Bucarest: storia, arte, gastronomia e…il gigante

Testo e foto di Cesare Zucca  —-

( italian version followed by english version)

Benvenuti a Bucarest, Romania.
Città di contrasti, atmosfere eclettiche e una delle capitali più autentiche d’Europa. Avventuratevi nel centro storico, un mix di storia, cultura locale e stile di vita, un quartiere di intrattenimento alla moda per turisti e gente del posto. Molti degli edifici situati nel centro storico hanno terrazze al piano terra, caffè, ristoranti e negozi. Scoprite fontane spettacolari, infatti Bucarest, grazie alle sue 44 fontane infatte detiene il Guinness dei primati per il sistema di fontane coreografate più lungo del mondo. Bucarest conta circa 60 musei tra antichi e rinnovati.
Tra i più famosi:
L’Ateneo Rumeno
Visitato da re e regine, politici e ospiti illustri provenienti da tutto il mondo. Suggestivo ingresso con marmi, colonne, scale circolari e un imponente scalone di accesso alla sale dei concerti, sovrastata da una maestosa cupola.
La costruzione, in stile neoclassico è tuttora la sede dell’Orchestra Filarmonica George Enescu che, oltre agli attuali concerti sinfonici e da camera (circa 300 all’anno) ha effettuato numerose tournée in Europa, Asia ed Estremo Oriente, guadagnandosi una meritata reputazione internazionale.

Museo Nazionale di Storia Naturale “Grigore Antipa” istituito nel 1834. Ospitava uccelli, mammiferi, molluschi, pesci, fossili di vario tipo, diversi minerali e monete appartenenti al popolo greco. Nel 2009, il museo Antipa ha subito un impressionante ammodernamento, diventando così uno dei musei più ricercati della città.
Museo Nazionale del Villaggio “Dimitrie Gusti”
Un tuffo nel tempo, alla scopert di un vero villaggio che racconta la storia del contadino rumeno. Troverete,  case ed edifici rurali rappresentativi di ogni area etnografica del Paese, comprese quelle della Transilvania, Maramures, Oltenia, Moldavia, Dobrogea, Muntenia e Banato. Davvero suggestivo!Museo Militare Nazionale
Ospita tre grandi mostre: Storia Antica, Machete (dedicata alle tecniche militari e la Collezione di armi bianche e da fuoco. Nel cortile troneggia il Monumento agli Eroi del 21° Reggimento di Fanteria, scolpito dal grande artista Spiridon Georgescu-Roegen.
Museo della Città di Bucarest
Dedicato alla conservazione e alla promozione del patrimonio storico e culturale della città, offre ai visitatori uno sguardo accattivante sulla storia e sull’evoluzione di Bucarest
Museo Nazionale di Storia della Romania
8.000 metri quadrati e 60 sale che illustrano millenni di storia,dalle testimonianze sulla presenza dell’uomo Paleolitico (600.000 anni – 6.000 anni a.C.), la cultura materiale e spirituale dei Geto-Daci, le guerre Daco-Romane .fino alla rivoluzione democratico-borghese del 1848, l’indipendenza, lo scoppio delle due guerre mondiali e l’ingresso della Romania sotto l’influenza russa.
Museo Nazionale d’Arte
Amate le belle arti ? Nei pressi dell’Ateneo scoprirete una collezione che spazia dall’arte antica rumena all’ arte moderna rumena quella europea, Tra gli artisti più importanti che hanno esposto le loro opere in questo museo ci sono  Brancusi, Rembrandt, Monet, Rubens e Tintoretto.Monastero Stavropoleos
Tempio ortodosso  in pieno centro città, Costruito nel 1724 e luogo di preghiera e devozione E’ considerato un capolavoro dell’architettura rumena in stile Brâncoveanu. Arricchito da splendide decorazioni di ghirlande e pizzo scolpite nella pietra e da motivi floreali sulla facciata, sulle finestre E nel portico marmoreo.la magnifica iconostasi in legno finemente intagliato chiude l’abside del fondo e che, insieme agli eleganti e numerosi elementi decorativi della chiesa, forma un vero e proprio gioiello dell’arte sacra e bizantina.Mercato delle pulci
Amanti dell’antiquariato, collezionisti, cacciatori di vintage o semplicemente in cerca di un buon affare? Nella zona di Timisoara Boulevard. Vi aspetta un vero bazaar dei ricordi, spazio aperto dedicato a oggetti vintage. Troverete di tutto: dipinti, lampade, manufatti, vestiti di ogni tipo, orologi, ceramica e bronzo, distintivi da collezione, giocattoli, libri, vinili e molte altre gemme. Prezzi minimi. Aperto tutti i giorni, dalla mattina alle 14.Buona caccia!

Relax e green
Meta consigliata. le Terme di Bucarest. 2° centro benessere, relax e divertimento più grande d’Europa. L’acqua termale scorre dalle profondità del sottosuolo e alimenta  6 saune, 4 saune umide e 16 spettacolari scivoli acquatici. 10 piscine di cui una relax con selenio e zinco. Le Terme ospitano inoltre la più ampia varietà di piante botaniche con oltre 800.000 piante, innumerevoli orchidee, 1500 palme provenienti da 6 paesia. Aperto dalle 10.00-23.00Osservatorio Astronomico
Nato nel 1908 e dotato di un telescopio MEADE LX200R di 30 cm di diametro e di uno sniper che consente l’osservazione del Sole e le eruzioni solari in un’altra lunghezza d’onda.
Arco di Trionfo
Colossale costruzione situata nella parte settentrionale di Bucarest, tra i monumenti che commemorano la partecipazione della Romania alla prima guerra mondiale. Selfie d’obbligo!E finalmente… il gigante!
Palazzo del Parlamento, simbolo della città e uno degli obiettivi turistici più visitati
E
dificio imponente, architettura monumentale e dimensioni massicce.
E’ cosiderato l’edificio amministrativo più costoso, più pesante e più grande al mondo, secondo solo dal Pentagono. Con circa 1000 stanze di cui 440 uffici, 30 sale da ballo, grande sala concerti. ristoranti, biblioteche, parcheggi.
Pensate, praticamente non è ancora completato… ospita infatti una piscina incompiuta e migliaia di metri quadrati in cui nessuno sa cosa stia succedendo.
Gli interni rivelano mobili in legno massiccio, enormi lampadari di cristallo, possenti colonne di marmo e ad altri elementi di interior design scelti con cura per ogni stanza, Perfino le fnestre sono da Buinness…. le loro tende sono le più alte del mondo Il loro peso supera i 250 kg ciascuno!Perdetevi nei labirinti delle immense sale..
Sala Ionescu con ornamenti sul soffitto ricoperti di foglia d’oro. L’acustica è davvero speciale tale da molteplicare gli applausi che accoglievano il Capo di Stato Nicolae Ceausescu. L’eco rendeva gli applausi più forti, l’effetto sarebbe diventato di grande impatto.Sala dei Diritti Umani, una delle più maestose, al centro un’enorme tavola rotonda, 60 sedie identiche per i membri del Comitato politico esecutivo (la poltrona di Nicolae Ceaușescu non fu mai terminata… come molte altre cose che vi svelerò più avanti…) Sala dell’Unione, la più grande: 2200 mq. Il tappeto misura 1100 mq e pesa 3 tonnellate e fu tessuto direttamente all’interno della stanza, essendo troppo grande per essere trasportato.
Sala Alexandru Ioan Cuza, famosa per il suo balcone che si affaccia su Unirii Boulevard. L’unica persona che salutò la folla da questo balcone fu Michael Jackson nel 1992. Si rivolse ai suoi fan con un “Ciao, Budapest!” invece di “Ciao Bucarest!”. Vabbè, perdonato….LA GASTRONOMIA DI BUCAREST
La Romania ha un inverno rigido, le pietanze sono robuste, sostanziose e per niente dietetiche. I piatti tipici di Bucarest sono pricipalmente a base di carne , polenta, patate e verdure in salamoia, ma non mancano il pesce di acqua dolce, i formaggi e fagioli.Nei mesi più freddi la regina della tavola è chorba, cioè zuppa, che può essere preparate con verdure, legumi, pollo, manzo, maiale e, obbligatoriamente, con panna acida. Buonissima la ciorba de fasole cu afumatura cioè la zuppa di fagioli e costine di maiale affumicato. La mia preferita? Ciorba de burta alla trippa, saporita, cremosa, con gradevoli note acide di peperoni sott’aceto.Sarmale
Protagonista indiscusso della tavola rumena, è un mix di carne macinata, riso, verdure e spezie. Viene servito bollito,
avvolto in una foglia di verza o di vite abbinato con la polenta.
Tochitura
Stomaco di ferro? Ordinate questo piatto e scordatevi di diete e calorie.
Stufato di maiale, pancetta e salsiccia, cucinato lentamente nello strutto. Come se non bastasse viene accompagnato da uovo fritto, formaggio, sottaceti e mamaliguta cioè l’equivalente della nostra polenta, spesso arricchita da formaggio di pecora o bacon affumicato.SNACK
Se siete in vena di uno snack, tipico rifugiatevi in un bar papanasi, dove troverete tutte le specilità rumene e spesso la birra da ordinare ” a metro” servita su lunghi vassoi, più centimetri desiderate, più birre arrivano…Per un tipico snack on the road, addocchiate una bancarella che serve merdenea cu branza una sfogliatella millefoglie al formaggio. Impossibile non lasciarsi tentare dai pufuleti, biscottini biricchini e salati… ideali con il drink dissetamte più popolare di Bucarest: la  superba limonata con limone, menta, mela, miele.DOVE MANGIARE
The Grill “Meet and Meat” è lo slogan del ristorante voluto da Demi e Dani, che hanno combinato l’esperienza gastronomica al know-how nella comunicazione, con il proposito di far connettere buon cibo a persone fantastiche. The Grill si avvale dei migliori fornitori di pesce (salmone, pesce persico, orata)e di carne (pollo. maiale, gallo cedrone, salsicce di Black Angus,  manzo stagionato con l’osso) il tutto preparato sulla griglia a carbone.Dopo tanta carne, la voglia di un buon piatto di pesce è inevitabile. Il posto giusto?
Ivan Pescar, dove ho sperimentato icre de stiuca. uova di luccio al naturale servite con pane abbrustolito e storceag, deliziosa zuppa di storione con cipolle, carote, peperoni, sedano, uova, panna, scorza di limone, prezzemolo, servita con peperoncino e limone.
Anche la trota è un pesce molto amato e utilizzato in cucina. La versione più richiesta però è păstrăv la gratar cu cartofi cucinata alla griglia e servita con patate al forno.
Per chiudere in dolcezza, un morbidissimo dolce alla zucca, ingrediente che non delude mai… (come il mio cognome…LOL)Se cercate un piacevole dehors piacevole e se gradite un servizio ben fatto, considerate il menu di La Mama, che propone specialità rumene tra cui goulash stile Transilvania con carne di vitello, peperoni, cipolle, pomodoro e vino e le tradizionali zuppe di trippa e di costine di maiale .Per una cena decisamente gourmet per conoscere la “new Romanian cuisine” l’indirizzo giusto è KANE’ guidato dall’eccellente Chef Cătălin Bejenariu.
ll ristorante si trova in un edificio del 1910 che conserva una grande memoria della cultura e della storia rumena. Due saloni: il Salone Blu, definito dal blu Voroneț, la cui composizione cromatica rimane un mistero anche oggi e il Salone Nero, con elementi tradizionali rumeni.Per una serata davvero “privè”  ecco Chef’s Table, un’ esperienza unica, che ho avuto la fortuna di vivere. Cenerete in una piccola area privata per massimo 4 persone, con vista diretta sulla cucina e sulle manovre culinarie di Bejenariu e il suo team. L’esperienza Chef’s Table, può essere prenotata tramite hello@kane-restaurant.comKANE’ oggi detiene il futuro della gastronomia rumena, utilizzando ingredienti locali e semplici, riproposti e reimmaginati da Chef Cătălin e dal suo team attraverso due tasting menu di 10 o 13 portate.Proprio dalla mia postazione, a tu per tu con la cucina, ho intervistato lo Chef
Ciao Cătălin, vedo un insolito menu verticale con gli schizzi dei piatti...
Detesto i menu con le foto dei piatti , ma mi sono divertito a disegnarli formando un vero e proprio percorso, come il nostro “tasting menu” che può essere di 10 o 13 portate.
Sono bellissimi! Rispecchiano la tradizionale cucina rumena?
No, sono definitivamente una mia visione. Un desiderio di sperimentare.
Kané, vuole essere l’illustrazione della creatività della cucina rumena, proponendo la visione della nuova generazione culinaria della nostra gastronomia.
Un desiderio di sperimentazione che ti accompagna da tanto?
Si, ricordo che fin da bambino, provavo accoppiamenti insoliti, come come mettere dello zucchero sulle verdure
E i risultati?
(ride) Beh, spesso il risultato non era un gran chè, ma la voglia di sperimentare mi è rimasta… con esiti decisamente migliori…
Sperimenti anche quando cucini a casa?
No, lì vado sul classico: piatti che piacciono alla mia famiglia e ai miei 2 bambini , come la nostra zuppa prefeita,con polpettine di carne e sour cream.
E la famosa zuppa di trippa?
Non mi è mai piaciuta, ricordo che fin da pIccolo vedere tutto quel grasso in pentola mi traumatizzava..
3 parole per descrivere la tua cucina?
Disciplina, bell’aspetto e gusto
Vorrei aggiungere l’arte di maneggiare ingredienti semplici, dal sedano alla barbabietola e mostrarla in un’estetica accurata dominata dalla monocromia.

Spettacolare e squisita barbabietola rossa con salsa di cioccolato bianco

Ricette difficili da realizzare e impossibili da replicare?
E’possibile copiare una ricetta, ma mai l’emozione, l’importante è metterci dentro il cuore, immaginazione e piacere. Quando ero piccolo io e gli amici mangiavano pane, acqua e zucchero. per noi era il miglior dessert al mondo…DOVE DORMIRE
Suter Palace, boutique hotel cinque stelle, situato in un antico palazzo.
Le sontuose camere con pannelli in legno sono vestite con biancheria lussuosa in una tavolozza regale, in linea con il patrimonio della struttura che fa parte delle residenze storiche di Bucarest. Enormi scalinate, ampie camere, alcune con un secondo spazio sopraelevato, uno spettacolare candeliere, si dice  il più lungo d’Europa. Ottimo breakfast e piacevole reception. raffinato ristorante una rilassante terrazza panoramica, con vista mozzafiato sulla città. Mi è stato sussurrato che il Suter sia l’hotel preferito da Beyoncè…Volevo sottolineare che questa esperienza è stata per me (e presumo sarà anche per voi) la piacevole scoperta della gente rumena, seria, affabile e accogliente, al contrario di quanto purtroppo riscontriamo in alcuni rumeni che migrano in Italia e in tutto il resto dell’Europa e del mondo, i quali,  spesso costretti dalla mancanza di lavoro, si rivelano all’estero come individui inaffidabili e pericolosi. Nel mio viaggio ho trovato persone tranquille, seri lavoratori coinvolti nel lavoro agricolo stagionale, nel commercio di automobili, nell’abbattimento di alberi e nell’arte dell’ospitalità, oltre che eccellenti cuochi. Alcuni sono impiegati come accademici, insegnanti e dipendenti pubblici, tutti seguono le regole e le leggi e evitano di manifestarsi in maniere violenti. Nel mio piccolo, spero che questo articolo aiuti a cambiare opinione sulla gente rumena e che invogli ad andare a verificare di persona con un prossimo viaggio in Romania, magari proprio trascorrendo un weekend a Bucarest, come ho fatto io. Scoprirete una città meravigliosa e un popolo dal cuore grande e dallo spirito sereno.
Un grazie speciale a
Cristina Botez/Palace of Parlamient
Oana and Charlie Ottley
Stefan Georgescu
Ioana Podosu/Romania tourism and my loveley guide Mihaela Mihet

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’
English Version

Bucharest: history, art, gastronomy and… the giant

 

Text and photos by Cesare Zucca  —-

Welcome to Bucharest, Romania.
City of contrasts, eclectic atmospheres and one of the most authentic capitals in Europe. Venture into the Old Town, a mix of history, local culture and lifestyle, a trendy entertainment district for tourists and locals. Many of the buildings located in the historic center have ground floor terraces, cafes, restaurants and shops.

Discover spectacular fountains, in fact Bucharest, thanks to its 44 fountains, holds the Guinness World Record for the longest choreographed fountain system in the world.Bucharest has around 60 museums, both old and renovated.
Among the most famous:
The Romanian Athenaeum
Visited by kings and queens, politicians and illustrious guests from all over the world. Suggestive entrance with marble, columns, circular stairs and an imposing staircase leading to the concert halls, dominated by a majestic dome.
The building, in neoclassical style, is still the home of the George Enescu Philharmonic Orchestra which, in addition to the current symphony and chamber concerts (around 300 per year) has carried out numerous tours in Europe, Asia and the Far East, earning a well-deserved international reputation .

National Museum of Natural History “Grigore Antipa”
established in 1834. It housed birds, mammals, molluscs, fish, fossils of various types, various minerals and coins belonging to the Greek people. In 2009, the Antipas museum underwent an impressive modernization, making it one of the most sought-after museums in the city.
National Village Museum “Dimitrie Gusti”
A dip in time, to discover a real village that tells the story of the Romanian farmer. You will find,  houses and rural buildings representative of every ethnographic area of ​​the country, including those of Transylvania, Maramures, Oltenia, Moldavia, Dobrogea, Muntenia and Banat. Truly impressive!National Military Museum
It hosts three large exhibitions: Ancient History, Machete (dedicated to military techniques and the Collection of sidearms and firearms. In the courtyard stands the Monument to the Heroes of the 21st Infantry Regiment, sculpted by the great artist Spiridon Georgescu-Roegen.
Bucharest City Museum
Dedicated to the preservation and promotion of the city’s historical and cultural heritage, it offers visitors a captivating glimpse into the history and evolution of Bucharest
National Museum of History of Romania
8,000 square meters and 60 rooms that illustrate millennia of history, from evidence of the presence of Paleolithic man (600,000 years – 6,000 years BC), the material and spiritual culture of the Geto-Dacians, the Daco-Roman wars up to the democratic revolution. bourgeois of 1848, independence, the outbreak of the two world wars and the entry of Romania under Russian influence.
National Museum of Art
Do you love fine arts? Near the University you will discover a collection that ranges from ancient Romanian art to modern Romanian and European art. Among the most important artists who have exhibited their works in this museum are Brancusi, Rembrandt, Monet, Rubens and Tintoretto.Stavropoleos Monastery
Orthodox temple in the city center, built in 1724 and a place of prayer and devotion. It is considered a masterpiece of Romanian architecture in the Brâncoveanu style.Enriched with splendid decorations of garlands and lace carved into the stone and floral motifs on the facade, on the windows and in the marble portico.A magnificent finely carved wooden iconostasis closes the apse of the background and which, together with the elegant and numerous decorative elements of the church, forms a true jewel of sacred and Byzantine art.Flea market
Antique lovers, collectors, vintage hunters or simply looking for a good deal? In the Timisoara Boulevard area a true bazaar of memories awaits you, an open space dedicated to vintage objects.You will find everything: paintings, lamps, artifacts, clothes of all kinds, watches, ceramics and bronze, collectible badges, toys, books, vinyls and many other gems. Minimum prices. Open every day, from morning to 2pm. Happy hunting!

Relax and green
Recommended destination. the Bucharest Thermas 2nd largest wellness, relaxation and entertainment center in Europe. The thermal water flows from deep underground and feeds  6 saunas, 4 wet saunas and 16 spectacular water slides. 10 swimming pools, one of which is relaxation with selenium and zinc.
Astronomical Observatory
Born in 1908 and equipped with a MEADE LX200R telescope of 30 cm diameter and a sniper that allows the observation of the Sun and solar flares in another wavelength.
Arch of Triumph
Colossal construction located in the northern part of Bucharest, among the monuments commemorating Romania’s participation in the First World War. Obligatory selfie!AND FINALLY THE GIANT!
Palace of Parliament, symbol of the city and one of the most visited by tourists. It’s an Imposing building, monumental architecture and massive dimensions. It is considered the most expensive, heaviest and largest administrative building in the world, second only to the Pentagon. With approximately 1000 rooms including 440 offices, 30 ballrooms, large concert hall. restaurants, libraries, parking lots.
Just think, it is practically not yet completed… in fact it houses an unfinished swimming pool and thousands of square meters where no one knows what is happening.
The interiors reveal solid wood furniture, huge crystal chandeliers, mighty marble columns and other interior design elements carefully chosen for each room. Even the windows deserve a Guinness….as a matter of fact their curtains are the tallest in the world. Their weight exceeds 250 kg each!Get lost in the labyrinths of the immense rooms..
Ionescu room with ceiling ornaments covered in gold leaf. The acoustics are truly special enough to multiply the applause that welcomed the Head of State Nicolae Ceausescu. The echo made the applause louder, the effect would have become of great impact.Hall of Human Rights, one of the most majestic, in the center a huge round table, 60 identical chairs for the members of the Executive Political Committee (Nicolae Ceaușescu’s chair was never finished… like many other things that I will reveal to you later …)Union Hall, the largest: 2200 m2. The carpet measures 1100 m2 and weighs 3 tons and was woven directly inside the room, being too large to be transported.
Sala Alexandru Ioan Cuza, famous for its balcony overlooking Unirii Boulevard. The only person who greeted the crowd from this balcony was Michael Jackson in 1992. He addressed his fans with a “Hello, Budapest!” instead of “Hello Bucharest!”. Oh well, forgiven….THE GASTRONOMY OF BUCHAREST
Romania has a harsh winter, the dishes are robust, substantial and not at all dietetic. Typical Bucharest dishes are mainly based on meat, polenta, potatoes and pickled vegetables, but there is no shortage of freshwater fish, cheeses and beans.In the colder months the queen of the table is chorba, that is, soup, which can be prepared with vegetables, legumes, chicken, beef, pork and, obligatorily, with sour cream. The ciorba de fasole cu afumatura, that is, the soup of beans and smoked pork ribs, is very good. My favourite? Ciorba de burta with tripe, tasty, creamy, with pleasant acidic notes of pickled peppers.Sarmale
The undisputed protagonist of the Romanian table, it is a mix of minced meat, rice, vegetables and spices. It is served boiled, wrapped in a cabbage or vine leaf paired with polenta.
Tochitura
Iron stomach? Order this dish and forget about diets and calories.
Pork, bacon and sausage stew, slowly cooked in lard. As if that wasn’t enough, it is accompanied by fried egg, cheese, pickles and mamaliguta, the equivalent of our polenta, often enriched with sheep’s cheese or smoked bacon.SNACKS
If you are in the mood for a typical snack, take refuge in a Papanasi bar, where you will find all the Romanian specialties and often beer to be ordered “by the meter” served on long trays, the more centimeters you want, the more beers arrive…For a typical snack on the road, look out for a stall serving Merdenea cu Branza, a cheese millefeuille puff pastry.It’s impossible not to be tempted by the pufuleti, puffy and savory biscuits… ideal with the most popular thirst-quenching drink in Bucharest: the superb lemonade with lemon, mint, apple and honey.WHERE TO EAT
The Grill “Meet and Meat” is the slogan of the restaurant created by Demi and Dani, who combined gastronomic experience with communication know-how, with the aim of connecting good food to fantastic people. The Grill uses the best suppliers of fish (salmon, perch, sea bream) and meat (chicken, pork, grouse, Black Angus sausages, dry-aged beef on the bone) all prepared on the charcoal grill.After so much meat, the desire for a good fish dish is inevitable. The right place?
Ivan Pescar, where I experienced icre de stiuca. natural pike roe served with toasted bread and storceag, delicious sturgeon soup with onions, carrots, peppers, celery, eggs, cream, lemon zest, parsley, served with chilli and lemon.
Trout is also a much loved fish used in cooking. The most requested version, however, is păstrăv la gratir cu cartofi cooked on the grill and served with baked potatoes.
To end on a sweet note, a very soft pumpkin dessert, an ingredient that never disappoints… (like my surname…LOL)If you are looking for a pleasant outdoor area and if you appreciate well-made service, consider the menu at La Mama, which offers Romanian specialties including Transylvanian-style goulash with veal, peppers, onions, tomato and wine and the traditional tripe and rack of pork ribs .For a decidedly gourmet dinner to learn about “new Romanian cuisine”, the right address is KANE’ led by the excellent Chef Cătălin Bejenariu.
The restaurant is located in a building from 1910 which preserves a great memory of Romanian culture and history. Two halls: the Blue Hall, defined by Voroneț blue, whose color composition remains a mystery even today and the Black Hall, with traditional Romanian elements.For a truly “privé” evening, here is Chef’s Table, a unique experience that I was lucky enough to live. You will dine in a small private area for up to 4 people, with a direct view of the kitchen and the culinary maneuvers of Bejenariu and his team. to reserve The Chef’s Table email to hello@kanerestaurant.comKANE’ today holds the future of Romanian gastronomy, using local and simple ingredients, re-proposed and re-imagined by Chef Cătălin and his team through two tasting menus of 10 or 13 courses.Right from my position, face to face with the kitchen, I interviewed the Chef
Hi Cătălin, I see an unusual vertical menu with sketches of the dishes…
I hate menus with photos of the dishes, but I had fun designing them forming a real journey, like our “tasting menu” which can be 10 or 13 courses.
They are beautiful! Do they reflect traditional Romanian cuisine?
No, they are definitely my vision. A desire to experiment.
Kané wants to be the illustration of the creativity of Romanian cuisine, proposing the vision of the new culinary generation of our gastronomy.
A desire for experimentation that has been with you for a long time?
Yes, I remember that since I was a child, I tried unusual pairings, like putting sugar on vegetables
And the results?
(laughs) Well, often the result wasn’t that great, but the desire to experiment remained with me… with decidedly better results…
Do you also experiment when you cook at home?
No, there I go classic: dishes that my family and my 2 children like, like our favorite soup, with meatballs and sour cream.
And the famous tripe soup?
I’ve never liked it, I remember that since I was little, seeing all that fat in the pot traumatized me..
3 words to describe your kitchen?
Discipline, good looks and taste
I would like to add the art of handling simple ingredients, from celery to beetroot, and show it in a careful aesthetic dominated by monochrome.

Spectacular and exquisite red beetroot with white chocolate sauce

Recipes that are difficult to make and impossible to replicate?
It is possible to copy a recipe, but never the emotion, the important thing is to put your heart, imagination and pleasure into it.

When I was a kid, my friends and I used to eat bread, water and sugar. for us it was the best dessert in the world…WHERE TO SLEEP
Suter Palace, five star boutique hotel, located in an ancient palace.
The sumptuous wood-paneled rooms are dressed in luxurious linens in a regal palette, in keeping with the property’s heritage as part of Bucharest’s Historic Residences.Huge staircases, large rooms, some with a second elevated space, a spectacular chandelier, said to be the longest in Europe. Excellent breakfast and pleasant reception. refined restaurant a relaxing panoramic terrace, with breathtaking views of the city. It was whispered to me that the Suter is Beyoncé’s favorite hotel…I would like to underline that this experience was for me (and I presume it will be for you too) the pleasant discovery of Romanian people, serious, affable and welcoming, contrary to what we unfortunately find in some Romanians who migrate to Italy and throughout the rest of Europe and the world, who, often forced by the lack of work, reveal themselves abroad as unreliable and dangerous individuals. On my journey I found quiet people, serious workers involved in seasonal agricultural work, car trading, tree felling and the art of hospitality, as well as excellent cooks.Some are employed as academics, teachers and civil servants, all of whom follow the rules and laws and avoid expressing themselves in violent ways. In my own small way, I hope that this article helps to change your opinion on Romanian people and that it encourages you to go and check it out for yourself with a next trip to Romania, perhaps spending a weekend in Bucharest, like I did. You will discover a wonderful city and a people with a big heart and a serene spirit.
Special thanks to
Cristina Botez/Palace of Parlamient
Oana and Charlie Ottley
Stefan Georgescu
Ioana Podosu/Romania tourism and my loveley guide Mihaela Mihet

CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.
Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world. For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles.art, entertainment. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ”
non touristy tourist ” style 

 

 

 




Verso la dolce Merano di Sissi con la Nuova Fiat 600 Hybrid

L’estate è il momento perfetto per intraprendere un’avventura “on the road” alla scoperta dei paesaggi, del buon cibo e del divertimento che solo il Bel Paese sa offrire. Quest’anno ho avuto il piacere di farlo a bordo della nuova Fiat 600 Hybrid, un’auto perfetta per un weekend al femminile. Il nostro viaggio parte dalla frenetica Milano e ci conduce attraverso paesaggi mozzafiato fino alla pittoresca Merano. Ecco il racconto di questa indimenticabile esperienza.

di Benedetta D’Argenzio

Partenza da Milano

La nostra avventura inizia a Milano, dove la nuova Fiat 600 Hybrid di colore blu ci aspetta, promettendo il massimo comfort e la più ampia versatilità per questo nostro viaggio. Il capoluogo meneghino, con i suoi grattacieli moderni e i monumenti storici, scivola rapidamente alle nostre spalle mentre imbocchiamo l’autostrada A4 in direzione est. La Fiat 600 Hybrid si dimostra subito un’ottima compagna di viaggio, con il suo motore ibrido che offre un equilibrio perfetto tra potenza e risparmio di carburante. A velocità di codice, la vettura si muove silenziosa, ma se si ha la necessità di un sorpasso basta schiacciare decise sull’accelerazione per ottenere tutto il brio dei 100 CV, erogati in maniera dolce e senza strappi dal cambio elettrico a doppia frizione a 6 rapporti. Dopo un rapido passaggio per Peschiera, senza tempo per ammirarla, puntiamo verso Affi per prendere l’autostrada che ci porterà verso Bolzano.

Arrivo a Merano

La tappa finale del nostro viaggio ci porta verso nord, in direzione di Merano, la dolce città prediletta dalla Principessa Sissi. Attraversiamo il Trentino-Alto Adige, con le sue valli verdeggianti e le maestose montagne. La Fiat 600 Hybrid continua a sorprenderci per il comfort di guida e la silenziosità del motore elettrico, che rende il viaggio ancora più piacevole. La nuova Fiat 600 Hybrid offre tecnologia e comfort al 100% per garantire un’esperienza coinvolgente della Dolce Vita italiana. Ricca di funzionalità di sicurezza e assistenza alla guida all’avanguardia, porta tutti i vantaggi associati alla mobilità urbana ed extraurbana con la guida assistita di livello 2.

Soggiorno a Villa Eden*****

Arrivati a Merano, quale miglior scelta se non l’hotel Villa Eden, un cinque stelle lusso che ci ha offerto un’accoglienza senza pari. Situato in una posizione panoramica, Villa Eden è rinomata per la sua ospitalità di alto livello e per l’atmosfera rilassante che si respira in ogni angolo della struttura. Le camere eleganti, il servizio impeccabile e l’attenzione ai dettagli ci hanno fatto sentire coccolati sin dal primo momento. Questo esclusivo hotel è dedicato alla cura, alla longevity e al benessere, con un medico sempre a disposizione per seguire gli ospiti in ogni necessità, offrendo un soggiorno dedicato alla salute e il benessere personale.

Indirizzo: Winkel 68-70 – Merano, BZ

Contatti per maggiori informazioni: +39 0473 236583 – info@villa-eden.com

Esplorazione del centro storico di Merano

Durante il nostro soggiorno, abbiamo avuto l’opportunità di esplorare il centro storico di Merano. Abbiamo passeggiato lungo le caratteristiche vie, ammirando l’architettura tradizionale e i suoi tipici portici. Ci siamo poi fermati nei caffè locali per assaporare il tradizionale strudel, sia nella variante con pasta sfoglia che con pasta frolla, e la sacher torte, un’esperienza gastronomica che ci ha fatto apprezzare ancora di più la cultura locale autentica.

Visita al Castel Rametz

Un momento indimenticabile del nostro soggiorno è stata la visita guidata al Castel Rametz, raggiunto con la nuova Fiat 600 Hybrid. Questo storico castello, famoso per la sua cantina e la produzione di vini pregiati, offre una vista mozzafiato sulla città e sulle montagne circostanti. La visita è stata arricchita da una deliziosa degustazione di vini locali e speck, che ci ha permesso di apprezzare i sapori autentici della regione. Il proprietario Stanislaus Schmid ci ha guidato attraverso una selezione di vini della cantina, spiegando le caratteristiche uniche di ciascuno e come meglio abbinarli ai piatti tipici del posto.

Indirizzo: Via Labers, 4, 39012 Merano BZ

Contatti per maggiori informazioni: +39 0473 211 011 – info@rametz.com

Giardini di Castel Trauttmansdorff

I giardini di Castel Trauttmansdorff sono stati un altro highlight del nostro viaggio. Questi giardini botanici, tra i più belli d’Europa, offrono una varietà incredibile di ambienti botanici, dai giardini acquatici ai boschi di bambù, dalle terrazze con vista panoramica ai giardini mediterranei. Passeggiare attraverso questi giardini è stato un vero piacere per i sensi, con colori vivaci, profumi inebrianti e il suono rilassante dell’acqua che scorre nelle fontane.

Indirizzo: Strada Provinciale 8 Merano – Scena, 39012 Merano BZ

Telefono: 0473 255600

Tappa alla Birreria FORST

Il nostro viaggio non sarebbe stato completo senza una tappa alla storica birreria FORST, Forsterbräu Merano, nel cuore di Merano. Immersi in un’atmosfera accogliente e tradizionale, abbiamo assaporato la tipica birra artigianale, accompagnata da deliziosi canederli e uno stinco cucinato alla perfezione. Seduti a un tavolo di legno massiccio, circondati dal profumo del luppolo e dal calore della convivialità, ci siamo chiesti se anche la principessa Sissi, in un’altra epoca, avrebbe apprezzato questi sapori autentici. Con questa suggestiva immagine in mente, lasciamo Merano – lei ci arrivava in carrozza, noi a bordo della nostra fidata Fiat 600 Hybrid.


Fiat 600 Hybrid, una perfetta compagna di viaggio

Accattivante e bella, la nuova Fiat 600 Hybrid offre dimensioni generose con una lunghezza di 4,17 metri, è dotata di 5 porte, può ospitare comodamente 5 persone e ha 15 litri di spazio interno, con il vano portaoggetti anteriore migliore della categoria e un bagagliaio con 385 litri di capacità. La brillante nuova Fiat 600 Hybrid è caratterizzata da un’accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 9 secondi e da un’erogazione di coppia praticamente istantanea da parte del motore elettrico.

Il motore MHEV che equipaggia la nuova Fiat 600 Hybrid è la massima espressione della tecnologia e assicura comfort e prestazioni. Grazie a questa tecnologia avanzata, la nuova Fiat 600 Hybrid offre un’esperienza di guida estremamente fluida e consente alle clienti di vivere anche la mobilità elettrica, non solo quando si viaggia in città a una velocità inferiore a 30 km/h, ma anche su strade urbane e extraurbane e perfino in autostrada quando la conducente rilascia il pedale dell’acceleratore in condizioni stabili o in discesa.

La nuova Fiat 600 Hybrid La Prima offre stile, tecnologia e comfort al 100% per garantire un’esperienza coinvolgente della Dolce Vita italiana. Ricca di funzionalità di sicurezza e assistenza alla guida all’avanguardia, porta tutti i vantaggi associati alla mobilità urbana ed extraurbana con la guida assistita di livello 2. Nuova Fiat 600 Hybrid offre alle sue clienti due pacchetti di servizi connessi: Connect One e Connect PLUS.


Scheda Tecnica

  • Lunghezza: 4,17 metri
  • Bagagliaio: 385/1231 litri
  • Motore: 1.2 litri ibrido (benzina-elettrico)
  • Potenza: 100 CV
  • 0-100 km/h: in 9 secondi
  • Cambio: automatico a doppia frizione e-DCT a 6 rapporti
  • Consumo: 4,9 l/100 km
  • Prezzo: da 24.950 euro



Gargano, Puglia. Due borghi, due gioielli, una foresta incantata…

Testo, interviste, foto  di Cesare Zucca—-

(Italian and English Versions)

Oggi vi porto nello splendore del Gargano in Puglia, straordinario testimone di una regione che stupisce per la sua natura e la sua storia, dove terra e acqua si incontrano in maniera spettacolare fino agli estremi della penisola.
Le scenografiche rocce sembrano fortezze che si versano in mare, riportandoci a un paesaggio epico che ha segnato miti, leggende, scienze, tradizioni e fragranze mediterranee.
Scopriamo due gioielli: Vico del Gargano, piccolo, incontaminato borgo, dove le case diroccate raccontano storie antiche e le suggestive chiese invitano alla meditazione per poi tuffarci nel mare e nella magia di Peschici, incantevole villaggio abbarbicato sulla roccia e affacciato su un mare cristallino, senza dubbio una delle località più suggestive della Puglia.Due meraviglie collegate da un incantevole percorso green attraverso il verde lussureggiante della Foresta Umbra.
Siete pronti? Partiamo da Vico, affascinante borgo di origine medioevale Il cui centro storico si svincola tra stradine anguste, viuzze strette e minuscoli passaggi.Il più conosciuto è il pittoresco “Vicolo del Bacio” talmente stretto che è impossibile non stringervi a chi vi sta a fianco e se si tratta di una persona amata… smack, ci scappa il bacio!
Il folclore del borgo e della sua gente vi farà compagnia, dall’autista del furgoncino che, a voce spiegata, annuncia l’arrivo dell’aglio, all’allegria delle bancarelle del mercato, generoso procacciatore di verdure e frutta freschissime e di profumatissimo origano.
Qua e là vi verrà proposta la tradizionale paposcia, una croccante focaccia conosciuta sin dal XVI secolo e apprezzata per la sua squisitezza e per il modo di prestarsi facilmente ai diversi ripieni che variano dalla carne alle verdure, perfino alla Nutella (anche no….) o classicamente farcita di pecorino e olio evo.DA VEDERE
Il Castello edificato dai Normanni nel 1167, la Cinta muraria con le caratteristiche torri a base tonda e le numerose chiese, tra cui la Chiesa della Beatissima Vergine Assunta, la parrocchiale più antica di Vico, Chiesa Madre, Chiesa del Purgatorio, Chiesa di San Nicola, Chiesa di Santa Maria del Suffragio che nel 1759 aprì la sua sacrestia all'”Accademia degli Eccitati” esperti di questioni sociali ed economiche. Sembra all’interno sia custodita un frammento della santa Croce.Chiesa del Carmine ospita le statue dei Misteri, portate in processione il Venerdì Santo e infine Chiesa Matrice con il suo portale in pietra e i suoi altari, tra cui quello di San Valentino, protettore della città e speciale “testimonial” della Festa degli Innamorati del 14 Febbraio, dove il borgo si veste di fiori, cuori e arance.DA VEDERE
Move,
Museo Archeologico del Gargano, è testimone della necropoli nei pressi del Monte Pucci. Si compone di circa un migliaio di loculi, organizzati attorno ad almeno ventisei ipogei articolati in una serie di intricate gallerie che sfociano in ambienti più vasti destinati al culto stesso dei morti. Gli scavi hanno portato alla luce oggetti funerari tra cui anforette, pettini e un meraviglioso anello in oro con castone in agata blu raffigurante Diomede.

Trappeto Maratea, straordinario sito di archeologia industriale. e testimone dell’antica civiltà contadina di Vico. La sua struttura a sviluppo orizzontale ci riporta all’anno 1300 e rappresenta una vera fabbrica dell’olio garganico. All’interno del Museo sono esposti gli strumenti legati alla molitura delle olive, come le presse in legno per la spremitura, la macina ed altri strumenti utili per i lavori agricoli.

DOVE MANGIARE A VICO
Pizzicato, popolare bar del centro  e stop ideale per un drink o uno snack, non perdetevi i loro spicchi d’arancio tuffati nel cioccolato, mentre alla sera vi consiglio un ottimo cocktail da Terra Terra in una location da fiaba, per godervi il loro signature drink “Oliveto” a base di gin con olio extra vergne di oliva monovarietale coratina.Radici
La tipicità è servita! Ristorante dall’ atmosfera casual e accogliente, dove vengono serviti piatti tradizionali della cucina pugliese con un tocco gourmet. Nel menu le immancabili orecchiette. servite con vongole, pesto di fave fresche al limone, favette e cicoria e i loro troccoli alla salicornia con bottarga di cefalo e bufala fresca.A chi, come me, ama il pesce, il menu propone un un polpo scottato su crema di ceci e rosmarino, una fumante impepepata di cozze e agrumi, affumicate al legno d’olivo un meraviglioso carpaccio di ricciola, con salicornia e gel di arancia.
Qualità-prezzo e allegria in tavola.
L’Orto del Conte
Eduardo Tomaiuoli vi accoglie nel suo suggestivo ristorante/pizzeria Trappeto e nel piacevole e storico giardino dell’Orto del Conte, dove la Chef Carla Simon serve una cucina attenta, ben strutturata e ricca di sapori del territorio.
Eduardo, nel tuo menu trionfano le orecchiette, perchè?
Forse il ricordo mamma Mattea in cucina e io che di nascosto rubavo qualche orecchietta… anzi rubavo un po’ di tutto, braciole, pezzetti di capretto…Cosa “devo” assaggiare della tua cucina ?
La mia è una cucina che rispetta le tradizioni del territoio a secondo della stagionalità, ad esempio, quando è la stagione dei fiori di zucca, li servo sulle orecchiette con un caprino cacioricotta.
Pesce?
Frittelle di baccalà, gambero in tempura croccante al frutto della passione e alla nostra succosa arancia bionda. Mi incuriosiscono anche gli abbinamenti insoliti: polpo e stracciatella oppure una spigola al forno con pistacchi, mandorle, salsa di arancia. semplice, appetitosa e bella da vedere.
So che hai un “pollice verde” per carciofi e lampascioni sottolio…
Certo, una nostra prerogativa, rigorosamente fatti in casa, cosi come i nostri liquori fine pasto: il finocchetto, il laurino, il mandarinetto.

Eduardo Tomaiuoli e la Chef Carla Simon

DOVE DORMIRE A VICO
A Casa di Gaia Bnb 349 564 3368
Lo charme di una casa antica dall’arredamento classico con tocchi di vintage e meravigliosi pavimenti a mattonelle. Aspettatevi un cordiale benvenuto, stupenda accoglienza, letto comodo, bagno moderno ben attrezzato e deliziose torte cucinate dalla padrona di casa, rigorosamente fatte in casa e servite per la prima colazione. Situata nel centro storico, proprio di fronte al bar che serve una granita al limone… da Oscar!Lasciamo Vico per raggiungere Peschici.
Ci aspetta un meraviglioso percorso nel bel mezzo del Parco Nazionale del Gargano, La faggeta della Foresta Umbra si estende sul promontorio del Gargano per circa 3200 ettari, dei quali 182 sono stati riconosciuti dall’Unesco come patrimonio mondiale dell’Umanità.

La natura ci regala tigli giganteschi, aceri, carpini, molte specie di felci, agrifogli, anemoni, viole e ciclamini nonchè moltissime specie di orchidee.
Gli amanti del trekking e della natura scopriranno splendidi sentieri e itinerari da percorrere a piedi, in bici o a cavallo e… naturalmelmente, tante oasi del gusto.
Pronti per una sosta davvero green e indiscutibilmente gourmet?
Eccoci a ELDA Hotel 4 stelle, un progetto di conoscenza territoriale che ospita un fantastico ristorante, guidato dall’intraprendente Chef Libero Ratti, paladino di una cucina creativa che mira a valorizzare la cultura gastronomica del territorio e le rinomate eccellenze agroalimentari locali. Libero adora Il caciocavallo podolico del Gargano, non beve vino, ama cucinare a casa per gli amici, improvvisando quando il frigo è mezzo vuoto, andando sul classico quando ha tutti gli ingredienti. Definisce la sua cucina: selvatica, tradizionale e identitaria, a cui io aggiungerei molto suggestiva.
Ho puntato sul menu “Walk on the Woods”, sette portate per un percorso fatto di profumi e sapori che vi porterà a un nuovo approccio con la Foresta Umbra. Spesso serviti su tronchi di alberi, foglie o funghI, i piatti variano da primi vegetariani, come lo Gnocco di Primavera fatto con patata, ortIca, salsa pecorino, fiori di sambuco, fino alla tradizionale pasta “strascinata” lavorata con salsa alla patata affumicata, rucola selvatica, dadolata di patate cotte nella cenere e salsa spicy.
Tartellette fichi e zenzero, bottarga di muggine fatta in casa, ricotta, lardo sabatino, chips baccalà, rapa e pomodoro per concludere con un suggestivo Mont Blanc di mousse di castagne, castagna glassata, meringa.
Ratti ama raggiungere l’ospite a tavola e partecipare del piacere dell’assaggio e dell’esperienza, raccontando e raccontandosi. “Amo ogni espressione d’arte, mi dice, da Basquiat, ai cartoni animati di Disney, dai canti folcloristici del Gargano alla street music. Mi piacciono i ricordi in cucina, come quell’alba in cui sorpresi nonna Antonietta, la macellaia del quartiere, mentre cuoceva il ragu della domenica, irresistibile, da “zuppettare” all’istante…”

Libero Ratti

Nel menu ho voluto inserire Il “Coniglio e l’Insalata”, continua lo Chef, forse per ripescare un ricordo di quando avevo 8 anni e mi ero affezionato a un coniglio che tenevamo in giardino. Un giorno non lo trovo più, chiedo a mamma che con un sospiro mi dice ” Guarda nel frigo”. Era lì, bello cucinato, coperto da qualche foglia di lattuga iceberg..Lasciamo questa oasi green per raggiungere Peschici, borgo terra-mare noto per il suo affascinante centro storico custodito all’interno di mura medievali, dove si snodano stradine, scalinate e pittoresche botteghe artigianali.
Il centro storico di Peschici è segnato da un arco e da una torre di avvistamento di epoca angioino-aragonese il cui ponte chiudeva il paese ad ogni calar del sole per proteggerlo dai briganti.
Scoprirete stili architettonici differenti e di diversi periodi storici, case a cupola tetti spioventi, arcate, scalinate e l’iconco Castello Normanno, le cui stanze “segrete” destinate un tempo a prigioni, sono ora aperte al pubblico e ospitano il Museo della Tortura con marchingegni vari che vanno dalla gogna alla poltrona spinosa… Vale la pena di vederlo? Direi di si, soprattutto perchè dopo questo percorso horror e tante macchine infernali… si sbuca in un rassicurante giardino fiorito da cui godere una spettacolare vista sul mare.DA VEDERE
La chiesa di Sant’Elia Profeta, che viene celebrato ogni anno il 20 Luglio con una sontuosa festa. E’ costruita con grossi blocchi di pietre marmoree e un imponente campanile “sfondato” collocato in una posizione insolita, al centro del fianco destro. La Chiesetta del Purgatorio, un continuo rimando al tema della morte, con i teschi crociati posti sulle ante del portone, sullo stipite e sulllo stesso altare che, visto dall’ingresso assume, con l’abside, le due finestre frontali e l’altare, proprio le sembianze di un teschio.IL MARE DI PESCHICI
Peschici è ricca di spiagge, sia libere che attrezzate. Le più famose sono Marina di Peschici e Spiaggia San Nicola, dalla sabbia fine e mare corallino, Spiaggia di Jalillo, caratterizzata da un grande macigno roccioso.
Per chi cerca tranquillità, la Baia di Zaiana offre un’insenatura incastonata tra alte pareti rocciose mentre la Spiaggia di Manaccora, apprezzata per il suo contesto naturalistico, è un litorale sabbioso circondato dalla natura.
DOVE MANGIARE A PESCHICI
Spiaggia o borgo?
Vi consiglio di fare tutte e due le esperienze, magari cominciando dai famosi trabucchi, un tempo utilizzati per la pesca e oggi convertiti in pittoreschi ristoranti di pesce.
Rimaniamo in spiaggia, ci attende il ristorante Eden, un angolo di paradiso ai bordi del mare. Al timone troviamo Chef Angelo Costante.

Angelo Costante

Buongiorno Angelo, com’ è nata la passione per la cucina?
Tutto è nato da picolo locale gestitito dai nonni e proseguito con i miei genitori, io sono praticamente cresciuto lì. Ai fornelli c’erano zia Mattiuccella. mamma Katia e io sgattaiolavo spesso in cucina, ricordo che amavo assaggiare aragoste e astici.
Quando è scattata la scintilla professionale ?
E’avvenuta all’ Università di Torino, dove studiavo ingegneria spaziale. Abitavo da solo, in un piccolo appartameno e ho iniziato a cucinare per me, devo dire che la cosa mi attirava sempre di più.
Cucinavi pugliese anche a Torino?
Beh, ci provavo, ma non ne ero soddisfatto. Prendi ad esempio il nostro tradizionale “pane e pomodoro”, nonostante “salissi” gli ingredienti da Peschici, non mi veniva mai uguale all’originale… forse l’aria, o l’acqua, chissà…
A proposito pane raffermo bagnato o pane fresco?
lo preferisco usare il pane fresco, anche se la tradizione dice che si dovrebbe usare il pane vecchio, bagnato nell’acqua e riciclarlo.
Il tuo olio preferito?
Olio Bio e Evo delle Tenute Donna Vittoria, monocultivar Coratina 100%, con un fruttato intenso e sentori di erba appena tagliata, carciofo, pepe e pomodoro. Perfetto per il “pane bagnato e pomodoro”


Cucini a  casa?
Beh meno di allora, mi sono abituato a uno largo spazio professionale e a casa non mi ci trovo.
Il tuoi piatti preferiti?
Un piatto della tradizione peschigiana: la seppia con le sue interiora, cucinata direttamente sulla griglia, poi tagliata a pezzetti lasciando che il nero colori tutta la seppia. Poi vado fiero del mio Risotto affumicato all’ulivo, gambero e bisque di gambero. Te lo faccio assaggiare!
Tanto pesce , vero?
Si, qui va fortissimo il pesce all griglia, se ne occupa papà, tu scegli il pesce e lui te lo cucina come piace a te, semplice no?
E a te come piace?
Adoro il branzino al sale, spolverato a crudo con una salsa di prezzemolo e limone e poi grigliatoCome definisci la cucina di Eden ?
Una cucina di contrasto, un filo tradizionale ma giovane e eclettica.La Porta di Basso
Stella Michelin, location da brivido, a picco sul mare, vista mozzafiato, servizio impeccabile sempre accompagnato da un sorriso. Al timone troviamo lo Chef Patron Domenico Cilenti, nativo di  Peschici e cresciuto nel ristorante di famiglia. Seguono esperienze internazionali che lo riportano nella sua amata città dove nel 2003 inaugura “Porta di Basso” una cucina fatta di sfumature nette, di emozioni decisi, di sapori brillanti tipici del Sud Italia, composta da prodotti interamente biologici, biodinamici o selvatici.

Domenico Cilenti

Una lunga esperienza dà vita a due menù degustazione che raccontano storie di mare e di terra, la fatica dei contadini e le attese dei pescatori. È un viaggio tra climi miti assolati del litorale adriatico, caratterizzato dal pescato e i suoi riflessi e dal colore più caldo della Foresta Umbra
La tecnica ha permesso di dare nuova vita a prodotti semplici: il pesce povero, le verdure spontanee e l’olio evo che unisce e avvolge ogni cosa.

Porta di Basso vi accoglie con un arredamento elegante e funzionale, due menù degustazione che raccontano storie di mare e di terra, la fatica dei contadini e le attese dei pescatori. servite con una mise en place semplice e accattivante. Protagonista è la natura che offre una varietà sorprendente di prodotti che si alternano nel ciclo delle stagioni e la curiosità, alimentata dal desiderio di sperimentare
Tra i benvenuti dello Chef: tartellette di pera, zenzero e bottarga di muggine, sandwich con ricotta della masseria Facenna, lardo della selezione Sabatino e menta, ostrica in tempura di nero di seppia, pomodoro di fois gras, baccalà marinato con chips di pomodoro e rape.
Trionfano i pesci: cubo all’acquasale di pomodoro, Carpaccio di branzino alla succosissima arancia bionda, Sgombro affumicato, oliva Bella di Cerignola e nocciole ai quattro sapori. Spunta la carne: tenerissimi ravioli di cinghiale di bosco e un vero tributo al mare pugliese: zuppa di pesce con rana pescatrice, san pietro, scorfano e cefalo su patate levia e sponsale.
Buongiorno Domenico, un suo viaggio indimenticabile?
Un meraviglioso viaggio in Norvegia, dove ho sperimentato la tecnica dell’affumicato, il grande rispetto della natura, la cura della freschezza dei prodotti.
Il suo rapporto con la Puglia?
Mettere nel piatto la nostra terra, il nostro mare, i visi solcati e le mani ruvide dei pescatori, con grande rispetto per il territorio e ciò che ci accompagna, dal pesce alle verdure, alla carne podolica, alle capre garganiche…
La sua cucina?
Ho imparato i gusti autentici e sani dai miei genitori, persone semplici che usavano, nell’agriturismo di famiglia, i frutti dell’orto e la pasta fatta in casa, una cucina semplice, di pochi ingredienti ma ricchissima di sapori. Una tavola che rappresenta il mio vivere nel Gargano, in Puglia, a Peschici e vivere con il cuore.
Il suo primo ricordo “gourmet”?
Il pane, acqua, sale e pomodoro che nonna Michelina ci portava sul bagnasciuga della spiaggia, indimenticabile! Lo trovi anche nel mio menu, a cena e a colazione, davvero wow.

Nel suo frigo: sempre e mai..
Sempre verdura e frutta fresca, pesce e pomodori, che adoro e che sono protagonisti nel mio menu, dall’antipasto al dolce. Mai dadi, preconfezionati e plastica.
Un piatto che preferisce mangiare se cucinato da qualcun altro?
(sorride) Beh in verità sono due: i paccheri agli scampi e i maccheroncini com melanzane , mozzarella e pomodoro di mia moglie Annalisa, sono la fine del mondo…
Un sogno nel cassetto?
Ampliare e far conoscere la mia Scuola di Cucina Diffusa, unica al mondo, presente in diverse strutture, dall’orto all’aula didattica in masseria, al trabucco, tutte entità dislocate in un territorio dove c’è una biodiversità incredibile dove la natura fa da padrona a contatto diretto con i nostri prodotti.
La scuola si rivolge a studenti diplomati in istituti alberghieri e giovani con esperienza nel campo della ristorazione, che vogliano approfondire e perfezionare le proprie conoscenze nonché indirizzare la propria tecnica alla cucina contemporanea.
Ospitiamo una volta a stagione, studenti provenienti da ogni parte del mondo come Israele, Russia, Corea del Sud, Nuova Zelanda, Messico e Inghilterra. La tre giorni scolastica viene approfondita nelle masserie della Foresta Umbra dove i ragazzi imparano la produzione del caglio e dei formaggi prodotti da mucche podoliche.


E IL GELATO?
La risposta è Pina Gel
La Gelateria Pina Gel apre a Peschici nel 1984, nonna Lucrezia, già veterana nella preparazione del gelato artigianale, le dà il nome di sua figlia Giuseppina, detta Pina. Nel  2011 la Gelateria passa sotto la guida di Iginio Ventura, figlio di Giuseppina che, coadiuvato da Francesco Canestrano, ci delizia con le sue creazioni, che vanno dai gusti classici, come gianduiotto, pistacchio, nocciola e la sublime crema degli angeli di tuorli d’uovo a nuovi esperimenti e nuove creazioni.L’inarrestabile Iginio ci soprende sempre con gusti rivoluzionari, come il nuovissimo gelato dalle triple consistenze: granita al caffè. crema di mandorla, un ciuffetto di panna. Affondateci il cucchiaino, assaggiatelo e… siete in paradiso !
Grande specialita di Pina Gel sono i gusti alla frutta , intendiamoci… frutta vera, del territorio e di stagione, come more, amarene selvatiche,  lamponi, gelsi bianchi e neri.Segnatevi questo indirizzo: PinaGel Corso Umberto 1,7 Peschici e se siete nel Gargano o dintorni, occhio al suono di una trombetta: è il truck PinaGel che arriva con i suoi gelati paradisiaci.

DOVE DORMIRE
Dimore di Porta di Basso, oltre al ristorante e scuola di cucina, Chef Cilenti è anche albergatore, infatti offre le sue “dimore”: eleganti suites scavate nella roccia, che prendono il nome da alcuni ingredienti amati dallo Chef : Cannella, Menta, Rosmarino, Salvia, Timo…
Io sperimenatato la suite Zafferano, ampia 25 mq, sotto un’alta volta a botte di pietra e calce bianca con accesso da un pittoresco vicolo del borgo, composta da zona con letto matrimoniale, tavolini di marmo e applique d’ottone. La zona soggiorno ospita con ampio divano di lino bianco dinanzi ad antica cassa garganica dove le spose riponevano la dote. Ampio bagno in suite con doccia, terrazzino e un meraviglioso affaccio sul mare.
La colazione viene servita su terrazze a picco sul mare, si apre con pane fatto in casa a lievitazione naturale, olio di peranzana e pomodoro; seguono uova fresche “Biancofiore” in camicia o con capocollo e guanciale della selezione Sabatino e degustazione di formaggi freschi e stagionati accompagnati da miele di marruco e marmellate della azienda di famiglia “I fiori del orto”.
Spremute di agrumi del Gargano e centrifughe di frutti di stagione preludono a dolci fatti in casa, torte, biscotti e croissant. Gran finale con yogurt e ricotta della masseria Facenna, frutta fresca dell’orto di famiglia e piccola e golosa pasticceria.
Ecco come iniziare un’ indimenticabile giornata a Peschici!

Se cercate una soluzione qualità-prezzo , vi seganlo Il Fico d’India , grazioso Bnb a solo 1 km dal centro storico di Peschici, Il Castello è a soli 8 minuti a piedi dalla struttura mentre la spiaggia S.Maria Calena è raggiungibile in 13 minuti a piedi.
Muri chiari, accessori color del mare, un balcone e una terrazza, un giardino, aria condizionata, TV satellitare. Per chi viaggia in auto, l’appartamento offre un parcheggio pubblico nelle vicinanze.PARCO DEL GARGANO
Dai boschi ai sentieri costieri, dai paesaggi terrazzati ai laghi, devi solo scegliere il tuo modo preferito per conoscere il Parco del Gargano tra le tante attività proposte: trekking, nordic walking, orienteering, equitazione, ma anche rilassanti passeggiate per passare qualche in una natura rigogliosa e sorprendente.
Se amate perdervi tra le strade strette dei centri storici, in curiosi musei incastonati in antichi trappeti sotterranei, visitare laboratori artigianali e conoscere i custodi della storia garganica, scoprirete angoli nascosti luoghi autentici frutto dell’architettura popolare ma anche veri scrigni di storia e arte dalle influenze mediterranee.Passeggiate ed escursioni trekking, in mountain bike o a cavallo nella Foresta Umbra, visite ai borghi storici, ai monumenti, alle botteghe artigiane, laboratori di cucina tradizionale e degustazioni di prodotti tipici, camminate in riva ai laghi del Gargano o tra torri costiere e trabucchi.
Vi ho convinti?
Allora, prossimo weekend: destinazione Gargano!

Un grazie particolare a Journalist Antonella Millarte, Oil expert Sabrina Pupillo and Tonino Ventura

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’
English Version

Gargano, Puglia. Two villages, two jewels, an enchanted forest…

Today I take you to the splendor of the Gargano in Apulia, an extraordinary witness to a region that amazes with its nature and its history, where land and water meet in a spectacular way right up to the ends of the peninsula.
The scenic rocks look like fortresses that pour into the sea, taking us back to an epic landscape that has left its mark on Mediterranean myths, legends, sciences, traditions and fragrances.
We discover two jewels: Vico del Gargano, a small, uncontaminated village, where the ruined houses tell ancient stories and the evocative churches invite us to meditate and then dive into the sea and the magic of Peschici, an enchanting village perched on the rock and overlooking a crystalline sea, undoubtedly one of the most evocative locations in Puglia. Two wonders connected by an enchanting green route through the lush greenery of the Umbra Forest ( Foresta Umbra)
You are ready?
Let’s start from Vico, a charming village of medieval origins whose historic center is divided between narrow streets, narrow alleys and tiny passages. The best known is the picturesque “Vicolo del Bacio” so narrow that it is impossible not to hug those next to you and if it’s a loved one… smack, let’s kiss!
The folklore of the village and its people will keep you company, from the driver of the van who, in a clear voice, announces the arrival of the garlic, to the cheerfulness of the market stalls, generous procurers of fresh vegetables and fruit and fragrant oregano .
Here and there you will be offered the traditional paposcia, a crunchy focaccia known since the 16th century and appreciated for its delicacy and the way it lends itself easily to different fillings that vary from meat to vegetables, even Nutella (not my fav…) or classically stuffed with pecorino cheese and extra virgin olive oil.
MUST SEE
The Castle built by the Normans in 1167, the city walls with the characteristic round-based towers and the numerous churches, including the Church of the Beatissima Vergine Assunta, the oldest parish church in Vico, the Mother Church, the Church of Purgatory, the Church of San Nicola , Church of Santa Maria del Suffragio which in 1759 opened its sacristy to the “Accademia degli Eccitati” experts in social and economic issues. It seems that a fragment of the Holy Cross is kept inside.

Chiesa del Carmine hosts the statues of the Mysteries, carried in procession on Good Friday and finally Chiesa Matrice with its stone portal and its altars, including that of Saint Valentine, protector of the city and special “testimonial” of the Valentine’s Day on the 14th February, where the city dresses in flowers, hearts and oranges.

TO SEE
Move, Archaeological Museum of Gargano, is witness to the necropolis near Monte Pucci. It is made up of around a thousand niches, organized around at least twenty-six hypogea divided into a series of intricate galleries which lead into larger spaces intended for the cult of the dead themselves. The excavations brought to light funerary objects including amphorae, combs and a wonderful gold ring with a blue agate bezel depicting Diomedes.

Trappeto Maratea, extraordinary site of industrial archaeology. and witness to the ancient peasant civilization of Vico. Its horizontal structure takes us back to the year 1300 and represents a true Gargano oil factory. Inside the Museum, tools related to olive pressing are exhibited, such as wooden presses for pressing, millstones and other useful tools for agricultural work.

WHERE TO EAT IN VICO
Pizzicato, the popular bar in the centre, is the ideal stop for a drink or a snack, don’t miss their orange segments dipped in chocolate, while in the evening I recommend an excellent cocktail from Terra Terra in a fairytale location, to enjoy their signature drink “Oliveto” based on gin with Coratina monovarietal extra virgin olive oil. Roots
Restaurant Radici
Typicality is served! Restaurant with a casual and welcoming atmosphere, where traditional dishes of Apulian cuisine are served with a gourmet touch. The inevitable orecchiette on the menu. served with clams, fresh broad bean pesto with lemon, broad beans and chicory and salicornia troccoli with mullet bottarga and fresh buffalo mozzarella, fresh broad bean pesto with lemon. For those who, like me, love fish, the menu offers a seared octopus on cream of chickpeas and rosemary, a steaming peppered of mussels and citrus fruits, smoked in olive wood, a wonderful carpaccio of amberjack, with samphire and orange gel, Quality-price and joy on the table.
L’Orto del Conte
Eduardo Tomaiuoli welcomes you in his charming Trappeto restaurant/pizzeria and in the pleasant and historic garden of the Orto del Conte, where Chef Carla Simon serves attentive, well-structured cuisine rich in local flavours.

Eduardo Tomaiuoli e la Chef Carla Simon

Eduardo, Orecchiette triumphs in your menu, why?
Maybe I remember mother Mattea in the kitchen and me secretly stealing some… or rather I stole a bit of everything, chops, pieces of kid…

What “should I” try from your cuisine?
My kitchen respects the traditions of the territory according to seasonality, for example, when it’s courgette flower season, I serve them on orecchiette with goat’s cheese cacioricotta…
Fish?
Cod fritters, crunchy tempura shrimp with passion fruit and our juicy blonde orange. I’m also curious about the unusual combinations: octopus and stracciatella or baked sea bass with pistachios, almonds and orange sauce. simple, appetizing and beautiful to look at.
I know you have a “green thumb” for artichokes and lampascioni in oil…
Of course, it’s one of our prerogatives, rigorously homemade, as are our after-meal liqueurs: fennel, laurino, mandarinetto.

WHERE TO SLEEP IN VICO
A Casa di Gaia
The charm of an ancient house with classic furnishings with vintage touches and wonderful tiled floors. Expect a friendly welcome, wonderful hospitality, comfortable bed, well-equipped modern bathroom and delicious cakes cooked by the hostess, strictly homemade and served for breakfast. Located in the historic center, right in front of the bar that serves a lemon granita… like an Oscar!

We leave Vico to reach Peschici.
A wonderful route awaits us in the middle of the Gargano National Park, The beech forest of the Umbra Forest extends over the Gargano promontory for approximately 3200 hectares, of which 182 have been recognized by UNESCO as a heritage of Humanity.The countryside gives us gigantic lime trees, maples, hornbeams, many species of ferns, hollies, anemones, violets and cyclamens as well as many species of orchids.
Trekking and nature lovers will discover splendid paths and itineraries to travel on foot, by bike or on horseback.
And… of course many oases of taste.
Ready for a truly green and unquestionably gourmet stop?
Here we are at ELDA Hotel 4 stars, a territorial knowledge project that hosts a fantastic restaurant, led by the enterprising Chef Libero Ratti, champion of a creative cuisine that aims to enhance the gastronomic culture of the area and the renowned local agri-food excellences. Libero loves Podolico caciocavallo from Gargano, he doesn’t drink wine, he loves to cook at home for friends, improvising when the fridge is half empty, going classic when he has all the ingredients. He defines his cuisine as: wild, traditional and identifying, to which I would add very suggestive.

Libero Ratti

I focused on the “Walk on the Woods” menu, seven courses for a journey made of aromas and flavors that will take you to a new approach to the Umbra Forest. Often served on tree trunks, leaves or mushrooms, the dishes vary from vegetarian first courses, such as Gnocco di Primavera made with potato, nettle, pecorino sauce, elderflower, up to the traditional “strascinata” pasta made with smoked potato sauce, Wild rocket, diced potatoes cooked in ash and spicy sauce
Fig and ginger tartlets, homemade mullet bottarga, ricotta, Sabatino lard, cod chips, turnip and tomato to conclude with a suggestive Mont Blanc of chestnut mousse, glazed chestnut, meringue.
Ratti loves to join the guest at the table and participate in the pleasure of tasting and experience, telling and telling his story.
“I love every expression of art, Enrico tells me, from Basquiat to Disney cartoons, from the folk songs of the Gargano to street music. I like memories in the kitchen, like that dawn when I surprised grandmother Antonietta, the neighborhood butcher , while the Sunday ragu was cooking, irresistible, to be “souped” instantly…”

“I wanted to include the Rabbit and the Salad on the menu, continues the Chef, perhaps to recall a memory of when I was 8 years old and I had become fond of a rabbit that we kept in the garden. One day I can’t find it anymore, I ask my mother who with a sigh he says to me “Look in the fridge…”.
We leave this green oasis to reach Peschici, a land-sea village known for its fascinating historic center guarded within medieval walls, where narrow streets, stairways and picturesque artisan shops wind their way.
The historic center of Peschici is marked by an arch and a watchtower from the Angevin-Aragonese era whose bridge closed the town at every sunset to protect it from bandits.
You will discover different architectural styles and from different historical periods, domed houses with sloping roofs, arches, stairways and the iconic Norman Castle, whose “secret” rooms once used as prisons, are now open to the public and host the Torture Museum with various contraptions ranging from the pillory to the thorny armchair… Is it worth seeing? I would say yes, especially because after this horror journey and many infernal machines… you emerge into a reassuring flower garden from which you can enjoy a spectacular view of the sea. TO SEE
The church of Sant’Elia Profeta, which is celebrated every year on July 20th with a sumptuous feast, is built with large blocks of marble stones and an imposing “broken” bell tower placed in an unusual position, in the center of the right side. The Church of Purgatory, a continuous reference to the theme of death, with the crusader skulls placed on the doors of the door, on the jamb and on the altar itself which, seen from the entrance, takes on, with the apse, the two front windows and the altar , exactly the appearance of a skull.
THE SEA OF PESCHICI
Peschici is full of beaches, both free and equipped. The most famous are Marina di Peschici and Spiaggia San Nicola, with fine sand and coral sea, Spiaggia di Jalillo, characterized by a large rocky boulder
For those seeking tranquility, the Zaiana Bay offers an inlet nestled between high rocky walls while the Manaccora Beach, appreciated for its naturalistic context, is a sandy coast surrounded by nature.

WHERE TO EAT IN PESCHICI
Beach or village?
I recommend you have both experiences, perhaps starting with the famous trabucchi of Peschici, once used for fishing, which have now been converted into picturesque fish restaurants.
Right on the beach, the Eden restaurant awaits us, a corner of paradise on the edge of the sea.
At the helm there is a young Chef Angelo Costante

Angelo Costanti

Good morning Angelo, how did your passion for cooking begin?
It all started from a small place run by my grandparents and continued with my parents, I practically grew up there.
Aunt Mattiuccella was at the stove. mother Katia and I often slipped into the kitchen, I remember that I loved tasting lobsters and lobsters.
When did the professional spark arise?
It happened at the University of Turin, where I was studying space engineering. I lived alone, in a small apartment and I started cooking for myself, I must say that it attracted me more and more.
Did you also cook Apulian cuisine in Turin?
Well, I tried, but I wasn’t satisfied with it. Take our traditional “bread and tomato” for example, even though I “salted” the ingredients from Peschici, it never tasted the same as the original… maybe the air, or the water, who knows…
By the way, wet stale bread or fresh bread?
I prefer to use fresh bread, even if tradition says that you should use old bread, soaked in water and recycle it. I love the Bio Evo oil produced by Tenute Donna Vittoria perfect for this dish
Do you cook at home?
Well less than then, I’ve gotten used to a large professional space and I can’t find myself at home.
Your favorite dishes?
A traditional dish from Peschici: cuttlefish with its innards, directly on the grill, then cut into small pieces, allowing the black to color all the cuttlefish. I am also proud of my smoked olive risotto, prawn and prawn bisque. I’ll let you taste it!
Lots of fish, right?
Yes, grilled fish is very popular here, dad takes care of it, you choose the fish and he cooks it the way you like it, simple right? And how do you like it?
I love salted sea bass, sprinkled raw with a parsley and lemon sauce and then grilled.
How do you define Eden’s cuisine?
A cuisine of contrast, a traditional but young and eclectic thread. La Porta di Basso
Michelin star, thrilling location, overlooking the sea, breathtaking views, impeccable service always accompanied by a smile. At the helm we find Chef Patron Domenico Cilenti, a native of  Peschici and raised in the family restaurant.

Domenico Cilenti

International experiences followed which brought him back to his beloved city where in 2003 he inaugurated “Porta di Basso”, a cuisine made of clear nuances, strong emotions, bright flavors typical of southern Italy, composed of entirely organic, biodynamic or wild products
A long experience gives life to two tasting menus that tell stories of sea and land, the toil of farmers and the expectations of fishermen. It is a journey through the mild sunny climates of the Adriatic coast, characterized by the fish and its reflections and by the warmer color of the Umbra Forest
The technique has allowed us to give new life to simple products: the poor fish, the spontaneous vegetables and the extra virgin olive oil that unites and envelops everything.

Porta di Basso welcomes you with elegant and functional furnishings, two tasting menus that tell stories of sea and land, the toil of farmers and the expectations of fishermen. served with a simple and attractive mise en place. The protagonist is nature which offers a surprising variety of products that alternate in the cycle of the seasons and curiosity, fueled by the desire to experiment
Among the Chef’s welcomes, tartlets of pear, ginger and mullet bottarga, sandwich with ricotta from the Facenna farm, lard from the Sabatino selection and mint, oyster in squid ink tempura, fois gras tomato, marinated cod with tomato chips and turnips.
The fish triumph: cube with tomato salt water, sea bass carpaccio, juicy blond orange, smoked mackerel, Bella di Cerignola olive and four-flavored hazelnuts. The meat stands out: very tender wild boar ravioli, butter with herbs and anchovies and a true tribute to the Apulian sea: fish soup with monkfish, san pietro, scorpion fish and mullet on levia and spousal potatoes.

Good morning Domenico, an unforgettable trip of yours?
A wonderful trip to Norway, where I experimented with the smoked technique, the great respect for nature, the care for the freshness of the products.
Your relationship with Puglia?
Putting our land, our sea, the furrowed faces and rough hands of the fishermen on the plate, with great respect for the territory and what accompanies us, from fish to vegetables, to Podolica meat, to Gargano goats…
What about your cooking?
I learned authentic and healthy tastes from my parents, simple people who used, on the family farm, fruits from the garden and homemade pasta, a simple cuisine, with few ingredients but very rich in flavour.

Your first “gourmet” memory?
The bread, water, salt and tomato that grandmother Michelina brought us on the shore of the beach, unforgettable!
You can also find it on my menu, for dinner and breakfast, really wow.

In her fridge: always and never..
Always fresh vegetables and fruit, fish, tomatoes which I love and which are the protagonists in my menu, from appetizers to desserts. Never dice, pre-packaged or plastic.
A dish you prefer to eat if cooked by someone else?
(smiles) Well, actually there are two: my wife Annalisa’s paccheri with scampi and maccheroncini with aubergines, mozzarella and tomato are out of this world…
A dream in the drawer?
Expand and make known my Diffused Cooking School, unique in the world, present in various structures, from the vegetable garden to the teaching room in the farm, to the trabucco, all entities located in an area where there is incredible biodiversity where nature does as a master in direct contact with our products.
The school is aimed at students who have graduated from hotel institutes and young people with experience in the catering field, who want to deepen and perfect their knowledge as well as direct their technique towards contemporary cuisine.
Once a season we host students from all over the world such as Israel, Russia, South Korea, New Zealand, Mexico and England. The three-day school is explored in depth in the farms of the Umbra Forest where the children learn the production of rennet and cheeses produced by Podolian cows.

cilentidomenico@gmail.com
AND THE ICE CREAM?
The answer is Pina Gel
The Pina Gel Gelateria opened in Peschici in 1984, grandmother Lucrezia, already a veteran in the preparation of artisanal ice cream, gave it the name of her daughter Giuseppina, known as Pina. In 2011 the ice cream parlor passed under the guidance of Iginio Ventura, son of Giuseppina, who, assisted by Francesco Canestrano, delighted us with his creations, which range from classic flavours, such as gianduiotto, pistachio, hazelnut and the sublime cream of angels of egg yolks ‘egg.

The unstoppable Iginio always surprises us with revolutionary flavours, such as the brand new ice cream with triple consistencies: coffee granita. almond cream, a dollop of cream, … Sink the spoon into it, taste it and… you are in heaven!
Pina Gel’s great specialty are fruit flavours, mind you… real, local and seasonal fruit, such as blackberries, wild black cherries, raspberries, white and black mulberries. Write down this address: PinaGel Corso Umberto 1,7 Peschici e se you are in the Gargano or surrounding area, watch out for the sound of a trumpet: it is the PianGel truck arriving with its heavenly ice creams.

WHERE TO SLEEP
Dimore di Porta di Basso, in addition to the restaurant and cooking school, Chef Cilenti is also a hotelier, in fact he offers his “dwellings”: elegant suites carved into the rock, which take their name from some ingredients loved by the Chef: Cinnamon, Mint, Rosemary , Sage, Thyme…
I tried the Zafferano suite, 25 m2 large, under a high barrel vault of stone and white lime with access from a picturesque alley in the village, consisting of an area with a double bed, marble tables and brass wall lights. The living area hosts a large white linen sofa in front of an ancient Gargano chest where brides stored their dowry. Large bathroom in suite with shower, small terrace and a wonderful view of the sea.
Breakfast is served on terraces overlooking the sea and starts with homemade naturally leavened bread, peranzana oil and tomato; followed by fresh “Biancofiore” poached eggs or with capocollo and bacon from the Sabatino selection and tasting of fresh and mature cheeses accompanied by marruco honey and jams from the family company “I fiore del orto”.
Gargano citrus juices and seasonal fruit juices are a prelude to homemade desserts, cakes, biscuits and croissants; grand finale with yogurt and ricotta from the Facenna farm, fresh fruit from the family garden and small, delicious pastries.
Here’s how to start an unforgettable day in Peschici!

If you are looking for a quality-price solution, I recommend Il Fico d’India bnb

A lovely Bnb just 1 km from the historic center of Peschici, Il Castello is just an 8-minute walk from the property while the S.Maria Calena beach can be reached in 13 minutes on foot.
Light walls, sea-colored accessories, a balcony and a terrace, a garden, air conditioning, satellite TV.For those traveling by car, the apartment offers public parking nearby.

THE GARGANO PARK

From woods to coastal paths, from terraced landscapes to lakes, you just have to choose your favorite way to get to know the Gargano Park among the many activities offered: trekking, Nordic walking, orienteering, horse riding, but also relaxing walks to spend some time in nature lush and surprising.
If you love getting lost in the narrow streets of the historic centres, in curious museums set in ancient underground mills, visiting artisan workshops and getting to know the custodians of the history of the Gargano, you will discover hidden corners, authentic places resulting from popular architecture but also true treasure chests of history and art from Mediterranean influences. Trekking, mountain biking or horseback riding in the Umbrian Forest, visits to historic villages, monuments, artisan workshops, traditional cooking workshops and tastings of typical products, walks along the shores of the Gargano lakes or among coastal towers and trebuchets.
Have I convinced you?
So, next weekend: destination Gargano!

Special thanks to Journalist Antonella Millarte, Oil expert Sabrina Pupillo and Tonino Ventura.

 

CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.
Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world. For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles.art, entertainment. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ”
non touristy tourist ” style 

 

 




Ginosa, Puglia: magica meta per un weekend indimenticabile

In cerca di un weekend magico? una meta mozzafiato? una festa del gusto?

Testo e foto @ Cesare Zucca

Benvenuti a Ginosa, Puglia, città dall’antica storia greca, romana e normanna, al confine tra la Puglia e la Basilicata. Città rupestre, abbracciata dalla pietra della sua gravina, città presepe che col tempo diventerà miscuglio di etnìe, di culture, di religione.
Le sue suggestive architetture hanno ispirato pittori, poeti, scrittori, registi come Pier Paolo Pasolini che proprio a Ginosa ha girato il “Vangelo secondo Matteo”.
Le vie. le contrade, le grotte, sono emozionanti incontri con i valori della storia e dell’immaginazione.
Pronti? Partiamo per un’avventura attraverso queste affascinanti cicatrici geologiche delle gravine, i canyon più grandi d’Europa.DA VEDERE
Via Matrice, strada simbolo della città.
Costeggiando la spettacolare vista delle gravine, scoprirete chiese rupestri, antichi forni, ipogei, cisterne, giardini pensili, laboratori, molini, frantoi, abbeveratoi e case scavate nella roccia, disposte su cinque piani.In un’ indimentaicabile passeggiata, che potrete fare a piedi o in bici, scoprirete tanti antichi villaggi di pietra disseminati tra importanti luoghi di culto, come la rinascimentale Chiesa Madre della Madonna del SS Rosario, rivolta verso la ciità , quasi in segno di protezione, il Castello Normanno, datato 1080 e collegato al paese da uno scenografico ponte e perfino un Anfiteatro all’aperto che fronteggia uno sfondo di grotte e case arroccate, suggestivo scenario dell’annuale evento teatrale dedicato alla Passione di Cristo.Cuore della città è la frequentatissima Piazza dell’Orologio, ideale punto di incontro per un aperitivo gourmet servito con ghiotti stuzzichini, delizie salate e le squisite focaccine pugliesi, e si…perchè quando i ginosini si mettono ai fornelli… qualità, gusto e abbondanza sono le parole d’ordine
Sempre in Piazza, se vi vorrete documentare sulla storia della città, visitate l’edificio storico che ospita la Community Library recentemente inaugurata con laboratori, sale lettura, aree multimediali, spazi espositivi e molto altro.
DA VEDERE
Chiesa rupestre Mater Domini complesso di due chiese sovrapposte, quella di costruzione più recente al di sopra di quella più antica scavata nella roccia. Una scalinata, conduce alla cripta dal soffitto sbozzato a capanna, dove in una nicchia toviamo un dipinto di San Nicola davvero inedito, singolarmente posto in orizzontale.
L’ ULIVO PENSANTE
Dedicate una tappa d’obbligo a questa pianta secolare il cui tronco richiama il viso di un vecchio piuttosto accigliato, dall’espressione pensierosa. Dicono che porti buono e scacci via i cattivi pensieri… beh io l’ho toccato e, naturalmente… selfie!Ginosa e la vicina Laterza vivono momenti suggestivi in occasione delle processioni in onore della Madonna del Rosario seguite da rappresentanti del clero, da fedeli, da bande musicali e da tutta la città in festa, illuminata da suggestive luminarie.
Si svolgono a più riprese, in Maggio e in Ottobre. Gli allegri cortei si snodano non solo per le vie della città ma anche in mare, dove una rustica barca di pescatori ospita la statua della Madonna della Marina che, seguendo un rito propiziatorio, naviga lungo tutta la costa, seguita da una miriade di imbarcazioni, canti e musiche.
Merita una visita il Museo Civico del Territorio Santa Parasceve, che custodisce un notevole patrimonio archeologico e ospita molti reperti, come crateri apuli, epichysis, kyathon fino alle maioliche di fabbrica laertina e alle ceramiche acroame.IL MARE DI GINOSA
Da anni riconosciuto “Bandiera Blu” dalla FEE (Foundation of Environmental Education) e premiato con le “Tre Vele Blu” di Legambiente, il mare limpido con le sue ampie spiagge sabbiose è  sinonimo non solo di acqua cristallina, ma anche di relax, svago, vacanze e piacevoli weekend.Siete appassionati di snorkelin?
Vi aspetta un vero spettacolo! Sui colorati fondali scoprirete vaste praterie di poseidonia, alghe coralline, anemoni e spugne che fanno da sfondo alle danze sottomarine di dentici, saraghi, pesci pettine, tonni e tartarughe marine.
Non mancano le sorprese: a pochi passi dalla costa, si erge l’antica Torre Mattoni costruita nel XVI secolo per difendere la costa dalle incursioni turche provenienti dal mare. E’ situata ad Est dell’oasi naturale del Lago Salinella, all’interno dell’area Stornara, un vero e proprio paradiso naturale, rifugio di numerose e rare specie di uccelli migratori.
DOVE MANGIARE
Vito Ribecco, Macelleria Brace
Una tradizione locale: la bottega del macellaio nascondo all’ interno un vero ristorante dove vengono serviti “al fornello” le carni che avete scelto voi!
Nel ricco menu troverete il tipico capocollo, eccellenze casearie come il caciocavallo e tanti piatti nostrani: dalla robusta zuppa di fagioli con costine di maiale, guanciale, salsiccia vitello e paprika al mio adorato agnello alla callaredda, un tradizionale piatto di Pasquetta, rigorosamente cucinato in un pentolino di creta e arricchito da patate cicoria e finocchietto Non possono mancare le tipiche braciole servito con patate al forno e il marro, un  robusto mix di polmone, fegato, corratella, animelle cucinato in budella di intestino.

Il praedio della Reale
Territorialità e stagionalità, sperimentare la ruralità legata al territorio: cavolfiori, cime di rapa e finocchi d’inverno, angurie, meloni, pomodori e zucche d’estate, tutto in agricoltura biologica.
Il ristorante aderisce al progetto Eat Slow Be Happy di Slow Food, non a caso gli ortaggi arrivano dall’orto, la carne da un fornitore distante qualche decina di metri. mentre il pesce lo assicura il vicino Mar Ionio,
«È un mare profondo, i pesci non sono sempre gli stessi e quindi la paranza può tirare su di tutto, dal polpo alla seppia, fino alle mazzancolle» mi racconta Chef Domenico Castria, che ama definirsi ” un contadino moderno” e che guida l’azienda agricola di famiglia: .

Domenico Castria

Vi aspetta un tipico menu ginosino: salumi e formaggi del territorio, accompagnati da crostini alla barbabietola e stracciatella, la tradionale tiella di riso, patate e cozze (spero di aver elencato gli ingredienti in ordine giusto, altrimenti gli chef locali si arrabbiano…) In tavola arrivano agnello callareddu con punte di cicorella, finocchio e verdure aromatiche, gli irresistibili lampascioni e le mie adorate “zucchine alla poverella” con mentuccia, pomodorini e peperoni arrosto. Una squisitezza!
Le sorprese continuano in giardino dove le fronde dei gelsi abbondano di questa deliziose bacche che, quando è la stagione, potete cogliere direttamente dai rami per godervi la loro dolcezza paradisiaca….Museo MuPa
Eduardo De Filippo, Federci Fellini, Carla Fracci, Ennio Morricone. Dante e Caravaggio, sei icone italiane che ci guidano negli spazi che raccontano l’arte in tutte le sue sfaccettature.
Il palazzo ospita eventi culturali, tour virtuali, esperienze VR e interessanti mostre d’arte di rinomati artisi del terrirtorio.E’ di scena la mostra MONDI FANTASTICI della pittrice Ilaria del Monte, le cui opere sono un misto di magiche atmosfere e di un surrealismo tutto al femminile.

La misteriosa atmosfera di Falene, un’ opera di Ilaria del Monte.

DOVE DORMIRE
Albergo diffuso “Il Casale” vista mozzafiato sulle gravine e la parte antica del borgo. Accoglienza cortesissima. “Acqua di Ginosa”appositamente distallata per gli ospiti e uno spray per profunare i vostri letti e le vostre notti Camere arredate con gusto e rispetto delle tradizioni locali. Ogni camera è contraddistinta dal nome di un frutto. Ho scelto la “melograno” con un antico camino, oggetti vintage, meravigliosi tendaggi ricamati a mano dalla proprietaria e un terrazzino che si affaccia sulla vista mozzafiato delle gravine.
Il breakfast è davvero un incanto: frutta fresca, formaggi del posto. dolci e marmellate fatte in casa, la focaccia appena sfornata e il popolare calzone pugliese ripieno di formaggio, prosciutto e pomodoro, il tutto mentre vi affacciate sulla spettacolare vista delle gravina. Che inizio di giornata!Ginosa: un nome, un mondo, una fiaba degna di apparire nella lista dei vostri prossimi weekend.

Un grazie particolare a Antonella Millarte/Promozione Puglia, Domenico Gigante, Assessore di Ginosa, a tutti i “ginosini” e al loro grande cuore pugliese, sempre pronto ad accogliervi, ospitarvi e volervi bene.

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’

(English Version)

Looking for a magical weekend? a breathtaking destination? a feast of taste?

Text and photos @ Cesare Zucca

Welcome to Ginosa, Apulia, Italy,  a city with ancient Greek, Roman and Norman history, on the border between Puglia and Basilicata. Rock city, embraced by the stone of its ravine, a nativity scene city that over time will become a mixture of ethnic groups, cultures and religions.
Its evocative architecture has inspired painters, poets, writers and directors such as Pier Paolo Pasolini who filmed the “Gospel according to Matthew” in Ginosa.
The ways. the districts, the caves, are exciting encounters with the values ​​of history and imagination.
Ready? Let’s set off on an adventure through these fascinating geological scars of the ravines, the largest canyons in Europe.

TO SEE
Via Matrice, the symbolic street of the city.
Along the spectacular view of the ravines, you will discover rock churches, ancient ovens, hypogea, cisterns, hanging gardens, laboratories, mills, oil mills, troughs and houses carved into the rock, arranged on five floors. In an unforgettable walk, which you can do on foot or by bike, you will discover many ancient stone villages scattered among important places of worship, such as the Renaissance Mother Church of the Madonna del SS Rosario, facing the city, almost as a sign of protection, the Norman Castle, dated 1080 and connected to the town by a scenic bridge and even an open-air amphitheater facing a backdrop of caves and perched houses, an evocative setting for the annual theatrical event dedicated to the Passion of Christ. The heart of the city is the very busy Piazza dell’Orologio, an ideal meeting point for a gourmet aperitif served with delicious appetizers, savory delicacies and exquisite Apulian focaccias, and yes… because when the people of Ginosa get to cook… quality, taste and abundance are the watchwords
Also in the Square, if you want to find out about the history of the city, visit the historic building which houses the recently inaugurated Community Library with laboratories, reading rooms, multimedia areas, exhibition spaces and much more.
TO BE SEEN
Mater Domini rock church complex of two overlapping churches, the more recently built one above the older one carved into the rock. A staircase leads to the crypt with a rough-hewn gabled ceiling, where in a niche we find a truly unpublished painting of Saint Nicholas, singularly placed horizontally.
THE THINKING OLIVE TREE
Dedicate an obligatory stop to this centuries-old plant whose trunk recalls the face of a rather frowning old man with a thoughtful expression. They say it brings goodness and chases away bad thoughts… well I touched it and of course… lots of selfies!

Ginosa and nearby Laterza experience suggestive moments during the processions in honor of the Madonna del Rosario followed by representatives of the clergy, faithful, musical bands and the whole city celebrating, illuminated by suggestive lights.
They take place on several occasions, in May and October. The cheerful processions wind not only through the streets of the city but also in the sea, where a rustic fishermen’s boat hosts the statue of the Madonna della Marina which, following a propitiatory rite, sails along the entire coast, followed by a myriad of boats, songs and music.
The Civic Museum of the Santa Parasceve Territory is worth a visit, which houses a notable archaeological heritage and houses many finds, such as Apulian craters, epichysis, kyathon up to the Laertina majolica and Acroame ceramics.

THE SEA OF GINOSA
For years recognized as a “Blue Flag” by the FEE (Foundation of Environmental Education) and awarded with the “Three Blue Sails” of Legambiente, the clear sea with its wide sandy beaches is synonymous not only with crystal clear water, but also with relaxation, leisure , holidays and pleasant weekends.
Are you a snorkelling addicted?
A real show awaits you! On the colorful seabed you will discover vast meadows of poseidonia, coral algae, anemones and sponges which form the backdrop to the underwater dances of snapper, sea bream, comb fish, tuna and sea turtles.
There is no shortage of surprises: a few steps from the coast, stands the ancient Torre Mattoni built in the 16th century to defend the coast from Turkish incursions coming from the sea. It is located to the east of the natural oasis of Lake Salinella, within the Stornara area, a true natural paradise, a refuge for numerous and rare species of migratory birds.
WHERE TO EAT
Vito Ribecco, Brace Butcher’s shop
A local tradition: the butcher’s shop hides inside a real restaurant where the meats you have chosen are served “al fornello”!
In the rich menu you will find the typical capocollo, dairy excellences such as caciocavallo and many local dishes: from the robust bean soup with pork ribs, bacon, veal sausage and paprika to my beloved lamb alla callaredda, a traditional Easter Monday dish, rigorously cooked in a clay pot enriched with potatoes, chicory and fennel. The typical chops served with baked potatoes and marro cannot be missing, a robust mix of lung, liver, corratella, sweetbreads cooked in intestine casings.

The Praedio della Reale
Territoriality and seasonality, experiencing the rurality linked to the territory: cauliflowers, turnip greens and fennel in winter, watermelons, melons, tomatoes and pumpkins in summer, all organically grown.
The restaurant adheres to Slow Food’s Eat Slow Be Happy project, it is no coincidence that the vegetables come from the garden, the meat from a supplier a few dozen meters away. while the nearby Ionian Sea ensures great fish,
«It is a deep sea, the fish are not always the same and therefore the fishing vessel can catch everything, from octopus to cuttlefish, up to prawns» Says Chef Domenico Castria who likes to define himself as “a modern farmer” and who leads the family farm: .

Domenico Castria

A typical menu awaits you: local cured meats and cheeses, accompanied by beetroot and stracciatella crostini, the traditional tiella of rice, potatoes and mussels (I hope I have listed the ingredients in the right order, otherwise the local chefs will get angry… ) On the table comes callareddu lamb with chicory tips, fennel and aromatic vegetables, the irresistible lampascioni and my beloved “poverella courgettes” with mint, cherry tomatoes and roasted peppers. A delicacy!
The surprises continue in the garden where the mulberry tree branches abound with these delicious berries which, when in season, you can pick directly from the branches to enjoy their heavenly sweetness…

MuPa Museum
Eduardo De Filippo, Federci Fellini, Carla Fracci, Ennio Morricone. Dante and Caravaggio, six Italian icons who guide us in the spaces that tell art in all its facets.
The palace hosts cultural events, virtual tours, VR experiences and interesting art exhibitions by renowned local artists. The exhibition FANTASTIC WORLDS by the painter Ilaria del Monte is on display, whose works are a mixture of magical atmospheres and surrealism all feminine.

a misteriosa atmosfera di Falene, un’ opera di Ilaria del Monte.

The mysterious atmosphere of Falene, a work by Ilaria del Monte.

WHERE TO SLEEP
Albergo Diffuso “Il Casale” breathtaking view of the ravines and the ancient part of the village. Very kind welcome. “Acqua di Ginosa” specially installed for guests and a spray to perfume your beds and your nights. Rooms furnished with taste and respect for local traditions. Each room is characterized by the name of a fruit. I chose the “melograno” with an ancient fireplace, vintage objects, wonderful curtains hand-embroidered by the owner and a small terrace overlooking the breathtaking view of the ravines.
Breakfast is truly enchanting: fresh fruit, local cheeses. homemade desserts and jams, freshly baked focaccia and the popular Apulian calzone filled with cheese, ham and tomato, all while overlooking the spectacular view of the gravina. What a start to the day!

Ginosa: a name, a world, a fairy tale worthy of appearing on your next weekend list.

A special thank you to Antonella Millarte/Promozione Puglia,  Domenico Gigante, Councilor of Ginosa, to all the “Ginosini” and to their big Apulian heart, always ready to welcome you, host you and love you.

CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.
Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world. For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles.art, entertainment. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ”
non touristy tourist ” style 



Andria, Puglia: storia, arte, tradizioni e la “burrata” più buona del mondo!

Testo e Foto © Cesare Zucca —–

Puglia. Oggi vi porto a Andria splendida cittadina amata da Federico II di Svevia che nei suoi pressi volle costruire il suo possente Castel del Monte.Una città ricca di luoghi sotterranei: frantoi, ipogei, cripte, cave e cisterne, resti di chiese paleocristiane e rupestri. La maggior parte delle case sono state costruite con sassi vivi e tufo bianco, di natura cedevole, che diventa pietra dura al contatto con il freddo e il caldo. Un’ eclettica lavorazione lo trasforma in lastre, ciottoli, pavimenti e grezzi o lucidi, fino a diventare arredi da giardino, suggestivi accessori per la casa, fino a simboliche icone storiche, come il castello-scacchiera creato dagli artisti della Si.Marmi
Vi aspettano mille scoperte: castelli, cattedrali, suggestive processioni religiose e sopratutto la simpatia, l’ospitalità, la grande generosità del popolo pugliese e, impossibile non citarla, la squisita cucina di Andria…

Ragù d’asino, polpette di pane, cicoria con purea di fave, funghi cardoncelli, i cavatelli con le cozze e le famose orecchiette cucinate con le cime di rapa o in mille altri modi.
Le strade profumano dei fragranti aromi delle irresistibili focacce, calzoni e taralli sfornati in mattinata da antichi forni, il territorio fornisce squisiti formaggi tra cui le mozzarelle, il caciocavallo podolico e il canestrato. Trionfa l’incomparabile olio extravergine di oliva con la sua tipica “Coratina” e i vini, dal Nero di Troia al rosato Bombino.
DA VEDERE
Basilica Santa Maria dei Miracoli, il cui livello inferiore, la chiesa rupestre di Santa Margherita è il più antico della città. La laura basiliana, include un’interessante sala a tre navate con decorazioni tratte dalla Genesi. In questa grotta è stata rinvenuta ed è presente tuttora l’icona in stile bizantino di una Madonna a cui sono stati attribuiti molti miracoli.
Cattedrale di Santa Maria Assunta, dove dimorano le spoglie di Jolanda e Isabella mogli di Federico II che elesse Andria a sua residenza.

All’interno scoprirete la preziosa reliquia della Sacra Spina della Corona di Gesù, oggetto di devozione e venerazione per il verificarsi del ripetuto prodigio dove la Sacra Spina muta improvvisamente d’aspetto e subisce trasformazioni: dal liquefarsi di gocce di sangue, al ravvivarsi del colore, alla comparsa di escrescenze biancastre argentee di pochi millimetri e persino di una inaspettata fioritura! L’ultimo evento è del 2016, seguito a quello del 2005, mentre il prossimo miracolo si dovrà aspettare il 2157!
Castel del Monte
Maestosa struttura ottagonale datata 1240. Ma perchè 8 lati e 8 torri?
C’è chi suggerisce la possibilità di scrutare le stelle, chi sostiene il richiamo alla corona ottagonale di chi lo ha voluto: Federico II di Svevia, Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Sicilia.
Un sovrano piuttosto “scomodo” infatti si è beccato ben due scomuniche dal Papa Gregorio IX, che arrivò a vedere in lui l’anticristo. In verità, Federico fu un apprezzabile letterato, protettore delle arti, studioso della cultura greca, latina, germanica, araba ed ebraica. Uomo straordinariamente colto ed energico, ma…un vero libertin. Tre matrimoni di convenienza, Costanza d’Aragona, Iolanda di Brienne e Isabella d’Inghilterra. numerose amanti tra cui la nobildonna tedesca Adelaide di Urslingen da cui ebbe due figli e la giovane Bianca Lancia con cui intratterrà addirittura una convivenza in piena regola, scandalizzando clero e benpensanti.

Abbandoniamo l’Imperatore per un altro incontro, altrettanto regale: Sua Maestà la “Burrata di Andria” I G P
La sua storia ci riporta indietro nel tempo, inizio del 1900 quando, a causa di una forte nevicata che paralizzò la città, il casaro andriese Lorenzo Bianchino Chieppa ebbe l’idea di creare un sacchetto di pasta filata in cui racchiudere degli sfilacci di panna che affiorava dal latte (la cosiddetta stracciatella); richiuse il tutto e modellò con cura l’imboccatura donandole la caratteristica forma apicale. Nacque così la prima Burrata di Andria, (chiamatela con il suo nome per intero !) uno dei latticini più ghiotti della Puglia e considerata una vera regalità tanto che, per tutelarne, valorizzarne e promuoverne il nome e la sua area geografica, è stato costituito un apposito Consorzio dove ogni fase del processo produttivo viene monitorato e documentato garantendone sempre la tracciabilità ed il rispetto del disciplinare di produzione.
A furor di popolo andriesino, il “Re” della Burrata” è Riccado Olanda, rampollo della leggendaria famiglia che dal 1988 produce artigianalmente la prelibatezza top della città. Vedere le esperte acrobazie delle sue mani e di quelle del suo agguerrito team è davvero una magia che Riccardo ama condividere nel corso di degustazioni aperte al pubblico, accompagnate da formaggi tipici, salumi locali, pane e olio prodotto nella sua azienda agricola, un brindisi e un cordiale arrivederci.DOVE MANGIARE
Primi tagli
Un medley rosticceria-salumeria-take away-piatti pronti serviti al tavolo.
Affollato, il che è un buon segno. Tutto ottimo, dal ricco tagliere con salumi e formaggi, burratine, mozzarelle e ricottine, agli squisiti funghi cardoncelli marinati, alla squisita parmigiana, il tutto innaffiato da un rosè Pungireso di Castel del Monte
5Quarte
Nel cuore di Andria antica, lasciatevi coinvolgere dall’allegria della movida nella suggestiva Piazza. Qui Chef Vincenzo Vecchietti sfodera tutti i sapori ed i profumi tipici della salutare tradizione enogastronomica pugliese, prodotti provenienti direttamente dai produttori localia chilometro zero e targati “Radici di Puglia”
Tra le squisitezze, la parmigiana di melanzane con pomodorino bio, stracciatella di Andria e pecorino canestrato, il polpo alla Trapanese, lo  spaghettone e zucchina alla poverella con graniglia di tarallo.

Coq d’Or
Ambiente accogliente e gioviale, si inzia con un’atmosfera di Festa, quella della Vigiia di Natale dove si servono le pettole con o snza acciuga incapasa, frittelle di cavolfiore  caciocavallo murgiano, una tiella da Oscar, fave e cicoria, spaghetti “all’assassina” cucinati, speziati e bruciacchiati nella padella ferrea dello chef Giuseppe Cannone
Est
Slow food impera: dal baccalà alla lucana con peperone crusco al fiore di zucca ripieno di ricotta e servito con una purea di carote. polpo con la zucchina “poverella” , tartare di carne podolica, mucca locale, su una acqua salata disidratata. Non ci facciamo mancare le iconiche polpette della nonna e la tradizionale “tiella” che vanta strati di olio, pomodorini, cipolla rossa, cozze, riso arborio, prezzemolo, pecorino romano, patate, il tutto accompagnato , ovviamente da un vino Est Est Est
Cucromia
Tra aranceti e maioliche, sboccia una cucina fatta di colori, come la terra pugliese e i suoi prodotti. Cucromia sostiene che un piatto, prima di essere assaggiato, deve essere anche gustato con gli occhi e, attraverso i suoi colori, ci racconterà una storia, una terra, il suo passato ed il suo futuro, la sua gente. Al timone della tavolozza gourmet troviamo la Chef Grazia Antonini che mi confessa di aver un debole per il giallo e il verde, quindi zafferano, carote, fiori di zucca, cime di zucchiine, basilico, erbe aromatiche e  sorbetti al mandarino, mentre, nei momenti di realx, si lascia abbandonare ai ricordi: il profumo del ragu di Nonna Grazia e i suoi dolcetti natalizi al marzapane.Gran Forno
Una visita a Andria non è completa senza una tappa al Forno di Via Lissa, dove Antonio Cammarrota propone le tradizionali focacce andriesi decorate con dolcissimi datterini e strizza l’occhio anche alla barese, ricoperta da uno strato di pomodoro e olive nere. Nota di merito: l’inaspettato calzone locale, quasi una torta farcita con cipolle, formaggio e uva passa.
E NEL CALICE?
Le viti andriesi crescono nel clima temperato della Murgia da cui derivano vini dalla spiccata personalità, tra cui il Nero di Troia D.O.C. e gli I.G.P. Negroamaro, Primitivo, Uva di Troia, Bianco di Puglia e Rosso di Puglia olte a vini bio certificati ICEA come il Rosso Bio Puglia I.G.P., il Bianco Bio Puglia I.G.P. e il Rosato Bio Puglia I.G.P.Agresti
La famiglia Agresti da tre generazioni coltiva la passione per il lavoro nei campi, l’intima alleanza con l’ambiente e l’impegno rivolto alla qualità delle produzioni. Tra i miei preferiti lo Chardonnay IGP, fine, delicato, fresco dai sentori di fiori di campo ottimo come aperitivo, per piatti di pesce lesso e ai ferri, crostacei e frutti di mare. Dal terzo grande vitigno autoctono e storico del territorio andreisino nasce Uva di Troia, Rosso Puglia dall’intenso colore rubino e dai sentori di lampone e mirtillo. Ideale per accompagnare carni rosse, arrosti, selvaggina, formaggi stagionati e salumi. Azienda vinicola Rivera
È qui che approdò, dalla vicina Grecia, la coltura della vite che si diffuse, in tutt’Europa ed è qui che si raccolgono i frutti di una millenaria tradizione di qualità. Rivera eccelle con i suoi rossi dall’ottimo rapporto prezzo-qualià. Una meritata citazione va al Falcone Castel del Monte Rosso Riserva maturato in rovere francese per almeno 14 mesi e per un ulteriore anno in bottiglia. Svela un bouquet complesso di frutta rossa matura, cuoio, tabacco e spezie; palato ricco, pieno, austero, molto lungo ed equilibrato. Struttura, carattere ed eleganza, perfetto per carni rosse, selvaggina e formaggi stagionatiNell’elegante show room dedicata ai tasting, troneggia una foto storica: il Rosè  Rivera sulla tavola di Sophia Loren in una scena del film “La Ciociara”
Conti Spagnoletti Zeuli
San Domenico e Zagaria: le due tenute dell’Azienda Agricola del Conte Spagnoletti Zeuli, in totale 400 ettari in Agro di Andria, di cui 250 ettari dedicati all’allevamento dell’uli­vo.

Le propaggini collinari sono destinate a vigneti allevati a schiera di Nero di Troia, Montepulciano, Aglianico e Bombino Nero, vitigni autoctoni da cui nasce il Castel del Monte, gloria dell’enologia locale. Vini di qualità da vitigni selezionati, tra le cultivar troviamo le classiche autoctone pugliesi. Tra le gemme del Conte: Terranera, un rosso dal colore rubino intenso,  Al gusto si presenta persistente e ampio, offrendo grande piacevolezza grazie ai tannini dolci ben integrati nella complessità del vino. L’invecchiamento di 12 mesi in barriques di Rovere Allier, seguiti dall’affinamento in bottiglia, contribuiscono alla sua straordinaria qualità. Servito a 18°C, si sposa perfettamente con pasta casereccia condita con sughi a base di carne, grigliate e brasati, mentre se cercate un rosè dal bouquet fruttato, fresco, sapido e dal gusto morbido, provate il Colombaio in particolare di piccoli frutti rossi, con aromi ben bilanciati Grande abbinabilità a tavola, intrigante come aperitivo. E non perdetevi la degustazione vini, abbinata alle golosità tipiche del territorio compreso un afrodisiaco piatto di orecchiette al pomodoro, semplicente indimenticabili. Applauso alla cuoca!
PER TERMINARE IN DOLCEZZA
Open Light
Rendez vous con il pastrotto, tipico dolce andriese, farcito con deliziose creme, in più di 70 varianti, dalla classica Nutella,ricotta, pere e gocce di cioccolato, al pistacchio del Babà Berry con crema pasticcera, confettura di fragole, pezzi di babà imbevuti al rum, allo Stellato di frolla al cacao, crema di latte con cuore di gianduia e glassa di cioccolato  e stelline zuccherate. Lo troverete perfino semifreddo e in versione Peperoncino, frolla al cacao, crema pasticcera al cioccolato fondente e peperoncino
Petit Gateau
Benvenuti nel Paradiso delle delizie da passeggio, tra cui lo stecco di ricotta mista a fichi secchi, cioccolato fondente e pralinato di mardorle.
Oltre all mini delizie take-away e golosità da portare a casa, Antonio e Francesca propongono la loro ersione del  un classico della cucina di Andria il “trenocelle”, un dolce gelato alla crema torrone nato negli anni ‘50 caratterizzato all’interno da tre nocciole  che richiamano i tre campanili di Andria. C’è invece chi sostiene che rappresentino le tre dita benedicenti di San Riccardo, patrono della città.
Non so da dove sia venuta l’ispirazione, ma vi posso assicurare che questo dolce… vale da solo un weekend a Andria. quindi “bye bye dieta .. welcome felicità !”E una scorpacciata di confetti?
Storia e gusto: benvenuti nell’Olimpo del confetto!
Entriamo nell’iconica Confetteria Mucci nata nel 1894 e destinata a una lunga storia. Con immutata passione, Loredana Mucci e la sua famiglia continuano a tramandare l’amore e l’entusiasmo per le loro creazioni. I loro prodotti varcano i confini regionali e nazionali divenendo famosi per bontà e gusto inimitabili.

Confetti, tenerelli, dragées e che arcobaleno di creazioni!
Dal Bianco Cocco, con nocciole piemontesi, al maculato Princesse alla grappa e peperoncino, dal confetto Ghiaia identico ai sassolini del mare pugliese, fino all’elegantissima “Queen Elisabeth”, in argento puro, prodotta con mandorla siciliana “Pizzuta di Avola” ricoperta di cioccolato bianco ed olii essenziali di limone, arancio, mandarino o bergamotto.La sfilata contnua… Fruttini di Marzapane, lavorati e decorati a mano; Gocce al Rosolio con un ripieno analcolico alla frutta; gli storici Cannellini e Confetti Ricci, questi ultimi nelle varianti zucchero di canna o zucchero di barbabietola.Scendiamo e scopriamo il Museo del Confetto, ricco di stampe antiche, attrezzi vintage per la tostatura delle mandorle, macchine originali del passato e lavorazioni di una volta, anche se l’intenso profumo di dolce tentazione, ve lo assicuro, è sempre attualissimo…
DOVE DORMIRE
Masseria Torre di Nebbia
Preparatevi al silenzio! Nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia vi aspetta un’elegante oasi di quiete, natura e tranquillità tra delicati mandorleti e dorati campi di grano.
Una masseria ottocentesca sapientemente ristrutturata da soluzioni contemporanee e un gradevole design. Cinque ampie suites dotate di tutti i comforts combinano sapientemente essenzialità e ricercatezza del dettaglio. Due ampi saloni interni arredati con stile ed un vasto piazzale esterno, dominato dal bianco delle chianche e dei muretti a secco dove si erge maestosa un’antica quercia. Tra le attività proposte ci sono trekking, escursione alla vicina ( e splendida) Trani, e un servizio ristorante su richiesta. Cosi come la prima colazione personalizzata con  frutta fresca, miele di Corato e un delizioso pasticciotto dolce.

I Muretti a Secco
Piacevole e confortevole Bnb immerso nel verde. Situato a Castel del Monte, quindi perfetta location per chi desidera (e deve, aggiungo io…) visitare lo spettacolare Castello.
Stile contemporaneo, un salone in comune, giardino, una bella piscina, ombrelloni, parcheggio privato gratuito e la cortesia dei proprietari che vi delizieranno con un genuino, sfizioso e super abbondante breakfast.
Borgo Murgia B&B
Un tuffo nel cuore di Andria antica. Pulito, moderno, funzionale, cucina ben attrezzata, letto comodo , insomma super accogliente. La terrazza vi offre una vista incantevole della città di Andria e dei suoi meravigliosi campanili, inutile dire quanto piacevole possa essere un “breakfast con vista” ! Sorpresa! Il pianterreno, che posa sulle fondamenta, dove un segreto  è stato celato per decenni: gli antichi insediamenti urbani risalenti all’epoca normanna.
Oggi  Il tour Casa Museo offre un viaggio esperienziale e sensoriale, alla scoperta di ambienti ipogei scavati nei secoli e posti a oltre 12 metri di profondità, tra antiche grotte e dimore contadine, cisterne, cave di pietra e stratificazioni rocciose in cui sono incastonati come gemme reperti fossili risalenti a milioni di anni fa.
Insomma , Puglia top !
Vi ho fatto venire voglia di un weekend alla scoperta di Andria e delle meraviglie della Murgia?

Un grazie particolare a
Cesareo Troia, Assessore di Andria
Antonella Millarte/Promozione Puglia
Riccardo Olanda
Claudio Sinisi/Si.Marmi
Tutte le meravigliose persone che mi hanno aiutato a scoprire questo meraviglioso territorio pugliese.

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’

 




Indimenticabile weekend lungo il Delta del Danubio: l’avventura continua..

Amanti della natura e appassionati di bird-whatching e della fotografia?
Ecco un weekend davvero unico.

Testo e foto dI Cesare Zucca —
(Italian and English version)

Romania, Delta del Danubio: benvenuti negli incantevoli labirinti dei canali e dei famosi laghi Bogdaproste, Amiaza, Cazanel, Trei Iezere. Ligheanca, Baclanesti e Furtuna. le cui forme sinuose si dice siano le impronte del Dragone sconfitto da San Giorgio.
In un weekend davvero unico scoprirete il maestoso Delta, la sua flora, la fauna e gli innumerevoli specie di uccelli che animano il cielo e le sponde del fiume.A Tulcea vi aspetta l’Hotel galleggiante IBIS, un grande  “boat-hotel” 4 stelle.
Comodo e accogliente, può ospitare fino a 20 persone. Tutte le cabine sono dotate di bagno privato con doccia, due letti singoli e due finestre schermate che possono essere aperte. Squisiti piatti della tradizione, servizio perfetto e una sorprendente recezione wifi. La barca ospita un elegante sala ristorante mentre all’esterno vi attende una spaziosa terrazza solarium con sedie a sdraio da cui godervi la crociera, la natura circostante e lo spettacolo dei suoi abitanti.Scoprirete eleganti aironi, cormorani  e usignoli, marangonI minore, merAvigliosi cigni che spiccano il volo, colonie di pellicani e un’infinità di cuculi, visto che siamo nell’area più popolata da cuculi nel mondo. Tutto ciò lungo un fiume costeggiato da una mutevole flora e salici piangenti dalle foglie argentate che vivono sott’acqua anche per mesi.Questo tour è adatto sia agli appassionati di birdwatching che agli appassionati di fauna selvatica poiché esplora le parti principali della Riserva della Biosfera del Delta del Danubio alla ricerca di uccelli, mammiferi e piante.Si parte!
Ci dirigiamo verso Mile 36, l’entrata principale per il Delta del Danubio, niente di più suggestivo che viverlo in barca con la possibilità di osservare e fotografare infinite specie di uccelli presenti (pellicano e pellicano riccio, ibis, aquila dalla coda bianca ecc ecc), Gli appassionati di pesca potranno trovare lucci e persici che verranno poi cucinati con tradizionale maestria dallo chef al timone (è proprio il casio di dirlo) della cucina galleggiante che serve piatti della tradizione.
Ho trascorso giornate davvero uniche, in un paesaggio indimenticabile anche grazie alla verve di Charlie Ottley, noto personaggio televisivo, creatore della serie “Flavours from Romania”  e alla competenza di Daniel Petrescu, naturalista fotografo titolare dell’agenzia Ibis. Daniel sa assistere e guidare con professionalità, competenza, gentilezza grazie a 25 anni di esperienza nell’organizzazione di vacanze naturalistiche e visite guidate di birdwatching che offrono la possibilità di osservare rare specie di uccelli, dalle montagne al Mar Nero fino al delta del Danubio.

Eccomi tra i “capitani” della crociera sul Delta del Danubio : Charlie Ottley, noto personaggio televisivo, creatore della serie “Flavours from Romania”  e Daniel Petrescu, naturalista fotografo, guida eccellente e titolare dell’agenzia Ibis.

LA CUCINA DEL DANUBIO
Le danze gourmet si aprono con un bridisi di benvenuto  e sfiziosità gastronomiche che provengono non stop dalla ben attrezzata cucina specializzata in piatti tipici della tradizione, Sulla barca vene servita una cucina sana, vera, tradizionale e saporita dove, ovviamente, imperano i pesci di fiume, le carpe, il luccio, il lucioperca, Tra i piatti più tradizionali troviamo il salmone del Danubio che viaggia dal Mar Nero fino a oltre Vienna, percorrendo distanze di circa 2 000 chilometri. Le sue uova, servite come caviale bianco, sono il perfetto condimento per una sana fetta di pane arrosito e imburrato, magri accompagnato da un buon Pinot Nero Chateau Burgozone, un rosè dai sentori di fragola.

Il menu, oltre a gustosi tagli di carne, offre zuppe di pesce e verdure (le mie preferite) ammorbidite, come vuole la tradizione, da formaggio acido .

Una crociera lungo il Danubio riserva molte sorprese: dall”esplorazione del Canale Mila 36, Sireasa, Sontea, Lac Nebunu, Lac Baclanesti, Canal 22 e Gorgova, all’intenso profumo della pianta vitis vinifera silvestris, dalle isole galleggianti chiamate “plauri” e decine di ettari di acqua ricoperti con ninfee

E cosa dire dell’emozione di viaggiare su una carrozza tirata da cavalli  per raggiungere la leggendaria Foresta Letia e il suo tradizionale villaggio, dove ci accoglie una coloratissima casa di campagna per un lunch tipico della cucina rumena a base di chorba de pesce e dolcetti gogosh
DOVE DORMIRE
Casa Timis a Chițorani, minuscolo villaggio nella  contea di Prahova, offre splendidi 16 bungalow dipinti a mano, e infinite soluzioi wellness tra cui massaggi, yoga, piscina, saune all’aperto, idromassaggio,

Al timone del ristorante Veranda dintre Vii”, Chef Nico Lontras firma un menu ricco di sapori unici, Ogni piatto è progettato per trasportarvi in un viaggio culinario attraverso una diversità di gusti e consistenze, dandovi l’opportunità di esplorare e apprezzare la ricca gastronomia della Romania.Matca Hotel Resort
Comfort lussuoso e contemporaneo nel cuore della Transilvania, una di quelle pochissime regioni privilegiate e incontaminate d’Europa che gode ancora della più pura autenticità. Tradizioni secolari sopravvivono lungo alcune delle foreste più grandi d’Europa con una splendida flora e fauna.Gli alloggi sono situati in due tradizionali fattorie della Transilvania, arredate con elegante sobrietà, ognuna con un cortile interno che dà accesso alle nostre camere deluxe e junior suite.Sauna, hammam, vasca idromassaggio e una grande piscina interna riscaldata che regala un’incomparabile  viste stimolanti sul paesaggio.

Il ristorante celebra il gusto della regione e delizia gli ospiti con una nuova identità culinaria della Transilvania, fresca e orgogliosa. Il menu punta sulla ricerca dei migliori artigiani locali e sul perfezionamento di antiche ricette, alleggerendo la cucina tradizionale locale, pur mantenendo la sua essenza, i suoi prodotti, la stagionalità e la tradizione. Una formidabile selezione di vini prevalentemente rumeni delizia anche i palati più squisiti.

Una gourmet tartare di carne con gelato di capperi  e potata candita, mentre al mattino scoprirete un ricco breakfast “con vista” del Matca Resort

Zabola Estate
Tra le montagne e le foreste dei Carpazi vi aspetta una spettacolare struttura dagli interni raffinati e dai comfort indimenticabili. Per una totale immersione nella natura , nel verde , nell’atmosfera di fattoria  per vivere l’emozione di una notte in una ricercatissima residenza nobilare di fine secolo, Sarà un’ indimenticabile esperienza di campagna in stile antico, dai maneggi di cavalli, aree popolate da cicogne, aironi, scoiattoli alla lussureggiante flora, al suo territorio che ospita cervi, cinghiali, scoiattoli, gufi, senza dimenticare l’emozionante incontro con gli orsi della Transilvania (niente paura, sono tenuti a sicura distanza e straordinariamente docili) La mia mega suite è piena di ricordi ,stampe antiche, un manichino fiorito, una doccia -gazebo, uno scoppiettante camino e una vasca jacuzzi a cui è impossibile dire di no….

Il ristorante serve una cucina tradizionale rumena che utilizza i prodotti del loro splendido orto. Nel menu spiccano zuppe di verdura, contorni vegetariani, carne e cacciaciagione, dolci tipici della Transilvania. La cantina offre una notevole scelta di eccellenti vini del territorio.

Volevo sottolineare che questa esperienza è stata per me (e presumo sarà anche per voi) la piacevole scoperta della gente rumena, seria, affabile e accogliente, al contrario di quanto purtroppo riscontriamo nei rumeni che migrano in Italia e in tutto il resto dell’Europa e del mondo. I “Rumeni in Romania” sono tristemente al corrente di questa altra faccia della medaglia e biasimano i loro connazionali espatriati che, spesso costretti dalla mancanza di lavoro, si rivelano all’estero come individui inaffidabili e pericolosi .
I “gypsy” cioè gli zingari rumeni si dividono in effetti in due categorie: I “gypsy village”: persone tranquille, seri lavoratori coinvolti nel lavoro agricolo stagionale, nel commercio di automobili e nell’abbattimento di alberi. Alcuni sono impiegati come accademici, insegnanti e dipendenti pubblici, tutti seguono le regole e le leggi e evitano di manifestarsi in maniere violenti.Purtroppo a loro si contrappongono i “gipsy nomad” protagonisti di una massiccia emigrazione dalla Romania verso l’Italia per motivi essenzialmente geopolitici, economici e culturali. Alcuni trovano occupazione, ma molti sopravvivono con espedienti illegali che vanno dal furto al commercio di droga alla violenza.
Nel mio piccolo, spero che questo articolo aiuti a cambiare opinione sulla gente rumena e che invogli ad andare a verificare di persona con un prossimo viaggio in Romania, magari proprio trascorrendo un weekend sul Danubio, come ho fatto io.
Oltre che a una flora e una fauna sorprendentemente meravigliosa, scoprirete un popolo dal cuore grande e dallo spirito sereno.

INFO
ibis Tours

English version

Nature lovers and bird-watching and photography enthusiasts?
Here is a truly unique weekend.

Text and photos by Cesare Zucca —

Romania, Danube Delta: welcome to the enchanting labyrinths of the canals and the famous lakes Bogdaproste, Amiaza, Cazanel, Trei Iezere. Ligheanca, Baclanesti and Furtuna. whose sinuous shapes are said to be the footprints of the Dragon defeated by Saint George.
In a truly unique weekend you will discover the majestic Delta, its flora, fauna and the countless species of birds that animate the sky and the river banks. In Tulcea the IBIS floating hotel awaits you, a large “boat-hotel” 4 stars.
Comfortable and welcoming, it can accommodate up to 20 people. All cabins have a private bathroom with shower, two twin beds and two screened windows that can be opened. Exquisite traditional dishes, perfect service and surprising wifi reception. The boat houses an elegant restaurant room while outside a spacious sun terrace awaits you with deckchairs from which you can enjoy the cruise, the surrounding nature and the spectacle of its inhabitants. You will discover elegant herons, cormorants and nightingales, lesser shags, wonderful swans taking flight, colonies of pelicans and countless cuckoos, given that we are in the area most populated by cuckoos in the world. All this along a river lined with changing flora and silver-leaved weeping willows that live underwater for months at a time. This tour is suitable for both birdwatchers and wildlife enthusiasts as it explores the main parts of the Biosphere Reserve of Danube Delta in search of birds, mammals and plants. Let’s start our adventure!
We head towards Mile 36, the main entrance to the Danube Delta, nothing more suggestive than experiencing it by boat with the possibility of observing and photographing infinite species of birds present (pelican and curly pelican, ibis, white-tailed eagle etc etc ), Fishing enthusiasts will be able to find pike and perch which will then be cooked with traditional skill by the chef at the helm (it’s worth saying) of the floating kitchen which serves traditional dishes.
I spent truly unique days, in an unforgettable landscape also thanks to the verve of Charlie Ottley, well-known television personality, creator of the “Flavours from Romania” series and the expertise of Daniel Petrescu, naturalist photographer and owner of the Ibis agency. Daniel knows how to assist and guide with professionalism, competence, kindness thanks to 25 years of experience in organizing nature holidays and guided birdwatching tours which offer the possibility of observing rare species of birds, from the mountains to the Black Sea to the Danube Delta.

Here I am among the “captains” of the Danube Delta cruise: Charlie Ottley, well-known television personality, creator of the “Flavours from Romania” series and Daniel Petrescu, naturalist photographer, excellent guide and owner of the Ibis agency.

Here I am among the “captains” of the cruise on the Danube Delta: Charlie Ottley, well-known television personality, creator of the series “Flavours from Romania” and to the super expert Daniel Petrescu, naturalist photographer and owner of the IBIS agency

DANUBE CUISINE
The gourmet dances open with a welcome toast and gastronomic delicacies that come non-stop from the well-equipped kitchen specializing in typical traditional dishes. On the boat, healthy, real, traditional and tasty cuisine is served where, obviously, river fish reign supreme , carp, pike, zander. Among the most traditional dishes we find Danube salmon which travels from the Black Sea to beyond Vienna, covering distances of around 2,000 kilometres. Its eggs, served as white caviar, are the perfect condiment for a healthy slice of roasted and buttered bread, lean, accompanied by a good Chateau Burgozone Pinot Noir, a rosé with hints of strawberry.

The menu, in addition to tasty cuts of meat, offers fish and vegetable soups (my favorites) softened, as tradition dictates, with acid cheese.

A cruise along the Danube reserves many surprises: from the exploration of Canal Mila 36, Sireasa, Sontea, Lac Nebunu, Lac Baclanesti, Canal 22 and Gorgova, to the intense scent of the vitis vinifera silvestris plant, from the floating islands called “plauri” and dozens of hectares of water covered with water lilies

And what can we say about the thrill of traveling on a horse-drawn carriage to reach the legendary Letia Forest and its traditional village, where a colorful country house welcomes us for a typical lunch of Romanian cuisine based on chorba de fish and gogosh sweets
WHERE TO SLEEP
Casa Timis in Chițorani, a tiny village in Prahova county, offers splendid 16 hand-painted bungalows, and infinite wellness solutions including massages, yoga, swimming pool, outdoor saunas, hydromassage,

At the helm of the Veranda dintre Vii restaurant, Chef Nico Lontras signs a menu full of unique flavours, Each dish is designed to transport you on a culinary journey through a diversity of tastes and textures, giving you the opportunity to explore and appreciate the rich gastronomy of Romania.

Matca Hotel Resort
Luxurious and contemporary comfort in the heart of Transylvania, one of those very few privileged and unspoiled regions of Europe that still enjoys the purest authenticity. Centuries-old traditions survive along some of Europe’s largest forests with beautiful flora and fauna. The accommodation is located in two traditional Transylvanian farmhouses, furnished with elegant sobriety, each with an internal courtyard giving access to our deluxe rooms and junior suites .Sauna, hammam, Jacuzzi and a large heated indoor swimming pool offering incomparable stimulating views of the landscape.

The restaurant celebrates the taste of the region and delights guests with a new, fresh and proud Transylvanian culinary identity. The menu focuses on the search for the best local artisans and on the improvement of ancient recipes, lightening the traditional local cuisine, while maintaining its essence, its products, seasonality and tradition. A formidable selection of predominantly Romanian wines delights even the most exquisite palates.

Una gourmet tartare di carne e un ricco breakfast “con vista” del

A gourmet meat tartare with caper ice cream and candied potatoes, while in the morning you will discover a rich “breakfast with a view” of the Matca Resort
Zabola Estate
Among the mountains and forests of the Carpathians, a spectacular structure with refined interiors and unforgettable comforts awaits you. For a total immersion in nature, in the greenery, in the farm atmosphere to experience the emotion of a night in a highly sought-after turn-of-the-century noble residence. It will be an unforgettable country experience in ancient style, from horse stables, populated areas from storks, herons, squirrels to the lush flora, to its territory which is home to deer, wild boars, squirrels, owls, without forgetting the exciting encounter with the Transylvanian bears (don’t worry, they are kept at a safe distance and extraordinarily docile)My mega suite is full of memories, antique prints, a flowered mannequin, a shower-gazebo, a crackling fireplace and a jaccuzzi tub that is impossible to say no to….

The restaurant serves traditional Romanian cuisine using products from their beautiful vegetable garden. The menu includes vegetable soups, vegetarian side dishes, meat and game, and typical Transylvanian desserts. The cellar offers a notable choice of excellent local wines.

Duck breast, beetroot couscous, apple pearls and grilled vegetables

Petto d’anatra, couscous di barbabietola, perle di mela e verdure grigliate

I wanted to underline that this experience was for me (and I presume it will be for you too) the pleasant discovery of Romanian people, serious, affable and welcoming, unlike what we unfortunately find in Romanians who migrate to Italy and throughout the rest of Europe and of the world. The “Romanians in Romania” are sadly aware of this other side of the coin and blame their expatriate compatriots who, often forced by lack of work, reveal themselves abroad as unreliable and dangerous individuals.
The “gypsies”, i.e. the Romanian gypsies, are actually divided into two categories: The “gypsy villages”: quiet people, serious workers involved in seasonal agricultural work, in the car trade and in felling trees. Some are employed as academics, teachers and public employees, all of them follow the rules and laws and avoid expressing themselves in violent ways. Unfortunately they are opposed by the “gypsy nomads” who are calling for massive emigration from Romania to Italy for essentially geopolitical, economic and cultural. Some find employment, but many survive through illegal means ranging from theft to drug dealing to violence.
In my own small way, I hope that this article helps to change your opinion on Romanian people and that it encourages you to go and check it out for yourself with a next trip to Romania, perhaps spending a weekend on the Danube, like I did.
In addition to surprisingly wonderful flora and fauna, you will discover a people with big hearts and a serene spirit.

INFO
ibis Tours

 




Milano e tesori nascosti meneghini: alla scoperta dei Mondeghili

Benvenuti a Milano, una città pulsante di vita e di esperienze uniche. In questo weekend dedicato al connubio tra il bello e il gusto, esploreremo le sfumature più affascinanti di questa metropoli ricca di storia, cultura e innovazione. Tra le sue strade animate e i suoi quartieri alla moda, scopriremo tesori nascosti e delizie culinarie che incarnano l’autentica tradizione meneghina.

In questo viaggio attraverso Milano, ci lasceremo guidare dalla vista della Madonnina, simbolo indiscusso della città, mentre esploreremo musei, residenze storiche e le affascinanti vie dello shopping. Ma il vero piacere di questo weekend risiede nei sapori autentici dei piatti locali, tra cui spiccano i famosi mondeghili, prelibate polpette che incarnano l’anima gastronomica di Milano.

Milano e suoi tesori tradizionali: i Mondeghili

Che la Madonnina ci accompagni nel nostro weekend del “bello e del gusto”! Milano ci offrirà spunti e idee per mille attività, dai suoi musei alla movida della Darsena, dalle residenze storiche alle boutique di moda e i negozi trendy che animano la Piazza, la Galleria, Brera, I Navigli e le aree tendenza come la Bicocca, Nolo, Via Tortona e il Quadrilatero della Moda. I mondeghili sono un piatto della tradizione meneghina con infinite varianti, a cominciare dall’impasto che può essere di salsiccia o mortadella o patate lessate. Ultimamente, seguendo la tendenza ‘green’ possono essere ripieni di verdure o farciti con scamorza affumicata e zucchine fritte e poi saltati con salvia e burro.

DOVE MANGIARE. Osteria del Treno. Storico locale di Milano nato nel 1877 come circolo di mutuo soccorso per i ferrovieri, trasformati in un elegante ambiente stile liberty dalle balconate in ferro battuto sorrette da colonne in ghisa e utilizzato come spazio per attività culturali e… non solo (nel 1981, diventò l’Aphrodite , un cinema a luci rosse).Attività culturali ed eventi mondani proseguono ancora oggi, tra sfilate di moda, lezioni di tango, teatro, musica jazz, folk e dialettale, il tutto sotto la regia dell’incomparabile ‘ostÈ: Angelo Bissolotti. Nel cartoccio troverete dei mondeghili degni della storia del locale.

RICETTA CLASSICA DEI MONDEGHILI DI MILANO




STRASBURGO: weekend di storia, arte e gastronomia nell’ incanto dell’Alsazia

Testo e Foto © Cesare Zucca —-
(Italian and English version)
Francia, benvenuti nella capitale dell’Alsazia!
Strasburgo vi aspetta con il suo pittoresco centro storico affacciato sui canali, le case a graticcio, gli edifici medievali, una spettacolare cattedrale gotica. e tante delizie gastronomiche accompagnate dai meravigliso vini alsaziani.
Strasburgo ha vissuto la difficile identità di città di confine, oggetto di contese territoriali, politiche e militari per secoli. La città è stata annessa e ceduta molte volte, passando in maniera alternata sotto il dominio della Germania e della Francia. Ne è testimone la fontana di Giano Bifronte, che con i suoi due volti simboleggia la doppia identità politica come un risorsa preziosa, capace di conciliare la raffinatezza francese con il pragmatismo tedesco.
Pronti per scoprire le meraviglie di Strasburgo?
Partiamo alla grande con una visita della superba Cattedrale di Notre Dame,  spettacolare capolavoro di arte gotica e simbolo della città. Ci sono voluti circa tre secoli di lavoro per ultimare questo “prodigio di grandezza e leggiadria”  come la descrive Victor Hugo.
La facciata è ornata da un’imponente sfilata di statue, mentre  l’interno ospita lo splendido Pilastro degli Angeli, che rappresenta il Giudizio Universale, il pulpito in fiammeggiante stile gotico con una cinquantina di personaggi, il grande organo con le casse gotiche in legno scolpito policromo, le incredibili vetrate tra cui lo splendido rosone di 14 metri di diametro.
Tappa d’obbligo all’Orologio astronomico, capolavoro di orologeria e di matematica creato nel 1547. Ogni giorno alle 12:30, l’orologio si anima e fa scattare una sfilata di angeli e santi. Se vorrete osservare più da vicino la guglia e i tetti in rame e godere di un panorama mozzafiato, salite sulla piattaforma e dopo 330 gradini, a 66 metri di altezza,sarete ricompensati
A due passi dalla Cattedrale troviamo Palazzo Rohan, La sua costruzione è stata ultimata nel 1742 ed e’testimonedell’arte principesca nel XVIII secolo. Di stile classico, l’architettura trae spunto dai grandi alberghi parigini.All’ interno vi aspettano tre musei : le Belle arti, l’ archeologia e le Arti Decorative che ci riservano una chicca  la camera da letto di Napoleone.
Usciti dal palazzo date un’ occhiata a Lieu 5 , interessante storia interattiva della città’ e poco distante La Cour du Corbeau, straordinario complesso rinascimental, oggi splendido albergo di prestigio.
LA PETITE FRANCE
Senza dubbio la parte più romantica della città. Godetevi una passeggiata sul lungofiume e ammirate i riflessi delle facciate variopinte delle case antiche che si specchiano magicamente nel fiume Ill, attraversato da suggestivi ponti.
I FAMOSI PONTI DI STRASBURGO
Faisan, “Il Ponte Girevole” che impone la sua volontà a tutti i passanti. Forse vi occorrerà aspettare per attraversarlo, poiché sarà stato fatto girare per consentire il passaggio di un battello tutistico. Il ponte Saint-Martin, vicinissimo ponte in pietra vi offre scorci da cartolina: selfie -souvenir assicurata. Ponts Couvert, dalle tre torri, austere e massicce, vestigia della muraglia medievale, la possente Diga Vauban, terrazza panoramica che offre una vista grandiosa sulla città
 LA NEW STAT E L’ART NOUVEAU
Siamo arrivati in un quartiere costruito per trasformare Strasburgo in una vetrina della potenza prussiana, caratterizzata dalle grandi piazze e ampi viali alberati spesso arrricchiti da stravaganze architettoniche in stile Art Nouveau.
Tra le più notevoli: La casa egiziana, Rue du Général-Rapp, una miscela di Art Nouveau e di orientalismo, Palais des Fêtes, Rue Sellénick, una delle prime comparse dell’Art Nouveau a Strasburgo Villa Brion, Rue Sleidan: l’esempio più riuscito del Jugendstil, La Maison, Rue du Général de Castelnau  il più bell’edificio Art Nouveau di Strasburgo, Villa Knopf, 10 Rue Schiller 
tra Rinascimento e Art Nouveau e la Villa à l’italienne, Allée de la Robertsa, imponente villa costruita per il birraio Schutzenberger.
Place de la République, complesso monumentale, tra cui il Palais du Rhinla sormontato da una maestosa cupola, è la seconda biblioteca francese per numero di libri, dispone di più di 3 milioni di documenti., Avenue de la Liberté, chiamata gli Champs Elysées di Strasburgo.
DA SCOPRIRE
I Bagni Municipali costruitI all’inizio del 1900, in stile neoclassico e neobarocco, dotati di due piscine, docce e bagni romani, dove marmi, vetrate e decorazioni offrono ai visitatori un’esperienza indimenticabile.
Concedetevi una passeggiata nei Giardini della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo , vi farà viaggiare sia nel tempo che nello spazio. In effetti, vi vedrete un frammento del muro di Berlino, il cui primo pezzo è stato donato al Consiglio dell’Europa dal sindaco di Dresda. Cantina Storica dei Ricoveri di Strasburgo
Davvero unica al mondo con una sessantina di botti di rovere del XVIII e del XIX secolo. Vere prodezze tecniche, pensate che la più imponente ha una capienza di ben 267 ettolitri! Troverete i migliori vini dei viticoltori concessionari della cantina, riesling, gewurztraminer, pinot e altri vitigni… Tutti in vendita!
Caveau del futuro, in Place du Château scoprirete questo questo bunker di cemento sigillato nel 1995. Contiene quattordici fusti destinati ad essere aperti il 23 Settembre 3790. All’interno, lettere di abitanti di Strasburgo e di turisti, birre, bretzel, vini, computer, documentazione medica, libri Sacri, pallone del Racing Club di Strasburgo e persino pietanze sottovuoto. Chissà se noi ci saremo alla riapertura, magari in una vita futura…
Les Secrets du Chocolat, a sud ovest di Strasburgo  la fabbrica di cioccolato Schaal, a Geispolsheim, a vi propone un percorso libero per conoscere la storia del cioccolato e i suoi segreti di fabbricazione. Un’attività ludica, degustazione compresa!
MUSEI
Museo Storico racconta la ricca storia di Strasburgo, ,il Museo d’arte moderna e contemporanea ospita le opere delle nuove correnti, al Museo Tomi Ungerer – Centro Internazionale dell’Illustrazione ci si diletta con opere originali e spesso pungenti di questo artista mentre nel Museo Alsaziano ci si immerge nell’arte e nelle tradizioni popolari della Storia alsaziana, in una location davvero suggestiva.
Aubette 1920 è un intrigante tuffo nel passato e nel mondo di Mondrian, in stile “De Stijl”, eseguita da Theo Van Doesburg, Hans Jean Arp e Sophie Taeuber-Arp
CIBO
Scoprirete le winstubs, ambasciatrici della vera cucina alsaziana, ricca e generosa.Tra i piatti tradizionali il baeckeoffe, succulento spezzatino di carni miste, con contorno di patate, gli spätzle, listerelle di pasta, spesso proposti come contorno di un piatto di lepre, di selvaggina o di qualunque altra carne in salsa
i lewerknepfle, polpette di fegato fatte con la ricetta della nonna, il foie gras d’Alsazia (si dice che sia nato proprio qui) splendido antipasto, soprattutto quando è accompagnato da un bicchiere di “vendemmie tardive”, Un must: una ricca e profumata choucroute e la tarte flambée, pasta sfoglia salata con formaggio , crema, bacon e cipolla. In stagione, non fatevi mancare i delizioni asparagi bianchi  e sigillare il vostro pasto con gli squisiti formagg locali e gli irresistibili dolcetti eclairs
E NEL CALICE?
Lo straordinario vigneto alsaziano, offre vini di alta qualità. Numerosi produttori oggi scelgono di elaborare vini biologici o naturali. La strada dei vini d’Alsazia, oltre al suo meraviglioso tracciato sui versanti dei Vosgi, è una accattivane avventura. Gewürztraminer, Riesling, Pinot Grigio, tante qualità di Moscato, dal Petits Grains all’Ottonel, mentre Il Pinot Grigio localmente è chiamato Tokay Pinot Gris o Tokay d’Alsace. Tutti da provare!
DOVE MANGIARE
La Hache
Uno dei winstub più antichi della città, un luogo vivace, gourmet e caloroso, noto anche per la sua carta dei vini accuratamente selezionata che comprende più di cinquanta referenze provenienti da tutte le regioni della Francia.
I consigli dalla avvenente host Jada Sharara: una francesissima (e squisita) moelle gratinee, foie de veau, veau marengo, tartare, tiramisu alla francese con un fondo di Oreo sbriciolato.

Jada Sharara

Brasserie Des Haras
Riscoprite l’ antica scuderia nazionale di Strasburgo , Un luogo magico e segreto, costruito a metà del XVIII secolo lungo i bastioni medievali della città, ospitato nell’ex scuderia nazionale di Strasburgo. Qui trovano posto i grandi classici della cucina francese, accanto alle specialità alsaziane o alle ispirazioni provenienti da tutto il mondo. Dopo un piacevole aperitivo in terrazza con Muscat e pretzel ,ho seguito i suggerimenti dello Chef Francois Baur che con il suo grande team di 26 persone.

Francois Baur

Baur propone una cucina tradizionale con accenti contemporanei. Nel menu spiccano animelle , burger di agnello, le gambe di rana, pateè en croute, pesce di fiume. Gran finale grazie alla giovanissima Maitre Patissier Tina Tran ci delizia con le sue creazioni, tra cui la deliziosa torta al rabarbaro, cioccolato bianco e ribes…

Tina Tran

Le tire bouchon
Cucina di ispirazione francese, servita al ritmo delle stagioni e delle ricette ancestrali, tramandate con cura di generazione in generazione. I piatti firmati da Chef Chlouti Brahim sono autentici, semplici e gustosi sono generosi e gustosi. Tra le specialità  troviamo le guance di maiale a cottura lenta, crauti reali, prosciutto brasato, les escargots. una crostata di formaggio bianco, pesce di fiume, formaggi aromatizzati serviti con vini secchi o fruttati dei vigneti regionali. Due must : la choucroute royale, forse il piatto piu rappresentativo del territorio alsaziano e un dessert davvero speciale : la torta al rabarbaro.

Chlouti Brahim

DOVE DORMIRE
Hotel Le Bouclier d’Or
Seminascosto in un quartiere fiabesco, scoprireremo un vero gioiello. All’ entrata un’ arco e un suggestivo giardino ci portano a una sontuosa sala abbellita da quadri e oggetti d arte. Le suggestive scale (una e’ in pietra datata 1700) portano alle camere, spaziose e arredate con gusto d’epoca, un vero tuffo nel passato. L’ hotel offre un’ elegante spa a disposizione del cliente e la possibilità di un drink nella suggestiva terrazza-Alla mattina vi aspetta un ricercatissimo breakfast servito in una saletta decorata con affreschi bucolici . Il buffet offre anche tipicità Alsaziane nei salumi e nei dolci , non può’ mancare il tradizionale kougelhopt, una specie di pandoro con canditi, vonsiderato il dolce nazionale dell’Alsazia.
Ibis Strasbourg Centre Halles
Torniamo al presente, un colorato Ibis della collaudata catena Accor ci accoglie con una doppia reception che serve anche l’ adiacente Novotel, sempre della stessa catena, situato nel centro di Strasburgo, a 5 minuti a piedi dalla cattedrale, dall’antico quartiere Petite France e dai musei. Accesso diretto allo ZENITH di Strasburgo con la linea A del tram.
Situato in posizione ideale nel cuore di Les Halles, l’hotel ibis Strasburgo Centre Halles, ospita 98 camere rinnovate e climatizzate, incluso WIFI gratuito, ideale per un soggiorno sia di piacere che di lavoro,

Ibis propone un arredamento moderno, colorato, essenziale.  Servizio attento, ottimo rapporto qualità-prezzo sia nel comfort delle camere che nel generoso breakfast che serve uova, salumi regionali, croissants, pasticceria, frutta fresca e frullati. Davvero un ottimo inizio di giornata! Il suo ristorante Ici et La propone un menu piuttosto ridotto, il che, a mio parere, significa una garanzia di cibo fresco e di giornata. Ho gustato un’ ottima vellutata di lenticchie e il piatto forte della casa: smoked kassler con una salsa di formaggio munster, il più rappresentativo dell’Alsazia.
Per finire con un’ eccellente mousse au chocolat
INFO
Visit Strasbourg
https://www.franciaturismo.net/alsazia/strasburgo/

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’
(English version)
STRASBOURG: weekend of history, art and gastronomy in the enchantment of Alsace

Text and Photos © Cesare Zucca —-

France, welcome to the capital of Alsace!
Strasbourg awaits for you with its picturesque historic center overlooking the canals, half-timbered houses, medieval buildings, a spectacular Gothic cathedral. and many gastronomic delights accompanied by wonderful Alsatian wines.
Strasbourg has experienced the difficult identity of a border city, the subject of territorial, political and military disputes for centuries. The city was annexed and ceded many times, alternating under the rule of Germany and France. Witness the fountain of Giano Bifronte, which with its two faces symbolizes the double political identity as a precious resource, capable of reconciling French refinement with German pragmatism.
Ready to discover the wonders of Strasbourg?
We’re off to a great start with a visit to the superb Notre Dame Cathedral, a spectacular masterpiece of Gothic art and a symbol of the city. It took around three centuries of work to complete this “prodigy of grandeur and grace”  as Victor Hugo describes it.
The façade is adorned with an imposing parade of statues, while the interior houses the splendid Pillar of the Angels, which represents the Last Judgment, the pulpit in flamboyant Gothic style with around fifty characters, the large organ with Gothic wooden cases carved polychrome, the incredible windows including the splendid rose window 14 meters in diameter.
A must stop at the Astronomical Clock, a masterpiece of watchmaking and mathematics created in 1547. Every day at 12.30, the clock comes to life and triggers a parade of angels and saints. If you want to take a closer look at the spire and copper roofs and enjoy a breathtaking view, climb onto the platform and after 330 steps, at a height of 66 metres, you will be rewarded
A stone’s throw from the Cathedral we find Palazzo Rohan. Its construction was completed in 1742 and is a witness to princely art in the 18th century. Of classic style, the architecture is inspired by the great Parisian hotels. Inside, three museums await you: the Fine Arts, the Archeology and the Decorative Arts which reserve a gem for us – Napoleon’s bedroom.
After leaving the palace, take a look at Lieu 5, an interesting interactive history of the city, and not far away La Cour du Corbeau, an extraordinary Renaissance complex, now a splendid prestigious hotel.
LA PETITE FRANCE

Without a doubt the most romantic part of the city. Enjoy a walk along the riverside and admire the reflections of the colorful facades of the ancient houses which are magically reflected in the Ill river, crossed by suggestive bridges.
THE FAMOUS BRIDGES OF STRASBOURG
Faisan, “The Swinging Bridge” who imposes his will on all passers-by. You may have to wait to cross it, as it will have been turned around to allow a tourist boat to pass. The Saint-Martin bridge, a nearby stone bridge, offers you postcard views: selfie – souvenir guaranteed. Ponts Couvert, with three towers, austere and massive, vestiges of the medieval wall, the mighty Vauban Dam, panoramic terrace offering a grandiose view of the city

THE NEW STATE AND THE ART NOUVEAU
We arrived in a neighborhood built to transform Strasbourg into a showcase of Prussian power, characterized by large squares and wide tree-lined avenues often enriched by architectural extravagances in Art Nouveau style.
Among the most notable: The Egyptian House, Rue du Général-Rapp, a mixture of Art Nouveau and Orientalism, Palais des Fêtes, Rue Sellénick, one of the first appearances of Art Nouveau in Strasbourg Villa Brion, Rue Sleidan: the example most successful of the Jugendstil, La Maison, Rue du Général de Castelnau  the most beautiful Art Nouveau building in Strasbourg, Villa Knopf, 10 Rue Schiller between Renaissance and Art Nouveau and the Villa à l’italienne, Allée de la Robertsa, imposing villa built for the brewer Schutzenberger.
Place de la République, monumental complex, including the Palais du Rhinla surmounted by a majestic dome, is the second French library by number of books, has more than 3 million documents., Avenue de la Liberté, called the Champs Elysées of Strasbourg.
TO DISCOVER
The Municipal Baths built at the beginning of the 1900s, in neoclassical and neo-baroque style, equipped with two swimming pools, showers and Roman baths, where marble, stained glass and decorations offer visitors an unforgettable experience.
Treat yourself to a walk in the Gardens of the European Court of Human Rights, it will make you travel both in time and space. Indeed, you will see a fragment of the Berlin Wall, the first piece of which was donated to the Council of Europe by the mayor of Dresden. Historic Cellar of the Hospitals of Strasbourg
Truly unique in the world with around sixty oak barrels from the 18th and 19th centuries. True technical feats, consider that the most impressive one has a capacity of 267 hectolitres! You will find the best wines from the winery’s dealers, riesling, gewurztraminer, pinot and other grape varieties… All for sale!
Vault of the future, in Place du Château you will discover this concrete bunker sealed in 1995. It contains fourteen barrels destined to be opened on 23 September 3790. Inside, letters from Strasbourg inhabitants and tourists, beers, pretzels, wines, computers , medical documentation, sacred books, Strasbourg Racing Club ball and even vacuum-packed dishes. Who knows if we will be there when we reopen, perhaps in a future life…
Les Secrets du Chocolat, south west of Strasbourg  the Schaal chocolate factory, in Geispolsheim, offers you a free route to learn about the history of chocolate and its manufacturing secrets. A fun activity, tasting included!
MUSEUMS
Historical Museum tells the rich history of Strasbourg, the Museum of modern and contemporary art hosts the works of new currents, at the Tomi Ungerer Museum – International Center of Illustration one can delight in original and often pungent works by this artist while in the Museum Alsatian you immerse yourself in the art and popular traditions of Alsatian history, in a truly evocative location.
Aubette 1920 is an intriguing dive into the past and into the world of Mondrian, “De Stijl” style, performed by Theo Van Doesburg, Hans Jean Arp and Sophie Taeuber-Arp

FOOD
You will discover the winstubs, ambassadors of true Alsatian cuisine, rich and generous. Among the traditional dishes are the baeckeoffe, a succulent stew of mixed meats, with a side of potatoes, the spätzle, strips of pasta, often proposed as a side dish to a dish of hare, game or any other meat in sauce, the lewerknepfle, liver meatballs made with grandmother’s recipe

Not to mention the foie gras of Alsace (it is said that it was born right here) a splendid appetizer, especially when accompanied by a glass of “late harvests”, a must: a rich and fragrant choucroute and tarte flambée, savory puff pastry with cheese, cream, bacon and onion, don’t miss the delicious white asparagus and seal your meal with the exquisite local cheeses and the irresistible eclair sweets.
AND IN THE GLASS?
The extraordinary Alsatian vineyard offers high quality wines. Many producers today choose to make organic or natural wines. The Alsace wine route, in addition to its wonderful route on the slopes of the Vosges, is a captivating adventure. Gewürztraminer, Riesling, Pinot Grigio, many qualities of Muscat, from Petits Grains to Ottonel, while Pinot Grigio is locally called Tokay Pinot Gris or Tokay d’Alsace. All to try!
WHERE TO EAT
La Hache
One of the oldest winstubs in the city, a lively, gourmet and warm place, also known for its carefully selected wine list which includes more than fifty references from all regions of France. Here the advices from the attractive host Jada Sharara: a very French (and delicious) moelle gratinee, foie de veau, veau marengo, tartare, French tiramisu with a base of crumbled Oreos.

Jada Sharara

Brasserie Des Haras

Rediscover the ancient national stud farm of Strasbourg, a magical and secret place, built in the mid-18th century along the medieval ramparts of the city, housed in the former national stud farm of Strasbourg. The great classics of French cuisine find their place here, alongside Alsatian specialties or inspirations from all over the world. After a pleasant aperitif on the terrace with Muscat and pretzels, I followed the suggestions of Chef Francois Baur with his large team of 26 people.

Francois Baur

Baur offers traditional cuisine with contemporary accents. The menu includes sweetbreads, lamb burgers, frog legs, pateè en croute, river fish. Grand finale thanks to the very young Maitre Patissier Tina Tran delights us with her creations, including the delicious rhubarb, white chocolate and currant cake…

Tina Tran

Le tire bouchon
French-inspired cuisine, served to the rhythm of the seasons and ancestral recipes, carefully handed down from generation to generation. The dishes created by Chef Chlouti Brahim are authentic, simple and tasty, generous and tasty. Among the specialties we find slow cooked pork cheeks, royal sauerkraut, braised ham, les escargots. a white cheese tart, river fish, flavored cheeses served with dry or fruity wines from regional vineyards. Two musts: the choucroute royale, perhaps the most representative dish of the Alsatian territory, and a truly special dessert: the rhubarb pie.

Chlouti Brahim

WHERE TO SLEEP
Hotel Le Bouclier d’Or
Half hidden in a fairytale neighborhood, we will discover a real gem. At the entrance, an arch and a suggestive garden lead us to a sumptuous room embellished with paintings and art objects. The suggestive stairs (one is in stone dating back to 1700) lead to the rooms, spacious and furnished with period taste, a real dive into the past. The hotel offers an elegant spa available to customers and the possibility of a drink on the charming terrace.In the morning a highly refined breakfast awaits you served in a room decorated with bucolic frescoes. The buffet also offers typical Alsatian products in cured meats and desserts, the traditional kougelhopt cannot be missing, a kind of pandoro with candied fruit, considered the national dessert of Alsace.
Ibis Strasbourg Centre Halles
Let’s go back to the present.
A colorful Ibis from the proven Accor chain welcomes us with a double reception which also serves the adjacent Novotel, also from the same chain.

Ideally located in the heart of les Halles, the ibis Strasbourg Center Halles hotel will enchant you with its 98 renovated, air-conditioned bedrooms, including free WIFI.  Whether it’s for a leisure or business stay, relax in our comfortable e-tech spaces.
Ibis offers modern, colourful, essential furnishings. Attentive service, excellent value for money both in the comfort of the rooms and in the generous breakfast which serves eggs, regional cured meats, croissants, pastries, fresh fruit and smoothies. Really a great start to the day!
Discover the new concept Ici&Là restaurant and bar for a drink and something to eat in a modern, cozy place. The restaurant offers a rather small menu, which, in my opinion, means a guarantee of fresh, daily food. I enjoyed an excellent lentil soup and the house’s signature dish: smoked kassler with a munster cheese sauce, the most representative of Alsace.
To finish with an excellent mousse au chocolat

INFO
Visit Strasbourg
https://www.franciaturismo.net/alsazia/strasburgo/

CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.
Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world. For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles.art, entertainment. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ”
non touristy tourist ” style 



Udine: alla Scoperta del frico e del suo fascino veneziano

Udine, città dove il fascino veneziano sposa suntuosi palazzi, meravigliose piazze, scorci suggestivi. Scoprite storia, arte, scoprite il suo Castello, il Duomo a pochi passi dalle vie principali del centro storico, come la vivace Via Mercatovecchio, incontrerete le magie pittoriche del Tiepolo. Gusterete il frico, succulenta frittella salata a base di formaggio Montasio, patate, cipolle, spesso arricchito con pancetta o funghi e rigorosamente accompagnato da una fumante polenta e un buon calice di vino, o per dirla alla friuana… un buon tajut.

DOVE MANGIARE A UDINE. Cercate una locanda dove trovare un ‘frico’ ricco e gustoso? La Locanda al Cappello, gestito dalla cuoca-proprietaria Valentina, la cui famiglia tramanda da generazioni le delizie friulane un delizioso B&B arredato in stile Fantasyland. Una vera ‘cuciniera’ friulana per una tradizionale ricetta del ‘frico’.

RICETTA CLASSICA DEL FRICO




Magico weekend in Alsazia. La Vallée de Kaysersberg

di Cesare Zucca —

Benvenuti nei fiabeschi borghi dell’Alsazia, Francia.

(italian and english version)

Quando la Walt Disney decise di realizzare il film “La Bella e La Bestia” inviò suoi disegnatori a scoprire le fiabesche cittadine della Vallè de Kaysersberg, popolata da suggestivi borghi che sembrano appena usciti da un libro di fiabe e che sono letteralmente abbracciati da mantelli di vigneti, da cui si ricavano pregiati vini.

La Valle di Kaysersberg
Composta da 8 villaggi, si estende dai vigneti alsaziani, passando per il Pays Welche, fino alle alture della Route des Crêtes del massiccio dei Vosgi.  Raggiungibile in 10 minuti da Colmar o Riquewihr, sarà il punto di partenza ideale per le vostre vacanze alla scoperta della Strada del Vino dell’Alsazia, dei suoi villaggi tipici, dei suoi castelli e della gastronomia alsaziana.
Tra i villaggi spicca Kaysersberg Vignoble, un’ autentica perla attravesata dal fiume Weiss, lungo la suggestiva Route des Vins d’Alsace.
Nerl 2017 è stato proclamato “Villaggio preferito dai francesi”, le sue viuzze acciottolate, le case a graticcio. i colori pastello, i gerani ai balconi, le delizie gastronomiche e la tipica cordialità degi Alsaziani sono gli ingredienti che garantiscono un vero weekend da fiaba.
La sua posizione strategica risveglia il ricordo dell’antica strada romana che collegava l’Alsazia alla Lorena. Il suo nome, in lingua tedesca, significa “Collina dell’Imperatore”. Le prime notizie della sua esistenza risalgono al XIII secolo con Federico II Hohenstaufen Duca di Svevia e suo figlio Enrico VII che ne acquista i diritti. Il ruolo di Kaysersberg è stato di primissimo piano in Alsazia fino a inizio del 1500, con rilevanza economica e commerciale, grazie soprattutto all’esportazione dei suoi vini. La Guerra dei Trent’anni prima e la Seconda Guerra Mondiale poi, hanno causato notevoli danni al villaggio che ha saputo però riprendersi e tornare ad essere una delle più belle e amate località Alsaziane.
Godetevi lo spirito di questo villaggio con una sugggestiva passeggiata per Rue du Général de Gaulle dove potrete sentire il profumo del pane che viene dalle boulangerie, ammirare (e gustare…) i dolci che trionfano nelle vetrine delle patisserie, degustare vino in una delle numerose cantine  e scoprire deliziosi cortili interni, in cui son ancora presenti cave di vendita di vino locale.

DA VEDERE
Municipio
Imponente edificio in stile rinascimentale costruito nel 1604 decorato con un bellissimo bovindo intagliato e arcuato. L’interno ospita un bellissimo pozzo rinascimentale datato 1500 ornato con figure di delfini, un pezzo unico in tutta l’Alsazia.
Chiesa della Santa Croce
Costruita tra il 1200 e il 1500 in stile romanico. Il portale in arenaria e il campanile a 5 campane hanno contribuito all’iscrizione della chiesa tra i “Monumenti Storici di Francia”
Fontana dell’imperatore Costantino
Costruita nel 1500 e dedicata all’imperatore romano famoso per aver posto fine alle persecuzioni dei cristiani con l’editto di Milano del 313.
Il Castello
A circa 300 m di altezza domina la città e offre una vista mozzafiato sui vigneti e sulla cittadella medievale Viene eretto tra il XIII e XVI secolo, in posizione strategica, su volere di Federico II di Svevia, al fine di controllare il passaggio tra Alsazia e Lorena e diventare fondamentale durante i conflitti tra l’Impero e i Duchi di Lorena.
La torre cilindrica fungeva da prigione ed è ancora in buono stato di conservazione mentre il resto del castello è prevalentemente in rovina. Il castello può essere raggiunto con una passeggiata di circa 10-15 minuti dal centro di Kaysersberg.
Il ponte fortificato
Ponte in pietra costruito nel 1500 , collega le due parti del centro storico divise dal torrente Weiss e offre una vista davvero romantica sul borgo.
Museo Albert Schweitzer, dedicato al dottore filantropo Albert Schweitzer, Premio Nobel per la Pace nel 1952.
La Hostellerie Du Pont
Una locanda costruita agli inizi del XVII secolo qui giungevano i compratori di vino nel loro giro di degustazioni.

E le degustazioni continuano…
Kaysersberg è in fatti il cuore dei vigneti dell’Alsazia , la sua Valle ci regala vini eccellenti. E’ impensabile venire in Alsazia senza percorrere la famosa ROUTE DES VINS la strada dei vini, perché non in bicicletta?
Kaysersberg può essere raggiunta dai paesi circostanti attraverso la ciclabile che collega i borghi lungo la Route des Vins d’Alsace o da qui si può partire alla scoperta delle altre località. Potrete soffermarvi sul fianco di una collina per scoprire un perfetto uno spot fotografico sul vigneto. Troverete bici e caschi a noleggio, intorno ai 30/40 euro per un giorno e sbizzarritevi a creare il vostro itinerario
.
Salite di quota verso la Route des Crêtes dal Col du Calvaire – dove si trova il resort Lac Blanc – e le sue mitiche cime dei Vosgi! Lì scoprite un ricco patrimonio dei prodotti locali , tra cui ilMuseo del legno , il Museo della vigna e del vino d’Alsazia, il Museo del lino, ecc.)Vi aspettano tipici villaggi alsaziani e autentici villaggi di montagna,potrete avventuravi in una ( o più…) delle tante cantine dove si possono degustare alcuni dei migliori vini dell’Alsazia : Muscat, Gewurztraminer, Silvaner e soprattutto il Pinot Grigio importato dall’illustre Schwendi e , cavallo di battaglia, il Riesling secco, perfetto per la gastronomia il cui abbinamento più comune è con la choucroute.

Anche se i bianchi costituiscono la stragrande maggioranza della produzione, in Alsazia si produce qualche rosso a partire dal Pinot Nero. Una notevole eccezione ai vini monovarietali è l’Edelzwicker che è un mix di varie uve che ciascuna azienda vinicola determina per adattarsi al proprio stile da secco a leggermente dolce. È il vino più economico, tipicamente venduto in bottiglie da 1 litro anziché nella classica da 75 cl.
Un’altra eccezione degna di nota è il Crémant = Spumante. Sono possibili diversi abbinamenti delle classiche uve alsaziane con l’aggiunta dello Chardonnay, che come nello Champagne dona eleganza e finezza allo spumante. Ma si possono trovare bellissimi vini dolci da dessert che sono i famosi vini della vendemmia tardiva (vendange tardive), realizzati il più delle volte con Gewuztraminer e talvolta Riesling.Continuando il viaggio scoprirete artigianato artistico: oggetti in ferro, ceramiche, la Vetreria d’Arte di Kaysersberg e magari potrete fare tappa al vicini villaggi di Riquewihr, Ribeauvillé , Hunawihr e Sigolsheim.
Sarà come sfogliare un libro delle fiabe. Gli itinerari sono facili, con pendenze minime, adatti per tutta la famiglia. Se pensate di dedicare un’intera giornata in bicicletta alla scoperta della Strada dei Vini allora non dimenticate di portare con voi un piccolo zainetto e una borraccia d’acqua..

LA CUCINA ALSAZIANA
Durante il vostro soggiorno dovrete assolutamente assaggiare le specialità della cucina locale: choucroute alsatienne, a base di carne e crauti, tarte flambée, una minuta sfoglia di pane ricoperta da formaggio munster, panna, pezzetti di bacon , cipolla e baeckeoffe, uno spezzatino ben speziato composto da vari tipi di carne e da patate.
Come mi ha consigliato la mia guida, ho scelto Chez Roger Hassenforder, che mi servito una splendida choucroute verticale. Se proprio volete avventuravi nel più tipico pasto alsaziano , optate per un “repas marcaire” popolare nelle fattorie locali. Inizia con una zuppa di verdure a cui segue una deliziosa torta ricoperta di pasta sfoglia e il cui ripieno è composto da due carni, solitamente maiale e manzo spesso marinate nel vino bianco d’Alsazia, servito con il classico pretzel  o raddolcito da un beignet.Segue un pezzo di maiale delicatamente affumicato accompagnato da patate brasate. Sono i famosi “roïgabrageldi” o “tofailles” a seconda del versante in cui ci si trova. Gli albergatori contadini li cucinano con pancetta, cipolle, burro e talvolta annaffiati con vino bianco in un calderone di rame che appendono su un fuoco di legna. Cotte così per due ore, le patate si amalgamano delicatamente con la pancetta in un composto tanto tenero quanto saporito. Provare per credere!
PER RAGGIUNGERE KAYSERSBERG
L’ auto, nonostante sia il mezzo meno ecologico, risulta quello più pratico per esplorare l’Alsazia e tutti i suoi villaggi. Kaysersberg dista da Colmar neanche 25 minuti a in auto quindi, se alloggiate lì, è sicuramente una meta facile da raggiungere. Se non siete automuniti nessun problema, potete usare i bus e le corriere.
Un grazie particolare alla mia perfetta guida Christophe Bergamini /Office de Tourisme de la Vallée de Kaysersberg

INFO
https://www.kaysersberg.com

English version

by Cesare Zucca
Welcome to the fairytale villages of Alsace, France.

When Walt Disney decided to make the film “Beauty and the Beast” he sent his designers to discover the fairytale towns of the Vallè de Kaysersberg, populated by charming villages that seem to have just come out of a fairy tale book and which are literally embraced by cloaks of vineyards, from which fine wines are obtained.

The Kaysersberg Valley
Made up of 8 villages, it extends from the Alsatian vineyards, passing through the Pays Welche, to the heights of the Route des Crêtes of the Vosges massif. Reachable in 10 minutes from Colmar or Riquewihr, it will be the ideal starting point for your holidays to discover the Alsace Wine Route, its typical villages, its castles and Alsatian gastronomy.
Among the villages, Kaysersberg Vignoble stands out, an authentic pearl crossed by the Weiss river, along the suggestive Route des Vins d’Alsace.
Nerl 2017 was proclaimed “Favorite village of the French”, its cobbled streets, half-timbered houses. the pastel colours, the geraniums on the balconies, the gastronomic delights and the typical friendliness of the Alsatians are the ingredients that guarantee a truly fairytale weekend.
Its strategic position awakens the memory of the ancient Roman road that connected Alsace to Lorraine. Its name, in German, means “Emperor’s Hill”. The first news of its existence dates back to the 13th century with Frederick II Hohenstaufen, Duke of Swabia and his son Henry VII who purchased the rights. The role of Kaysersberg was of the utmost importance in Alsace until the beginning of the 1500s, with economic and commercial importance, thanks above all to the export of its wines. The Thirty Years’ War first and then the Second World War caused considerable damage to the village which, however, was able to recover and return to being one of the most beautiful and beloved Alsatian locations.
Enjoy the spirit of this village with a suggestive walk along Rue du Général de Gaulle where you can smell the bread coming from the boulangerie, admire (and taste…) the desserts that triumph in the windows of the patisserie, taste wine in one of the numerous cellars and discover delightful internal courtyards, where there are still quarries selling local wine.

TO BE SEEN
City ​​Hall
Imposing Renaissance style building built in 1604 decorated with a beautiful carved and arched bay window. The interior houses a beautiful Renaissance well dating back to 1500 adorned with figures of dolphins, a unique piece in all of Alsace.
Church of the Holy Cross
Built between 1200 and 1500 in Romanesque style. The sandstone portal and the 5-bell bell tower contributed to the church’s inscription among the “Historical Monuments of France”
Fountain of Emperor Constantine
Built in 1500 and dedicated to the Roman emperor famous for having put an end to the persecutions of Christians with the Edict of Milan in 313.
The castle
At around 300 m above sea level it dominates the city and offers a breathtaking view of the vineyards and the medieval citadel. It was built between the 13th and 16th centuries, in a strategic position, at the behest of Frederick II of Swabia, in order to control the passage between Alsace and Lorraine and become fundamental during the conflicts between the Empire and the Dukes of Lorraine.
The cylindrical tower served as a prison and is still in a good state of preservation while the rest of the castle is mostly in ruins. The castle can be reached with a walk of approximately 10-15 minutes from the center of Kaysersberg.
The fortified bridge
Stone bridge built in 1500, connects the two parts of the historic center divided by the Weiss stream and offers a truly romantic view of the village.
Albert Schweitzer Museum, dedicated to the philanthropist doctor Albert Schweitzer, Nobel Peace Prize winner in 1952.
The Hostellerie Du Pont
An inn built at the beginning of the 17th century, wine buyers came here on their tasting tour.

And the tastings continue…
Kaysersberg is in fact the heart of Alsace vineyards, its valley gives us excellent wines. It is unthinkable to come to Alsace without traveling along the famous ROUTE DES VINS, the wine route, why not by bicycle?
Kaysersberg can be reached from the surrounding villages via the cycle path that connects the villages along the Route des Vins d’Alsace or from here you can set off to discover the other locations. You can linger on the side of a hill to discover a perfect photographic spot on the vineyard. You will find bikes and helmets for hire, around 30/40 euros for a day and have fun creating your own itinerary.
Climb up towards the Route des Crêtes from the Col du Calvaire – where the Lac Blanc resort is located – and its legendary Vosges peaks! There you will discover a rich heritage of local products, including the Wood Museum, the Alsace Vine and Wine Museum, the Flax Museum, etc.) Typical Alsatian villages and authentic mountain villages await you, you can venture into one ( or more…) of the many cellars where you can taste some of the best wines of Alsace: Muscat, Gewurztraminer, Silvaner and above all the Pinot Grigio imported from the illustrious Schwendi and, the workhorse, the dry Riesling, perfect for gastronomy whose most common combination is with the choucroute.

Although whites make up the vast majority of production, some reds are produced in Alsace starting from Pinot Noir. A notable exception to the monovarietal wines is Edelzwicker which is a mix of various grapes that each winery determines to suit its own style dry to slightly sweet. It is the cheapest wine, typically sold in 1 liter bottles rather than the classic 75 cl.
Another notable exception is Crémant = Sparkling Wine.
Different combinations of the classic Alsatian grapes are possible with the addition of Chardonnay, which as in Champagne gives elegance and finesse to the sparkling wine. But you can find beautiful sweet dessert wines which are the famous late harvest wines (vendange tardive), made most often with Gewuztraminer and sometimes Riesling.

Continuing the journey you will discover artistic craftsmanship: iron objects, ceramics, glassworks Art of Kaysersberg and perhaps you can stop in the nearby villages of Riquewihr, Ribeauvillé, Hunawihr and Sigolsheim.
It will be like leafing through a fairytale book. The itineraries are easy, with minimal gradients, suitable for the whole family. If you plan to dedicate an entire day on a bike to discover the Wine Route then don’t forget to bring a small backpack and a water bottle with you.

ALSATIAN CUISINE
During your stay you absolutely must taste the specialties of the local cuisine: choucroute alsatienne, based on meat and sauerkraut, tarte flambée, a thin sheet of bread covered with munster cheese, cream, pieces of bacon, onion and baeckeoffe, a well-spiced stew composed of various types of meat and potatoes.
As my guide advised me, I chose Chez Roger Hassenforder, who served me a splendid vertical choucroute. If you really want to venture into the most typical Alsatian meal, opt for a “repasmarcaire” popular in local farms. It starts with a vegetable soup followed by a delicious cake covered in puff pastry and whose filling is made up of two meats, usually pork and beef often marinated in Alsace white wine, served with the classic pretzel or sweetened with a beignet.

This is followed by a delicately smoked piece of pork accompanied by braised potatoes. They are the famous “roïgabrageldi” or “tofailles” depending on the side you are on. Peasant innkeepers cook them with bacon, onions, butter and sometimes watered with white wine in a copper cauldron that they hang over a wood fire. Cooked like this for two hours, the potatoes blend delicately with the bacon into a mixture that is as tender as it is tasty. Try it !
TO REACH KAYSERSBERG
The car, despite being the least ecological means of transport, is the most practical one for exploring Alsace and all its villages. Kaysersberg is less than 25 minutes away from Colmar by car so, if you stay there, it is certainly an easy destination to reach. If you don’t have a car, no problem, you can use buses and coaches.

Special thanks to my perfect guide Christophe Bergamini / Office de Tourisme de la Vallée de Kaysersberg

.INFO
https://www.kaysersberg.com

ROUTE DES VINS

 

 




La Valle dei Templi: il trionfo della bellezza e della cucina agrigentina

di Cesare Zucca —-

La meta del nostro prossimo weekend è certamente uno dei più emblematici tra i luoghi storici di tutto il mondo : la celeberrima Valle dei Templi di Agrigento  una delle più importanti testimonianze archeologiche della civiltà greca classica e Patrimonio  Unesco dell’Umanità.

L’origine della valle risale al VI secolo a.C., quando i coloni greci, insediatisi inizialmente a Gela (a sud di Agrigento), decisero di tornare un po’ più nell’entroterra per contrastare i tentativi di espansione di Selinunte. Il terreno nella valle era molto fertile e favorevole alla coltivazione dei cereali, quindi il posto era perfetto.

Nel corso dei secoli la Valle dei Templi è stata fonte di ispirazione per numerosi poeti e filosofi e ha catturato l’immaginazione di pittori, scultori e fotografi, attratti dalla sua storia millenaria e dalle atmosfere uniche che si possono vivere passeggiando tra le sue antiche rovine.
Pronti? Partiamo alla scoperta di questa meraviglia di quasi 1.300 ettari.
Tra i numerosi templi e monumenti, ecco quelli di maggiore spicco e fama che dovrete assolutamente conoscere.
Tempio della Concordia
Le sue colonne, le scalinate e i frontoni lo definiscono come il più iconico della Valle dei Templi. E’ il tempio dorico meglio conservato al mondo.
Davanti al tempio spicca l’imponente statua dell’Icaro morente, realizzata dallo scultore polacco Igor Mitoraj. un’opera che aggiunge un tocco di mitologia ad un luogo già meravigliosamente mistico.Tempio di Ercole
Il più antico, costruito intorno al VI secolo a.C. La sua struttura, montata su 38 colonne era talmente imponente che si lo poteva osservare a grandi distanze. Oggi, rimangono solo 8 colonne  che vennero restaurate dopo le distruzioni belliche.Continuate la vostra indimenticabile passeggiata per incontrare il Tempio di Castore e Polluce, di Efesto, di Demetra e di Asclepio (Dio della Medicina) che accoglieva i malatI.
Gran finale al Tempio di Giunone, dedicato alla moglio di Giove.
Appartiene al periodo dorico classico, nel 406  fu Incendiato dai Cartaginesi e dovette essere ricostruito. Vi regalerà uno spettacolo meraviglioso al tramonto, quando il sole si interseca fra le colonne rendendo l’atmosfera ancora più magica.

La zona dell’agrigentino non solo è famosa per essere ricca di storia e cultura, ma possiede anche il fascino di tanti paesaggi naturali mozzafiato e suggestivi eventi annuali, come la “Sagra  del Mandorlo in Fiore”, celebrazione della Primavera Siciliana, che trasforma tutto in un paradiso di petali

Durante la Sagra (e tutto l’anno…) siete invitati a tavola per gustare la meravigliosa cucina agrigentina che presenta una ricca e gustosa varietà, dovuta sia alle influenze delle dominazioni che si sono succedute. sia alla diversità fra le varie zone della provincia. Tra le eccellenze, le arance di Ribera, la pesca di Bivona, l’uva di Canicattì, il melone cantalupo di Licata, le olive e l’olio di Caltabellotta, Burgio e Lucca Sicula e gli spettacolari formaggi di capra prodotti a Cammarata, S.Giovanni Gemini e S.Stefano di Quisquina.Tra i piatti tipici, si annoverano la minestra di seppie, da gustarsi a Siculiana Marina, la sogliola alla saccense a Sciacca, le polpette di sarde a Licata mentre l’isola di Lampedusa, vi offre gli spaghetti all’isolotto e il dentice al forno con brodo di carne. Ancora più ricca e varia la gastronomia dell’entroterra e della zone montane: la pasta di S.Giuseppe a Ribera, quella coi carciofi a Menfi, con fave e ricotta a Montevago, coi ceci a Favara; i cavatelli all’agrigentina, il coniglio all’agrodolce a S.Angelo Muxaro, la stigghiola a Racalmuto, “u pitaggiu” a Castrofilipppo”.Tra le specialità più originali della provincia di Agrigento, spiccano il“tagano” di Aragona e lo squisito “macco” una purea di fave secche da consumare da sola o come condimento per una pasta. Una squisitezza…ho fatto il bis!

Il ” macco” di fave

Benvenuti in un dolce paradiso…
Nella pasticceria agrigentina dominano ricotta e mandorle che troviamo nelle cassatelle a S.Margherita Belice e nei biscotti ricci di mandorla e pistacchio a Canicattì; mentre nel piccolo centro di Joppolo Giancaxio gusterete l’iconico gelato al melone Senza reggiseno…
Decisamente erotici, scoprite  i minni’i’virgini , deliziosi dolcetti chiamati anche  minne o minnuzze. Hanno una particolare forma semisferica, che ricordano il seno di una donna. La loro origine è da rintracciarsi nell’antichità, quando venivano preparati come segno propiziatorio. Il loro un guscio di pasta frolla nasconde un ripieno di crema o cioccolato o ricotta di pecora, il tutto spolverato da zucchero velo.

le minni’i’virgini

Cannolo o ciarduna?
Palermo vanta la creazione del fomoso cannolo siciliano, Agrigento controbatte con la ciarduna, una tra le ricette siciliane più antiche di pasticceria a base di frolla
, farcite con crema di ricotta di pecora e rivestite con granella di mandorle.

Pronti per scoprire La Valle dei Templi ? Attenzione…
Dato che il percorso dura circa 2 ore, vi consiglio di portare un cappellino e una bottiglia d’acqua. Il sole, infatti, batte molto forte in quella zona, soprattutto nei mesi estivi. Quindi, sarebbe consigliato visitarla al tramonto, sia per il clima più mite che per il fascino dei templi che, illuminati dalla luce che in quelle ore assume dei colori meravigliosi, rendono la Valle ancora più magica.

  • Orario d’apertura:
    • feriali: 08.30 – 19.00 (uscita entro le 20.00)
    • festivi e prefestivi: 08.30 – 19.00 (uscita entro le 20.00)
  • Biglietto d’ingresso:
    • Intero: dal 1 gennaio 2024 fino al 31 dicembre 2024 € 12,00 a persona
    • Ridotto: dal 1 gennaio 2024 fino al 31 dicembre 2024 € 6,00 a persona
    • Gratuito per tutti: la prima domenica di ogni mese



Betanzos: incanto medioevale e la migliore “tortilla” della Spagna

Testo e Foto di Cesare Zucca  —-
(italian and english version)

Oggi vi portiamo in Spagna alla scoperta di una vera chicca, una delle mete più caratteristiche della Galizia:: Betanzos, alla scoperta delle sue bellezze artistiche e della rinomata cucina galleca, primadonna la più celebre “tortilla” della Spagna, di cui vi riveliamo la ricetta originale!
Betanzos sorge sulla collina sulla quale anticamente si trovava una città fortificata, vicino alla Ria del Betanzos, dove l’acqua del mare si unisce all’acqua dolce del Mandeo e del Mendo. È stata una delle sette capitali dell’Antico regno di Galizia ed è stata dichiarata sito di interesse storico e artistico.
La città viene chiamata ancor oggi con l’appellativo di “città dei cavalieri” per via della grande importanza che la città ha rivestito nel periodo medievale, quando era infatti un capoluoghi amministrativi dell’antico Regno della Galizia. La città di Betanzos, inoltre, è inserita in uno dei famosi  cammini giacobei verso Santiago de Compostela, il famoso “cammino inglese”.DA VEDERE
Le suggestive chiese in stile gotico: Chiesa di Santa María del Azogue del XIV secolo e la Chiesa di Santiago, la più antica, datata XI secolo e la Chiesa di San Francisco in stile tardoromanico, In quest’ultima è possibile avvicinarsi ai sepolcri medievali più interessanti, come quello di Pérez de Andrade, sorretto dagli animali simbolo del suo lignaggio: il cinghiale e l’orso.
Degni di nota anche i Pazos di Bendaña, Taboada e la Torre Lanxós, nonché il suo sorprendente parco “O pasatempo“,
Il cuore della città è il Centro Historico, ricco di chiese e monumenti in stile gotico e romano, spicca la Torre dell’orologio, costruita a metà del XVI secolo, è alta 17,70 metri. Si tratta di un edificio prismatico, su base irregolare ea forma di esagono. Sul tetto si possono vedere doccioni a forma di cane da caccia.
Il vivace centro di Betanzos è Plaza García Hermanos, popolarmente conosciuta come O Campo in quanto per secoli è stata una fiera. Un monumento commemora i fratelli García Naveira, benefattori della città. O Campo ha anche, dal 1866, adornato una bella fontana fusa nelle officine di Sucel et Fils a Parigi, imitando la famosa fontana Diana a Versailles e diventata un simbolo della citta, E non è la sola.. le fontane d’arte infatti qui sono di casa:
FONTE DA PICACHÁ, FONTE DOS ÁNXELES (RÍO MANDEO), FONTE DOS REMEDIOS

LA FAMOSA TORTILLA DI BETANZOS
È una frittata morbida, succosa, dal cuore cremoso, dove l’uovo quasi si rovescia sul piatto. E’ considerata la migliore Tortilla della Spagna e In Ottobre, i ristoranti locali e i locali rustici (segnalati da un ramo di alloro alla porta.) competono per il titolo “Mejor Tortilla de Betanzos”. Tra i più conosciuti troviamo Cafè Versailles, Casa Miranda, O Pote e O Noso Recuncho, vincitore 2023.
Per preparare questa squisitezza occorrono solo quattro ingredienti: uova, patate galiziane (eccellenza gastronomica locale), olio d’oliva e sale.
Acquolina in bocca? Ecco la ricetta

LA TORTILLA DI BESANZOS
Ingredienti
700 g. Patate galiziane (o le nostre patate bianche a buccia sottile)
10 uova intere
2 tuorli d’uovo
Olio extra vergine di oliva
Sale
Preparazione 
Pelate le patate e i tagliatele a scaglie sottili. Fatele soffriggere con olio extravergine di oliva. In una ciotola capiente, rompete le uova e aggiungete i tuorli. Mescolate delicatamente, aggiungete le patate,  mescolate e salate a piacere e lasciate riposare per circa 2/3 minuti e poi versatele in una padella con poco olio bollente, a fuoco basso. Dopo circa 30 secondi, facciamo la prima svolta. Dopo 30 secondi si passa al secondo giro. A 15 secondi il terzo ed ultimo giro. Spegnete il fuoco e lasciate riposare in padella per 1 minuto. Lo giriamo sul piatto da portata a tavola e voilà, la tortilla è servita.

INFO
www.turismo.gal
www.spain.info
https://www.tourspain.es/en/

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’

English version

Betanzos: medieval enchantment and the best “tortilla” in Spain.

.Text and Photos by Cesare Zucca

Today we take you to Spain to discover a real gem, one of the most characteristic destinations in Galicia: Betanzos, to discover its artistic beauties and the renowned Gallic cuisine, primadonna the most famous “tortilla” in Spain, of which we reveal the original recipe!
Betanzos stands on the hill on which in ancient times there was a fortified city, near the Ria del Betanzos, where the sea water joins the fresh water of the Mandeo and the Mendos. It was one of the seven capitals of the Ancient Kingdom of Galicia and was declared a site of historical and artistic interest.
The city is still called today by the name of “city of the knights” due to the great importance that the city had in the medieval period, when it was in fact an administrative capital of the ancient Kingdom of Galicia. The city of Betanzos, moreover , is included in one of the famous Jacobean routes towards Santiago de Compostela, the famous “English route”.
TO SEE
The suggestive churches in Gothic style: Church of Santa María del Azogue from the 14th century and the Church of Santiago, the oldest, dating back to the 11th century and the Church of San Francisco in late Romanesque style. In the latter it is possible to approach the most medieval tombs interesting, like that of Pérez de Andrade, supported by the symbolic animals of his lineage: the wild boar and the bear.
Also noteworthy are the Pazos of Bendaña, Taboada and the Lanxós Tower, as well as its surprising park “O pasatempo”,
The heart of the city is the Centro Historico, full of churches and monuments in Gothic and Roman style, the Clock Tower stands out, built in the mid-16th century, it is 17.70 meters high. It is a prismatic building, on an irregular base and in the shape of a hexagon. On the roof you can see gargoyles in the shape of hunting dogs.
The lively center of Betanzos is Plaza García Hermanos, popularly known as O Campo as it has been a fairground for centuries. A monument commemorates the García Naveira brothers, benefactors of the city. O Campo has also, since 1866, adorned a beautiful fountain cast in the Sucel et Fils workshops in Paris, imitating the famous Diana fountain in Versailles and which has become a symbol of the city. And it is not the only one… in fact, there are several artistic fountains : SOURCE DA PICACHÁ, SOURCE DOS ÁNXELES (RÍO MANDEO), SOURCE DOS REMEDIOS

THE FAMOUS TORTILLA
It is a soft, juicy omelette with a creamy centre, where the egg almost spills onto the plate. It is considered the best Tortilla in Spain and in October, local restaurants and rustic establishments (marked by a laurel branch at the door.) compete for the title “Mejor Tortilla de Betanzos”. Among the best known we find Cafè Versailles, Casa Miranda, O Pote and O Noso Recuncho, winner 2023. To prepare this dish you only need four ingredients: eggs, Galician potatoes (local gastronomic excellence), olive oil and salt.
Mouth watering? Here is the recipe

THE BESANZOS TORTILLA
Ingredients
700 g. Galician potatoes (or our thin-skinned white potatoes)
10 whole eggs
2 egg yolks
Extra virgin olive oil
salt
Preparation
Peel the potatoes and cut them into thin flakes. Fry them with extra virgin olive oil. .
In a large bowl, break the eggs and add the yolks. Mix gently, add the potatoes, mix and salt to taste and leave to rest for about 2/3 minutes and then pour them into a pan with a little boiling oil, over a low heat. After about 30 seconds, we make the first turn. After 30 seconds we move on to the second round. The third and final lap is 15 seconds away. Turn off the heat and let it rest in the pan for 1 minute. We turn it onto the serving plate at the table and voilà, the tortilla is served.
.INFO
www.turismo.gal
www.spain.info
https://www.tourspain.es/en/

CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.
Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world. For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles.art, entertainment. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ”
non touristy tourist ” style 

 

 

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17 WEEKEND TOP… CON GUSTO

di Cesare Zucca —-
il Governo Italiano e un’ agguerrita schIera di cuochi, capitanati da Alessandro Borghese hanno candidato «la cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale» come “Patrimonio immateriale dell’Unesco“.
Parliano di cucine regionali, di ricette storiche. di migliaia di trattorie e osterie dalla cucina ruspante e dal menu della tradizione.
Tra i fornelli della cucina troviamo i discendenti di generazioni che si sono dedicate al mantenere vivi e attuali i piatti che mamma e papà, nonno e nonna hanno da sempre cucinato, in onore e rispetto alle ricette di famiglia e ai prodotti del territorio.

Pronti per il nostro itinerario del bello e del gusto?
L’italia, le sue osterie, i piatti tipici e i cuochi (non chiamateli chef…) ci aspettano!

MATERA E IL PEPERONE CRUSCO
Chiudete gli occhi e adesso riapriteli… siamo a Matera!
L’incanto inenarrabile di una città a cui foto, disegni o video non rendono minimamente  giustizia al meraviglioso impatto e alla superlativa bellezza che ci circonda.


Molti viaggiatori gourmet conoscono da tempo questa città di montagna, unica, costellata da caverne, da antiche abitazioni scavate nella roccia, dai suoi poveri Sassi abitati da famiglie e bestiame, da storie, leggende e arte. Matera, a lungo isolata dal resto d’Italia, rimane uno degli ultimi veri baluardi della cucina povera in cui trionfa il peperone crusco. Assomiglia proprio ad un peperoncino ma è dolce, sottile  adatto a essere essiccato. fritto in olio bollente e salato diventano “crusco”, cioè croccanti e accompagna molto bene la pasta (Rasccatell cu Zifft), carni rosse e baccalà ma anche formaggi e verdure fresche come fave o insalate.
DOVE MANGIARE
Baccus
Situato nella zona dei Sassi, noto per il suo  cuoco Carlo Pozzuoli che ama riproporre i piatti tipici locali come il minestrone con tagliolini ai ceci bianchi e neri, e le paste al crusco. Il menu dedica un’attenta ricerca delle erbe locali, come la cicoriella, il sivone utilizzate nelle insalate, nelle minestre, come ripieno di ravioli e pansotti o semplicemente lessate con olio e limone.

OSTUNI E LE ORECCHIETTE CON LE CIME DI RAPA
Ostuni, in provincia di Brindisi, nella Puglia meridionale è nota anche come la “città bianca” per i muri delle sue case ricoperte di candida calce, che si affacciano su un dedalo di stradine. Attorniata da  un mare dalle mille sfumature dell’azzurro, talmente pulite da ricevere da oltre vent’anni la Bandiera Blu del Touring Club e le Cinque Vele di Legambiente.

DOVE MANGIARE
A tavola la Puglia è sinomino di orecchiette, fatte in casa, come vuole la tradizione.
A Ostuni troverete l’Osteria del Tempo Perso ricavata in una grotta del Cinquecento, offre un menù di piatti tipici pugliesi di terra e di mare, serviti in una sala museo con utensili agricoli alle pareti e La grotta degli Avi, locale ricavato in un ex frantoio del Settecento. Offre un menù di piatti della tradizione pugliese tra cui orecchiette con cime di rapa, melanzane ripiene, polpette, e pizze cotte nel forno a legna.

ARQUA’ PETRARCA  E IL BRODO DI GIUGGIOLE
Francesco Petrarca, sommo Poeta amò immensamente questo borgo, fino a curarne personalmente costruzioni e lavori di restauro, a comiciare dalla sua casa, fino al mausoleo dove volle essere seppellito

Arquà Petrarca è sede del Parco Letterario Francesco Petrarca e dei colli Euganei, istituzione che vuole preservare e comunicare le sensazioni che hanno ispirato tanti autori per le loro opere, facendole rivivere al visitatore e elaborando interventi che ricordano l’autore, la sua ispirazione e la sua creatività attraverso la valorizzazione dell’ambiente, della storia e delle tradizioni di quel luogo.
DOVE MANGIARE
Antica Trattoria Da Ballotta, Torreglia
Tempio dell’enogastronomia Euganea e italiana,
Più di Cinque Secoli di Storia  , come appare in un’ antica mappa, dove la terra circostante era nota come “campagna detta dell’osteria”. Oggi, nella sua veranda,  un tempo officina per riparare le antiche carrozze, si gusta un menu fedele alle radici del passato e si conclude con i tipici biscotti zaleti inzuppati nel dolce e liquoroso brodo di guggiole

LE CINQUE TERRE E LE ACCIUGHINE
Le Cinque Terre ,breve tratto di costa ligure, appena a ovest del confine con la Toscana. Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore sono cinque borghi multicolori che si affacciano sul Mar Mediterraneo. Se vi piace fare escursioni, potete anche raggiungerli tramite un bellissimo sentiero e godere di spettacolari viste sul mare. Dal punto di vista gastronomico, oltre ai classici prodotti liguri, ogni “terra” ha le sue specialità culinarie, come il pesto, la salsa di noci le focacce e naturalmente il pesce, dalle frittelle di baccalà,  ai gianchetti in pastella di Vernazza, alle cozze ripiene e cotte in casseruola con il sugo, fino alla celebri acciughine di Monterosso che, seguendo una tradizione secolare, vengono pescate con una rete da circuizione e una lucerna, quindi lavorate a mano entro due o tre giorni, accuratamente stratificate in vasetti, pressate e ricoperte di salamoia, rendendole tenere e saporite e permettendo una perfetta conservazione.
DOVE MANGIARE
Da Aristide a Manarola, Nonna Grazia preparare le sue famose acciughine “in stile nature” semplicemente condite con olio d’oliva locale, origano, focaccia e burro, accompagnate da un bicchiere di Cinque Terre.
VICENZA E IL BACCALA’
Una città con un territorio sorprendente, che conserva gioielli naturali e architettonici, come i capolavori di Andrea Palladio, che qui ha lasciato numerose testimonianze della sua arte, inserite dall’Unesco nel Patrimonio dell’Umanità. Un territorio popolato da meravigliose Ville nelle cui cucine sono nate le leggendarie ricette con sua maestà il baccalà. Pare che per cucinarlo alla perfezione occorra la piastra: una volta era la tradizionale ”cucina economica” della nonna, quella a legno con i  cerchi di ferro, che permettono una cottura sparsa omogeneamente, visto che il baccalà ha bisogno di una fiamma diffusa. e deve “pippare” lentamente

DOVE MANGIARE
Da Culata,
datata 1932, un’osteria tradizionalmente
anni ’90, consideratA da molti gastronomi il tempio del vero “baccalà alla vicentina”, Ambiente accogliente grazie alla presenza in sala di Laura con papà Vincenzo.. E la regina del baccalà? Ovviamente tra i fornelli, è  Carla Rigon, la cuoca di famiglia.

FIRENZE E IL LAMPREDOTTO
Palazzo Vecchio, la, Basilica di Santa Maria Novella, la Cappella dei Medici, sfarzoso ambiente ottagonale ricco  di intarsi marmorei e delle splendide sculture di Michelangelo e i numerosi tesori rinascimentali del capoluogo toscano come Santa Maria del Fiore, la Cupola del Brunelleschi, il Campanile di Giotto, il Battistero  e la Galleria dell’Accademia per l’immancabile appuntamento con l’iconico David di Michelangelo

Provate le tradizionali zuppe paesane “Ribollita” e “Pappa al pomodoro” Se vi piace la carne, concedetevi una tenerissima costata alla fiorentina, l’ appetitoso “crostino ai fegatini” o l’iconico panino con la trippa chiamato “lampredotto” servito con salsa verde piccante o no, secondo il vostro gusto e poi spolverato con sale e pepe.

IL GOLFO DEI POETI E LA MESHUA’
Di certo il suo fascino è paragonabile alla Dea della Bellezza che la leggenda dice essere nata proprio da queste onde del Mar Ligure. Alle estremità del Golfo troviamo Porto Venere mentre al lato opposto sorge Lerici, suggestivo borgo verticale, colorato di toni gialli e arancioni.Trai borghi più suggestivi Tellaro e Fiascherino, considerati tra i più belli d’Italia. Prendendo la strada panoramica, che si snoda tra gli uliveti, giungiamo a Montemarcello, minuscolo centro medievale di rara eleganza, dove semba che il tempo si sia fermato

La gastronomia “spezzina”, ricca di sapori, profumi e piatti genuini, è la viva testimonianza della vita marinara e contadina. Una cucina schietta, basata su ingredienti poveri sapientemente mischiati tra di loro: crostacei, verdure ed erbe spontanee.
DOVE MANGIARE
Osteria da Gianni , Spezia 
Osteria al 100%, dall’ insegna vintage, alle  tovaglie di carta. Meta ideale per gustare la zuppa “spezzina” per eccellenza : la meshuà con ceci, fagioli cannellini e farro, irrorata dal delicato olio extravergine olio locale, frutto delle varietà Razzola e Pignola.
Troppo buona!

FORLIMPOPOLI E I CAPPELLETTI DI ARTUSI
La città natale di Pellegrino Artusi, un imprenditore di successo che si dedicò a tempo pieno alla sua passione: la cucina casalinga. Dopo lunghe ricerche, ha ristretto le sue scoperte a 790 ricette che ha raccolto in un manuale intitolato “La Scienza in Cucina e l’Arte di Mangiar Bene” tradotto e diffuso in tutto il mondo. Ogni anno , in Giugno , lo si festeggia con una grande Festa dove potete gustare le sue ricette.

DOVE MANGIARE
Nel Ristorante Casa ArtusI potrete gustare le ricette del grande Pellegrino, dalle tradizionali zuppe di verdure, alla famosa Ricetta n.7 , Cappelletti all’uso di Romangna, ai tortelli ripieni di ricotta e spezie fini, ai paccheri al ragù d’anatra e manzo con chiodi di garofano e fagioli bianchi, per  continuare con squisiti secondi di carne e finire con il Latteruolo, un dolce al cioccolato alle mandorle con crema allo zabaione.

CATANIA E I CANNOLI
Piazza del Duomo
Per una visita alla capitale siciliana, si parte dalla Piazza, cuore della città e punto di partenza per numerosi tour in provvisti di audioguida. Durano circa 40 minuti e vi daranno una visione piuttosto completa della città. Oltre al Palazzo del Municipio, spicca l’emblema della città: la Fontana dell’Elefante, scolpito nella lava nera, sormontato da un obelisco egizio. La leggenda vuole che questa statua abbia il potere di placare la rabbia dell’Etna.

Preparatevi, perchè Vi aspetta un weekend davvero gourmet! A Catania si parte col piede giusto già al mattino con squisitezze dolci e salate, ravioli alla ricotta, cannoli, paste di mandorla e espresso. l miei bar preferiti sono il centrallissimo Prestipino e la Pasticceria Savia,  che vi daranno vi darà la possibilità di assaggiare anche molte delizie salate come arancini, polpette di carne di cavallo, formaggio e olive locali, cassatelle di ricotta . La vera specialità sono i cannoli che vi verranno serviti freschi, riempiti al momento con i vostri gusti preferiti, dal cioccolato alle mandorle, al pistacchio di Bronte (che adoro…)

LA ROMAGNA E LE PIADINE
La cucina casalinga romagnola è davvero top! ruspante, accogliente, simpatica e generosa…. proprio come i romagnoli. Nelle osterie troverete eccellenze nostrane cucinate all’antica, in piatti semplici, senza fronzoli, insomma proprio come li faceva nonna…La piadina romagnola, tradizionalmente piada, è il cibo iconico della regione. E’ composta da una sottile focaccia che viene tradizionalmente cotta su una lastra rotonda di terracott, e poi generosamente farcita con formaggio squaccherone, prosciutto, rucola o mille altri ingredienti. 

Due indirizzi?  Osteria La Campanara a Pianetto di Galeata, autentica testimonianza della gastronomia romagnola, dove vengono serviti ricchi primi di pasta e la tradizionale trippa al pomodoro, con calici di Sangiovese e Albana, i top della cantina locale. Osteria Cà de Bè, nel minuscolo borgo di Bertinoro, dove, oltre alla vista spettacolare, potrete gustare la tipica cucina locale, dalla fantastica pasta fresca fatta a mano, ai mitici passatelli in brodo o al ragu, oltre a carni saporite come il delizioso coniglio alle verdure e il maiale arrosto.

FANO E IL BRODETTO
Fano è una località balneare e cittadina, situata a circa 12 chilometri a sud est di Pesaro. È la terza città più grande delle Marche  e meta turistica per chi cerca un patrimonio culturale, storico e ambientale di prim’ordine. L’Arco di Augusto, Palazzo Montevecchio, il Giardino Storico di Piazzale Leopardi, Fontana della Fortuna  e le Mura Augustee conosciute anche come Mura di Fano

Tanto pesce: lumachine di mare, molluschi cotti in umido con pomodoro, mentuccia e finocchio selvatico., stoccafisso all’ anconetana stracotto in abbondante vino bianco, pesto di acciughe, sedano, carote, cipolla, peperoncino, erbe aromatiche, pomodori pelati, olive nere e patate e il famoso brodetto, piatto diffuso in gran parte della costa adriatica con numerose varianti negli ingredientl. Viene festeggiato in estate nella kermesse gastronomica “Brodetto Fest”

UDINE E IL FRICO
Udine, città dove il fascino veneziano sposa suntuosi palazzi, meravigliose piazze, scorci suggestivi. Troverete storia, arte, scoprirete il suo Castello, l Duomo  a pochi passi dalle vie principali del centro storico, come la vivace Via Mercatovecchio, incontrerete le magie pittoriche del Tiepolo

Gusterete il frico, succulenta frittella salata a base di formaggio Montasio, patate, cipolle, spesso arricchito con pancetta o funghi e rigorosamente accompagnato da una fumante polenta e un buon calice di vino, o per dirla alla friulana… un buon tajut.
DOVE MANGIARE
Cercate una locanda dove trovare un ‘frico’ ricco e gustoso? La Locanda al Cappello,  gestito dalla cuoca-proprietaria Valentina, la cui famiglia tramanda da generazioni le delizie friulane   un delizioso B&B arredato in stile Fantasyland. Una vera ‘cuciniera’ friulana per una tradizionale ricetta del ‘frico’

SARDEGNA E I CULURGIONES
Incomparabile è forse l’ aggettivo che meglio descrive questa isola che sa incantare con le terre dalla luce intensa, le fantasmagoriche scogliere scolpite dal vento, le lunghe spiagge, le baie nascoste, i gigli bianchi sulle dune e le infinite tonalità di turchese, di verde, di blu in un mare… incomparabile!

Si parte da una cucina antica, povera e essenziale, che affonda le proprie radici nella cultura pastorale, rivelando ricette semplici e saporite, ereditate dai pescatorie dalla cultura contadina.Basterà citare lo storico pane frattau a strati a base di pane carasao immerso brevemente in acqua e brodo di carne poi coperto con salsa di pomodoro e pecorino grattugiato eventualmente arricchito da un uovo in camicia
DOVE MANGIARE
I culurgiones sono tipici ravioli dell’Ogliastra, ripieni di patate, formaggio e menta, solitamente serviti con pomodori freschi e pecorino grattuggiato, condimento molto popolare , Provateli nelle osterie Su Carduleu, Abbasanta, Su Tzilleri e Su Doge, Cagliari, Santa Rughe , Gavoi, Su Recreu, Ittiri, Il Portico, Il Rifugio, Nuoro
Letizia,
Nuxis, Antica Dimora Gruccione . Santu Lussurgiu

PESCARA E GLI ARROSTICINI
Eccoci a Pescara, definita la “Città dei due Ponti”: il Ponte del Mare, e Il Ponte Ennio Flaiano, dedicato al grande scrittore pescarese. Scoprireremo  la fontana “La Nave”, rievocazione della storia marinaresca della città Cattedrale di San Cetteo che ospita un dipinto del Guercino, il San Francesco, donato dallo stesso d’Annunzio Museo Vittoria Colonna arte moderna. Museo Villa Urania ricca collezione di maioliche dal Cinquecento al Settecento. Museo delle Genti d’Abruzzo mille miniature raccontano tradizioni e costumi della regione. La cucina tipica abruzzese fonda le sue radici nella gastronomia contadina. I piatti tradizionali abruzzesi sono molto semplici e fatti di sapori autentici principalmente di terra. La carne di pecora, dalla tradizione dei pascoli abruzzesi, riveste un ruolo importante come nel piatto abruzzese per eccellenza: gli arrosticini. tradizionali spiedini di carne di pecora

NAPOLI E LA PIZZA FRITTA
s
coprite il Rione Sanità, uno dei quartieri più antichi di Napoli, scrigno di testimonianze del passato per un’ esperienza unica ricca di storia, cultura e gastronomia sconvolgentemente buona.
DA VEDERE
Museo Archeologico, ospita spendidi oggetti e affreschi scoperti a Pompei. Chiostro rinascimentale di Santa Caterina,  Chiesa di S. Maria della Sanità e il magico cortile del Palazzo dello Spagnolo, gioiello barocco dalla elaborata scalinata.
La Sanità è un quartiere densamente popolato, dove all’improvviso sbucano  pizzerie e semplici trattorie che servono piatti tipici, come la frittata di pasta, il tianiello con cozze, vongole lupini, fasolari, calamari, gamberoni e l’immancabile tentacolo di polpo. Popolarissimo nel periodo pasquale anche il tortano, ciambella salata riccamente farcita da salumi e uova.

DOVE MANGIARE
Simbolo della cucina locale e da sempre street food più popolare è l’iconica pizza fritta, protagonista della celebre scena de L’Oro di Napoli di De Sica, con Sophia Loren. Nel Rione Sanità impera Isabella de Cham e le sue pizze fritte asciutte, fragranti e ben farcite, Friggitoria Vomero datata 1938 , La Masardona l’imbattibile la versione classica con ricotta, cicoli, provola, pomodoro. Zia Esterina Sorbillo dal 1935, sinonimo di piazza fritta, classica o con ricotta, cicoli e pepe, 1947 Pizza Fritta mortadella e pistacchio , Baccaleria Scugnizza con scarola alla napoletana con acciughe, uvetta, pinoliPizzeria Lombardi, locale storico dove l’omonima famiglia di pizzaioli ancora oggi tramanda una tradizione che risale al lontano 1892. Le loro pizze? Ottime allora, ottime oggi !

BIASSA E I MUSCOLI RIPIENi
Scopriamo questo piccolo borgo di soli 600 residenti, un saliscendi di vicoli in sasso e case in pietra, alcune ancora con gli arredi dei nonni. La storia di Biassa è strettamente legata a quella di Tramonti, terra sul crinale a strapiombo sul mare, caratterizzata da muretti a secco e piccoli poderi coltivati a vigneti.

Sulle tavole di Biassa impera il pesce, come il polipo di Tellaro, condito con prezzemolo tritato, aglio e olio d’oliva, mentre nel centro del golfo, Spezia risponde con i gianchetti o bianchetti, bolliti appena appena e accompagnati con olio d’oliva.
DOVE MANGIARE
Trattoria I Contadini, Spezia
Popolare, affollato e squisita cucina locale. In stagione, i cuochi Massimiliano e Paolo Vannucci propongono il loro cavallo di battaglia, i tradizionali muscoli ripieni (e non chiamateli “cozze”…) coccolati da un saporito sugo di pomodoro.

 

MILANO E I MONDEGHILI
Che la Madonnina ci accompagni nel nostro weekend del “bello e del gusto”!
Milano ci offrirà spunti e idee per mille attività, dai suoi musei alla movida della Darsena, dalle residenze storiche alle boutique di moda e i negozi trendy che animano la Piazza, la Galleria, Brera, I Navigli e le aree tendenza come la Bicocca, Nolo, Via Tortona e il Quadrilatero della Moda.

I mondeghili sono un piatto della tradizione meneghina con infinite varianti, a cominciare dall’impasto che può essere di salsiccia o mortadella o patate lessate. Ultimamente, seguendo la tendenza ‘green’ possono essere ripieni di verdure o farciti con scamorza affumicata e zucchine fritte e poi saltati con salvia e burro.
DOVE MANGIARE
Osteria del Treno
Storico locale nato nel 1877 come circolo di mutuo soccorso per i ferrovieri, trasformatosi in un elegante ambiente stile liberty dalle balconate in ferro battuto sorrette da colonne in ghisa e utilizzato come spazio per attività culturali e … non solo (nel 1981, diventò l’Aphrodite, un cinema a luci rosse).Attività culturali ed eventi mondani proseguono ancora oggi, tra sfilate di moda, lezioni di tango, teatro,  musica jazz, folk e dialettale, il tutto sotto la regia dell’ incomparabile ‘oste’: Angelo Bissolotti. Nel cartoccio troverete dei mondeghili degni della storia del locale….

TORINO E IL BONET
Molti i luoghi da visitare, io ne ho scelti due e mi sono avventurato in un affascinante viaggio attraverso il Palazzo Reale e la dinastia dei Savoia. Ho scoperto appartamenti mozzafiato, la Biblioteca, l’Armeria, la Galleria Sabauda, ​​il Museo Archeologico e la vicina Cappella Guarini della Sacra Sindone recentemente riaperta al pubblico. a pochi minuti dal centro  vi aspetta la grandiosità della Reggia di Venaria, dove monumentali residenze e giardini reali sabaudi ospitano uno dei centri più importanti per l’arte e la cultura in Italia.Sono rimasto incantato dalla magica Sala di Diana, dall’enorme complesso delle Scuderie, dalla maestosa nave d’oro Bucintoro.

E per finire in dolcezza…
La tua meta è il negozio di Guido Gobino dove troverai il cremino al sale, una pralina di cioccolato arricchita con sale integrale e olio extravergine di oliva, premiata nel 2008 come miglior pralina del mondo dalla prestigiosa London Academy of Chocolate.
Trionfa il bonet (o bunet) è un dolce ala cioccolato tipico della cucina piemontese. Si tratta di un budino da servire come dessert a base di cacao, amaretti e caramello. Un irresistibile peccato di gola… Vi basterà dare un’occhiata al mio video……

 

 

 

 

 

 




ARRIVA L’UOVO DI PASQUA! Scopriamo le capitali del cioccolato

ARRIVA L’UOVO DI PASQUA!

di Cesare Zucca —
Che sia bianco, al latte o fondente, all’arancia o ai lamponi, al pistacchio o alle nocciole… l’uovo pasquale è da sempre un’ irresistibile delizia per il palato e un simpatico divertimento nello scoprire la sua sorpresa all’interno.
Cosa ne pensate di un weekend “del bello e del gusto”, visto che. oltre le bellezze artistiche del luogo, potrete scoprire meravigliose capitali del cioccolato, come Torino, Perugia, Zurigo, Vienna, Brussels, Parigi, senza dimenticare eccellenti mete ” cioccolatose” nel mondo come Argentina, Messico, Perù.

UN PO’ DI STORIA
La storia racconta che l’ arte di decorare le uova risalga al Trecento. Erano rivestite da una foglia d’oro e costituivano un prezioso regalo tipico della Pasqua, A raffinare l’arte della decorazione, Peter Carl Fabergé, orafo alla corte dei Romanov creò delle uova dipinte con smalti e abbellite con pietre preziose, diventate poi oggetto di collezionismo. Le prime uova di cioccolato furono realizzate da David Chaillou, primo mâitre chocolatier francese, su ordinazione di Luigi XIV. Da allora l’uovo ne ha fatta di strada… fino al 1823 , quando Francois Luis Cailler rese il cioccolato più manipolabile, mentre Daniel Peter riuscì a combinare il cioccolato con il latte. L’olandese Coenrad Van Houte nel 1825, infine, inventò la tecnica del dutching: un procedimento in grado di separare i grassi dal cacao dando ufficialmente il via alla produzione di uova di cioccolato.

UOVO INTERNATIONAL
Senza dubbio l‘usanza paquale di allietare la tavola con le uova (di cioccolato e non solo) è una delle tradizioni più amate al mondo: In Polonia troviamo le cosidette pisanki, uova sode dipinte in maniera davvero originale e abbellite con la cera, a Bariloche, Argentina troviamo Mamushka, la casa dei deliziosi ovetti cremosi mentre ogni anno.viene preparato un gigantesco uovo di cioccolato alto 10 metri, In Messico furoreggiano i cascarones. uova svuotate  e riempite di coriandoli colorati, mentre tuorlo e albume vanno a finire in ricche tortillas alla carne o ai legumi.
A Oaxaca spiccano cioccolaterie artigianali , come La Soledad, El Mayordomo, La Casa del Chocolate .Gli abitanti di Washington DC (Presidente compreso) animano la Pasquetta con The White House Easter Egg Roll un antico gioco che premia l’abilità di far scivolare le uova sull’erba enza romperle. Non è di meno la Svizzera che a Rougemont espone gigantesche uova di cioccolato , come fossero delle sculture, Berna ospita la sfida eierütschen che consiste nel rompere con la punta di un uovo sodo il guscio delle uova degli avversari, mentre Zurigo festeggia zwänzgerle dove gli adulti provano a rompere le uova colorate dei loro bambini lanciando una monetina contro il guscio. Controbatte la Germania con Schokoladenmuseum per offrirti un’esperienza sensoriale,interattiva con tanto di fontana da cui zampillano chili di cioccolato! Girando nel centro storico di Vienna non ti sarà certo difficile imbatterti in deliziose cioccolaterie. Richiestissimo l’uovo dell’Imperatrice Sissi.

La “caccia all’uovo” diventa globale
In Inghilterra, in epoca vittoriana, è nata  Easter Egg Hunt una festa dedicata ai più piccoli, che li vede impegnati un una vera caccia al tesoro per trovare minuscole uova, nascoste  qua e là dai familiari, camuffati da Coniglietti Pasquali.

Questo gioco, è diventato popolare in tutto il mondo, anche a San Candido, nello splendore delle Dolomiti, dove il Coniglietto ha nascosto delle uova rosse nelle vetrine dei negozi. Tanti premi per chi le trova. La “caccia all’uovo” quest’anno sarà celebrata anche online con il Worldwide Hide dove chiunque può “nascondere” digitalmente un uovo in qualsiasi parte del mondo che potrà essere trovato usando Google Maps.

San Candido, Dolomiti, Caccia all’uovo in vetrina

IN ITALIA
Benvenuti nella Chocolate Valley, “cioccolatosa” vallata tra le provincie di Prato, Pisa e Pistoia ospita prestigiose aziende cioccolatiere artigianali dislocate a Cascine di Buti, Agliana e Monsummano Terme.  Puntiamo sull’Umbria: a Perugia la Casa del Cioccolato Perugina vi porterà in un magico viaggio alla scoperta del “cibo degli Dei” Il percorso ha inizio dal Museo Storico, prosegue nella dolce sosta degli assaggi ed arriva nel cuore della Fabbrica. Per un dolce ricordo il fornito gift shop propone alcune creazioni esclusive.

Perugia. Foto © Cesare Zucca

Eccoci a Torino, certamente capitale storica del cioccolato, qui infatti nacquero il Bicerin, settencesca bevanda a base di cacao, i cioccolatini gianduiotti abbinati a una particolare nocciola delle Langhe e l’iconica Nutella, crema di gianduia ideata dalla famiglia Ferrero, molto probabilmente, uno dei marchi Made in Italy più conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo.

Torino, lo storico bar Al Bicerin

Gran finale a Milano,dove i Maitre Chocolatier fanno a gara per proporre l’uovo più bello.più originale e più gustoso. Fabrizio Galla, Pasticceria Marchesi, Cova, Martesana, Gattullo, Olivati, solo per nominarne alcuni.

Il titolo di “Re del Cioccolato” spetta al grande Maitre Chocolatier Ernst Knam che nella sua boutique milanese sforna uova sublimi, idee mozzafiato e vetrine da Oscar che esponfono piccole opere d’arte che deliziano il palato ma anche la vista.
Secondo voi, mi sono fatto mancare una visita al suo negozio milanese di Via Anfossi e soprattutto un’intervista tutta “uovo pasquale”?

Ciao Ernst, qual è il tuo primo ricordo dell’uovo pasquale?
Avevo 6 anni, In Germania. Papà era un fioraio e avevano un’enorme serra. Il giorno di Pasqua papà nascondeva qua e là degli ovetti di cioccolato e al suo fischio iniziava la “caccia”. Eravamo cinque bambini, ricordo le corse per quei bei campi pieni di tulipani e la felicità di trovare le uova.
La “caccia” continua ?
Si, è una tradizione che ho voluto riprendere per i miei figli qui a Milano, dove purtroppo il giardino è più piccolo ma il divertimento è assicurato
Sogni mai il cioccolato?
Praticamente tutte le notti…probabilmente per chè sono dentro al cioccolato dalla mattina fino alla sera. Lo sogno spesso come un simbolico treno, emblema di salute ma anche simbolo sexy, un treno che corre su questi due binari che finiscono per incontrarsi in un momento di amore.
Hai un sogno nel cassetto?
Si, vorrei riavere 35 anni con l’esperienza di oggi.
Le tue “mete del cioccolato” preferite?
In primis il Perù, il 90% delle mie creazioni sono a base del meraviglioso cioccolato della zona di Cuzco, Machu Picchu a 4000 mt di altezza.
Qualche meta europea?
Il Belgio: nella piazza centrale di Bruxelles ci sono i più famosi cioccolatieri belgi e poi Parigi in dove posso incontrare Patrick Roger, che considero una vera eccellenza ho molti punti in comune, per esempio pochi coloranti e la fantasia delle sue meravigliose vetrine, beh, anche le mie non sono niente male… E come meta finale..(sorride) aggiungerei Milano, da Knam….
Come sono le tue uova per la Pasqua 2024?
Con molto sense of humour, buffi galletti, coniglietti, ranocchie, pecorelle e giochi trompe-l’œil, come il nuovissimo  “Uovo Knam” decorato con sfumature rosate e con la tecnica del Pollock, alla cui cima troviamo un ovetto realizzato con una sfera con camicia in cioccolato bianco e ripieno al caramello salato, il tuorlo dipinto di giallo con colori naturali In vetrina ho voluto l’Uovo Kactus (con la K….) in cioccolato fondente a forma di cactus, spruzzato con sfumature di verde e grattato con la tecnica effetto legno. molto messicano, decisamente ironico. Penso che oggi  l’ironia sia elemento importante, già viviamo già vivamo in un mondo triste e cattivo, per me il cioccolato deve sempre portare un senso di serenità e io sono una persona estremamente positiva.
Ernst, si ricicla tutto, come riciclare pezzi avanzati dall’uovo?
Possiamo fare una mousse al cioccolato o una Sacher oppure, se vogliamo andare sul semplice,  una buona cioccolata calda.
Ci regali la ricetta?
Certo. Portate a ebollizione 200 ml di latte, unite 150 g di pezzetti di cioccolato fondente, fate sciogliere fino a ottenere la densità voluta, se è troppo liquida aggiungete del cioccolato, un pizzico di cannella. Serviite in tazza con un top di panna montata. Ecco un’ottima cioccolata calda con gli avanzi delle uova di Pasqua. Buone Feste!




Divagazioni silenziose in alta Valle Brembana con l’elettrica Subaru Solterra [Seconda parte]

di NICOLA D. BONETTI

Seconda parte

Il percorso

Partenza da Bergamo Alta, uscendo da Porta San Lorenzo (localmente nota come Porta Garibaldi, per ricordarne l’attacco di sorpresa agli Austriaci che lo attendevano invece dalla Porta principale), quindi nel fondovalle fino a raggiungere Sedrina (dove dopo il passaggio della Priula i ponti si sono moltiplicati), quindi seguendo la Valle Brembana per Zogno, San Pellegrino, San Giovanni Bianco e Piazza Brembana. Deviando qui per Olmo al Brembo e Mezzoldo: dove, salendo dall’altitudine di 835 metri si inerpicava fino a quota 1991 del valico, prima di scendere verso Albaredo per raggiungere Morbegno (SO).

Poco prima del Passo di San Marco (il nuovo nome del valico), la storia è testimoniata dalla massiccia casa cantoniera (oggi Rifugio CAI, a 1830 metri) detta Ca’ San Marco, edificata al tempo come ostello per i mercanti, con lapide che mostra il Leone di San Marco, per “marcare” il confine.

Fuori asfalto

Si lascia la strada senza timori: l’altezza da terra di 210 mm toglie la preoccupazione di toccare, che su una vettura elettrica normalmente è presente. Malgrado il fondo reso insidioso dalla precipitazione, Solterra non ha esitazioni. La sensazione di sicurezza e di costante aderenza è sempre presente.

Fuoristrada si traggono subito eccellenti impressioni. La guida è facilitata dal sistema che rende cofano e parafanghi anteriori virtualmente trasparenti, comprendo dove siano e come si muovano le ruote anteriori, per facilitare la guida fuoristrada ed evitando contatti involontari con gli ostacoli.

Tra malghe e alpeggi

Siamo lungo percorsi in quota, dove passano le moto e i pick-up diretti agli alpeggi, la manutenzione del fondo avviene alla fine della stagione invernale ma i temporali (oramai in quasi tutte la stagioni) fanno danni evidenti. Solterra sfodera la motricità tipica delle Subaru, inerpicandosi senza indugi su pendenze che molte altre vetture, non solo elettriche, non oserebbero neppure.

Al momento del test il tratto di strada – solitamente quasi semplice – era danneggiato dalle piogge: sassi o rocce sconnessi e soprattutto trasformando le protezioni trasversali per far scolare l’acqua (in legno o cemento) in gradoni non facili da superare. Né in salita (oltretutto sono bagnati), né in discesa, per paura di interferenze con il pianale che contiene le batterie. Che a ogni buon conto, ha il vantaggio di essere protetto. E non mancano i sistemi di assistenza tecnica.

La tecnica per l’offroad

X-Mode, Grip e Hill descent control sono sistemi Subaru, evoluti per Solterra: una volta attivato il selettore di X-Mode si inerpica senza sforzi. Qualche volta le ruote posteriori arrivano al limite di escursione e si staccano da terra, ma il movimento avviene in modo progressivo e la gestione della trazione non taglia all’improvviso ma sembra distribuire la coppia – tutta e già allo spunto – sulle altre ruote. C’è il Grip control a gestire la trazione e l’Hill start per la partenza in salita, in caso di fermata.

Mentre in discesa la regolazione della frenatura automatica Hdc è precisissima e con la velocità minima impostabile a tre km/h si scende meno che a passo d’uomo, evitando danni. Con un altro balzo nel passato, vediamo invece i vantaggi apportati nella storia dalla Via aperta dalla Repubblica di Venezia.

La via Priula oggi

Lungo la Valle Brembana, parte del percorso coincide con tratti della preesistente Via Mercatorum: è facile, con sguardo attento, vederne molte vestigia. Da non confondere con l’attuale ciclopedonale che da Bergamo raggiunge Piazza Brembana: suggestiva con ponti e gallerie realizzati per la ferrovia realizzata nei primi anni del 1900, portando la moda della Belle Époque alle Terme di San Pellegrino (oggi da visitare appositamente: la capitale brembana merita un weekend dedicato).

Tornando alla Via Priula, tra passaggi coperti vicini ai centri storici ma anche tra un paese e l’altro, si notano però i due maggiori tratti da Mezzoldo al Passo di San Marco e discendendo vero la Valtellina, dal Passo stesso ad Albaredo.

La strada in quota

Superato Olmo al Brembo, si devia a sinistra verso Averara, dove è spettacolare l’antica via “Sottoporticata”, la cui parte esterna è finemente affrescata: si tratta però della Via Mercatorum, che merita una sosta. Giusto prima di deviare a sinistra per Santa Brigida, Cusio e Piani dell’Avaro.

Questo è un ambiente verde a quota 1750 dall’aspetto ondulato: si trova sotto il monte omonimo che invece supera i 2000 metri. Si raggiunge tramite la strada panoramica e spettacolare con tornanti a sbalzo (come per il Passo Maloja, in Engadina), che inizia oltre il comune di Cusio. Dove ci si deve fermare alla macchinetta per pagare due euro di contributo alla manutenzione del percorso (nonché permesso di transito giornaliero, a buon mercato).

La guida elettrica in montagna

Luogo comune è che il maggior consumo in salita sia compensato dalla rigenerazione in discesa. Invece la nostra esperienza e le rilevazioni hanno calcolato che, in media, il consumo in salita si attesta sui 40 kW/100 km, mentre in discesa ne occorrono comunque nove o dieci, circa.

Meglio salire non in Eco ma con programmi più gagliardi, che aumentano la coppia e permettono di premere meno l’acceleratore. Eco invece in discesa per la massima scorrevolezza. Da notare che la migliorata efficienza di Solterra, dopo l’aggiornamento del software rispetto alla prima produzione, ha permesso una media per tutto il test – montagna e fuoristrada compresi – di soli 17,3 kWh/100 km, aumentando anche l’autonomia, consolidata attorno a 400 km.

Conclusioni

Un gita sempre entusiasmante, perfino con un’auto elettrica o, meglio una Subaru elettrica: ecco la differenza. A conferma della qualità e del carattere da autentica offroad, capace anche di sfatare il mito che le auto a batteria temano l’acqua. Infatti nella pozza finale lungo la strada, non abbiamo resistito a sollevare grandi spruzzi. Divertendoci e senza danni, con soddisfazione anche per questo.

(Ringraziamo Alexia Ribolla per la disponibilità prestata durante il test)

LA COMPAGNA DI VIAGGIO

Subaru Solterra 4e-Xperience+

Scheda tecnica

  • Lunghezza: 4690 mm
  • Motore: 2, elettrici
  • Potenza: 160 kW (218 CV)
  • Coppia: 337 Nm
  • Velocità massima: 160 km/h
  • Consumo medio dichiarato: 16-17,9 kWh/100 km
  • Consumo medio test: 17,3 kWh/100 km
  • Bagagliaio: 410-441 litri
  • Garanzia: 8 anni o 160 mila km
  • Emissioni di CO2: 0 g/km.
  • Prezzo: da 59.900 euro.



Assaporare l’autenticità e le tradizioni attraverso i prodotti del territorio

Sapevate che è da poco terminata la conferenza di un importante progetto per la salvaguardia della qualità e della tipicità dei prodotti alimentari? Si tratta del progetto EEQF, Enjoy European Quality Food, un progetto innovativo nato dall’alleanza di 7 consorzi alimentari* che mira a promuovere le eccellenze alimentari europee a denominazione d’origine, aumentando la consapevolezza sulla qualità certificata e sulla tracciabilità di questi prodotti.

Durante questa conferenza è emerso come questi prodotti, dai sapori unici e inimitabili, siano frutto di un’antica tradizione fatta di storia, territorio e persone. Autenticità è il filo che cuce questi prodotti alimentari alla storia e alle tradizioni della loro località d’origine in maniera solida. Marmorea.

Un po’ come a Botticino, un piccolo comune ai piedi delle prealpi bresciane, dove il suo marmo pregiato, meno famigerato del connazionale di Carrara, è silenziosamente presente nella storia del nostro paese, utilizzato, ad esempio, per la costruzione dell’altare della patria a Roma o del Teatro alla Scala di Milano. Ma soprattutto, inaspettatamente presente nei calici di vino locali.

Vigneto. Botticino (BS), Lombardia

Il terreno di quest’area è caratterizzato da un esclusivo substrato costituito da altissime percentuali di calcare, carbonato di calcio e altri minerali correlati alla componente rocciosa che caratterizza il territorio. Questi vengono assorbiti dalle viti autoctone e poi trasferiti, al termine del processo di vinificazione, nelle bottiglie di vino conferendo caratteristiche sensoriali inimitabili durante la degustazione dei suoi calici.

O come a Gragnano, dove la pasta di produzione locale, la famigerata “Pasta di Gragnano”, ha reso celebre l’omonimo borgo situato ai piedi dei Monti Lattari, non molto lontano dal Golfo di Napoli.

Via Roma. Gragnano (NA), Campania. Anni ’90

Cosa fu a rendere la pasta di questo piccolo borgo così speciale? La conformazione e le caratteristiche del suo territorio ed in particolare il suo clima, ideale per l’essiccazione della pasta. Tale clima si origina dalla lenta risalita di aria calda e umida proveniente dal Golfo limitrofo, esprimendo il suo massimo turgore tra Via Roma e Piazza Trivione dove, tutti i giorni, enormi quantitativi di pasta in essiccazione popolavano (un tempo) le strade, come panni al vento.

Per assaporare appieno l’autenticità di un prodotto è molto importante anche gustarlo nel suo luogo natio. La contestualizzazione di un prodotto alimentare non è da sottovalutare anzi, è da considerarsi parte integrante e imprescindibile dell’alimento stesso. Un po’ come la cornice di un dipinto.

Pensate a una focaccia di Recco mangiata durante una passeggiata sul lungomare in una rilassante giornata primaverile. In ogni morso c’è molto più che la sola focaccia. C’è la brezza marina che leviga la pelle e increspa i capelli, il mare che luccica sotto al bagliore del sole emettendo un lento e cadenzato sibilio determinato dall’infrangersi delle onde sul bagnasciuga, il profumo dei cespugli viola di glicine che pendono qua e là tra le case colorate che si inerpicano sulle verdi colline.

Lungomare. Lerici (SP), Liguria

Tutto questo concorre a creare una cornice di inestimabile valore, un’esperienza gustativa a 360° in grado di scaturire, ad ogni morso, un tripudio di emozioni. Ed ecco che poi a distanza di anni, anche solo un piccolo dettaglio che ricorda quel lontano sapore, è in grado di farci rivivere le stesse emozioni di quel giorno.

Una grande problematica di quest’epoca riguarda la riproduzione e l’internalizzazione di molti alimenti tipici di un territorio in tutto il mondo. È possibile mangiare lo stesso hamburger su una spiaggia in California o sommersi nel traffico di Bangkok. Un po’ come si possono trovare palme e altre piante tropicali tra i palazzi di molte metropoli. Le tradizioni e le particolarità che coloravano e diversificavano il nostro meraviglioso pianeta stanno silenziosamente scemando verso un unico e monotono colore. Sciapo. Inabile a suscitare emozioni e sorprese. Prevedibile.

Duomo. Milano (MI), Lombardia

Pensiamo al pane o ai frutti per esempio. Sempre più persone di questi tempi, soprattutto i più giovani, stanno sviluppando pericolosi luoghi comuni che tendono a omogenizzare e standardizzare i prodotti alimentari. Questo perché il commercio mondiale in mano alle multinazionali ha deciso che fosse più conveniente farci credere altrimenti, così da vendere con maggiori profitti le varietà più produttive e resistenti, congenialmente ai loro interessi. Ma in realtà ci sono un’infinità di varietà e sfaccettature del medesimo prodotto presenti in natura che neanche immaginiamo.

Come la “Mela di San Giovanni”, una squisita varietà di mele italiana poco conosciuta (e commercializzata) che matura molto precocemente, intorno al 24 giugno, il giorno di San Giovanni.

Mela di San Giovanni

Questa mela è caratterizzata da una forma minuta e tondeggiante, una buccia sottilissima giallo-verdastra, leggermente colorata di rosso nella parte più esposta al sole, la polpa color crema, profumatissima, soda, croccante e succosa, con un retrogusto lievemente acidulo. Insomma, un frutto completamente nuovo per chi abituato a mangiare solamente le classiche varietà reperibili nei comuni punti vendita.

Un altro alimento molto rappresentativo di questo legame territorio-prodotto è il pane. Ogni paese, ogni regione, ogni città ha, nella propria storia, una propria versione di questo prodotto. Tuttavia, i ragazzi d’oggi quando pensano al pane pensano tendenzialmente a quello per i toast che si può trovare in ogni supermarket del mondo o a quello per gli hamburger con i semini sopra.

Certe volte è proprio attraverso i prodotti “poveri” della tradizione che è possibile percepire la vera identità e la storia di un intero paese. È l’esempio del Marocco, dove passeggiando tra le affollate strade delle sue città è possibile scorgere da tutte le parti piccole bancarelle vendere il “Khobez”, il tipico pane marocchino.

Bancarella di Khobez, Marocco

Il Khobez ricopre un ruolo centrale durante tutti i pasti della tradizione accompagnando le svariate specialità tipiche di ogni regione e sostituendo l’uso della forchetta nei conviviali pasti consumati su insoliti divani elegantemente accessoriati. E parlando con i fantastici abitanti di questo paese, che molto probabilmente vi inviteranno a casa loro senza neppure conoscervi a bere un tè o addirittura a cena, è possibile percepire tutto l’amore e le attenzioni che vengono date a questo semplice alimento molto spesso dato per scontato ma che, se guardato da una prospettiva differente, potrebbe persino diventare uno dei vostri cibi preferiti.

Ecco che adesso, se avete seguito questa folle digressione, potete iniziare a intravedere quell’invisibile filo che lega così saldamente i prodotti alimentari al loro territorio d’origine. Capendo l’enorme importanza di salvaguardare la biodiversità e la tipicità del nostro pianeta e soprattutto, quanto può essere bello ed emozionante esplorare la storia e le tradizioni di ogni singola località, assaporandone la vera essenza attraverso gli alimenti che hanno accompagnato fedeli l’evoluzione di questi luoghi.

*  I 7 consorzi alimentari del progetto EEQF: Asti DOCG, Conegliano Valdobbiadene prosecco superiore DOCG, Vino nobile di Montepulciano DOCG, Provolone Valpadana DOP, Olio evo DOP Terre di Siena, Olio IGP Toscano, Mozzarella STG.

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