Ricette di Viaggio: dal nostro contest, la polenta con funghi e monte veronese

Una delle ricette che ci sono state inviate per partecipare al contest “Ricette di Viaggio” è quella della POLENTA con FUNGHI e MONTE VERONESE.

Ingredienti:
– mezzo chilo di farina di mais
– 6/7 etti di funghi misti
– 2 spicchi d’aglio
– un ciuffo di prezzemolo
– monte veronese da tavola
– olio e sale q.b

Preparazione: dopo aver tagliato i funghi tritate finemente l’aglio e parte del prezzemolo mantenendoli separati.
Riscaldate un po’ di olio in una pentola antiaderente, versate aglio e funghi e aggiustate di sale e cuocete per 20 minuti.
Ultimate con il prezzemolo, mescolate e conservate al caldo.
Portate ad ebollizione un litro d’acqua in una pentola (meglio se di rame), salatela e aggiungete la farina mescolando energicamente con una frusta. Abbassate la fiamma, portate a cottura in 40 minuti e mescolate spesso: la consistenza deve restare morbida.
Versate la polenta nel piatto di portata principale, conditela con il sugo; unitela con del formaggio a scaglie e decorate con foglie di prezzemolo. Tempo di cottura: 1 ora.

Volete partecipare anche voi al contest “Ricette di Viaggio”? Per maggiori informazioni cliccate sul link: https://www.weekendpremium.it/wp/contest-ricette-di-viaggio-2/




Donne e gusto: la sfida delle Donne del Vino e di Sorrento Rosé

Le Donne del Vino sono un’associazione senza scopo di lucro che promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva. Nata nel 1988, conta oggi 750 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste.

Insieme hanno dato vita al primo festival dedicato al vino rosato, Sorrento rosé. Crescere in qualità e considerazione, diventare un vino “gastronomico” con la pizza: questi i must lanciati dal festival. “Al bando i luoghi comuni come il rosato è un vino estivo, adatto a palati poco esperti e incapace di invecchiare”, afferma la presidente dell’associazione Donatella Cinelli Colombini.

Il vino rosato ha visto un aumento costante dei consumi soprattutto negli Stati Uniti. Lo conferma anche Lidia Bastianich, chef italoamericana proprietaria di numerosi ristoranti e volto televisivo in USA e in Italia. Nel mercato statunitense il rosé ha un enorme potenziale e crescerà ancora, basti pensare che solo nel 2016 ha prodotto un fatturato di 816 milioni di dollari. E l’Italia è il secondo esportatore nel mondo.

La proposta di “vino gastronomico” che arriva da Sorrento Rosé riguarda l’accostamento di pizza e rosati ed ha nel pomodoro l’anello di congiunzione. Tutti d’accordo che la coppia pizza-rosato possa essere vincente nei prossimi anni: Luciano Pignataro, giornalista e grande conoscitore della vera pizza napoletana, Tania Mauri e Luciana Squadrilli, autrici del libro “La Buona Pizza”, Nicoletta Gargiulo, presidente Ais Campania e Lorella Di Porzio delegata delle Donne del Vino. Lo dimostrano anche i numeri di Sorrento Rosé: quasi mille i visitatori, una cinquantina i giornalisti accreditati.

Le Donne del Vino non considerano solo il mercato estero ma provano a rilanciare il rosato anche in Italia, dove i consumi di rosato sono ancora deboli. Per vincere questa scommessa è necessario unire ristoratori, pizzaioli e sommelier e spiegare loro che il rosato può essere un vino di accompagnamento per numerosi piatti e sfatare il mito che sia un vino estivo, creare una nuova cultura del rosato quindi.

Ospite di Sorrento Rosé 2017 la delegazione delle Women of Wine della Croazia che a Zagabria organizzano ogni anno in primavera il Pink Festival, evento di successo dedicato al vino rosé.

Al taglio del nastro anche il sindaco Giuseppe Cuomo: “Con il rosè possiamo scoprire sapori nuovi, insieme alle eccellenze del cibo del nostro territorio” ha ribadito il sindaco. Il banco d’assaggio e gli spettacoli sono stati ospitati a Villa Fiorentino, sede della Fondazione Sorrento. E in onore di Lidia, le Donne del Vino hanno organizzato un pranzo sulla terrazza del Grand Hotel Europa Palace.

Per il 2018 previsto un altro appuntamento, sempre a Sorrento e sempre sull’accostamento rosato-pizza con un taglio più enoturistico.




Ricette di viaggio: dalla provincia di Padova la ricetta dell’oca in onto

La storia dell’azienda di Michele e Luca Littamè inizia non molto tempo fa. Figli dell’ultima generazione di una famiglia di allevatori di bovini decidono, in seguito alla crisi dovuta allo scandalo della “mucca pazza”, di trovare un’alternativa all’allevamento bovino. Così iniziano ad allevare oche, recuperando i metodi tradizionali tramandati dai genitori, che, vivendo in una grande corte di campagna, avevano sempre allevato qualche animale da cortile per il consumo della famiglia.

La scelta è stata fin da subito quella di realizzare un prodotto di grande qualità e per questo aderiscono al progetto della Camera di Commercio di Padova “Saperi e Sapori” dove acquisiscono saperi dell’allevamento “latte e miele” e delle nuove tecniche di cottura, che uniscono tradizione e innovazione.

Le oche sono allevate appunto a latte e miele: nell’azienda agricola “Il Dosso”, a Sant’Urbano, nella Bassa Padovana, negli ultimi trenta giorni di allevamento, viene aggiunta a una percentuale di latte e miele alle farine prodotte direttamente dall’azienda agricola per l’alimentazione delle oche e degli altri animali di “bassa corte”. Un segreto che rende la carne di queste oche più delicata e saporita.

“Oca in onto” diventa Presidio Slow Food, uno dei progetti che tutelano piccole produzioni di qualità da salvaguardare, realizzate secondo pratiche tradizionali. Un tempo nelle campagne venete si allevavano oche bigie oppure pezzate grigie e bianche, soppiantate nel tempo dalle grandi romagnole bianche. Con le oche si producevano salumi e prosciutti e, in tempi più recenti, anche paté di fegato. Utilizzando tutte le parti del volatile si realizzava una particolare conserva: l’oca in onto, buona per conservare le carni molti mesi. Quella dell’oca in onto era una produzione invernale realizzata dalle donne di famiglia che occupavano i tempi morti della pausa stagionale per preparare conserve di cibo sostanziose da consumare poi in estate.

Per la conservazione in onto (detta anche oca in pignatto) le oche sono separate dalle loro parti grasse e tagliate a pezzetti. Le carni riposano sotto sale per alcuni giorni oppure sono cotte con erbe, aromi e un poco di vino rosso e, successivamente, si ripongono direttamente in un orcio di terracotta o vetro.

La lavorazione in onto consente una lunga conservazione delle carni che durano in questo modo tutto l’inverno e, volendo, anche un paio d’anni. Al momento del bisogno si estrae dall’orcio la quantità di oca che serve e la si cuoce in casseruola per servirla come sugo o come secondo piatto.

È ottima con la salsa di cren, con le patate o la peperonata, e, in ogni caso, con la polenta e accompagnata a un buon vino rosso veneto. Di seguito la ricetta!

Ingredienti

carne d’oca

grasso d’oca

sale e pepe

aglio

rosmarino

salvia

garofano

vino

cipolla

carote

sedano

Preparazione: per prima cosa bisogna marinare la carne d’oca con sale, pepe, erbe aromatiche e grasso d’oca. Poi si prede la carne, la si cucina molto lentamente per diverse ore (6/8) con aggiunta di verdure, vino e sempre con il grasso (onto). Quando è quasi cotta si uniscono i piselli e si lascia tutto a finire la cottura insieme.




Ricette di viaggio: dai Colli Euganei la ricetta del torresano

Durante il weekend tra i Colli Euganei, abbiamo scoperto la ricetta dei famosi torresani all’elegante Antica Trattoria Taparo che, oltre a spiegarci la preparazione del piatto, ci ha raccontato la sua storia.

Fino agli anni ‘70 del ‘900 la cucina dei Colli Euganei si caratterizzava per la sua semplicità. Il torresano era quello che nidificava fra i merli delle torri di Torreglia, paese in cui si trova la trattoria. Si tratta di un colombo o piccione, ancora giovane che sta iniziando a volare. Vive e si riproduce in colonie. Predilige quindi le costruzioni alte, fornite di aperture, in cui nidificare. E proprio nei Colli Euganei questo tipo di edifici non mancano: cascine, roccoli, torri colombaie delle ville ecc. A rigore i roccoli (piccole rocche) storicamente nascono per l’uccellagione, una complessa tecnica per catturare gli stormi di uccelli migratori che venivano dall’alto della torre indirizzati verso delle reti posizionate a semicerchio intorno al roccolo stesso. Questo spiega l’ubicazione dei roccoli all’altezza dei passi euganei e non nelle vallate. Di seguito la ricetta dei Torresani, gentilmente concessaci da Nicola!

INGREDIENTI

4 torresani (colombini)

rosmarino, salvia, prezzemolo

bacche di ginepro

pancetta a fettine

vino bianco

sale e pepe,

olio

burro

polenta di accompagnamento

Preparazione: farcire i torresani, dopo averli puliti, con le erbe, il ginepro, i loro fegatini. Salare, pepare, e ricoprire ognuno con qualche fettina di pancetta. Infornarli in una teglia unta d’olio a 180 gradi per 45 minuti, irrorandoli con vino bianco. Servire con polenta morbida e con il sugo di cottura insaporito con una noce di burro.

Buon appetito!




Ricette di viaggio: dal nostro contest, la crostata di frutta

Una delle ricette che ci sono state inviate per partecipare al contest “Ricette di Viaggio” è quella della CROSTATA DI FRUTTA, una ricetta colma di storicità e tradizione che ha attraversato per anni le nostre tavole italiane.

Ingredienti
mezzo chilo di pasta frolla
mezzo chilo di frutta
zucchero a velo

Frutta a piacere

Ingredienti per la crema
4 tuorli
mezzo etto di amido di mais
130 gr di zucchero
mezzo litro di latte
vaniglia
1 cucchiaio di farina di frumento
burro

Preparazione: stendete la frolla allo spessore di un centimetro in una teglia con i bordi bassi imburrata e infarinata; date forma al bordo e, dopo aver bucherellato il fondo con una forchetta, mettetela a riposare in frigorifero per 15 minuti, quindi cuocetela in forma a 180 gradi per 20 minuti.
In un pentolino abbastanza capiente fate bollire il latte con la stecca di vaniglia, che eliminerete a fine cottura.
Montate in una ciotola i tuorli con lo zucchero e, quando saranno chiari, aggiungete l’amido e amalgamate.
Versate il latte caldo, mescolate lentamente e rimettete il composto nella pentola e cuocete, rimestando, fino al suo addensamento.
Quando la crema è pronta rovesciatela in una ciotola, fatela raffreddare coprendola con pellicola trasparente, quindi distribuitela sulla crostata. La crema deve arrivare ad un centimetro sotto il bordo.
Lavate ed asciugate la frutta, eliminate noccioli e semini e tagliatela a vostro piacimento.
Spolverato il tutto con dello zucchero a velo e la prelibatezza è pronta!

Volete partecipare anche voi al contest “Ricette di Viaggio”? Per maggiori informazioni cliccate sul link: https://www.weekendpremium.it/wp/contest-ricette-di-viaggio-2/




Ricette di viaggio: direttamente da San Francisco il Clam Chowder in Sourdough Bread

San Francisco è la città culinaria per eccellenza degli Stati Uniti. Fra i piatti più tipici vi consigliamo di provare il Clam Chowder in Sourdough Bread, una zuppa di pesce e granchi servita all’interno di un grande panino senza mollica che funge praticamente da scodella. In città lo si trova nei ristoranti del Fisherman Wharf e del Pier 39 ma se volete prepararlo a casa, ecco la ricetta.

Ingredienti (per 4 persone)

1 kg di vongole veraci

200 g di patate

4 fette di pancetta affumicata alte circa 2 cm e mezzo

20 g di burro

4 panini grandi e rotondi

1 cipolla

2 dl di panna o latte

farina

sale e pepe

Preparazione: lasciate a mollo le vongole in acqua salata per due ore. A fuoco medio fate rosolare la pancetta fino a farla diventare dorata e croccante. Togliete l’olio in eccesso con un mestolo forato e con carta assorbente poi aggiungete il burro e mescolate il tutto fino a che il burro non sia completamente fuso. Aggiungete  la cipolla tagliata a fettine e fate cuocere fino a che non risulterà morbida facendola saltare nel burro. Aggiungete la farina setacciata, il sale e il pepe mescolando continuamente fino a che non sarà ben amalgamato. Aggiungete poco per volta il latte o la panna fino a farlo bollire e addensare, aggiungete quindi le patate tagliate e fate cuocere per circa una quindicina di minuti fino a che non saranno morbide e poi aggiungete la pancetta e infine le vongole dopo averle scolate dal loro liquido. Versate la zuppa ottenuta nei panini cui avrete tolto la parte superiore e la mollica fino a ottenere dei veri e propri contenitori.

Buon appetito!




Ricette di viaggio: dal nostro contest, la crema di carciofi di Savona

Una delle ricette che ci sono state inviate per partecipare al contest “Ricette di Viaggio” è quella della CREMA DI CARCIOFI di Bergeggi (Sa).

Ingredienti

– 1 chilo di carciofi
– mezzo etto di capperi
– 1 etto di acciughe sotto sale
– un limone
– aceto di vino bianco
– vino bianco secco (facoltativo)
– uno dl di olio extravergine di oliva
– sale e pepe q.b

Preparazione: dopo aver pulito i carciofi, si devono scottare per una decina di minuti in acqua e aceto ( 2 parti di aceto e una di acqua oppure 1 di aceto e due di vino bianco o ancora solo vino bianco).
Aromatizzateli con succo di limone e sale, scolateli e lasciateli asciugare sopra un canovaccio.
A questo punto tritate e passate carciofi, capperi e acciughe lavate in acqua e aceto; dunque amalgamate il tutto con pepe e olio q.b. Tempo di preparazione: 50 minuti più riposo.

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Ricette e salute: non tutte le mele sono uguali. Alla ricerca di quelle di una volta, che tolgono il medico di torno

I canoni di bellezza sono entrati anche nelle nostre cucine. Quante volte avete scelto frutta e verdura a seconda del loro aspetto? Ciò che è bello non è detto che sia anche buono però.

Un recente studio sulle mele (sia fresche che essiccate) dell’Università di Pisa e della Scuola Superiore Sant’Anna ha dimostrato che la bellezza dei prodotti della natura non ha alcun valore. Infatti, confrontando varietà di mele antiche e varietà di mele commerciali, è emerso che le prime superano le seconde per proprietà nutritive. I risultati della ricerca, pubblicati in un articolo sulla rivista Food Chemistry, hanno evidenziato che, anche dopo l’essiccazione, le mele di varietà antiche sono più ricche di antiossidanti rispetto alle mele commerciali. Particolarmente ricca di antiossidanti è la “mela cipolla”.

I ricercatori suggeriscono che un modo per valorizzare le mele meno “belle”, quelle antiche quindi, potrebbe essere quello di mangiarle secche, in soluzioni come il muesli per esempio. Il metodo di essiccazione utilizzato per la ricerca è utilizzabile anche in casa e questa idea potrebbe quindi aiutare a salvaguardare i prodotti locali. Le mele studiate per la ricerca sono infatti diffuse particolarmente in Toscana, soprattutto nel Casentino.

Di seguito vi proponiamo la ricetta classica della torta di mele, un dolce intramontabile, rigorosamente da preparare con le mele antiche!

Ingredienti

3 mele
200 g di zucchero
70 g di burro
250 ml di latte
1 bustina di lievito vanigliato per dolci
300 g di farina
3 uova

Preparazione: in una ciotola rompete le uova e iniziate a frullare aggiungendo lo zucchero, il burro, il latte e la farina poco alla volta. Per ultimo aggiungete il lievito e continuate a mescolare. Quindi sbucciate e tagliate a pezzettini metà di una mela, uniteli al composto e mescolate ancora. Ungete e infarinate una teglia e versateci il composto, distribuendolo bene sulla base.

Ora sbucciate il resto delle mele e tagliatele a spicchi sottili. Sistemate gli spicchi su tutta la superficie della torta e spolverate lo zucchero che manterrà le mele leggermente croccanti. Infornate a 180 gradi per 40 minuti e la torta è pronta! Volendo potete usare anche lo zucchero di canna e spolverare con della cannella per un profumo più intenso.

Buon appetito! E ricordate… solo mele antiche!




Ricette di viaggio: a Venzone per assaggiare il frico friulano

Venzone è stato eletto “Borgo dei Borghi”, lo scorso 17 aprile, tra i venti finalisti, durante la trasmissione Kilimangiaro. Già Monumento Nazionale dal 1965, Venzone, in provincia di Udine, è un capolavoro di pietre antiche, che testimoniano la ricca storia locale, su uno sfondo pittoresco di boschi e montagne. Il borgo, che sorge alla confluenza delle valli del Tagliamento e la Val Canale, è incluso nel territorio del Parco Naturale delle Prealpi Giulie, meta di passeggiate ed escursioni.

A Venzone è d’obbligo assaggiare il frico friulano, piatto friulano per eccellenza, le cui origini risalgono al XV secolo. Si consuma come secondo o come piatto unico. Recentemente, è assurto a notorietà mondiale dopo la vittoria del giovane chef friulano Luca Manfré a Masterchef USA. Di seguito abbiamo per voi la ricetta.

Ingredienti

400 gr di patate

400 gr di formaggio Montasio stagionato

1 cipolla

40 ml di olio extravergine di oliva

Sale e pepe q.b.

Preparazione: lessate le patate, poi sbucciatele e schiacciatele. Eliminate la buccia dal Montasio e tagliatelo a dadini. Affettate finemente la cipolla. In una padella antiaderente scaldate l’olio di oliva e mettete a imbiondire la cipolla, aggiungete anche le patate schiacciate e cuocete per 10 minuti. Aggiungete poi il Montasio a cubetti, mescolate il tutto e fate cuocere per altri 20 minuti fino a quando il formaggio non si sarà sciolto e sarà stato assorbito dalla purea. Salate e pepate. Appena si sarà formata la crosticina, girate il composto e fate formare la crosticina anche dall’altro lato.

Vino consigliato: Refosco del Peduncolo roso, un rosso fresco e leggermente acidulo per accompagnare la consistenza morbida e la dolcezza del piatto.




Ricette di viaggio: dal nostro contest, l’insalata di cavolo cappuccio del Trentino

Una delle ricette che ci sono state inviate per partecipare al contest “Ricette di Viaggio” è quella dell’INSALATA DI CAVOLO CAPPUCCIO, tipica del Trentino.

La lettrice che ha proposto questo piatto è stata ispirata da un pranzo nel ristorante Martinelli di Ronzo-Chienis, in provincia di Trento, dove l’ha assaggiata per la prima volta. Di seguito la ricetta, spiegata direttamente dallo chef del Martinelli.

Ingredienti (per 6 persone)

– mezzo chilo di cavolo cappuccio
– 1 etto di speck
– pane raffermo
– olio, sale e pepe q.b

Preparazione: la preparazione è piuttosto semplice e in 20 minuti la vostra insalata sarà pronta.
Dopo aver pulito il cavolo cappuccio, lavatelo, asciugatelo e tagliatelo a strisce sottili da porre in un recipiente. Condite poi con olio extravergine d’oliva, preferibilmente del Garda Trentino, sale e pepe q.b.
Tagliate dunque lo speck a pezzetti e il pane a dadini e ripassate insieme in una casseruola con un goccio d’olio.
Attendete che il pane diventi croccante e amalgamate il condimento all’insalata di cavolo.

Volete partecipare anche voi al contest “Ricette di Viaggio”? Per maggiori informazioni cliccate sul link: https://www.weekendpremium.it/wp/contest-ricette-di-viaggio-2/




Ricette e salute: 5 colori per essere in forma

Per stare in forma e preservare la nostra salute è consigliato mangiare frutta e verdura tutti i giorni. Variare gli alimenti a tavola, seguendo l’alternarsi delle stagioni e sfruttando la pluralità di prodotti disponibili, è indispensabile per difendere il nostro organismo e il nostro benessere. La dose consigliata da alcuni esperti per prevenire patologie varie è cinque porzioni al giorno di frutta e verdura (una porzione può corrispondere a un frutto, un bicchiere di succo alla frutta, un piatto di insalata, un contorno di verdure e via dicendo). Per scegliere quali tipi di frutta e verdura scegliere tutti i giorni degli studi consigliano, oltre a cercare di scegliere sempre frutta e verdura di stagione, di seguire la dieta dei colori: le cinque dosi consigliate dovrebbero corrispondere a frutta e verdura di diversi colori. Ma spieghiamoci meglio. Forse non tutti sanno che ogni colore di questi alimenti è indicativo di specifiche proprietà nutritive. Sono stati distinti cinque gruppi cromatici a cui sono associati diversi benefici per la nostra salute e il nostro organismo.

Blu/viola (melanzane, fichi, frutti di bosco, prugne, uva…)

Hanno effetti benefici per il tratto urinario, memoria, sistema immunitario e digestione. Aiutano a ridurre il rischio dei tumori e malattie cardiovascolari. Inoltre frutti come i mirtilli, sono importanti per la salute dei nostri occhi.

Verde (zucchine, broccoli, spinaci, piselli, insalata, asparagi, cetrioli, kiwi, mele…)

Proteggono occhi, ossa e denti. Riducono del rischio di tumori. Gli alimenti verdi hanno un alto contenuto di zolfo, il quale aiuta il nostro corpo ad eliminare numerose tossine.

Bianco (aglio, cavolfiori, finocchi, cipolla, patate pere, banane…)

Aiutano ad abbassare il livello del colesterolo e a ridurre il rischio di tumori e malattie cardiovascolari. Inoltre alcuni alimenti come le banane e le patate sono una fonte di minerali come il potassio e il selenio, indispensabili per il corretto funzionamento del sistema nervoso, delle ossa e l’equilibrio della tiroide.

Giallo/arancione (carote, zucche, mais, limoni, arance, mandarini, mango, pesche, albicocche, mele…)

Hanno effetti positivi sul sistema immunitario e sulla memoria. Riducono il rischio di tumori e malattie cardiovascolari. Zucca e carote in particolare servono anche a proteggere meglio la nostra pelle e i nostri occhi poiché contengono betacarotene. Inoltre gli agrumi gialli sono fondamentali per le donne durante la gravidanza e durante il ciclo mestruale.

Rosso (pomodori, peperoni, ravanelli, angurie, fragole, melograno, ciliegie…)

Proteggono il tratto urinario e la memoria. Riducono il rischio di tumori, in particolare alla prostata, e malattie cardiovascolari. Aiutano coloro che soffrono di ritenzione idrica e aiutano contro la cellulite.

Per seguire una dieta sana ed equilibrata indichiamo di seguito la frutta e verdure di stagione da gustare nel mese di maggio:

  • aglio, asparagi, bietole, carciofi, carote, cavolfiori, broccoli, cavolo cappuccio e cavolo verza, cetrioli, cime di rapa, cipolla, fagiolini, fave, finocchi, lattuga, lenticchie, patate, piselli, pomodori, porri, ravanelli, rucola, scalogno, sedano, zucchine;
  • albicocche, amarene, ciliegie, fragole, limoni, mele, melone, nespole, pere, pesche, pompelmo.

 

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Ricette di viaggio: a Castelluccio di Norcia per assaggiare la zuppa di lenticchie

In Umbria, a Castelluccio di Norcia i segni del terremoto sono ancora ben visibili, ma la voglia di ricostruire è forte. D’altronde non è la prima volta che succede e gli abitanti si sono sempre rialzati per continuare a condurre le loro vite e le loro attività. La semina delle famose lenticchie si è svolta normalmente e, quando i tiepidi venti hanno accarezzato Pian Grande, il miracolo è avvenuto: milioni di fiori hanno trasformato l’altipiano in un tripudio di colori.

La lenticchia di Castelluccio di Norcia è uno dei prodotti più pregiati d’Italia. La ricetta della famosa Zuppa di lenticchie è antichissima, dal momento che i semi di lenticchia sono stati ritrovati in tombe neolitiche di 3000 anni fa. Eccola di seguito.

Ingredienti

300 gr di lenticchie di Castelluccio di Norcia Igp
150 gr di pomodorini
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
1 patata, 1 carota, 1 cipolla, ½ gambo di sedano, 1 spicchio d’aglio
Olio EVO
Sale e pepe q.b

Preparazione: sciacquate le lenticchie, tagliate le patate a cubetti, tritate la cipolla, il sedano e la carota e schiacciate l’aglio con la buccia. Mettete a rosolare il tutto in una casseruola per circa 5 minuti con un filo di olio EVO. Aggiungete poi le lenticchie e fatele tostare per altri 5 minuti a fiamma vivace. Togliete l’aglio e aggiungete un cucchiaio di concentrato di pomodoro. Ricoprite con acqua fredda e cuocete per circa 35 minuti, a fuoco medio e con il coperchio, mescolando di tanto in tanto. Salate e pepate a fine cottura. Nel frattempo, tagliate i pomodorini a spicchi e rosolateli in una padella con poco olio. Servite la zuppa guarnita con i pomodorini. A temperatura ambiente è un ottimo piatto estivo.




RICETTE DI VIAGGIO: mandaci la tua ricetta e vinci un weekend!

Partecipare al nostro contest Ricette di Viaggio è semplice: basta condividere con noi una ricetta tradizionale e storica della tua regione, abbinandole, se vuoi, un vino locale. Il PREMIO per la ricetta che riscuoterà più successo è UN WEEKEND DI 2 NOTTI PER 2 NEL FANTASTICO HOTEL **** GIÒ WINE A PERUGIA!

Per partecipare al contest:

  • Metti “Mi piace” alla nostra pagina Facebook Weekend Premium
  • Condividi un post con la ricetta sulla nostra pagina oppure inviaci un messaggio privato su Facebook o una e-mail all’indirizzo redazione@edizionidargenzio.com
  • Goditi il tuo weekend!

La RICETTA DI VIAGGIO che otterrà più like entro il 15 luglio 2017 vincerà il weekend nella splendida Perugia, dove sarete ospiti in camere speciali dedicate ai migliori vini italiani e arredate con botti e cassette di vino.

Clicca qui per visualizzare le ricette ricevute e votare la tua preferita

Ecco il Voucher dell’ Hotel Giò Wine di Perugia per chi invierà la ricetta che riceverà il maggior numero di Like

Ecco alcune foto dell’Hotel:




Ricette di viaggio: in Piemonte per assaggiare gli amaretti

Gli amaretti sono un dolce tipico piemontese diventato un classico della pasticceria italiana. Sono piuttosto semplici da preparare, di seguito la ricetta per preparare gli amaretti secchi.

Ingredienti

300 g di zucchero semolato
50 g di mandorle amare grezze
50 g di mandorle dolci
estratto di vaniglia qb
2 albumi

Preparazione: riunite in un mixer per tritare gli ingredienti le mandorle di entrambe le tipologie, metà dello zucchero, un albume e l’estratto di vaniglia e macinate il tutto. Unite anche l’albume e lo zucchero restante e macinate fino ad ottenere una massa fine, un po’ consistente. Trasferite la massa all’interno di un sac à poche con bocchetta liscia da 13 mm di diametro e modellate gli amaretti su una teglia rivestita di carta forno. Lisciate gli amaretti con la punta delle dita e cuocete nel forno già caldo a 170° per circa 15 minuti. Sfornate e fate raffreddare completamente. A piacimento aggiungete dello zucchero a velo.




Ricette di viaggio: da Panama il sancocho de galina

Panama è un luogo davvero meraviglioso, nei primi posti fra le destinazioni di tendenza, che merita una vacanza per scoprirne la natura lussureggiante e le antiche tradizioni dei Kuna, l’etnia che vive in diverse aree del Paese. Panamá City è l’unica capitale dell’America Centrale ad affacciarsi sul Pacifico. E la città si scopre a partire dal Casco Antiguo, il suo cuore storico, dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, per la presenza e mescolanza degli stili architettonici degli edifici tuttora esistenti.

Anche la tradizione culinaria è degna di nota. Il piatto forse più tipico di Panama è sancocho de galina, brodo di gallina con pezzi di carne, yucca, platanos e tuberi insaporita con coriandolo. Altri piatti tipici sono l’arroz con pollo, un piatto di riso con carne di pollo, carimañolas, palline di pasta di manioca ripiene di carne, empanadas, tamales,un misto di mais, verdure, maiale e pollo avvolti in foglie di banano e poi bolliti. Ci sono poi i patacones, rondelle di banane fritte. L’analcolico che si può trovare solo a Panama è il chicheme, a base di latte, mais dolce, cannella e vaniglia.

Di seguita la ricetta del sancocho de galina:

si tratta di una zuppa che generalmente contiene ñame e viene condito con cipolla, aglio, sale, pepe, culantro e origano e che è molto diffuso soprattutto nella Pensinsula di Azuero. Quando si prepara solo con carne di mucca, il piatto è chiamato sopa de carne.

Ingredienti

  • 1/2 pollo
  • 1 litro e mezzo di name
  • 3 pizzichi di coriandolo sgranato
  • 7 ali di anatra
  • 1 cipolla media
  • 1 cucchiaino di origano
  • 3 spicchi di aglio macinato
  • 2 litri di acqua
  • sale e pepe

Preparazione: mettere il pollo e tutti gli ingredienti in un paio di litri di acqua. Cuocere per un’ora e comunque fino a che tutto sia bollito e servire accompagnato con riso bianco.




Lo yogurt e le sue proprietà, dalla Turchia a Varese Ligure

Lo yogurt è latte coagulato ad opera dei batteri e da sempre gli sono state attribuite proprietà benefiche per la salute. Da alcuni studi storici risulta che le prime popolazioni a produrlo furono quelle che occupavano la zona corrispondente all’attuale Turchia. Questo prodotto, spesso simbolo delle diete, è nato dall’usanza dei turchi di lasciare fermentare il latte acido in estate. Anche la parola yogurt ci indica la sua origine turca: deriva dalla parola “yogur” che significa “impastare”.

Lo yogurt è molto più digeribile del latte, è particolarmente indicato per coloro che hanno bisogno di seguire una dieta ricca di calcio e possiede numerose proprietà benefiche. Innanzi tutto fa bene all’intestino: migliora il suo funzionamento in quanto diminuisce la quantità di batteri negativi ed incrementa la flora benevola. Lo yogurt inoltre rafforza il sistema immunitario e previene i disagi legati alle stagioni fredde, come il raffreddore. Aiuta chi ha problemi di stitichezza regolando la digestione. È poi ricco di potassio e può servire quindi a coloro che soffrono di ipertensione. Infine, la grande quantità di calcio e vitamina D è un toccasana per le ossa.

Questo prodotto si è diffuso e si produce in tutto il mondo. Per la produzione italiana ci soffermiamo su un esempio virtuoso di produzione biologica: gli yogurt Le Bio Bontà di Varese Ligure. Questi yogurt sono prodotti da Ars Food, che è diventata l’azienda leader nella produzione di yogurt biologico a marchio privato per le principali catene della grande distribuzione. Gli innovativi processi di produzione garantiscono la sicurezza e la qualità del prodotto, realizzato nel pieno rispetto dell’ambiente.

La filosofia aziendale è strettamente legata alla produzione di yogurt tradizionale. L’aumento del contenuto proteico del latte è ottenuto esclusivamente tramite la tecnologia della concentrazione evaporativa, rifiutando categoricamente l’utilizzo di proteine liofilizzate e qualsiasi altro coadiuvante tecnologico o addensante. La buona terra, l’aria, le acque pulite, le materie prime fanno degli yogurt di Varese Ligure dei prodotti di alta qualità, garantiti da Ars Food che assicura la piena sicurezza e il massimo controllo del processo produttivo.