Valle del Serchio: natura toscana tra fiume, montagne e borghi

Testo e Foto di Cesare Zucca


Oggi vi porto in una valle verde ed autentica, nel cuore della Toscana settentrionale, tra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco-Emiliano. Qui il Fiume Serchio scorre placido tra boschi, castagni e piccoli borghi dal fascino eterno. La natura è protagonista e si respira un’atmosfera rilassata, lontana dal turismo di massa. Meta perfetta per chi ama camminare, pedalare o semplicemente rallentare i ritmi, la valle offre sentieri spettacolari, come quelli del Parco dell’Orecchiella o le salite verso le cime delle Apuane, con panorami da togliere il fiato.
GASTRONOMIA
La Valle del Serchio e la vicina Garfagnana sono custodi di antiche tradizioni culinarie che si sono mantenute vive fino a oggi anche grazie all’isolamento storico di queste aree, nonché all’attaccamento della popolazione alle tradizionali attività economiche, quali l’agricoltura di sussistenza e la pastorizia, favorendo in questo modo la persistenza di antiche forme di coltivazione e la sopravvivenza di varietà colturali altrove abbandonate o scomparse.


Primeggiano le castagne che rappresentano anche la principale attività agricola, La presenza dei castagneti consente di valorizzarne i prodotti: castagne fresche e secche, la farina di neccio con marchio Dop (ottenuta dalla macinazione a pietra delle castagne, è la base per il castagnaccio e i biscotti) e la marmellata. Dal sottobosco del castagneto e delle faggete arrivano funghi porcini e grifoni, lamponi e mirtilli; diffuso il tartufo scorzone.


E se il vostro weekend sarà in autunno, non fatevi scappare i necci (focacce di farina di castagne) accompagnati da formaggi freschi e il piatto più tipico: la polenta di castagne accompagnata con ossa di maiale bolliti. E poi ci sono gli eventi: il Barga Jazz Festival, le sagre di paese, il mercatino dell’antiquariato… c’è sempre qualcosa che anima le vie.
Barga è il posto ideale per chi cerca quiete, bellezza, cultura e … gastronomia top.


Paradiso vegetariano: tanti squisiti piatti, come la tradizionale “torta d’erbi” con con verdure di stagione e erbe selvatiche ( uno dei miei piatti preferiti), i famosi “fagioli di Bigliolo”, le “cipolle di Treschietto“,
Tra le carni troviamo numerosi allevamenti di animali in via di estinzione come “la pecora e l’agnello di Zeri“, presidio Slow Food, e di maiali allo stato semi brado come la “cinta senese“ il famoso “lardo di Colonnata IGP”, frutto di antica tradizione e secolare esperienza, con stagionatura nel bianco marmo di Carrara.”
E poi il “testo“, un disco piatto di ghisa o di terracotta utilizzato per la cottura sul fuoco, da cui nascono i caratteristici panigacci e in cui si cuociono ancora le carni e le torte.
Ottimo ’olio extra vergine di oliva” componente base di quasi tutti i piatti locali e da gustare con i pani di montagna, come la Marocca di Casola a base di farina di castagne, oppure il “Pane di Po’” o “ Vinca”, ancora oggi cotti nei tradizionali forni a legna.


Barga
Un gioiellino medievale incastonato nella Valle del Serchio, sospeso tra arte, storia e montagne, da sempre amato per il suo fascino discreto e il panorama mozzafiato. Si entra nel borgo e sembra di fare un salto nel tempo: stradine in pietra, piazzette silenziose, palazzi storici e un Duomo che domina tutto dall’alto.



La sua storia è legata a doppio filo alla cultura toscana e inglese: già nel Novecento, molti artisti e viaggiatori britannici, sopratutto scozzesi, si innamorarono di Barga e vi costruirono splendide ville, tanto che oggi è considerata “la più scozzese delle città italiane”.
Cosa vedere nei dintorni?
La spettacolare Grotta del Vento, i borghi vicini, come Castelvecchio Pascoli o Coreglia Antelminelli e Castiglione Garfagnana, difesa da un’ampia cinta muraria, la cui imponente Rocca risale alla fine del Trecento, il famoso Ponte del Diavolo e il Belvedere da cui potrete godere di una vista mozzafiato
la chiesa di San Pietro, l’edificio religioso più antico del borgo, e la Chiesa quattrocentesca di San Michele che conserva un pregevole tavola dipinto della Madonna con Bambino del pittore tardo gotico Giuliano di Simone. In Agosto il borgo si anima di una suggestiva Festa Medievale: corteo storico, antichi mestieri, calcio in costume, cena medievale, osterie e birra dei frati, spettacoli in piazza.

Proseguendo si incontrano i borghi di Cerageto,  Sassorosso e la stazione di sport invernali del Casone di Profecchia per raggiungere il Passo delle Radici (1529 m.slm), da dove la strada prosegue nel versante emiliano. Andando verso destra si arriva al piccolo borgo di S. Pellegrino in Alpe, da qui il panorama si apre su tutta la valle fino alla piana lucchese. Da visitare il Museo Etnografico “Don Luigi Pellegrini” e il Santuario con le spoglie dei Santi Pellegrino e Bianco.


L’itinerario scende poi in direzione di Chiozza per ritornare a Pieve Fosciana, dove meritano una visita il mulino ad acqua, ancora oggi in funzione, e la sorgente termale di Prà di Lama, acqua calda sulfurea nota agli abitanti della zona per le sue proprietà terapeutiche.
DA VEDERE A BARGA
Il Palazzo Pretorio, imponente e severo, era la sede del potere politico e giudiziario già nel XIV secolo. Qui i podestà fiorentini amministravano la giustizia, pare che una delle prigioni fosse così buia e umida che i detenuti ci lasciavano messaggi incisi sui muri, ancora visibili oggi!Il palazzo custodisce una preziosa collezione che racconta la storia della città, con stemmi dei podestà, affreschi e antichi documenti.

A pochi passi, il Museo Civico del Territorio Antonio Mordini è una chicca per gli amanti dell’arte contemporanea: ospita le opere di Bruno Cordati, pittore barghigiano noto per i suoi ritratti intensi e le scene di vita quotidiana.
Il Duomo, Collegiata di San Cristoforo è un gioiello romanico al centro del borgo che, all’esterno, somiglia quasi a una fortezza. L’edificio originario risale a prima dell’anno Mille.  Vanta una splendida la facciata in pietra e decorazioni medievali. L’interno ospita un mirabile pulpito di marmo, che è attribuito a Guido Bigarelli da Como (XIII secolo), dove sono scolpite scene della natività di Cristo,


Infine, tappa obbligata: la Casa Museo di Giovanni Pascoli, nella vicina Castelvecchio Pascoli. Qui il poeta visse gli ultimi anni della sua vita, in una villa che oggi sembra ancora abitata: libri aperti, cappello sulla sedia, perfino la scrivania con i suoi occhiali.

DOVE MANGIARE
L’Osteria
Si trova in una piazzetta naturale, in un suggestivo angolo della città, dove sulla tavola arrivano per primi i classici crostini di fegatini di pollo e al lardo di colonnata (sublime….)

Sono un fan delle zuppe e ho voluto gustare la “Minestra frantoiana”, tradizionale piatto “povero” con erbe selvatiche e verdure di stagione, zucca, carote, cavolo nero, patate , fagioli , bieta, pomodoro eccetera eccetera. ah dimenticavo l’iconica fetta di un pane di farina e pezzetti di patata.


L’Altana
Tris tutto al femminile al timone di questo caratteristica trattoria, arrampicata nel centro storico del borgo. Giulia, Angela e l’impareggiabile Nonna Camilla propongono una cucina tradizionale e sopratutto ben fatta, dove profumo e gusto regalano piacevoli momenti.


Da notare le polpette fritte, lo sformatino di porri con besciamella. il crostino ai fegatini, una deliziosa salsina rossa con pomodoro. capperi, acciughe, verde con uovo sodo, prezzemolo e pane.
Tra i primi spiccano i famosi “Maccheroni di Barga”, una specie di pasta maltagliata, servita con spinacino e sugo di nocciole. Ho amato tantissimo il loro fegato con le cipolle, tenero e dolce, realizzato con un’impanatura di pangrattato,
Il piatto da Oscar? Ravioli fatti in casa, ripieni di ragù di carne, cipolla, spinaci, bietola, parmigiano, uovo, peperoncino, noce moscata. Che bontà!E NEL CALICE?
Nella Valle del Serchio e in Garfagnana si produce vino in modo artigianale, vero, legato al territorio e alla fatica della montagna. La vera forza di questa zona è la passione dei viticoltori: cantine piccole, a conduzione familiare, dove puoi ancora incontrare chi ha raccolto l’uva la mattina e ti serve un bicchiere la sera. Tra i rossi, spicca il Ciliegiolo, dal profumo fruttato e rotondo, spesso vinificato in purezza o miscelato con altre uve autoctone come il Colorino e il Canaiolo.

Il risultato? Vini freschi, con carattere, ma non troppo spigolosi, perfetti da abbinare ai piatti robusti della zona: funghi, selvaggina, salumi e pecorini.
Tra i bianchi troviamo la Malvasia e il Trebbiano Toscano, spesso vinificati insieme per dare vini leggeri, profumati, con una vena minerale che riflette bene il suolo montano

DOVE DORMIRE
Villa Moorings
Elegante boutique-hotel in stile liberty, coniuga charme storico, comfort contemporaneo e un’accoglienza autenticamente familiare. Costruita nel 1924 dalla famiglia Castelvecchi, successivamente emigrata in Scozia e proprietaria del prestigioso ristorante The Moorings a Largs.


La villa è caratterizzata da arredi originali in stile anni ’20: mobili d’epoca, lampadari di Murano, pavimenti in graniglia, tappeti fiorentini e decorazioni pittoriche firmate dal celebre artista Bruno Cordati.

Dispone di dodici camere ampie e luminose, tutte diverse e dotate di comfort moderni come Wi‑Fi, TV satellitare, minibar. Tra arte, storia e raffinatezza resta l’impronta familiare che la proprietaria Beatrice Salvi ha voluto mantenere, ogni camera ha la sua storia e particolarità derivata dai componenti della famiglia che vi hanno abitato.

Un esempio sono i nomi delle camere che derivano dai membri della famiglia, come la Suite Nonno Lio, nonché il nonno di Beatrice e il figlio di Leonello Castelvecchi che fece costruire la Villa nel 1924.

Circondata da un enorme giardino, la Villa offre una piscina esterna, terrazze panoramiche, gazebo e una sala lettura con bar.


La colazione a buffet, curata e variegata, è un vero tripudio di dolci fatti in casa, tortine salate, frutta fresca e cheesecakes multigusto, mentre il ristorante interno, attivo su richiesta, propone piatti a chilometro zero e un’ apericena al bordo della piscina.

Al timone dela Villa troviamo l’infaticabile Beatrice e la sorella, che cura anche l’ospitalità di Ze del Pino. incantevole agriturismo con 12 camere accoglienti e arredate con gusto.                                      Lasciatemelo dire: due indirizzi preziosi…

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Puglia: bread weekend… La Via Del Pane

Testo & Foto © Cesare Zucca

La vostra dieta dice “evitare il pane”.?
Beh, preparatevi a trasgredirla in un indimenticabile e saporitissimo weekend… al pane!
Nell’incanto del Gargano, in Puglia potrete avventurarvi in un percorso tra sacralità e tradizioni, tra leggende e storie di oggi , al profumo e al gusto del favoloso pane pugliese.

In occasione dell’evento Grani Futuri 2025 , promosso da Antonio Cera, uno dei più apprezzati fornai della regione, è infatti nato un itinerario tra i luoghi più mistici del Gargano, dal Convento di San Marco in Lamis, al mistico Santuario di San Matteo allo straordinario Santuario di San Michele Arcangelo , passando per il Convento di Padre Pio a San Giovanni Rotondo., dove devoti di tutto il mondo si recano in pellegrinaggio. Parallelmente alla sacralità, potrete immergervi un percorso gourmet dove grani antichi, farine vive e storie contadine ci conducono alla radice di un pane che racconta la terra di chi ancora oggi sa custodire il tempo.

Nei campi assolati, rivivono la mietitura a mano e la molitura a pietra, con la pazienza e la bellezza delle origini. Verissimo lo slogan “Se l’amore avesse un profumo, sarebbe quello del pane appena sfornato”

LA VIA DEL PANE
La “Via del Pane”, un progetto di speranza che unisce la Puglia attraverso il valore della terra e della cultura agricola.LE SEI REGINE DELL’ARTE BIANCA
Sono sei le città pugliesi simbolo dell’arte bianca • Altamura (BA), Guagnano (LE), Laterza (TA), Andria (BT), Mesagne (BR), Monte Sant’Angelo (FG) • Sei perle pugliesi che meritano un vostro prossimo weekend. Sei imperdibili località che costruiscono insieme un percorso di identità e sapori.

SUA MAESTA’ IL PANCOTTO
Profumi e sapori del cibo da secoli è l’eccellenza “povera” della cucina pugliese … “povera” si fa per dire, “squisita”  lo è di certo. Il piatto più significativo è il “pancotto” che nel Sud Italia viene arricchito con erbe selvatiche, spezie, verdure e talvolta pezzetti di salame o carne. Insomma un piatto rustico, ma gourmet. Gli Chef pugliesi, oltre a cucinare il “classico pancotto” si sbizzariscono anche con  versioni innovative

Ecco in tavola le creazioni di tre top chefs: Nicola Martella di Peschici, Lele Murani di Foggia, Michele Pizzigoni di Lesina,
Come non innamorarsi di queste ricette tradizionali e della loro “new version”?
Da quella con cipolla. peperone, pomodor,cime di rape e cubetti di salumi, una ricetta che Chef Michele ha “rubato” alla Nonna.
La sua versione innovativa si ispira a una riedizione sempre “al recupero” con uova, pasta brisè, parmigiano, tagliatella di seppia, guanciale e germogli di borraggine. Da Premio Oscar!!

Più tradizione di così…Chef Nicola punti a classici ingredienti: pane. patate, basilico, il tutto amalgamato in una cremosa e fresca tentazione. Per l’innovazione, si riallaccia ai ricordi del classico pesce farcito e inserisce nel calamaro un ripieno di pane e pecorino. Piatto top.

Chef Lele si dirige verso verdure e erbe spontanee, in un profumato tripudio di odori e sapori, tra cui spiccano bietola, cicoria selvatica, rucola, pomodorino. E le famose polpette? Eccole rivisitate, rigorosamente in pane da recupero, insaporite da pasta di pomodoro, soffritto di acciuga e verdure. Bontà!

Super host di Grani Futuri 2025 è Antonio Cera dell’insuperabile FORNO SAMMARCO situato nel centro storico della suggestiva San Marco in Lamis, una colorata cittadina dove potrete scoprire le donne del luogo, vestite alla maniera antica.

Indossano i costumi della tradizione, con lunghe gonne colorate, elaborate camice lavorate a mano e sfavillanti ori al collo, spesso intente a portare a destinazione il pane appena sfornato.

Nella cosiddetta “palude”, primo nucleo abitato del paese, scoprirete austeri forni e vezzose botteghe orafe in un percorso che narra il pane e l’oro come gesti d’arte, bellezza condivisa e memoria viva. Tra le mani che impastano e quelle che cesellano, nasce un racconto di inclusione tra cuore e cultura.San Marco in Lamis è nota anche per le manifestazioni del Venerdì Santo che culminano con la preparazione delle “fracchie“, enormi coni di legno, realizzati con grossi tronchi tenuti insieme da cerchi in ferro, che vengono accesi all’imbrunire e fatti circolare per il paese su appositi carri in occasione della Processione della Madonna Addolorata.

Un weekend che auguro a chiunque, dieta o non dieta!

DOVE TROVARE IL PANE PIU’ BUONO
Salvatore Curatolo (FORNO FANTASMA -Cagnano Varano), Massimo Vitali (PANETTERIA VITALÌ – Cesenatico), Catello Di Maio (CESTO BAKERY – Torre del Greco), Francesco Arena (FRANCESCO ARENA MASTRO FORNAIO – Messina), Nunzio Ninivaggi (IL PANE DI NUNZIO – Altamura), Orazio Chiapparino (D’ORAZIO PIZZERIA – San Giovanni Rotondo), Francesco Paolo Mango (VIRGA&MILANO GROUP Palermo),Vincenzo Maddalena (Castelluccio dei Sauri), Antonio Cera e Pietro Borazio (FORNO SAMMARCO – San Marco in Lamis).

Un grazie speciale a Antonio Cera, Ester, Alessandra, Ludovico, Antonella Millarte, Michele Bruno e tutto l’agguerrito Team di Grani Futuri. !

Cesare Zucca
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa. Per Weekend Premium, Cesare fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative.
Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e riporta il tutto in stile ‘turista non turista’.




Bilbao: 8 mosse intriganti, sorprendenti e gourmet

Bilbao, meta ideale per un city break dove sarà possibile tuffarsi nell’arte, nella cultura, nella storia  circondati da un mondo design firmato da architetti famosi quali Frank O. Gehry, Santiago Calatrava, Arata Isozaki, Philippe Starck.Ecco le mie 8 mosse.

DI CESARE ZUCCA1) Museo Guggenheim,colossale opera di Frank Gehry,  quasi un’ astronave in titanio e acciaio. Gli amanti dell’arte moderna e contemporanea saranno entusiasti di incontrare opere di artisti come Anish Kapoor, Jeff Koons, Eduardo Chillida, Yves Klein e Anslem Kiefer. La gigantesca struttura accoglie un’importante collezione di pitture e sculture moderne di artisti americani ed europei e ospita mostre ed esibizioni provenienti da musei di tutto Il mondo. All’esterno trionfa Puppy, iconica opera multi-floreale di Koons.Per una scelta più classica, il  Museo delle Belle Arti bellissimo edificio in stile neoclassico che vanta una collezione di oltre seimila oggetti dal XII secolo fino ai giorni nostri e ospita opere di Goya , El Greco, Gauguin e molti altri.

2) Casco Viejo, il centro storico di Bilbao, Avventuratevi nelle stradine tortuose, tra le case colorata e splendori comebar.Interessanti la Plaza Nueva, enorme piazza neoclassica circondata da ristoranti, mercatini vintage, negozi souvenir,  La domenica, i locali vengono qui per vender  o comprare oggetti da collezione. Cattedrale di Santiago di Bilbao, dedicato all’apostolo San Giacomo, fu costruito nel XV secolo in stile gotico. Ha adue portici: uno rinascimentale e uno neoclassico. San Nicolás e San Antón e il Il Museo Vasco, che racconta l’archeologia, la storia e l’etnografia della cultura basca.

3) Vedere Bilbao dall’acqua?Scoprite Bilbao dalla barca, visto che molte delle principali attrazioni si trovano lungo le  sponde del fiume Nervión. Fai un giro con Bilboats per vedere luoghi come lo storico Hotel Arenal Bilbao, il “ponte bianco”‘Ayuntamiento Zubizuri, ” e attraversare il Puente de Vizcaya (Bizkaiko Zubia) dichiarato patrimonio dell’umanità4) Tanto da scoprire. Dal Parco Doña Casilda Iturrizar, incomparabile momento ‘green’, allo splendido Teatro Arriaga in stile neo-barocco, dalla Sala concerto Euskalduna, monumentale centro espositivo: con un auditorium per l’opera, un teatro, quattro sale conferenze, otto sale riunioni, uffici e un ristorante al fantsmagorico Azkuna Zentroa, disegnato da Philippe Starck e comcepito come un centro culturale che si appoggia su 43 colonne, ognuna un’ opera d’arte.

5) Fame?

Benvenuti in un paradiso gourmet! I Paesi Baschi sono famosi per i  pintxos (non pensate nemmeno lontamaente di chiamarli tapas). Sono bocconcini di pane, conditi con carne, frutti di mare, verdure e formaggi.

Bilbao offre straordinari ristoranti stellati, una scena culinaria pluripremiata e una delle cucine più raffinate nel mondo. Se siete’mercatari’, puntate verso Ribera, il più grande mercato coperto al coperto in Europa e shopping ideale per gourmet e appassionati. Troverete bancarelle, bar, ristoranti e musica dal vivo e l’ottimo jamon iberico, squisito prosciutto.

Occhio ai ritmi: gli orari sono leggermente diversi da quelli italiani, al ristorante , per esempio , si pranza verso le 14 e si cena verso le 20. Di gran moda l’apericena a base di pintxo

6) Isola di Gaztelugatxe. Siete ammiratori di Game of Thrones? Scoprite la  location della fortunata serie tv. E’ un’isoletta collegata alla terraferma attraverso un magico ponte di pietra. Vi si accede attraverso 230 scalini a strapiombo sull’acqua.

Questa passeggiata dura circa un’ora e vi conduce lungo lo scenografico sentiero di pietra, dove riconoscerete  la casa della Regina dei Draghi.

7) Dove dormire:Casual Gurea catena  di hotel semplici, eleganti, prezzo moderato e presenti un po’ in tutta la Spagna.Hotel Carlton cinque stelle e servizio di gran classe per chi non ha problemi di budget. Breakfast top.Hotel Miró, creazione del designer di moda Antonio Miró. Camere design con vista sul Guggenheim.

8) Come nuoversiIn metropolitana, progettata da Sir Norman Foster, i cui accessi sembrano lombrichi che si nascondono nella terra. inoltre molti bus e tram che attraversano le zone più  caratteristiche  di Bilbao, utilizzabili quasi come mezzo hop-on hop-off). Con tour guidato di Basque Experiences, oppure apiedi,  le distanze sono ragionevoli e potrete godere al massimo della bellezza di questa città.

     

Cesare Zucca
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative.
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Un weekend al peperoncino? Leggende, artigiani, ulivi millenari e golosità “straordinarie”

(italian and english versions)
Testo e Foto di Cesare Zucca

Benvenuti in Calabria, terra di sole, mare e… leggende!
Il nostro viaggio comincia proprio con il leggendario Ulisse, che avrebbe messo piede sulle alture di Tiriolo, ammaliato dalla bellezza selvaggia e dall’aria misteriosa di questo territorio, dove le sorprese continuano a tavola…
Scoprirete il ragù calabrese, il pesce spada alla ghiotta, il panino con la trippa, la pasta ca’ muddica e ricette antiche come cullurielli, ciambelle di patate e farina farcite con acciughe o ‘nduja, la pasta e ceci alla catanzarese, ricetta della nonna che scalda il cuore e lo stomaco, lo “stocco” prodotto ittico ottenuto da merluzzo arrostito su brace servito con patate, pomodoro, olive e peperoncino, e la lista continua…
Tiriolo: dove la tradizione incontra la fantasia.

Tiriolo, piccolo borgo incastonato tra due mari, sembra uscire da un libro di fiabe. Passeggiando per i suoi vicoli stretti e acciottolati, incontrerete rustici laboratori di esperti artigiani intenti a creare sculture in legno, maschere, strumenti musicali tipici, come la lira calabrese, gioielli in filigrana  e scoprirete il laboratorio D’API  di Daniele Mazza e le sue ottime produzioni.

Non mancano antichi telai, capaci di creare coloratissimi tessuti, un tempo usati per i costumi tradizionali e oggi reinventati in borse, sciarpe e spettacolari scialli. Ogni bottega è un mondo a sé, una finestra su una Calabria che resiste, crea e si racconta con le mani.


Ci ospita Tommaso Leone, scultore, musicista e .. burattinaio d’eccezione, infatti mentre suona, muove le marionette con la gamba, seguendo una tradizione antichissima. I suoi personaggi danzano, combattono, si inchinano. Una vera e propria arte scenica, a metà tra teatro popolare e circo.


In Calabria l’antico “saper fare” è tramandato di generazione in generazione, come un dono prezioso.  Se amate l’artigianato non perdetevi le botteghe d’arte degli Artisti di Squillace che creano e producono tutto rigorosamente a mano, Scoprirete scultori, pittori e ceramisti e botteghe d’eccellenza come La Terracotta di Nicola Aiello e Le Ceramiche Artistiche e Tradizionali di Agazio Mellace, maestro della tecnica “graffiti”. Vasi, stoviglie, , maschere, portaoggetti, fino a gioielli e naturalmente una valanga di magneti souvenirs .

Prossima tappa Catanzaro, ricca di storia, arte, e soprattutto curiosità. Simpaticamente chiamata “città del vento”, per la sua continua brezza dispettosa, Catanzaro è anche la capitale della seta del Sud Italia.
Già nel Medioevo, i suoi artigiani tessevano sete così pregiate da arrivare persino alle corti d’Europa. Ancora oggi, si possono trovare musei e laboratori che raccontano questa storia di fili preziosi, bachi da seta e commerci lontani.

Catanzaro è anche una città giovane, con università, locali e un lungomare dove d’estate la vita scorre al ritmo di gelati, risate e tramonti rosa.
Passeggiando nel centro storico, si incontrano chiese barocche, palazzi nobiliari e il bellissimo Complesso del San Giovanni, un ex convento trasformato in centro culturale, da cui si gode un panorama mozzafiato.  Scoprirete una città dai cento volti, dall’austerità del castello , alle vetuste strutture abbandonate del centro storico, fino ad una suggestiva opera di Mimmo Rotella, nativo di Catanzaro, interzionalmente noto per la sua pop art.      Catanzaro è una città di contrasti e di grande rispetto per l’arte, impossibile non immortalarsi in un selfie davanti alla celebre Statua di Federico di Svevia o alla suggestiva Fontana del Cavatore, un giovane nell’atto di scavare una roccia dalla quale sgorga acqua, un’ opera che è divenuta l’immagine simbolo della città.

Non dimenticate di visitare il Museo Marca, che, oltre alla splendida collezione privata, ospita opere d’arte contemporanea.

FAME?
A Catanzaro vi aspetta un iconico piatto a base di un mix di frattaglie (lo so … a non tutti piacciono, io, invece, ne vado pazzo) Si chiama morzeddhu o morzello e da generazioni lo può gustare da Talarico, dove Giusy e papà Salvatore servono questo prelibato intigolo di pomodoro, trippa, foiolo, cuore, polmone, origano e l’immancabile peperoncino piccante o dolce, il tutto racchiuso in “pitta ‘n chiusa”, una pagnotta tagliata a metà, (io ho fatto il bis!)

A pochi passi di distanza, in pieno centro storico, sorge l’Hotel Guglielmo con camere e minisuites in stile contemporaneo, offre una gym, una piscina e una SPA con trattamenti vari.

Al pianterreno troviamo un bar per un drink e il ristorante Leonardo, dove Chef Francesco Luci propone un menu piuttosto ridotto: pochi piatti, ma scelti con il desiderio di rispettare tradizione e innovazione, per fortuna non tropo invasiva, Tra tutti i miei assaggi vorrei menzionare il riso di Sibari, l’insalata di seppia e la fregola su nero di seppia


DUE INDIRIZZI IMPERDIBILI?
Nella vicina Sersale, ho scoperto due super indirizzi: la Trattoria Scacco Matto e la sua cucina robusta, tradizionale,vera. un viaggio di sapori alla guida di Chef Mario Rizzuto. Ho gustato un mix di antipasti. ravioli ripieni di melanzane, mollica di pane, formaggi rigorosamente fatti in casa dalla Sig ra Rizzuto, scaloppina ai porcini e bergamotto e una purea di cicoria e patate da Oscar!


Altra meta “del piacere”: la pasticceria artigianale Dolcesia, dove Chef Salvatore, oltre ai dolci regionali, propone l’iconica torta “pittanchiusa”. un dolce che ha origini antiche, risalenti al 1700, e che veniva tradizionalmente preparata durante le feste natalizie, ma, vista la bontà, ora è disponibile tutto l’anno. E’ una torta di rose, ricavate arotolando una lunga striscia di pasta farcita da un paradiso di sapori: cannella, chiodi di garofano, uvetta candita, noci e vino rosso, anche in versione vegana.

E NEL CALICE?
Non a caso l’antico nome della Calabria era “Enotria Tellus”, cioè Terra del vino, perfetto biglietto da visita di questo affascinante territorio da sempre vocato alla produzione enologica. Vi porto al centro della Piana di Lamezia Terme dove vi attendono le Cantine Statti, trecento ettari di secolari oliveti di carolea, cento ettari di vigneto, cinquanta di agrumeto e un allevamento di bovini da latte che produce cinquemila litri di latte al giorno. E da duecento anni la Famiglia Statti dirige questa orchestra vitale, con la semplicità di sempre. “Lavorare qui, sottilinea Antonio Statti, significa produrre energia vitale orgogliosa di ciò che di tipico e vero offre la terra calabra sulle tavole del mondo, da più di duemila anni”


Godetevi un’ indimenticabile visita del frantoio, della cantina, della suggestiva barricaia sotterranea. Dopo le visite, vi attende un incomparabile “tasting” dove potrete apprezare il frutto di tanto lavoro ed energia. Ben 18 tipi di vini, tra cui lo spettacolare Greco bianco e l’elegante Gaglioppo rosso (i miei due preferiti!) Ah dimenticavo le sorprendenti bollicine di Bleuette, frizzante Chardonnay e altre varietà autoctone, brioso ed esuberante, fresco e bilanciato con note olfattive di pesca bianca. Difficile che a tavola la bottiglia non si svuoti… In più sperimenterete l’ottimo olio, insieme ad altre semplici prelibatezze locali e internazionali che trovere nell’ Emporium e nella deliziosa Degusteria.

Gran finale a Scolacium: relax tra storia e natura
Come ogni viaggio che si rispetti, anche il nostro ha bisogno di un finale col botto. Ma niente caos o fuochi d’artificio: il gran finale si svolge in silenzio e meraviglia nel Parco Archeologico di Scolacium.

Immaginate di camminare tra le rovine romane di una città che fu grande e potente: templi, terme, il teatro romano perfettamente conservato e resti di strade lastricate circondate da ulivi secolari, maestosi testimoni del tempo che passa. Qui il tempo rallenta, anzi, forse si ferma proprio. E ti ritrovi a pensare che sì, anche Ulisse, se avesse potuto, qui si sarebbe fermato un po’ più a lungo….

Conclusione?
Se cercate una Calabria autentica, che sappia mescolare storia e creatività, profumi antichi e storie nuove, avventuratevi in un viaggio da fare almeno una volta nella vita. Magari con scarpe comode, tanta curiosità e un grande appetito. Io mi sono affidato a Eimì Experience, un tour organizer che sa davvero come far scoprire la Calabria vera, lontana dai soliti circuiti turistici.

Con loro ogni itinerario è cucito su misura, pensato per soddisfare le richieste personali del viaggiatore. Eimì saprà portarti dove solo i calabresi doc arrivano, con la tranquillità di essere sempre assistito, grazie alla presenza di autisti privati puntuali e professionali e di guide esperte, profondamente legate alla loro terra.
Un modo unico e raffinato di viaggiare, per scoprire l’anima nascosta della Calabria… e innamorarsene!

Un grazie speciale a 
Paola Scuticchio & Nora Kato / Eimì Experience
, Maria Antonella Cauteruccio and the Calabria Straordinaria Team

Cesare Zucca
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
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Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e riporta il tutto qui, in stile ‘turista non turista’.

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Vuoi scoprire di più della Calabria e delle sue “Perle” ? Troverai tutto nel nostro articolo “Le straordinarie perle della Calabria Straordinaria”

https://www.weekendpremium.it/le-straordinarie-perle-della-calabria-straordinaria/

English version

Welcome to Calabria, land of sun, sea, and… legends!
text an photos by Cesare Zucca

Our journey begins with the legendary Ulysses, who is said to have set foot on the heights of Tiriolo, captivated by the wild beauty and mysterious aura of this land—where surprises continue at the table. You’ll discover Calabrian ragù, swordfish “alla ghiotta”, tripe sandwiches, pasta ca’ muddica, and ancient recipes like cullurielli—potato and flour doughnuts stuffed with anchovies or ’nduja—Catanzaro-style pasta and chickpeas, a grandmother’s recipe that warms both heart and belly, and “stocco” (stockfish), a delicacy of grilled cod served with potatoes, tomatoes, olives, and chili pepper. And the list goes on…

Tiriolo: where tradition meets imagination.
Tiriolo, a small village nestled between two seas, seems straight out of a fairytale. As you stroll through its narrow cobbled alleys, you’ll come across rustic workshops of skilled artisans crafting wooden sculptures, masks, traditional musical instruments like the Calabrian lyre, intricate filigree jewelry, and ancient looms creating vibrant fabrics—once used for traditional costumes, now reinvented into bags, scarves, and stunning shawls. Each workshop is a world of its own, a window into a Calabria that resists, creates, and tells its story with its hands.


We were hosted by Tommaso Leone, sculptor, musician, and exceptional puppeteer—who, while playing music, moves his marionettes with his leg, keeping alive an ancient tradition. His characters dance, fight, bow—a true performance art that lies somewhere between folk theater and circus.


In Calabria, traditional craftsmanship is passed down from generation to generation like a precious gift. If you’re passionate about crafts, don’t miss the artisan shops of Artists of Squillace, who create everything strictly by hand. You’ll find sculptors, painters, and ceramists, including standout workshops like La Terracotta di Nicola Aiello and Le Ceramiche Artistiche e Tradizionali di Agazio Mellace, a master of the ancient “graffiti” technique. Vases, dishes, masks, trinket holders, jewelry, and of course, a cascade of souvenir magnets.

Next stop: Catanzaro
Rich in history, art—and above all, curiosities. Affectionately known as the “City of the Wind” for its constant, cheeky breeze, Catanzaro is also the silk capital of Southern Italy.
As early as the Middle Ages, its artisans were weaving such fine silks that they reached the courts of Europe. Even today, you can visit museums and workshops that tell the tale of this noble art—of precious threads, silkworms, and far-reaching trade.


Catanzaro is also a young, vibrant city, with a university, lively nightlife, and a seaside promenade where summer days unfold with ice cream, laughter, and pink sunsets. A walk through the historic center reveals baroque churches, noble palaces, and the beautiful San Giovanni Complex—a former convent turned cultural center, offering breathtaking views. You’ll discover a city of many faces—from the sternness of the castle to the old, abandoned structures of the historic center, and a striking piece by Mimmo Rotella, a native of Catanzaro and internationally acclaimed pop artist.


Catanzaro is a city of contrasts, with deep reverence for art. It’s impossible not to snap a selfie in front of the iconic Statue of Frederick II of Swabia or the stunning Fountain of the Quarryman—a young man sculpting a rock from which water flows. It has become the city’s symbolic image.
Don’t forget to visit the Marca Museum, which, in addition to a splendid private collection, hosts remarkable contemporary art.

Hungry?
In Catanzaro, you must try an iconic dish made from a mix of offal (I know… not everyone loves it, but I’m crazy about it). It’s called morzeddhu or morzello, and for generations it’s been served at Talarico, where Giusy and her father Salvatore serve this delicious stew of tomato, tripe, heart, lung, foiolo, oregano, and of course, either spicy or sweet chili—served in a “pitta ‘n chiusa,” a halved loaf of local bread (yes, I had double portion !).


Just steps away, in the heart of the old town, stands the Hotel Guglielmo—with contemporary-style rooms and mini-suites, a gym, pool, and a SPA offering various treatments. On the ground floor, you’ll find a bar for drinks and the Leonardo Restaurant, where Chef Francesco Luci offers a small, well-curated menu blending tradition with a light touch of innovation.

Among my favorites? Sibari rice, cuttlefish salad, and fregola with cuttlefish ink.

TWO UNMISSABLE SPOTS?
Near Sersale, I discovered two absolute gems:
Trattoria Scacco Matto, where Chef Mario Rizzuto delivers hearty, honest traditional cuisine. I tasted a mix of appetizers, homemade ravioli stuffed with eggplant, bread crumbs, cheese (all handmade by Signora Rizzuto), veal scaloppine with porcini and bergamot, and an Oscar-worthy chicory and potato mash!


Another delight: Dolcesia, an artisanal pastry shop where Chef Salvatore serves not only regional sweets but also the iconic pitta ‘nchiusa cake—an ancient dessert dating back to the 1700s, traditionally made at Christmas but now available year-round thanks to its incredible taste. It’s a rose-shaped cake made by rolling a long strip of pastry filled with a paradise of flavors: cinnamon, cloves, candied raisins, walnuts, and red wine—also available in a vegan version.

AND IN YOUR GLASS?
Not by chance, Calabria’s ancient name was “Enotria Tellus”, Land of Wine—a perfect calling card for this region, always devoted to winemaking.
Let me take you to the heart of the Piana di Lamezia Terme, home to the Statti Winery: 300 hectares of ancient Carolea olive groves, 100 hectares of vineyards, 50 of citrus groves, and a dairy cattle farm producing 5,000 liters of milk a day. For two centuries, the Statti family has directed this vital orchestra with their signature simplicity.


“Working here,” says Antonio Statti, “means producing vital energy, proud of what Calabria’s land has offered the world’s tables for over two thousand years.”


You’ll enjoy an unforgettable tour of the oil mill, the winery, and the atmospheric underground barrel cellar. Afterward comes a unique tasting experience where you’ll sample the fruits of this labor—18 types of wines, including the spectacular Greco Bianco and the elegant Gaglioppo Rosso (my two favorites!). Oh, and don’t forget the surprising Bleuette sparkling wine, a lively Chardonnay-based bubbly with native varietals—fresh, exuberant, balanced, with hints of white peach. Hard not to empty the bottle at the table…
You’ll also taste fine olive oil and other local and international delicacies available at the Emporium and the delightful Degusteria.

Grand Finale in Scolacium: where history and nature embrace
Like any great journey, ours deserves a show-stopping ending. But no noise or fireworks—just the quiet wonder of the Scolacium Archaeological Park. Picture yourself walking among Roman ruins in a city that was once grand and powerful: temples, baths, a perfectly preserved Roman theater, and remnants of paved roads, all surrounded by centuries-old olive trees—majestic witnesses of time.
Here, time slows down—or maybe even stops. And you’ll find yourself thinking that yes, Ulysses, if he could have, might have stayed here a little longer…

Conclusion?
If you’re looking for an authentic Calabria—a place that mixes history and creativity, ancient scents and new stories—venture on a trip to be done at least once in a lifetime. Bring comfortable shoes, a curious spirit, and a hearty appetite.
I placed my trust in Eimì Experience https://eimiexperience.com/, a tour organizer that truly knows how to reveal the real Calabria, far from the usual tourist routes.

Every itinerary is tailor-made to the traveler’s personal desires. Eimì will take you where only real locals go—with the ease of being constantly supported by punctual, professional drivers and expert guides deeply rooted in their land.
A unique, refined way to travel—to discover the hidden soul of Calabria… and fall in love with it.


Special thanks to:
Paola Scuticchio & Nora Kato / Eimì Experience, 
Maria Antonella Cauteruccio and the Calabria Straordinaria Team




BERLINO SEGRETA: COME SCOPRIRLA DA ‘TURISTA NON TURISTA’

TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA -(Italian and English)

Camminare intorno alla Porta di Brandeburgo e scattare foto di fronte al Reichstag o sotto la Fernsehturm, la celebre torre in Alexander Platz,  sono le attività tipiche di un tradizionale turista che visita Berlino. Certo, sono icone della città, ma Io vi aiuterò a scavare un po’ più a fondo per scoprire cose al di là delle abitudinali attrazioni turistiche.

Scoprirete cose e luoghi che non finiranno mai di stupirvi per la loro cultura undergound, le loro stranezze, le loro gemme nascose e i loro segreti. In equililibrio tra l’urbano e spazi green, qui vi attendono fughe segrete, arte nascosta e cultura da scoprire. Pronti? Ecco le mie 20 mosse.

1 Pipistrelli e dinosauriUno dei motivi principali per visitare la Cittadella di Spandau è l’incontro con i pipistrelli. Le volte della fortezza ne ospitano oltre 11.000 di specie diverse a cui potrete persino dar da mangiare. Lo staff della Cittadella ha accettato la loro presenza di buon grado, addirittura creando una zona di osservazione e tour guidati per i visitatori.

In cerca di altre stranezze? Scoprite Spreepark, vecchio luna park abbandonato.  Ospitava giochi, giostre e persino alcune statue di dinosauri a grandezza naturale. Sebbene il parco sia chiuso al pubblico a volte è possibile prenotare visite guidate nei fine settimana, oppure… (ma è illegale) visitarlo d soli, come fanno molti locali e turisti.

2 Passeggiando lungo il fiumeDirigitevi verso la S-Bahnhof Bellevue e scendete verso la Sprea. Da qui vi aspetta una bella passeggiata lungo il fiume fino a Berlino Est, disseminata da edifici famosi tra cui Schloss Bellevue, la Haus der Kulturen der Welt, il Volksbuhne, la Kanzleramt e l’Isola dei Musei che vanta un insieme di cinque musei.

E poi ancora il Berliner Dom verso il Nikolaiviertel. quartiere noto come la “vecchia Berlino”, in quanto fu la prima area residenziale mai costruita nella capitale (intorno al 1200 a.C.). Percorrendo le sue stradine medievali, incontrerete la famosa Nikolaikirche, il Gründungsbrunnen, l’Ephraim-Palais e il Knoblauchhaus.

Un mercato da non perdereNel distretto di Kreuzberg trovere lo storico Markthalle Neun, aperto nel 1891, vero trionfo del   il cibo regionale e conveniente .Tra le soste:l “Street Food Thursday”, oppure una colazione tradizionale tedesca al “Breakfast Market” ogni terza domenica del mese, o concedetevi un dolce al “Naschmarkt”

4 Spandauer ZitadelleSituata tra il fiume Havel e il fiume Sprea, la Spandauer Zitadelle è un’antica fortezza molto ben conservata, costruita nel 1197 per proteggere la città di Spandau. La cittadella viene oggi utilizzata a scopi culturali e funge da museo e sede di vari eventi all’aperto (alcune cose da non perdere sono l’annuale festival della Cittadella Musica a maggio e il festival medievale “Easter Knight Spectacular” nel periodo pasquale.

Cerchi un piccolo tesoro?Ogni domenica ti aspettano le bancarelle del Mauerpark (vicino alla stazione della metropolitana Gesundbrunnen). Abbigliamento vintage, vinili, gioielli semi-preziosi, soprammobili e un’infinità di bric brac da collezione Nel pomeriggio, chi vuole cantare può esibirsi al Bearpit Karaoke, dove tutti di riuniscono in elisalaranti performance.

7 Robot & CompanyAl 39 della Rosenthaler Strasse, nel secondo cortile dell’Haus Schwarzenberg , in pieno centro del quartiere Mitte, si trova un mondo sotterraneo surrealista. Monsterkabinett abitato da un assortimento di mostri robotici meccanici, assemblati come un’arte controllata dal computer e un’installazione sonora. da brivido. Brrrrr…

Cibo e atmosfera? Ecco il mio refferitoAl 47 di Grolmanstrasse 47, nella zona di Charlottenburg, c’ è  Diener Tattersallun, piccolo ristorante  dall’atmosfera Brechtiana dove pare che  il tempo si sia fermato. Frequentato da artisti e bohemien, pochi tavoli, luci soffuse , alle pareti vecchie stampe e foto ingiallite. Il menu è solo in tedesco.

La specialità della casa (e le mie preferite) sono le  königsberger klopse, polpettine di vitello in glassata di limone e capperi. servite con patate e barbabietole, davvero squisite . Meglio prenotare un tavolo d’angolo, per godersi, oltre al cibo, l’atmosfera un po’ decadente della Berlino di un tempo.

9 Indigestione BauhausPer quelli che , come me, amano lo stile BauHaus Martin-Gropius-Bau Berlin in Niederkirchnerstraße 7, allì angolo con Stresemannstr. 110. L’edificio, inaugurato nel 1881 come museo delle arti applicate, fu progettato da Martin Gropius (nipote di Walter Gropius, fondatore del movimento Bauhaus). In questi giorni ospita Walking Through Walls, una mostra che segna il trentesimo anniversario della caduta del muro di Berlino, uno degli eventi più simbolici del 20 ° secolo, interrogando l’esperienza della vulnerabilità e dell’ansia causata dalle strutture di potere che prosperano nel confinamento e nella segregazione. La mostra, che copre una vasta gamma di media tra cui pittura, scultura, fotografia, film, installazioni  e performance, riunisce 28 artisti internazionali di fama, tra cui Marina Abramović and Ulay,  Jose Dávila, Dora García, Zahrah Al Ghamdi.

Bauhaus Archive / Museum of Design presenta la storia e gli effetti dello stile e dell’ impatto Bauhaus, ed è considerata la più grande collezione al mondo sulla storia e l’impatto del Bauhaus. Troverete un’importante collezione di dipinti, disegni e sculture di maestri e studenti Bauhaus, tra cui opere Klee e Kandinsky, Il museo è tuttora in fase di ristrutturazione e quindi si è spostato temporaneamente al numero 1 di Knesebeckstrasse, dove si è arricchito di un fornitissimo gift shop.

Voglia di dolce?    Benvenuti nel paradiso del cioccolato! Al 10 di Mohrenstrasse, Fassbender & Rausch vi aspetta con le golosità che Heinrich Fassbender iniziò a produrre nel lontano 1863. Indiscutibilmente i migliori cioccolatini e tartufi di Berlino, addirittura scelti dalla Corte Reale come dolci ufficiali.

Per lei: Berlin lookUn tocco fashion-souvenir pr le ragazze? In molti negozi del centro potrete trovare i coloratissimi dirndl l’abito ispirato al costume tradizionale delle classi elevate, diffuso nella parte meridionale della Germania. Ricamato, romantico e elegante. Probabilmente, tornate a casa non lo indosserete mai, anzi direte ‘ ma cosa mi è venuto in mente…‘

Stand by MeNascosto nel verde abbondante del Tiergarten di Berlino è una sorpresa romantica. Appena fuori dal sentiero principale ci sono due alberi sui cui tronchi sono incisi i testi della splendida canzone  Stand By Me di Ben E King.  Ma andate avanti e scoprirete altri alberi con i cori della canzone. Chi li abbia incisi è tuttora un mistero , forse un gran sentimentale in vena di un’insolita dichiarazione d’amore.

Fuga romantica dalla cittàI giardini sono dovunque, ma quello della Bahn Landwirtschaft di Charlottenburg, al 29 della Rönnestraße, è davvero speciale. Ci si entra attraverso un anonimo cancello che schiude le porte a giardini profumati dall’ atmosfera idilliaca e rurale oltre che a pub della vecchia scuola, il tutto senza lasciare la città. Altra Meta è Pfaueninsel, l’Isola del pavone ‘ che ospita un idilliaco castello bianco e lussureggianti parchi frequentati dai  pavoni. L’isola, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, è facilmente raggiungibile dal centro città tramite la S-Bahn fino a Wannsee, quindi autobus e traghetto.

Sosta dovuta in una delle storiche (e non) coffee houseLiteraturhaus, attraverso il suo magnifico giardino Wintergartensi accede al severo ma elegantissimo salone da caffe.  Nella sua serie di ampie sale gli studenti laureati seriamente si sostengono con tazze di cappuccino mentre meditano sui loro testi. Ma dopo le 17:00 le candele iniziano a lampeggiare e una folla di berlinesi chic si riversa per prendere il loro posto.Tanta arte alle pareti, ottimo servizio e un imperdible strudel di mele , con crema calda e gelato alla vaniglia, un must berlinese.

Il Cafe Savigny, nell’elegante quartiere di Savigny, il Prinzessinnengärten Cafe, dove nove anni fa, un gruppo di volontari decise di trasformare un deserto abbandonato di 60 anni nel mezzo della trafficata Moritzplatz di Kreuzberg in un’oasi verde e offriere un delizioso caffè biologico. Finalmente il Café Einstein Stammhaus, i cui pavimenti in parquet, i camerieri eleganti, i tavoli in marmo e i divanetti in pelle ci portano a certe atmosfere viennesi, come una reliquia della Berlino prebellica.

La discoteca pù piccola di BerlinoLa discoteca cult di Berlino è il mega club Berghain, ex centrale elettrica. Qui si alternano i DJs più famosi e la musica rimbomba fino all’alba. Code lunghissime per entrare per cui spesso ci si rinuncia anche perchè ( per quei pochi che lo sanno, ma ora ci siete anche voi…) proprio dietro l’angolo c’è la discoteca più piccola di Berlino, un vero posto segreto senza code o buttafuori. Il teledisko è un “club” all’interno di una cabina telefonica nella vicina e gelida RAW Gelände; tra il tratto di edifici urbani graffitati c’è una cabina telefonica dorata, che funge anche da discoteca. Il piccolo cubicolo suona una canzone a tua scelta, mentre luci stroboscopiche e una palla da discoteca creano l’atmosfera. Eccovi l’indirizzo RAW-Gelände, Revaler Str. 99

La galleria nascostaNon ha sito web o ufficiale pagina Facebook: è un ritrovo nascosto, uno spazio clandestino che ospita  gallerie cult, concerti indie e performance alternative. Nascosto tra gli edifici di ispirazione anni ’70 a Kottbusser Tor, questo club segreto lo si trova cercando la porta coperta di adesivi e un cartello con la scritta “Schatz EV Schulaufgabenzirkel“; da qui, prendete le scale fino al secondo piano. Ah dimenticavo di sussurrarvi il nome e l’indirizzo: West Germany Skalitzer Straße 133 nella zona di Kreuzber. Buona caccia! Sperando che sia aperto….

Anni ’20Benvenuti al Ballhaus Berlin, Chausseestraße 102, dove i “selvaggi anni venti” dei giorni di Weimar si fondono armoniosamente con lo spirito e lo stile di oggi, come se fosse una finestra sul passato, Ospita una vasta gamma di eventi ed è il posto perfetto per indossare le scarpe da ballo e trascorrere una serata di festa come se fosse il 1920. L’attrazione principale è il Tischtelefonen che viene posizionato sui tavoli per lasciare agli ospiti la possibilità di flirtare tra di loro, rimanendo seduti.

La birra top?Situato in una zona tranquilla di Mitte, Eschenbräu, la birrereia preferita dai veri berlinesi. 20 specialità dai nomi stravaganti come Amber Rocket e Wedding Crossover.E allora…benvenuti a Berlino, la Città della Libertà!

INFOwww.visitberlin.de/it

Cesare ZuccaMilanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative.Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘turista non turista’.

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TEXT AND PHOTO BY CESARE ZUCCA -Walking around the Brandenburg Gate and taking photos in front of the Reichstag or under the Fernsehturm, the famous tower in Alexander Platz, are typical activities for a traditional tourist visiting Berlin. Of course, they are icons of the city, but I will help you dig a little deeper to discover things beyond the usual tourist attractions. You will discover things and places that will never cease to amaze you with their undergound culture, their quirks, their hidden gems and their secrets. Balanced between urban and green spaces, secret escapes, hidden art and culture await you here. Are you ready? Here are my 20 moves. 1 Bats and dinosaurs One of the main reasons to visit the Spandau Citadel is the encounter with bats. The vaults of the fortress are home to over 11,000 different species that you can even feed. The Citadel staff accepted their presence willingly, even creating an observation area and guided tours for visitors. Looking for other oddities? Discover Spreepark, an old abandoned amusement park. It housed games, rides, and even some life-sized dinosaur statues. Although the park is closed to the public, it is sometimes possible to book guided tours on weekends, or … (but it is illegal) to visit it alone, as many locals and tourists do. 2 Strolling along the river Head towards the S-Bahnhof Bellevue and descend towards the Spree. From here, a nice walk along the river awaits you to East Berlin, dotted with famous buildings including Schloss Bellevue, the Haus der Kulturen der Welt, the Volksbuhne, the Kanzleramt and the Museum Island which boasts a set of five museums. And then the Berliner Dom towards the Nikolaiviertel. neighborhood known as the “old Berlin”, as it was the first residential area ever built in the capital (around 1200 BC). Walking through its medieval streets, you will meet the famous Nikolaikirche, the Gründungsbrunnen, the Ephraim-Palais and the Knoblauchhaus. 3 A market not to be missed In the Kreuzberg district you will find the historic Markthalle Neun, opened in 1891, a true triumph of regional and affordable food. Among the stops: the “Street Food Thursday”, or a traditional German breakfast at the “Breakfast Market” every third Sunday of the month, or treat yourself to a dessert at the “Naschmarkt” 4 Spandauer Zitadelle Located between the Havel River and the Spree River, the Spandauer Zitadelle is a very well preserved ancient fortress, built in 1197 to protect the city of Spandau. The citadel is now used for cultural purposes and serves as a museum and venue for various outdoor events (some things not to be missed are the annual Citadel Music festival in May and the medieval “Easter Knight Spectacular” festival during Easter. 5 Eight courtyards Explore the historic Hackesche Höfe Berlin is full of hidden gems, but these eight beautifully restored courtyards in Mitte are little oases away from the busy streets, Great place for shopping in boutiques or for a coffee in one of the many trendy cafes. main attraction, the Chamäleon Variety Theater which currently hosts the spectacular Out Of Chaos acrobatic show 6 Are you looking for a little treasure? Every Sunday, the stalls of the Mauerpark (near the Gesundbrunnen metro station) await you. Vintage clothing, vinyls, semi-precious jewels, knick-knacks and an infinity of collectible bric-brac In the afternoon, those who want to sing can perform at the Bearpit Karaoke, where everyone gathers in elisalarante performances. 7 Robot & Company At 39 Rosenthaler Strasse, in the second courtyard of Haus Schwarzenberg, in the heart of the Mitte district, there is a surrealist underground world. Monsterkabinett inhabited by an assortment of mechanical robotic monsters, assembled like computer-controlled art and sound installation. thrilling. Brrrrr … 8 Food and atmosphere At 47 Grolmanstrasse 47, in the Charlottenburg area, is Diener Tattersallun, a small restaurant with a Brechtian atmosphere where time seems to have stopped. Frequented by artists and bohemians, few tables, soft lights, old prints and yellowed photos on the walls. The menu is in German only. The house specialty (and my favorites) are the königsberger klopse, veal meatballs in lemon glaze and capers. served with potatoes and beets, really delicious. Better to book a corner table, to enjoy, in addition to the food, the somewhat decadent atmosphere of the Berlin of yesteryear.

9 Bauhaus overdoseFor those who, like me, love the BauHaus Martin-Gropius-Bau Berlin style in Niederkirchnerstraße 7, at the corner of Stresemannstr. 110. The building, inaugurated in 1881 as a museum of applied arts, was designed by Martin Gropius (grandson of Walter Gropius, founder of the Bauhaus movement). These days it hosts Walking Through Walls, an exhibition marking the thirtieth anniversary of the fall of the Berlin Wall, one of the most symbolic events of the 20th century, questioning the experience of vulnerability and anxiety caused by the structures of power that thrive in the confinement and segregation. The exhibition, which covers a wide range of media including painting, sculpture, photography, film, installation and performance, brings together 28 renowned international artists, including Marina Abramović and Ulay, Jose Dávila, Dora García, Zahrah Al Ghamdi.
10 Bauhaus Archive / Museum of Design presents the history and effects of Bauhaus style and impact, and is considered the largest collection in the world on the history and impact of the Bauhaus. You will find an important collection of paintings, drawings and sculptures by Bauhaus masters and students, including works by Klee and Kandinsky.The museum is still undergoing renovation and has therefore moved temporarily to number 1 Knesebeckstrasse, where it has been enriched with a well-stocked gift shop.
11 Craving for dessert? Welcome to chocolate heaven! At 10 Mohrenstrasse, Fassbender & Rausch awaits you with the delicacies that Heinrich Fassbender began to produce back in 1863. Unquestionably the best chocolates and truffles in Berlin, even chosen by the Royal Court as official sweets.
12 For her: Berlin look A fashion-souvenir touch for girls? In many shops in the center you can find the colorful dirndl dress inspired by the traditional costume of the upper classes, common in the southern part of Germany. Embroidered, romantic and elegant. Probably, you will never wear it back home, on the contrary you will say ‘but what came to my mind …’ but … Halloween is upon us!
13 Stand by Me Tucked away in the abundant greenery of Berlin’s Tiergarten it is a romantic surprise. Just off the main path are two trees on whose trunks the lyrics of Ben E King’s beautiful Stand By Me song are engraved. But go ahead and you will discover other trees with the chants of the song. Who engraved them is still a mystery, perhaps a great sentimental in the mood for an unusual declaration of love.
14 Romantic escape from the city Gardens are everywhere, but the one at Charlottenburg Bahn Landwirtschaft, at 29 Rönnestraße, is truly special. You enter through an anonymous gate that opens the doors to fragrant gardens with an idyllic and rural atmosphere as well as old school pubs, all without leaving the city. Another destination is Pfaueninsel, the Island of the peacock ‘which hosts an idyllic white castle and lush parks frequented by peacocks. The island, a UNESCO World Heritage Site, is easily accessible from the city center via the S-Bahn to Wannsee, then bus and ferry.
15 Due stop in one of the historic (and otherwise) coffee houses Literaturhaus, through its magnificent Wintergartensi garden, leads to the severe but very elegant coffee lounge. In its series of large rooms, serious graduate students support themselves with cups of cappuccino as they ponder their texts. But after 5pm the candles start flashing and a crowd of chic Berliners pour in to take their places. Lots of art on the walls, great service and an unmissable apple strudel, with hot cream and vanilla ice cream, a Berlin must . Cafe Savigny, in the elegant Savigny neighborhood, the Prinzessinnengärten Cafe, where nine years ago, a group of volunteers decided to turn a 60-year-old deserted desert in the middle of Kreuzberg’s busy Moritzplatz into a green oasis and offer a delicious coffee biological. Finally the Café Einstein Stammhaus, whose parquet floors, elegant waiters, marble tables and leather sofas lead us to certain Viennese atmospheres, like a relic of pre-war Berlin.

16 The smallest nightclub in Berlin Berlin’s cult nightclub is the mega club Berghain, a former powerhouse. Here the most famous DJs alternate and the music booms until dawn. Long queues to enter so often you give up also because (for those few who know it, but now you are there too …) just around the corner there is the smallest disco in Berlin, a real secret place without queues or bouncers. The teledisko is a “club” inside a telephone booth in the nearby and freezing RAW Gelände; between the stretch of graffitied urban buildings there is a gilded telephone booth, which also serves as a disco.

17 The hidden gallery It has no website or official Facebook page: it’s a hidden hangout, a clandestine space that hosts cult galleries, indie concerts and alternative performances. Tucked away among the 1970s-inspired buildings at Kottbusser Tor, this secret club can be found by looking for the door covered in stickers and a sign reading “Schatz EV Schulaufgabenzirkel”; from here, take the stairs to the second floor. Oh I forgot to whisper your name and address: West Germany Skalitzer Straße 133 in the Kreuzber area. Good hunting!

18 1920s Welcome to the Ballhaus Berlin, Chausseestraße 102, where the “wild twenties” of the Weimar days blend harmoniously with the spirit and style of today, as if it were a window into the past, It hosts a wide range of events and is the perfect place to wear dance shoes and spend an evening of partying as if it were 1920. The main attraction is the Tischtelefonen which is placed on the tables to allow guests to flirt with each other while remaining seated.

19 The top beer? Located in a quiet part of Mitte, Eschenbräu, the favorite brewery of real Berliners. 20 specialties with extravagant names like Amber Rocket and Wedding Crossover.
20 Winter tip If you decide to go to Berlin during the winter, you must visit one of the many wonderful Christmas markets. My suggestion is a walk in the market of the historic Schloss Charlottenburg, one of the most traditional and best supplied. It offers some delicious “Glühwein”, a warm “Bratwurst” and traditional “Reibekuchen” in an absolutely extraordinary setting.



Le “straordinarie” perle della Calabria “straordinaria”

Italian and English versions
Testo e Foto di Cesare Zucca ——–


Benvenuti in Calabria, vi attendono storia, castelli, leggende, un mare più azzurro dei sogni, ulivi secolari che regalano uno degli oli più buoni al mondo, un’ eccellente eno-gastronomia, dove il peperoncino… beh, è praticamente una religione.
Greci, romani, normanni… tutti sono passati di qui lasciando un pezzetto di sé. Castelli arroccati, chiese antiche e resti archeologici spuntano un po’ ovunque. 

Qui il tempo sembra essersi preso una pausa e tra un borgo medievale e una sagra di ‘nduja, scopri che la vita ha davvero più gusto. Un viaggio in Calabria significa generosi pranzi e cene dove vi verranno serviti piatti robusti e deliziosi, spesso a base della famosa cipolla rossa di Tropea, la ‘nduja di Spilinga, piccante e saporita, perfetta sul pane, i fileja, la  tradizionale pasta artigianale, i fagioli surjaca,

 

i pomodori di Belmonte, gli quisiti formaggi, come il caciocavallo di Ciminà e il pecorino di Monte Poro, i caprini Sant’Anna, un’eccellente selezione di pesce freschissimo, gli spettacolari fritti di mare e di terra, il maialino nero, la cacciagione, un’infinita varietà di erbe selvatiche tra cui l’ineguagliabile amaranto, dolci a profusione, come il torrone di Bagnara e i cuddoriaddi, zeppole fritte con patate e, per non farsi mancare proprio nulla, una bella granita al limone o al caffè con panna (addio dieta…) e ovviamente, il peperoncino piccante.
Tante le “perle” da visitare, a cominciare dal suggestivo borgo di Pizzo Calabro, nel cuore della costa tirrenica calabrese, incastonato come una gemma tra scogliere a picco sul mare e vicoli ricchi di fascino. Qui, In un autentico dedalo di stradine acciottolate, balconi fioriti e piazzette, il tempo sembra rallentare, tra panorami mozzafiato, profumi mediterranei e storie che si intrecciano tra passato e presente.
Passeggiate lasciandovi trasportare dalla sua atmosfera rilassata, magari fermandovi all’iconico Bar Belvedere per gustare il celebre Tartufo di Pizzo un semifreddo artigianale, ripieno di cioccolato fondente e avvolto da una golosa crema gelata alla nocciola o cioccolato. Irresistibile!
Simbolo storico del borgo è il Castello di Murat, una fortezza aragonese del XV secolo che custodisce una storia avvincente: fu qui che nel 1815 fu imprigionato e giustiziato Gioacchino Murat, cognato di Napoleone e Re di Napoli. Oggi il castello ospita un museo che racconta la sua tragica fine e offre una vista spettacolare sulla costa.


A pochi passi dal centro, scavata nella roccia tufacea a ridosso del mare, si trova un luogo unico: la Chiesetta di Piedigrotta, una cappella interamente scolpita nella pietra dai marinai sopravvissuti a un naufragio, che vollero così ringraziare la Madonna.
Scendendo verso la costa ionica troviamo Capo Rizzuto dove le spiagge sono selvagge, l’acqua trasparente e la cucina? Semplicemente irresistibile.
Qui, nel weekend, non potete perdervi il famoso brunch al Salotto Aragonese, un colossale banchetto calabrese in chiave moderna. E che prezzi! A solo 25 Euro troverete di tutto: focacce alla ‘nduja, frittatine alle erbe spontanee, crostini con crema di melanzane e bottarga, primi piatti, pesce, verdure, dolci alla ricotta e spremute di agrumi locali. Un tripudio di sapori autentici, da gustare con calma, vista mare.

Proseguendo il viaggio, scoprite Le Castella, dove un meraviglioso Castello Aragonese sorge su un isolotto collegato alla terraferma da un sottile istmo e sembra fluttuare sul mare. A Le Castella. ho scoperto La Bussola un delizioso ristorantino dove lo Chef Raffaele mi ha fatto gustare un esuberante antipasto di pesce arricchito da un favoloso arancino al nero seppia, uno squisito spaghetto ai super freschi ricci di mare e un incomparabile fritto misto.

ADOTTARE UN ULIVO?
Proprio alla Bussola ho incontrato Antonio Bianco, che, oltre a essere il produttore dello squisito Olio Reale, è il creatore del progetto “Ulivo di Famiglia” che mira a coinvolgere gli appassionati direttamente nella produzione del proprio olio, per vivere un’esperienza unica, dalla cura delle piante alla raccolta delle olive, alla spremitura fino a ricevere a casa vostra l’olio del “vostri” ulivi in un’elegante bottiglia etichettata con il vostro nome!
Un approccio hands-on che non solo permette di apprezzare la bellezza e la dedizione necessarie per produrre un olio dalle eccezionali qualità organolettiche del terreno, di straordinaria complessità e gusto, creando anche un legame profondo con la terra e con il proprio prodotto.

Bravo Antonio! Vi ho incuriosito ? Vi piacerebbe “adottare” un ulivo e gustarvene il suo olio? Per iscriversi e partecipare al progetto ‘Ulivo di Famiglia’, è possibile visitare il sito mentre per conoscere i piani e i pacchetti offerti, date un’occhiata al sito di Olio Reale

Non lontano da Crotone si trova Capo Colonna, sito archeologico di grande rilevanza: qui, solitaria e fiera, si erge l’unica colonna dorica rimasta del maestoso Tempio di Hera Lacinia, testimonianza della Magna Grecia mentre sull’azzurro del mare si staglia la candida Chiesetta di Santa Maria.




Il vicino Parco Archeologico  offre un affascinante viaggio interattivo nel passato, tra preziosi mosaici, resti di mura, terme e templi che raccontano la gloria delle antiche colonie greche.

 

Puntiamo ora su Tropea, la “perla del Tirreno”! Un borgo incantato che si affaccia su un mare turchese da cartolina, con spiagge di sabbia bianca e scogliere che sembrano sospese tra cielo e acqua.
Ma Tropea non è solo bellezza naturale: è un tripudio di storia, cultura e sapori.


Passeggiando tra le viuzze del centro storico, tra palazzi nobiliari e botteghe profumate della famosa cipolla rossa di Tropea, dolce e croccante, si arriva a uno dei luoghi più iconici della Calabria: la Chiesa di Santa Maria dell’Isola. Costruita su un promontorio roccioso, sembra galleggiare sul mare.

Lì il panorama è mozzafiato soprattutto al tramonto, quando il sole colora tutto d’oro, anche i gustosi piatti tipici del Ristorante Convivio, tra cui i fileja con pomodoro, melanzanee scamorza, oppure l’eccellente testo al forno, un pomodoro ripieno con mollica di pane,capperi, olive, patate e cipolle. Una squisitezza!

Tra i suoi cittadini illustri, Tropea celebre il divo internazionale Raf Vallone a cui è dedicato il Premio Cinematografico Tradizione e innovazione anche nei gelati, qui infatti hanno inventato il gusto alla ‘nduja e al peperoncino…li ho provati…mah, sinceramente preferisco i “classici”

Che mare meraviglioso a Tropea!


E che voglia di gustare un pescato del giorno, magari su una terrazza che si affaccia sull’azzurro. Ho scoperto Sunset Beach Club un ristorante perfettamente in sintonia con il magnifico panorama. Al timone troviamo Chef Dario Jannello, che mi confessa di essere sempe stato un “curioso in cucina”, fin dall’età di 8 anni…e i rusultati si vedono , Una cucina schietta, vivace , gustosissima.
Qui il pesce trionfa, a cominciare dalle polpette di baccalà, anche nella versione “gourmet” con patate, caciocavallo silano e chutney di pomodoro, alle croccanti alici impanate (ma quanto sono buone…) servite con maionese alla nduja.Ho poi gustato una squisita impepata di cozze e un piatto di linguine e vongole che sapeva di mare,

A pochi chilometri di distanza ci aspetta Scilla, il borgo delle leggende. Qui Ulisse affrontò il mostro marino nella mitologia e oggi il fascino resta intatto.

 

 

Il Castello Ruffo, a picco sul mare, domina il panorama. Visitandolo si respira l’aria di antiche battaglie e si gode una vista mozzafiato sulle Isole Eolie.


Ai suoi piedi si trova Chianalea, soprannominata “la Venezia del Sud”. sulla Costa Viola, chiamata cosi per le incredibili cromature porporee del tramonto e per le sfumature lilla del mare.Le case sono costruite direttamente sull’acqua, e ogni vicolo è poesia. Qui ho scoperto il piccolo ristorante Bleu de toi letteralmente in mezzo al mare… un angolo suggestivo e sorprendente dove la cucina incontra i profumi del Mediterraneo.

Per rendere questo viaggio ancora più autentico e speciale, mi sono affidato a Eimì Experience, un tour organizer che sa davvero come far scoprire la Calabria vera, lontana dai soliti circuiti turistici. Con loro ogni itinerario è cucito su misura, pensato per soddisfare le richieste personali del viaggiatore. Sia che che tu voglia perderti nei borghi silenziosi, assaggiare piatti tradizionali fatti in casa o vivere esperienze con gli artigiani locali, Eimì saprà portarti dove solo i calabresi doc arrivano. Il tutto con la tranquillità di essere sempre assistito, grazie alla presenza di autisti privati puntuali e professionali e di guide esperte, appassionate e profondamente legate alla loro terra. Un modo unico e raffinato di viaggiare, per scoprire l’anima nascosta della Calabria… e innamorarsene!


Gran Finale! Eccoci a Reggio Calabria (familiarmente Rrìggiu in dialetto reggino)elegante città sullo stretto, culla di storia e cultura. Il suo lungomare, lungo 1 Km è tra le maggiori attrazioni della Calabria, arricchito da opere d’arte , sculture e una vegetazione lussureggiante. Il Definito “il chilometro più bello d’Italia” da Gabriele D’Annunzio, è un suggestivo tratto costiero che unisce storia, arte e natura. Passeggiando lungo la promenade, si è accompagnati dalla vista dello Stretto di Messina e dalla silhouette dell’Etna in lontananza. Elemento distintivo del lungomare sono le colonne design, opera di Edoardo Tresoldi, dettaglio architettonico che richiama il patrimonio greco della città. Il Lungomare è oggi luogo di incontro, eventi culturali e passeggiate al tramonto, simbolo dell’identità reggina.Tappa imperdibile è il Museo Archeologico Nazionale, moderno, luminoso, ricchissimo di reperti della Magna Grecia.  i protagonisti assoluti sono loro: i Bronzi di Riace, due statue greche di guerrieri perfettamente conservate, ritrovate in mare nel 1972. Uno spettacolo di arte e mistero che lascia senza paroleDopo tanto stupore, tappa d’obbligo nel mitico baracchino del Gelato Cesare, famoso in tutta Italia. Cremoso, naturale, con gusti che vanno dal fico d’India al bergamotto. ll mio cono con Pesto di Pistacchio e Branzato al caramello e burro salato era semplicemente da Oscar!  

DOVE DORMIRE
Considerando che gli spostameti sono ragionevolmente brevi, ho scelto la “base strategica” da cui giornalmente raggiungere le mete da visitare per poi rientrare e godermi pace, natura, tranquillità e ottime cene: l’Agriturismo Costantino, a Maida, pochi chilometri da Lamezia Terme.


Trovo che sia il punto di partenza perfetto per chi desidera scoprire la Calabria autentica, fatta di tradizioni agricole, sapori veri e calore umano. immerso tra colline morbide e baciato dal sole.
Qui la natura non è solo uno sfondo, ma la vera protagonista: uliveti che si perdono all’orizzonte, orti rigogliosi, alberi da frutto e animali da fattoria creano un’atmosfera autentica, rurale, genuina.
Il tempo rallenta, e finalmente si respira.
Il villaggio è nato agli inizi del ‘900 conserva gli alloggi originali, situati nell’ antico casale e nelle case rurali, arredati con il gusto d’epoca, camere spaziose e luminose.

 Qui tutto ruota intorno alla terra, che viene rispettata e curata con passione dalla Famiglia Costantino, capeggiata da Mariangela, custode di un sapere tramandato da generazioni.

Passeggiando tra le piante tipiche del territorio, melograni, fichi, limoni di Rocca Imperiale e ulivi centenari si percepisce la connessione profonda tra uomo e natura: è da questi ulivi che nasce l’olio extravergine d’oliva dell’azienda, protagonista indiscusso della tavola.

Un momento top all’Agriturismo è stata la lezione di cucina, dove ho imparato a preparare una delle paste più tipiche della regione: i fileja. Si tratta di una pasta lunga e arrotolata a mano con un ferro sottile, simile a un ferretto per la lana. Sembra semplice, ma richiede pazienza e cura, proprio come facevano le nonne calabresi nelle cucine di paese. Impastare acqua e farina, arrotolare la pasta e poi cuocerla al momento, magari con un sugo corposo al ragù o alla ‘nduja. Un rito magico, fatto di gesti antichi e risate condivise , grazie allo Chef Alberto Gilli, che non ha indugiato a farmeli provare in un gusttosissima versione con pomodorini, fagioli bianchi, crumble al rosmarino. 

Tra i piatti top, oltre ai tradizionali scialatielli, un cremoso riso carnaroli di Sibari alle punte di asparagi, stracchino dell’Azienda Sant’Anna e croccante al pistacchio.

Non potevamo mancare le famose patate della Sila, servite su un polpo e stracciatella di mozzarella e naturalmente, nè il piatto di pasta più esportato nel mondo: i rigatoni in salsa di pomodoro con polpettine di podolica, provala silana e prezzemolo.: sono espatriati ovunque com “spaghetti meatballs” anche se quelli italiani sono di gran lunga i migliori:

Dolce finale: i piparelli, tradizionale biscotto mandorlato di Reggio Calabria, da inzuppare in un dolce moscato.

Tra storia, mare, leggende e sapori, la Calabria vi saprà regalare emozioni forti e momenti indimenticabili. Sarà un arrivederci, non un addio!

Un grazie speciale a Paola Scuticchio e Nora Kato /Eimì Experience, Maria Antonella Cauteruccio e il Team Calabria Straordinaria

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Cesare Zucca

Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative.
Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e riporta il tutto qui, in stile ‘turista non turista’.

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English Version

THE “EXTRAORDINARY” GEMS OF “EXTRAORDINARY” CALABRIA
Text and Photos by Cesare Zucca ——–
Welcome to Calabria, history, castles, legends, a sea bluer than dreams, centuries-old olive trees that give one of the best oils in the world, excellent food and wine, where chili pepper… well, it’s practically a religion.Greeks, Romans, Normans… everyone passed through here leaving a little piece of themselves. Perched castles, ancient churches and archaeological remains pop up everywhere. Here time seems to have taken a break and between a medieval village and a ‘nduja festival, you discover that life really does have more flavor.
FOOD!FOOD!FOOD!
A trip to Calabria means generous lunches and dinners where you will be served hearty and delicious dishes, often based on the famous red onion of Tropea, the spicy and tasty ‘nduja of Spilinga, perfect on bread, the fileja, the traditional artisanal pasta, the surjaca beans, the tomatoes of Belmonte, the exquisite cheeses, such as the caciocavallo of Ciminà and the pecorino of Monte Poro, the Sant’Anna goat cheeses.

You will find an excellent selection of very fresh fish, the spectacular fried seafood and meat, the black pig, the game, an infinite variety of wild herbs including the unparalleled amaranth, desserts galore, such as the nougat of Bagnara and the cuddoriaddi, fried zeppole with potatoes and, to make sure you don’t miss anything, a nice lemon or coffee granita with cream (goodbye diet…) and of course, the spicy chili pepper.


PIZZO CALABRO
There are many “gems” to visit, starting from the charming village of Pizzo Calabro, in the heart of the Tyrrhenian coast of Calabria, set like a gem between cliffs overlooking the sea and charming alleys. Here, in an authentic maze of cobbled streets, flower-filled balconies and small squares, time seems to slow down, among breathtaking views, Mediterranean scents and stories that intertwine between past and present. Stroll around and let yourself be carried away by its relaxed atmosphere, perhaps stopping at the iconic Bar Belvedere to taste the famous Tartufo di Pizzo, a handmade semifreddo, filled with dark chocolate and wrapped in a delicious hazelnut or chocolate ice cream. Irresistible!

The historical symbol of the village is the Castello di Murat, a 15th-century Aragonese fortress that holds a fascinating history: it was here that Gioacchino Murat, brother-in-law of Napoleon and King of Naples, was imprisoned and executed in 1815. Today the castle houses a museum that tells the story of his tragic end and offers a spectacular view of the coast.
A few steps from the center, dug into the tuff rock close to the sea, there is a unique place: the Chiesetta di Piedigrotta, a chapel entirely carved in stone by sailors who survived a shipwreck, who wanted to thank the Madonna.


CAPO RIZZUTO
Going down towards the Ionian coast we find Capo Rizzuto where the beaches are wild, the water is transparent and the cuisine? Simply irresistible. Here, on the weekend, you can’t miss the famous brunch at the Salotto Aragonese, a colossal Calabrian banquet with a modern twist. And what prices! For only 25 euros you will find everything: focaccia with ‘nduja, wild herb frittatas, crostini with aubergine cream and bottarga, first courses, fish, vegetables, ricotta desserts and local citrus juices. A riot of authentic flavors, to be savored calmly, overlooking the sea.


LE CASTELLA
Continuing the journey, discover Le Castella, where a wonderful Aragonese Castle stands on a small island connected to the mainland by a thin isthmus and seems to float on the sea. In Le Castella, I discovered La Bussola, a delightful little restaurant where Chef Raffaele had me taste an exuberant fish appetizer enriched by a fabulous arancino with squid ink, an exquisite spaghetti with super fresh sea urchins and an incomparable fritto misto.

HOW ABOUT ADOPTING AN OLIVE TREE?
Right at La Bussola I met Antonio Bianco, who, in addition to being the producer of the exquisite Olio Reale, is the creator of the “Ulivo di Famiglia” project that aims to involve enthusiasts directly in the production of their own oil, to live a unique experience, from the care of the plants to the harvesting of the olives, to the pressing until receiving the oil of “your” olive trees at home in an elegant bottle labeled with your name!

A hands-on approach that not only allows you to appreciate the beauty and dedication necessary to produce an oil with the exceptional organoleptic qualities of the soil, of extraordinary complexity and taste, also creating a deep bond with the land and with your product.
Bravo Antonio! Have I intrigued you? Would you like to “adopt” an olive tree and enjoy its oil? To sign up and participate in the ‘Ulivo di Famiglia’ project, you can visit the site while to learn about the plans and packages offered, take a look at the Olio Reale site


CAPO COLONNA
Not far from Crotone is Capo Colonna, an archaeological site of great importance: here, solitary and proud, stands the only remaining Doric column of the majestic Temple of Hera Lacinia, evidence of Magna Graecia, while the white Church of Santa Maria stands out against the blue sea. The nearby Archaeological Park offers a fascinating interactive journey into the past, among precious mosaics, remains of walls, spas and temples that tell the story of the glory of the ancient Greek colonies.


TROPEA
Now let’s focus on Tropea, the “pearl of the Tyrrhenian Sea”! An enchanted village that overlooks a picture-postcard turquoise sea, with white sandy beaches and cliffs that seem suspended between sky and water. But Tropea is not just natural beauty: it is a triumph of history, culture and flavors.


Walking through the narrow streets of the historic center, among noble palaces and shops smelling of the famous red onion of Tropea, sweet and crunchy, you arrive at one of the most iconic places in Calabria: the Church of Santa Maria dell’Isola. Built on a rocky promontory, it seems to float on the sea.


There the view is breathtaking especially at sunset, when the sun colors everything gold, even the tasty typical dishes of the Convivio Restaurant, including fileja with tomato, aubergines and scamorza, or the excellent baked testo, a tomato stuffed with breadcrumbs, capers, olives, potatoes and onions. A delicacy!


Among its illustrious citizens, Tropea is famous for the international star Raf Vallone, to whom the Tradition and innovation in ice cream is dedicated. Here they invented the ‘nduja and chilli pepper flavours… I’ve tried them… well, I honestly prefer the “classics”

Welcome to Calabria!

What a wonderful sea in Tropea!
And what a desire to enjoy a catch of the day, perhaps on a terrace overlooking the blue. I discovered Sunset Beach Club a restaurant perfectly in tune with the magnificent panorama.At the helm we find Chef Dario Jannello, who confesses to me that he has always been “curious in the kitchen”, since the age of 8 … and the results are evident, a sincere, lively, tasty cuisine… Here the fish triumphs, starting with the cod meatballs, also in the “gourmet” version with potatoes, caciocavallo silano and tomato chutney, to the crispy breaded anchovies (but how good they are …) served with nduja mayonnaise.I then enjoyed an exquisite mussels with pepper and a dish of linguine and clams that tasted of the sea,SCILLA
A few kilometres away, Scilla, the village of legends, awaits us. Here Ulysses faced the sea monster in mythology and today the charm remains intact.
The Ruffo Castle, overlooking the sea, dominates the panorama. Visiting it, you can breathe in the air of ancient battles and enjoy a breathtaking view of the Aeolian Islands.


CHIANALEA
Let’s discover the charming village of Chianalea, nicknamed “the Venice of the South”. on the Costa Viola, so called for the incredible purple chromatics of the sunset and the lilac shades of the sea. The houses are built directly on the water, and every alley is poetry. Here I discovered the small restaurant Bleu de toi literally in the middle of the sea… a suggestive and surprising corner where the cuisine meets the scents of the Mediterranean.
REGGIO CALABRIA
Grand Finale! Here we are in Reggio Calabria (familiarly Rrìggiu in the Reggio dialect), an elegant city on the strait, a cradle of history and culture. Its 1 km long seafront is one of the major attractions of Calabria, enriched by works of art, sculptures and lush vegetation.

Defined as “the most beautiful kilometre in Italy” by Gabriele D’Annunzio, it is a suggestive coastal stretch that combines history, art and nature. Walking along the promenade, you are accompanied by the view of the Strait of Messina and the silhouette of Etna in the distance

. A distinctive element of the seafront are the design columns, the work of Edoardo Tresoldi, an architectural detail that recalls the city’s Greek heritage. The seafront is now a meeting place, a cultural event and walks at sunset, a symbol of Reggio’s identity.
An unmissable stop is the National Archaeological Museum, modern, bright, full of finds from Magna Graecia. the absolute protagonists are them: the Riace Bronzes, two perfectly preserved Greek statues of warriors, found in the sea in 1972. A spectacle of art and mystery that leaves you speechless.

After so much amazement, a must-see stop at the legendary Gelato Cesare stand, famous throughout Italy. Creamy, natural, with flavors ranging from prickly pear to bergamot. My cone with Pistachio Pesto and Branzato with caramel and salted butter was simply Oscar-worthy!


WHERE TO STAY
Considering that the journeys are reasonably short, I chose the “strategic base” from which to reach the destinations to visit every day and then return and enjoy peace, nature, tranquility and excellent dinners: the Agriturismo Costantino, in Maida, a few kilometers from Lamezia Terme. I find it to be the perfect starting point for those who want to discover authentic Calabria, made of agricultural traditions, true flavors and human warmth. immersed in soft hills and kissed by the sun.

Here nature is not just a backdrop, but the real protagonist: olive groves that disappear into the horizon, lush vegetable gardens, fruit trees and farm animals create an authentic, rural, genuine atmosphere. Time slows down, and finally you can breathe.

The village was born at the beginning of the 1900s and preserves the original accommodations, located in the old farmhouse and in the rural houses, furnished with period taste, spacious and bright rooms.


Here everything revolves around the land, which is respected and cared for with passion by the Costantino family, led by Mariangela, custodian of knowledge passed down through generations. Walking among the typical plants of the area, pomegranates, figs, lemons of Rocca Imperiale and centuries-old olive trees, you can perceive the deep connection between man and nature: it is from these olive trees that the company’s extra virgin olive oil is born, the undisputed star of the table.


A top moment at the Agriturismo was the cooking lesson, where Chef Alberto Gilli prepared one of the most typical pastas of the region: fileja. It is a long pasta rolled by hand with a thin iron, similar to a wool iron. It seems simple, but it requires patience and care, just like Calabrian grandmothers did in their country kitchens.

Mix water and flour, roll the dough and then cook it on the spot, perhaps with a full-bodied ragù or ‘nduja sauce. A magical ritual, made of ancient gestures and shared laughter, thanks to Chef Gilli, who didn’t hesitate to let me try them in a very tasty version with cherry tomatoes, white beans, rosemary crumble.
BUON APPETITO!
Among the top dishes, in addition to the traditional scialatielli, try the creamy Sibari carnaroli rice with asparagus tips, stracchino from the Sant’Anna company and pistachio brittle. You couldn’t miss the famous Sila potatoes, served on octopus and mozzarella stracciatella and of course, the most exported pasta dish in the world: rigatoni in tomato sauce with podolica meatballs, try it silana and parsley.:

they are exported everywhere as “spaghetti meatballs” even if the Italian ones are by far the best: Sweet ending: piparelli, a traditional almond biscuit from Reggio Calabria, to be dipped in a sweet Moscato.


HOW TO DISCOVER CALABRIA
To make this trip even more authentic and special, I relied on Eimì Experience, a tour organizer who really knows how to discover the real Calabria, far from the usual tourist circuits. With them, each itinerary is tailor-made, designed to satisfy the personal requests of the traveler. Whether you want to get lost in the silent villages, taste traditional homemade dishes or live experiences with local artisans, Eimì will take you where only the Calabrians doc arrive.

All with the peace of mind of always being assisted, thanks to the presence of punctual and professional private drivers and expert, passionate guides who are deeply connected to their land. A unique and refined way to travel, to discover the hidden soul of Calabria… and fall in love with it!


Between history, sea, legends and flavors, Calabria will give you strong emotions and unforgettable moments. A special thanks to Paola Scuticchio and Nora Kato /Eimì Experience,  Maria Antonella Cauteruccio e il Team Calabria Straordinaria
It will be a see you later, not a goodbye! Arrivederci!




CATANIA: SACRO E PROFANO, DA SANT’AGATA ALLE LUCI ROSSE…

di Cesare Zucca

Colazione da re!
Buongiorno da Catania, il rito della prima colazione non è solo granite e cornetti caldi. A Catania si parte col piede giusto già al mattino con squisitezze dolci e salate, ravioli alla ricotta, cannoli, paste di mandorla e espresso. l miei bar preferiti sono il centralissimo Prestipino e la Pasticceria Savia

Piazza del Duomo
Inizio classico dalla Piazza, cuore della città e punto di partenza per numerosi tour in provvisti di audioguida. Durano circa 40 minuti e vi daranno una visione piuttosto completa della città.Oltre al Palazzo del Municipio, spicca l’emblema della città: la Fontana dell’Elefante, scolpito nella lava nera, sormontato da un obelisco egizio. La leggenda vuole che questa statua abbia il potere di placare la rabbia dell’Etna.

Cercate il modo più emozionante per scoprire Catania?
Salite a bordo di un segway tour per una visita guidata su due ruote. Dura 3 ore, tutti possono partecipare ed è molto divertente!La Cattefrale di S. Agata
Dietro la fontana, c’è il Duomo di Catania. dalla spendida facciata in marmo bianco. L’interno è dedicato alla giovane martire Sant’Agata, potrete vedere anche la tomba di Vincenzo Bellini, il famoso compositore nato a Catania nel 1801, autore di numerose opere, tra cui “Norma”, il suo capolavoro. La visita è gratuita, tutti i giorni della settimana.
Pesci e dintorni
Proprio dietro piazza del Duomo, un’ imperdibile passeggiata nella ‘Pescheria’, il mercato del pesce. Ma attenzione, è un vero mercato autentico! Passeggerai tra pesci spada decapitati, aragoste, sardine e acciughe. Adiacente alla Pescheria c’è un mercato più classico, rinomato per la sua vasta scelta di formaggi ma anche, e questo è meno allettante, per la vendita di carcasse di animali e teste di pecora, corna incluse! I mercati si tengono ogni mattina nei giorni feriali.


Un altro ottimo modo per scoprire i mercati di Catania e la gastronomia locale è optare per una bella camminata con un tour street food guidato da guide locali. che, oltre a  una panoramica storica della città, dei vicoli e delle piazze della città vecchia, vi darà la possibilità di assaggiare molte delizie culinarie: arancini, polpette di carne di cavallo, formaggio e olive locali, cannoli, cassatelle di ricotta eccetera, senza dimenticare le deliziose spremute di arance e melograni fatte sotto i vostri occhi.

Piazza dell’università
All’estremità meridionale di Via Etnea, scoprirete un vero gioiello: Piazza dell’Università, circondata da due magnifici palazzi uno di fronte all’altro: il Palazzo dell’Università che ospita la vecchia università e il Palazzo San Giuliano. Racchiudono suggestivi cortili interni, non esitate a entrare.Villa Bellini
Dovete assolutamente andare nei giardini di Villa Bellini, grande polmone verde ben incastonato nel cuore della grande città csono l’ideale per godersi un po ‘di freschezza, riposarsi o , nella bella stagione, fare un picnic. Vi aspettano grandi alberi, fontane, un parco giochi per bambini, feste e concerti nel suggestivo gazebo fine secolo e il Viale degli Uomini Illustri, dove spiccano i busti di Mazzini e Verga. Il parco è aperto fino alle 22:00, purtroppo scarsamente illuminato.

Una grande strada e un gioiello nascosto
Via Crociferi è la seconda strada da percorrere durante la tua visita a Catania. Potrebbe essere soprannominata ‘Strada delle Chiese’,  che qui sono davvero numerose e generalmente aperte solo al mattino. Vi segnalo  quella di San Giuliano e San Francesco con i suoi candelabri giganti e l’ex monastero benedettino di San Nicolò, il secondo più grande in Europa.

 Se desideri visitare un luogo magnifico, totalmente sconosciuto ai turisti, ti consiglio vivamente di recarti alla Biblioteca Ursino Recupero, situata accanto al Monastero. La visita dura circa un’ora.

Il ‘Colosseo’ ( o quasi…)
Eccoci al Anfiteatro Romano, soprannominato Colosseo, di cui non è rimasto molto. Riesce sempre a stupire per la sua architettura e le sue volte massicce.Vedendolo lì, in piedi in mezzo a edifici moderni è davvvero sorprendente!

Il fiume nascosco
La Catania sotterranea ha il suo fiume, l’Amenano che, prima di irrompere nella festosa cascata dell’Acqua ‘o’ linzolu’ in Piazza Duomo, scorre attraverso un percorso misterioso tra cunicoli, chiese, terme e anfiteatri.Il fiume alimentava pozzi e fontane, come il leggendario pozzo Gammazita, nel cuore del centro storico, 12 metri sotto il livello del suolo e sovrastato dall’imponente fronte lavico del 1669.Al ristorante Putia dell’Ostello si puo’ bere un drink o cenare sottoterra sulle sponde del fiume al suono di canti siciliano o di musica jazz.

Castello Ursino
Antica fortezza normanna che oggi ospita il Museo Civico la cui visita è gratuita.In origine, questo castello ora situato sulla cima di una collina fu costruito su una scogliera, a picco sul mare. È davvero difficile da immaginare, dato che è oggi circa 1 km nell’entroterra!Molti terremoti e l’enorme eruzione vulcanica dell’Etna nel 1669 cambiarono completamente il paesaggio della zona. Si pensa che i flussi di lava abbiano circondato il castello senza danneggiarlo. Ospita un’importante collezione archeologica composta da vasi in ceramica, sculture e dipinti.


Luci rosse!
San Berillo era conosciuto come uno dei quartieri della prostituzione più popolari di tutto il Mediterraneo. Dopo lo sventramento degli anni ’50  è diventato il principale punto di riferimento di comunità straniere, transessuali e prostitute. Oggi l’ex-quartiere a luci rosse  è uno dei luoghi più misteriosi della città per la sua mescolanza di sacro e profano, graffiti e storie nascoste.

Ultimamente si è voluto ridare a San Berillo la giusta dignità. Interessante il ‘Catania Segreta Tour’, per conoscere la storia e i protagonisti che hanno abitato il rione e il ‘Vicolo delle Belle’ è stato decorato da grattifi d’autore, anche il cinema si è interessato: la regista Maria Arena lo ha raccontato nel suo docu-film ‘Gesù è morto per i peccati degli altri’

Destinazione Etna
Come ignorare ‘a Muntagna’ come lo chiamano i catanesi?L’Etna è a circa 20 chilometri dalla città. Potete salire in auto o in bus fino al rifugio Sapienza e poi raggiungere il cratere, con un minibus guidato. Molte compagnie di tour, tra cui Getyourguide, offrono gite fino al cratere fornendoti una guida e l’equipaggiamento adatto.

Sant’Agata, che festa!
Dal 3 al 6 Febbraio la Festa di Sant’Agata attira milioni di visitatori da tutto il mondo, oltre a coinvolgere i cittadini etnei, che si riversano per le strade di Catania, colorandola di folklore, religiosità e cultura. I  riti religiosi cominciano con la Messa dell’Aurora, quando il prezioso mezzobusto contenente le reliquie di Agata, viene caricato sul fercolo (“a vara”) e portato in una suggestiva processione fino al momento più spettacolare, “a cchianata ‘i Sangiulianu” dove viene trasportato di corsa dai devoti lungo la ripida salita di Via San Giuliano. Seguono grandiosi giochi d’artificio in Piazza Palestro, Piazza Cavour e Piazza Duomo.

Come la fenice
Catania è stata distrutta ben nove volte tra invasioni, eruzioni e terremoti. Ma è sempre risorta, come l’araba fenice. Su Porta Garibaldi si trova infatti la scultura di una fenice e la scritta in latino “Melior de cinere surgo” cioè “dalla cenere risorgo sempre più bella”

Dove mangiare

Borgo di Federico, Cucina mediterranea, pizze, primi, pesce e le tradizionali polpette di carne di cavallo, specialità locale.Sapio, ristorante stellato, sicilianità rivisitate dallo Chef Alessandro Ingiulla con fantasia e alta cucina.Se invece vi sentite più americani, tuffatevi da FUD per una ricca e soprendente lista di generosi hamburgers.Dove dormire
Ho selezionato per voi due strutture, diverse ma, secondo me, interessanti.
Duomo Suites & Spa
Palazzo del 700, Ogni camera è dedicata a un film di ispirazione siciliana come Il Padrino, Malena, Jonny Stecchino. Colori, arredi, atmosfera rimandano a scenari e personaggi. Anche le eleganti suites hanno nomi come Il Gattopardo, Visconti, Tornatore e Cosa Nostra.La mia camera era Nuovo Cinema Paradiso! Letti super comfort, ho dormito tra le nuvole…Piccola ma ben attrezzata SPA  a disposizione e alla mattina uno straordinario breakfast su misura, infatti oltre alle delizie locali, dolci e salate e perfino verdure sottolio fatte in casa, vi verranno serviti cannolini freschi rimpiti al momento con i vostri gusti preferiti, dal cioccolato alle mandorle, al pistacchio di Bronte (che  adoro…) Consigliabile!

Katane Palace
Katane è l’antico nome della città, di conseguenza questo in questo hotel si respira un’atmosfera classica e vagamente retro. Molto accogliente, dalla reception ai servizi, alle spaziose camere, che , nonostante diano sulle strade, sono super silenziose.

Qua e la’ qualche tocco di artigianato siculo, pezzi originali che impreziosiscono l’ambiente.

Centrale e ben servito dai mezzi e a pochi minuti dalle attrazioni maggiori. Ottimo rapporto qualità-prezzo e un bellissimo giardino dove potrete fare un’abbondante prima colazione e iniziare alla grande la vostra giornata. Consigliabile!!

INFO
Come arrivare a Catania

Treno
Frequenti treni corrono lungo la costa orientale da e per Taormina (ma la stazione di Taormina è una lunga passeggiata sotto la città, a Giardini Naxos meglio prendere il Bus) e Messina, poi a Napoli e Roma ecc. Altri treni raggiunggono anche Enna, Palermo (più lenti dei bus) e Siracusa. Una strada panoramica corre verso l’interno per Caltagirone e Gela. C’è un treno al giorno per Agrigento. La stazione ferroviaria si trova a 10 minuti a piedi dal centro della città
Aereo
Aeroporto di Catania-Fontanarossa con voli di linea e charter in arrivo da destinazioni in tutta Italia e in Europa. Dall’aeroporto, ci sono autobus ogni mezz’ora (Alibus) per la stazione di Catania autobus (proprio di fronte alla stazione ferroviaria principale: Catania Centrale). Il viaggio dura circa 20 minuti. I biglietti sono venduti a bordo (4 euro). Non dimenticate di convalidare il biglietto una volta che vi trovate all’interno del bus. Se andare al Duomo, la fermata più vicina si chiama “Archi”, a pochi metri di distanza.
Auto
Per i veicoli provenienti da Milano, Autostrada A1 Napoli-Milano, proseguire per la Salerno-Reggio Calabria uscita Villa San Giovanni e imbarcarsi per la Sicilia.- Messina » Catania Autostrada A18 km 95- Palermo » Catania Autostrada A19 km 195
Traghetto
Diversi traghetti arrivano dall’Italia continentale verso Catania. C’è un traghetto durante la notte che viaggia ogni giorno tra Napoli e Catania, così come quelli da Genova e Civitavecchia. Si può anche ottenere un traghetto da / per La Valletta, Malta.
Autobus
Frequenti tragitti da e verso Taormina, Messina, Enna, Caltanissetta, Ragusa e Siracusa. Meno frequenti per tutte le destinazioni locali, Napoli, Roma, ecc. La stazione principale degli autobus si trova di fronte alla stazione ferroviaria e a 10 minuti a piedi dal centro della città.

Cesare Zucca
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative.Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e riporta il tutto qui, in stile ‘turista non turista’.




Lussemburgo per un piccolo, grande weekend

di Cesare Zucca
Siete alla ricerca di una destinazione insolita per un prossimo weekend?
Scopriamo insieme uno degli stati più piccoli d’Europa ma senza dubbio una destinazione incantevole per la sua fortezza storica, i bellissimi paesaggi e l’eleganza cosmopolita : il Granducato di Lussemburgo, uno dei paesi fondatori dell’Unione europea. Insieme a Bruxelles e Strasburgo, Lussemburgo accoglie le sedi di diverse istituzioni dell’UE.


La capitale, la Città di Lussemburgo, fondata nel 963, è posta su due zone completamente divise, raggiungibili con i mezzi pubblici, che in Lussemburgo sono gratis. Il centro è facilmente raggiungibile in bus dall’aeroporto situato subito fuori dal terminal. Aventuratevi sul Chemin de la Corniche, uno splendido sentieri su un bastione del XVII secolo, costruito dagli spagnoli e dai francesi. È una passeggiata davvero suggestiva fino all’ascensore panoramico Pfaffenthal che vi porterò nella Città Alta

DA VISITARE
La città si divide in quartieri, ecco i più interessanti:
Il quartiere Grund, il più visitato e caratteristico, per accedervi ci sono diverse modalità: a piedi oppure con l’ascensore St Esprit vicino al Palazzo di Giustizia. Avventuratevi nelle suggestive viuzze, costeggiate delle “casematte”, ovvero una rete di circa 23km di cunicoli che difendevano la città. Qui troverete il Museo di Storia Naturale e l’antica Abbazia di Neumunster, che ora ospita l’Istituto Europeo dei Percorsi Culturali.

Il Pfaffenthal è un quartiere verde e boscoso della città bassa ed è la meta preferita per chi cerca natura, ama fare jogging e tranquille biciclettate. E’ raggiungibile sia con l’ ascensore panoramico che lo collega al parco della Fondazione Pescatore, sia con la funicolare che lo collega al quartiere Kirchberg, sede di tutte le attività legate all’Unione Europea e la relativa banca. Qui troverete la Philharmonie e il museo d’arte moderna Mudam.


Il Clausen è un quartiere verde, famoso per gli antichi birrifici che oggi poi diventati sono locali di moda, mentre il quartiere Bonnevoie, dalle tipiche “rotondes”, che ospitano eventi culturali ed artistici, in una zona dallo stile stile bohémien, molto frequentato dai giovani.


La Città Alta impreziosita dal meraviglioso parco che si sviluppa dalla Fondazione Pescatore fino al ponte Adolphe Qui scoprirete edifici e monumenti di straordinaria bellezza, come la Cattedrale di Notre-Dame dalle altissime guglie gotiche, il Museo Nazionale d’Arte e Storia, il Bank Museum e il Palazzo Granducale, quasi nascosto in una delle strade vicine alla grande piazza Guglielmo e Piazza d’Armi per un momento di relax in uno dei tanti bar e bistro


ENO-GASTRONOMIA
La cucina lussemburghese propone piatti abbondanti e casalinghi con prodotti regionali, tra cui patate, frutta, verdura, carne e pesce. Il piatto nazionale è judd mat gaardebounenen a base di stinco di maiale e fave, Tra le specialità; la zuppa di fagiolini Bounenschlupp, il Kuddelfleck a base di trippa e servito con una salsa di pomodoro, l’Hong am Rèisleck, pollo cotto nel vino bianco con verdure, spezie e funghi, Non manca la cacciagione: l”Huesenziwwi a base di lepre in salmì servito durante la stagione della caccia e le lëtzebuerger grillwurscht, tipiche salsicce speziate e il prosciutto Éisleker marinato e poi affumicato. Altri piatti includono gnocchi di fegato (quenelle) con crauti e patate lesse, Träipen (sanguinaccio) con salsa di mele, salsicce con purè di patate e rafano Per chi ama i dolci Quetschentaart, crostata ricoperta di prugne e le ciambelline Verwurelt Gedanken

I pesci dei fiumi locali, come trote, lucci e gamberi, sono alla base di piatti come il F’rell am Rèisleck (trota in salsa Riesling), l’Hiecht mat Kraiderzooss (luccio in salsa verde) e il Kriibsen (gamberi), solitamente preparati in salsa Riesling. Fritür e la golosa frittura di pesciolini del Fiume Moselle,

E NEL CALICE?
Ottimi vini provenienti dal confine con Francia e Germania. I vitigni principali sono Auxerrois, Riesling, Pinot Bianco, Pinot Nero, Rivaner (Müller-Thurgau) e Gewürztraminer. Il Lussemburgo è noto anche per il suo spumante Crémant, bevanda preferita per le occasioni di festa e le celebrazioni tradizionali. Appena fuori città vi aspettano le Caves Saint Martin, una delle cantine più caratteristiche, perché scavata nella roccia.


La birra più famosa del Lussemburgo è la Bofferding, prodotta dalla Brasserie Nationale, che è leader del mercato della birra nella Grande Regione. Anche la birra La Chouffe e la Mc Chouffe, prodotte dalla Brasserie d’Achouffe, sono molto conosciute come la Diekirch o il vin brulè da gustare anche in strada.

Che ne pensate di u futuro weekend alla soperta del Lussemburgo?

 




SCOPRIRE L’AMERICA: ALBUQUERQUE E TAOS NELLA MAGIA DEL NEW MEXICO

TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA –

Fuga dallo stress cittadino? Desiderio di un meritato city break? Voglia  di conoscere culture antiche e nuove, ma sopratutto… non veder l’ora di viaggiare lontano?La meta è il New Mexico, USA, per scoprire un mondo magico e sentirsi benvenuti nella Land of Enchantment, la Terra Incantata.

In questa destinazione di sogno vi aspettano una miriade di momenti tessuti da storie, leggende, e bellezze naturali. Qui troverete arte e artigianato, oltre ai mervigliosi gioielli di turchesi e i tradizionali piatti al sapore di chile, il peperoncino piccante, grande protagonista della ricca cucina locale.

Tra le gemme di questo Stato, oltre la capitale Santa Fè, spiccano Albuquerque, e Taos, ambedue città da incanto e a distanza ragionevol l’una dall’altra, quindi un itinerario ideale per chi volesse passare qualche giorno alla scoperta del New Mexico e per vivere un’avventura attraverso rocce e pianure, cittadine rurali e riserve indiane, incrociando la mitica Route 66.

ALBUQUERQUELa città più popolata. Le sue case color mattone sono in tipica struttura adobe, un impasto di paglia e terra, tramandato dai tempi dei primi abitanti indiani. Tutta da scoprire la Old Town, il centro della città dove troneggia la Cattedrale dedicata a San Felipe de Neri.

Da visitare Indian Pueblo Center (2401 12th St) che attualmente ospita la mostra “The Zia Sun”, National Hispanic Center (1701 4th St) che ospita opere dei più importanti artisti della regione  La zona per uno shopping tendenza è Nob Hill, popolata da coloratissime mini boutique e artigianato indio sia dalla foggia tradizionale, sia rivisitato in chiave moderna. Qui troverete di tutto, dalla moda etnica alle borse in paglia fatte a mano a un’infinità di oggetti per la casa e irresistibili souvenir.

Per un lunch trendy The Zinc (3009 Central Av) famoso per la sua tradizionale zuppa al peperoncino verde e gli insoliti tacos di pesce. Per alloggiare esistono molti storici bed and breakfast, piccoli e ben tenuti, come il Mauger (701 Roma Av) in attivita’ fin dal 1897 e le romantiche casitas della Casas de Suenos (310 Rio Grande). Una menzione speciale merita Los Poblanos Inn (4803 Rio Grande), una villa antica rinnovata con elegante sobrietà.

Offre suites, camere e piccoli appartamenti privati. Nella sua lavander boutique, si possono trovare essenze, crème e persino marmellate ricavate dalla profumatissima lavanda che cresce intorno alla proprietà.

Il cortese team di www.itsatrip.org è una fonte preziosa di consigli, prenotazioni, itInerari ed escursioni, quindi di grande aiuto per chi si voglia avventurare in questa terra.

Chi ama i panorami mozzafiato e non soffre di vertigini, potrà provare l’ebrezza di un viaggio a bordo del Sandia Peak Tramway, mentre tappa d’obbligo è visitare il suggestivo pueblo indiano di Acoma dove gli abitanti (pare non più di venticinque) vivono in curiose case accessibile da bianche scale esterne.

Quà e là troverete meravigiosi esempi dell’artigianato più tipico, come meravigliose ceramiche e vasi finemente decorati a mano.

TAOSE’ una rinomata meta sciistica in inverno e una gioiosa tappa durante l’estate. La sua adorabile piazzetta si anima di feste, danze, parate, mostre d’arte, competizioni di mongolfiere e di auto d’epoca. In numerosi ristoranti dai tranquilli patio all’ aperto, si possono gustare tipici piatti di enchiladas e sopaipillas, serviti con generose margarita.

E’ un vero paradiso dello shopping, soprattutto per chi ama il turchese, presente nel Turquoise Trail, un percorso dove sbucano le pittoresche le cittadine di Madrid, Cerrillos e Golden.

Taos ha un importante pueblo. E’ davvero difficile datarlo, alcuni archeologi sostengono che sia stato abitato dagli indiani, ancor prima che Colombo scoprisse l’ America. E’ tuttora abitato da 250 indiani, che si tramandano oralmente la storia e le leggende della città. Una visita interessante, dove però è assolutamente vietato fotografare.

La natura circostante è ricca di monti e rocce, ai piedi delle catena montuosa Sangre de Cristo Mountains, sorge El Monte Sagrado Resort and Spa, un complesso che si snoda intorno al cosidetto Sacred Circle, uno spazio protetto con una fonte di riciclaggio dell’ acqua.

Ottantacinque abitazioni, una ricca spa e tre ristoranti il cui arredamento si ispira alla cultura dei nativi indiani e ai miti e alle leggende di questa terra davvero incantata.

INFO visitalbuquerque.orgtaos.org                                                                                                                          Cesare Zucca                                                                                         Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative.Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘turista non turista’.

 
 



Weekend top nell’incanto delle Langhe

Testo e Foto di Cesare Zucca
Continua la nostra avventura “langarola” tra borghi, storia, cibi e soprattutto vini eccellenti, incorniciati da un territorio magico: le Langhe, patrimonio Unesco in Piemonte.
La nostra meta è uno dei borghi più suggestivi: La Morra.

Fu fondato verso la fine del XII secolo dal Comune di Alba: gli abitanti furono considerati cittadini albesi fino a quando, più tardi, divenne libero Comune.


Sulla bella piazza del Centro si affacciano la Chiesa di San Martino e la Confraternita di San Rocco, più in alto, dal Belvedere di Piazza Castello, è possibile godere di uno dei punti di vista più spettacolari su tutte le Langhe.
Nella frazione dell’Annunziata scoprirete l’ Abbazia Benedettina di S. Martino, sede del Museo Ratti che conserva una ricca documentazione relativa alla storia e alle tecniche dell’enologia e della viticoltura: strumenti di misura, attrezzi del vignaiolo e del bottaio, aratri e gioghi, torchi, bottiglie; statuti comunali, bandi campestri di vendemmia, regolamenti per la circolazione e la vendita del vino, oltre alle carte delle zone d’origine dei vini albesi
Concedetevi delle piccole soste per scoprire gioielli d’arte come la Torre Campanaria, la Cappella del Barolo.e naturalmente le numerose cantine e vigneti. Ne ho scelte due rinomate per la loro straordinaria produzioni di vini, sopratutto il “Re dei vini”, il Barolo.


CANTINE DOSIO
Tutto top, dall’ accoglienza nella originaria casa colonica tra filari di vite che disegnano il profilo delle colline,alla spettacolare cantina, circondata da 10 ettari di vigneti e immersa in un contesto paesaggistico straordinario.

Create alla fine dell' 800 da Carlo Vietti ospitano ancora oggi delle spettacolari degustazioni di vini iconici, disegnate ad hoc sulle preferenze del cliente, che ha anche la possibilità di alloggiare nella tranquillità dell'adiacente adults only Resort

Tra le gemme Dosio spiccano ottimi bianchi, come RIESLING e SAVIGNON OLIVIA, perfetto accostamento con il ricco tagliere che accompagna le degustazioni.


SAVIGNON OLIVIA, perfetto accostamento con il ricco tagliere che accompagna le degustazioni .
BAROLO FOSSATI 2019 dal colore rosso intenso e sentori di viola e ciliegia, fieno e cuoio. Ha un gusto
gradevolmente asciutto e completo grazie all’ottimo equilibrio tra l’acidità e i nobili tannini del Nebbiolo.Vanta un affinamento in botti grandi per almeno 18 mesi, perfetto per carni rosse, selvaggina, brasati e ricchi formaggi stagionati.
BAROLO del comune di La Morra, Le cui uve crescono dove il terreno cambia in sabbie più ricche.
Il vigneto si estende sulla collina Serradenari, abbracciando diverse esposizioni ed altezze e che sviluppano caratteristiche diverse a seconda di dove crescono le viti. BAROLO SERRADENARI, vitigno Nebbiolo in affinamento per almeno 18 mesi. Al palato regala profumi di viola, rosa e ciliegia che evolvono in leggera nota di cioccolato e fieno Il Gusto è gradevolmente asciutto e completo grazie all’ottimo equilibrio tra l’acidità e i nobili tannini del nebbiolo.

 

CANTINE VIETTI
Suggestive e monumentali. è possibile visitarle, accompagnati da personale specializzato che illustrerà i processi di vinificazione, racconterà i vigneti e farà degustare i vini delle ultime annate. Al termine del tour vengono offerti diversi tipi di degustazioni: la Classica e la Experience, per provare le annate più rinomate e rare, anche in formula privata.
La cantine diventano un luogo dove luogo dove l’arte e il vino parlano la stessa lingua. entrambi al servizio del bello, espresso sulle meravigliose etichette e sui fantasioni poster.


Da segnalare la Trekking Experience, per coloro che desiderano passeggiare tra le vigne, osservare la loro crescita, approfondire la storia del marchio.


Tra i gioielli di Vietti:
ROERO ARNEIS, un bianco dalla spiccata mineralità e freschezza. Colore giallo paglierino con freschi aromi floreali, di agrumi, melone, pesca e note floreali come fiori di acacia e biancospino. Perfetto per un aperitivo accompagnato da crudites, verdure e pesce crudo. DERTHONA TIMORASSO, un bianco atipico, la cui fermentazione, di circa 4 settimane viene effettuata in parte in ceramica, in parte in tini di legno e in parte in acciaio. Il vino matura per 10 mesi complessivi negli stessi contenitori nei quali avviene la fermentazione e rimane a contatto con le fecce fini fino all’estate successiva. ideale con il tradizionale Vitello tonnato alla Piemontese.

 Passiamo ai rossi: un eccellente BARBARESCO e il BAROLO CLASSICO 2021, dal gusto affumicatoe dalla struttura intensa e elegante . Nella produzione Vietti troviamo bottiglie pregiate come il BAROLO MONVIGLIERO proveniente dalla un vigneto collinoso, storicamente riconosciuto come uno dei più idonei alla vinificazione a uva intera
Colore, un vivace rosso rubino. Al naso è delicato ma intenso, con note di frutti rossi maturi e spezie finissime. Al palato spicca un’eleganza inconfondibile con sentori di fragolina, rosa e ciliegia.. In accoppiamennto regale con il bunet, classico budino al cioccolato.

 

DOVE MANGIARE

Le Case Della Saracca
La sua originalità unica sta proprio nel fascino delle antiche mura di pietra e grotte scavate a mano.
In questo magico spazio, grazie a un accurato lavoro di restauro, Giulio, intrepido proprietario,  ha saputo mantentenere l’atmosfera storica con un tocco personale., associando vetro e acciaio a legno e pietra.

Il menu offre una cucina tradizionale e i piatti forti della casa, tutti a base di carne. Vitello tonnato con salsa cremosa, flan di zucca con fonduta, gnocchi”raviolesi” della Valla Varaita con toma e tartufo nero.

La vera specialità è la carne  alle generose costate di vitella fassona, rigorosamente servite fumanti con patate al forno, stinco di maiale alla birra, al coniglio con rosmarino e peperoni

Il ristorante ha anche un proprio negozio di alimentari nella zona bar. Prosciutti, salsicce, formaggi e altro sono esposti in vetrina come abiti firmati o gioielli preziosi, creando ancora una volta un’atmosfera originale e unica nel suo genere.iNFO


https://www.visitlamorra.it/

https://www.saracca.com/ristorante.html

Vietti

Dosio




Messico: meraviglioso Yukatan e la scoperta della “hierba chaya”

di Cesare Zucca —Oggi vi porto in Messico, alla scoperta della miracolosa hierba chaya, detta anche “albero di spinaci”, pianta sempreverde originaria della penisola dello Yucatan, dello stato di Tabasco e antico alimento base nella dieta dei Maya, che l’avevano soprannominata chay.Perché miracolosa? Come confermato dal Mexican National Institute of Nutrition, la chaya combatte diabete, calcoli e artriti. migliora la circolazione sanguigna e la funzione della memoria, aiuta la digestione, aumenta calcio nelle ossa, aiuta a perdere peso, controlla colesterolo e previene la tosse. E’ ricca di antiossidanti, possiede calcio, potassio, vitamina C e carotenoidi. Beh, di più non si può…ed è pure buona, infatti ricorda il sapore degli spinaci, che supera per ricchezza di ferro e fibre crude. Cresce nelle regioni costiere del Golfo del Messico e del Mar dei Caraibi. Sebbene possa essere trovata in altre parti del continente come l’America Centrale, Cuba e Porto Rico, la chaya è ancora una specie vegetale relativamente sconosciuta alla maggior parte delle persone. Meta “chaya” di rigore è Merida (Yukatan) chiamata “la citta’ bianca” per i candidi abiti temos delle donne maya.Da vedere a MeridaPalazzo Municipale, Palacio Cantón Rosa, Museo de Antropología e Historia con una strepitosa raccolta di arte maya.Cattedrale di San Ildefonso la più antica dell’intero continentePlaza Mayor circondata da edifici costruiti durante il periodo coloniale, tra il XVIII e il XIX secoloPaseo de Montejo è il corso principale della città, elegante ed alberato e il suo distretto più glamour, ispirato ai boulevard francesiQuinta Montes Molina, che espone una vasta collezione di pregiate sculture, tappeti, dipinti e tipico vasellame e i coloratissimi capi di abbigliamento ricamati a mano.Izamal, , Muna e Tical, piccoli pueblos, dove  scoprirete i colorati mercati in cui si vendono panieri e vasi fatti a mano. Bellissimi e a prezzi convenientiSe siete appassionati dalla misteriosa storia dei maya, recatevi a Uxmal, nota per la sua “Piramide dell’indovino” così chiamata in ricordo del leggendario indovino che l’avrebbe eretta da solo in un unico giorno, oppure lasciatevi stupire della celebre Piramide del Dio Serpente Kukulkan, nel sito archeologico di Chichén Itzá.Ad avere reso particolarmente famosa la piramide di Chichén Itzá è il gioco di luci ed ombre che investe la struttura nei giorni degli equinozi di primavera e autunno, quando il sole proietta una serie di luci e ombre sulla balaustra situata sul lato nord-occidentale della piramide creando l’illusione di un serpente piumato che striscia lungo la piramide. Spettacolo!Non fatevi mancare Un tuffo nell’acqua cristallina del Cenote di Cuzama, e una tappa nella Riserva della Biosfera Ría Celestún o Rio Lagartos per ammirare i numerosi fenicotteri rosa.I mille usi della chaya

Tradizionalmente le foglie di chaya si cucinano immergendole in acqua bollente per 20 minuti e si consumano condite con olio o burro. Si possono aggiungere mais e semi di zucca o utilizzarle nella preparazione del tamal, piatto tipico della cucina mesoamericana e non sfigura (anzi…) come condimento di una pasta vegetariana. Le foglie possono essere accompagnate con zuppe, brodi, riso o uova. Vengono anche utilizzate nella preparazione di tortillas, empanadas, frittate e creme o di diversi piatti tradizionali regionali, come il Dzotobichay o Tobil Chay Ts’o, un tamal ripieno di uovo, salsa di semi di zucca e pomodori.

Ottima saltata in un tipico comal di terracotta, con uova, cipolle e pomodori oppure servita nel breakfast insieme alle uova, insieme a foglie di menta diventa una deliziosa tisana fredda, mentre ghiacciata e arricchita da pezzetti di ananas, si trasforma in un meraviglioso gelato.Non mancano le ricette gourmet. Sempre a Merida, nell’elegante Taberna de los Frailes ho assaggiato una deliziosa zuppa con chaya e panna, mentre a Xcanatun, nel ristorante Casa De Piedra, viene servita su tagliatelle con pomodorini, brie e boccoli oppure come mousse accompagnata da mele caramellate e salsa di pere. La Chaya Maya, uno storico locale di Merida, famoso per la zuppa di lime e il recado negro, il tacchino stufato mentre Fundación Mezcalería, un curioso ristorante in stile retrò vi offirirà il il mezcal più gustoso, mentre il ristorante di  Manson Merida serve una vera sopa de lima, classica zuppa di tacchino servita con aqua de chaya

La crema con chaya e panna della Taberna de los Frailes, Merida

Ma per vivere la chaya alla maniera yucateca, assaggiatela nelle stradine di Merida, dove le donne Maya nei loro candidi abiti fiorati, la usano per farcire empanadas e tamales spesso accompagnati da una vivace salsa di pomodoro fresco.La chaya è tipica dello Yucatan ed è difficile trovarla altrove, anche se non mancano le eccezioni.  A Los Angeles, al ristorante Chichen Itza, dove vengono offerti anche i semi e le attrezzature per coltivarla a casa., ma la potrete trovre anche online, basterà cercare “ chaya” o “chaya powder” e la troverete molti siti (Amazon incluso) mentre alcuni siti specializzati, come Etsy e Nutri-Me  vendono foglie, polvere e semi online, naturamente per crescere un bel cespuglio di chaya occorre un clima il più yucateco possibile.Attenzione!
Mai consumarla cruda perchè le sue foglie contengono glicosidi cianogenetici, altamente tossici, ma che fortunatamente vengono distrutti durante la cottura, meglio se eseguita in pentole di terracotta o vetro pirex.




Scopriamo Annecy, la Venezia delle Alpi

by Cesare Zucca

Nel 1895 Annecy contava solo 20.000 abitanti e 6 alberghi. Dopo numerose modernizzazioni del territorio, come l’arrivo della ferrovia nel 1866 e la creazione del primo improvvisato ufficio turistico, ospitato , pensate, dalla sede dei vigili del fuoco all’incrocio tra rue du Pâquier e quai Eustache Chappuis per essere trasformato nel 2025 in Ente del Turismo con l’integrazione del territorio di Fier e Usses. Nel corso degli anni, Annecy è diventata una meta desiderata da turisti di tutto il mondo, trasformandosi e arricchendosi di nuove strutture, ma mantenendo intatto lo charme di una volta., grazie al suo lago e alla qualità del paesaggio sulle sue rive. Non è un caso che ogni anno Annecy accolga 3 milioni di visitatori!

In 1895, Annecy had only 20,000 inhabitants and 6 hotels. After numerous modernizations of the territory, such as the arrival of the railway in 1866 and the creation of the first improvised tourist office, hosted, imagine, by the fire department headquarters at the intersection of rue du Pâquier and quai Eustache Chappuis to be transformed in 2025 into a Tourist Board with the integration of the territory of Fier and Usses. Over the years, Annecy has become a desired destination for tourists from all over the world, transforming and enriching itself with new structures, but maintaining intact the charm of the past, thanks to its lake and the quality of the landscape on its shores. It is no coincidence that Annecy welcomes 3 million visitors every year!

Immergiti in questa meravigliosa città e scopri la sua storia, i suoi monumenti, il suo lago verde-blu, le sue colorate vie pedonali e i suggestivi canali che attraversano il centro storico che le hanno fatto guadagnare il soprannome di “Venezia delle Alpi”

Immerse yourself in this wonderful city and discover its history, its monuments, its blue-green blue-green lake, its colorful pedestrian streets and the suggestive canals that cross the historic center that have earned it the nickname “Venice of the Alps”.

Annecy-le-Vieux The old town invites you to stroll, between Savoyard restaurants, souvenir shops, local products. Strolling through the maze of cobbled streets, you will inevitably come across the Palais de l’Ile, an emblematic monument of Annecy. Built on a natural rocky island and classified as a historical monument in 1900, the Palais de l’Ile has been a prison, a courthouse and an administrative center.

L’altopiano di Glières (1450 m) Panorama mozzafiato sui monti Auges e Frêtes. Dal 1973, in mezzo alla natura incontaminata, sorge il monumento a Emile Gilioli, simbolo di Resistenza e speranza.

Talloires, il più elegante dei villaggi costieri del lago di Annecy, vanta una storia millenaria. La bellezza della sua baia, incastonata in un ambiente montuoso, ha attratto artisti e personaggi illustri del mondo fin dal XIX secolo


Pont des Amours
E’ senza dubbio il luogo più romantico della città e il punto preferito per le fotografie di chi si vuole bene. Dirigetevi verso le rive del canale Vassé, per catturare tutta la bellezza del lago , incornicato da platani

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LA CUCINA DI ANNECY

LA CUCINA DI ANNECY
Un weekend a Annecy sarà l’occasione per assaggiare le specialità locali, come fonduta savoiarda, i crozet, la tartiflette al formaggio di capra, i salumi savoiardi. I menu locali propongono piatti tipici a base di gustosi formaggi, come il Reblochon, l’Abondance, le Tome des Bauges  fino a delicati piatti di pesce di lago pregiato tra cui il Féra e l’Omble Chevalier. Appuntamento “gourmet” al mercato della Città Vecchia, un’istituzione tra queste strade acciottolate e gallerie commerciali, che si tiene ogni martedì, venerdì e domenica mattina.
A weekend a Annecy sarà l’occasione per assaggiare le specialità locali, come fonduta savoiarda, i crozet, la tartiflette al formaggio di capra, i salumi savoiardi. I menu locali propongono piatti tipici a base di gustosi formaggi, come il Reblochon, l’Abondance, le Tome des Bauges  fino a delicati piatti di pesce di lago pregiato tra cui il Féra e l’Omble Chevalier. Appuntamento “gourmet” al mercato della Città Vecchia, un’istituzione tra queste strade acciottolate e gallerie commerciali, che si tiene ogni martedì, venerdì e domenica mattina.


Scoprirete  i crozets una pasta dalla tipica forma a quadratini, preparata con farina di grano saraceno, frumento o orzo, Si cucinano alla maniera delle “croziflette”: gratinati con cipolle, pancetta e ricoperti di formaggio e bacche di ginepro.
La raclette, piatto medievale, preparato con formaggio fuso, sciolto sulla ruota, poi raschiato e guarnito con patate, cipolle e un assortimento di salumi.

Non manca la carne: i diots sono piccole salsicce di maiale cucinate con vino bianco e cipolle , i pormoniers, di carne di maiale, arricchiti con spinaci, bietole, porri ed erbe aromatiche.

Dolcezze a tavola
Amate il miele? Troverete un superbo miele dell’Alta Savoia , Gustosa brioche Saint Genix, a lievitazione naturale ripiena di praline rosse.  La sua mollica soffice e ariosa, unita alla croccantezza dei pralinati, la rendono un ottimo spuntino all’ora del tè.

L’irresistibile “canna chocolat ” finemente riempito di liquore di montagna e la tradizionale Torta Savoia, vera specialità  e prelibatezza molto apprezzata fatta semplicemente con farina, amido di mais, zucchero, uova e spesso accompagnata da una compote di mele. 


E NEL CALICE?
Il vino della Savoia è essenzialmente bianco, dal sapore aspro e con un basso contenuto alcolico. I vini rossi, invece, provengono da Mondeuse, Tra i più rinomati, troviamo IL Apremont, il Roussette e  il Vino di Annecy.


 Annecy: mettete questo luogo magico nella vostra prossima lista dei ” weekend gourmet e indimenticabili”

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Discovering Annecy, the Venice of the Alps

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di Cesare Zucca

Nel 1895 Annecy contava solo 20.000 abitanti e 6 alberghi. Dopo numerose modernizzazioni del territorio, come l’arrivo della ferrovia nel 1866 e la creazione del primo improvvisato ufficio turistico, ospitato , pensate, dalla sede dei vigili del fuoco all’incrocio tra rue du Pâquier e quai Eustache Chappuis per essere trasformato nel 2025 in Ente del Turismo con l’integrazione del territorio di Fier e Usses. Nel corso degli anni, Annecy è diventata una meta desiderata da turisti di tutto il mondo, trasformandosi e arricchendosi di nuove strutture, ma mantenendo intatto lo charme di una volta., grazie al suo lago e alla qualità del paesaggio sulle sue rive. Non è un caso che ogni anno Annecy accolga 3 milioni di visitatori!

Immergetevi in questa meravigliosa città e scoprite la sua storia. i suoi monumenti, il suo lago verde-blu blu-verde. l esue colorate vie pedonali e i suggestivi canali che attraversano il centro storico che le hanno fatto guadagnare il soprannome di “Venezia delle Alpi”.

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Annecy-le-Vieux , La città vecchia invita a passeggiare. tra ristoranti savoiardi, negozi di souvenir, prodotti locali. Passeggiando nel labirinto di strade acciottolate, vi imbatterete inevitabilmente nel Palais de l’Ile, monumento emblematico di Annecy. Costruito su un’isola rocciosa naturale e classificato come monumento storico nel 1900, il Palais de l’Ile è stato una prigione, un tribunale e un centro amministrativo.

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L’altopiano di Glières (1450 m) Panorama mozzafiato sui monti Auges e Frêtes. Dal 1973, in mezzo alla natura incontaminata, sorge il monumento a Emile Gilioli, simbolo di Resistenza e speranza.

Talloires, il più elegante dei villaggi costieri del lago di Annecy, vanta una storia millenaria. La bellezza della sua baia, incastonata in un ambiente montuoso, ha attratto artisti e personaggi illustri del mondo fin dal XIX secolo


Pont des Amours
E’ senza dubbio il luogo più romantico della città e il punto preferito per le fotografie di chi si vuole bene. Dirigetevi verso le rive del canale Vassé, per catturare tutta la bellezza del lago , incornicato da platani

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LA CUCINA DI ANNECY
Un weekend a Annecy sarà l’occasione per assaggiare le specialità locali, come fonduta savoiarda, i crozet, la tartiflette al formaggio di capra, i salumi savoiardi. I menu locali propongono piatti tipici a base di gustosi formaggi, come il Reblochon, l’Abondance, le Tome des Bauges  fino a delicati piatti di pesce di lago pregiato tra cui il Féra e l’Omble Chevalier. Appuntamento “gourmet” al mercato della Città Vecchia, un’istituzione tra queste strade acciottolate e gallerie commerciali, che si tiene ogni martedì, venerdì e domenica mattina.


Scoprirete  i crozets una pasta dalla tipica forma a quadratini, preparata con farina di grano saraceno, frumento o orzo, Si cucinano alla maniera delle “croziflette”: gratinati con cipolle, pancetta e ricoperti di formaggio e bacche di ginepro.
La raclette, piatto medievale, preparato con formaggio fuso, sciolto sulla ruota, poi raschiato e guarnito con patate, cipolle e un assortimento di salumi.

Non manca la carne: i diots sono piccole salsicce di maiale cucinate con vino bianco e cipolle , i pormoniers, di carne di maiale, arricchiti con spinaci, bietole, porri ed erbe aromatiche.

Dolcezze a tavola
Amate il miele? Troverete un superbo miele dell’Alta Savoia , Gustosa brioche Saint Genix, a lievitazione naturale ripiena di praline rosse.  La sua mollica soffice e ariosa, unita alla croccantezza dei pralinati, la rendono un ottimo spuntino all’ora del tè.

L’irresistibile “canna chocolat ” finemente riempito di liquore di montagna e la tradizionale Torta Savoia, vera specialità  e prelibatezza molto apprezzata fatta semplicemente con farina, amido di mais, zucchero, uova e spesso accompagnata da una compote di mele. 


E NEL CALICE?
Il vino della Savoia è essenzialmente bianco, dal sapore aspro e con un basso contenuto alcolico. I vini rossi, invece, provengono da Mondeuse, Tra i più rinomati, troviamo IL Apremont, il Roussette e  il Vino di Annecy.


 Annecy: mettete questo luogo magico nella vostra prossima lista dei ” weekend gourmet e indimenticabili”

INFO  Office de tourisme du Lac d’Annecy

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BAROLIAMO! Un weekend con il “Re dei Vini”

Testo e Foto di Cesare Zucca


Benvenuti a Barolo (Piemonte) suggestivo borgo delle Langhe e patria del Barolo, il “Re dei Vini” prodotto esclusivamente da uve Nebbiolo, un vitigno autoctono a bacca nera le cui radici raggiungono quasi 7 metri di lunghezza, qualità che permette di estrarre e di riportare sul vino le caratteristiche delle varie stratificazioni del terreno. È considerato uno dei vini italiani più prestigiosi, riconosciuto in tutto il mondo per i tannini decisi, il lungo potenziale di invecchiamento, gli aromi e i sapori che spaziano da petali di rosa a frutti di bosco rossi, catrame, caffè, cioccolato e terra.CONOSCIAMO IL BAROLO
Nel Castello comunale Falletti, ci attende il Museo WiMu che racconta la storia e le personalità che dal 1800 hanno contribuito a portare il vino Barolo sulle tavole dei regnanti d’Europa.
Avventuratevi in un viaggio interattivo attraverso la cultura e la tradizione del vino dalla preistoria fino a oggi.
Uno spazio museale diverso dal solito che non si limita a dare informazioni in maniera fredda ma coinvolge il visitatore nei colori, nei profumi, nelle sensazioni e nelle suggestioni che da secoli aleggiano intorno alla bevanda più buona del mondo. La visita si snoda attraverso quattro piani e 25 stanze, tra eleganti sale a ambienti di fantasia e divertimento, come la “panchina ruotante colle ruote” su cui sedersi e pedalare!


Si parte dal terzo piano, dedicato alle divinità, alla natura, alle stagioni, alla notte ed al buio delle cantine dove il carattere del vino ha tempo di maturare. Nel secondo piano si passa dalla Mesopotamia, Egitto, Grecia e Impero Romano fino a oggi, scoprendo le influenze del vino nell’arte, nella musica e nella letteratura. Il piano nobile conserva gli arredi degli ultimi marchesi Falletti di Barolo, Carlo Tancredi e sua moglie Giulia di Barolo, figure fondamentali nella creazione del vino barolo
ARTE E VINO
All’uscita dal museo, vi aspettano due imperdibili esperienze: il MAP (Museo Aula Picta) che ospita le opere dei tre grandi Maestri spagnoli: Mirò, Dalì, Picasso e l’Enoteca Regionale del Barolo che vanta più di 120 etichette di Barolo di annate e produttori differenti. Qui le degustazioni sono pensate proprio per offrire la possibilità di un primo approccio al Barolo a chi non lo conosce o lo conosce ancora poco e proponendo così un’occasione di approfondimento.

E NEL CALICE?
Dalla mente creativa di Sandra Vezza è nata un’etichetta dal nome curioso “L’Astemia” simpaticamente ribattezzata l’“Astemia Pentita”.

Scoprirete un’enoteca davvera insolita, quasi una galleria d’arte dall’atmosftera pop, a cominciare dalle pareti floreali, all’ imprevedibile design delle bottiglie del rosato Adorabile, del bianco Arminico e del rosso Dinamico.


Ottimo il Barolo Cannubi 2020, elegante e setoso, capace di invadere con grazia il palato, dispiegando disparate sensazioni olfattive con vi porteranno a freschi sentori di bacche rosse e di frutta matura. Terlo, un barolo affinato secondo il metodo tradizionale in grandi botti di rovere di Slavonia, per preservare le caratteristiche dell’uva e trasferire nel bicchiere i sentori autentici della vigna, arricchiti da note tostate di fiori e liquirizia che evolvono in un profumo di frutti neri e spezie.

Terlo è un vino dalla struttura olfattiva giovane e attraente dai tannini molto intensi, ma eleganti con un tocco balsamico. Ideale con carni, bolliti e brasati e (per chi come me ama le frattaglie) l’iconica “finanziera”. piemontese. Tradizione e contemporaneità distinguono questa cantina davvero unica.
Passiamo a Vajra, un vigneto storico nato nel 1650 e ripreso nel 1971 da Aldo Vajra, uno dei primi piemontesi ad abbracciare l’agricoltura biologica. Tra i sui “gioielli” spiccano Albe un classico barolo di assemblaggio dal colore rosso granato, piacevolmente fruttato, con sentori di petali di rosa, frutti rossi freschi, spezie, tabacco e buccia d’arancia. “La vera bellezza racchiusa nell’Albe, racconta Milena Vajra è la carezza del sole e l’eccezionale semplicità della natura che rende possibile il quotidiano miracolo della vita che si risveglia.” Costa di Rose prodotto da vitigni nebbiolo su sabbia è un vino intenso, persistente al palato, minerale, da vitigni nebbiolo su sabbia, ideale con carni rosse. Ravera, balsamico al naso, frutta speziata, aroma intenso. per finire in bellezza, il Bricco delle Viole, il cui nome deriva dalle violette che sbocciano a primavera. Profondo e setoso al palato, con tannini ben integrati, frutti rossi, ribes nero, eucalipto e un finale minerale di incredibile persistenza.
Insomma, un barolo da Oscar!


Shopping “gourmet” a Barolo
Scoprite la storica Macelleria Sandrone, un vero paradiso di carni di razza bovina piemontese. Spiccano la carne cruda, ottenuta da un 70% di carne suina e 30% bovina, il salame crudo e cotto al Barolo e i saporiti cacciatori, mentre nella Macelleria Graziano a Cherasco, troverete l’irresistibile salsiccia al barolo, ottima anche cruda.

Un dolce souvenir?
Lasciatevi sedurre dai baci di Cherasco, cioccolatini dalla forma irregolare fatti con cioccolato fondente e le famose nocciole “gentili”del Piemonte

DOVE MANGIARE
RossoBarolo, nel centro del borgo. Questa tradizionale osteria vi delizierà con il suo menu ricco di piatti tipici. Spettacolari antipasti, dalla frittatina di spinaci con raschera di formaggio. alla tartare di fassona. al vitello tonnato con crema di rosso d’uovo, tonno, acciughe, capperi e majonnese.

Come primo ho assaggiato i quadrotti di pasta ripieni di brasato e timo, seguiti da una “finanziera” di frattaglie, il classico brasato al barolo

Per terminare i dolcezza con  una spettacolare torta di nocciole “battezzata” da un meraviglioso zabajome servito direttamente dal pentolino della simpaticissima Signora Patrizia, che assieme al marito Chef Emanuele cura con garbo e simpatia le tavole degli ospiti.

Tra i “piatti forti” troviamo una gustosissima “Cipolla ripiena con salsiccia e toma di Langa”. Vivace e saporita. Volete la ricetta? Eccola, direttamente dallo Chef!

CIPOLLA RIPIENA CON SALSICCIA E TOMA DI LANGA
Ricetta dello Chef Emanuele Garda, RossoBarolo, Barolo


Ingredienti
Cipolla bionda 380.gr circa, pasta di salsiccia 180 gr. circa, toma di langa o robiola 100.gr, un bicchiere di latte, amido di mais 1 cucchiaio.
Preparazione
Tagliare la cipolla al di sopra della meta’ per ottenere il contenitore e ottenere il coperchio ,infornare a 180 gradi per 40 minuti.una volta raffreddata svuotare la cipolla della sua polpa lasciando uno strato di cipolla. Per la fonduta :tagliare la toma di langa a dadini spolverare con la maizena, mettere in un pentolino coprire con il latte e a fuoco lento mescolare fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo.
Per la salsiccia: spadellare la pasta di salsiccia con la polpa della cipolla tagliata a dadini a coltello. Unire la fonduta e la pasta di salsiccia con la cipolla  una volta raffreddate per ottenere il ripieno, farcire la cipolla abbondandemente e spolverare con un po’ di parmigiano. Infornare a 150 gradi per 15 minuti o finche non faccia una bella crosticina. Abbinare un buon bicchiere di barolo.

INFO
Vajra
L’Astemia pentita
WiMu
MAP
RossoBarolo

Un grazie speciale a Mario Ferrero/Strada del Barolo e Chiara Roggero/Ente Turismo Langhe Monferrato Roero




RAVENNA, LO SPLENDORE DEL MOSAICO

TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA
Sei un amante del mosaico? Ti incuriosisce l’arte? Vorresti creare un ‘tuo’ mosaico?
Segna in agenda Ravenna, destinazione top per scoprire una tra le più belle città del mondo, sognare davanti ai suoi mosaici, imparare questa meravigliosa forma d’arte.
Tra realtà, leggende e segreti…

La Città
Ravenna è un luogo con un passato davvero prestigioso, tre volte capitale: dell’Impero Romano d’Occidente, del regno di Teodorico e dell’Impero bizantino in Europa, fino all’VIII secolo d.C. Durante questo periodo di ricchezza e prestigio, furono costruiti chiese e mausolei, splendidamente decorati con meravigliosi mosaici, sicuramente i più scintillanti e famosi del mondo, così preziosi da  essere stati riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1996.

Dove trovarli?
Venite con me. Partiamo alla grande con la Basilica di San Vitale, probabilmente lo spettacolo più imponente che vedrete a Ravenna. È considerata uno dei più importanti esempi di arte paleocristiana e rappresenta un perfetto incontro tra tradizioni orientali e occidentali.
La vera meraviglia sono gli abbaglianti mosaici bizantini che decorano il presbiterio e il coro.
Riccamente vestita, trionfa l’Imperatrice Teodora scortata dal suo seguito.

E’ davvero emozionante trovarsi a tu per tu con la bellissima sovrana di Ravenna. Beh, anche Teodora aveva  i suoi segreti di bellezza, perlomeno così sostiene l’ Erboristeria in Via Salara che vende appunto i Segreti di Teodora.

Mausoleo dell’Imperatrice Galla Placidia
Varcate l’ingresso e guardate in alto, entrerete in un mondo magico dal cielo blu trapuntato da stelle dorate. Le preziose tessere sono in oro e lapislazzolo. Davvero mozzafiato. Si racconta che il compositore Cole Porter, dopo una visita a questo edificio,  fosse stato ispirato a scrivere la canzone“ Night and Day ”, forse la sua composizione più conosciuta.

.San Giovanni Evangelista
Uno dei miei luoghi preferiti. Non solo per i teneri mosaici pavimentali, vagamente naif, che sembrano fatti da mani di giovani studenti, ma anche perchè c’è una misteriosa leggenda che coinvolge proprio l’imperatrice.
Si racconta infatti La sera prima della consacrazione della Basilica dedicata a San Giovanni Evangelista, Galla Placidia vide apparire una figura luminosa. Era proprio San Giovanni! Galla si prostrò ai suoi piedi e quando la figura sparì, le restò in mano il sandalo del santo. L’episodio è raffigurato sul portale medievale, antistante la Basilica, location perfetta per una foto-souvenir…
Basilica di Sant’Apollinare Nuovo
Poco distante dal centro, troverete un’ altra meraviglia, eretta nel 505 e dichiarata nel Patrimonio Mondiale Unesco nel 1996. Le pareti nella navata centrale sono completamente decorate con mosaici dorati che rappresentano il più antico ciclo musivo del Nuovo Testamento, dove le figure umane sono quasi completamente assenti, a significare che tutto è simbolo. Il prato verdeggiante, costellato di fiori, sassi, cespugli, uccelli, si distende senza profondità prospettica, privo di vita concreta. Il contrasto tra il verde e l’oro crea un’atmosfera che ipnotizza lo spettatore.
Molti artisti e scrittori famosi si sono innamorati di Ravenna. Nomi come George Byron, Gustav Klimt, Oscar Wilde e Dante Alighieri, l’autore della Divina Commedia e padre della lingua italiana, che ha trascorso gli ultimi tre anni della sua vita a Ravenna.


Nella “zona di silenzio dedicata a Dante” Potrete visitare la Tomba di Dante, situata in un piccolo tempio neoclassico risalente al 18 ° secolo, proprio accanto alla Basilica di San Francesco che al suo interno nasconde un bellissimo segreto: una finestrella sotterranea che offre una favolosa vista sulla Cripta dai pavimenti mosaicati.

Si trova sotto il livello del mare e perciò piena d’acqua e pesciolini rossi. Un ‘mmagine che non dimenticherete facilmente. Talvolta la cripta diventa lo scenario per installazioni d’arte ad opera di mosaicisti famosi come Nittolo e Tinarelli, docente all’Accademia di Belle Arti di Ravenna.


I segreti della tomba di Dante
Ma qual è la storia della sua sepoltura? Tra leggende e verità, circolano moltre storie sui travagliati viaggi che fece la salma del Poeta, per poi venire letteralmmente rubata da frati francescani, che in seguito tolsero le ossa dall’urna per nasconderlle in una cassetta murata nell’attiguo oratorio.

Nessuno ne seppe più nulla, finchè nel 1865 un operaio trovò per caso una cassetta decorata con la scritta ‘Ossa di Dante’  La salma del Poeta fu ricomposta e esposta al pubblico in una teca di cristallo per poi essere nuovamente tumulata nel tempietto che oggi possiamo ammirare.

MAR Museo d’Arte di Ravenna
Ospitato nella Loggetta Lombardesca, il monastero del XVI secolo dell’adiacente Abbazia di Santa Maria a Porto, come parte di un insieme più ampio, il Museo d’Arte di Ravenna ospita mostre periodiche con artisti e pittori di fama nazionale e internazionale.

Guidarello: le labbra più sexy del Rinascimento.
Sempre al MAR, sosta d’obbligo alla scultura del leggendario  (e bellissimo) Guidarello Guidarelli,  Quest’opera cinquecentesca è sempre stata oggetto di ammirazione per la bellezza del suo viso e sopratutto delle sue labbra… Si diceva che se una donna avesse baciato le sue labbra, si sarebbe maritata entro l’anno. Scoppiò una tale ‘bacio-mania’ che la lastra originale dovette essere sostituita con una copia. Oggi è tornata l’originale, ma è severamente vietato avvicinarsi, quindi care zitelle… alla larga!

Battistero degli Ariani
Pronti a una visione da capogiro? La prossima tappa, patrimonio mondiale dell’UNESCO, vanta uno strabiliante soffitto coperto di meravigliosi mosaici colorati che rappresentano il corteo dei dodici apostoli e con, nel clipeo centrale, il battesimo di Cristo, rappresentato uomo giovane e nudo, immerso nell’acqua fino ai fianchi.

Ravenna oggi.
Non pensate che la scena artistica della città sia ferma nel passato. Troverete anche mosaici moderni sparsi per le strade di Ravenna e nascosti nei piccoli atelier di artisti locali del mosaico, mentre un ricco calendario di concerti, mostre, festival si svolgono all’interno della città e attirano appassionati mosaicisti da tutto il mondo.

In Ottobre si festegga la Notte d’Oro, dove poesia, musica, mosaico e mistero si succedono fino all’alba; a cadenza biennale, la città ospita  RavennaMosaico, Festival Internazionale dedicato al Mosaico.


Piccola pausa dal mosaico?
A Savio, una frazione di Ravenna,vi aspetta Mirabilandia il parco più grande d’Italia nonchè
destinazione eccellente per tutta la famiglia. Immaginate: una superficie di 850.000 metri quadrati, popolate da giostre e attrazioni, Sta spopolando ‘Ducati World’, esperienza immersiva offerta da otto simulatori in grado di trasformarvi in veri piloti. Il realismo mozzafiato del video che, utilizzando l’aerofotogrammetria e il drone-scanning, riproduce fedelmente ambienti e dettagli dei tracciati garantisce una guida emozionante da vivere tutta d’un fiato.

Il

Anche tu mosaicista?
A questo punto, non mi meraviglierei se ti fosse venuta la voglia di cimentarti in un ‘tuo’ mosaico, anche minuto, ma comunque una tua creazione ispirata dai gioielli ravennati. Molte scuole, corsi, classi anche di poche ore, come Koko che tiene anche mini corsi di un’ora per i bimbi.

.Oppure basterà infilarsi dentro una bottega e chiedere (con discrezione) al Maestro mosaicista di poter assistere al suo lavoro o addirittura insegnarvi a farne uno, magari piccolo, come quello che ho fatto io, beh, non proprio un capolavoro, ma un bel souvenir di questa  fantastica città.

INFO
Ravenna Mosaici 
Ravenna Tourism

Cesare Zucca
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative.
Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e riporta il tutto qui, in stile ‘turista non turista’.

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Weekend nelle Langhe: borghi, vino e delizie a tavola

Testo e Foto di Cesare Zucca
Tra i filari che si snodano sulle colline e i panorami da cartolina, le Langhe sono un tripudio di borghi, castelli e scenari unici che meritano una visita. 100 comuni dalle colline del Barolo al Castello di Grinzane Cavour, alle colline del Barbaresco, a Canelli e le colline dell’Asti spumante, Nizza Monferrato, le colline della Barbera, Vignale e le colline del Monferrato con i tipici Infernot, cantine scavate nell’arenaria.

Il centro del borgo, aggrappato a declivi soleggiati, ha un assetto medievale, con vie strette che portano alla piazza dell’Antica Chiesa dallo stile neo-gotico, caratterizzata dal bel campanile, dalla ampia gradinata e una facciata divisa in tre corpi verticali dove si trovano l’oratorio di Sant’Agostino e Palazzo Scarampi, ricavato dalle strutture di un castello medievale.

Spettacolare anche l’Auditorium Horszowski, anfiteatro naturale ricavato dalla pendenza morfologica naturale del terreno dai gradoni rivestiti di erbapi. Per la sua acustica perfetta è sede del Monfortinjazz, rassegna nazionale di jazz

DOVE ALLOGGIARE
Felicin
Regalatevi un viaggio nel tempo, nel bello e nel gusto. La ” Dimora Storica” Felicin vi aspetta nella casa di famiglia arredata con mobilia originale d’epoca.

I balconi delle camere offrono un’impagabile vista panoramica, mentre l’elegante sala da pranzo ospita  un ricco buffet a colazione e la cena .
I rampolli della Famiglia Rocca, Giulio, Leonardo, Filippo e Alessandra sono cresciuti in magico angolo di mondo che hanno voluto trasportare nell’atmosfera di questo luogo davvero magico
Al timone della cucina troviamo Chef Leonardo Rocca, che ho incontrato per una piacevole intervista

Buongiorno Chef, domanda di rito. dove ama passare un weekend?
(sorride) Un weekend lungo direi… mi piacciono le grandi città come New York, Los Angeles, mentre tra le destinazionipiù vicine, Torino e csenza dubbio Parigi, visto che adoro la cucina francese.


Un viaggio indimenticabile?
Le Filippine, affascinato tra l’altro dalla produzione della canna da zucchero , alla base industriale di bevande, alcohol, dolciumi,
Il suo primo ricordo in cucina?
Una caccia al tesoro, a 4 anni. Il cuoco dispettoso aveva nascosto il mio giocattolo preferito: Superman. Ricordo bene la ricerca tra i fornelli… Ecco, qui sono con nonno Giulio, perfettamente a mio agio con le pentole!

Tre parole per descrivere la sua cucina?
Di famiglia, tradizionale ma contemporanea

Tra i piatti più significativi?
Senza dubbio i tajarin al ragù di fassona che propongo anche in versione estiva com pomodorini. mentuccia e basilico, un piatto fresco. il classico brasato al barolo e, visto che mi piace il pesce, la trota scottata servita su erbette e il suo caviale.

Il suo piatto del cuore?
Zabajone di parmigiano con verdure di stagione, porri croccanti e chips di topinambur, ricetta del bis-nonno Felicin. Amo questo piatto per la sua semplicità e perché rappresenta una delle ricette più rappresentative del nostro ristorante, rimasta sulla nostra carta nel periodo invernale dall’apertura del locale più di cento anni fa nel 1923. Il mio bis-nonno Felice Rocca “Felicin”, chef e fondatore dell’omonimo ristornate, lo chiamò “zabajone di Parmigiano” per la sua consistenza anche se tecnicamente si tratta di una salsa olandese con l’aggiunta del parmigiano, fu un grande successo allora e lo è ancora oggi, nella sua semplicità apprezzatissimo dai clienti e dalle guide di tutto il mondo per un secolo.

Ci regala la ricetta?
Con piacere, eccola!
Zabajone di parmigiano con verdure di stagione, porri croccanti e chips di topinambur, ricetta del bis-nonno Felicin

Ingredienti per 4 persone:
2 tuorli d’uovo, 30 ml di aceto di mele, 50 g di parmigiano reggiano grattugiato, 200 g di burro, Sale e pepe q.b.
Procedimento:
In una ciotola resistente al calore, sbattiere i tuorli, 30 ml di aceto di mele e un pizzico di sale. Mettere la ciotola sopra un pentolino di acqua calda (a bagnomaria), Sbattere continuamente i tuorli finché non si addensano e diventano spumosi. Una volta che la salsa è ben densa, aggiungi il burro poco alla volta (200 g), mescolando continuamente fino a farlo sciogliere completamente. Aggiungere il parmigiano reggiano grattugiato, mescolando delicatamente fino a farlo sciogliere. Aggiusta di sale e pepe a piacere. Versare lo zabajone su verdure precedentemente bollite e scolate (cavolfiore, cavoletti Bruxelles, topinanbur) Decorare con topinanbur e porri , ambedue fritti in olio di semi.

NEL CALICE?
I prodotti tipici della zona delle Langhe come i vini Barbera d’Alba e Dolcetto d’Alba Doc.
In questa terra meravigliosa si produce il Barolo, uno dei vini più pregiati al mondo. Il “re dei vini” viene conservato e invecchiato nelle numerose cantine di Monforte, dove acquista il suo sapore caratteristico, pieno e raffinato.


Abbiamo incontrato Giovanni Rocca, titolare di una delle cantine più rinomate del territorio.
Personaggio davvero unico, schietto, grande lavoratore e degno rappresentante di una famiglia avventurosa che nei primi del ‘900 si avventurarono a  New York, Los Angeles, Argentina, dove è iniziata laloro  viticultura.

Una degustazione con Giovanni significa non solo scoprire i migliori vini della zona, ma anche i segreti di come servire e degustare il vino. Sapevate per esempio che il bicchiere va prima pulito con qualche goccia di vino, per evitare possibili residui di polvere? E che il tanto decantato “decanter”non è assolutamemte necessario? “Basterà aprirlo, svela Rocca, lasciarlo respitare per 15 minuti e il vino è pronto per essere servito”.

Tra i gioielli Rocca spiccano il Ravera 2018, mineralita. tannini eleganti, sentori di nocciolo, mentuccia , cuoi o e cacao , ideale con carni e formaggi, il Mosconi 2020, vi porterà in una suggestiva passeggiata nel bosco dopo un acquazzone, sentori di legna agnata e muschio, perfetto con i tradizionali tajarin
Ho apprezzato il suo Barbera d’Alba e il Dolcetto Vigna Sant’Anna, accompagnato da un bocconcino di salsiccia cruda.

 




AGRIGENTO, IMPERDIBILE!

di Cesare Zucca —-

Essenziale! Mettete nella lista dei prossimi weekend uno dei più emblematici tra i luoghi storici di tutto il mondo: la celeberrima Valle dei Templi di Agrigento  una delle più importanti testimonianze archeologiche della civiltà greca classica e Patrimonio  Unesco dell’Umanità.

L’origine della valle risale al VI secolo a.C., quando i coloni greci, insediatisi inizialmente a Gela (a sud di Agrigento), decisero di tornare un po’ più nell’entroterra per contrastare i tentativi di espansione di Selinunte. Il terreno nella valle era molto fertile e favorevole alla coltivazione dei cereali, quindi il posto era perfetto.

Nel corso dei secoli la Valle dei Templi è stata fonte di ispirazione per numerosi poeti e filosofi e ha catturato l’immaginazione di pittori, scultori e fotografi, attratti dalla sua storia millenaria e dalle atmosfere uniche che si possono vivere passeggiando tra le sue antiche rovine.
Pronti? Partiamo alla scoperta di questa meraviglia di quasi 1.300 ettari.
Tra i numerosi templi e monumenti, ecco quelli di maggiore spicco e fama che dovrete assolutamente conoscere.
Tempio della Concordia
Le sue colonne, le scalinate e i frontoni lo definiscono come il più iconico della Valle dei Templi. E’ il tempio dorico meglio conservato al mondo.
Davanti al tempio spicca l’imponente statua dell’Icaro morente, realizzata dallo scultore polacco Igor Mitoraj. un’opera che aggiunge un tocco di mitologia ad un luogo già meravigliosamente mistico.Tempio di Ercole
Il più antico, costruito intorno al VI secolo a.C. La sua struttura, montata su 38 colonne era talmente imponente che si lo poteva osservare a grandi distanze. Oggi, rimangono solo 8 colonne  che vennero restaurate dopo le distruzioni belliche.Continuate la vostra indimenticabile passeggiata per incontrare il Tempio di Castore e Polluce, di Efesto, di Demetra e di Asclepio (Dio della Medicina) che accoglieva i malatI.
Gran finale al Tempio di Giunone, dedicato alla moglio di Giove.
Appartiene al periodo dorico classico, nel 406  fu Incendiato dai Cartaginesi e dovette essere ricostruito. Vi regalerà uno spettacolo meraviglioso al tramonto, quando il sole si interseca fra le colonne rendendo l’atmosfera ancora più magica.

ARRIVA LA PRIMAVERA1
La zona dell’agrigentino non solo è famosa per essere ricca di storia e cultura, ma possiede anche il fascino di tanti paesaggi naturali mozzafiato e suggestivi eventi annuali, come la “Sagra  del Mandorlo in Fiore”, celebrazione della Primavera Siciliana, che trasforma tutto in un paradiso di petali

Durante la Sagra (e tutto l’anno…) siete invitati a tavola per gustare la meravigliosa cucina agrigentina che presenta una ricca e gustosa varietà, dovuta sia alle influenze delle dominazioni che si sono succedute. sia alla diversità fra le varie zone della provincia. Tra le eccellenze, le arance di Ribera, la pesca di Bivona, l’uva di Canicattì, il melone cantalupo di Licata, le olive e l’olio di Caltabellotta, Burgio e Lucca Sicula e gli spettacolari formaggi di capra prodotti a Cammarata, S.Giovanni Gemini e S.Stefano di Quisquina.Tra i piatti tipici, si annoverano la minestra di seppie, da gustarsi a Siculiana Marina, la sogliola alla saccense a Sciacca, le polpette di sarde a Licata mentre l’isola di Lampedusa, vi offre gli spaghetti all’isolotto e il dentice al forno con brodo di carne. Ancora più ricca e varia la gastronomia dell’entroterra e della zone montane: la pasta di S.Giuseppe a Ribera, quella coi carciofi a Menfi, con fave e ricotta a Montevago, coi ceci a Favara; i cavatelli all’agrigentina, il coniglio all’agrodolce a S.Angelo Muxaro, la stigghiola a Racalmuto, “u pitaggiu” a Castrofilipppo”.
Tra le specialità più originali della provincia di Agrigento, spiccano il“tagano” di Aragona e lo squisito “macco” una purea di fave secche da consumare da sola o come condimento per una pasta. Una squisitezza…ho fatto il bis!

Il ” macco” di fave

Insomma , dovunque troverete una ragione “gourmet” per… dimenticare la dieta, perfino durante la vostra visita ai templi, dove vi aspetta Promenade dei Templi , tappa perfetta per una pausa e uno snack. Si trova nel cuore della Valle, a due passi dal Museo Pietro Griffo. Troverete gastronomia agrigentina a base di carne e di pesce oltre a panini,  pizzette e gli insuperabili arancini al ragù. alla ricotta, alle verdure e perfino al pistacchio. Gnam Gnam…
Benvenuti in un dolce paradiso…
Nella pasticceria agrigentina dominano ricotta e mandorle che troviamo nelle cassatelle a S.Margherita Belice e nei biscotti ricci di mandorla e pistacchio a Canicattì; mentre nel piccolo centro di Joppolo Giancaxio gusterete l’iconico gelato al melone Senza reggiseno…
Decisamente erotici, scoprite  i minni’i’virgini , deliziosi dolcetti chiamati anche  minne o minnuzze. Hanno una particolare forma semisferica, che ricordano il seno di una donna. La loro origine è da rintracciarsi nell’antichità, quando venivano preparati come segno propiziatorio. Il loro un guscio di pasta frolla nasconde un ripieno di crema o cioccolato o ricotta di pecora, il tutto spolverato da zucchero velo.
le minni’i’virgini

Cannolo o ciarduna?
Palermo vanta la creazione del fomoso cannolo siciliano, Agrigento controbatte con la ciarduna, una tra le ricette siciliane più antiche di pasticceria a base di frolla
, farcite con crema di ricotta di pecora e rivestite con granella di mandorle.

Pronti per scoprire La Valle dei Templi ? Attenzione…
Dato che il percorso dura circa 2 ore, vi consiglio di portare un cappellino e una bottiglia d’acqua. Il sole, infatti, batte molto forte in quella zona, soprattutto nei mesi estivi. Quindi, sarebbe consigliato visitarla al tramonto, sia per il clima più mite che per il fascino dei templi che, illuminati dalla luce che in quelle ore assume dei colori meravigliosi, rendono la Valle ancora più magica.

  • INFO
    ttps://www.parcovalledeitempli.it

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CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’

 

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