietta rossa di protezione (come sugli aerei militari, come sicurezza per i meccanismi di sparo) e premere il bottone di accensione. Il tuono è possente, lasciando il dubbio di aver riattivato i cannoni, oppure svegliato il dio Vulcano, o magari l’Etna stessa. Un saluto agli dei prima di metterci in movimento: ripartiamo da Taormina lungo un tratto autostradale per raggiungere le vie che ci condurranno sull’Etna, salendo al Rifugio Sapienza, prima tappa della “navigazione” tutt’attorno in senso antiorario, con panorami e paesaggi che incantano sempre, per poi passare da Bronte a Linguaglossa e rientrare a Taormina.

Intanto, in autostrada, scorrevolezza e precisione sono esemplari, apprezziamo il comfort, l’erogazione sempre disponibile con riprese piene, e nelle curve in velocità la pulizia di guida e la stabilità delle quattro ruote sterzanti.

Guida nella grande bellezza

Usciti al casello di Giarre, percorriamo le strette e trafficate strade fino a Zafferana Etnea, per poi salire con decisione lungo la SP 42 con prima meta il Rifugio Sapienza. Il colore Arancio Borealis e il Toro sullo scudetto hanno la capacità di apparire nei retrovisori delle auto che ci precedono, molte delle quali agevolano il sorpasso, spesso filmandoci con i cellulari.

Il percorso diventa tortuoso, l’agilità di Urus è notevole, quando saliamo di quota, arrivando al tratto con gli ampi tornanti, le doti di stabilità e la trazione emergono prepotenti. Perfino quando la strada è ricoperta da ceneri vulcaniche. Regoliamo Sport e anche Corsa, sentendo l’essenza della dinamica, da supersportiva.

Infatti la salita che ben conosciamo non sembra essere più in pendenza: i 650 cavalli e la coppia del V8 biturbo offrono massima erogazione, la percorrenza nelle curve strette mostra l’agilità per lo sterzo integrale e la distribuzione della trazione più al posteriore, facilitando l’uscita per essere pronti alla curva successiva.

Dal Rifugio Sapienza si può prendere la ovovia che porta in quota, da dove, volendo si può apprezzare l’escursione verso i crateri secondari, con guida, portati da mezzi 4×4 specialistici per le forti pendenze e la frequente presenza di neve.

Fuori asfalto

Scendiamo di quota fino a deviare in zone secondarie, insospettate, dove presto finisce l’asfalto: agiamo sulle regolazioni, spostando Anima su Terra e sollevando le sospensioni. Siamo pronti alla prima parte dell’avventura, mentre Urus si trasforma da supersuv a fuoristrada. Il comfort è sempre buono, mobilità e motricità sono elevate, percorrendo sentieri e tratturi che dal fondo terroso o di cenere, passando tra muretti di roccia lavica, tagliente per le gomme.

Su certi passaggi occorre sollevare le sospensioni al massimo: l’altezza da terra raggiunge i 240 mm (solo fino a 35 km/h). Gli ostacoli sono superati con facilità: tra salite, discese, dossi, buche e inclinazioni laterali la mobilità di una vettura che supera i 300 km/h è sorprendente: avanza sempre sicura.

Dove mangiare

Abbiamo così raggiunto la zona per il pranzo: il fuori asfalto continua all’interno della tenuta “Podere delI’Etna Segreta” (con relais, volendo). Dove ci attende il ristorante “La Casa di Cocò”, che offre un’esperienza tra sapori antichi e ingredienti genuini. Attorno alla “buffetta”, il tradizionale tavolo rustico delle case contadine siciliane di un tempo, si vivono momenti conviviali unici in un angolo nascosto e intimo dell’Etna con un panorama senza paragone: una distesa di viti e alberi da frutto a perdita d’occhio.

Tenuta creata dalla passione di una famiglia, mangiamo cibi con sapori senza tempo e ispirata alle antiche tradizioni culinarie, con i prodotti dell’orto, la frutta e le uova. Formaggi di pecora e capra, carni, salumi e farine provengono dai dintorni, mentre vini e olio sono prodotti sul posto.

Podere delI’Etna Segreta – Ristorante La Casa di Cocò

Contrada da Sant’Antonio -Torrette snc, 95033 Biancavilla (CT)

Tel. +39 345 433 1002 – +39 346 730 9656

www.poderedelletnasegreta.it

Fuoristrada vero

Quattro salti dopo pranzo, per digerire meglio: tra boschi e distese di roccia e polvere arriviamo alla cava di Nicolosi, ampio comprensorio con percorsi di ogni genere. Dal fuoristrada turistico su sterrati a passaggi più tecnici, con saliscendi. Fino a portare il Toro nell’arena: al centro della cava, su polveri vulcaniche, un percorso con birilli dove, disattivati i controlli e configurata la massima erogazione, Urus si scatena.

Fuori tutta la potenza, balzando da un controsterzo all’altro con insospettata agilità e dimostrandosi sempre facilmente controllabile. Pensiamo ad alcune frasi usate dalla comunicazione di Lamborghini per inquadrare la personalità di Urus, come “expect the unexpected” e “unlock any road”. Che possiamo confermare con grande soddisfazione.

La compagna di viaggio

Lamborghini Urus

Suv supersportiva con motore anteriore longitudinale da quattro litri con otto cilindri, sovralimentato con due turbocompressori, interamente in alluminio: eroga 478 kW-650 CV a 6000 giri con la possente coppia di 850 Nm disponibile da 2250 a 4500 giri. Rapporto tra peso e potenza con prestazioni scattanti: 0-100 in 3,6 secondi e 0-200 in 12,8 con velocità massima di 305 km/h. Freni carboceramici per arrestarsi in soli 33,7 metri a 100 km/h.

Trasmissione con cambio automatico a otto rapporti anche con selezione manuale e trazione integrale con ripartizione variabile della coppia con prevalenza posteriore e torque vectoring, in simbiosi con la sterzatura integrale. Piattaforma inerziale evoluta da Huracán Performante, sospensioni pneumatiche a controllo elettronico con stabilizzazione attiva del rollio attivo e sollevamento regolabile, pneumatici P-Zero Corsa. Prezzi da 231.500 euro.

www.lamborghini.com




CON L’INEDITA LAMBORGHINI URUS DA TAORMINA ALL’ETNA [Primo giorno]

Luoghi dal fascino con risvolti mitologici, da gustare con la nuova versione di una Supersuv che esplode tuoni degni del dio Vulcano

di NICOLA D. BONETTI – FOTOGRAFIE WOLFANGO

Urus è l’anima selvaggia del Toro, evocativo emblema di Automobili Lamborghini. Non si può definire (solo) suv: il costruttore la considera supersuv. Potentissima e distintiva, desiderata e ambita al punto da conquistare in buona parte nuovi clienti, non solo già possessori che affiancano alle sportivissime Huracán e Aventador una vettura che conserva identità, concetto e prestazioni del marchio, aggiungendo spazio e comodità.

Con rinnovata gamma che comprende le Pearl Capsule come quella scelta per un Weekend Premium capace di coinvolgere tutti i sensi, anche fuoristrada.

Supersuv Borealis

L’esemplare che guidiamo è quasi inedito: color Arancio Borealis, una delle tre versioni possibili nella collezione speciale Pearl Capsule, appena presentata, dove la cromaticità prevale. Declinata in tinte forti che esaltano immagine e temperamento di Urus. Tris di colori perlati con Giallo Inti e Verde Mantis, realizzati con vernice a quattro strati e abbinati al nero lucido di tetto, al diffusore posteriore, al labbro dello spoiler e ad altri dettagli. I terminali di scarico sportivi in grigio opaco sono solitamente uniti ai cerchi da 23″, qui sostituiti dai 21” per l’uso fuoristrada. Colore che continua con le finiture interne in combinazione bicromatica, aggiuntiva agli elementi in fibra di carbonio e alluminio nero anodizzato. Arricchendo la sportività e le doti che la rendono pronta a inerpicarsi sulle pendici dell’Etna, scatenandosi anche fuoristrada, con tocchi di colori ancor più da Lamborghini, fuori e dentro.

La belva

Urus è stata presentata nel 2017 e introdotta l’anno successivo: è sempre fresca, a conferma di come le linee del Toro reggano un ciclo-vita più lungo, senza necessità di restyling, arrivando a sfidare anche il decennio. Come pure per la meccanica, progettata per le normative a lungo termine. L’aggressività del design di Urus è senza tempo: aggressivo e dinamico, è talmente distintivo da essere sempre attuale e pronto a diventare un classico.

Fattore dimostrato dalla richiesta: oggi i clienti aspettano sette mesi prima di entrare in possesso dell’agognato esemplare. E poterne assaporare i contenuti: dinamica di guida, tecnologia, artigianalità e qualità, tutti a livelli elevatissimi, con effetto duraturo. Però, per chi volesse l’ultima versione, ci sono le tre Pearl Capsule da scegliere secondo quanto ci si voglia far notare. Anche se, con qualsiasi Lamborghini è difficile passare inosservati.

La Sicilia orientale

Giusto per ripassare la geografia, restiamo nella parte settentrionale dell’isola, lungo la costa ionica. Dall’aeroporto di Catania ci dirigiamo verso Nord, con il consueto dilemma se convenga più l’autostrada, trafficatissima e attualmente con restringimenti di carreggiata per lavori che generano code infinite, oppure passare per la costa. Scegliamo questa, che passa talmente vicina al centro che non resistiamo a un fugace passaggio in centro, ammirando come sempre le opere barocche realizzate con pietra lavica. Il fascino della “Città nera” è unico: riguarda la maggior parte degli edifici storici, e naturalmente i monumenti come la Piazza del Duomo, la Cattedrale di Sant’Agata e l’Elefante di Pietra, simbolo della città.

Non solo fuori

Guidando una Lamborghini, le meraviglie non sono solo all’esterno: l’abitacolo comodo e spazioso, richiama un aereo da caccia, nel quale l’essenzialità delle funzioni si riflette sulle forme. Le 32 regolazioni del sedile sono da gestire con il display centrale.

Quelle della dinamica di guida sono più complesse: il comando rotante a sinistra in basso sul tunnel centrale si chiama Anima. Dal quale si possono selezionare Strada, Sport, Corsa, Sabbia, Terra e Neve. Mentre a destra si chiama Ego: personalizza la configurazione secondo le preferenze. Ma si può anche lasciare che sia Urus a gestire il tutto: possiamo fidarci.

Lungo la costa

Uscendo dall’antica “Aci Catena” non resistiamo a un salto nella baia di Ognina, sempre da godere, amata dai catanesi e non così nota a tutti i turisti. Procedendo poi per Aci Castello, Aci Trezza, Capo Mulini, quindi Santa Caterina e Acireale. Poi la strada (non la Statale 114, ma la Provinciale 2), si stacca dal mare, per ritornarvi con la deviazione lungo la SP 173 a Torre Archirafi che costeggia di nuovo lo Ionio. Dopo Riposto, avanti sul Lungomare Cottone, quindi un tratto interno per rivedere le acque a Giardini Naxos, con tappa prima al Museo a all’area archeologica. La Statale 114, Orientale Sicula, torna sul mare per darci il gusto di scorgere Taormina, dominante dall’alto del Monte Tauro (nome che non pensiamo sia casuale, visto il Toro sul frontale di Urus), sulle piccole baie, tra Capotaormina, Isolabella, Mazzarò e Baia della Sirene, la nostra meta.

Arrivo al relax

La Baia delle Sirene è un angolo spettacolare, ai piedi di Taormina. Il Grand Hotel Atlantis Bay è un classico dove si torna sempre volentieri. Posizione eccellente, tutte le camere con vista mare e terrazza (alcune più grandi), l’accesso diretto all’acqua, la cura dei dettagli. Ottimo ambiente, meglio da apprezzare fuori stagione, con l’intera struttura quasi solo a nostra disposizione.

Taormina Voi Hotels Atlantis Bay

Servizi ridondanti, completati dall’accoglienza del Ristorante Ippocampo, con menu raffinato, buona scelta di vini, personale professionale e cordiale: cucina ricercata con materie prime di qualità e veri sapori secondo le tradizioni siciliane, per un’esperienza gourmet in una località unica, anche spaziando verso interpretazioni creative.

Notevole il bar Dioniso, con scelta e consigli di elevato profilo, come un Gin dell’Etna per concludere la serata prima di ritirarsi sulla terrazza privata, fumando un sigaro con il solo rumore del mare.

Grand Hotel Atlantis Bay Taormina

Via Nazionale 161, 98030 Taormina (ME) – Tel. +39.(0)942.618.011

vretreats.com/atlantis-bay/

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Video Mazda MX-30, dove nacque la pila e la seta più fashion

La nuova Mazda MX-30, SUV 100% elettrico dalle forme accattivanti e dalla tecnologia sofisticata, è stata protagonista del nostro ultimo Weekend-test premium che si è svolto tra i luoghi senza tempo che hanno ospitato l’inventore della pila, ovviamente stiamo parlando di Como e del nostro illustre connazionale, Alessandro Volta.

La Mazda MX-30 nei pressi del Lago di Como

Nel video che vi proponiamo scoprirete insiee a noi alcuni dei posti più incantevoli ed interessanti di Como e dell’omonimo lago su cui si affaccia e nello stesso tempo potrete apprezzare pregi e caratteristiche del SUV a zero emissioni della Casa di Hiroshima, di cui avevamo avuto il piacere di parlare anch ein un altro articolo che potete rileggere cliccando al seguente link.

https://www.youtube.com/watch?v=MLv1J69-vQ8

 

 




A Cortina il green è davvero Premium…con l’E-Bike

Di Silvana Lattanzio

Di solito per questa rubrica testiamo le performance delle auto, mentre stavolta la nostra compagna del weekend è una e-bike e un Weekend Premium non poteva non essere fatto a Cortina, un vero e proprio “salotto” a piedi delle Dolomiti, dal 2009 Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Eh sì, si sa, Cortina è una meta speciale di bellezza ed eleganza, di armonia anche visiva: nella magica valle non c’è una stonatura dovuta a qualche intemperanza edilizia, e se ci addentriamo nei boschi, questi sono tenuti come salotti.

Corso Italia, la via principale di Cortina

Sarà, oltre che per l’amministrazione pubblica, anche per le famiglie regoliere? Ogni famiglia di antichissime origini ampezzane hanno in gestione una parte del bosco, del quale ne rispondono per il livello di manutenzione e di gestione.

Me ne parla Gherardo Manaigo, la cui famiglia è proprietaria dell’Hotel De La Poste da sette generazioni, in pieno centro, ed è il più antico albergo di Cortina (1804). Le sue stanze hanno ospitato personaggi illustri come Ernest Hemingway, Henry Fonda e Liz Taylor, tanto per citarne alcuni. Ma questa è un’altra storia. Torniamo ai regolieri.

Antiche famiglie ampezzane: i Regolieri

Sulla via principale, in Corso Italia, c’è la Ciasa de ra Regoles, un palazzotto di una certa pomposità che troneggia in centro del “salotto” montano. La Regola, per antichissima tradizione, è un consorzio pastorizio che unisce membri di famiglie per mantenere al meglio tratti di boschi e gestire i pascoli in modo intelligente.

I Regolieri, cioè i capi-famiglia ampezzani residenti lì da generazioni, devono rispettare il “Regolamento di condominio” che disciplina l’uso dei beni comuni e hanno diritto di voto nelle assemblee regoliere. Dal web: “Loro sono i sostenitori delle istanze delle famiglie ampezzane e si riuniscono una volta all’anno proprio nella suddetta Ciasa de ra Regules”. Sa un po’ di sistema feudatario, forse, e non comprendo bene come si concili tutto ciò con i tempi moderni, ma il discorso di Gherardo mi affascina parecchio.

Cortina è anche cultura

La prima sera del nostro lungo week end decidiamo di andare a teatro, all’Alexander Girardi Hall a vedere Romeo e Giulietta. Entro in sala poco convinta: va beh, la storia la conosciamo già, la scenografia è scarna e gli interpreti sono solo tre. Speriamo finisca presto… e invece, tempo cinque minuti, lo spettacolo mi prende subito, loro, i tre attori, Anna de Franceschi, Michele Mori e Marco Zoppello della Compagnia Lo Stivalaccio, mi conquistano subito, anzi, conquistano subito l’intera sala di spettatori con questa loro interpretazione d’avanguardia, con questa loro capacità di improvvisare e di coinvolgere il pubblico in una “prova aperta” nella quale viene inevitabilmente trascinato. Da vedere.

Dove dormire: Hotel Villa Argentina

 Rientriamo all’Hotel Villa Argentina, un albergo circa a metà strada tra Cortina e i Passi Falzarego e Giau, anche lui vanta un passato storico, cent’anni di attività. Da piccola locanda a grande albergo, la posizione è davvero invidiabile, circondato com’è dalle bellezze delle Dolomiti. Il suo titolare Giovanni Menardi, oltre che albergatore anche organizzatore di tante gare come la Delicious Trail Dolomiti, ha dato un imprinting all’organizzazione della struttura che è biker friendly e pet friendly.

Le compagne di viaggio: le e-bike Fantic e Cube

Una volta svegliati e “colazionati”, andiamo alla Funivia Faloria dove ai suoi piedi c’è Igor Ski & More con il suo nuovo gruppo di Guide di mountain bike by Cortina Snow Dreamers, dove noleggiamo le e-bike. Davide Peterlin, con la sua, ci fa da accompagnatore. Saliamo sulla Freccia nel Cielo con le nostre bici e in pochi minuti ci troviamo a un passo dalle vette a pedalare dentro al bosco per bellissimi sentieri, sempre molto ben tracciati.

Da Igor noleggio bike

Vogliamo spezzare una lancia a favore di queste electric bike che, a differenza delle bici muscolari dove sono solo le proprie gambe a girare, offrono un “piccolo” aiuto grazie a un motore elettrico che supporta il ciclista che, usando il cambio, può intensificare o alleggerire l’aiuto stesso. I ciclisti puri inorridiscono, ma dobbiamo considerare che non tutti siamo atleti e quindi questo “aiutino” può incentivare spostamenti sulla due ruote invece che in macchina, e questo è un comportamento virtuoso, è più green. Inoltre, esageriamo, può tenere unite famiglie dove nella coppia uno è ciclista puro e l’altro non potrebbe seguirlo nelle sue performance se non con il famigerato aiutino.

Pranzo al Rifugio Faloria e cena allo Chalet Tofane

Torniamo alla nostra gita. Tappa al Masi Wine Bar Druscié che ai deliziosi dolci ampezzani abbina vini speciali unendo tradizione a modernità, col Monte Tofana e Monte Cristallo a far da sfondo.

Il Wine bar Col Drusciè

Seconda tappa, al Lago Ghedina, da Bepi che, col suo accento marcatamente romano, fa uno strano contrasto con l’ambiente dolomitico. Il lago stupendo, chiarissimo e trasparente, mille le foto da fare.

Il Lago Ghedina

Per il pranzo decidiamo di fermarci al Rifugio Faloria, ci arriviamo con l’omonima funivia, ed ecco che ci troviamo di fronte a una vera e propria terrazza naturale sulle vette dei “Monti Pallidi”, il Pelmo, le Tofane e le Tre Cime di Lavaredo.

Il Rifugio Faloria

Per la cena optiamo per lo Chalet Tofane, dove gustiamo una cucina gourmet tipica ampezzana (buonissimo lo stufato di cervo, mi perdoneranno i vegetariani). Chiacchiere e tisane calde (sì perché la sera è un po’ freddino) terminano questa bella giornata sotto un cielo di stelle.

Lo chalet Tofane

Un po’ di storia

Domenica mattina con la Funivia Lagazuoi arriviamo in vetta dove, oltre a un Museo della Grande Guerra, si possono vedere sui fianchi delle montagne limitrofe lunghe feritoie che erano postazioni di mitragliatrici dei soldati austro-ungarici che resistevano agli italiani.

La Croce sulla cima del Piccolo Lagazuoi

Cortina è anche storia, dunque. A piedi dal Rifugio Lagazuoi raggiungiamo la Croce sulla cima del Piccolo Lagazuoi, 2.778 m, eretta in memoria delle vittime del conflitto. La cosa molto pregevole è che il sentiero che bisogna fare per raggiungerla è stato restaurato in modo che non abbia più alcuna barriera architettonica, così che anche i diversamente abili in carrozzina possono, a parte gli ultimi pochi metri, raggiungerla in perfetta autonomia (oltre che, naturalmente, anche le famiglie con bimbi in carrozzina).

Il sentiero che porta al Lagazuoi, senza barriere architettoniche

L’ingegner Stefano Illing, uno dei promotori dell’iniziativa, ci accompagna a visitare il Lagazuoi Expo Dolomiti, inaugurato nel 2018, per visitare il Lagazuoi Winning Ideas Mountain Awards, che premia i migliori progetti per idee, tecnologie, applicazioni legate alla montagna a proposito di sostenibilità.

Ultima tappa tra queste vette la facciamo al Rifugio Lagazuoi, il più in quota (2.752 m) e il più capiente di Cortina d’Ampezzo e con un incredibile panorama sulle vette più alte del circondario, dalla Marmolada alle Tofane, alle Cime di Fanes. Un po’ di sole, chiacchiere e poi è ora di rientrare a Milano.

Il Rifugio Lagazuoi e lo splendido paesaggio circostante

E il traffico non perdona. D’altronde nella vita a cose belle, a volte, seguono cose un po’ complicate. L’importante è che torni sempre il bello.

Ritorno a Milano

La Compagna di Viaggio: l’E-Bike

 Nome: Fantic, Cube

Ammortizzatori: possono essere mono o bi-ammortizzate

Cinque cambi: Eco, Tour, Mtb, Turbo, Emtb; più si cambia e maggiore è l’assistenza e la velocità della bike

Prezzo per l’acquisto: mono-ammortizzate dai 3 ai 4.000 euro, bi-ammortizzate dai 6 ai 7.000 euro

Prezzo per il noleggio: le mono 47 euro al giorno, le bi 55 al giorno (i prezzi si riferiscono all’alta stagione).

Una E-Bike Fantic Enduro XF1

Le Regole basi del buon biker (proposte dal CAI)

– Rispetta l’ambiente e gli altri (animali compresi)

– Resta sul tracciato

– Non derapare e non inchiodare

– Non sei in gara ma in escursione

– Controlla che la bike sia a posto

– Controlla attrezzatura necessaria

– Indossa il casco allacciato

– Mantieni una velocità controllata

– Dai precedenza a escursionisti

– Scegli percorsi adatti alle tue capacità

Una E-Bike Cube




Con la Ford Mustang cabrio a Lazise, sul lago di Garda

Mettete una bella giornata di sole, una cabrio “muscolosa” e una gita glamour al lago. Gli ingredienti perfetti per un Weekend Premium. Anche perché, con tutti quei cavalli dentro il cofano e il cielo sopra la testa, all’aperto, non serve fantasticare spettacolari controsterzi sulle strade di San Francisco o improbabili galoppate lungo le strisce d’asfalto senza fine dei deserti del Vecchio West: per provare emozioni incontenibili basta dar voce al possente cinque litri della Ford Mustang, in versione cabrio. L’auto che ci accompagna nel nostro Weekend-test Premium. Direzione: Lazise, adagiata sulla sponda orientale del lago di Garda. Qui si respira un’atmosfera veneziana.

Che sound!

la Mustang si è adeguata piuttosto bene ai nostri palati

Durante il viaggio, sentir vibrare la fascinosa vocalità del V8 e affondare il piede sul gas ti fa sentire un po’ yankee. Eppure, da quando nel 2015 è sbarcata ufficialmente per la prima volta in Italia, su strada la Mustang non ha più la tipica impostazione americana. Anzi si è adeguata piuttosto bene ai nostri palati, ben più esigenti e sofisticati in materia di handling e precisione di guida: si presenta così, oggi, la Mustang 5.0 V8 GT Convertible.

Cosa vedere

mustang
Il piccolo porticciolo

Raggiungiamo Lazise in auto percorrendo l’autostrada A4 (uscita a Peschiera del Garda). In alternativa, si può optare per l’A22 (uscita ad Affi). Arrivando, si ammirano fin da subito le mura che circondano il centro storico e rimandano alla chiara impronta medioevale. Sul piccolo porticciolo, poi, si affacciano gli edifici della Dogana Veneta, la romanica chiesa di San Nicolò (con affreschi attribuiti alla scuola di Giotto) e il municipio cittadino. A poca distanza sorge il Castello Scaligero, circondato da un verde giardino, che nei secoli è stato protagonista di numerosi assedi che si sono susseguiti per il controllo della cittadina.

La particolarità

A destra le mura del Castello

Prima di perderci tra vicoli e piazzette, conosciamo meglio la storia di questo posto. Lazise è il più antico comune d’Italia. Merito dei privilegi concessi da Ottone II di Sassonia, imperatore del Sacro Romano Impero, che di fatto significavano “autonomia amministrativa” per agli abitanti. Il centro storico di Lazise conserva intatto il fascino medievale che le sue origini hanno impresso nell’impianto urbano delle sue vie e delle sue piazze, racchiuse da solide mura e dal castello Scaligero che vigila con l’imponenza delle sue torri. Cittadina di consolidata vocazione turistica, oltre alle bellezze storiche e al paesaggio che la circonda, gode di una splendida passeggiata sul lungolago Marconi, pavimentata a onde, quasi per confondere il confine del lago con le case. Lungo questo percorso, incastonata nel terrapieno di una villa, c’è una lapide di marmo Rosso Verona che ricorda a tutti i passanti che Lazise è il più antico comune d’Italia: “Il 7 maggio 983 l’imperatore Ottone II concesse agli originari di Lazise (18 quibusdam hominibus in terra et castro Lazisii morantibus) il privilegio di imporre diritti di transito e di pesca, il toloneo, il ripatico e di fortificare il borgo con mura turrite”. Ai primi di maggio va in scena la rievocazione storica di questo episodio.

L’auto

Chiesa di San Nicolò

Con l’ultimo, leggero restyling, che ha interessato soprattutto il frontale e qualche dettaglio della coda, l’icona d’oltreoceano è diventata ancora più muscolosa e, nemmeno a dirlo, graffiante. Merito dell’iniezione di cavalli garantita dal V8, che adesso può contare su 450 CV e un cambio automatico a dieci marce. Quasi quattro metri e 80 di lunghezza, uno e 92 di larghezza, uno e 40 di altezza: sono misure da vettura americana di questo genere, con il bagagliaio utile per qualche valigia (neanche troppo grande). La capote in tela si apre e chiude velocemente, in meno di 10 secondi.

Atmosfera veneziana

Il paese ha sempre avuto tre porte d’ingresso munite di saracinesche e ponti levatoi, porta Superiore, oggi battezzata porta San Zeno, porta Lion (così denominata perché recava lo stemma della Serenissima di Venezia) e porta Nuova, oggi porta Consignorio. Oltrepassate le mura, incontriamo la chiesa dei Santi Zeno e Martino e raggiungiamo il porticciolo, davvero caratteristico, ancora animato dalle barche dei pescatori. Qui troviamo la Dogana Veneta, un monumentale edificio del 14° secolo. In epoca veneziana, la struttura era sede della dogana per il pagamento del dazio del transito delle merci tra la Lombardia e la Repubblica di Venezia. Le imbarcazioni dovevano infatti farvi ingresso transitando sotto gli imponenti archi della sua facciata, prima di poter accedere al porto da un’apertura laterale.

Dogana Veneta

 

Successivamente, tale funzione venne meno con la caduta della repubblica Veneziana e l’edificio adibito ad altre funzioni, tra cui arsenale. Dopo un minuzioso restauro (2003-2006) che l’ha riportato agli originari splendori, oggi la struttura unisce il gusto di una suggestiva cornice monumentale con le più moderne tecnologie di un polivalente centro congressuale: è considerata una delle più eleganti ed esclusive location per eventi della provincia di Verona. Ma il motivo per cui Lazise è celebre è il suo elegante lastricato pedonale sul lungolago. Sui portici si affacciano case, bar, ristoranti e negozi che proseguono anche dentro i caratteristici vicoli, alcuni dei quali conservano la denominazione di “calle”. Di sicuro è una delle più belle passeggiate di tutto il lago di Garda. Angoli pittoreschi si possono trovare anche in piazza Vittorio Emanuele. Il contesto ideale per esaltare la nostra cabrio.

Come va

Lungo Lago

L’abbinamento della nuova trasmissione automatica con il V8 è gradevole. I passaggi da un rapporto all’altro non sono particolarmente rapidi, ma piuttosto decisi e in linea con lo spirito dell’auto. Ovviamente c’è sempre l’apprezzatissima versione manuale a 6 rapporti. Ai bassi regimi questa Mustang sembra sonnecchiare, poi cambia registro (con varie modalità di guida) e la spinta si fa possente fino alla zona rossa, attorno ai 7.000 giri. Tutto è registrato dal nuovo quadro strumenti digitale con la grafica personalizzabile, che s’inserisce bene dentro la plancia, rimasta quella di sempre, dove spicca il collaudato sistema multimediale Sync 3. Al volante, il suono borbottante del V8 riesce sempre a cullarti o darti il ritmo, tutto dipende dalla frenesia del piede destro. Un motore così, su un’auto così, può solo esaltare. Su strada, la Mustang non risparmia soddisfazioni: la trazione posteriore regala piacevolezza e s’accorda perfettamente con l’assetto, preciso ed efficace. Le prestazioni sono di assoluto livello. Grazie al suo magico 8 cilindri (elastico e gagliardo), tutto diventa spassoso e inebriante anche, ed è questo il bello, a velocità moderate e civili, senza disturbare le mappe di guida più aggressive. Per averla, bastano, si fa per dire, poco più di 50mila euro.

Dove mangiare

Tenuta Canova

Situata nell’entroterra del lago di Garda, Tenuta Canova concilia le morbide linee della zona collinare del veronese con il grande specchio d’acqua del lago. Il belvedere regala un incantevole panorama che spazia dai vigneti alle colline della Valpolicella, fino alla montagna. Qui gli amanti del vino e della buona tavola si sentono a casa. Davvero gradite non solo l’atmosfera cordiale e la pacata eleganza degli spazi interni ed esterni, ma anche la bontà di una cucina che si rinnova con l’alternarsi delle stagioni. La location, immersa nella campagna del lago di Garda, invita ad assaporare ottime pietanze sotto le frasche argentee degli ulivi o nell’ampia corte interna. È possibile gustare i vini Masi nei migliori abbinamenti con la cucina locale, scegliendo tra la luminosa veranda, il fresco plateatico, l’uliveto e gli interni ampi ed accoglienti. Sugli scudi l’Amarone, già noto per le sue qualità sin dal XII secolo. La Tenuta ospita, il multimediale Masi Wine Discovery Museum, un percorso didattico e allo stesso tempo emozionale.

Dove dormire

Quellenhof Luxury Resort

Un consiglio per la notte e non solo? La “dolce vita” nell’esclusivo hotel a 5 stelle sul lago di Garda, il Quellenhof Luxury Resort. Circondato dagli ulivi, al di sopra del piccolo borgo medievale di Lazise e a soli pochi minuti dalla sponda sud-orientale del Lago di Garda. Wellness & Spa, piscine esterne, laghetto naturale balneabile, attività all’aria aperta (bicicletta, escursioni e gite in barca). Un’esclusiva atmosfera, per goderci la bellezza e il fascino di Lazise con i suoi pittoreschi scorci, i vigneti baciati dal sole e l’incantevole passeggiata. Accompagnati dalla nostra ormai inseparabile compagna di viaggio, la Ford Mustang cabrio.

Cockpit della Mustang Cabrio

 




Con l’Audi Q5 Sportback ibrida plug-in per un Weekend divertente, sostenibile e.. PREMIUM

Siete amanti dei Weekend all’insegna della dinamicità e del divertimento, ma non volete rinunciare al confort e alla praticità di un viaggio su un comodo SUV?  Con ogni probabilità la nuova Audi Q5 Sportback è la vettura che fa per voi perché coniuga il meglio di due mondi: l’identità Q, espressione di dinamismo, tecnologia e sicurezza, e la sportività delle linee di una coupé. Caratteristiche condivise dalla nuova versione TFSI e, forte della tecnologia plug-in Audi declinata in due step di potenza (299 e 367 CV) e garante di un’autonomia a zero emissioni ideale per il commuting urbano, di prestazioni sportive, consumi da scooter a batteria carica e sensibili vantaggi in termini di mobilità e fiscalità.

L’entrata a listino di Audi Q5 Sportback TFSI e quattro S tronic amplia la gamma PHEV dei quattro anelli. Una famiglia oggi composta da 11 modelli che spaziano dalla compatta Audi A3 Sportback all’ammiraglia Audi A8, passando dalla berlina e Avant Audi A6 e dalla coupé a cinque porte Audi A7 Sportback sino ad arrivare ai SUV Audi Q5, Audi Q7 e Audi Q8, senza dimenticare gli sport utility compatti, recentemente introdotti, Audi Q3 e Audi Q3 Sportback TFSI e.

Elettrificazione: picco di coppia sin da 1.250 giri/min

Il powertrain di Audi Q5 Sportback TFSI e è composto da un 4 cilindri 2.0 TFSI – turbo a iniezione diretta della benzina – e da un propulsore elettrico del tipo sincrono a magneti permanenti integrato, insieme a una frizione di separazione, nel cambio S tronic a 7 rapporti. La versione 50 TFSI e può così contare su di una potenza complessiva di 299 CV e 450 Nm di coppia, mentre la variante 55 TFSI e si attesta a 367 CV e 500 Nm. Quest’ultimo picco disponibile a un regime eccezionalmente basso: 1.250 giri/min. Valori che garantiscono, in abbinamento alla trazione quattro con tecnologia ultra, prestazioni degne di una sportiva a fronte di un fabbisogno di carburante, a batteria carica, straordinariamente ridotto. Allo scatto da 0 a 100 km/h in, rispettivamente, 6,1 e 5,3 secondi e alla velocità massima di 239 km/

Batteria ad alto voltaggio e quattro modalità di marcia

La batteria agli ioni di litio da 17,9 kWh, posizionata sotto il vano bagagli, consente di percorrere sino a 62 chilometri WLTP in modalità puramente elettrica. Un risultato di riferimento tra i SUV coupé premium cui contribuiscono i programmi di marcia “EV”, “Auto”, “Battery hold” e “Battery charge” che danno rispettivamente priorità alla trazione elettrica, alla modalità ibrida automatica, al risparmio d’energia a vantaggio di una successiva fase di viaggio oppure alla ricarica della batteria.

In modalità “Battery charge”, il propulsore termico non solo trasmette il moto alle ruote, ma contribuisce all’attivazione del motore elettrico in fase rigenerativa. Quest’ultimo, chiamato ad agire quale alternatore, consente di recuperare circa l’1% di carica per ogni chilometro percorso sino al raggiungimento della soglia dell’80% d’energia all’interno della batteria.

Quanto alla tecnologia di recupero, il sistema deriva da Audi e-tron, prima vettura elettrica dei quattro anelli: il motore elettrico si occupa delle decelerazioni lievi, le più frequenti nella marcia quotidiana, mentre le frenate di media intensità sono di competenza dei freni idraulici tradizionali.

Fontanafredda, dove il Barolo fa rima con la storia

Nata nel 1858 dalla storia d’amore tra il Re d’Italia, Vittorio Emanuele II e Rosa Vercellana. Fontanafredda rappresenta una comunità, unita intorno al rispetto della terra, oggi con 120 ettari certificati a BIOLOGICO che fanno da cornice al primo Villaggio Narrante d’Italia. Parliamo dei più grandi produttori privati di Barolo. Barolo iconici come il Barolo Serralunga d’Alba e il Barolo classico.

Il primo Villaggio Narrante d’Italia è frutto di 13 piccoli racconti pronti a ridare vita al borgo storico alla scoperta degli oltre 160 anni di storia, dove ogni scorcio, ogni pianta ed ogni edificio sono narrati per tutti coloro che entrano a far visita.

Dove Dormire

Fontanafredda

Indirizzo: Via Alba, 15 – Serralunga d’Alba (CN)

12050 – Italia

Telefono +39 0173 626 481

Mail info@villaggionarrante.it




Con la nuova 500 elettrica cabrio a Bellagio

https://youtu.be/8H-0oeFBW9I

 

 




ALLA SCOPERTA DI SORANO E DELLA MAREMMA ETRUSCA CON LA NUOVA AUDI Q5 SPORTBACK

A1, e uscire a Chiusi per godersi la Toscana classica, ma poi  puntare su Sorano, tuffandosi nella Maremma , seguendo con la nostra Audi Q5 le tranquille strade di oggi e scoprendo le suggestive Vie CAVE di un lontano ieri, scavate nel tufo  dai nostri antichi fratelli Etruschi. E già perchè oggi si sa che questo misterioso popolo era in realtà italico, o almeno in gran parte.

di Raffaele d’Argenzio

Tanti posti dove andare, ma stavolta ho scelto Sorano, nella Maremma Etrusca.
Certo è più facile accettare gentili inviti, già tutti organizzati, ma talvolta ti viene l’esigenza di scegliere da solo. Poche cose nel trolley e corri dietro ad un ricordo, un impegno che hai preso con te stesso, la voglia di mettere una tessera mancante nel  mosaico della tua vita. Era tanto che avevo promesso di andarci, forse mi aspettavano… gli Etruschi della Maremma. Sorano, Sovana, Pitigliano:
un triangolo etrusco con le Vie Cave e le tombe rupestri scavate nel tufo, la roccia leggera che accoglie lo scalpello e regala panorami come quello di Sorano.

LA COMPAGNA DI VIAGGIO, L’AUDI Q5 SPORTBACK

Nella campagna toscana con la trazione integrale

Per questo long-weekend, non potevamo scegliere una compagna di viaggio più adatta  della nuova Audi Q5 Sportback 40 TDI quattro S Tronic.
Le curve sono tante, ma l’andare è dolce anche se possente, a bordo del nostro vascello il cui timone/volante sembra curvar da solo.
Ma ora  cerchiamo di  farvela conoscere perchè ne vale la pena. Questa inedita Audi Q5 Sportback  si propone come weekend-car per eccellenza. Risulta caratterizzata da un design muscolare, ma porta in dote un’indole sportiva e un look che strizzano l’occhio alle coupé, il tutto mescolato alla versatilità e alla fruibilità tipica di un suv. E’ sinuosa come una coupé e versatile come un suv. Infatti porta  in dote le linee di una coupé, tra cui l’andamento rastremato del tetto che confluisce nei montanti posteriori, fortemente inclinati, e culmina nello spoiler sportivo. Nonostante le sue forme sportive e sinuose, Il bagagliaio garantisce una capienza di 510 litri, che diventano 1.480 litri abbattendo i sedili posteriori. L’interno è lussuoso e rifinito in ogni particolare, i rivestimenti in morbida pelle circondano una plancia hi tech che ha il suo cuore al centro della plancia dove troviamo il display touch ad alta risoluzione da 10,1 pollici, che permette di gestire tantissime funzioni, come il navigatore GPS, l’impianto audio e la connettività per smartphone, compatibile con Apple CarPlay e Android Auto.

LA TOSCANA CLASSICA E LA ROCCA DI RADICOFANI

Toscana classica, Val d’Orcia e Radicofani

Uscire a Chiusi, anche se forse conviene la stazione di Orvieto, ma qui si entra nella Toscana classica, tante curve verso Sorano, ma dopo ogni curva appare un quadro dipinto dalla natura ma che l’uomo toscano ha saputo incorniciare.
Si attraversa San Casciano dei bagni,  con le sue Terme e la sua storia, e poi  lassù in alto appare anche Radicofani, con il suo Castello, da cui si domina la Val d’Orcia, di cui fa parte. Il nome di questa rocca mi rievoca qualcosa ma non so cosa, però appena superata mi sono ricordato: proprio da questa Rocca nel 1290 il brigante Ghino di Tacco piombava sui viandanti  per depredarli. E con questo nome tanti secoli dopo Bettino Craxi firmava i suoi articoli, credo per dire che  la politica italiana doveva sottostare a lui, come chi voleva passare sotto la Rocca di Radicofani  dove sottostare a Ghino di Tacco. Un giochetto che oggi qualche politico vuol fare senza pensare al bene comune ma solo al proprio tornaconto. La storia insegna poco  se sopportiamo ancora i Ghino di Tacco.
Un’accelerata verso Sorano e gli Etruschi tornano in me.

SORANO E LA SUA  FORTEZZA INVINCIBILE

Arrivo a Sorano

Man mano che la Maremma si avvicina, il paesaggio cambia, qui la natura non si è fatta addomesticare, il bosco copre le colline come per proteggerne i segreti del passato.
E in questo mare dalle grandi onde verdi, appare all’improvviso Sorano. Non te l’aspetti, credi d’arrivare ad un borgo intorno ad un campanile o ad  una vecchia torre dai merli smangiati, ed invece ti trovi davanti ad una fortezza che ti schiaccia, quella che fu degli Aldobrandeschi e poi, con un matrimonio, divenne dei Conti  Orsini, che così poterono sfidare Siena.

Panorama da Hotel della Fortezza, a destra Masso Leopoldino

Il primo incontro è proprio con La fortezza, perchè  ci pare giusto lasciare i trolley  proprio all’hotel Fortezza cui per accedervi passi fra antiche mura  che guardano dall’alto tutta la valle. Non aspettatevi portieri con cappello, in una fortezza bisogna essere essenziali, ma il panorama è stupendo. Ai tuoi piedi il borgo, di fronte i colombari scavati nel tufo e a destra il Masso Leopoldino, altra imponente costruzione, detto anche Rocca Vecchia. Eretta già nel IX secolo su un enorme blocco tufaceo,  forse su un tempio etrusco. Fu poi chiamata Masso Leopoldino, perchè  nel 1800 una frana distrusse delle case e fu Leopoldo di Lorena a completare  i lavori di consolidamento delle pareti, costruendo una terrazza  enorme e suggestiva con torre campanaria.

Imponenza del Masso Leopoldino

Associazione “Pro loco”
Sorano
e mail: ass.prolocosorano@libero.it
Tel 0564/633099

Uffici turistici
Sorano 0564.633099
Sovana 0564.614074

HOTEL DELLA FORTEZZA

Via Cairoli, 5, 58010 Sorano GR;

Telefono: 0564 633549

Email: info@hoteldellafortezza.com.

Ingresso dell’Hotel della Fortezza

 

Fortezza di Sorano

FINALMENTE GLI ETRUSCHI E UNA PRIMA VERITA’

Nei pressi di Sorano, ecco San Rocco da cui si gode il panorama di Sorano.  Lasciata l’auto,  un faticoso sentiero accennato nel bosco e poi scale metalliche per infine accedere
ai famosi colombari,  dove il gentile  Arturo della Proloco, che mi accompagna, mi svela il primo segreto: non servivano come molti dicono a conservare urne funerarie, ma proprio ad allevare colombi, per cibarsene. Non gli Etruschi  ma gli Orsini, o comunque chi poteva mandare servitori ad arrampicarsi fin quassù. A San Rocco  troviamo anche la base scavata nella pietra di una tipica casa rurale etrusca, che in fondo era una capanna lignea. Invece per i morti, grande segno di civiltà, scavavano tombe nel tufo, che adornavano, cercando di nasconderle per proteggere il passaggio dei morti ad una seconda vita.

I colombari di San Rocco, soltanto per allevare colombi

Dopo pochi chilomertri  verso  Sovana, frazione del comune di Sorano, arriviamo a  Sopraripa, dove troviamo le famose Vie Cave di San Sebastiano e le tombe dado o semi dado, quindi rettangolari. (Come non  ricordarsi di  Petra, in Giordania? ) L’entrata è libera e questo accresce il senso dell’avventura, della scoperta.

Tombe a semidado

LE VIE CAVE, LE AUTOSTRADE DI 2500 ANNI FA?

Via cave

mappa città del Tufo

Famose nel mondo sono le Vie Cave, e le più importanti si trovano fra Sorano, Sovana e Pitigliano. Ad accrescere l’interresse per gli Etruschi, c’è anche il mistero delle Via Cave. Anche il nostro Arturo, Proloco di Sorano, non è riuscito a svelarmi il loro mistero.
Seppur scavate nella roccia tenera del tufo, hanno di certo avuto bisogno di tante mani e tanta fatica per essere scavate. Percorrendole,  la suggestione è forte, questi profondi graffi nella pelle della Terra, dicono  gli esperti che calano dall’alto delle colline verso il basso, ma potrebbero anche salire invece che scendere, dico io. All’origine dovevano essere alte sui 10/15 metri, ma oggi arrivano anche a 25, dato che nei secoli il passaggio di uomini, cavalli ed anche di piogge, ne hanno consumato il piano stradale, aumentandone la profondità ed i fascino. C’è lo stupore simile che si prova davanti alle Piramidi o alle costruzioni di Machu Picchu,  come hanno fatto a realizzarle?
Ma qui arriva anche il grande interrogativo:  perchè?
Non possiamo certo essere noi a rispondere con certezza, ma una mia personale ipotesi è questa: potrebbero essere strade che portavano alle necropoli per agevolare il viaggio dei morti verso la seconda vita. Ma servivano anche per collegare meglio le tre città di questo triangolo: Sorano, Sovana e Pitigliano. Dato che in questi fitti boschi non era facile far strade.
Quindi una sorta di sistema stradale per i morti anche anche per i vivi, come le nostre autostrade di oggi. (Realizzate solo dal 1925 (la prima: Milano-Laghi, la seconda: Napoli-Pompei-Salerno nel 1929). Insomma gli Etruschi potrebbero averci  anticipato di 2500 anni.

IL CAVONE E LA TOMBA DEI DEMONI ALATI

Il cavone di Sovana

La differenza fra gli Etruschi dell’Alta Maremma e quelli di Tarquinia è grande, sembrano due  popoli diversi. Una grande differenza è data proprio dal territorio,  dal tufo regalato dal vulcano, che era dove oggi c’è il lago di Bolsena. Questa roccia materna, che accoglie e abbraccia con dolcezza, permise loro di scavare  grotte,  tombe e le  Vie Cave.
La più  grande si trova  nel parco archeologico di Sovana, questo a pagamento, ed è chiamata il Cavone, perchè  è davvero grande, tanto che la nostra Audi Q5 non ha resistito e ha solcato questo pezzo di strada sacra. (Dopo aver chiesto il doveroso ed eccezionale permesso per fare una foto a testimoniarne la grandezza).

tomba Demoni Alati

Rimessa la Q5 nel giusto parcheggio, siamo noi a non resistere e a visitare la tomba dei Demoni Alati, scoperta soltanto nel 2004 e risalente al 300 a.C.
E’ una tomba ad edicola, scavata interamente nel tufo, il cui frontone  con una Scilla alata  scolpita, era caduto sull’entrata coprendola e proteggendola per migliaia di anni. Rappresenta un defunto steso sul kline (letto usato dagli Etruschi per rilassarsi ma anche per mangiare nei  banchetti) che si appresta al viaggio verso aldilà.
Sulla roccia tufacea scolpita,  vi è soltanto  stucco colorato, ancora visibile.
Ci sono altre tombe, come quella del Leone, altre preziosità, ma è ora  di banchettare, almeno in un’osteria tipica. Per poi essere pronti domani a qualche altra sorpresa da scoprire a Sorano

tomba Demoni Alati

LA  FORTEZZA DEGLI ORSINI

Fortezza Orsini

Una sana dormita e una buona colazione, là dove combattevano o passeggiavano gli Aldobrandeschi e poi gli Orsini.
Dell’imponenza abbiamo già parlato, ma era anche imprendibile, tanto che Nel 1454 il grande condottiero Sigismondo Malatesta dovvette desistere dopo tre inutili assedi. Non si riesce a valutarne le dimesioni dato che si sviluppa anche in profondità  con bel 5 piani sotterranei, inoltre la sua architettura militare era riuscita a farla autosufficiente sia per l’acqua che per le sue cisterne, con un mulino e anche con una cava di tufo. Tanto grande che tutti gli abitanti del borgo potevano rifugiarvisi. E una di queste gallerie pare risalga all’epoca etrusca.
Camminamanti e gallerie che oggi possono essere visitabili, ma sempre con una guida.

Camminamenti Fortezza

NELL’ANFITEATRO DI UNA CAVA PER CONOSCERE IL TUFO DI SORANO

Il tufo ancora  adesso è importante per Sorano, e noi siamo riusciti, sempre con i dovuti permessi,
a visitarne uno: un anfiteatro in cui la nostra Audi Q5 Sportback quattro si trova a proprio agio con la sua  trazione integrale.

Cava di Tufo

Cava di Tufo

Un’ esperienza molto interessante che  unisce la Città del Tufo del Parco Archeologico a questa moderna cava.
E’ come se gli Etruschi ancora adesso fossero con noi.
Un weekend a Sorano, anche se long, non basta. Ci torneremo. Gli Etruschi hanno ancora tante cose da svelarci.

La compagna di viaggio:

Audi Q5 Sportback 40 TDI quattro S Tronic

Sotto il cofano dell’Audi Q5 Sportback 40 TDI quattro S Tronic troviamo il generoso motore diesel 2.0 litri TDI quattro S tronic da 204 CV e 400 Nm di coppia massima, dotato della tecnologia mild-hybrid a 12 Volt che permette di ottimizzare consumi ed emissioni nocive, senza intaccare le prestazioni velocistiche. La funzione di veleggio permette a contenere i consumi che nel misto arrivano anche a 6 litri ogni 100 km.

Grazie all’elevata potenza e alla generosa coppia, la Q5 Sportback risulta sempre elastica, briosa e facile da guidare, nonostante le masse in gioco e le dimensioni del corpo vettura non proprio compatte. Nel misto stretto la vettura regala prestazioni a dir poco emozionanti, in barba al baricentro “alto”: tutto questo è possibile grazie all’ottimo telaio e all’assetto a regolazione elettronica.

Il motore Diesel anteriore longitudinale è il 4 cilindri in linea da 1968 cc omologato Euro 6d che sviluppa 150 kW-204: E’ dotato di iniezione diretta, turbocompressore con intercooler e distribuzione bialbero con 4 valvole per cilindro. Il sistema mild hybrid è invece composto da un piccolo motore elettrico che funge da alternatore-starter ed è azionato a cinghia. La trasmissione è l’automatico S tronic a 7 rapporti, mentre la trazione è l’integrale quattro “ultra”.  . Sterzo: a cremagliera con servosterzo elettrico, diametro di volta di 11,8 metri. Può montare ruote da 17 a 20 pollici. Ampia l’autonomia con il serbatoio da 70 litri (e 24 per l’adBlue).

SCHEDA TECNICA

AUDI Q5 Sportback 40 TDI QUATTRO S tronic

Dimensioni: 469/189/166 cm

Potenza: 150 kW-204 CV

Coppia: 400 Nm

Velocità massima: 222 km/h

0-100 km/h: 7,6 secondi

Consumo medio: 6,3-6,9 l/100 km (14,5-15,9 km/l)

Emissioni di CO2: 165-182 g/km

Prezzo da 56.950 euro