Betanzos: incanto medioevale e la migliore “tortilla” della Spagna

Testo e Foto di Cesare Zucca  —-
(italian and english version)

Oggi vi portiamo in Spagna alla scoperta di una vera chicca, una delle mete più caratteristiche della Galizia:: Betanzos, alla scoperta delle sue bellezze artistiche e della rinomata cucina galleca, primadonna la più celebre “tortilla” della Spagna, di cui vi riveliamo la ricetta originale!
Betanzos sorge sulla collina sulla quale anticamente si trovava una città fortificata, vicino alla Ria del Betanzos, dove l’acqua del mare si unisce all’acqua dolce del Mandeo e del Mendo. È stata una delle sette capitali dell’Antico regno di Galizia ed è stata dichiarata sito di interesse storico e artistico.
La città viene chiamata ancor oggi con l’appellativo di “città dei cavalieri” per via della grande importanza che la città ha rivestito nel periodo medievale, quando era infatti un capoluoghi amministrativi dell’antico Regno della Galizia. La città di Betanzos, inoltre, è inserita in uno dei famosi  cammini giacobei verso Santiago de Compostela, il famoso “cammino inglese”.DA VEDERE
Le suggestive chiese in stile gotico: Chiesa di Santa María del Azogue del XIV secolo e la Chiesa di Santiago, la più antica, datata XI secolo e la Chiesa di San Francisco in stile tardoromanico, In quest’ultima è possibile avvicinarsi ai sepolcri medievali più interessanti, come quello di Pérez de Andrade, sorretto dagli animali simbolo del suo lignaggio: il cinghiale e l’orso.
Degni di nota anche i Pazos di Bendaña, Taboada e la Torre Lanxós, nonché il suo sorprendente parco “O pasatempo“,
Il cuore della città è il Centro Historico, ricco di chiese e monumenti in stile gotico e romano, spicca la Torre dell’orologio, costruita a metà del XVI secolo, è alta 17,70 metri. Si tratta di un edificio prismatico, su base irregolare ea forma di esagono. Sul tetto si possono vedere doccioni a forma di cane da caccia.
Il vivace centro di Betanzos è Plaza García Hermanos, popolarmente conosciuta come O Campo in quanto per secoli è stata una fiera. Un monumento commemora i fratelli García Naveira, benefattori della città. O Campo ha anche, dal 1866, adornato una bella fontana fusa nelle officine di Sucel et Fils a Parigi, imitando la famosa fontana Diana a Versailles e diventata un simbolo della citta, E non è la sola.. le fontane d’arte infatti qui sono di casa:
FONTE DA PICACHÁ, FONTE DOS ÁNXELES (RÍO MANDEO), FONTE DOS REMEDIOS

LA FAMOSA TORTILLA DI BETANZOS
È una frittata morbida, succosa, dal cuore cremoso, dove l’uovo quasi si rovescia sul piatto. E’ considerata la migliore Tortilla della Spagna e In Ottobre, i ristoranti locali e i locali rustici (segnalati da un ramo di alloro alla porta.) competono per il titolo “Mejor Tortilla de Betanzos”. Tra i più conosciuti troviamo Cafè Versailles, Casa Miranda, O Pote e O Noso Recuncho, vincitore 2023.
Per preparare questa squisitezza occorrono solo quattro ingredienti: uova, patate galiziane (eccellenza gastronomica locale), olio d’oliva e sale.
Acquolina in bocca? Ecco la ricetta

LA TORTILLA DI BESANZOS
Ingredienti
700 g. Patate galiziane (o le nostre patate bianche a buccia sottile)
10 uova intere
2 tuorli d’uovo
Olio extra vergine di oliva
Sale
Preparazione 
Pelate le patate e i tagliatele a scaglie sottili. Fatele soffriggere con olio extravergine di oliva. In una ciotola capiente, rompete le uova e aggiungete i tuorli. Mescolate delicatamente, aggiungete le patate,  mescolate e salate a piacere e lasciate riposare per circa 2/3 minuti e poi versatele in una padella con poco olio bollente, a fuoco basso. Dopo circa 30 secondi, facciamo la prima svolta. Dopo 30 secondi si passa al secondo giro. A 15 secondi il terzo ed ultimo giro. Spegnete il fuoco e lasciate riposare in padella per 1 minuto. Lo giriamo sul piatto da portata a tavola e voilà, la tortilla è servita.

INFO
www.turismo.gal
www.spain.info
https://www.tourspain.es/en/

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’

English version

Betanzos: medieval enchantment and the best “tortilla” in Spain.

.Text and Photos by Cesare Zucca

Today we take you to Spain to discover a real gem, one of the most characteristic destinations in Galicia: Betanzos, to discover its artistic beauties and the renowned Gallic cuisine, primadonna the most famous “tortilla” in Spain, of which we reveal the original recipe!
Betanzos stands on the hill on which in ancient times there was a fortified city, near the Ria del Betanzos, where the sea water joins the fresh water of the Mandeo and the Mendos. It was one of the seven capitals of the Ancient Kingdom of Galicia and was declared a site of historical and artistic interest.
The city is still called today by the name of “city of the knights” due to the great importance that the city had in the medieval period, when it was in fact an administrative capital of the ancient Kingdom of Galicia. The city of Betanzos, moreover , is included in one of the famous Jacobean routes towards Santiago de Compostela, the famous “English route”.
TO SEE
The suggestive churches in Gothic style: Church of Santa María del Azogue from the 14th century and the Church of Santiago, the oldest, dating back to the 11th century and the Church of San Francisco in late Romanesque style. In the latter it is possible to approach the most medieval tombs interesting, like that of Pérez de Andrade, supported by the symbolic animals of his lineage: the wild boar and the bear.
Also noteworthy are the Pazos of Bendaña, Taboada and the Lanxós Tower, as well as its surprising park “O pasatempo”,
The heart of the city is the Centro Historico, full of churches and monuments in Gothic and Roman style, the Clock Tower stands out, built in the mid-16th century, it is 17.70 meters high. It is a prismatic building, on an irregular base and in the shape of a hexagon. On the roof you can see gargoyles in the shape of hunting dogs.
The lively center of Betanzos is Plaza García Hermanos, popularly known as O Campo as it has been a fairground for centuries. A monument commemorates the García Naveira brothers, benefactors of the city. O Campo has also, since 1866, adorned a beautiful fountain cast in the Sucel et Fils workshops in Paris, imitating the famous Diana fountain in Versailles and which has become a symbol of the city. And it is not the only one… in fact, there are several artistic fountains : SOURCE DA PICACHÁ, SOURCE DOS ÁNXELES (RÍO MANDEO), SOURCE DOS REMEDIOS

THE FAMOUS TORTILLA
It is a soft, juicy omelette with a creamy centre, where the egg almost spills onto the plate. It is considered the best Tortilla in Spain and in October, local restaurants and rustic establishments (marked by a laurel branch at the door.) compete for the title “Mejor Tortilla de Betanzos”. Among the best known we find Cafè Versailles, Casa Miranda, O Pote and O Noso Recuncho, winner 2023. To prepare this dish you only need four ingredients: eggs, Galician potatoes (local gastronomic excellence), olive oil and salt.
Mouth watering? Here is the recipe

THE BESANZOS TORTILLA
Ingredients
700 g. Galician potatoes (or our thin-skinned white potatoes)
10 whole eggs
2 egg yolks
Extra virgin olive oil
salt
Preparation
Peel the potatoes and cut them into thin flakes. Fry them with extra virgin olive oil. .
In a large bowl, break the eggs and add the yolks. Mix gently, add the potatoes, mix and salt to taste and leave to rest for about 2/3 minutes and then pour them into a pan with a little boiling oil, over a low heat. After about 30 seconds, we make the first turn. After 30 seconds we move on to the second round. The third and final lap is 15 seconds away. Turn off the heat and let it rest in the pan for 1 minute. We turn it onto the serving plate at the table and voilà, the tortilla is served.
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CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.
Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world. For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles.art, entertainment. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ”
non touristy tourist ” style 

 

 

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Topolino, Popeye, Tom e Jerry, Pippo, Nonna Papera e Company… tutti ai fornelli!

di Cesare Zucca —-
Festeggiamo la “Nona Arte” … a tavola!
Pittura, Scultura, Architettura, Musica, Poesia, Danza, Teatro, alle tradizionali sette “belle arti”
si è aggiunta la Fotografia  e finalmente la “Nona Arte”: un linguaggio artistico che si esprime attraverso i fumetti, capaci di combinare le immagini con il testo e attraverso i cartoni animati, opere audiovisive d’animazione.

DISNEY & COMPANY…  AI FORNELLI
Piatti fumanti, pentole sul fuoco, ricette attraenti, impiattature strabilianti: fumetti e cartoni animati sfidano gli chef stellati e ci regalano delizie gastronomiche dall’ aspetto talmente accattivante da farci venire l’acquolina in bocca… anche se non sono reali! Basti citare  le bisteccone contese da Tom e Jerry,  il tradizionale tacchino del Giorno del Ringraziamento al barbeque degli Antenati, oppure la deliziosa frittata di Remy, il protagonista di Ratatouille, un topolino che in cucina ci sa fare.

Vi piacciono le ciambelle? Ecco, appena sfornati i donuts dei Simpson ricoperti di glassa rosa e confettini colorati, Irresistibili!

E i Puffi blu? Il loro cibo preferito sono i piatti a base di salsapariglia, una pianta  a bacche rosse che esiste davvero e che ha un’azione diuretica, depurativa, espettorante ed emetica.Per non parlare del valore nutrizionale degli spinaci, ne sa qualcosa Braccio di Ferro Popeye che, proprio negli ultimi minuti di uno scontro, quando tutto sembra perduto, tira fuori una lattina di spinaci, la mangia e stravince

I fumetti ci regalano tanti piatti che illustrano ricette della tradizione, che raccontano storie di ristoranti o che narrano le peripezie di grandi chef stellati, non si salva nemmeno  Antonino Cannavacciuolo che nei fumetti di Topolino diventa Paperaccioulo (schiaffone compreso…)

I CLASSICI DI WALT DISNEY A TAVOLA
Papà Disney deve essere stato certamente una buona forchetta… niente è più memorabile della romantica cena di Lilly e il Vagabondo, alle prese con il più classico dei piatti italo-americani: spaghetti e polpette.

Alice nel paese delle meraviglie, ci ricorda che biscotti non possono parlare  ma le loro golose scritte “mangiami” e ” provami” sono sufficienti per suscitare l’interesse di chiunque si avvicini…
Nella Principessa e il Ranocchio, niente sa di New Orleans più della combinazione di gumbo e beignets, classica specialità della Luisiana, dove vengono serviti con una ricca cioccolata : un incontro paradisiaco.

Arriva il dessert! Abbiamo visto torte a uno, due, tre piani…ma se ce ne fossero dieci in più? Solo una vera Bella Addormentata potrebbe mangiarla e tornare a dormire subito dopo….E cosa dire del momento gourmet nella Bella e la Bestia, quando arriva sullo schermo lo scoppientante Chef Candeliere che ci tenta con “Qualcuno gradisce degli stuzzichini?. Non c’è bisogno di piatto o forchetta, basta prenderli con le dita e metterli in bocca”
IL DOLCE PIU’ CELEBRE?
Per un pranzo dal gran finale, niente di più disneyano della classica “Torta di mele di Nonna Papera” un “apple pie” che si presenta come un guscio di pasta frolla riempito da tante mele al profumo di cannella, servita con una pallina di gelato alla vaniglia, proprio come fanno le nonne americane, a cui ho rubato le ricetta….
Eccola !
LA “APPLE PIE” DI NONNA PAPERA

Ingredienti
Per la pasta brisè • 125 g Burro • 250 g Farina 00 • 3/4 cucchiai Acqua fredda
Per il ripieno • 4 Mele • Cannella in polvere • Succo e scorza si mezzo limone • 80 g Zucchero semolato • 1 cucchiaio Farina
Preparazione
La base in pasta brisè. Potete anche acquistarla al supermercato.
 In una ciotola capiente inserite la farina e il burro ben freddo. Impastate fino ad ottenere un impasto sbricioloso.
 Piano piano iniziate ad aggiungere dei cucchiai di acqua molto fredda fino a quando il composto non diventerà ben solido. In seguito avvolgete la pasta nella pellicola trasparente e riponetela per circa un’oretta in frigorifero, per farla ben solidificare.
Il ripieno
Grattugiate la scorza mezzo limone, e spremetelo. Tagliate le mele in fettine e inseritele in un contenitore con il succo di limone, la scorza, lo zucchero semolato, la farina e la cannella. Mescolate il tutto e lasciate insaporire. Dopo circa un’oretta in frigo, tiratela fuori e dividetela in due parti uguali
, stendetene metà con il mattarello per darle una forma circolare. Dopo questa operazione, inserite della carta forno nello stampo per torte  e appoggiate sopra di essa la pasta brisè che avete steso, poi inserite all’interno il ripieno. Ora stendete l’ altra metà della pasta e ricoprite il ripieno della torta. Modellate i bordi per andarla a chiudere. Eseguite cinque taglietti al centro della torta, e spennellate la torta con il tuorlo dell’uovo.
 Infornatela nel forno preriscaldato a 180°. per 45 – 60 minuti.
Buon Appetito da Nonna Papera!

Volete sapere di più sul mondo dei fumetti? Siete fan dei cartoni animati?
Ecco il link al nostro articolo “Fumettomania, la Nona Arte conquista il mondo”

FUMETTOMANIA: tutto il mondo celebra la “Nona Arte”




Destinazione SANTA FE: arte, shopping, sci, gastronomia, champagne e “chile”mozzafiato!

For the RED HOT CHILE SAUCE recipe in english click here

di Cesare Zucca

Pronti con il vostro taccuino dei “prossimi viaggi del bello e del gusto” ?
Riservate una pagina al New Mexico, la “Terra incantata” nel West-Ovest degli Stati Uniti. La sua storia, le leggende, le bellezze naturali, l’arte, la ricca cucina al sapore di “chile” il peperoncino piccante, l’artigianato, i turchesi e una miriade di attività ed eventi fanno del New Mexico una destinazione da sogno.
La nostra meta è a Santa Fe, la più antica capitale degli Stati Uniti, ufficialmente fondata dagli spagnoli nel 1610. Caratterizzata dalle sue costruzioni in adobe, un antico impasto di argilla, sabbia e paglia  mescolata a erba secca e fango, patrimonio di molte famiglie che si tramandano questa tradizione da generazione in generazione.

Santa Fe e’ una cittadina veramente a misura d’uomo, che merita una visita per scoprire come l’influenza della cultura dei nativi sia ancora forte e capace di personalizzare cucina, arte, cultura, architettura e spirito. Frequentata da artisti e celebrità, Santa Fe è soprattutto un centro internazionale d’arte, un susseguirsi di gallerie e spazi espositivi. Oltre 250 gallerie e una dozzina di festival d’arte in uno dei più grandi mercati d’arte degli Stati Uniti
I weekend sono spettacolarmente animati, tutto l’anno. Dovunque vibra musica dal vivo, canti, balli e fantastiche vibrazioni per gentile concessione di musicisti locali che fanno echeggiare i loro strumenti da ponti, dai balconi, dalle piazze. ARTE!
Imperdibile un giro a Canyon Road dove scoprire tesori nelle numerose e varie gallerie d’arte, ma anche per ammirare i meravigliosi giardini e gli edifici dallo stile unico.
In Luglio, l’annuale  “Art Santa Fe” vede la partecipazione di rinomati galleristi da tutto il mondo.
Visitatissimo il Museo d’Arte Folk.
Vero tempio dell’immagine e della creatività e quindi meta dovuta di una visita a Santa Fe  è il Museo dedicato alla grande artista Georgia O’Keeffe che di queste terre si innamorò, dipingendole con colori e suggestioni indelebili. Accoglie oltre 2.2 milioni di visitatori da tutto il mondo e è il museo d’arte più visitato nello stato del New Mexico e l’unico museo al mondo dedicato a questa artista di fama internazionale.

Un quadro di Georgia O’Keeffe

Anche in inverno !
Ski Santa Fe offre 86 piste diverse a sole 16 miglia dal centro di Santa Fe , magari con una tappa per una birra da Totemoff’s o da Railyard, WinterBre w 2023 dove potrete assaggiare la creazioni di 17 birrifici artigianali del New Mexico
Lensic Performing Arts Center
Costruito nel 1931, lo storico  nel cuore del centro, appena fuori dalla Plaza, ospita ogni tipo di musica, classica, jazz, moderna, di provenienze diverse come flamenco spagnolo, salsa cubana, samba brasiliana, valzer parigino oltre a ospiti celebri come Lyle Lovett a Benise “Il principe Spagnolo della Chitarra”

SHOPPING !
Scopriretei tesori artigianali unici in una suggestiva odissea dello shopping in squisite boutique e affascinanti edifici storici.. Che tu stia cercando moda o mobili, stivali da cowboy o cinture concho, salsa o gioielli in argento e turchese, sarai ricompensato in questo paradiso dello shopping di specialità e meraviglie del sud-ovest da tutto il mondo. Troverete arte popolare locale, nazionale e internazionale, oggetti d’antiquariato, cimeli, tappeti, tessuti, arte tribale e globale e una vasta gamma di gioielli raffinatI.
Sotto il lungo portico del Palazzo dei Governatori troverete botteghe, shops, bancarelle multicolori: ad ogni angolo c’è un posticino dove fermarsi a curiosare e a fotografare! E non c’è  sotto la pioggia o vento o neve che trattenga i venditori a aprire le loro bancarelle per proporre gioielli, ceramiche. oggetti in argento, tutti artiginali. Il Winter Mercado, situato all’interno dell’edificio El Museo de Cultural con la partecipazione di 40 paesi, non è solo un luogo dove fare acquisti, ma una vera esperienza…

A TAVOLA !
La cucina del New Mexico è molto variegata: americana, indigena, messicana e spagnola. Tra le sue specialità troviamo i “burrito” (chili, uova, formaggio e fagioli racchiusi in una tortilla)l le “sopaipillas“, una specie di frittella di pasta che si mangia come contorno agli altri piatti oppure da sola, come dessert, e in questo caso servita con miele.

sopaipillas

Volete davvero sperimentare la cucina newmexicana?
Allora non fatevi mancare un “pozole”,  uno dei piatti più autenticamente messicani. Di origine precolombiana, a base di maiale, arricchito da un trionfo di sapori e fragranze legate a tradizioni antichissime e preparato con tipici ingredienti locali, tra cui mais, chile gajilio, lime, verdure e spezie eccetera. Assolutamente da sperimentare….

Il vero re a tavola è il chile, piccantissimo peperoncino rosso o verde, protagonista assoluto  e condimento storico dei piatto newmexicani. Su tutti i tavoli troverete un vasetto o una bottiglietta di “red hot chili sauce”

La sua ricetta non è complicatissima, ma richiede tempo e un’attenta ricerca di ingredienti…. meglio portarsi a casa qualche bottiglietta per poi goderselo al vostro ritorno. Se proprio volete cimentarvi e fare bella figura con gli amici … troverete la ricetta originale a fine articolo.

A TAVOLA!
Santa Fe è popolata da eclettici ristoranti che propongono la New Mexican cuisine, dove i sapori tradizionali dei nativi indiani incontrano gli ingredienti che gli spagnoli portarono dall’Europa, fino a ricette più innovative, create da chef di fama internazionale.
Nei menù troverete grigliate di carne, pietanze piccanti e piatti  della tradizione, come huevos rancheros, burritos, enchilladas, fajitas, tortillas,tacos e i chimichangas, ripieni di fagioli, pollo, carne macinata.
Tra i ristoranti più conosciuti: Coyote Cafè, SantaFe Cafè, mentre per un’esperienza davvero “New Mexico” , vi consiglio Da Casa Sena dove la specialità è un pesce al cartoccio, avvolto in una vero mattone di “adobe”: il camerie-e ve ne regalerà un pezzetto, quale souvenir portafortuna., mentre per chi ama la carne, Rio Chama serve una bistecca da Oscar.
E nel calice?
Ottimi i vini locali, tra cui un adorabile e davvero poco costoso, mentre una margarita o una buona birra messicana non mancano mai. .Non fatevi mancare un calice di Champagne Gruet Brut  ottimo e davvero a buon prezzo. Fondata nel 1984, Gruet Winery è specializzata in vini spumanti Méthode Champenoise.
Di proprietà e gestione familiare, l’azienda produce spumanti a base di Pinot Nero e Chardonnay e una piccola collezione di vini fermi, con radici originarie della casa di Champagne di Gilbert Gruet a Bethon, in Francia. Più di 25 annate dopo, Gruet Winery ha ottenuto consensi senza precedenti e rimane uno dei preferiti dai migliori sommelier della nazione.

L’ultima settimana di Settembre vive il tradizionale Santa Fe Wine & Chile Fiesta, un appuntamento annuale di cinque giorni che celebra i migliori vini che Santa Fe ha da offrire. Partecipano oltre 60 ristoranti partecipanti e 90 aziende vinicole partner. Ospiti , esperti e amanti e visitatori “gourmet” arrivano da tutto il mondo per questa festa unica nel suo genere.

DOVE DORMIRE 
La Posada Resort e Spa
Per un soggiorno davvero magico. Sorge laddove nel 1882 c’era la lussuosa residenza del mercante Abraham Staab. Fa parte della Internazionalmente conosciuta, offre abitazioni, “casitas” e suites con uno scoppiettante caminetto, una SPA rinomata per la filosofia dei trattamenti e una splendida piscina

Ve l’avevo promesso… Siete pronti a sfidare la sferzata di una vivacissima salsa al chile?
Ecco come prepararla a casa e far rimanere i vostri ospiti… a bocca aperta!

RED HOT CHILI SAUCE

Ingredienti

  • 20-25 baccelli di peperoncino rosso del Nuovo Messico essiccati,.Potete scegliere quelli meno o più piccanti oppure una combinazione
  • 4 tazze di acqua o brodo di pollo (uso suddiviso)
  • 2 cucchiai di olio vegetale
  • 1 cipolla media, tritata
  • 3 spicchi d’aglio tritati
  • 1 o 2 cucchiaini di origano messicano essiccato sbriciolato o maggiorana
  • 1 cucchiaino di sale, o più a piacere

Prepaazione

  1. Tostare i baccelli di peperoncino interi essiccati in una padella pesante a fuoco medio finché non sono caldi e rilasciano la loro fragranza, da 1 a 2 minuti per lato.
  2. Rimuovi immediatamente i peperoncini dalla padella. Quando è abbastanza freddo da maneggiarlo, spezza ogni baccello di peperoncino in più pezzi (indossando guanti di gomma o di plastica se la tua pelle è sensibile), scartando il gambo e i semi.
  3. Metti metà dei pezzi di peperoncino in un frullatore e versa metà dell’acqua o del brodo. Purea fino a quando non è quasi liscia ma con alcune macchioline di peperoncino ancora visibili nel liquido.
  4. Riscaldare l’olio in una pentola capiente a fuoco medio. Aggiungere la cipolla e l’aglio e rosolare per diversi minuti fino a quando la cipolla è molle.
  5. Versare la miscela di peperoncini frullati, quindi aggiungere l’origano e il sale.
  6. Frullare i restanti peperoncini con l’acqua rimanente e versarli nella salsa nella padella. Ridurre il fuoco a medio-basso e cuocere a fuoco lento per un totale di 20-25 minuti.
    7. Dopo circa 15 minuti, assaggia la salsa e regola i condimenti. Quando sarà pronta, la salsa sarà cotta abbastanza da ricoprire densamente un cucchiaio ma comunque cadrà facilmente. Utilizzare caldo o refrigerare per un uso successivo

INFO
https://www.santafe.org/

CESARE ZUCCA
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Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’
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CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.
Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world. For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ”
non touristy tourist ” style 

Are you ready to challenge the kick of a lively chili sauce?
Here’s how to prepare it at home and leave your guests… amazed!

RED HOT CHILI SAUCE

Ingredients

20-25 dried New Mexico red chili pods. You can choose milder or hotter, or a combination
4 cups water or chicken stock (split use)
2 tablespoons of vegetable oil
1 medium onion, chopped
3 minced garlic cloves
1 to 2 teaspoons crumbled dried Mexican oregano or marjoram
1 teaspoon salt, or more to taste

Preparation

Toast the dried whole chile pods in a heavy skillet over medium heat until hot and releasing their fragrance, 1 to 2 minutes per side.
Immediately remove the chiles from the pan. When cool enough to handle, break each chili pod into several pieces (wearing rubber or plastic gloves if your skin is sensitive), discarding the stem and seeds.
Place half of the chili pieces in a blender and pour half of the water or broth. Puree until almost smooth but with some pepper flecks still visible in the liquid.
Heat the oil in a large pot over medium heat. Add the onion and garlic and saute for several minutes until the onion is mushy.
Pour in the blended chile mixture, then add the oregano and salt.
Blend the remaining chiles with the remaining water and pour them into the sauce in the pan. Reduce the heat to medium-low and simmer for a total of 20 to 25 minutes.
7. After about 15 minutes, taste the sauce and adjust the seasonings. When ready, the sauce will be cooked enough to thickly coat a spoonful but still fall easily.
Use hot or refrigerate for later use

INFO
https://www.santafe.org/




Vienna, città imperiale, verde, eclettica e… al dolce sapore di Torta Sacher

(Sacher Torte ‘s recipe in English at the end of article)

di Cesare Zucca

Un weekend del bello e del gusto?
La risposta è Vienna, città eclettica che spazia dall’Art Nouveau, al gotico, al barocco, al celebre “Ringstraßenstil”. Vi aspetta una città d’arte, storia, innovazione e delizie-enogastronomiche.
GREEN
Vienna è una delle città più verdi del mondo Più di duemila parchi e giardini , il Prater, Vienna Woods e Lobau n il Wienerwald (il bosco viennese), i vigneti e l’area del Danubio mentre nel Volksgarten in primavera troverete più di 400 varietà di rose.

Il Prater

MUSICA
Vienna è musica: la Filarmonica, l’Opera e l’Orchestra Sinfonica. In questa cittò hanno vissuto Franz Schubert, Wolfgang Amadeus Mozart e Ludwig van Beethoven, di cui potrete visitare la casa.

Nella casa di Beethoven

LE STELLE BIANCHE
La Scuola di Equitazione Spagnola, patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO e unica istituzione al mondo che pratica l’equitazione classica nata dall’alta scuola del Rinascimento, dove potrete ammirare stupefacenti coreografie dei cavalli lipizzanI in armonia con la musica.
Attenzione: niente foto, niente flash, potrebbero infastidire i cavalli.

KLIMT
Visita d’obbligo al lussuoso  Palazzo Belvedere dove vi aspetta il ‘Bacio’, di Klimt, icona univesale di eros e bellezza. Vi consiglio di visitare anche la sua casa-atelier nel 13° distretto, dove scoprirete attrezzi, tele, abiti e le famose modelle particolarmente significative nella vita dell’Artista.

L’atelier di Klimt

MUSEI
Hofburg , Museumsquartier, Kunsthistorisches con opere d’arte degli Asburgo e Klimt, e il Museo Albertina che ospita periodicamente delle mostre straordinarie.

VIENNA E LA TORTA SACHER: DOVE MANGIARE

Labstelle Wien, gastronomia di alto livello, ottimo pesce e verdure del blün.
Se invece volete gustare la tipica eno-gastronomia austriaca, tuffatevi in una delle taverne heuriger, dove impera la tradizionale wiener schnitzel, di taglio bovino o maiale. 

Tra le più frequentate la Stift St Peter, Heuriger Sirbu, Welser nei borghi di Oberlaa, Mauer e Hernals e quelle nei quartieri di Stammersdorf e Strebersdorf al di là del Danubio.

Una succulenta wiener schnitzel,

IN CARROZZA!
Godetevi la città con un giro in  ‘flaker’  tradizionale carrozza trainata da cavalli. Scoprirete piazze fino ai viali dei parchi del Castello di Schönbrunn, dove un tempo soggiornò l’Imperatore Franz e l’ imperatrice Sissi. A proposito di Sissi, sapevate che la bellissima imperatrice andava pazza per le dolcissime violette di zucchero che troverete un po’ dappertutto.

L’Imperatrice Sissi e le sue violette di zucchero

VINO
Gemischte Satz, la vigna mista, i vitigni di Veltliner, Riesling, Pinot Bianco o vari vini rossi. Tra i vini più amati: Gemischte Satz, Grüne Veltliner o Blaue Zweigelt.

Il popolare Blaue Zweigelt.

La degustazione più suggestiva sarà nel Abbazia di Klosterneuburg.  Nella sua storica cantina, che vanta 900 anni di  produzione vinicola, vi aspetta un’imperdibile visita guidata e una degustazione vini nella più antica azienda vinicola dell’Austria. Attraverso un’esplorazione suggestiva e istruttiva del complesso di cantine barocche che, sostenuto da muri di mattoni spessi un metro, si estende su quattro livelli fino a una profondità di 36 metri.

L’ Abbazia e la Cantina di Klosterneuburg

i SUGGESTIVI “CAFE'”
Vienna ha una lunga tradizione nella cultura del caffè, Cosa meglio di un caffè servito con tutte le regole e magari accompagnato da un dolce viennese?

Un Cafè viennese, tra dolci squisitezza. selfie di rigore….

Ecco la mia top list
Hawelka Famosi buchten, bigné alla vaniglia.
Landtmann 125 anni. Qui sono tutti passati, da Freud a Lady Gaga
Mozart Torta di biscotto, crema ai pistacchi, mousse di cacao
Sperl Marmi e specchi fine ‘800. Frequentato dai veri viennesi
Central  Spettacolare ma troppo turistico

L’ICONICA E MERAVIGLIOSA TORTA SACHER
Impossibile lasciare Vienna senza aver visitato il Cafè Sacher per gustatare una fetta di Torta Sacher, orgoglio nazionale, dolce simbolo della città e forse la torta al cioccolato più famosa del mondo.
Fu inventata nel 1832 dall’allora sedicenne Franz Sacher per il principe Klemens von Metternich e da allora ha conquistato il mondo. Da degustare con un caffè, un the o con un buon vino locale.  Abbiamo scoperto la ricetta di Ernst Knam, uno dei Maestri Pasticceri più conosciuti e ve la raccontiamo .

Ernst Knam e gli ingredienti della “sua” Torta Sacher. (Foto Courtesy Facebook )

TORTA SACHER

Ingredienti
75 gr. cioccolato fondente a pezzetti
65 gr. burro
20 gr. zucchero a velo
qb un pizzico di vaniglia in polvere
3 uova
90 gr. zucchero semolato
65 gr. farina 00
250 gr. crema ganache
150gr. confettura di albicocche
qb burro e farina per lo stampo
Ingredienti per la ganache
250 ml. panna liquida
375 gr. cioccolato fondente in pastiglie o a pezzetti
Preparazione
Versate la panna in una casseruola e mettetela a scaldare sul fuoco.
Portatela in ebollizione, poi aggiungete il cioccolato fondente.
Mescolate accuratamente con un cucchiaio di legno, finché il cioccolato non si sarà completamente sciolto e ben amalgamato con la panna.
Raccogliete il cioccolato fondente in una ciotola; quindi fatelo fondere a bagnomaria. Intanto, in una terrina, montate con una frusta il burro con lo zucchero a velo, il sale e la vaniglia. Quando il composto é ben amalgamato, unisci un po’ alla volta i tuorli leggermente sbattuti, mescolate e aggiungete il cioccolato fuso.
A parte, in una ciotola ampia, montate a neve con una frusta gli albumi insieme allo zucchero e uniteli delicatamente all’impasto.
Mescolate con cura fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Versate il tutto in uno stampo imburrato e infarinato del diametro di circa 22-24 cm e ponete nel forno preriscaldato a 170°C per 35-40 minuti.
Sfornare la torta e lasciatela raffreddare; quindi toglietela dallo stampo, capovolgendola delicatamente. Tagliatela a metà in senso orizzontale con un coltello sottile, a sega, in modo da ottenere 2 dischi.
Preparare ora la ganache. Portate a bollore la panna in un pentolino e versarvi il cioccolato tritato o in pastiglie, amalgamare con una frusta sino a quando la ganache non sarà del tutto emulsionata. Con una spatola stendetene uno strato sul primo disco e chiudete la torta con il secondo disco.
Spalmate la confettura su tutta la superficie della torta; quindi ricoprite il dolce con la rimanente ganache. Mettete in frigorifero per 20 minuti finché la glassa non si solidifica.

L’originale “Sacher Torte “servita nell’Hotel Sacher , Vienna

CIOCCOLATO… DOVUNQUE! 
Visto che siete lì…. perchè non godersi un momento davvero indimenticable…
Nella Sacher Spa godete di coccole per il corpo e l’anima , grazie ai trattamenti che combinano gli ingredienti più preziosi della fava di cacao per un piacere esclusivo e per il massimo del benessere.  Nei trattamenti viene utilizzata una gamma di prodotti teneri, cremosi e profumati: la linea Time to Chocolate®, pensata per addolcire l’anima e nutrire la pelle, lasciandola più morbida e levigata che mai. Ricchi di effetti nutrienti e vitali, i prodotti sono la ricreazione ideale per la pelle delle clienti. La cura cremosa al cioccolato, in particolare il burro di cacao, fornisce risultati immediati, una pelle più soda e garantisce un aspetto radioso con un effetto duraturo.

INFO
www.klimtvilla.at
www.wien.info/
www.austria.info

For the English version of the htstory and the recipe of the SACHER CAKE, Just click Next>

Here the story and the recipe of the …
THE ICONIC AND WONDERFUL SACHER CAKE


It is impossible to leave Vienna without visiting the Cafè Sacher to enjoy a slice of the Sacher cake, national pride, sweet symbol of the city and perhaps the most famous chocolate cake in the world.

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It was created in 1832 by the then 16-year-old Franz Sacher for Prince Klemens von Metternich and has since conquered the world. To be enjoyed with a coffee, a tea or a good local wine. We have discovered the recipe of Ernst Knam, one of the best known Master Pastry Chefs and we will tell you about it.

Ernst Knam e gli ingredienti della “sua” Torta Sacher. (Foto Courtesy Facebook )

SACHER TORTE

Ingredients
75 g. chopped dark chocolate
65 g. butter
20 g. powdered sugar
a pinch of vanilla powder to taste
3 eggs
90 g. caster sugar
65 g. flour 00
250 g. Ganache cream
150gr. Apricot jam
to taste butter and flour for the mould
Ingredients for the ganache
250ml. liquid cream
375 g. dark chocolate in pellets or pieces
Preparation
Pour the cream into a saucepan and heat it over the heat.
Bring to the boil, then add the dark chocolate.
Mix thoroughly with a wooden spoon until the chocolate has completely melted and well blended with the cream.
Collect the dark chocolate in a bowl; then let it melt in a water bath. Meanwhile, in a bowl, whip the butter with the icing sugar, salt and vanilla with a whisk. When the mixture is well blended, add the lightly beaten egg yolks a little at a time, mix and add the melted chocolate.
Separately, in a large bowl, whip the egg whites with a whisk until stiff together with the sugar and gently fold them into the mixture.
Mix carefully until a homogeneous mixture is obtained.
Pour everything into a buttered and floured mold with a diameter of about 22-24 cm and place in the preheated oven at 170°C for 35-40 minutes.
Take the cake out of the oven and let it cool; then remove it from the mold, gently turning it upside down. Cut it in half horizontally with a thin, saw-like knife, in order to obtain 2 discs.
Now prepare the ganache. Bring the cream to the boil in a saucepan and pour in the chopped chocolate or in tablets, mix with a whisk until the ganache is completely emulsified. With a spatula, spread a layer of it on the first disc and close the cake with the second disc.
Spread the jam over the entire surface of the cake; then cover the dessert with the remaining ganache. Refrigerate for 20 minutes until the glaze sets.

The original “Sacher Torte” served in the Hotel Sacher, Vienna

 




PANAMA CITY: UN SEGRETO DA SCOPRIRE E UN FINE SETTIMANA “CALIENTE” IN CASCO VIEJO

di Cesare Zucca

Panama City stupisce e affascina, una città nuova e antica, dove contrastano tradizione e avanguardia e dove i Caraibi più puri fanno cornice a una metropoli dallo stile statunitense. Un paradiso segreto da poco scoperto dal turismo di massa.Sul lungomare e sulla Avenida Balboa spiccano grattacieli scintillanti, mega centri commerciali, lussuosi casino accompagnati dal suono di un traffico rumoroso e caotico. Contemporanea , futuristica e antica come Panamá Viejo, la suggestiva zona archeologica.

Panamá Viejo

Una citta’ famosa non solo per il suo leggendario canale, eccezionale opera umana,ma anche per essere diventata un centro bancario internazionale, con la presenza di più di 200 banche e il continuo flusso di milionari e imprenditori di tutto il mondo.La gente di Panama City e’ cordiale, sorridente e disposta all’incontro, in linea con il tipico temperamento latino La cucina locale e’ ottima e la citta’ pullula di piccole trattorie a buon prezzo, tra cui El Trapiche, Las Tinajas, El Lechon Santeño, El Ricón Tableño oltre al pittoresco Mercado del Marisco dove protrete scegliere il pesce e farvelo cucinare sotto i vostri occhi.

Mercado dos Mariscos

Il piatto nazionale di Panama è il sancocho, stufato di pollo piccante con verdure lessate, un piatto robusto ma nello stesso tempo curativo… infatti è consigliato per sistemare lo stomaco dopo una sbornia.

Sancocho

Il piatto più comune che troverete ovunque è l’arroz con pollo con contorno di banana verde plátano o un tubero yuca, simile alla patata.

Arroz con pollo

Tra le altre specialità spiccano ropa vieja, spezzatino piccante di manzo e riso, e ottimi piatti a base di pesce e frutti di mare. Superlativi chicas, succhi di frutta fresca e chicheme, delizioso analcolico a base di latte, mais dolce, cannella e vaniglia.
Provatelo da Quesos Chela, un negozio di alimentari molto popolare appena fuori Panama City e se vorrete ripeterlo a casa, a fine articolo vi riveliamo la ricetta originale.

Chicheme , deliziosa bevanda panamense di cui troverete la ricetta a fine articolo

LE CHIUSE  DE MIRAFLORES
Distano circa 30 minuti in auto dalla città e offrono le migliori vedute del canale, delle gigantesche cisterne d’acqua e delle navi da crociera. Oltre a una piattaforma panoramica, un ristorante con terrazza e un negozio di souvenir, troverete un centro visitatori di 4 piani, dove affascinanti mostre, presentazioni di video e film in 3D e schermi interattivi raccontano la costruzione del Canale di Panama, la sua storia, il suo funzionamento e il passaggio delle navi attraverso il serrature.

MIRAFLORES

DA VEDERE
Collina del Cerro Ancon
Metropolitan National Park
Calzada de Amador

Calzada de Amador

Puente de las Americas
Museo de Arte Contemporaneo
Biomuseo
Catedral Basílica of Santa María La Antigua

Catedral Basílica of Santa María La Antigua

 

LO SAPEVATE CHE….
Parliamo dell’irresistibe souvenir che “dovrete” acquistare a Panama City: un tradizionale cappello panamense  rigorosamente bianco con la fascia nera.  Ma forse non tutti sanno che il “panama” porta il nome di questa città solamente perché quest’ultima è stata per secoli il suo principale scalo commerciale.

in effetti il cappello tradizionale panamense è invece il sombrero pintado, decorato da molte righe orizzontali e portato orgogliosamente con la falda frontale verso l’alto da quasi tutti i panamensi delle province interne.

FINE SETTIMANA “CALIENTE” IN CASCO VIEJO
Da non perdere la suggestiva zona di Casco Viejo, la zona coloniale della città e patrimonio mondiale dell’UNESCO. E’ un quartiere che, con le sue case diroccate e le strade malconce, ricorda vagamente Cuba ed è  sempre piantonato da guardie militari in divisa. E’ consigliabile di visitarlo di giorno. Se vorrete andarci di notte, meglio fare attenzione a restare nella zona centrale, quella che si snoda intorno alla Cattedrale. Proprio nel cuore di Casco Viejo, per una serata unica ,indimenticabile ed eccitante, vi consiglio il Club Havana Panama, un’ enorme discoteca in rosso e nero, dall’atmosfera retro dove coppie infuocate ballano la salsa, accompagnati da un orchestra in puro stile Buena Vista Social Club.
Nel weekend  il Club offre lezioni gratuite di salsa il venerdì e il sabato tenute da calienti ballerini e ballerine disponibili a fare nuove conoscenze con i turisti che visitano questa soprendente citta’, tutta da scoprire, di giorno e di notte.

Nela prossima pagina troverete la ricetta del chicheme panamense. Click Next>

CHICHEME
È una bevanda dissetante ma allo stesso tempo saziante, a base di mais e latte. Può ricordare il budino di riso, ma di solito si beve in un bicchiere o con una cannuccia, e si serve ghiacciato.Ingredienti per 4 tazze 
125 gr di mais crudo essiccato
1,2 litri di acqua
1 pizzico di sale
2 piccole stecche di cannella
300 ml di latte evaporato (o latte condensato non zuccherato)
40 gr di zucchero grezzo
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
Preparazione
Mettete in una pentola il mais, l’acqua, la cannella e il sale e fate cuocere a fuoco basso con il coperchio. Portate a ebollizione e cuocere per 90 min. Mescolare regolarmente. 10 minuti prima che il mais sia pronto, aggiungete lo zucchero, la vaniglia e il latte evaporato nella pentola. Mescolate costantemente durante gli ultimi minuti, quindi spegnete il fuoco. Il risultato finale dovrebbe essere abbastanza denso, ma se lo preferite più liquido, aggiungete altro latte o mezzo bicchiere di acqua calda. Lasciate raffreddare fino a che sarà quasi ghiacciato.
Un drink perfetto per la calura estiva!

 

 

 

 

 

 

 




“Soul” una parola che ha nutrito musica, cinema e cibo. Incontriamola per un weekend “soul”

IL MONDO DELL'”ANIMA”
di Cesare Zucca  —

Italian version folled by the English version

SOUL MUSIC
Partiamo da quella musica che affonda le radici nel periodo della schiavitù e nei successivi 100 anni, adottando i ritmi del gospel, del rhythm and blues e del soul jazz.
Verso la fine degli anni ’50 diviene un termine generico per indicare la musica popolare afroamericana, tra cui figurano Aretha Franklin, Stevie Wonder, James Brown, Sam Cooke., Ray Charles, Otis Redding a Marvin  Gaye, soprannominato  “Prince of Soul” 

L’ “anima” è sbarcata anche sul grande schermo: Soul è un film d’animazione del 2020 prodotto da Pixar e dalla Disney. E’ costato oltre 150 milioni di dollari, ha vinto due premi Oscar e racconta la storia di un insegnante di musica che cerca di riunire la sua anima e il suo corpo dopo che sono stati accidentalmente separati, poco prima della sua grande svolta come pianista jazz.Soul to Soul è invece un documentario con la partecipazione di grandi interpreti tra cui Tina Turner, ai quei tempi in coppia con Ike, Wilson Pickett, Roberta Flack e molti altri paladini della soul music.

I gigante Netflix non ha saputo resistere al fascino di questa parole e ha prodotto il film The soul che racconta l’avventura di un procuratore e sua moglie alle prese con un’indagine sulla morte di un uomo d’affari,  che li porterà a scoprire segreti occulti. Grande successo anche per Soul Food, black movie con la bellissima Vanessa Williams, seguito dall’omonina serie televisiva di 5 stagioni ,purtroppo mai distribuita in Italia, speriamo arrivi presto… Il film, ambientato a Chicago rracconta, attraverso gli occhi dell’undicenne Ahmad, le vicende della famiglia Joseph,  che si riunisce per pranzare la domenica ogni settimana, cucinando e servendo in tavola tanto “soul food”

Cosa si intende per “soul food” ?
Il “soul food” ovvero “il cibo dell’anima” si rifà alla cucina tradizionale della comunità africana nel sud degli Stati Uniti. Il termine venne coniato nel 1962 da Amiri Baraka, attivista, poeta e figura di spicco nella lotta alla rivendicazione dei diritti dei cittadini americani di colore.

Rispondendo al diffuso pregiudizio secondo il quale la sua comunità non avesse una cucina caratteristica, Amiri raccolse in un saggio il meglio della cucina afro-americana, specificando che si trattava appunto di una “cucina popolare dell’anima” proveniente direttamente dalle comunità afro-americane del Sud, che utilizzavano ingredienti economici e locali dando vita a una cucina povera ma ricca di sapore.
Nei negozi di libri progressisti iniziarono ad apparire I primi libri di cucina soul  che presto dilagò nelle grandi città, con una clientela sempre più diversificata, riconosciuta e amata a livello nazionale.

Amy Ruth‘s, popolare ristorante sould food in Harlem

Quali sono i piatti più tipici di soul food ?
E’ una cucina piuttosto piccante,ricca di aromi e condimenti, spesso insaporita da maionese o una salsa a base di aceto e peperoncino, oppure  con una miscela di spezie chiamata Cajun.
Contempla l’utilizzo di frattaglie e parti “di scarto” del maiale, di cui viene utilizzata ogni parte, incluso il grasso per friggere o il lardo. Come companatico, vengono serviti panetti di mais, pancake fritti johnnycake o frittelle tonde hush puppies. I contorni variano da un’ampia varietà di fagioli e piselli, a verdure di origine africana, come l’okra e le patate dolci, o quelle americane, come i ” collard grenn”, una specie di cavoli e rape.
Spiccano il pollo fritto, la pancetta di maiale affumicata, i secondi a base di pesce gatto, le costolette di manzo, l’Hoppin’ John (una zuppa fatta con bacon e fagioli dall’occhio nero) e i macaroni & cheese e l’insalata di patate.

Tradizionale piatto soul food: pane di mais, collard greens, maccheroni e formaggio, pollo fritto, patate dolciHarlem, l’anima dell’ “anima”
Il tempio del soul food è Harlem, al bordo di Manhattan, dove, fin dagli anni 60, Sylvia Woods,  la “Regina del Soul Food” aprì il primo ristorante Sylvia’s che serviva  (e continua a  servire) il cibo dell’anima. Nel weekend propone un gospel brunch con musica dal vivo, forse un po’ turistico.Popolarissimi (e buoni) i self service con ricco buffet e atmosfera locale. Si paga a peso. Prezzi popolari. E’ lì che va la gente nera di Harlem.  Il miei preferiti sono Jacob’s e Manna’s 
Seguite la comunità locale e scoprirete Amy Ruth‘s dove si mormora che venga servito il miglior pollo fritto della zona,  Londel’s per un tradizionale brunch buffet: pollo fritto, panetti di grano e collard greens. Nei due Miss Mamie’s Spoonbread, creati dalla leggendaria (e ancora bellissima) Norma Jean Darden, una delle prime top model di colore,  il suo menu propone la cucina del Sud, famosa per il gumbo e i piatti “comfort food” basati sulle ricette di famiglia che ha raccolto nel libro Spoonbread and Strawberry Wine, scritto con sua sorella, Carole.

La strepitosa specialità di Norma è il “Grand Ma banana pudding” il budino della nonna  a base di banane, arricchito da panna montata o, proprio come lo fanno le nonne del Sud, con con strati di crema pasticcera alla vaniglia, biscotti e fette di banane fresche e un tetto di meringa.  Una delizia!
Harlem non è proprio dietro l’angolo… ma ho “rubato” la ricetta originale.
Volete sperimentarla a casa?
Nella prossima pagina troverete la sua magica ricetta

For the English version Click Next>

GRAND MA BANANA PUDDING

Il “banana pudding” di Norma Jean Darden, un dolce del Sud fatto con strati di crema pasticcera alla vaniglia, biscotti e fette di banane fresche
Ingredienti
Per 8 persone
4 cucchiai di farina 00 1
1/2 tazza di zucchero
pizzico di sale
3 uova grandi separate (ti serviranno gli albumi in seguito per la meringa)
3 tazze di latte
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
1 scatola di wafer alla vaniglia circa 45 wafer
5-6 banane
3 albumi d’uovo
1/8 cucchiaino di cremor tartaro
1/4 tazza di zucchero
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
Preparazione
Preriscalda il forno a 325º F.
Come fare la crema pasticcera per il budino
Unisci la farina, lo zucchero e il sale in una grande casseruola dal fondo pesante. Sbatti leggermente i tuorli e sbatti per unirli al latte in una grande ciotola o usa anche un grande misurino per liquidi, come 4 tazze.
Sbatti la miscela di tuorlo d’uovo negli ingredienti secchi nella casseruola a fuoco medio-basso.
Mescola continuamente fino a quando la crema pasticcera si è addensata, togli dal fuoco e aggiungi l’estratto di vaniglia.
Come assemblare il budino di banana
Disponi i wafer alla vaniglia sul fondo di un piatto da 2 quarti, come una ciotola o un piatto di vetro adatto al forno.
Affetta le banane e mettile sopra lo strato di wafer alla vaniglia.
Versa 1/3 del budino sulle cialde e sulle banane. Ripeti il ​​processo di stratificazione, terminando con uno strato di wafer.

Come fare la guarnizione per la meringa:
Usa frusta e ciotola molto pulite che siano state refrigerate per alcuni istanti.
Poi, monta gli albumi con la tua frusta elettrica ad altissima velocità.
Quando gli albumi iniziano a schiumare, unisci il cremor tartaro e poi un cucchiaio alla volta lo zucchero.
Continua a montare gli albumi fino a quando tutto lo zucchero si sarà sciolto e si saranno formate delle punte dure, quindi incorpora l’estratto di vaniglia.
Distribuisci la meringa sulla parte superiore del budino, avendo cura di stenderla completamente fino al bordo interno del piatto per coprire completamente il budino. Cuocere per 25 minuti finché la meringa non sarà leggermente dorata. Sforna e servi in una ciotola di vetro.

INFO
Spoonbread Too

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’

( English version)

“Soul” a word that has nourished music, cinema and food. Let’s meet her for a “soul” weekend
Written by Cesare Zucca

SOUL MUSIC
Let’s start from that music that has its roots in the period of slavery and in the following 100 years, adopting the rhythms of gospel, rhythm and blues and soul jazz.
In the late 1950s it became a generic term for African-American popular music, including Aretha Franklin, Stevie Wonder, James Brown, Sam Cooke., Ray Charles, Otis Redding and Marvin Gaye, nicknamed “Prince of Soul”

MOVIES

The “soul” has also landed on the big screen: Soul is a 2020 animated film produced by Pixar and Disney. It cost over $150 million, won two Academy Awards, and tells the story of a music teacher who tries to reunite his body and soul after they are accidentally separated, just before his big breakthrough as a jazz pianist. .Soul to Soul is instead a documentary with the participation of great performers including Tina Turner, at the time paired with Ike, Wilson Pickett, Roberta Flack and many other champions of soul music.

The Netflix giants could not resist the charm of these words and produced the film The soul which tells the adventure of a prosecutor and his wife grappling with an investigation into the death of a businessman, which will lead them to discover hidden secrets.

Great success also for Soul Food, a black movie with the beautiful Vanessa Williams, followed by the 5-season television series of the same name, unfortunately never distributed in Italy, we hope it arrives soon … The film, set in Chicago, tells through the eyes of the eleven year old Ahmad , the events of the Joseph family, who meet for lunch on Sundays every week, cooking and serving lots of “soul food”

Original Cinema Quad Poster – Movie Film Posters

FOOD
What is meant by “soul food”?
The “soul food” or “soul food” refers to the traditional cuisine of the African community in the southern United States. The term was coined in 1962 by Amiri Baraka, activist, poet and leading figure in the struggle to claim the rights of black American citizens.

Responding to the widespread prejudice according to which his community did not have a characteristic cuisine, Amiri collected the best of African-American cuisine in an essay, specifying that it was precisely a “popular cuisine of the soul” coming directly from African-American communities of the South, who used cheap and local ingredients, giving life to a cuisine that is poor but full of flavour.
The first soul cookbooks began to appear in progressive book stores and soon swept the big cities, with an increasingly diverse, nationally recognized and beloved clientele.
Amy Ruth’s, a popular soul food restaurant in Harlem

Amy Ruth‘s

What are the most typical soul food dishes?
It is a rather spicy cuisine, rich in aromas and condiments, often flavored with mayonnaise or a sauce based on vinegar and chilli pepper, or with a blend of spices called Cajun.
It contemplates the use of offal and “waste” parts of the pig, of which every part is used, including the fat for frying or lard. As a side dish, corn sticks, johnnycake fried pancakes or hush puppies are served. Side dishes vary from a wide variety of beans and peas, to vegetables of African origin, such as okra and sweet potatoes, or American ones, such as “collard grenn”, a kind of cabbage and turnip.
Stand out fried chicken, smoked pork belly, catfish mains, beef ribs, Hoppin’ John (a soup made with bacon and black-eyed beans) and macaroni & cheese and salad of potatoes. Dishes are often seasoned with a hot vinegar and chile sauce, mayonnaise, or a spicy spice blend called Cajun.
Traditional soul food platter: cornbread, collard greens, macaroni and cheese, fried chicken, sweet potatoes

Harlem, the soul of the “soul”
The temple of soul food is Harlem, on the edge of Manhattan, where, since the 60s, Sylvia Woods, the “Queen of Soul Food” opened the first Sylvia’s restaurant that served (and continues to serve) soul food. On the weekend she offers a gospel brunch with live music, perhaps a little touristic. Very popular (and good) the self-services with rich buffets and local atmosphere. You pay by weight. Popular prices. That’s where the black people of Harlem go. My favorites are Jacob’s and Manna’s
Follow the local community and you will discover Amy Ruth’s where it is rumored that they serve the best fried chicken in the area, Londel’s for a traditional brunch buffet: fried chicken, wheat buns and collard greens. In the two Miss Mamie’s Spoonbread, created by the legendary (and still beautiful) Norma jean Darden

HARLEM LEGEND NORMA JAEN DARDEN, THE BANANA PUDDING RECIPE
Harlem, NY. Welcome to Miss Mamie’s Spoonbreadcreated by the legendary Norma Jean Darden, one of the first black supermodels, its menu offers Southern cuisine, famous for gumbo and “comfort food” dishes based on family recipes that she collected in the book Spoonbread and Strawberry Wine, written with his sister, Carole.

Norma Jean Darden, yesterday and today

Norma’s amazing specialty is the “Grand Ma banana pudding”, grandmother’s pudding made with bananas, enriched with whipped cream or, just like the grandmothers of the South do it, with layers of vanilla custard, biscuits and slices of fresh bananas and a meringue roof. A delight!
Harlem isn’t exactly around the corner… but I “stole” the original recipe.
Want to experience it at home?
Here the magical recipe!

GRAND MA BANANA PUDDING
Ingredients
For 8 people
4 tablespoons of 00 flour 1
1/2 cup sugar pinch of salt
3 separate large eggs (you will need the egg whites later for the meringue)
3 cups of milk
1 teaspoon of vanilla extract
1 box of vanilla wafers about 45 wafers
5-6 bananas
3 egg whites
1/8 teaspoon cream of tartar
1/4 cup sugar
1 teaspoon of vanilla extract
Preparation
Preheat the oven to 325º F.
How to make custard for pudding
Combine the flour, sugar, and salt in a large heavy-bottomed saucepan. Lightly whisk the egg yolks and whisk to combine with the milk in a large bowl, or even use a large measuring cup for liquids, such as 4 cups.
Whisk the egg yolk mixture into the dry ingredients in the saucepan over medium-low heat.
Stir continuously until the custard has thickened, remove from the heat and add the vanilla extract.
How to assemble banana pudding
Arrange the vanilla wafers in the bottom of a 2-quart dish, such as a bowl or oven-safe glass dish.
Slice the bananas and place them on top of the vanilla wafer layer.
Pour 1/3 of the pudding over the waffles and bananas. Repeat the layering process, ending with a wafer layer.
How to make the meringue topping:
Use a very clean whisk and bowl that has been refrigerated for a few moments.
Then, whip the egg whites with your electric whisk at very high speed.
When the egg whites start to foam, add the cream of tartar and then the sugar one spoon at a time.
Continue beating the egg whites until all the sugar has dissolved and stiff peaks have formed, then fold in the vanilla extract.
Spread the meringue over the top of the pudding, taking care to spread it all the way to the inside edge of the plate to completely cover the pudding. Bake for 25 minutes until the meringue is lightly browned. Remove from the oven and serve in a glass bowl.
INFO
Spoonbread Too

CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.
Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world. For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles.art, entertainment. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ”
non touristy tourist ” style 




HUA HIN, Thailandia. Alla scoperta di una meta regale per un viaggio da re

(Part 1)
di Cesare Zucca

For the english version click here

Oggi vi portiamo a Hua Hin, città della Thailandia, situata a circa 150 km a sud di Bangkok, nella provincia di Prachuap Khiri Khan. Scoprirete una destinazione romantica ed elegante nata circa 100 anni fa, quando i membri della famiglia reale e le famiglie benestanti trascorrevano qui le loro estati.
La città vanta innumerevoli strutture di pregio, ville, residenze al mare e alcuni attraenti palazzi d’epoca. Hua Hin offre natura, siti archeologici shopping , una ricercata cucina locale e fantastiche spiagge bagnate da acque cristalline ideali per chi vuole godersi una vacanza in totale tranquillità, dimenticandosi dello stress quotidiano, non per niente il suo nome significa “Regina della Tranquillità

QUANDO?
Il periodo migliore per visitare Hua Hin è da novembre a marzo, quando le piogge sono quasi assenti e le temperature sono favorevoli. Da evitare invece, il periodo che va da aprile ad ottobre perchè, oltre alle costanti precipitazioni, in questi mesi l’umidità aumenta tantissimo, rendendo quasi impossibile godersi la vacanza.

DA VEDERE
Oltre alla spiaggia, Hua Hin nasconde alcune perle e luoghi da non perdere, a cominciare dall’affascinante atmosfera antica dell insolita Stazione Ferroviaria di Palazzo Maruekhathaiyawan realizzata in legno dai colori vivaci e dall’aspetto un po’ tailandese, un po’ vittoriano. E’ stata inaugurata nel 1911 durante il regno del Re Rama VI a cui venne dedicata la spettacolare sala d’attesa reale

Stazione Ferroviaria di Palazzo Maruekhathaiyawan

Palazzo Maruekhathaiyawan Cha-Am
Spettacolare edificio abitato dal re Vajiravudh come residenza estiva. Si snoda in 16 edifici in teak, rialzati da diversi pilastri in cemento e collegati da una serie di passerelle. Manco a dirlo, l’architetto di tale meraviglia è stato un italiano: Ercole Manfredi

Palazzo Maruekhathaiyawan Cha-Am

Wat Bor Fai
Una gemma nascosta che le persone di tutte le età adoreranno visitare. Scoprirete tanti antichi e incredibilmente ben mantenuti
Ratchapak Park
Parco a tema storico caratterizzato da sette statue bronzee che onorano i re thailandesi del passato fino a quelli di oggi

Ratchapak Park

Khao Takiap
Chiamata la “Montagna delle Scimmie”, popolata da simpatiche scimmiette, abituate alle incursioni dei turisti. In cima alla collina, troverete un tempio dal suggestivo santuario simile a una pagoda, Da qui avrete una vista sensazionali su Hua Hin.
La Grotta di Phraya Nakhon
Nel Parco Nazionale Khao Sam Roi Yot, a sud di Hua Hin, vi aspetta uno dei monumenti più mistici e misteriosi della Thailandia, un padiglione verde e oro seminascosto all’interno di una grotta. Difficile da raggiungere, ma di straordinario effetto, sembra davvero uscito da un film di Indiana Jones!

Si può raggiugere la grotta in auto, fino al piccolo villaggio di Bang Pu, situato vicino alla spiaggia, e noleggiare una barca che fino alla spiaggia di Laem Sala, o, se vi piace il trekking, raggiungerla con una camminata di 30 minuti.

Il piccolo villaggio di Bang Pu,

Black Mountain Water Park
Parco divertimenti acquatici, Ideale per i più piccoli , ma anche grande spasso per i più grandi ! Ci si tuffa dagli scivoli o da una torre a spirale alta 17 metri, più di sei diverse zone di attività mentre l’ enorme piscina è attraversata da onde altissime, considerate le più grandi di tutta la Tailandia.
Khao Takiab
A soli 4 chilometri dalla città e facilmente raggiungibile con il minibus locale, potrete scoprire una suggestiva collina dominata dal tempio Wat Khao Takiap e dalla gigantesca statua dorata del Buddha in piedi contro la scogliera. Salite in cima per godere di un meraviglioso panorama..

Khao Takiab

Hutsadin Elephant Foundation
Organizzazione benefica che mira a salvare elefanti dalla strada e dal mondo dello spettacolo e fornire loro un rifugio privo di crudeltà oltre a prendersi cura di loro. L’ingresso è gratuito per i visitatori ma è richiesto un contributo monetario che verrà devoluto alla cura degli elefanti per alcune delle attività che i visitatori possono intraprendere insieme agli elefanti, come dare loro da mangiare, fare trekking in loro compagnia oppure cavarcarli in stile mahout.

LA GASTRONOMIA DI HUA HIN
Erbe,  spezie e riso sono gli ingredienti fondamentali di quasi tutte le ricette tipiche del territorio di Hua Hin, oltre a saporiti piatti di vari tipi di pesce, granchi, gamberi e frutti di mare cucinati in vari stili, al vapore, alla griglia o fritti. Tra le spezie più usate troviamo il curry che accompagna piatti di carne, di verdure, ma soprattutto di pesce e crostacei.
Anche le pietanze di derivazione musulmana, che necessitano di un particolare tipo di macellazione, sono entrate a far parte del menù tailandese, come ad esempio il pollo impreziosito da riso e zafferano, il kao mok kai .

kao mok kai .

La tradizione vuole che i cibi vengano serviti al centro della tavola e che grande attenzione venga data al bilanciamento dei cinque sapori fondamentali: dolce, aspro, salato, amaro e umami.nonchè alla presentazione dei piatti, curata nei minimi dettagli.

. I classici piatti tailandesi sono disponibili ovunque, dai resort di lusso e ristoranti raffinati a spartani ristoranti di pesce e bancarelle di strada, popolari grazie alla loro atmosfera, al gusto del cibo e ai prezzi bassi.
i piatti più tradizionali :
Som tam pu ma (insalata piccante di granchio blu e papaia)
Kan chiang pu nueng (ala di granchio al vapore)
Tom yam goong (zuppa piccante di gamberi)
Au suan (pancake di ostriche fritte)
Hor mok talay (crema pasticcera di pesce al vapore)
Plaa sai tod kratiem (melù fritto con aglio)
Pak boong fai daeng (gloria mattutina saltata in padella)
Gaeng keow wan gai (pollo al curry verde)
Hoi wan pad cha (lumache Babylon saltate in padella in olio di peperoncino arrostito)
Potrete seguire un food tour guidato e scoprire tutte le delizie della gastronomia locale

Gastronomia tradizionale di Hua Him

Una menzione speciale merita il piatto più iconico della cucina tailandese: il famoso Pad thai , un piatto a base di pasta di riso fritta al salto in padella con alimenti vari, come ad esempio uovo, salsa di pesce, peperoncino, verdure, germogli di soia, gamberi e pollo o tofu.  È il piatto di noodle fritti più diffuso in Thailandia e comprende elementi caratteristici sia della cucina thai che della cucina cinese.
Siete in un mood “Hua Hin” e volete cucinarlo a casa?
Procuratevi un wok e… un po’ di pazienza, ma vi assicuro che il piatto finale non vi deluderà!
Ecco la ricetta!

PAD THAI

Un tradizionale piatto di PAD THAI

Ingredienti
Per 6 persone

  • 500 grammi di tagliatelle o fettuccine o spaghetti di riso
  • olio di oliva
  • 3 spicchi di aglio
  • 24 gamberoni
  • 300 grammi di pollo o maiale
  • 200 grammi di tofu
  • 5 cucchiai di salsa di pesce
  • 5 cucchiai di salsa di soia
  • 1/4 di cucchiaino di peperoncino in polvere
  • 3 cipollotti
  • 1 porro
  • 2 lime
  • 4 cucchiai di arachidi tostate in padella per qualche minuto
  • 3 carote
  • 4 uova
  • 2 cucchiai di succo tamarindo
  • 1 confezione di germogli di soia
    Preparazione
    Sbattete le uova, poi salate e pepate, strapazzatele in padella con poco olio.
    Sminuzzate le arachidi con un coltello. Lavate i gamberi, eliminate il carapace ed il budellino nero, quindi conditeli con un goccio di lime, olio e pepe.
    Tagliate il pollo a tocchettini. Tagliate il tofu a dadini e friggetelo in poco olio finchè diventa croccante. Tagliate le carote a striscioline, i porri e cipollottI a rondelle.
    Scaldate una pentola con dell’acqua, non salata e quando bolle buttate le fettuccine e spegnete. Lasciate in ammollo per 5 minuti poi scolate. Condite con poco olio, senza farle appiccicare.
    Prendete il wok, versate 8 cucchiai di olio e rosolate l’aglio sminuzzato per qualche minuto, senza farlo annerire. Aggiungete le carote a striscioline, il porro, i gamberi e il pollo e fate cuocere per un paio di minuti. Aggiungete le fettuccine di riso, fatele saltare, conditele con la salsa di soia, la salsa di pesce, il peperoncino, il tamarindo e cuocete per 3 minuti. Aggiungete le uova strapazzate e friggete Friggete il tutto , tenedo le tagliatelle da una parte separate dalle uova. Aggiungete i cipollotti e i germogli , saltate e cuocete per 1 minuto. Spolverate con le arachidi, condite con succo di lime, impiattate e servite.

Buon appetito!
Weekend Premium vi da appuntamento a martedi prossimo per scoprire nuove cose che questa meta incantata vi può offrire: i mercati dove comprare spezie e goloserie, dove alloggiare e sentirsi un re, il design contemporaneo. lo shopping e dove scoprire un inaspettato vigneto e andarci… su un elefante!

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’

For the “Pad Thai” recipe in english, turn the page, Click Next>

THE GASTRONOMY OF HUA HIN, THAILAND
Herbs, spices and rice are the basic ingredients of almost all the typical recipes of the Hua Hin area, as well as tasty dishes of various types of fish, crabs, shrimps and seafood cooked in various styles, steamed, grilled or fried . Among the most used spices we find curry which accompanies meat, vegetable, but above all fish and shellfish dishes.
Even dishes of Muslim origin, which require a particular type of slaughter, have become part of the Thai menu, such as, for example, the kao mok kai. with chicken embellished with rice and saffron,

kao mok kai .

Tradition has it that foods are served at the center of the table and that great attention is given to balancing the five basic flavours: sweet, sour, salty, bitter and umami.as well as to the presentation of the dishes, with attention to the smallest details.

Classic Thai dishes are available everywhere, from luxury resorts and fine dining restaurants to basic seafood restaurants and street stalls, popular due to their atmosphere, tasteful food and low prices. Here the most traditional dishes:
Som tam pu ma (Spicy blue crab and papaya salad)
Kan chiang pu nueng (steamed crab wing)
Tom yam goong (spicy prawn soup)
Au suan (fried oyster pancake)
Hor mok talay (steamed fish custard)
Plaa sai tod kratiem (fried blue whiting with garlic)
Pak boong fai daeng (stir-fried morning glory)
Gaeng keow wan gai (green curry chicken)
Hoi wan pad cha (Babylon snails stir-fried in roasted chili oil)
You can follow a guided food tour and discover all the delights of the local gastronomy

Gastronomia tradizionale di Hua Him

The most iconic dish of Thai cuisine deserves a special mention: I am talking of the famous Pad thai , a dish based on stir-fried rice dough with various foods, such as egg, fish sauce, chilli pepper, vegetables, bean sprouts , shrimp and chicken or tofu. It is the most popular fried noodle dish in Thailand and includes elements of both Thai cuisine and Chinese cuisine.
Are you in a “Hua Hin” mood and want to cook it at home?
Get yourself a wok and… a little patience, but I assure you that the final dish will not disappoint you!
Here’s the recipe!

PAD THAI
Ingredients
For 6 people

500 grams of tagliatelle or fettuccine or rice spaghetti
olive oil
3 cloves of garlic
24 prawns
300 grams of chicken or pork
200 grams of tofu
5 tablespoons of fish sauce
5 tablespoons of soy sauce
1/4 teaspoon chili powder
3 spring onions
1 leek
2 limes
4 tablespoons of peanuts toasted in a pan for a few minutes
3 carrots
4 eggs
2 tablespoons of tamarind juice
1 package of bean sprouts
Preparation
Beat the eggs, then salt and pepper, scramble them in a pan with a little oil.
Chop the peanuts with a knife. Wash the prawns, remove the carapace and the black casing, then season them with a drop of lime, oil and pepper.
Cut the chicken into chunks. Cut the tofu into cubes and fry it in a little oil until it becomes crunchy. Cut the carrots into strips, the leeks and spring onions into rings.
Heat a pot with unsalted water and when it boils, throw in the fettuccine and switch off. Leave to soak for 5 minutes then drain. Season with a little oil, without letting them stick.
Take the wok, pour 8 tablespoons of oil and brown the minced garlic for a few minutes, without letting it blacken. Add the carrot strips, the leek, the prawns and the chicken and cook for a couple of minutes. Add the rice noodles, sauté them, season them with the soy sauce, fish sauce, chilli pepper, tamarind and cook for 3 minutes. Add the scrambled eggs and fry Fry everything, keeping the noodles on one side separate from the eggs. Add the spring onions and sprouts, sauté and cook for 1 minute. Sprinkle with peanuts, drizzle with lime juice, plate and serve.
Enjoy your pad thai!
Weekend Premium will meet you next Tuesday to discover new things that this enchanted destination can offer you: the markets where you can buy spices and goodies, where you can stay and feel like a king, where you can discover an unexpected vineyard and go there… riding an elephant!

CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.
Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world. For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles.art, entertainment. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ”
non touristy tourist ” style 

 

 

 

 

 




Weekend a Lipsia: la musica di Bach e le allodole più ‘dolci’ del mondo…

Weekend a Lipsia, Germania

( in italian and english)-

Spazi verdi, servizi ai cittadini, ottime università, tante occasioni culturali e creative. Da anni Lipsia è in espansione. Dal passato buio della DDR è oggi una meta frizzante, tra quartieri industriali diventati cittadelle d’arte, festival e musei musicali.

Lipsia.

La vivace scena artistica di Lipsia è ciò che rende questa città alla moda un parco giochi per giovani creativi dove spiccano lo Spinnerei, un ex cotonificio che ospita artisti da tutto il mondo; il Tapetenwerk – una bella mostra trimestrale tenuta in uno spazio di fabbrica; il Kunstkraftwerk – una galleria d’arte digitale.

Spinnerei

DA VEDERE
Chiesa di San Tommaso
Dove Martin Lutero discusse notoriamente i meriti della Riforma e dove Johann Sebastian Bach lavorò come direttore musicale per 27 anni. Lipsia gli dedica un  Museo, piuttosto essenziale nei contenuti, ma che comunque vale una visita, soprattutto per i preziosi spartiti originali, scritti dal Maestro.

Johann Sebastian Bach

Chiesa di San Nicola
Arricchita dalle meravigliose colonne-palma di un suggestivo colore rosa.
Il Museo delle Belle Arti
Panometer Leipzig Galleria panoramica a 360 gradi, affrescati dai giganteschi dipinti dell’artista Yadegar Asisi.
Museo in der Runde Ecke
sede della mostra permanente dedicata agli anni bui della DDR e del Ministero per la Sicurezza di Stato.
Monumento della Battaglia delle Nazioni. Dire monumentale è poco: alto 91 metri, saliti i suoi 364 gradini, si gode di una vista spettacolare della città.

.Divertitevi a entrare e uscire  nelle artistiche “Arcades”, utilissime ‘scorciatoie’ nate per agevolare il passaggio da una via all’altra.
Tra tutte spicca l’elegante Mädler, proprio dietro al Naschmarkt, una piccola piazza risalente al 1556, dominata dal Alte Handelsbörse, uno splendido edificio barocco.

le arcade della città, l’elegante Galleria Mädler

In città…

Concedetevi una  bella passeggiata nel centro storico, magari partendo da
Markt, la piazza principale . che ogni venerdì ospita un mercato contadino
Il Vecchio Municipio del XVI secolo. Museo di Storia copre la storia antica e medievale della città. sezioni dedicate a luminari della musica come Bach, Wagner e Mendelssohn

, Augustusplatz, dominata dal cosiddetto grattacielo “Uni-Gigante”, dove, al 29esimo piano, troverete un ottimo ristorante, con vista della città, ideale per il lunch.

Uni Gigante

Altra icona di Lipsia è la Birra Gose, fermentata con acido lattico con l’aggiunta di sale da cucina e coriandolo. Si racconta fu scoperta dall’Imperatore Ottone nell’anno 1000.

Birra e graffiti

Ma la vera specialità culinaria di Lipsia è il “Leipziger Lerche” (Allodola di Lipsia), un dolcetto legato al decreto che nel 1876 vietò la caccia alle allodole, che venivano cucinate con erbe e uova. Nacque così un dolcetto chiamato appunto ”allodola”.

E’ una specie di mini crostatina fatta con pasta frolla, marzapane, confettura di albicocca o frutti di bosco. L’ho assaggiata: è piuttosto asciutta e sostanziosa, quindi ottima se accompagnata, o meglio ancora bagnata, da una cioccolata calda o da un cappuccino.
Le migliori ?
Quelle del Cafe Kandler, nel cuore della città.

Il Cafè Kandler

Ecco la ricetta del Leipziger Lerche

Leipziger Lerche, il tipico dolcetto di Lipsia

Ingredienti
Burro 250 gr
Farina 300 gr
Zucchero 90 gr
Mandorle 150 gr
Uova 1
Brandy 1 cucchiaio
Confettura Albiccocche 100 gr
Zucchero A Velo 100 gr
Fecola Di Patate 50 gr
Estratto Di Mandorle Amare 5 gocce
Albumi 3

L’allodola in una stampa antica

Preparazione
Versate sulla spianatoia 250 gr di farina e fate la fontana, unite 90 gr di zucchero, 1 uovo, il brandy e 150 gr di burro morbido. Impastate bene il tutto, poi fate riposare l’impasto almeno 30′ in frigorifero. Stendete la pasta (spessore di 1 cm) in sfoglia. Rivestiteci degli stampini tondi da crostatine imburrati ed infarinati, poi punzecchiate la pasta con i rebbi di una forchetta e stendete in ogni stampino sopra la frolla, un po’ di confettura di albicocche. Lavorate il restante burro con lo zucchero a velo, unite il tuorlo e l’estratto di mandorle, 50 gr di farina, la fecola e amalgamate bene il tutto. Unite gli albumi montati a neve (1+3), la mandorle tritate finemente nel mixer (per velocizzare compratele già in farina) e mescolate bene. Ricoprite ogni stampino fino ai bordi con il preparato.
Cuocete i dolcetti in forno già caldo a 190° per circa 20-25′ o comunque fino a cottura.

INFO
Cafè Kandler
Travel Lipsia

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L’allodola in una stampa antica

Weekend in Leipzig

Green spaces, services to citizens, excellent universities, many cultural and creative opportunities. Leipzig has been expanding for years. From the dark past of the GDR it is now a sparkling destination, between industrial districts that have become citadels of art, festivals and music museums. Leipzig’s vibrant art scene is what makes this hip city a playground for young creatives. One of Leipzig’s main attractions is its vibrant art scene which includes the Spinnerei, a former cotton mill hosting artists from around the world; the Tapetenwerk – a beautiful quarterly exhibition held in a factory space; the Kunstkraftwerk – a digital art gallery.

Spinnerei

TO BE SEEN

Church of San Tommaso
Where Martin Luther famously discussed the merits of the Reformation and where Johann Sebastian Bach worked as a musical director for 27 years. Leipzig dedicates a museum to him, rather essential in content, but which is still worth a visit, especially for the precious original scores, written by the Maestro.

Johann Sebastian Bach

Church of San Nicola Enriched by the wonderful palm-columns of a suggestive pink color.
The Museum of Fine Arts
Panometer Leipzig 360-degree panoramic gallery, frescoed by giant paintings by the artist Yadegar Asisi.

Museum in der Runde Ecke home to the permanent exhibition dedicated to the dark years of the GDR and the Ministry for State Security.
Monument of the Battle of the Nations. 91 meters high, after climbing its 364 steps, you can enjoy a spectacular view of the city.

.Enjoy entering and exiting the artistic “Arcades”, very useful ‘shortcuts’ created to facilitate the passage from one street to another. Among all the elegant Mädler stands out, just behind the Naschmarkt, a small square dating back to 1556, dominated by the Alte Handelsbörse, a splendid Baroque building ..

le arcade della città, l’elegante Galleria Mädler

Take a nice walk in the historic center, perhaps starting from Markt, the main square. which hosts a farmers’ market every Friday The Old Town Hall from the 16th century. History Museum covers the ancient and medieval history of the city. sections dedicated to music luminaries such as Bach, Wagner and Mendelssohn.

, Augustusplatz, dominated by the so-called “Uni-Gigante” skyscraper, where, on the 29th floor, you will find an excellent restaurant, with a view of the city, ideal for lunch.

Uni Gigante

Another Leipzig icon is Gose Beer, fermented with lactic acid with the addition of table salt and coriander. It is said that it was discovered by Emperor Otto in the year 1000.

Birra e graffiti

But the real culinary specialty of Leipzig is the “Leipziger Lerche” (Lark of Leipzig), a sweet linked to the decree that in 1876 banned the hunting of larks, which were cooked with herbs and eggs. Thus was born a sweet called “lark” 

It is a kind of mini tart made with shortcrust pastry, marzipan, apricot jam or berries. I tasted it: it is rather dry and substantial, so excellent when accompanied, or better still wet, with a hot chocolate or cappuccino.
The best  ones ? At Cafe Kandler, in the heart of the city.

Il Cafè Kandler

Ecco la ricetta del Leipziger Lerche

 

Leipziger Lerche

 

Ingredients
Butter 250 gr Flour 300 gr Sugar 90 gr Almonds 150 gr Eggs 1 Brandy 1 tbsp Apricot jam 100 gr Powdered Sugar 100 gr Potato starch 50 gr Bitter Almond Extract 5 drops Egg whites 3
Preparation
Pour 250 g of flour onto a pastry board and make a well, add 90 g of sugar, 1 egg, brandy and 150 g of soft butter. Knead everything well, then let the dough rest for at least 30 ‘in the refrigerator. Roll out the dough (1 cm thick) into a sheet. Cover the round molds with buttered and floured tarts, then prick the dough with the prongs of a fork and spread a little apricot jam in each mold over the pastry. Work the remaining butter with the icing sugar, add the yolk and almond extract, 50 grams of flour, the starch and mix well. Add the whipped egg whites (1 + 3), the finely chopped almonds in the mixer (to speed up buy them already in flour) and mix well. Cover each mold up to the edges with the preparation. Bake the sweets in a preheated oven at 190 ° for about 20-25 ‘or in any case until cooked.

INFO
Cafè Kandler
Travel Lipsia

 




Pfannkuchens, un dolce Capodanno alla tedesca

Ultimo appuntamento del nostro viaggio alla scoperta dei dolci delle feste nel mondo. Facciamo tappa in Germania, dove la tradizione vuole che, a Capodanno, si consumi la pfannkuchen, o, meglio, la Berliner pfannkuchen, dal momento che è proprio qui che è nato questo dolce di origine austro-tedesca. Il suo nome significa letteralmente “torta pancake di Berlino” e la tradizione vuole che tra le versioni dolci di questa delizia a forma di palla, che può essere ripiena di marmellata e liquore, nella versione più classica, oppure di crema pasticcera o cioccolata, se ne nasconda una “a sorpresa”, ripiena di senape, spezie o particolarmente piccante. Il divertimento consiste proprio nel vedere l’espressione di chi “pesca” la pfannkuchen incriminata!

La pfannkuchen, un dolce storico

Secondo la tradizione, l’invenzione della pfannkuchen risalirebbe al 1756, quando un pasticcere di Berlino voleva arruolarsi nell’esercito di Federico II di Prussia. Tuttavia, l’uomo venne riconosciuto inidoneo al servizio militare per le sue precarie condizioni fisiche. Federico II, vista la dedizione del pasticcere, trovò un escamotage per farlo arruolare nel suo esercito: gli conferì la mansione di pasticcere del reggimento.

Per ringraziare il sovrano, il pasticcere creò per lui una piccola ciambella, a cui diede poi la forma di una palla di cannone. Non disponendo di un forno, le pfannkuchen venivano fritte in una padella all’aperto, immerse nel lardo bollente. Pfannkuchen, in Germania, infatti è anche il nome di una padella.

Le tradizionali pfannkuchen tedesche si preparano con ingredienti semplici, il ripieno, può variare a piacere tra marmellata, panna, cioccolato. Noi vi lasciamo la ricetta della versione con la crema pasticcera. Non dimenticate, tuttavia, di riempire una pfannkuchen a sorpresa, magari con senape, maionese o salsa piccante!

LA RICETTA: Pfannkuchen

Ingredienti per la ciambella: 2 tazze di farina setacciata, 1 bustina di lievito per dolci, ½ tazza di latte caldo, 1 pizzico di sale, scorza di 1 limone, 1 uovo medio, 4 cucchiai di zucchero, 4 cucchiai di burro, olio vegetale per friggere, zucchero a velo.

Ingredienti per la crema pasticcera: 2 tazze di latte intero, 5 tuorli d’uovo, 1 baccello di vaniglia, 1 pizzico di sale, ½ tazza di zucchero a velo, 1/3 di tazza di farina, 4 cucchiai di amido di mais, 1 noce di burro.

Preparazione: alcune ore prima preparate la crema pasticcera. Mescolate l’amido di mais con la farina e setacciatele. Scaldate il latte con il baccello di vaniglia, portate a ebollizione e spegnete il fuoco.  In una terrina, sbattete i tuorli con lo zucchero fino a ottenere un composto liscio e omogeneo. Aggiungete poi la miscela di farina e amido di mais. Mescolate usando una frusta. Aggiungete anche metà del latte e continuate a mescolare finché il composto sarà liscio, senza grumi né bolle.

Versate il tutto in una casseruola con il resto del latte e fate cuocere a fuoco basso, mescolando continuamente per non fare attaccare la crema al fondo. Quando sarà densa, togliete la crema pasticcera dal fuoco. Strofinate la superficie della crema con una noce di burro per evitare che si formi la tipica pellicina durante il raffreddamento. Coprite la crema con una pellicola e mettete da parte in frigorifero per circa 3 o 4 ore.

Passate poi alla preparazione dell’impasto. In una ciotola mescolare la farina con il lievito, aggiungete gradatamente il latte caldo e impastate per circa un minuto. Potete usare anche un robot da cucina. Unite anche la scorza del limone, lo zucchero, l’uovo e il sale. Impastate per circa 15 minuti. Aggiungete metà del burro, impastate finché non si sarà completamente incorporato. Coprite l’impasto con un panno e lasciate lievitare per circa 2 ore. Cospargete di farina la superficie di lavoro. Togliete l’impasto dalla ciotola e dividetelo in circa 20 pezzi uguali. Formate delle palline e appiattitele leggermente con un mattarello. Disponete ogni pallina su un quadrato di pasta da forno. Coprite con un panno e lasciate riposare le pfannkuchen per circa 30 minuti.

Nel frattempo, mettete a scaldare in una padella grande una buona quantità di olio vegetale. Quando sarà bollente, immergetevi le pfannkuchen tre alla volta. Rigirateli e, quando saranno dorati, scolateli su carta assorbente e lasciateli raffreddare. Prendete la crema dal frigorifero, datele una bella mescolata e, se si è rappresa troppo, stemperatela con 1 o 2 cucchiai di latte caldo. Versate la crema in un sac-à-poche, riempite le pfannkuchen e servite con una spolverata di zucchero a velo. Potete sostituire la crema anche con marmellata, mascarpone, panna, crema al cioccolato o alla nocciola.




Il Flan de Calabaza, buone feste da Cuba!

Il nostro viaggio tra i dolci delle feste nel mondo continua a Cuba, dove ancora una volta la protagonista della tavola di questo periodo è la zucca, ma in maniera del tutto diversa dalla Pumpkin Pie inglese. Il dolce più popolare durante il periodo che va da Natale a Capodanno, nell’isola caraibica è infatti il flan de calabaza, un mix di sapori le cui origini risalirebbero addirittura all’antica Roma. Qui, infatti, i cosiddetti flan erano molto popolari e si preparavano spesso grazie alla grande disponibilità di uova.

Da Roma la tradizione si perpetua nei secoli e si mescola con la cucina spagnola, africana e caraibica. Oggi, non esiste un Flan de Calabaza unico, ma tantissime varianti, a seconda della città, della regione o, addirittura, della tradizione familiare. Tutte le ricette, però, concordano di consumare il Flan de Calabaza accompagnato da un buon bicchierino di rum! Ecco, allora, la nostra ricetta. Mettetevi alla prova per sorprendere i vostri ospiti con un dolce gusto cubano.

LA RICETTA: Flan de Calabaza

Ingredienti (per 6/8 persone) – 500 gr di polpa di zucca, 250 gr di zucchero, 600 ml di latte fresco, 4 uova, qualche goccia di estratto naturale di vaniglia

Preparazione – Tagliare la zucca a fette di circa 2 cm e cuocerla a vapore (7-10 minuti in pentola normale). Mettere tre cucchiai di zucchero in un pentolino e farlo caramellare, versare il caramello in uno stampo rettangolare foderato con carta da forno e distribuirlo sul fondo dello stampo. Mettere la zucca cotta in una terrina con lo zucchero rimasto, aggiungere un po’ di latte e frullare con il frullatore a immersione, ottenendo una purea uniforme. Aggiungere il resto del latte, le uova e la vaniglia e frullare ancora. Versare il composto nello stampo e cuocere in forno, a bagnomaria a 200°C per 45 minuti. Lasciare raffreddare, quindi tenere in frigorifero per almeno due ore. Rovesciare il budino su un piatto rettangolare ed eliminare la carta.




Buone feste “all’inglese” con il Christmas Pudding

Eccoci con un altro appuntamento per “viaggiare” con dolcezza attraverso le ricette della tradizione delle feste nel mondo. E, se è vero che Natale è appena passato, nulla ci vieta di provare a preparare una di queste golosissime ricette alla prima occasione. Dopo essere andati in Francia, in Polonia e negli Stati Uniti, oggi andiamo in Gran Bretagna, dove sulla tavola non può mancare il Christmas pudding, un budino dalla forma rotonda a base di uova, mandorle, frutta candita, spezie e rum.

Noto anche come plum pudding, letteralmente “budino di prugne”, in realtà non le prevede come ingrediente, il termine risalirebbe a una variazione della lingua, nel XVII secolo, infatti, quando già si preparava questo dolce, con il termine plum si indicavano anche l’uva passa e altri tipi di frutta secca.

Le origini del Christmas pudding

Preparare un Christmas pudding non significa solo fare un viaggio del gusto in Gran Bretagna, o in Irlanda, dove questo dolce è ugualmente diffuso, ma anche nella storia. Si ha notizia di questo “budino” già nel XVI secolo, ma le origini risalirebbero addirittura al Medioevo, quando si usava preparare pudding a base di frutta e carne. In seguito, i Puritani lo considerarono addirittura “peccaminoso”, al punto da vietarne la preparazione.

La preparazione del Christmas pudding in una vignetta ottocentesca

Tuttavia, vince la gola, dal momento che il Christmas pudding tornò a essere “legale” nel XIX secolo, quando la regina Vittoria in persona, se lo fece preparare. Da quel momento, divenne il principale dessert natalizio inglese e viene citato anche nel celebre Canto di Natale di Charles Dickens. Non solo, in questo periodo la ricetta venne arricchita con ingredienti sempre più sfiziosi, che resero il Christmas pudding davvero irresistibile.

Ritratto della regina Vittoria, ghiotta sostenitrice del Christmas pudding

Christmas pudding da record

Nel corso dei secoli, sono stati molti i Christmas pudding da record. Per esempio, nel 1818, l’infermiera inglese Kate Marsden ne portò con sé ben 18 chili nel suo lungo viaggio di 3000 km, in slitta, attraverso la Siberia, dove si stava recando per proseguire le sue ricerche per una cura per la lebbra. La stessa Marsen, interrogata sul perché si fosse portata dietro nella sua avventura un tal quantitativo del “budino”, rispose candidamente che “le piaceva” e poi “come tutte le casalinghe sanno”, si sarebbe conservato al freddo per lungo tempo.

Kate Marsden in Siberia con la sua slitta che trasportava ben 18 kg di Christmas pudding

Altri Christmas pudding da record, questa volta solo per dimensioni, vennero realizzati nel 1819 e nel 1859, quando il gigantesco dolce venne offerto ai poveri della città di Paignton. Il Christmas pudding più grande della storia, dal peso di 3,28 tonnellate, venne invece realizzato nel luglio del 1992 ad Aughton, nel distretto di Lancaster, nel Lancashire.

Preparazione del Christmas pudding da record

Il Christmas pudding, fra superstizione e tradizione

C’è una superstizione legata al Christmas pudding: si dice infatti che questo budino debba contenere 13 ingredienti, che rappresenterebbero Cristo e gli Apostoli. Inoltre, deve essere preparato in senso orario da tutti i membri della famiglia. Si dice anche che ogni commensale debba mangiarle almeno un po’, o nell’anno venturo rischia di perdere un’amicizia.

Nel Christmas pudding per tradizione viene nascosto un piccolo oggetto portafortuna

Infine, un’altra tradizione vuole che all’interno del dolce venga nascosto un piccolo oggetto, che porterà fortuna a chi lo troverà: un anellino per chi cerca l’amore, una moneta per la prosperità, un bottone, un ditale da cucito, un maialino di plastica per i più piccoli.  Impazienti di preparare anche voi il vostro Christmas pudding? Ecco allora la ricetta.

LA RICETTA: Christmas pudding

Ingredienti – 200 gr di margarina, 350 gr di uvetta, 200 gr di uva sultanina, 200 gr di uva passa, 50 gr di canditi misti, 25 gr di mandorle tritate, 175 gr di farina, 2 cucchiaini di spezie miste in polvere (chiodi di garofano, cannella, zenzero), 1 cucchiaino di noce moscata in polvere, 175 gr di briciole di pane fresco (pane al latte, senza crosta), 700 gr di zucchero di canna, 2 uova, succo di 1 limone, 1 cucchiaio di melassa, 4 cucchiai di latte, 2 cucchiai di brandy.

Preparazione – Mescolare in una ciotola grande tutti gli ingredienti, lavorare in modo da ottenere un impasto ben legato. Con l’impasto riempire lo stampo da budino (capacità da 1 litro), ben imburrato. La superficie deve rimanere al di sotto del bordo di circa 2,5 cm. Coprire quindi con doppio foglio di carta oleata, con la parte imburrata rivolta verso l’interno, piegato bene intorno al bordo e legato con spago da cucina. Mettere quindi il pudding in una pentola e aggiungere acqua calda per coprire la forma fino ad un terzo.

Coprire con il coperchio e cuocere a fuoco basso per 6 ore, aggiungendo acqua calda man mano che evapora. Al termine del tempo indicato, togliere il pudding e lasciar raffreddare. Sostituire il coperchio di carta oleata con un altro, da legare allo stesso modo del precedente e conservare il pudding in luogo fresco. Al momento di servire, il pudding deve essere riscaldato per circa 3 ore utilizzando lo stesso metodo della prima cottura, sempre aggiungendo acqua man mano che evapora. Quindi, rovesciarlo sul piatto di portata e decorarlo con l’agrifoglio, e con un cucchiaio di brandy riscaldato in pentolino. Per finire, flambare quando si serve in tavola.




La Pumpkin Pie, negli USA le feste profumano di zucca!

Continua il nostro viaggio attraverso le “dolci” tradizioni delle feste. Oggi vi portiamo negli Stati Uniti, dove il dolce tipico delle festività invernali è la Pumpkin Pie, la torta di zucca, che si prepara in occasione di Halloween, del Thanksgiving Day e del Natale.

Questa gustosissima torta è formata da uno strato di crema alla zucca su un guscio di pasta frolla e aromatizzata con cannella, noce moscata, chiodi di garofano e zenzero. La tradizione vuole che non ci sia una copertura o delle strisce di pasta come nella crostata e che sia servita con panna montata. Gli americani, poi, molto pratici, la preparano con polpa di zucca, che si trova già pronta al supermercato, anche nella versione già aromatizzata e pronta all’uso.

Le origini della Pumpkin Pie

La nascita della Pumpkin Pie pare essere strettamente legata al Thanksgiving Day, il Giorno del Ringraziamento, che si celebra l’ultimo giovedì di novembre.  Si racconta che, nel 1621, nelle terre del New England abitate dai coloni inglesi, riuniti in piccoli villaggi, il freddo e la fame avevano messo a dura prova gli abitanti, sfiniti da quel clima ostile. In loro soccorso giunsero i nativi, che donarono loro i frutti delle loro terre, in particolare le zucche, che crescevano anche con le basse temperature. I coloni conobbero così la zucca, e iniziarono a utilizzarla nella loro alimentazione quotidiana. Il suo sapore gradevole si prestava bene sia a ricette dolci che a ricette salate, spesso con l’aggiunta di spezie.

La nascita della moderna Pumpkin Pie

La prima ricetta della Pumpkin Pie come la conosciamo oggi, invece, si deve a uno chef francese, La Varenne, che nel 1651 inserì in un ricettario che divenne famosissimo non solo in Francia, ma anche nel resto del mondo.  La sua versione, tuttavia, prevedeva l’uso della pasta sfoglia, con un morbido ripieno di crema di zucca. Fu la cuoca americana Amelia Simmons, invece, a sostituire la sfoglia con la pasta frolla. Non solo, arricchì anche la lista degli ingredienti con uova, panna, spezie e melassa. La sua versione è quella che oggi va per la maggiore, anche se ogni famiglia ha la sua ricetta, che si tramanda di generazione in generazione. E voi? Avete mai preparato la Pumpkin Pie? Vi lasciamo la nostra ricetta.

LA RICETTA: Pumpkin Pie

Ingredienti – 175 gr di zucchero, mezzo cucchiaino di zucchero, un cucchiaino di semi di cannella, mezzo cucchiaino di chiodi di garofano, 2 uova grandi, 400 gr di purea di zucca (far bollire la zucca per 30 minuti e poi frullarla), 400 gr di latte condensato, 1 rotolo di pasta frolla precotta.

Preparazione – Mescolare zucchero, sale, cannella, zenzero e chiodi di garofano in una ciotola. Aggiungere le uova. Mescolare la purea di zucca con le spezie. Unire le due ciotole e poi aggiungere gradualmente il latte condensato. Preparare una tortiera con la carta forno e stendere la pasta frolla, quindi versare la crema e infornare in forno preriscaldato a 220° per 40-50 minuti. Lasciar freddare un paio di ore. Servire immediatamente o conservare in frigorifero.




Ricette dal mondo. Il Makowiec in Polonia è il dolce delle feste

In questa seconda puntata della rubrica dedicata ai dolci delle feste nel mondo, andiamo virtualmente in Polonia, e vi lasciamo la ricetta del Makoviec, una delizia farcita con una crema a base di semi di papaveri, simbolo di buon auspicio, abbondanza e fertilità. La sua particolarità è che si conserva anche per parecchi giorni, basta chiuderlo in un contenitore ermetico, e, soprattutto, sprigiona in tutta la casa un delizioso profumo.

Il Makowiec, un dolce dalle origini incerte

Non si sa molto sulle origini del Makowiec, il cui nome deriva da mak, semi di papavero, in polacco. Nel Nord Europa, tuttavia, sono diffusi dolci assai simili, come il bejgli ungherese, che si rifà a sua volta a una tradizione tedesca del XIV secolo. In Polonia sono molti i dolci a base di semi di papavero, che si consumano durante tutto l’anno. Tuttavia, il Makowiec è riuscito a imporsi sugli altri come dolce della tradizione natalizia, ma solo a partire dal XX secolo. Curiosi? Allora, mettetevi alla prova con la nostra ricetta.

LA RICETTA: Makowiec

Ingredienti per la pasta – 200 gr di farina, 3 uova (tuorlo), 10 gr di lievito di birra, 40 gr di zucchero a velo, 100 ml di latte, 55 gr di burro, 1 bustina di vanillina.

Ingredienti per il ripieno – 125 gr di semi di papavero, 20 gr di gherigli di noci, 30 gr di uvetta, 30 gr di arancia candita a cubetti, 1 cucchiaio di burro, 1 cucchiaio di miele, 2 uova, 200 gr di zucchero a velo, 1 cucchiaio di vodka.

Preparazione della pasta – Sciogliere il lievito con 25 ml di latte tiepido, un cucchiaino di zucchero e un cucchiaio di farina. Coprire e lasciar lievitare per 15 minuti al caldo. Poi, montare i tuorli d’uovo con lo zucchero per ottenere una crema, quindi unire vanillina, farina, 75 ml di latte tiepido, lievito e burro (sciolto e lasciato raffreddare). Dopo aver ottenuto un impasto liscio ed elastico, coprirlo con la pellicola e lasciarlo lievitare per un paio d’ore.

Preparazione del ripieno – Nel frattempo, è possibile dedicarsi al ripieno: per prima cosa, mettere i semi di papavero in una scodella coperti con acqua bollente e lasciarli riposare con sopra un coperchio per mezz’ora. Dopo averli scolati e strizzati, frullarli e aggiungere noci sbriciolate, uvetta, cubetti di arancia candita, burro (sciolto e lasciato raffreddare), vodka. Montare i tuorli con lo zucchero a velo e a parte montare anche gli albumi a neve. Poi unire tutto per ottenere il ripieno.

Assemblare – Stendere quindi l’impasto una volta lievitato, poi ricoprirlo con il ripieno lasciando una cornice di un paio di cm. Arrotolare e mettere su una teglia rivestita con carta da forno, con la chiusura verso il basso. Coprire con una pellicola e lasciare ancora lievitare per 30 minuti. Quindi cuocere a 180° per 45 minuti. Decorare a piacimento con canditi, glassa di zucchero e semi di papavero.

 




Ricette dal mondo. Dalla Francia il “Bûche de Noël”

Quest’anno le festività natalizie le trascorreremo principalmente a casa, a causa delle limitazioni previste dalle norme anti Covid. Di sicuro cucineremo, e tanto, per i nostri cari con i quali trascorreremo la Vigilia, il Natale, Santo Stefano, Capodanno e l’Epifania. E, se non potremo viaggiare fisicamente, nulla ci vieta di farlo con la fantasia. Magari preparando qualcosa di speciale, come un dolce, che fa parte della tradizione di un altro paese. Cominciamo allora, con un viaggio nella tradizione francese, che per le festività propone il Bûche de Noël, o “Tronchetto di Natale”.

Il Bûche de Noël, un’origine antichissima

Anche se oggi il Bûche de Noël è un dolce della tradizione francese, poi diffusosi anche nel Nord Italia, le sue origini sono molto antiche e risalgono addirittura a un millennio fa, quando nelle regioni del Nord ed Est Europa usava nel periodo del Solstizio d’Inverno si usava bruciare un grande ceppo nel camino di casa, come buono augurio per la prosperità, la ricchezza, la fertilità della terra e la buona salute degli animali d’allevamento. Il tipo di albero cambiava da nazione a nazione, ma la tradizione voleva che il ceppo fosse fatto bruciare fino all’Epifania, aiutato con l’aggiunta di altra legna, e che poi ne venisse raccolta la cenere, da conservare fino all’anno successivo.

Bûche de Noël, il dolce francese

La nascita del Bûche de Noël nella sua versione dolce è invece molto più recente. Risale al 1945, infatti, l’intuizione di un pasticcere francese che per riprendere l’antica tradizione del “ceppo”, creò un dolce della stessa forma, ma fatto con pasta biscotto ricoperta di cioccolato, per simulare il tronco, e un ripieno che, in origine, era costituito da marmellata, poi sostituita nel tempo da ripieni più ricchi e vari, a seconda dei gusti. Nel tempo, la tradizione di preparare questo dolce, in Francia e nei paesi francofoni, si è consolidata. Volete provare a fare anche voi il vostro Bûche de Noël? Vi lasciamo la ricetta.

LA RICETTA: Bûche de Noël

Ingredienti per il biscotto: 5 uova, 50 gr di farina 00, 50 gr di fecola di patate, 170 grammi di zucchero, un pizzico di sale, un cucchiaio di acqua, un bicchiere di rum

Ingredienti per la crema: 1 uovo, 1 tuorlo, 300 gr di cioccolato fondente, 250 gr di burro, 150 gr di zucchero, una tazzina di caffè, un terzo di bicchiere di acqua.

Preparazione del biscotto – Separare i tuorli dagli albumi. Montare gli albumi a neve. Con una frusta sbattere i tuorli con zucchero e sale fino ad ottenere un impasto morbido. Aggiungere acqua e rum e farli incorporare con delicatezza. Aggiungere farina e fecola e mescolare. Incorporare gli albumi montati a neve mescolando delicatamente dal basso verso l’alto. Stendere l’impasto su una leccarda rettangolare ricoperta di carta forno (o in alternativa imburrata e infarinata). Pre-riscaldare il forno a 120°C e infornare per 15 minuti, l’impasto deve solo iniziare a dorarsi. Togliere il biscotto dal forno e sformarlo delicatamente su un canovaccio umido. Arrotolare il biscotto ancora caldo nel canovaccio umido, senza stringere. Lasciarlo raffreddare, evitando il frigorifero.

Preparazione della crema – Preparare lo sciroppo di zucchero facendo attenzione a non farlo caramellare. Fondere il cioccolato a bagnomaria con un cucchiaio di caffè, aggiungere il burro in pezzi. Mettere le uova nello sciroppo di zucchero caldo e mescolare con cura. Unire e amalgamare dolcemente i due composti. Lasciar raffreddare e rapprendere in frigorifero.

Assemblare – Srotolare delicatamente il biscotto che deve aver raggiunto la temperatura ambiente. Con una spatola spalmare circa due terzi della crema. Arrotolare il tutto, senza stringere. Tagliare le estremità (1 o 2 centimetri) per pareggiare la bûche e conservare gli “scarti” da utilizzare per realizzare dei nodi o dei monconi di ramo. Ricoprire il tutto con la crema rimasta e creare delle striature con una forchetta.

Servire in tavola – La bûche de Noël è pronta per essere servita, mostrandola prima intera e affettandola direttamente a tavola. Se volete potete aggiungere delle decorazioni per rendere questo dolce tradizionale ancora più simile a un tronco di legno.




Mauritius da…..gustare senza muoversi da casa

Ancora oggi, a seguito della pandemia Covid19, non siamo liberi di viaggiare con tranquillità. La paura di possibili restrizioni, una volta giunti a destinazione, frena il turismo verso i paesi europei e soprattutto extraeuropei.

Mauritius

Nell’attesa di salire su un aereo con destinazione Mauritius, la meravigliosa isola nell’Oceano Indiano, impariamo a conoscerla. E’ un modo per non farci trovare impreparati quando la raggiungeremo di persona. Come? Conoscendola attraverso la sua cucina, portando sulle nostre tavole i piatti tipici della cucina mauriziana.

Sono proprio gli chef di alcuni resort di Mauritius a farci assaporare le pietanze della loro tradizione eterogenea  attraverso piatti allegri e colorati. Ci sentiremo sbalzati, in un attimo, nella calda e vivace atmosfera di Mauritius.

Non resta che ..accendere i fuochi.

POLLO E GAMBERI AL CURRY

Mauritius
Chicken & Shrimp Curry

Questa ricetta farà felice gli amanti delle spezie. Arriva direttamente dal THE RESIDENCE MAURITIUS. Lo chef consiglia di  servire questo piatto con un contorno di lenticchie nere e insalata di pomodori.

 Ingredienti:

  • 2 cucchiaini di olio vegetale
  • 1 cipolla dorata grande
  • 2 spicchi di aglio
  • 1⁄2 cucchiaino di zenzero fresco
  • 1 cucchiaino di semi di cumino
  • 1 cucchiaino di gambo di coriandolo tritato finemente
  • 30g – 60g di curry in polvere
  • 10 foglie di curry fresche
  • 500g di straccetti di cosce di pollo (pezzi di 2 cm)
  • 250g di gamberi (puliti)
  • 1 confezione da 400 g di pomodori a dadini
  • 400 ml di acqua

Preparazione:

In una padella scaldate, a fuoco medio, un filo d’olio. Aggiungete cipolla e spicchi d’aglio finemente tritati, lo zenzero grattugiato e i semi di cumino. Mescolate spesso sino a quando gli ingredienti saranno morbidi. Aggiungete il gambo di coriandolo tritato e continuate la cottura  per circa 1 minuto. Versate la polvere e le foglie del curry . Procedete la cottura mescolando per circa 1 minuto. Incorporate il pollo e i gamberi e continuate a cuocere sino a quando, gli ultimi ingredienti aggiunti, non avranno assunto una leggera doratura. Versate nella padella la dadolata di pomodori e l’acqua.

Abbassate la temperatura e continuate a cuocere per circa 25 minuti. Condite con un pizzico di sale e servire con del riso bianco bollito e il contorno suggerito dallo chef.

INVOLTINI DI MARLIN E SALMONE AFFUMICATI CON CETRIOLI, CUORE DI PALMA ARROSTO, MEDLEY DI AGRUMI E SALSA AL NERO DI SEPPIA

Mauritius
Involtini di marlin e salmone affumicati – Chef Nallan Seeven – Maritim Resort & Spa Mauritius

La ricetta che ci regala lo Chef Nallan Seeven dello Chateau Mon Désir Fine Dining restaurant presso Maritim Resort & Spa Mauritius non è una ricetta che possiamo classificare “semplice e veloce” ma una volta preparata delizierà i vostri palati e risulterà indimenticabile.

Ingredienti:

  • 40g di marlin affumicato
  • 40g di salmone affumicato
  • 5 ml di olio d’oliva
  • 1 scorza di lime grattugiato
  • 100 g di ananas
  • 2 g di tabasco
  • 3 g di cipollotti
  • 3 g di salsa di soia
  • 30 g di cetriolo verde
  • 20 g di cuore di palma
  • 10 g di arancia
  • 10 g di pompelmo
  • 2 g di aneto
  • 2 g di panna rappresa
  • 1 g di nero seppia
  • 10 g di insalata di crescione
  • 3 g di senape
  • 2 g di succo di limone
  • 15 g di pomodoro
  • 2 g di capperi
  • 1 g di acciughe
  • sale e pepe

Preparazione:

Tagliate a dadini il marlin e il salmone affumicato e metteteli in una piccola ciotola. Condite con la scorza di lime grattugiata, il tabasco, l’olio d’oliva, la salsa di soia, l’aneto, il succo di limone, la senape. Aggiungete il cipollotto tritato,  un pizzico di sale e pepe.
Tagliate ora l’ananas a bastoncini e grigliate il cuore di palma. Tagliate una fetta sottile di cetriolo e arrotolatela con il composto di salmone e marlin, lasciate raffreddare in frigorifero.

Per la salsa:

Mescolate al nero di seppia l’acciuga, i capperi, il pomodoro. Cuocere per 10 minuti e mescolate energicamente. Tagliate ora delle piccole fette di arancia e pompelmo vi serviranno a decorare il piatto. Per un tocco chic aggiungete un po’ di  panna rappresa sul salmone. Appoggiate il tutto su la foglia di crescione e voilà servite

TACOS VEGANI

Direttamente dal Salt of Palmar arriva la ricetta di questi ottimi tacos rigorosamente vegani

Mauritius
Vegan Tacos

Ingredienti:

  • 3 conchiglie per tacos vegani
  • 45 ml di crema di anacardi e coriandolo
  • 60 g di “carne” per tacos
  • 30 g di salsa di avocado
  • 3 g di foglie di coriandolo fresco

PER LE CONCHIGLIE TACOS

  • 150 g di semi misti
  • 70 ml di succo di limone
  • 10 g di scorza di limone
  • 2 g di paprika
  • 30 g di lievito alimentare
  • sale qb

PER LA “CARNE” DEI TACOS

  • 100 g di noci
  • 35 g di barbabietola, triturata
  • 20 ml di olio d’oliva
  • 10 ml di salsa di soia tamari senza glutine
  • 5 g di paprika affumicata
  • 5 g di cumino
  • 3 g di peperoncino in polvere
  • 3 g di sale

PER LA CREMA DI ANACARDI E CORIANDOLO

  • 100 g di anacardi (lasciati in ammollo in acqua fredda per 8 ore)
  • 25 ml di succo di limone
  • 5 g di sale marino
  • 30 g di coriandolo

PER LA SALSA DI AVOCADO

  • 1 avocado
  • 2 pomodori di medie dimensioni
  • 1⁄2 cipolla di medie dimensioni
  • piccola manciata di foglie di coriandolo
  • 2 cucchiai di olio d’oliva
  • 1 pizzico di sale

Preparazione

Iniziate a fare le conchiglie mescolando  in una grande ciotola i semi misti,  il succo di limone, la scorza di limone, la paprika e il lievito. Aggiustate il tutto con un po’ di sale.  Disponete l’impasto su un foglio di carta da forno e stendetelo sino a raggiungere uno spessore di circa 2 mm. Aiutandovi con una tazza alla quale avrete passato dell’olio sui bordi ritagliate dei cerchi di 10 cm di diametro. Disidratate in forno a 45°C per 4 ore.

Passate al mixer le noci, le barbabietola, la paprika, il cumino, il peperoncino, la salsa di soia e l’olio. Lavorateli sino ad ottenere una consistenza simile alla carne macinata.

E’ il momento di assemblare i vostri tacos. Piegate a metà i gusci dei tacos e farciteli con crema di anacardi e coriandolo preparata  mescolando anacardi, limone, sale e coriandolo. Aggiungete ora la “carne” preparata e la salsa all’avocado. Quest’ultima preparata con pomodori, cipolla e avocado tagliati a cubetti e cosparsi con coriandolo. Decorate i tacos con foglie di coriandolo fresco.

FOGGIATINI di Le Méridien Ile Maurice

Mauritius

Arriva da Le Meridien Ile Maurice questo delizioso cocktail agli agrumi e dal profumo di rosmarino

  • 5 cl Vodka aromatizzata al rosmarino
  • 4 cl di succo di pompelmo
  • 2 cl di succo di limone
  • 1 cl Sciroppo 1:1 (Symple syrup)

Versate tutti gli ingredienti in uno shaker pieno di ghiaccio. Agitate bene e versare in un bicchiere da martini. Decorare con scorza di pompelmo e assaporate questo delizioso e profumato cocktail. Mi raccomando con moderazione…..è alcolico.

 Mauritius

Per ulteriori informazioni su Mauritius potete leggere un altro articolo scritto dalla redazione: Mauritius, l’isola dal cuore dolce




‘Dolce’ Cesenatico: ecco “BIANCOLATTE” il dessert firmato Alberto Faccani

Quante ‘dolci’ sorprese a Cesenatico…

Museo della Marineria
E’ l’unico museo galleggiante in Italia e tra i pochi esistenti al mondo.
Esperienza ideale per conoscere i leggendari viaggi della Marina Adriatica e le sue tipiche imbarcazioni.

due tipiche imbarcazioni: il bragozzo e il trabaccolo.

La casa natale di Marino Moretti
Lo scrittore tornava di frequente a Cesenatico per ritrovare l’ispirazione. Amava scrivere chiudendosi nel suo studio con vista sull’acqua, ma aveva sempre a fianco a sé una valigia pronta per partire per i suoi ‘city breaks’: Firenze, Parigi e Bruges.

La casa di Marino Moretti sul porto

Il traghettino
Se l’idea di tornare indietro ed attraversare uno dei due ponti a piedi ti dà noia, puoi provare il traghetto Mirko, una comoda piattaforma che in pochi secondi ti trasporta nella sponda opposta e un’istituzione in città che risale al 1957

Il traghettino Mirko

Spazio Pantani
il museo multimediale dedicato al grande campione di ciclismo Marco Pantani, originario di Cesenatico. Attraverso foto, oggetti e video ripercorrerete la straordinaria carriera del Pirata.

Spazio Pantani

.Piazza delle Conserve è situata a pochi passi dal porto Leonardesco. Il suo nome deriva dalla presenza di antichi pozzi a forma di cono. Venivano utilizzati per la conservazione di pesci e alimenti sistemati tra strati di ghiaccio, paglia e neve pressata. Insomma dei veri frigoriferi ante litteram.

Una ghiacciaia in Piazza delle Conserve

.Piazza Spose dei Marinai
La statua al centro del piazzale è di una bellezza tragicamente intima. Costruita interamente in bronzo dall’artista scultore Quinto Pagliarani, è un omaggio a tutte le mogli dei marinai di Cesenatico! La donna che scruta all’orizzonte e che abbraccia i figli evoca la forza ancestrale femminile.

La Statua alle Spose dei Marinai

Per un weekend ancora più dolce…

Ci dirigiamo verso Viale Trento, dove, elegante ed essenziale, ci accoglie il Ristorante Magnolia, due Stelle Michelin e regno del giovane Chef Alberto Faccani.

Chef Alberto Faccani

Design, stile, sul tavolo un tocco floreale con una bianca astromeria, il giglio variegato del Perù. I piatti realizzati da Faccani colpiscono per bellezza, impeccabile precisione, freschezza intellettuale, abbinamenti cromatici e magia del gusto..

Eleganza e ricercatezza della tavola del Magnolia

Il dolce proposto da Faccani è il “BiancoLatte”

Ecco un piatto che racchiude un po’ l’idea di utilizzare ogni forma di latte, che sia yogurt, latte di mucca, capra, mascarpone o ricotta. Molto richiesto e parte fondamentale nel menu del Magnolia.

Che vino abbinare?

Per un dolce così delicato, scegliamo un passito pulito, raffinato, preciso e lineare con note sgrumate di scorza d’arancio candito, zafferano e anche miele di acacia ed albicocca.
E’ l’ Albana di Romagna Passito DOCG Scaccomatto della Fattoria Zerbina

Armonia di colori: il bianco candido del dolce e l'oro intenso del vino
Armonia di colori: il bianco candido del dolce e l’oro intenso del vino

Curiosi di scoprire la ricetta del dolce ‘BiancoLatte’?

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BIANCOLATTE

BiancoLatte, il dolce firmato da Chef Faccani

Ingredienti
Per la Mousse:
– 400gr mascarpone
– 120gr zucchero
– 50 gr panna liquida
– 6 gr colla di pesce
– 1/2 bacca di vaniglia
– 600gr panna semi-montata
Per la spuma allo Yogurt:
– 2lt yogurt intero
– 150 zucchero
– 29gr colla di pesce
Per la sfoglia di latte croccante:
– 1lt latte intero
– 200gr glucosio
Per le meringhe miste:
– 100gr albume
– 100gr zucchero semolato
– 100gr (zucchero a velo – yopol QB)
Per completare il dolce:
– Mandorle sabbiate
– Polvere yogurt

Procedimento:
Per la mousse al mascarpone
Andiamo a mixare gli ingredienti con una frusta (mascarpone- zuccherovaniglia).
Andiamo a sciogliere la gelatina precedentemente ammollata in acqua con la panna liquida. Nel frattempo andiamo a montare la panna semi_montata. Uniamo la gelatina al composto base e infine la panna morbida, incorporando dall’alto verso il basso. Andiamo a stampare in questo caso in un silpat a semisfera. Poniamo in abbattitore.
Per la spuma allo yogurt
Scaldiamo solo 200 gr di yogurt con zucchero e colla di pesce precedentemente ammollata. Uniamo il tutto e carichiamo un sifone da 1lt, con due cariche. Manteniamo in positivo.
Per la sfoglia di latte
Scaldiamo ad 85°C il latte in una pentola con il glucosio. Manteniamo a portata di mano un minipimer per montare quest’ultimo. Preleviamo in continuazione solo la schiuma in superficie.
Versiamo questa in un ring di acciaio su silpat. Seccare a 55°C per un paio d’ore. Maneggiare con cura (Preparazione molto delicata)
Per le meringhe miste
Montiamo albume e zucchero semolato, quando il composto ha raggiunto la giusta consistenza, uniamo la seconda parte di zucchero a velo con polvere di yogurt a piacere. Stampare con un sac a poche con bocchetta piccola su silpat (a piccole dimensioni) seccare a 55°C per qualche oretta. (E’ possibile a piacere stendere con una spatola a gomito e spezzettare successivamente una volta seccate).
Per completare il dolce
Possiamo utilizzare come nel nostro caso qualche mandorla sabbiata (500gr mandorla, 100gr zucchero, 30gr h20), polvere di yogurt e mou al caramello-panna.

INFO
Cesenatico.it
Ristorante Magnolia
Fattoria Zerbina