Da Fontanellato a Langhirano (PR), tra rocche e antichi sapori con la nuova Opel Corsa

È iniziato l’anno di Parma Capitale della Cultura Europea e questa settimana abbiamo scelto proprio un itinerario nella provincia parmense, culla di arte, storia e sapori tra i più rinomati. Qui nascono prelibatezze come il Prosciutto di Parma, il Culatello di Zibello, la Coppa, il Parmigiano Reggiano e i Vini dei Colli.

La compagna di viaggio di questo tour dalla bassa alla collina parmense sarà la nuova Opel Corsa, un’utilitaria dalle forme aggraziate e dalle dimensioni contenute, tecnologica ed essenziale solo come una tedesca può essere. È una citycar ideale per muoversi nel traffico cittadino e affrontare la quotidianità con stile, ma è anche una vettura che piace molto al pubblico femminile e ai giovani e che con la versione elettrificata riduce sensibilmente i costi di manutenzione, oltre che le emissioni.

Fontanellato e la sua splendida rocca

Percorriamo la A1 e usciamo a Parma Ovest. Raggiunto il capoluogo, ci immettiamo prima sulla via Emilia e poi sulla SP 11 in direzione di Fontanellato. La nostra Nuova Opel Corsa ci consente di viaggiare in sicurezza anche in autostrada grazie al Lane keep assist che permette il mantenimento della corsia.

Arriviamo quindi a Fontanellato, splendido borgo della Bassa parmense situato tra i fiumi Taro e Stirone, che si fregia dei titoli di “Bandiera Arancione” del Touring, “Citta Slow” e “Città di Arte e cultura”. Lasciamo la nostra nuova Opel Corsa e cominciamo la nostra visita da piazza Matteotti, dominata dalla massiccia Rocca San Vitale, costruita nel XIV secolo.

La fortezza è circondata da un ampio fossato ancora oggi pieno d’acqua, che ci fa immaginare come doveva essere ai tempi in cui era la dimora dei Conti Sanvitale, che hanno abitato la fortezza per sei secoli. Venduta dalla famiglia al Comune nel 1948, oggi è sede municipale e dell’associazione Castelli del Ducato di Parma e Piacenza (www.castellidelducato.it)

Particolare della camera picta

Entriamo per la nostra visita e rimaniamo subito affascinati dalla Camera picta, uno dei capolavori del manierismo, affrescata dal Parmigianino nel 1524 con scene del mito di Diana e Atteone. La sala era lo studio privato di Paola Gonzaga, che qui si ritirava in solitudine e preghiera per piangere il figlio morto prematuramente.

Il nostro tour della rocca prosegue nell’ ’appartamento nobile dei Sanvitale. Visitiamo poi la Sala delle Armi, la Galleria degli Antenati, la Sala dei Ricevimenti e la Camera Nuziale. Nella Sala dello Stendardo si trova lo Stendardo della Beata Vergine di Fontanellato, risalente al periodo tra il 1654 e il 1656. Le sue imponenti dimensioni (5 m di lunghezza e 4 di altezza) fanno pensare al suo utilizzo come bandiera di una nave capitanata da un membro della nobile famiglia Sanvitale.

Splendida anche la Camera Ottica, l’unica ancora funzionante in tutta Italia, con il suo complesso sistema di specchi che riflette su uno schermo l’immagine della piazza. Infine, la Sala del Teatrino, era una stanza dedicata ai giochi dei figli della duchessa Maria Luigia d’Austria.

Il Labirinto più grande del mondo

Saliamo di nuovo sulla nostra Opel Corsa e ci immettiamo su Strada Masone. Dopo circa 4 km arriviamo al Labirinto della Masone, il più grande del mondo, ospitato in un grande parco. La sua pianta a stella copre infatti quasi 7 ettari di terreno.

Al suo interno, sono ricavati spazi culturali per più di 5000 mq, dove sono conservate circa 500 opere databili tra il Cinquecento e il Novecento, della collezione del celebre editore Franco Maria Ricci. Qui si trova anche la sua preziosa biblioteca che conserva opere grafiche e tipografiche, tra cui alcune di Giambattista Bodoni e l’intera produzione di Alberto Tallone.

Assaggiando la Bassa Parmense

Non possiamo ripartire senza aver assaggiato i pregiati prodotti tipici della Bassa parmense, tra cui il Culatello di Zibello, la Spalla Cotta, la Culaccia di Fontanellato e il celebre Prosciutto Crudo di Parma. Qui si produce, poi, anche il Parmigiano Reggiano, da assaggiare in uno dei tanti caseifici che offrono visite guidate con degustazione.

Il fascino romantico di Torrechiara

La seconda giornata del nostro tour ci vede percorrere la SP665 e raggiungere la collina. Stiamo guidando verso Torrechiara, uno dei borghi più romantici d’Italia, scelto come set per il celebre film Lady Hawke, con Michelle Pfeiffer, nel 1985.

Mentre la strada sale, ammiriamo gli splendidi panorami della collina, sulla quale domina la sagoma imponente della fortezza, fatta costruire tra il 1448 e il 1460 da Pier Maria II Rossi per l’amata Bianca Pellegrini. Già l’origine è romantica, ma la sensazione di stare per entrare in una fiaba si ha ancora di più mentre si sale a piedi la strada in salita che porta alla cerchia di mura fortificate, delimitate da quattro torrioni.

Una lunga entrata coperta ci porta al Cortile d’Onore, dove si trova una piccola chiesa dedicata a San Nicomede e sul cui portone si trovano i monogrammi dei due amanti, Bianca e Pier Maria.

Entriamo nel castello e visitiamo la cucina, la Stanza di Giove, il Pergolato, la Stanza della Vittoria, degli Angeli e del Velario con gli affreschi di Cesare Baglione. Saliamo al primo piano dove spicca la Sala degli Acrobati, con decorazioni di artisti della scuola del Baglione e del Paganino ma, soprattutto, la superba Camera d’Oro, che prende il nome dalle foglie d’oro che un tempo rivestivano le formelle alle pareti.

Qui si rimane a bocca aperta osservando gli affreschi di Benedetto Bembo che raffigurano scene di amore cavalleresco, simbolo dell’amore di Bianca e Pier Maria Rossi, tra le quali si intravedono frasi di amore eterno in lingua latina.

Una volta lasciata la fortezza e rivolto un pensiero a Bianca e a Pier Maria, continuiamo la passeggiata sulla riva del torrente Parma, dove si trova la Badia Benedettina di Santa Maria della Neve, voluta anch’essa da Pier Maria Rossi per il figlio naturale Ugolino, già abate a Parma.

Costruita nel 1471 su una struttura preesistente, è ancora oggi dimora dei monaci che accolgono il visitatore volentieri. Il complesso comprende anche una chiesa romanica e un bel chiostro rinascimentale. Sotto al porticato del chiostro si può vedere un’antica campana con una dedica di Pier Maria Rossi.

Affacciatevi al meraviglioso Belvedere con la ringhiera in ferro battuto per ammirare un panorama mozzafiato sul torrente Parma e sulla vallata. Spostando di poco la vista, si possono vedere i vigneti e gli orti curati dai frati. Nella badia si può anche mangiare e pernottare. Non mancate una visita al punto vendita di prodotti erboristici e cosmetici realizzati dai monaci.

Langhirano e il Museo del Prosciutto

Riprendiamo la SP665 e da Torrechiara arriviamo in circa un quarto d’ora a Langhirano, che si può considerare la culla del Prosciutto di Parma. In quest’area tra le valli dell’Enza e dello Stirone, infatti, fin dall’epoca dei Celti e poi nel Medioevo si è sviluppato l’allevamento dei suini, favorito dalla presenza dei boschi di ghiande, di cui gli animali si alimentavano allo stato brado.

Siamo qui per visitare il Museo del Prosciutto, ultima tappa del nostro itinerario. Il museo, che fa parte del network dei Musei del Cibo della Provincia di Parma, è stato ricavato nell’ex Foro Boario, splendido esempio di architettura industriale del primo Novecento restaurata.

Il percorso di visita si articola in otto sezioni. Si comincia con il conoscere la storia dell’agricoltura parmense per poi conoscere le diverse razze suine, la loro origine e diffusione, con particolare attenzione a quelle utilizzate per produrre il Prosciutto di Parma. Vi è poi una sezione dedicata al sale, indispensabile per la conservazione degli alimenti. È proprio grazie alla presenza di pozzi di acqua salina che si sviluppò l’arte della salumeria. Si possono vedere Sali provenienti da tutto il mondo e un filmato sull’estrazione del sale dai pozzi di Salsomaggiore.

La quarta sezione è dedicata all’arte della norcineria con documenti storici e oggetti per la lavorazione della carne. Nelle altre sezioni si trovano invece testimonianze storiche della produzione degli altri celebri salumi del territorio parmense, approfondimenti sull’impiego del prosciutto in cucina e l’attività del Consorzio del Prosciutto di Parma, che garantisce e tutela la qualità del prodotto in tutto il mondo.

Al termine della visita, si può effettuare una golosa degustazione presso la Prosciutteria del Museo e fare acquisti presso il negozio dei prodotti d’eccellenza del territorio. A fianco del museo, poi il ristorante offre un menù degustazione alla carta a base di prodotti tipici.

INFO: https://prosciuttodiparma.museidelcibo.it/),

COME ARRIVARE

In auto: A1 Milano-Bologna, uscita Parma Ovest da Bologna o Fidenza da Milano. Seguire indicazioni per Fontanellato. A15 della Cisa da La Spezia con uscita Parma Ovest. Fontanellato dista circa 8 km. Da Parma, SS9 (via Emilia) e poi SP11 per Fontanellato. Da qui l’itinerario prosegue sulla SP 665 fino a Torrechiara e sempre sulla SP665 si arriva poi a Langhirano (circa 10 km).

DOVE MANGIARE

*Ristorante 12 Monaci, via Roma 1, Fontevivo (PR), tel 0521/610010, www.12monaci.it . Il menù propone elaborazioni originali della cucina parmense, nate dall’estro dello chef Andrea Nizzi e preparati con ingredienti freschi e selezionati. Non mancano salumi tipici come il pregiato Culatello di Zibello e il Prosciutto di Parma, Parmigiano reggiano e paste fresche, secondi di carne e dolci al cucchiaio.

*Taverna del Castello, via del Castello 25, Torrechiara (PR), tel 0521/355015, www.tavernadelcastello.it All’interno del borgo medievale, è ricavato in un locale del 1400. Il menù propone prodotti tipici parmigiani, con salumi e vini locali, e un menù stagionale. Anche pesce. Prezzo medio a persona € 25-35.

*Osteria Dolce Sale, via Cascinapiano 15, Langhirano (PR); tel 0521/522042, http://dolcesale.mystrikingly.com/#1 . Locale che fonde la filosofia del cocktail bar con i sapori della cucina tipica parmense. Prezzo medio a persona € 25.

DOVE DORMIRE

*Albergo Tre Pozzi****, via Emilia 129, Fontanellato, tel 0521/825347, www.albergotrepozzi.it Nella zona di produzione del Culatello di Zibello e vicino ai luoghi verdiani, dispone di 36 camere finemente arredate e ristorante con menù tipico.

*Hotel Ristorante Ai Tigli***, via Parma 44, loc. Pilastro di Langhirano (PR), tel 0521/639006, www.hotelaitigli.it . Vicino al Castello di Torrechiara, dispone di stanze e junior suite dotate di ogni comfort. A disposizione ristorante tipico, parco privato e piscina. Doppia con colazione da € 70.

*Agriturismo Cardinali, via Acquedotto 5, Loc. Vidiana, Langhirano (PR), tel 0521/863571, www.agricolacardinali.it . Sulle colline parmensi, vicino al castello di Torrechiara, dispone di 7 camere con servizi. A disposizione ristorante con menù tipico e possibilità di acquistare direttamente i prodotti dell’azienda. Doppia con colazione da € 70.

INFO

www.fontanellato.org

www.portaletorrechiara.net

COMPAGNA DI VIAGGIO: NUOVA OPEL CORSA

Pur conservando le misure da utilitaria, nuova Opel Corsa accresce leggermente nelle dimensioni e nella sua capacità di carico del baule. La vettura è lunga 406 cm e permette di stivare 309 litri nel bagagliaio. Il design di Opel Corsa è molto dinamico, con una linea del tetto che rimanda allo stile di una coupé. Salendo a bordo, invece, colpisce da subito il profondo rinnovamento tecnologico e a livello di dotazioni, uno tra tutti il tappetino di ricarica wireless.

Per l’impiego cittadino consigliamo il 1.2 benzina 75 cv che stiamo provando, che risulta essere scattante il giusto e dai consumi limitati. Ma del resto, tutti i motori in dotazione risultano avere dei consumi pacati. Ma se proprio volete azzerarli, basterà attendere un paio di mesi, fino a quando arriverà finalmente Corsa-e, che con una potenza di 100 kW (136 CV) permetterà di avere una coppia istantanea massima di 260 Nm per scattare rapidamente a tutti i semafori, con uno 0 a 50 km/h in soli 2,8 secondi. L’autonomia è di 330 km, non molti, ma del resto sono perfettamente sufficienti se girate principalmente in città.

La vettura ha un peso contenuto, che parte da 980 kg, i quali rendono la vettura molto reattiva sia in fase di accelerazione che di frenata e risultando molto agile nello stretto e nelle curve. Per quanto riguarda i sistemi di sicurezza, troviamo il riconoscimento dei cartelli stradali, cruise control adattivo e sistema di protezione della fiancata. Il sistema di allerta dell’angolo cieco, insieme a quelli di assistenza al parcheggio, come la telecamera posteriore a 180 gradi, permettono di parcheggiarla praticamente ovunque, senza alcuna difficoltà.

Ma Opel Corsa è una buona compagna di viaggio anche fuori città e vi permette di viaggiare in sicurezza anche in autostrada, grazie al Lane keep assist che permette il mantenimento della corsia. L’auto tedesca è progettata per garantire anche la sicurezza degli altri, i suoi fari anteriori adattivi IntelliLux LED matrix, infatti, non abbagliano le vetture che ci vengono incontro.

La vettura ha una forte vocazione alla tecnologia e permette al guidatore e i passeggeri di essere sempre connessi e godere del migliore intrattenimento grazie al sistema di infotainment con schermo da 7 o 10 pollici. Opel Connect, poi, rende disponibile anche i servizi telematici.

LA SCHEDA

Dimensioni: 4.060 mm l x 1.770 mm x 1.430 mm

Motore: benzina 1.2 da 75 CV

Cambio: manuale

Consumi: 17,2 km/l

Prezzo: a partire da 15.550




Trequanda (SI), tra mura antiche, vigneti e sapori toscani con la Peugeot e-208

Inserito tra i borghi Bandiera Arancione” del Touring e nel circuito delle Città dell’Olio”, Trequanda è la meta del nostro weekend con gusto insieme alla nostra compagna di viaggio, la Peugeot e-208, nuova versione 100% elettrica della citycar del Leone. Si tratta di una vettura ideale per l’utilizzo urbano, dal design molto accattivante che permette di muoversi a zero emissioni e nel pieno comfort.

Lasciamo l’auto nel parcheggio e ci incamminiamo a piedi per assaporare passo dopo passo, pietra dopo pietra, questi muri antichi, che trasudano storia e ancora hanno tanto da raccontare.

Trequanda, nel cuore del borgo

Accediamo al centro storico oltrepassando Porta del Sole e arriviamo al cospetto dello splendido Castello Cacciaconti, che spicca per la sua torre in pietra bianca adornata da merlature.

All’interno, custodisce un elegante giardino all’italiana e una bella corte spaziosa. Fa parte del complesso anche la Chiesa della Compagnia dell’Immacolata Concezione.

Oltrepassiamo il torrione del castello e ci troviamo in Piazza Garibaldi, cuore del borgo, sulla quale si affaccia la chiesa dei Santi Pietro e Andrea, in stile romanico. Risale al Duecento e spicca per la sua facciata a scacchi di pietra bianchi e neri. Al suo interno, custodisce le spoglie della beata Bonizzella Cacciaconti, racchiuse in un’urna decorata magistralmente da artisti senesi cinquecenteschi.

Altri tesori che meritano una menzione sono il polittico di Giovanni di Paolo, sull’altare maggiore, una Trasfigurazione del Sodoma e un rilievo in terracotta della Madonna e il Bambino attribuita ad Andrea Sansovino.

Passeggiamo ancora, assaporando le atmosfere e gli scorci offerti dalle viuzze di pietra del borgo medievale e dai panorami che si intravedono dalle porte del Sole e del Leccio. Poco fuori le mura facciamo una sosta alla chiesa della Madonna del Sodo, quattrocentesca, e ammiriamo il suo presbiterio affrescato con un’immagine della Madonna con Bambino.

Poco lontano dal centro si trova la singolare Torre del Molino a Vento, la cui costruzione risale alla fine del Settecento. La sua particolarità è che si tratta di un’antica colombaia e al suo interno possono ancora vedersi gli oltre cinquecento nidi di terracotta disposti a scacchiera che un tempo accoglievano i colombi.

Verso Castelmuzio

Riprendiamo la nostra Peugeot e-208 e ci dirigiamo verso la frazione di Castelmuzio, altro gioiello medievale, il cui nucleo è di origine etrusca, che sorge sul crinale di un colle di tufo, su cui veglia il Monte Lecceto, mentre, ai suoi piedi, si estende la verde vallata della Trove.

Il nucleo medievale è costituito da un castello cinto da mura e bastioni, mentre il borgo è attraversato da un’unica strada, lungo la quale si affacciano suggestive case in pietra, che al tramonto assumono un caldo color miele.

Salendo verso il borgo, prima della porta di accesso, ci soffermiamo davanti al Monumento ai Caduti, di cui fa parte una pietra su cui si dice era solito riposare San Bernardino da Siena.

Arriviamo poi alla piazza centrale, dove si concentrano i monumenti più interessanti. Tra questi c’è Palazzo Fratini, ricavato in una torre, e l’antico Spedale di San Giovanni Battista, che un tempo ospitava orfani, ragazze senza dote e orfani.

Sulla piazza si affaccia anche la sede della Confraternita della SS Trinità e di San Bernardino, un complesso che include anche una farmacia e un ospizio che ospitava i pellegrini che percorrevano l’antica via Francigena, risalente al 1450. Qui si trova un bel Museo di Arte Sacra, dove si trovano reperti di età etrusca e capolavori d’arte della scuola di Duccio da Boninsegna e di quella del Beccafumi.

Uscendo dal paese, sulla strada che porta a Montisi, si trova invece la Pieve di Santo Stefano in Cennano, paleocristiana, costruita su un antico tempio romano.

Petroio e le sue terrecotte

Percorriamo poi la splendida strada panoramica che da Castelmuzio porta a Petroio, che offre una splendida vista su boschi, vigne, campi coltivati e cipressi. In lontananza, si scorgono Montalcino, Pienza e la sagoma del monte Amiata.

Il borgo, di origine etrusca, come suggerisce il nome, è costruito in pietra arenaria che sembra fondersi a spirale con il colle su cui sorge. Ci si arriva percorrendo un’antica strada a spirale, che si inerpica tra vecchie mura, case di pietra, palazzi, chiesette e scale che arrivano fino al punto più alto, rappresentato dall’antica torre medievale.

Salta subito agli occhi la caratteristica del borgo: l’uso decorativo dei suoi originali e preziosi manufatti di terracotta, che vengono prodotti ancora oggi dai suoi abili artigiani. Balconi, comignoli, architravi, grondaie recano tutti figure di animali, vasi, fiori, pigne, orci e richiami alla vita agreste.

L’arte della terracotta, la sua storia e la sua evoluzione, tra sapienza antica e innovazione, si può conoscere visitando il Museo della Terracotta di Petroio, che fa parte del Sistema dei Musei Senesi ed è ospitato presso il Palazzo Pretorio. Proprio l’arte della terracotta, infatti, fa parte della storia del borgo e per secoli ha costituito la principale fonte economica di tutto il paese.

Poco dopo il museo e la fabbrica di terrecotte, incontriamo la chiesa romanica di San Giorgio, che conserva preziose tele del XVII e del XVII secolo.

Tra i monumenti di sicuro interesse, invece, lungo la strada che conduce al centro del borgo, sulla sinistra, ci fermiamo nella piccola Chiesa di Sant’Andrea, sede dell’Antico Spedale. Sulla porta di accesso spicca una croce scolpita dai Templari.

Atmosfere medievali e delizie toscane

Inserite nel circuito delle Città dell’Olio, Trequanda e le sue frazioni si vantano del loro prezioso e unico olio extravergine di oliva, orgoglio della cucina locale, che accompagna i deliziosi piatti della cucina toscana e senese.

Sono piatti dal sapore antico, come il pane senza sale, i pici senesi, da gustare nelle diverse varianti, tra cui con ragù di chianina, cacio e pepe, alle briciole o all’aglione. E poi, ancora, da non perdere, il pecorino da gustare fresco o stagionato, accompagnato con miele, marmellate e mostarde, e il panunto, la tipica bruschetta, ottima con l’olio locale.

E poi gli i salumi di cinta senese, la cacciagione e la carne chianina, da gustare in tutte le stagioni. Il tutto accompagnato dai deliziosi vini, sui quali spicca il Sangiovese che nasce dalle uve nate nei filari delle colline della Val di Chiana.

Per una degustazione dei prodotti tipici della Val di Chiana, potete fare una sosta alla Bottega di Trequanda Valdichiana Eating, in via Taverne, (www.valdichianaeating.it)

COME ARRIVARE

: prendere l’A1 Autostrada del Sole e uscire a Val di Chiana. Imboccare poi la superstrada Perugia-Siena e uscire a Sinalunga. Seguire le indicazioni per Torrita di Siena, poi per Chianciano Terme. All’incrocio con Rigaiolo si trovano le indicazioni per Trequanda.

DOVE DORMIRE

*La Casa dei Fiordalisi, via IV novembre 37, Trequanda (SI), www.ifiordalisi.com. Piccolo borgo antico da sogno che include un corpo centrale e due più piccoli, in grado di ospitare 12 persone tra camere e suites, in un’atmosfera senza tempo.

, Corso Matteotti 4, Trequanda (SI), tel 346/5210115, www.azienda-trequanda.it/ . In un antico palazzo del centro storico, dispone di 19 appartamenti arredati in maniera semplice e funzionale, da 2 a 5 posti letto. Inclusi cucina, TV, wi fi gratuito e biancheria.

DOVE MANGIARE

via Taverne 40, Trequanda (SI), tel 0577/662079, www.contematto.it Locale che offre un menù di piatti tipici toscani e proposte della cucina rinascimentale rivisitate. Il tutto accompagnato dallo squisito olio biolgico dop delle colline di Trequanda e da vini locali. Anche camere.

, Piazza Garibaldi 23, Trequanda (SI), tel 0577/662054, www.facebook.com/CirieraOsteriaCaffe/ Ristorante con menù vegan, ma con sapori in grado di soddisfare tutti i palati.

INFO

www.trequandaproloco.it/

www.comune.trequanda.si.it

COMPAGNA DI VIAGGIO: Peugeot e-208

 Le sue dimensioni permettono una maneggevolezza ottimale nel traffico e la coppia istantanea del motore elettrico permette un buono scatto. La vettura nasce sulla piattaforma modulare di ultima generazione eCMP (Common Modular Platform), definita multienergia, in quanto permette di scegliere la tipologia di alimentazione, sia essa benzina o diesel o interamente elettrica.

Ma a sorprendere di più sono gli interni con una forte vocazione tecnologica, piacevoli e moderni al primo sguardo. Troviamo ovviamente il modernissimo i-cockpit 3d, ubicato dove di solito troviamo il quadro strumenti. Abbiamo a disposizione anche un altro schermo in mezzo alla plancia che ci fornisce informazioni e aggiornamenti sulla batteria e sull’utilizzo dell’energia.

della nuova Peugeot e-208 ci si sente immediatamente a proprio agio. Grazie alla copia istantanea fornitaci dal propulsore elettrico la vettura è molto piacevole da guidare, soprattutto in città, dove si può scattare rapidamente ai semafori. Anche fuori città la guida dinamica di e-208 si può apprezzare grazie al suo baricentro basso e alla risposta rapida delle batterie che permettono di gestire al meglio l’entrata e l’uscita in curva. Lo sterzo, inoltre, risulta molto diretto e morbido. Il bagagliaio ha una capacità di 311 litri.

Il motore elettrico sviluppa una potenza di 100 kW, ovvero 136 CV e una coppia di 260 Nm, disponibili istantaneamente, che rendono la vettura molto scattante e piacevole da guidare. Le batterie che alimentano il propulsore sono al litio e hanno una capacità di 50 kWh, in grado di garantire un’autonomia complessiva di 340 km in WLTP. La ricarica è molto rapida grazie a un innovativo sistema di regolazione termica che garantisce allo stesso tempo una vita più lunga della batteria: si parla, infatti, di 8 anni e 160.000 km.

Tre sono le modalità di guida disponibili su e-208: Eco, Normale e Sport. Quest’ultima si focalizza sulle prestazioni e sul piacere di guida e garantisce una accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 8 secondi. La leva del cambio permette anche la selezione di due differenti modalità di frenata che fungono anche da rigenerazione della batteria.

Nei mesi più freddi come gennaio, Peugeot e-208 vi viene incontro con un sistema di riscaldamento ad alta potenza, alimentato dalla batteria ad alto voltaggio che permette di scaldare la vettura molto velocemente anche in modalità programmata. In questo modo potrete azionarle questo sistema qualche minuto prima di mettervi al volante per andare a lavorare la mattina e godervi a pieno il comfort che questa city car è in grado di fornire.

LA SCHEDA

4.060 mm l x 1.750 mm x 1.430 mm

: 100 kW (136 CV)

260 Nm

: 340 km

: 0-10 km/h 8,1 secondi

da 33.400 euro a 38.200 euro

 




RAVENNA , DAL MOSAICO BIZANTINO A QUELLO CONTEMPORANEO

Questa citta’  mi sorprende  anche nel 2° giorno del mio weekend: mosaici contemporanei elego d’artista, piadine e ristoranti in location impensabili. Dispiace partire, anche se mi aspetta  una confortevole e veloce audi a6 Allroad.

GRAN FINALE CON SANT’APOLLINARE IN CLASSE L’ULTIMA PERLA UNESCO

L’indomani, dopo una tappa al Museo MAR per vedere la collezione permanente di mosaici contemporanei e l’incredibile mostra di Riccardo Zangelmi (scultore ufficiale della Lego), mi reco alla Basilica di Sant’Apollinare Nuovo (VI sec.), situata vicino alla stazione ferroviaria. È la costruzione più significativa eretta da Teodorico. L’aspetto esterno è semplice e discreto, ma oltrepassata la soglia rimango senza respiro: le pareti sono interamente coperte di tessere sfavillanti appartenenti a mosaici sia di epoca teodoriciana che tipicamente bizantina.

Museo Mar, mostra permanente mosaici contemporanei. Sosta accanto ad una “Caravella”, opera dell’artista abruzzese Bruno Zenobio.

Dedico il resto della mattina a un laboratorio di giovani mosaicisti e alla scoperta dell’arte di strada, quella dei murales, che negli ultimi anni ha dato nuova luce al centro storico e ha contribuito a riqualificare aree dismesse come la darsena. In via Pasolini c’è il lavoro che preferisco: un Dante dal profilo solenne, ma dal volto a colori, come fosse una tavolozza geometrica, realizzato da KOBRA, street artist brasiliano.

 

Nel pomeriggio, dopo aver riposto la valigia e i vari souvenir nell’ampio bagagliaio dell’Audi, sono lieta di rimettermi alla guida per raggiungere le due meraviglie Unesco collocate fuori città: Il Mausoleo di Teodorico (VI sec.), l’unico a non contenere mosaici, e la Basilica di Sant’Apollinare in Classe (VI sec.). Il primo è un massiccio padiglione poligonale a due piani coperto dal poderoso sasso della cupola. Al piano superiore è collocata la vasca di porfido dove fu sepolto il sovrano. A me è piaciuto molto il contrasto straordinario del prato verde con il bianco della sua pietra d’Istria.

Via verso la basilica che s’innalza maestosa e solenne a circa 6 km dal centro di Ravenna. È stata definita come il più grandioso esempio di basilica paleocristiana ed è ammirata per gli splendidi mosaici policromi del suo catino absidale, con la trasfigurazione di Cristo e l’esaltazione della fede di Apollinare (primo vescovo e patrono), e per gli antichi sarcofagi marmorei degli arcivescovi disposti lungo le navate laterali.

Ancora stordita da tanta bellezza, riprendo l’autostrada direzione Milano, con la mia elegante e sicura compagna di viaggio.

DOVE DORMIRE

Hotel Diana (www.hoteldiana.ra.it), situato a pochi passi dai meravigliosi mosaici di Ravenna, garantisce ai propri ospiti un soggiorno all’insegna della tranquillità e del comfort.

Hotel NH (www.nh-hotels.it), nel cuore di Ravenna, propone camere spaziose e moderne oltre a un servizio professionale e allegro.

DOVE MANGIARE

Osteria Passatelli (www.mariani-ravenna.it), locale caratteristico ricavato in un antico cinema dove materie prime di qualità, sapori tipici e amore per il territorio si sposano per offrire un’autentica esperienza gastronomica.

Ca’ De’ Vén (www.cadeven.it), insediato in un palazzo quattrocentesco, permette di gustare momenti di tradizioni enoculinarie che ricordano tempi passati.

LA COMPAGNA DI VIAGGIO: L’Audi A6 allroad piace per il suo understatement: non è alla moda ma è efficiente, tanto in autostrada quanto nelle strade tortuose. E quando le ruote vanno fuori dall’asfalto, con un tasto si può variare l’altezza da terra: fango, neve e ghiaccio non sono un problema. È grande, ma piace l’enorme spazio interno,  come  piace la facilità con cui si imparano tutte le diavolerie d’assistenza che permettono di viaggiare in sicurezza.

SCHEDA:

Motore: V6 Diesel 349 Cv, con Mild-Hybrid a 48 Volt che aziona anche la turbina EAV.

Trazione: integrale permanente “quattro”. Lunghezza: 4.951. Bagagliaio: 565-1680 litri

Velocità massima: 250 km/h.Prezzo: da € 75.500




A RAVENNA DOVE LE STELLE BRILLANO NEI MOSAICI PIU’ BELLI DEL MONDO

Di Mara Giombelli

Andare nella città che è stata per tre volte capitale, dove il sommo dante ispirato dalle stelle splendenti dei mosaici scrisse il paradiso della sua divina commedia. Andarci con l’Audi a6 Allroad è anche meglio.

“Ho visto finalmente Ravenna e tutte le mie aspettative erano nulla di fronte alla realtà. Sono i mosaici più belli e formidabili che io abbia mai visto. Non sono soltanto mosaici, ma vere e proprie opere”. Così scrisse il pittore russo Wassily Kandinsky (1866-1944), noto per aver realizzato il primo acquerello astratto, quando visitò la città con la moglie Nina. Questo celebre artista non fu l’unico a metterci piede.

La capitale del mosaico, con ben otto edifici religiosi paleocristiani e bizantini dichiarati dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, sedusse altri ospiti illustri come Dante Alighieri che la scelse nel suo esilio per scrivere il Paradiso della Divina Commedia e dove oggi è sepolto, Gustav Klimt che ne trasse ispirazione per le sue opere e Oscar Wilde che le dedicò un poema.

In questa città dal passato glorioso (fra V e VIII secolo fu capitale dell’Impero Romano d’Occidente, di Teodorico Re dei Goti, dell’Impero di Bisanzio in Europa) decido di andarci con una compagna di viaggio speciale: l’Audi A6 allroad quattro, molto versatile e capace di affrontare ogni tipo di percorso. È caratterizzata da un look grintoso e interni rifiniti con cura, che mi trasmettono una percezione di lusso ed eleganza. Prendo l’Autostrada A14 Bologna – Ancona. Nonostante la pioggia, l’Audi A6 mi regala un’ottima sensazione di stabilità e mi garantisce una guida piacevole sia a livello dinamico sia di comfort. I chilometri volano via veloci. Superata Imola, imbocco la bretella per Ravenna che dista 25 km.

Per raggiungere l’hotel, mi basta dirne il nome all’utile comando vocale e il navigatore mi ci guida. D’ora in poi la lascio nel parcheggio vicino. Perché Ravenna è una città a misura d’uomo che si può girare tranquillamente a piedi. Basta fare attenzione alle biciclette che sfrecciano tra i vicoli pretendendo sempre la precedenza! Punto di partenza è la centrale Piazza del Popolo, ornata da due colonne a ricordo del periodo veneziano e chiusa dal merlato Palazzo Comunale. Da qui iniziano le vie più importanti dello shopping.

SI COMINCIA DAI MOSAICI DI SAN VITALE E DEL MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA

Procedo per via Cavour e arrivo al primo monumento eletto patrimonio universale: la Basilica di San Vitale, straordinario gioiello di epoca bizantina. Presso la biglietteria si può acquistare il ticket unico valido sette giorni (intero € 9,50, ridotto € 8,50) che comprende un ingresso per altri quattro siti Unesco: il Mausoleo di Galla Placidia, il Battistero Neoniano, la Cappella di S. Andrea e la Basilica di S. Apollinare Nuovo. Varcato il portone, mi rapisce e disorienta la grandezza della chiesa con la sua pianta ottagonale e le otto colonne a sostegno della cupola.

Le superbe decorazioni musive dell’abside attraggono il mio sguardo verso l’alto. Ma anche la pavimentazione mostra opere originali, come il labirinto nel presbiterio, proprio di fronte all’altare, simbolo del peccato e del percorso verso la purificazione.

Accanto a S. Vitale, in un solitario giardinetto mi attende il Mausoleo di Galla Placidia (V sec.), a croce latina, anch’esso ornato da splendenti mosaici. Nella cupola 570 stelle dorate brillano nel cielo indaco, con un chiaro riferimento al concetto di vita eterna. Il complesso era destinato a mausoleo per la figlia dell’imperatore Teodosio, tumulata poi a Roma.

Ora mi dirigo verso la zona dantesca o zona del silenzio. Un semplice tempietto di stile neoclassico (1780) serba le spoglie di Dante Alighieri. Ma l’area comprende anche il Museo Dantesco, i due chiostri francescani e la Chiesa di San Francesco (V sec.) in cui si svolsero i suoi funerali.

Uno spuntino sfizioso presso la Piadina del Melarancio (via IV Novembre, 31) mi dà la forza per continuare il cammino alla volta del Battistero degli Ortodossi (o Neoniano), ottagonale, della metà del V secolo. Si tratta dell’edificio battesimale meglio conservato al mondo che mi costringe a naso all’insù per ammirare la cupola straordinariamente decorata con la scena del battesimo di Gesù nelle acque del fiume Giordano.

Il Museo Arcivescovile (museo lapidario), dietro al Duomo, è l’ultima tappa della giornata. È disposto su due piani e racchiude opere ascrivibili a più momenti storico-artistici della città, dall’antichità all’epoca moderna. Al primo piano oltre 100 deliziosi uccellini m’introducono nell’intimità della Cappella di Sant’Andrea dove si celebra il Cristo trionfante. Quest’ultima è l’unico monumento ortodosso costruito durante il regno di Teodorico, quando il culto dominante era quello Ariano.

domani ci sarà il secondo giorno, in cui La misteriosa Ravenna ci sorprenderà ancora una volta.




L’avventura in Namibia di “AUTO&DONNA” continua. In 4×4 sulle dune più alte del mondo

Di Francesca Sirignani

Ciò che veramente rende la Namibia differente da tanti altri Paesi è il suo spazio: uno spazio ricco di panorami epici e di una bellezza spettacolare a perdita d’occhio che la rendono una delle realtà predilette dai turisti. La Namibia è un’esplosione di colori e di emozioni in grado di provocare il famoso “Mal d’Africa”.

Il mio viaggio a bordo di una Nissan Patrol (non è più in commercio, ma è un ottimo fuoristrada) in Namibia è stato puro divertimento, scoperta e avventura. Un itinerario avvincente e selvaggio con un grado di difficoltà media che ha previsto una lunghezza complessiva di 2.295 KM (di cui 800 km in Off Road e 1495 km su strada), tra asfalto, piste veloci, dure o insabbiate, pietraie, savana e dune di sabbia con alcuni tratti impegnativi e con la possibile presenza di animali selvaggi.

6 ° giorno: da Sesfontein a Twyfelfontein

Dopo aver gustato una deliziosa colazione al lodge, si parte per Damaraland dove visitiamo le incisioni rupestri a Twyfelfontein.

Situato nella regione del Kunene, nel nord-ovest della Namibia, Twylfelfontein è una zona spettacolare, con una delle più grandi e importanti concentrazioni di arte rupestre in Africa. Il nome “Twyfelfontein” si traduce in “Fountain of Doubt“, che si riferisce alla primavera perenne situata nell’imponente valle Huab fiancheggiata dalle pendici di una montagna in pietra arenaria.

È stata questa primavera ad attirare i cacciatori dell’Età della Pietra, oltre seimila anni fa, ed è stato durante questo periodo che è stato prodotto l’ampio gruppo di incisioni rupestri e dipinti.

Che si guidi una 4×4 o un’auto normale, le strade di ghiaia (pads) richiedono attenzione e prudenza. Sui pads è bene non viaggiare mai a più di 80 km/h. Il loro ottimo stato, a prima vista, invoglierebbe a sfruttare completamente i 100 km/h consentiti, ma il terreno è scivoloso e offre molta meno aderenza dell’asfalto.

7° giorno: da Twyfelfontein a Swakopmund

Situata lungo la spettacolare costa della Namibia, la città balneare di Swakopmund è nota per i suoi viali ampi, l’architettura coloniale ed è circondata da un terreno desertico. Fondata nel 1892 come porto principale per l’Africa del Sud Ovest tedesco, Swakopmund è spesso descritta come più tedesca della Germania.

Oggi Swakopmund è una città balneare, capoluogo della zona turistica di Skeleton Coast e ha molto da offrire ai visitatori. Il mix eccentrico di influenze tedesche e namibiane, le opzioni di avventura, l’atmosfera rilassata e la fresca brezza marina rendono la destinazione namibiana molto popolare.

Una parte della pista, che in realtà non è presente ed è priva di segnaletica, corre lungo la costa attraverso la sabbia profonda. L’unico orientamento è costituito dalle tracce di chi è passato prima.

Se possibile, sarebbe meglio andarci quando c’è la bassa marea. Questo tratto è uno dei tour in fuoristrada più impegnativo della Namibia.

Distanza di viaggio: 331,9 km

8° giorno: Swakopmund

Dopo la colazione andiamo a Walvis Bay per una crociera in barca di 3 ore nella laguna di Walvis Bay, che ci porta in un altro mondo.

Alcuni pellicani e fenicotteri notturni vengono avvistati e, regolarmente, delfini e foche nuotano a fianco della barca, con la possibilità che uno o due foche saltino sulla barca per essere nutriti.

La natura è sempre meravigliosa e il contrasto fra le dolci dune e l’acqua della laguna regala foto bellissime. Grazie alla fonte di acqua dolce, che un tempo alimentava anche dei piccoli laghetti, Sandwich Bay era un punto di attracco assai frequentato da cacciatori di balene, contrabbandieri e pirati.

9° giorno: Finalmente le dune del Namib

Eccoci finalmente al deserto del Namib, patrimonio UNESCO, che dà il nome a questo Paese. Si scopre la maestosità e la mistica del “deserto vivente”, con le sue famosissime dune che raggiungono i 300 metri d’altezza e si tingono delle sfumature dal rosa al rosso, quando il sole tramonta.

La sua estensione, che da sud a nord è di circa 2000 km (va da Port Nolloth in Sudafrica fino al territorio angolano), ne fa uno dei più grandi deserti del mondo e anche uno dei più aridi: per anni in vaste regioni non piova per nulla. Le sue enormi dune si formano e si modificano costantemente modellate dal vento. Quelle nel Sossusvlei sono fra le più alte del mondo (350 metri circa).

L’aridità del deserto del Namib, le dune color rosso fuoco, le pianure ondulate, gli altopiani, le spettacolari formazioni geologiche, le splendide riserve, che arrivano alle coste disabitate tuffandosi sull’Oceano Atlantico, sono un puzzle di colori ed emozioni in grado di lasciare il segno, nel cuore e nella memoria di ogni viaggiatore.

Guidare un 4×4 sulle dune

Per prima cosa, è sempre meglio affrontare la duna non perpendicolarmente ma aggirarla, dato che il 4×4 in salita perde subito velocità per l’elevato attrito con la sabbia, il peso del fuoristrada etc. Da tener sempre presente che l’eventuale slargo che ci si stampa davanti prima di superare una duna, spesso non è altro che “una pozzanghera di sabbia mollissima” (comunemente nota come fesh fesh), formata da granelli leggerissimi trasportati dal vento, anche se appare come una bella spianata dove prendere un’ottima rincorsa!

Importante è vedere da quale parte tira il vento, generalmente. Perché il versante della duna battuto dal vento ha sicuramente la sabbia più compatta. Se il tratto sabbioso diventa lungo diventa categorico infilarsi dentro solchi lasciati dagli automezzi precedenti in modo da sfruttarne “l’effetto binario”.

A me è successo di rimanere con il fuoristrada bloccato in un mare di sabbia. È bene ricordare che è necessario staccare subito il gas! Il momento in cui si sente il veicolo bloccato vuol dire che, avendo perso la velocità di galleggiamento, si sta già scavando nella sabbia e se non si toglie al più presto il gas, anche il telaio del 4×4 rimarrà incastrato nella sabbia, con conseguente maggior bagno di sudore per uscirne fuori!

Se ci si blocca nella sabbia

Una volta bloccati nella sabbia, l’unica manovra da tentare è quella d’innestare la marcia indietro e tornare dolcemente sulle proprie tracce, sfruttando i binari scavati precedentemente, fino a raggiungere un tratto di sabbia più compatto. Da lì si riparte, sempre dosando il gas dolcemente, cercando di sfruttare il motore per poter galleggiare, oppure cercando un’altra traiettoria.

Anche la partenza da fermo sulla sabbia ha i suoi piccoli segreti: è ben accetta una 2° o 3° ridotta, rilasciando velocemente la frizione e lavorando con il gas, molto dolcemente, aumentando i giri del motore piano piano.

Cena, pernottamento e colazione al Desert Hills Lodge

Distanza di viaggio: 354,4 km

10° giorno: Sossusvlei, dalle dune ai Boscimani

Il Sossusvlei ha le dune alte fino a 350 metri che circondano un’enorme padella prosciugata. Le dune si estendono a perdita d’occhio e le loro tinte variano da albicocca pallida a rossi vividi e arancioni.

Durante la stagione delle piogge, il fiume Tsauchab scorre nella padella e crea un paradiso per gli uccelli acquatici. Anche durante la stagione secca, Oryx, springbok e struzzi possono essere visti nutrirsi della vegetazione lungo il corso d’acqua.

All’ingresso di Sossusvlei si trova il Canyon Sesriem, dove secoli di erosione hanno inciso una stretta gola lunga circa 1 km. Ai piedi della gola, profonda da 30 a 40 metri, ci sono profonde pozze d’acqua che si riempiono dopo le piogge.

11 ° giorno: da Sossusvlei a Mariental

Il viaggio di oggi ci porta nel cuore del deserto del Kalahari, che è relativamente pianeggiante, fatto di sabbia, steppa e savana, caratterizzato soprattutto da dune rosse. Il deserto del Kalahari forma gran parte del lato orientale della Namibia.

A causa dell’elevata evaporazione in quest’area, il suo terreno è caratterizzato come un deserto. In realtà è una natura selvaggia e sulle pianure erbose si vedono enormi mandrie di antilopi e altri animali al pascolo.

Arrivo in tempo per il pranzo nel nostro bellissimo lodge. Il pomeriggio può essere trascorso a piacimento. Cena, pernottamento e colazione al Zebra Kalahari Lodge

Distanza di viaggio: 310.2 km

12° e 13°giorno: da Mariental a Windhoek

Spuntino veloce e partenza al mattino presto per un tour a piedi nella riserva Intu Afrika Kalahari, con una guida locale che ci mostrerà gli usi e le usanze dei Boscimani e le loro tecniche di caccia.

La riserva Intu Afrika Kalahari, situata a Kalkrand, offre agli ospiti un’entusiasmante passeggiata che di solito si svolge al mattino per evitare il duro sole di mezzogiorno. Il termine Boscimano, ora indicato come il popolo San, si riferisce ai cacciatori-raccoglitori nomadi di quest’area, che conoscono il deserto del Kalahari meglio di qualsiasi altro, dove sono sopravvissuti per generazioni.

Sanno dove trovare cibo e acqua, cacciano con archi e frecce, intrappolano piccoli animali e mangiano radici e bacche commestibili. E lo dimostrano con entusiasmo agli ospiti. Cena, pernottamento e colazione al Safari Court Hotel

Distanza di viaggio: 245,7 km

Dalla capitale Windhoek all’Italia

Situata nella Namibia centrale, la città cosmopolita di Windhoek è la capitale del paese. È sede di un aeroporto internazionale e di una pletora di ristoranti, negozi, luoghi di intrattenimento e alloggi.

La città è pulita, sicura e ben organizzata, con un’eredità coloniale che si riflette nei suoi numerosi ristoranti e negozi tedeschi e l’uso diffuso della lingua tedesca. Windhoek ha un interessante mix di architettura storica ed edifici moderni, molti dei quali meritano una visita, tra cui l’Alte Feste un vecchio forte, la Christuskirche Christ Church del 1896 e la Corte Suprema più contemporanea.

Prima colazione e trasferimento in tempo utile al vicino aeroporto internazionale di Hosea per il volo di ritorno in Italia.

In conclusione…

Se si sta progettando un safari di questo tipo nella Namibia nord-orientale, bisognerà tenere conto della stagione delle piogge (da dicembre a marzo), nel corso della quale alcune piste vengono completamente allagate e guidare diventa estremamente pericoloso.

La guida su un fuoristrada, soprattutto in Namibia, deve essere prudente, avendo sempre le cinture allacciate, fari accesi anche di giorno, rimanendo se possibile sotto i limiti indicati e non affrettandosi per fare foto a determinate ore dell’alba o del tramonto rischiando di stancarsi e guidare con scarsa visibilità. I paesaggi della Namibia sono meravigliosi in qualsiasi orario! La propria sicurezza viene, inutile dirlo, sempre prima di tutto!

I tramonti in Namibia, inoltre, sono un vero e proprio spettacolo, ma anche la notte riserva molte sorprese affascinati. Non è infatti necessario essere un fanatico delle stelle o un appassionato di astronomia per poter godere di questa meraviglia. L’altitudine e il minimo inquinamento atmosferico garantiscono una perfetta visione del cielo stellato. La Via Lattea sembra così vicina da poterla quasi toccare…

Un viaggio da non perdere: emozioni bellissime, natura selvaggia e libera, paesaggi che tolgono il fiato e popoli affascinanti che vivono con niente ma che sono intimamente ricchi. Un viaggio in Namibia è un’esperienza unica e ci sarebbe ancora molto da scrivere, ma l’importante è che si possa partire per trovare meraviglie ogni volta che siamo disposti a scovarle.

COMPAGNA DI VIAGGIO: NISSAN PATROL Y61

È stata una gloriosa Nissan Patrol della serie Y61. Nata nel 1997, ha ricevuto un significativo restyling a cavallo tra il 2011 e il 2012, proprio quando è stata fermata l’esportazione in Italia. Fedele, solida e inarrestabile, non ha mai manifestato incertezze sia sulla sabbia sia sulle dure piste della Namibia.

La meccanica e la struttura sono solide, meno sofisticate della versione Y62 in produzione dal 2010, che si è piegata alla moda dei SUV con allestimenti e dotazioni molto più ricche ma altrettanto inutili nell’impiego heavy duty nel deserto africano. L’abitacolo è grande e ampio il vano di carico agevolato nell’accesso dalla presenza delle due porte al posto dello scomodo portellone dei SUV moderni. Rattrista un po’ l’idea di non poterla avere anche in Italia, così spartana e quasi essenziale, ma estremamente robusta e funzionale.

Prezzo della versione che era venduta in Italia: da € 40.000 a €46.000.




In Namibia con un autentico 4X4

La Namibia è la vera Africa, di cui ormai parlano tutti e di cui abbiamo già parlato anche noi, ma stavolta è “Auto&Donna” a raccontarvela in una meravigliosa avventura 4×4.

Di Francesca Sirignani

La magia di un paesaggio unico al mondo, le emozioni della scoperta, gli occhi pieni della bellezza di una natura selvaggia che lascia senza parole: un viaggio in Namibia non è tale senza trascorrere qualche tempo immersi in questo scenario surreale, un viaggio che permette di ammirare i principali parchi nazionali, le città caratterizzate da architetture coloniali e le dune del Namib.

E stavolta “AUTO&DONNA” ha voluto vivere l’Africa in fuoristrada. Un tour in 4X4 è sempre un’esperienza meravigliosa: che si tratti di un’impresa epica di più anni o di una vacanza di un paio di settimane. Si tratta di rievocare un senso di libertà, sperimentare una vita pura, fare nuove amicizie, esplorare luoghi diversi che fanno parte della lista dei desideri di molti viaggiatori.

La dilagante moda dei SUV ha negli anni imborghesito sempre più le vetture 4×4 da cui derivano. I SUV moderni, ormai, sono vetture sofisticate che non si prestano certo ai duri impieghi africani. Lo sanno bene le guide di queste parti che utilizzano ancora vetture 4×4 progettate nel secolo scorso e principalmente prodotte in Giappone. Come il glorioso Nissan Patrol, protagonista del nostro viaggio, con tanti chilometri sulle spalle, ma privo di tutto ciò che può rompersi. Il Patrol ha un telaio convenzionale a longheroni, traverse e ponti rigidi come quelli di camion, caratteristiche heavy duty perfette per rompersi il meno possibile

La Namibia è la destinazione giusta per chi non si accontenta del mare e della vacanza organizzata, poiché sa regalare numerose occasioni di scoperta e di avventura alla ricerca della libertà: dai deserti, il Namib e le dune del Kalahari, che si tuffano verso l’Atlantico, alla savana con colonie di leoni, zebre, antilopi, elefanti e giraffe. Dal suo canyon, all’alba sulla Duna di sabbia 45, con i suoi 390 metri di altezza (la più alta del mondo), dal surf sulle dune al kayak nelle lagune, da un volo in mongolfiera sul deserto a percorsi divertenti a bordo di un 4×4.

Namibia del nord. 1° e 2° giorno: Roma – Windhoek – Windhoek – Otjiwarongo

Ci troviamo all’aeroporto di Roma Fiumicino e partenza per Windhoek con voli Qatar, facendo uno scalo a Doha, per una durata complessiva del viaggio di 15 ore circa. Arrivati in Namibia, il giorno dopo iniziamo il nostro tour a bordo di un Nissan Patrol, da Windhoek, per poi arrivare a Okahandja, fino al nostro alloggio a Otjiwarongo.

Un tour in questo affascinante Paese, generalmente, inizia proprio con la visita della sua capitale Windhoek: moderna ed europea nel centro e nelle zone residenziali dei bianchi, povera e africana nei sobborghi dei neri. Poco per volta, fortunatamente, la rigida separazione tra bianco e nero si sta allentando.

Windhoek non è solo la capitale del Paese bensì anche l’unica grande città della Namibia: sede del governo, importante nodo stradale e centro economico e culturale. Vi si trova l’unica università della Namibia e, alle porte della città, si trova l’unico aeroporto internazionale.

Windhoek è dunque la prima tappa del viaggio per la maggior parte dei turisti provenienti dall’Europa. La città si trova a circa 1.600 metri sopra il livello del mare. D’estate non fa quindi molto caldo mentre d’inverno, talvolta, fa sensibilmente freddo.

Per gli standard africani, la Namibia dispone di una rete stradale molto ben sviluppata. Il 90% delle strade, tuttavia è costituito da piste di ghiaia (pads) che vengono regolarmente curate con imponenti pialle. Inoltre bisogna ricordare che in Namibia si guida sul lato sinistro quindi il volante è sempre a destra. Sulle strade asfaltate di grande comunicazione il limite di velocità è pari a 120km/h, sulle strade in ghiaia a 100 km/h. Nei centri abitati il limite si abbassa a 60 km/h.

Guidare in fuoristrada

Attenzione: anche in Africa i radar si trovano proprio dove uno non se li aspetta. Ma guidare un fuoristrada non ha niente a che vedere con la velocità, sui terreni difficili contano molto di più la sicurezza e l’obiettivo di non bloccarsi. Per riuscirci ci vogliono prudenza e soprattutto esperienza.

Fondamentale è tracciare una traiettoria ideale ed essere pronti a sterzare in tempo alle infinite buche e cercare, quindi, di risparmiare botte troppe decise e sassi taglienti, ricordandoci che il più semplice guasto può provocare ritardi e problemi enormi in Namibia.

Non bisogna neanche farsi indurre dagli autoctoni a sfrecciare a gran velocità perché loro hanno anni di esperienza su queste piste. Non si devono, inoltre, ignorare i cartelli di pericolo, ad esempio curva o dosso, e non bisognerebbe mai guidare sulle piste di notte. Carretti non illuminati, trainati da asini, possono comparire improvvisamente, i dissesti della strada sono pressoché invisibili e si deve mettere in conto di trovarsi degli animali sul percorso. Inoltre, sarebbe bene sfruttare ogni possibilità di rifornirsi di carburante: talvolta la stazione di servizio a cui si puntava è chiusa o è rimasta anch’essa a secco.

Un viaggio in fuoristrada in Namibia è anche divertimento, scoperta, avventura. Ci si può fermare quando si vuole per fare una foto o per ammirare un paesaggio mozzafiato. Non occorre una particolare preparazione, ma è indispensabile avere spirito di adattamento, godersi ogni momento del viaggio inclusi gli imprevisti, che ne danno un valore aggiunto!

3 ° e 4° giorno: da Otjiwarongo all’ Etosha National Park

Dopo una colazione, partiamo con il nostro fuoristrada verso il Parco Nazionale di Etosha. La guida del Nissan Patrol continua a essere molto piacevole, seppur diversa da molte moderne vetture: il cambio e lo sterzo sono precisi, ma un po’ duri per una donna. La frenata, garantita da 4 dischi, è ottima.

Solidità e affidabilità sono verificate. Sia davanti che dietro, possono sedersi comodamente anche i più alti e robusti. Il baule, poi, è veramente ampio con un accesso comodo grazie al doppio portellone posteriore, largo, alto, profondo e di forma regolare con ganci per fermare il carico.

Entriamo nel cuore della Namibia, arrivando all’Etosha National Park: il più grande parco del Paese e anche uno dei più famosi in Africa. Situato a nord, non lontano dal confine con l’Angola, ha una superficie di circa 22.000 chilometri quadrati e ospita una gran varietà di animali. Gli “inquilini” più illustri in cui ci si imbatte sono elefanti, rinoceronti, zebre, giraffe, struzzi, antilopi e, soprattutto, i leoni.

Qui è possibile avvistare un gran numero di animali nello stesso luogo, grazie al numero esiguo di pozze d’acqua durante la stagione secca (la nostra estate) che costringe così gli animali a concentrarsi insieme per bere.

Il parco si può percorrere con auto in lungo e in largo nelle aree riservate al pubblico rispettando i limiti di velocità (60 km/h) e il divieto assoluto di scendere dal veicolo: qui infatti è l’uomo a essere ingabbiato. I momenti migliori per avvistare gli animali sono solitamente le prime luci dell’alba e il tardo pomeriggio.

All’interno del parco si trovano tre campi ottimamente gestiti dove è possibile mangiare e pernottare in confortevoli “bungalow”, con camere singole o doppie, acquistare anche generi alimentari, benzina, ufficio postale e un centro di informazioni.

L’Etosha National Park, però, è molto di più. Quasi in nessun altro luogo si incontrano mandrie così grandi. Ecco perché i safari nell’Etosha National Park sono fra le esperienze più forti di un viaggio in Namibia.

Il parco nazionale misura oltre 300 km da est a ovest e 110 km da nord a sud. La sua estensione è pari a quella di metà della Svizzera. L’altitudine media è di circa 1.100 metri. Su questo ampio paesaggio non soffia alcuna brezza rinfrescante. Il sole brucia incandescente e anche l’aria sembra provenire da un phon…

Distanza di viaggio: 183,7 km

5 ° giorno. Etosha Sud a Sesfontein

Dopo colazione lasciamo l’Etosha Park e guidiamo, via Kamanjab, verso un villaggio Himba. La visita a questa straordinaria tribù sarà un punto culminante del nostro viaggio attraverso la Namibia. Nessuna fotografia o parola sono in grado di catturare la dignità e l’orgoglio con cui tali individui veri vivono in armonia con la natura.

Gli Himba sono persone semi-nomadi e sono uno dei gruppi etnici più fotografati della Namibia, grazie al loro aspetto unico. Le donne Himba hanno un aspetto particolare e possono dedicare molte ore alla loro cura di bellezza ogni mattina, sfregando i loro corpi con una crema a base di grasso e di polvere di ocra che dà al corpo una sfumatura rossastra.

Si tratta di un miscuglio fantastico che protegge la pelle dal sole e persino dal freddo della notte. Cosa inimmaginabile per gli europei, visto il caldo: presso gli Himba lavarsi è vietato, una consuetudine che si spiega con la cronica mancanza di acqua.

Ci sono circa da 20.000 a 50.000 persone Himba che vivono nel nord della Namibia, nella regione del Kunene. Parlano la stessa lingua degli Herero e allevano prevalentemente bovini e capre. Abiti, acconciatura e gioielli sono di particolare importanza per l’Himba.

Sul territorio della Namibia vivono, attualmente, nove maggiori gruppi etnici. I popoli Bantu, che parlano le lingue Bantu (tra cui gli Ovambo e i Kavango), costituiscono più dell’80% della popolazione. Ai popoli Bantu appartengono anche gli Herero. Le donne Herero, in particolare, sono interessanti, perché ancora oggi indossano gli abiti ampi e i grandi cappelli che hanno adottato in epoca vittoriana dalle donne delle missioni.

Gli Himba, invece, sono il popolo africano che ha saputo, forse, preservare al meglio le sue tradizioni e i suoi riti. Se le donne di questo popolo di pastori, in passato seminomade, sono in gran parte diventate stanziali, gli uomini si spostano ancora con le loro greggi per le savane.

Distanza percorsa: 390,5 km

E domani…la seconda parte




ALLA SCOPERTA DI IRENE SADERINI, L’AMAZZONE CHE DOMA MOTO, CAVALLI E IL TORO RED BULL

Una donna un po’ speciale ha deciso di raccontare le emozioni, l’adrenalina e le incredibili sensazioni che si provano in sella a una moto o guidando una macchina da corsa, proprio come i piloti più abili del mondo: è Irene Saderini giornalista sportiva e grande appassionata del mondo a due e a quattro ruote.

Irene racconta tutto questo attraverso la trasmissione Drive Me Crazy, una nuova serie televisiva in sei puntate in onda a partire dal 13 novembre alle 22.15 su Motor Trend, canale 56 del Digitale Terrestre e 418 di Sky.

Le sei puntate

Nel corso delle sei puntate Irene Saderini si cimenta in sei sfide al limite dell’impossibile: partecipare al Red Bull Epic Rise, l’imperdibile competizione tra motorini truccati per raggiungere la vetta della temutissima “Pic del Truna”, un pendio infernale di 50 metri a Clusone; oppure effettuare un test per il Word Rally Championship (WRC) insieme ai piloti del team Citroën. Il terzo episodio è incentrato su una gara di drifting, disciplina automobilistica basata sull’abilità del pilota nel controllare il veicolo in costante perdita di aderenza dell’asse posteriore, mentre durante la quarta puntata la giornalista si lancia a tutta velocità in sella a una moto da enduro lungo i percorsi accidentati e fangosi di una gara di Hare Scramble.

Non manca neppure la Regina dei motori: Irene saggia la Formula Uno insieme al team Toro Rosso ed effettua un test su una monoposto a ruote scoperte durante il Gp di Formula X Italian Series a Cervesina. E  nell’ultima puntata di Red Bull Drive Me Crazy  Irene partecipa a una gara di Flat Track – competizione che prevede la guida di moto dotate del solo freno posteriore – insieme a Fabio Di Giannantonio e Francesco Cecchini, Campione del Mondo della disciplina.

Un appuntamento da non perdere con una donna speciale che ha i motori nel sangue e la voglia di mettersi alla prova nelle condizioni più estreme.

 




Alla ricerca del romantico autunno con la Peugeot 3008

Di Francesca Sirignani

Per questo weekend in auto tutto al femminile abbiamo viaggiato a bordo della Peugeot 3008, il SUV raffinato e tecnologico della casa del Leone, seguendo un breve ma divertente itinerario che da Milano si addentra nella Brianza tra Fino Mornasco e Cantù, per vedere il foliage prealpino e conoscere la vettura. Eravamo curiosi di scoprire il segreto del successo di quest’auto, che nel 2019 ha raggiunto in Italia la seconda posizione dei SUV di segmento C più venduti. Oltre a un design attraente siamo rimaste colpite dal comfort e dalla facilità di guida grazie, soprattutto, all’innovativo i-Cockpit.

L’itinerario da Milano a Orsenigo

Per disegnare il nostro itinerario abbiamo scelto un breve tratto autostradale: A8 da Milano in direzione Laghi e poi A9 verso la Svizzera, per uscire a Saronno e percorrere strade secondarie, passando per Rovello Porro, Bregnano, Cermenate, Cucciago e Senna Comasco, evitando così il traffico di Cantù, per giungere al piccolo Lago di Montofrano e, infine, all’agriturismo Cassinazza a Orsenigo, meta della nostra cena e dove abbiamo dormito. Il giorno seguente abbiamo ripreso la A9 in direzione Milano al casello di Fino Mornasco. Scegliendo strade secondarie abbiamo apprezzato meglio i variopinti colori dell’autunno e le doti dinamiche della Peugeot 3008 che si è rivelata tanto sicura in autostrada quanto piacevole nelle strette e tortuose strade prealpine. Un itinerario senza mete di particolare prestigio, scelto quasi per caso sbagliando più volte strada rispetto alla direzione più semplice e veloce, perché siamo rimaste un po’ catturate dal piacere di guidare la Peugeot 3008: sicura, veloce ma al contempo capiente, confortevole ed elegante, insomma un SUV perfetto per una donna dinamica che sa esattamente cosa vuole.

Design esterno e interno

Prima di salire a bordo di 3008 diamo un’occhiata alle forme eleganti della vettura. Nonostante le dimensioni (Lunghezza 445 cm; larghezza 184 cm; altezza 162 cm), il SUV francese appare importante ma comunque filante e presenta dei tratti graffianti che gli donano dinamicità. L’anteriore è caratterizzato da una griglia leggermente scavata verso l’interno e decorata con elementi orizzontali. I fari sono molto particolari e sembrano essere composti da due elementi diversi che si estendono in lunghezza. Ai lati possiamo notare il tetto che scende nella parte posteriore in stile coupé e la linea all’altezza delle maniglie che crea movimento. Il posteriore è forse la parte più riuscita dell’auto con la caratteristica fascia nera all’altezza dei gruppi ottici e i tre fari per parte che richiamano la graffiante zampata del leone, simbolo del Marchio francese.

L’abitacolo di 3008 è molto raffinato e tecnologico. Il design della plancia è strutturato su tre livelli con la parte superiore realizzata con materiali morbidi, quella intermedia che richiama il legno e quella inferiore con plastiche morbide. Sulla GT line che stiamo provando sono presenti diverse cromature che impreziosiscono la vettura. La seduta del guidatore risulta molto avvolgente e l’i-Cockpit con il suo piccolo volante e la posizione di guida rialzata infonde una sensazione di sicurezza e maneggevolezza della vettura, elemento chiave per noi donne.Non manca lo spazio a bordo, soprattutto per i passeggeri posteriori e sono presenti numerosi vani portaoggetti, molto utili per i lunghi viaggi. Il baule ha una capacità di 520 litri.

Guida urbana ed extraurbana

Una volta partite, attraversiamo la città e possiamo apprezzare tutta la maneggevolezza e l’agilità di 3008. Il SUV è molto scattante e il cambio automatico è davvero confortevole, tanto da non accorgersi delle cambiate. Volendo, c’è la possibilità di utilizzare i paddles presenti dietro al volante premendo il tasto “M” sul selettore. Tuttavia, il fatto che siano fisse le rende meno attraenti in curva. Durante la guida urbana si può apprezzare la leggerezza dello sterzo, in particolare durante le manovre che sono facilitate dal Visiopark 360. Ma la vera differenza per noi donne è data dalla sicurezza che trasmette la posizione rialzata, che ci fa sentire subito padrone della vettura e protagoniste in strada.

Entrati in autostrada apprezziamo i sistemi di assistenza alla guida, in particolare l’Adaptive cruise control e l’Active lane departure warning: il primo aiuta a rispettare le distanze di sicurezza e il secondo, con rara ma efficace discrezione, mantiene la vettura nella corsia. Piacevoli perché non sono invadenti, non ti spiazzano togliendoti il controllo dell’auto, ma ti aiutano a concentrarti meglio sul piacere di guida. Sulle strade extraurbane l’asfalto è spesso irregolare ma l’assetto della vettura è perfetto per assorbire bene le imperfezioni della strada.

Motori e allestimenti

Due i motori a benzina: il 1.2 turbo PureTech da 130 CV e il 1.6 turbo PureTech da 180 cavalli. Sul versante diesel si può optare per il BlueHDI 1.5 da 131 CV o il 2.0 da 177 CV di potenza. È disponibile anche la variante ibrida con trazione integrale con motore termico 1.6 PureTech da 200 Cv e due motori elettrici.

Sono cinque, invece, gli allestimenti disponibili sul Peugeot 3008: Active, Allure, Business, Crossway e GT. I prezzi partono da 27.480 euro e arrivano fino a 35.830 euro. Se optate per la versione ibrida si parte da 44.430 Euro fino al top di gamma 53.880 Euro.

Dove dormire e mangiare

Un agriturismo immerso nel verde nel cuore della Brianza. Se amate gli animali è il posto giusto perché potete ammirare i cavalli che hanno un ampio spazio in cui correre liberi, ma anche simpatiche caprette che amano farsi accarezzare e aspettano che diate loro un po’ d’erba da mangiare. Nella graziosa junior suite al primo piano ci si sente proprio come in una casa di campagna e, ovviamente, sono graditi ospiti anche i vostri compagni pelosi: se avete animali domestici sono ben accetti. L’agriturismo offre una cucina autentica, con i sapori di una volta con cucina locale tradizionale, basata sulla genuinità dei prodotti per la maggior parte di produzione interna. In questa stagione si possono apprezzare molti piatti a base di funghi, molto buone le lumache. D’autunno si cena all’interno, ma appena la temperatura lo consente ci sono molti tavoli all’interno del vecchio cortile in cui si può pranzare o cenare all’aperto. La “nostra” Peugeot 3008 si è dimostrata perfetta per raggiungere l’agriturismo: l’ultimo tratto di strada è un piacevole sterrato in mezzo al bosco. Si consiglia caldamente la prenotazione.

Agriturismo Cascina Cassinazza, 2 Orsenigo (CO)
Tel: 031.631468 cassinazza.it info@cassinazza.it – Latitudine 45.773.630 – Longitudine: 9.160.023

Suggerimento per arrivare: alcuni navigatori non conoscono la destinazione esatta, occorre impostare: Alzate Brianza, via dei Platani. Quando si giunge al tornante, all’ingresso della località Vergiate, occorre imboccare lo sterrato che parte in direzione ovest. Proprio sul tornante troverete il cartello che indica l’agriturismo.

Compagna di viaggio

Peugeot 3008 1.2 PureTech 130

Motore: 3 cilindri turbo benzina 1.199 cc – Euro 6D-TEMP
Potenza massima: 96 kW (130 CV) a 5.500 giri
Coppia massima: 230 Nm a 1.750 giri
Cambio: automatico a 8 rapporti
Trazione: anteriore con Advanced Grip Control
Velocità Max: 188 km/h
Accelerazione da 0 a 100 km/h: 10,6 secondi
Consumo medio: 5,3 l/100 km (dichiarato)
Dimensioni: lunghezza 445 cm; larghezza 184 cm; altezza 162 cm
Capacità bagagliaio: 520/591 litri espandibili a 1670
Peso: 1.395 kg




CON UN VAN/CAMPER A LEZIONE DI STORIA, TRA I CASTELLI CATARI DELLA FRANCIA DEL SUD

Testo e foto di Marina Cioccoloni

Itinerario nella Francia sud-occidentale a bordo di un compagno di viaggio speciale, il Van su meccanica Renault Master. Alla scoperta dei castelli che hanno visto la crociata contro il catarismo (da catharus: puro), il cristianesimo  che combatteva la corruzione

Che bello viaggiare e fare le vacanze con un Van trasformato in camper! E’ poco più grande di un grosso suv ma mi dà un’indipendenza incredibile. Da quando ho scoperto questo meraviglioso mezzo che posso guidare anch’io in tutta tranquillità e che mi porta ovunque ho apprezzato ancora di più le vacanze e i weekend, da soli o con gli amici. Anche le mie amiche si fanno cedere volentieri il volante dai compagni perché anche a loro piace molto guidare.

 

Alla guida io mi alterno a mio marito e mi piace un sacco. Sto già pensando al prossimo mezzo, anche se sono molto affezionata al Renault Master non mi dispiacerebbe cambiarlo con uno nuovo, magari il Pössl Summit  600 Plus. La casa tedesca se ne intende di questi mezzi, è una delle più conosciute per la sua gamma di van e furgonati, e il Summit 600 Plus su meccanica Citroën Jumper può contare sulla potenza di 160 cavalli, non male. I cerchi in lega da 15”, l’accessoristica e la completa dotazione di serie, e non ultimo un letto matrimoniale di misura generosa ne fanno un prodotto appetibile. Ancor di più se si considera anche il prezzo, poco sopra i 40mila euro.

La donna e il van: un rapporto possibile? Un trucco per farlo andar bene

Poche regole e molta libertà. L’ambiente è piccolo e il trucco è “organizzarsi”. Poca roba da mettere in una borsa, tipo qualche cambio di abbigliamento comodo e il più è fatto, il van diventa il tuo amico del cuore. Niente più stanze da rassettare e da metter in ordine, niente valigie da preparare. Libertà pura, parti senza il problema di cercare un hotel per la notte, sei completamente indipendente. Ti scordi di fare prenotazioni, non sono più necessarie, e ti pare poco? Vai dove ti ispira di più, magari sostando davanti ad un bel tramonto che ti ripaga più di un hotel a cinque stelle.

Con il mio attuale compagno di viaggio, un van su meccanica Renault master 150 cavalli, mi appresto a visitare nel sud della Francia un paesaggio fatto di colline e montagne. Ho scelto questo percorso perché è adatto a questo tipo di mezzo, un fuoriclasse adatto allo scopo, le curve poi sono l’ideale per stimolare una guida sicura tra paesaggi mozzafiato.

Vado alla scoperta di fortezze e castelli catari, quelli dove i seguaci di questa corrente religiosa si rifugiarono per sfuggire alla persecuzione di Roma che aveva deciso di annientarli tutti. Nel tredicesimo secolo quella romana era una chiesa corrotta e il rigore predicato dal cristianesimo cataro vi si opponeva fortemente e ne minacciava l’esistenza. Quando il catarismo si diffuse in tutta la Francia del Sud il Papa capì che era diventato pericoloso e decise di indire una crociata per annientarlo. Cominciarono così le spietate repressioni. Una delle più note resta l’assedio di Beziers dove furono uccisi tutti gli abitanti, ventimila, perché si erano rifiutati di consegnare i catari presenti in città.

A cena nella piazza medievale

Una volta al volante del Van si apprezza subito la sua versatilità come mezzo ideale per il weekend. Viaggiare con questo mezzo è un piacere. Inizio l’itinerario che mi sono prefissata da Mirepoix, una cittadina medievale dal centro storico ancora intatto. La piazza del mercato è circondata da edifici storici con travi a vista e localini romantici. Se al giorno la piazza è animata dal colorato mercato la sera i locali sono l’ideale per ascoltare buona musica mentre si apprezza l’ottima cucina locale. Il piatto tipico è la cassoulet, una zuppa a base di fagioli bianchi il cui nome in occitano è caçolet.

I chilometri volano nel verde del paesaggio ed eccomi a Foix. Il mezzo risponde bene alle sollecitazioni del percorso, tra curve, discese e salite. Foix è un posto notevole, che conserva del suo passato l’imponente castello con le tre torri che serviva da punto di osservazione per tutta la vallata dell’Ariège e roccaforte inespugnabile. Dopo esser stato trasformato in residenza nobiliare oggi ospita la sede del museo dipartimentale dell’Ariège con collezioni permanenti e mostre temporanee.

Nel cuore del catarismo

Ma adesso voglio andare verso Montségur, il centro più famoso della religione catara, addentrandomi nei Pirenei. Al volante del mio compagno di viaggio proseguo quindi sulla N20 ma alla deviazione per Saint Paul de Jarrat prendo a sinistra la D117 e poi a Celles la D209 sulla destra fino a Montferrier. Da qui affronto senza problemi le curve e la pendenza in salita della D9. Prima di arrivare in paese mi accoglie un comodo parcheggio dove posso lasciare il Van a riposo. Alzo gli occhi e vedo i resti del castello che mi aspettano lassù in alto, a 1200, e mi appresto a intraprendere la salita a piedi. E’una camminata piacevole dopo le ore in macchina, fino ai 1200 metri del castello, da cui si gode di una vista spettacolare sulla vallata e sul paese di Montségur.

Tra queste pietre abbandonate terminò l’avventura catara. Qui dopo un assedio di mesi (11 per la precisione) dopo essere riusciti ad inquinare l’acqua della cisterna i crociati il 2 marzo del 1244 penetrarono dentro al castello e secondo gli ordini impartiti da Papa Innocento III fecero strage di tutti i catari che vi si erano rifugiati. Molti furono bruciati vivi in un terribile rogo allestito ai piedi del castello, proprio dove oggi è eretta una stele che ricorda l’accaduto e dove qualcuno lascia sempre dei fiori.

La storia di Montségur ancora oggi alimenta numerose leggende, come quella che vuole che tra queste pietre fosse nascosto il Santo Graal, oppure un ricco tesoro che alcuni catari riuscirono a portare in salvo e nascondere proprio in quel Rennes le Chateau dove l’Abate Saunière fece spese importanti grazie ad un misterioso tesoro ritrovato. Verità o leggenda? Nessuno può dirlo ma quello che è certo è che sono in molti quelli che all’alba del solstizio d’estate affrontano la salita per ammirare il levar del sole dagli spalti del castello.

La fontana dei misteri

Ripresa la guida del mio mezzo continuo nel zig zag della strada dipartimentale numero 9 non eccessivamente larga ma ben tenuta. I 150 cavalli tirano che è un piacere tra il verde dei boschi verso Bélesta, Prima di giungere in paese mi fermo in un luogo singolare, la Fontana di Fontestorbes e parcheggiato il veicolo vado alla scoperta di questa sorgente singolare, oggetto di uno strano fenomeno di “intermittenza” che avviene solamente nei mesi da luglio a novembre e che quindi dà alla fontana il nome di sorgente delle fate. Lo strano fenomeno nessuno è ancora riuscito a spiegarlo. Si pensa che sia dovuto ad un invaso invisibile dall’esterno che si riempie a fasi alterne generando la cascata che passa dai 100 ai 1.800 litri al secondo. Una insolita curiosità che certamente merita una deviazione, da fare però soltanto con la luce del giorno. Al calar della sera arrivano le fate a lavare i loro indumenti e gli umani non sono graditi.

Prossima tappa Puilaurens, nel dipartimento dell’Aude, dopo aver ripreso la D117 a Bélesta. Anche questa fortezza è arroccata come Montségur e la si raggiunge, dopo aver parcheggiato il mezzo nello slargo apposito ai piedi del sentiero, con un percorso tra le rocce che sale regalando bellissimi panorami sulla valle della Boulzane. I resti della fortezza sono imponenti, con la torre sud, il mastio centrale, il cammino di ronda e la bella torre della Dama Bianca.

Abbarbicati nella roccia gli ultimi castelli catari

Continuo quindi per la prossima tappa, la fortezza di Peyrepertuse, abbarbicata su uno sperone roccioso che sembra inglobarla nella roccia stessa. I resti si estendono su tutto il terrapieno roccioso, comprendendo un castello inferiore e uno superiore detto di San Jordi, collegati tra loro da mura, torri, passaggi e una scalinata scoscesa scavata nella roccia esposta ai venti. Inutile dire che dagli spalti si gode di una spettacolare vista a 360°che comprende anche in lontananza la fortezza di Queribus, la prossima tappa dell’itinerario. Per raggiungerla seguo la D14 e la D123, fino a raggiungere lo sperone roccioso ai piedi del quale parcheggio il mezzo e mi appresto ad affrontare la salita.

Dal basso la fortezza si presenta davvero imponente, arroccata com’è alla roccia da sembrare quasi una parte di essa, la sua naturale prosecuzione. La posizione poi è spettacolare, lassù in alto come un nido d’aquila inespugnabile. Talmente inespugnabile che fu infatti l’ultimo avamposto cataro a cadere, nel 1255. Il nome le viene dall’occitano, “Cherbucio”, e significa “luogo abitato sulla roccia”. La sua invidiabile posizione fece sì che non venne distrutto come gli altri castelli ma venne utilizzato come baluardo di frontiera a difesa dei confini francesi per altri 400 anni.

Dove mangiare

Restaurant Saint-Maurice, 10 Place Maréchal Leclerc, tel. 0033 561 682581 Mirepoix,
Restaurant Le patio, 27 rue Théophile Delcassé, tel. 0033 534 146433, Foix
Restaurant Costes, 52 Village, tel. 0033 561 026621, Montségur
Restaurant–Auberge du Vigneron, 2, rue Achill Mir,tel. 0033 468 450300 Cucugnan

Il compagno di viaggio

Van su meccanica Renault master 150 cavalli con cellula abitabile allestita da Aiesistem, ditta artigianale veronese. Nessun inconveniente tecnico e la meccanica ha risposto bene ai diversi tipi di terreno. Sul lungo tragitto il motore ha risposto ottimamente, resistendo ad ogni tipo di sollecitazione. Nelle curve tutto bene e il 150 cavalli tira che è un piacere.

Dati RENAULT MASTER

Cilindrata                                          2464 cm3
Numero e disposizione cilindri       4 in linea
Numero valvole per cilindro            4
Dispositivo di sovralimentazione    turbocompressore
Potenza                                             150 CV
Coppia Massima                               300,0 Nm
Normativa Euro                                 Euro 4
Serbatoio                                           100 litri
Trazione                                             anteriore
Cambio                                               meccanico
Numero di marce                               6
Passo                                                  357 cm
Velocità max (Km/h)                          144 Km/h
Consumo Misto (litri/100 km)           8,8




Rachele Somaschini, una piccola grande donna che corre per vincere il rally di Verona del 13 /10, ma soprattutto per sconfiggere la sua grave malattia, per se stessa e per tutti quelli come lei.

Per questo Rachele Somaschini, 24 anni, con la passione dei motori ereditata dal padre e con già alcuni risultati alle spalle, sarà la testimonial, insieme con il suo compagno di sventura, Edoardo Hensemberger, 21 anni, che sogna di fare l’attore (che parte in sella alla bicicletta con il presidente della Fondazione Matteo Marzotto, per fare il giro della Sicilia, targata FFC) alla campagna della Fondazione fibrosi cistica che si tiene in questo mese di ottobre. Per tutto il mese, infatti, sarà attivo il numero solidale 45581 per donare alla Fondazione (FFC) un contributo e in più di 1500 piazze d’Italia saranno in vendita i ciclamini della ricerca, per raccogliere fondi a favore di chi studia per trovare nuove terapie da aggiungere a quelle che finora hanno permesso a questi ragazzi sfortunati di arrivare all’età adulta, con una buona qualità di vita, ma senza guarire. I fondi serviranno per finanziare la sperimentazione di una nuova molecola studiata dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e dall’Istituto Gaslini di Genova.

Oggi, intanto, Rachele vuole il podio, dopo aver raggiunto il traguardo alla Mini Challenge nel 2016 ed esserci piazzata campionessa nella velocità di montagna nel 2017 con la sua Mini Cooper SJCW. A Verona la seguiranno amici e amiche che la sosterranno nella gara, ma soprattutto nel promuovere la sensibilità alla malattia a tutti i comparti della gara. A lei e a tutta la compagine che ruota attorno alla fibrosi cistica gli auguri più sinceri di vincere tutte le battaglie della vita.

Rachele#CorrerePerUnRespiro.

Edoardo Stucchi




A Zagabria a bordo dell’Alfa Romeo Giulia

Di Silvia Terraneo

 

Amiche di AutoeDonna avete mai pensato di fare un weekend a Zagabria? Forse nemmeno noi, ma il viaggio vale la meta! Si parte dalla capitale della Moda, Milano, per questa gita fuori porta di 700 km. Abbiamo scelto il comfort dell’Alfa Romeo Giulia 2.200 turbo diesel 180 CV AT8 e il piacere della guida con un propulsore potente e il cambio automatico con tanto di paddles al volante. A bordo una cosa fondamentale non è mancata: della buona musica preparata appositamente su una chiavetta usb in modo da avere ore e ore di piacevole sound …. ecco qui la nostra avventura.

Il nostro percorso prevede dei pedaggi perchè percorriamo l’autostrada A4 direzione Venezia e poi al bivio optiamo per continuare sulla E70 uscita Fernetti/Slovenia. Da qui seguiamo le indicazioni verso Ljubliana  e poi Zagreb con l’autostrada a pedaggio parziale A2/E70. Si paga tranquillamente in euro e costano veramente poco.

Si passa attraverso il confine della Slovenia e poi siamo in Croazia è semplicissimo, controllano i documenti quindi non partire senza! Durante il tragitto consigliamo, se non siete di fretta, una sosta a Verona oppure a Trieste se arrivate per l’ora di pranzo in modo da proseguire poi con calma e godere davvero di tutto il viaggio senza correre.

 

Il viaggio

La nostra meta è insolita rispetto alla media europea, ma il viaggio vale Zagabria. Capitale della Croazia, Zagabria si trova nel nord-ovest del Paese e si contraddistingue per l’architettura austro-ungarica del XVIII e XIX secolo, conservando un cuore urbano piacevole ed autentico.

Schiacciamo con grande emozione il tasto start sul volante: questo dettaglio è indizio della passione con la quale la Giulia è stata realizzata.

Subito alla guida sentiamo subito un ottimo feeling con la nostra compagna di viaggio, non soltanto per la trazione posteriore ma per uno sterzo prontissimo. Guidare la Giulia è agilità pura: per rendere il piacere della guida ancora più intenso e totalizzante non abbiamo impostato sulla modalità Dynamic, le prestazioni sono brillanti e più la si guida con passo spedito più la si sente addosso come un cappottino  fatto su misura dalla propria sarta di fiducia. In due parole possiamo definirla una sportiva raffinata.

Il 2.200 turbodiesel spinge bene e il cambio a otto marce automatico è morbido, veloce, praticamente perfetto nonché tanto apprezzato da noi donne.

 

Abbiamo percorso davvero tanti km in autostrada e su strade extraurbane. Il tempo è corso velocemente e non ci siamo nemmeno accorte delle ore: qualche sosta e poi, affamate di arrivare alla meta, eccoci! Il navigatore ci ha guidato fino all’ultimo km. Ci ha colpito particolarmente la plancia moderna che ingloba perfettamente lo schermo.

Prima di lasciarvi alla scoperta di Zagabria vogliamo sottolineare una nota positiva della Giulia: lo stile degli interni studiati e pensati creano nell’abitacolo un’atmosfera contemporanea, con linee più leggere e finiture di qualità ed eleganza.

Quando pensiamo ad un’Alfa Romeo, il primo colore che ci viene in mente è rosso ma il blu su questa Giulia per noi è eleganza ed eccellenza made in Italy.

Cosa vedere a Zagabria

Ci sono tantissime cose da vedere a Zagabria: due giorni o tre sono perfetti, 24 ore sarebbero troppo poche, tra città alta e città bassa è un piacere passo dopo passo.

Ecco qui le meraviglie da non perdere:

Prima di tutto la cattedrale di Zagabria, che si trova vicino alla piazza di Ban Jelacic, è il più imponente edificio sacro di stile gotico in questa parte d’Europa. È dedicata alla Beata Vergine Maria.

Il Museo Croato di Arte Naif, sono visualizzate le opere di artisti naif croati come Ivan Generalic, Mirko Virius e Franjo Mraz, i fondatori del movimento.

Poi un salto in funicolare è in funzione dal 1893 che vi porterà al prezzo di 4 kune alla Città Alta che sorge sulla montagna di Medvenica. Insieme a Kaptol, la Città Alta è la parte più antica della città.
Il traffico nella Città Alta è limitato e non mai affollato per cui potrete in pace esplorare i piccoli musei, le gallerie d’arte, i bar… Non perdete l’edificio del Parlamento della Croazia, la galleria Klovicevi Dvori, la torre Lotrscak, la Porta di Pietra.

Fate una fuga al parco di Maksimir, il parco pubblico più antico e grande di Zagabria in cui c’è anche il giardino zoologico. Cinque laghi artificiali, prati e ruscelli sono ciò che rende questo posto uno dei preferiti tra i croati. L’altra parte del parco è originariamente un bosco.

Per i più piccini il Museo delle Illusioni un luogo per i bambini e le famiglie dedicato alle illusioni ottiche e ai giochi di logica.

Cercate dove mangiare? Nella strada Tkalciceva troverete moltissimi bar e ristoranti con dei prezzi convenienti.

Esiste anche il Museo dei cuori spezzati, uno dei posti preferiti tra i turisti di Zagabria. Ogni oggetto nel museo è stato donato da una persona vera insieme ad un’etichetta che ne racconta la storia.

Un po’ di Arte nella ex casa della famiglia Mestrovic troverete l’Atelier Mestrovic, dedicato a Ivan Mestrovic, uno dei migliori scultori del XX secolo.

Shopping al mercato di Dolac, il più grande della città, dove troverete le prelibatezze tradizionali, frutta e verdura fresca nonché altre cose. Il mercato si trova nel centro, a due piani, dietro la piazza principale. Il livello superiore è un mercarto verde all’aperto con dei souvenir, abbigliamento, un mercato di pesce, i bar e ristoranti. Il livello inferiore è chiuso con le macellerie, panetterie e negozi di specialità alimentari.

Tantissimi sono i Musei e le Gallerie d’Arte da visitare, siate affamati!

E poi  Museo della Tortura? Tortureum ha una collezione delle macchine e degli apparecchi di tortura nel corso della storia. Noi l’abbiamo saltato, ma c’è a chi piace.

Molti sono gli alberghi e i B&B dove soggiornare con prezzi davvero ottimi, basta dare un’occhiata su Tripadvisor e Booking.

 

Ufficio Turistico

Kaptol 5

10000 Zagreb

Tel: +385 1 48-98-555

Fax: +385 1 48-14-340

http://www.infozagreb.hr/contatti/ufficio-turistico&lang=it

Ristoranti – Cucina Tradizionale

Konoba Didov San
Mletačka ul. 11, 10000, Zagreb, Croazia

Stari Fijaker 900
Mesnička ul. 6, 10000, Zagreb, Croazia

 

La Compagna di Viaggio – scheda tecnica

  • Alfa Romeo Giulia 2.200 turbo diesel
    180 CV AT8
  • cambio automatico 8 rapporti con paddles al volante
  • 0-100 7,1 sec
  • Velocità max 230 km7h
  • dimensioni altezza 1,44 cm – larghezza 1,86 cm – lunghezza 4,64 cm
  • passo 282 cm
  • massa a pieno carico 1520 kg
  • trazione posteriore
    5 posti
  • bagagliaio 480 dm3
  • 52 l di serbatoio
  • Consumi dichiarati dalla Casa
  • Urbano 5.3 l/100km
  • Extraurbano 3.5 l/100km
  • Misto 4.2 l/100km
  • Emissioni Co2 109 g/Km
  • Il prezzi per l’Alfa Romeo Giulia partono da 35.600 euro



In Arabia Saudita è stato abolito il divieto di guida per le donne

L’umanità ha fatto un importante passo in avanti in Arabia Saudita, revocando il divieto di guida per le donne.

La pilotessa Aseel Al Hamad il 24 giugno 2018 è salita in macchina per la prima volta in Arabia Saudita, come tante altre donne che fino ad allora non avevano potuto fare qualcosa che in tutto il resto del mondo oggi è scontato. L’ Arabia Saudita era l’unico Paese a mantenere questo divieto obsoleto.

Aseel ha celebrato questo giorno memorabile sulla Jaguar F-TYPE, promuovendo il World Driving Day, in cui tutto il mondo è stato invitato a celebrare questa conquista.

L’abolizione del divieto rientra in un piano di riforme economico-sociali, il “Vision 2030”, voluto dal principe ereditario Mohammed bin Salman, il quale ha dichiarato di sperare in un Islam “aperto e tollerante”.

Le prime patenti erano state distrubite alle donne già all’inizio di giugno, dopo che il sovrano saudito, Re Salman, aveva ufficialmente dichiarato l’imminente revoca del divieto.

Già nella mezzanotte tra sabato e domenica, moltissime donne si sono sedute al volante ed hanno assaporato il piacere della guida che era stato loro negato per decenni.

Un’ostetrica di Jeddah ha dichiarato alla BBC che quello era un ottimo giorno per iniziare per le guidatrici alle prime armi: “Oggi è vacanza per gli studenti e le strade sono molto tranquille”. “Non posso credere di star guidando in Arabia Saudita”, continua, “è la prima volta nella mia vita che non siedo dietro”.

Nonostante l’abolizione del divieto di guida per le donne saudite rappresenti un momento storico per questo Paese, la strada da fare è ancora lunga e tortuosa. A maggio, sette attivisti per i diritti delle donne sono stati arrestati per aver rivendicato – tra le altre cose – la fine dell’oppressione che costringe le donne saudite all’autorizzazione da parte di un loro familiare uomo per numerose attività, che nel mondo occidentale sono ormai considerate normali.

Ad esempio, una donna saudita non può nè sposarsi nè frequentare le scuole superiori senza il permesso di un suo tutore di sesso maschile, sia esso il padre, il fratello o un qualsiasi altro parente.

Guardate qui il video di alcune donne saudite che festeggiano il loro primo giorno di guida: https://www.youtube.com/watch?v=xfn_fwIu8z8&feature=youtu.be,




Donne alla guida: emozioni rosa in pista

Noi di Weekend Premium siamo particolarmente amici delle donne al volante. Infatti 18 anni fa, primi fra tutti, lanciammo la rivista “AutoDonna“, per le donne alla guida. Un periodico dedicato alle ruote in rosa e alle loro esigenze. E’ quindi con molto interesse che segnaliamo la notizia su questa iniziativa di “She’s Mercedes”, il brand della casa automobilistica tedesca nato per aprire una porta d’accesso all’universo femminile: il primo corso della prestigiosa scuola di pilotaggio AMG Driving Academy dedicato esclusivamente alle donne.

 

DONNE ALLA GUIDA: UNA GIORNATA AD ALTE PRESTAZIONI

Donne alla guida

La prima donna automobilista della storia è legata indirettamente alla Mercedes. Si tratta di Bertha Benz. Fu la moglie e socia in affari di Karl Benz, l’uomo che brevettò la prima automobile al mondo come la intendiamo noi, cioè dotata di motore a scoppio, il celebre triciclo Patent Motorwagen del 1886. Per promuovere il veicolo Bertha intraprese nel 1888, all’età di 39 anni, un viaggio da Pforzheim, località vicino a Stoccarda, fino a Mannheim, circa cento chilometri più a nord, sulle rive del Reno. A quell’epoca si trattava di un’impresa massacrante. Non solo non esistevano strade in senso moderno; ma anche trovare la benzina era molto difficile; la vendevano in modiche quantità solo le farmacie.

Donne alla guida
La modella e showgirl Federica Fontana

Si racconta che Bertha (la quale compì il viaggio insieme ai due figli poco più che bambini e senza dire nulla al marito) usò la propria spilla per capelli per pulire il tubo intasato della benzina e la giarrettiera come materiale isolante. Nelle salite troppo dure per il piccolo motore della Motorwagen i figli servirono a spingere la macchina. Il viaggio comunque destò sensazione e riuscì nel suo intento pubblicitario. Diversi decenni più tardi, nel 1926, la Benz si fuse con la Daimler e da allora le sue vetture vennero tutte chiamate Mercedes-Benz.

Donne alla guida
L’attrice Cristiana Capotondi

Torniamo ad oggi. She’s Mercedes nasce per parlare direttamente alle donne e accrescere l’importanza del marchio nei confronti dell’universo femminile. Nei giorni scorsi 30 amiche della stella a tre punte si sono date appuntamento nei dintorni di Roma, all’autodromo di Vallelunga. Qui hanno partecipato, come detto, al primo corso in rosa della scuola di pilotaggio AMG Driving Academy. L’iniziativa è nata insieme ad un concorso legato alla miniserie televisiva di FoxLife “Anna quella che (non) sei”, in cui sono state sorteggiate cinque ambasciatrici She’s Mercedes da un lotto di circa tremila partecipanti. L’esperienza di guida esclusiva nella giornata a Vallelunga ha visto partecipare anche personaggi come l’attrice Cristiana Capotondi e la modella e showgirl Federica Fontana.




Alto Adige: shopping contadino in bicicletta

L’Alto Adige offre tante attività per un weekend in compagnia. Se amate pedalare e ci tenete a mangiare sano, abbiamo una proposta perfetta per voi. Coinvolgete le vostre amiche per una gita ai masi Gallo Rosso! Andare in bicicletta è il modo ideale per apprezzare i paesaggi e i masi Gallo Rosso si trovano in una posizione ideale per organizzare escursioni. La bicicletta permette di pedalare di maso in maso per fare lo “shopping contadino”, ovvero per fare la spesa acquistando prodotti sani, freschi e genuini. I percorsi possibili sono vari, di seguito ne proponiamo uno, quello da Lana a Frangarto/Appiano.

Partendo da via Andreas Hofer (Lana centro), percorretela interamente fino alla rotonda di Piazza Tribus e da lì imboccate Via Bolzano. Al numero 62 (circa 1.5 Km dalla partenza) si trova il Kreuzwiesenhof, uno dei masi selezionati da Gallo Rosso per i “prodotti di qualità”, destinazione perfetta per comprare frutta e verdura fresca come mele, insalate, pomodori, zucchine, asparagi e cereali.
Dal Kreuzwiesenhof tornate indietro in Via Bolzano per circa 500 metri e svoltate a destra in Via Feldgatter fino al numero 19/1 (circa 1 Km). Qui il maso Kammerhof vende dell’ottimo miele prodotto dalle sue api.
Per portare a casa un ricordo dell’Alto Adige merita una visita al maso Lahngut, che, dal Kammerhof, si raggiunge attraverso la pista ciclabile percorrendola per circa 1 km fino a via Lahn 9. Qui troverete capolavori d’artigianato in legno: vasi, piatti, scodelle, frutta decorativa e gioielli.
Proseguite dal Lahngut sulla ciclabile in direzione sud per circa 7 km e uscite a Nalles. Attraversate il centro e proseguite verso Prissiano (circa 2.5 km). Dopo l’ultimo pezzo un po’ in salita, si giunge all’osteria contadina Gallo Rosso Nalserbacherkeller, dove potrete gustare ottimi piatti della tradizione altoatesina fatti in casa, come i canederli.

Per smaltire il pasto, rientrate nella pista ciclabile e proseguite in direzione sud per circa 10 km fino a Ponte Adige. Da lì raggiungete Frangarto dopo 1.5 km fino al maso Strickerhof in via Bolzano 62, altro maso selezionato da Gallo Rosso per i “prodotti di qualità”, dove è possibile acquistare eccellenti succhi di mela puri e miscelati e succo d’uva, rigorosamente biologici.
Riprendete dunque la ciclabile per tornare a Lana percorrendo 18 km. Per chi preferisce non pedalare in quest’ultima parte del rientro, è possibile anche caricare la bicicletta sul treno a Ponte Adige e tornare con questo mezzo a Lana.

Buon weekend!




DS Automobiles con JRE Italia: alta scuola

Auto premium e cucina premium: da questa unione può nascere solo eccellenza. Viene così rinnovata anche per il 2018 la collaborazione di DS Automobiles con JRE Italia. Quest’ultima è la sezione nazionale dell’associazione Jeunes Restaurateurs d’Europe; rappresenta 340 ristoratori in undici nazioni europee (e anche qualche australiano); 83 di loro si trovano in Italia. Li unisce il culto dell’eccellenza e della qualità degli ingredienti per garantire ad ogni ospite, in ciascun ristorante, un’esperienza unica e irripetibile. Come la cura degli “ingredienti” nelle vetture DS. L’alta qualità è un perfetto denominatore comune.

 

DS AUTOMOBILES CON JRE ITALIA: L’INCONTRO DI DUE ECCELLENZE

DS Automobiles con JRE Italia

I ristoratori riuniti nella JRE Italia sono guidati da tre valori cardine: difendere e promuovere la gastronomia italiana di alto livello, mettendo a punto creazioni eccellenti che valorizzino il territorio e i suoi prodotti tipici; scambiare idee ed esperienze, per stimolare la crescita di una cultura gastronomica fra professionisti e consumatori; favorire lo sviluppo dei giovani talenti italiani, anche con stage e con borse di studio. La comune passione per l’eccellenza è dunque alla base della nascita di questa partnership con DS Automobiles: savoirfaire, ricerca di nuove soluzioni all’avanguardia, audacia imprenditoriale.

Vediamo i dettagli di questa collaborazione. Dopo l’esperimento di Roma e Milano, viene estesa ad altre città l’iniziativa Drive To You. Prevede l’opportunità di avere un Car Valet che accompagna il cliente da casa, con un driver a bordo di DS 7 Crossback che lo accompagni al ristorante JRE dove ha prenotato la cena.

DS Automobiles con JRE Italia

Ogni volta in cui verrà inaugurato un nuovo DS Store (l’espansione della rete vendita dedicata è in piena operatività), uno chef JRE offrirà un’interpretazione di un piatto tipico della zona di appartenenza dello Store, seguendo l’esclusivo format Quintessance de Paris.

Perché la stessa concezione dei DS Store è all’avanguardia. Dimenticate il normale concessionario. Il DS Store è un ambiente dove l’ospite o il visitatore possono respirare l’avanguardia stilistica e progettuale, la tecnologia più innovativa e il generale stimolo a immaginare costantemente il futuro dell’auto. Cioè l’essenza del marchio DS, fondato nel 2014 e ispirato ad un’auto a sua volta rivoluzionaria e all’avanguardia nell’epoca in cui venne lanciata: la leggendaria Citroën DS del 1955.




Nuova Fiat 500 Collezione, la Signorina delle quattro ruote sempre alla Moda!

Una via …Via Tortona, un evento la Milano Design Week, noi donne a passeggio…
zero tacchi, scarpe comode e un cult dress code … 
alla ricerca del nostro prossimo acquisto per la nostra casa? Ma non ci sono solo mobili o arredo ora anche auto in bella mostra come lei: la nuova Fiat 500 Cabrio Collezione che non passa mai di moda, esposta al Magna Pars Event Space, un hotel lusso 5 stelle nel centro di Milano…


Proprio qui si respira l’amore per i profumi, per l’arte e per l’ospitalità ha portato la famiglia Martone a fondare, nella ex fabbrica di profumi, l’Hotel cinque stelle Magna Pars Suites Milano, il primo Hotel à Parfum distillato di eccellenza italiana, per vivere attraverso tutti i sensi un’esperienza unica.

I suoi ingredienti olfattivi, i legni, i fiori, i frutti e un giardino nascosto danno vita a un luogo magico immerso nella riservata Via Forcella, nella caratteristica Milano dei Navigli, a pochi passi dalla storica
Stazione di Porta Genova e dalla vivace Via Tortona, centro nevralgico della moda e del design.
E noi Amiche di Auto e Donna siamo in prima fila per il debutto milanese della l’avevamo nuova Fiat 500 Collezione! Ci piace!
Bella ed elegante!Ccelebra lo stile sempre alla moda della 500, la sua proverbiale iconicità e la personalità unica.

Tutti i riflettori saranno puntati su questa raffinato modello che, al pari di una diva sul red carpet, , in puro stile 500, si presenta con uno spirito fresco e sofisticato, come emerge dalla cura sartoriale e dagli esclusivi

abbinamenti di colori e materiali.
Disponibile sia in versione berlina sia cabrio, la nuova Fiat 500 Collezione mostra dettagli di stile, frutto di una reinterpretazione moderna dei tratti estetici distintivi dell’antesignana, con cromature specifiche sul paraurti anteriore, sul cofano e sulle calotte degli specchietti. Tra le sue peculiarità le nuove livree che “annunciano” esteticamente l’arrivo della bella stagione: a richiesta, infatti, è possibile scegliere tra i nuovi bicolore “Primavera” e “Acquamarina”, oltre all’Avorio Taormina, in alternativa al Bianco Gelato e al Blu dipinto di Blu, tutti impreziositi dalla linea di bellezza grigio/bianco/grigio. Infine, l’elegante logo “Collezione” in corsivo spicca cromato sul portellone posteriore. La stessa sobria ma avvolgente eleganza caratterizza anche l’abitacolo che mostra scelte originali.

La 500 Collezione è dunque inconfondibilmente 500 perché racchiude tutte le caratteristiche di una delle icone italiane più celebri nel mondo che, da oltre sessant’anni, continua a reinventarsi lasciando però immutati i propri valori nel tempo. Un autentico capolavoro italiano.
Già disponibile in tutti gli showroom italiani Fiat