Weekend “hygge” a Copenhagen: storia, castelli, design e “smørrebrød”
28For the English version click here —– di Cesare Zucca
Benvenuti a Copenhagen, Capitale Mondiale dell’Architettura UNESCO.
Nel 2023, per celebrare il design e l’architettura danese, la città ha inaugurato nuovi padiglioni portuali e dell’attesissimo museo del bunker sotterraneo Regan Vest. Per gli amanti dell’architettura verranno organizzate visite al Danish Architecture Center e tour guidati alle opere del celebre architetto Jørn Utzon, che ha creato l’Opera House di Sydney.
Passato e futuro: la mostra Made in Denmark porta i visitatori alla scoperta della storia dell’architettura danese dall’epoca vichinga , mentre con un rocambolesco salto indietro nel passato, potreme scoprire i maestosi castelli, dove l’autenticità degli esterni e degli interni sono rimasti invariati nel tempo.
I CASTELLI DA VEDERE
Amalienborg Racconta la storia di una delle monarchie più antiche del mondo. Il palazzo , in stile rocoò, risale al 1700 ed è costituito da quattro strutture, residenze reali per regnanti, eredi al trono e ospiti illustri. Si affaccia sulla grandiose piazza dove potrete assistere al quotidiano cambio delle guardie Den Kongelige LivgardeFrederiksborg Splendido palazzo costruito nel 1600 su volere di Re Cristiano IV. SI trova sui tre isolotti dell’affascinante lago sulla parte nord della città, Hillerød. Ospita anche il Museo di Storia Nazionale Danese.
Rosemborg Nel centro di Copenaghen.costruito nel 1606-1607 come residenza estiva per ordine di Cristiano IV. Da oltre 400 anni custodisce i tesori più preziosi di re e regine danesi, trai quali spicca la Corona di Cristiano V, ispirata a quella di Carlomagno e simbolo della monarchia e dello Stato danese.
Frederiksberg
Nato come residenza estiva per la famiglia Reale, oggi ospita l’Accademia per Ufficiale dell’Esercito Reale Danese. In sile barocco, impreziosito da giardini curati in ogni minimo dettaglio e da un piccolo gioiello nascosto: la suggestiva Cappella Reale
Kronborg Poco distante da Copenhagen, è conosciuto come la casa di Amleto. Qui infatti Shakespeare ha ambientato il suo dramma.
Le malelingue dicono che lo scrittore non ci fosse mai stato, ma sarebbe stato un attore in sua compagnia a raccontargli di questa possente fortezza.
Ogni giorno, all’improvviso le pareti risuonano delle voci dei personaggi di Amleto, che appaiono, come fantasmi, perfettamente interpretati da bravissimi attori che danno vita alle tragiche vicende del dramma.
Christiansborg Famoso per la sua sala ricoperta da 17 arazzi giganti, che raccontano 1000 anni di storia danese e sede dei ricevimenti ufficiali alla presenza della Regina Margherita, tra un luccichio di uniformi e grandi abiti da serae un protocollo che chiede agli ospiti di arrivare in carrozza.
Sua Maestà la Regina Margrethe, attualmentete la regnante che vanta più anni di regno, è molto amata dal popolo danese. Gli spendidi arazzi sono un regalo dell’industria danese per il suo compleanno nel 1990. Raccontano la storia della Danimarca e del mondo, tra cui l’era vichinga, il medioevo, la monarchia assoluta, la riforma, la seconda guerra mondiale, il presente e persino il futuro.
Da buongustaio non ho resistito alla tentazione di scendere nelle mitiche Cucine Reali per scoprire i retroscena di un banchetto ufficiale, curiosare tra le ricette della Regina e ammirare una delle collezioni di stoviglie in rame più grandi d’Europa
Dopo tanto lusso e abbondanza” culinaria” impossibile non avere un certo lalnguorino e alora, alla caccia del piatto che i danesi amano alla follia… tutti a tavola con le “smørrebrød”
Sia nei baracchini street food che nelle trattorie più informali o nei ristoranti gourmet, troverete “Sol over Gudhjem” il piatto tipico della cucina danese. Deriva da un pittoresco borgo di pescatori sull’isola di Bornholmm ed è fatto di tartine smørrebrød, cioè fette di pane di segale imburrate e tradizionalmente ricoperte da svariati tipi di toppiing: anguilla, aringa, salmone, gamberetti e altri pesci affumicati oltre a versioni con carne o vegetariane a base di uova accompagnate da ravanelli, cipolla rossa. l’aneto, l’erba cipollina e barbabietole.
Non mancano svariate versioni “gourmet” con prosciutto crudo,pomodori secchi e avocado oppure con uova al tegamino e bacon o con gamberetti, salmone e avocado
Dove mangiare il migliore smørrebrød Frk Barners Kaelder
Ristorante tipico, senza pretese, con i piatti succulenti della Signora Barner, famosa per le sue aringhe condite con mela, aneto e servite con lardo, capperi e tritato di cipolline da spalmare su pane integrale fatto in casa, il tutto innaffiato da un bicchierino di grappa.
Un piatto squisito! E ve lo dice uno che odia grappa e aringhe…
Ecco la ricetta classica per prepararne una dozzina. Ingredienti
Burro 60 g
Pane di segale 12 fette
Uova 6
Cipolla rossa qualche fettina
Cetriolini sott’aceto 3
Gamberetti 6 Preparazione
Marinate l’aringa con olio extravergine d’oliva e il succo di limone, sgocciolotela.
Tagliate a rondelle la cipolla e a fettine i cetriolini.e disponete il tutto su una fette il pane nero di segale abbondantemente spalmato di burro
Cuocete le uova per poi tagliarle a metà. Ultimate guarnendo ogni fetta con: metà uovo sodo, un gamberetto, due fettine di cetriolini, alcune rondelle di cipolla e ornando con rametti di erbe aromatiche a piacere
Dopo un’intensa giornata… rilassatevi in una spa galleggiante
Copenhot offre un momento indimenticabile di relax eccezionale. Questo concetto di New Nordic Wellness propone delle installazioni spa all’aperto in un contesto urbano, con acqua di mare pulita e del calore creato dalla legna da ardere. Navigare o risalassarsi con amici in una jacuzzi galleggiante all’aria aperta… la scelta è ampia: bagni caldi all’aperto e saune panoramiche che offrono una meravigliosa vista sul porto e sull’orizzonte
Gente sempre sorridente, educata e serena. Sembra che qui tutti scoprano il segreto della felicità “hygge”, intraducibile parola danese che invita a godersi i piaceri semplici della vita e vivere, da soli o con gli amici, a casa o fuori, momenti speciali e felici.
Una dritta: la Copenhagen Card
Utile e preziosa, una vera amica! Sto parlando della Copenhagen Card, un pass che permette di visitare ben 86 musei e attrazioni, utilizzare gratuitamente tutti i mezzi pubblici e beneficiare di sconti su tour, bar e ristoranti. L’ho usata anche per un suggestivo tour dei canali che passa sotti i ponti della città, alcuni bassissimi, occhio alle zuccate…
CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle. Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’
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Welcome to Copenhagen, the UNESCO World Capital of Architecture in 2023.
For architecture lovers, visits to the Danish Architecture Center and guided tours of the works of the famous architect Jørn Utzon, who created the Sydney Opera House, will be organised.
Past and future: the Made in Denmark exhibition takes visitors on a discovery of the history of Danish architecture from the Viking age, while with a daring leap back into the past, we can discover the majestic castles, where the authenticity of the exteriors and interiors are remained unchanged over time.
THE CASTLES TO SEE
Amalienborg
It tells the story of one of the oldest monarchies in the world. The palace, in rocoò style, dates back to the 1700s and consists of four structures, royal residences for rulers, heirs to the throne and illustrious guests. It overlooks the grand square where you can watch the daily changing of the Den Kongelige Livgarde Frederiksborg guards
Splendid palace built in 1600 at the behest of King Christian IV. It is located on the three islets of the charming lake on the north side of the city, Hillerød. It also houses the Danish National History Museum.
Rosemborg
In the center of Copenhagen. built in 1606-1607 as a summer residence by order of Christian IV. For over 400 years, it has kept the most precious treasures of Danish kings and queens, among which the Crown of Christian V stands out, inspired by that of Charlemagne and a symbol of the Danish monarchy and state.
Frederiksberg
Originally a summer residence for the Royal family, it now houses the Royal Danish Army Officer Academy. In Baroque style, embellished by gardens cared for down to the smallest detail and by a small hidden jewel: the suggestive Royal Chapel
Kronborg
Not far from Copenhagen, it is known as the home of Hamlet. Here in fact Shakespeare set his play. The gossips say that the writer had never been there, but it would have been an actor in his company to tell him about this mighty fortress.
Every day, the walls suddenly resound with the voices of Hamlet’s characters, who appear, like ghosts, perfectly played by very good actors who give life to the tragic events of the drama.
Christiansborg
Famous for its hall covered with 17 giant tapestries, which tell 1000 years of Danish history and venue for official receptions in the presence of Queen Margaret, amidst a glitter of uniforms and large evening gowns and a protocol asking guests to arrive by carriage.
Her Majesty Queen Margrethe, currently the ruler who boasts the most years of reign, is much loved by the Danish people. The splendid tapestries are a gift from Danish industry on his birthday in 1990. They tell the history of Denmark and the world, including the Viking Age, the Middle Ages, the absolute monarchy, the reformation, the Second World War, the present and even the future.
As a gourmet, I couldn’t resist the temptation to go down to the legendary Royal Kitchens to discover the background of an official banquet, browse through the Queen’s recipes and admire one of the largest copper tableware collections in Europe
After so much luxury and “culinary” abundance, it’s impossible not to have a certain hunger and so, on the hunt for the dish that the Danes madly love… everyone at the table with the “smørrebrød”
Both in street food stalls and in more informal trattorias or gourmet restaurants, you will find “Sol over Gudhjem” the typical dish of Danish cuisine. It comes from a picturesque fishing village on the island of Bornholmm and is made of smørrebrød canapés, i.e. slices of buttered rye bread traditionally covered with various types of toppiing: eel, herring, salmon, shrimp and other smoked fish as well as versions with meat or egg-based vegetarian accompanied by radish, red onion. dill, chives and beets.
There are also various “gourmet” versions with raw ham, dried tomatoes and avocado or with fried eggs and bacon or with shrimp, salmon and avocado
Where to eat the best smørrebrød Frk Barners Kaelder
Typical restaurant, unpretentious, with the succulent dishes of Mrs. Barner, famous for her herring seasoned with apple, dill and served with lard, capers and chopped onions to spread on homemade wholemeal bread, all washed down with a glass of brandy.
An exquisite dish! And someone who hates grappa and herring tells you that…
Here is the classic recipe to prepare a dozen. Ingredients
Butter 60 g
Rye bread 12 slices
Eggs 6
A few slices of red onion
Pickled gherkins 3
Shrimps 6 Preparation
Marinate the herring with extra virgin olive oil and lemon juice, drain.
Cut the onion into rings and the gherkins into slices. Arrange the black rye bread generously spread with butter on one slice
Cook the eggs and then cut them in half. Finish by garnishing each slice with: half a hard-boiled egg, a prawn, two slices of gherkins, a few slices of onion and decorating with sprigs of aromatic herbs to taste. Enjoy!
After a busy day… unwind in a floating spa
Copenhot offers an unforgettable moment of exceptional relaxation. This New Nordic Wellness concept offers outdoor spa installations in an urban setting, with clean sea water and heat created by firewood. Sailing or relaxing with friends in an open-air floating jacuzzi… the choice is vast: open-air hot baths and panoramic saunas that offer a wonderful view of the port and the horizon
People always smiling, polite and serene. It seems that here everyone discovers the secret of happiness “hygge”, an untranslatable Danish word that invites you to enjoy the simple pleasures of life and experience special and happy moments, alone or with friends, at home or away.
Tip: the Copenhagen Card
Useful and precious, a true friend! I’m talking about the Copenhagen Card, a pass that allows you to visit 86 museums and attractions, use all public transport for free and benefit from discounts on tours, bars and restaurants. I also used it for a suggestive tour of the canals which passes under the bridges of the city, some very low, be careful not to hit your head!
CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle. Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world.For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ” non touristy tourist ” style
CARNEVALE IN BASILICATA: MASCHERE. FOLLIA, I SAPORI DELLA TRADIZIONE
di Cesare Zucca —
Alberi viventi, diavoli danzanti e maschere cornute: benvenuti nel mondo horror dell’universo fantastico del Carnevale lucano
Smoderatezza, esagerazione, intemperanza, da secoli in quell’unica occasione annuale vi era permesso di lasciarsi andare senza freni inibitori… Il Carnevale, sfrenata kermesse annuale, le cui origini vanno ricercate nella religione pagana, nei Saturnali della Roma antica e nelle feste dionisiache della classicità greca.
Da secoli la kermesse si rinnova nella terra della Basilicata, tra le proviince di Potenza e Matera, dove i dove i nove comuni che.costiuiscono la “Rete dei Carnevali con valenza antropologica e culturale”. fanno rivivere lo stretto legame tra popolazione e risorse paesaggistiche e naturalistiche, attraverso coloratissimi travestimenti si rivivranno le più suggestive e antiche tradizioni lucane, arcaiche e contadine.
Un ottimo motivo per una tappa in quelle terre e incontrare figure allegoriche, dall’aspetto grottesco. Dall’all’Orso (Urs) e la Quaresima (Quaremma) ai Rumit, alberi che camminano, a diavoli che ballano in piazza, mentre paventose maschere bussano alla porta per chiedere cibo al suono cupo dei campanacci San Mauro Forte Le feste sono state aperte da un suono cupo e assordante che si propaga lungo le strade e i vicoli, fino alla torre normanna, in un’atmosfera misteriosa; sono i campanacci “maschi” e “femmine” che invocano la fecondità , incoraggiano la buona riuscita del raccolta e allontanano il male. Teana Istinto, curiosità, umorismo: Il Carnevale di Teana è rappresentato dall’”Orso”, una delle maschere più seguite , mentre in paizza viene ambientato il “processo”, parodia della “Passione di Gesù”. Satriano Un Carnevale green vi trascinera nella “Foresta che cammina” dove gli alberi diventano uomini e gli uomini: una foresta umana, celebrando non solo un rito antichissimo, ma infondendo anche un attualissimo messaggio green. Cirigliano Si festeggiano le 4 stagioni dove Pulcinella e maschere declamano versi della tradizione orale locale, che omaggiano i frutti della terra e la primavera. “I mesi dell’anno” e “le quattro stagioni” scortano in processione la bara del Signor “Carnevale”, fino al momento di massimo climax, dove verrà arso su un falò. Lavello Let’s party! Tutti coinvolti nei tipici “Festini” dove si balla fino al mattino con il Domino, la maschera caratterizzata dalla lunga tunica in raso rosso. Tricarico Comune capofila che ha proposto di condividere con gli altri comuni lucani un cammino condiviso che punta al coordinamento dei singoli percorsi. Non stupitevi di essere circondati da una mandria di “tori” e “mucche” dal look davvero suggestivo: cappellaccio nero coperto da un foulard e un velo bianco, decorato con nastri multicolori fino alle caviglie. Aliano Questo minuscolo villaggio nella provincia di Matera, insignito del riconoscimento di Parchi Letterari Italiani e’ senza dubbio uno degli scenarii più magici della Basilicata. Tra paesaggi argillosi, caratterizzato da specie di canyon, chiamati calanchi si aggirano maschere “cornute” e maligne, fatte di cartapesta e dotate di corna enormi e nasi pendenti. Sono indossate dagli uomini del villaggio, che sfoggiano fantasmagorici cappelli di stelle filanti, e pantaloni adornati da campanacci, mentre marciano lungo la strada principale, muovendosi al suono di fisarmoniche e cupa-cupa e lanciando generose manciate di farina. Non vestitevi di nero… Stigliano Alziamo i calici! Siete tutti invitati dal “Pagliaccio” con in mano un fiasco di vino e il cupa cupa, simbolo del contatto mai spezzato con il passato. Montescaglioso Ci regala due celebrazioni: il “Carnevale Montese”. con imponenti carri allegorici e il “Carnevale Tradizionale” del Martedi Grasso, capitanato da una famglia alquanto bizzarra: il Signor Carnevalone, personaggio dalla una doppia faccia e doppia anima al suo fianco , la tenebrosa moglie “Quaremma” che regge il pupazzo in fasce “Carnevalicchio” e “U’ Fus’”, una sorta di “Parca romana” che tesse i fili del Destino… altro che gli Addams….
A queste feste “storiche” ogni comune lucano ama celebrare il proprio “Signor Carnevale”.che nei comuni di Armento,Pietrapertosa,Picerno e Tursi viene condotto al rogo. .A Oppido la tradizione voleva che gli abitanti rappresentassero i braccianti agricoli e il loro lavoro dei campi.A Trecchina la “cupa – cupa” porta il ritmo delle rime del “Contacronze”, vestito con cappellaccio scuro e giubba dei pastori. Tra i vicoli si svolge il corteo di Pomarico, capitanato da Pulcinella e la moglie Zeza, che viene beffata con canzoni non proprio gentili mentre a Accettura campanacci, zampogne e ciaramelle accompagnano la festa di S. Antuono.
Vi è venuta una fame “diabolica”?
Il Carnevale della Basilicata porta a tavola piatti semplici che rispettano la tradizione culinaria lucana, dai gustosi salumi, alle abbondanti zuppe di verdure fresche, all’agnello, alla polenta chiamata anche “frascatala” con sugo di salsiccia e pezzi di pancetta, ai calzoni ripieni di zucchero e ricotta, conditi con sugo di maiale, alle strascinate ai ferricelli, e i cavatelli,.spolverati da mollica di pane sfritta e “conzata “ con polvere di peperone.
A Carnevale si preparano le polpette di pane, pauppett, cuculicchie, cocole, rummuledd’, con aggiunta di patate, pecorino, salsiccia e soppressata, in alcune case arricchite di uva passita.
Non chiamatelo peperoncino!
Lo chiamano “Appuntito”, Tronco” e “Uncino”, viene piantato tra febbraio e marzo e raccolton in agosto. Assomiglia proprio ad un peperoncino ma è dolce, sottile adatto a essere essiccato. Ricco di vitamine A, E, C, K , insomma un gustoso toccasana !
E’ protagonista assoluto di un piatto tipico lucano: fritto in olio bollente e salato diventano “crusco”, cioè croccanti (Zafaran’ Crusk), e accompagna molto bene la pasta (Rasccatell cu Zifft), carni rosse e baccalà ma anche formaggi e verdure fresche come fave o insalate. Con l’olio di frittura poi ci si condisce lo stoccafisso locale ma anche le uova fritte, all’occhio di bue o strapazzate, a cui si può aggiungere la sausizz (salsiccia). Il migliore peperone crusco ?
Beh, io sono un “crusco maniac”, l’ho gustato in tante localitò e in mille ricette, ma devo dire che , secondo me, il vero “re crusco” è quello IGP di Senise, località vicina a Teana.
Di colore rosso intenso e dal sapore dolce, ha una polpa sottile, viene raccolto i primi di agosto e viene disposto per qualche giorno su teli di stoffa in un luogo buio e asciutto. Successivamente, i peperoni vengono legati con uno spago a formare delle collane note come serte (o nserte), dalle dimensioni che possono raggiungere anche 2 metri di lunghezza.
Come da tradizione, le serte vengono appese ai balconi e all’interno di serre o locali areati per la corretta essiccazione dei peperoni. Può essere ridotto in polvere come fosse una spezia con la quale arricchire di gusto, profumo e colore impasti di focacce, pizze, paste e salumi o in alternativa può essere fritto e diventare crusco ovvero croccante, La produzione di peperone crusco è il fiore all’occhiello dell’ Agricola Libone nei pressi di Teana, anche in versione bio e ultimamente riscoperto dagli chef in combinazioni dolci, abbinato al cioccolato.
Curiosi di sperimentare un piatto al crusco?
Ecco una ricetta tradizionale: patate e peperoni cruschi
Ingredienti per 4 persone
800 g di patate
100 g di peperoni di Senise IGP essiccati
olio extra vergine di oliva
sale Procedimento
Fate bollire le patate in acqua salata per 10 minuti. Scolatele, sbucciatele, tagliatele a fettine spesse 5 mm e tenetele da parte. Nel frattempo pulite i peperoni, eliminate i semi e il picciolo. Mettete in una padella due cucchiai di olio extra vergine di oliva e friggetevi i peperoni per pochi secondi o fino a che non assumeranno un colore rosso acceso. Scolateli su carta assorbente per fritti e tenete da parte. Nella stessa padella in cui avete cotto i peperoni cruschi versate anche la patate e fate cuocere fino a che non saranno ben dorate. Aggiustate di sale e aggiungete i peperoni cruschi ridotti a pezzi grossolani. Saltate il tutto per un paio di minuti e servite subito. DOLCI MOMENTI IERI E OGGI
A conclusione della grande abbuffata di Carnevale, non può mancare una nota dolce. Immancabili a fine pasto gustatevi i taralli al naspro aromatizzati all’anice, ricoperti da una glassa di zucchero e le celebri chiacchiere, aromatizzate con liquore, fritte imbiancate di zucchero a velo. Tradizione e attualità. tipico delle festivita è lo storico sanguinaccio: una mousse originariamente composta da sangue di maiale cioccolato, mandorle tostate e tritate, cannella, latte e scorza di limone. Oggi l’utilizzo del sangue di maiale è vietato, ma è pur sempre una squisitezza…
CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle. Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’
Colli Euganei: natura, storia, vini e “giuggiole” per un dolce weekend con Petrarca
di Cesare Zucca—For the “zaleti” recipe in english click here
Pronti a passare un weekend speciale nell’incanto dei Colli Euganei e scoprire un meraviglioso borgo antico, ricco di storia, arte, enogastronomia e… tante giuggiole?
Tutto super…. a cominciare dalla nostra eccezionale guida, nientemeno che Messer Francesco Petrarca. Il sommo Poeta amò immensamente questa terra e questo borgo, fino a curarne personalmente costruzioni e lavori di restauro, a comiciare dalla sua casa, fino al mausoleo dove volle essere seppellitoArquà Petrarca è uno dei borghi più suggestivi d’Italia, sede del Parco Letterario Francesco Petrarca e dei colli Euganei, istituzione che vuole preservare e comunicare le sensazioni che hanno ispirato tanti autori per le loro opere, facendole rivivere al visitatore e elaborando interventi che ricordano l’autore, la sua ispirazione e la sua creatività attraverso la valorizzazione dell’ambiente, della storia e delle tradizioni di quel luogo.
Petrarca sarà la vostra guida in un viaggio attraverso un itinerario in 7 targhe letterarie http://www.parcopetrarca.com/i-luoghi-del-parco/arqua-petrarca/, mentre in tutto il Parco letterario che comprende 17 comuni del Parco Regionale dei Colli Euganei saranno a breve 5 che ritraggono frasi di diversi autori che hanno immortalato il paesaggio e quei luoghi tanto celebrati nella letteratura italiana e internazionale da autori famosi. La bellezza silenziosa e incantevole dei Colli Euganei è stata fonte di ispirazione per scrittori, poeti e artisti, come Bruce Chatwin, Percy e Mary Shelley, Lord Byron, Ugo Foscolo e Gabriele d’Annunzio
DA VEDERE A ARQUA’Casa Petrarca Petrarca, vi abitò dal 1369, sopravvisionò di persona la ristrutturazione, apportò modifiche , tra cui la creazione di arcate e trasformò il palazzo due unità abitative, per sè e per la sua famiglia. Attualmente sono ancora conservati, lo studiolo in cui morì il poeta, con sedia e libreria (pare) originarie.
Da ricordare, inoltre, la nicchia in cui è custodita la mummia della gatta che si dice fosse appartenuta al Poeta.
FONTANA E TOMBA DEL PETRARCA
La fontana del Petrarca è struttura che in realtà preesisteva all’arrivo del Poeta e alla quale veniva per attingere l’acqua, tanto che forse vi fece eseguire anche dei lavori di restauro. L’arca, in marmo rosso di Verona, che tuttora contiene le spoglie del Poeta ricalca l’esempio degli antichi sarcofagi romani.
ORATORIO SS TRINITÀ E LOGGIA DEI VICARI Datato 1181, era una Chiesa molto cara al Petrarca, che vi era solito recarsi a pregare . Nuovo nuovo nuovo il sito dell’oratorio che ora è visitabile su prenotazione www.oratorioarqua.com) CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA
Ricca di affreschi di scuola veneto-bizantina in particolare una Madonna con il Bambino del secolo XI). Sono emersi poi altri affreschi risalenti al XV secolo di scuola post giottesca. FONDAZIONE MUSICALE MASIERO E CENTANIN
Mostra permanente di antichi pianoforti. Nella Villa ad Arquà è possibile visitare il museo costituito di 25 pianoforti del XVIII e XIX secolo, a coda, a tavolo, verticali e di altre forme inconsuete.SE IL WEEKEND SARA’ IN PRIMAVERA… Nelle vicinanze di Arquà (verficate siano aperti, recentemente sono stati chiusi ma solo in maniera temporanea) tanti luoghi storici di grande interesse Villa Barbarigo,a Valsanzibio una frazione di Galzignano Terme
Una sontuosa dimora del 1600, così spettacolare che è stata ribattezzata la piccola Versailles. Giocate a perdervi nello straordinario giardino-labirinto.
Castello Cini,Santuario delle Sette Chiese e Villa Duodo a Monselice
Imponente complesso architettonico, anticamente castello, poi torre difensiva fino a diventare una Villa. La Sala del Consiglio con affreschi e stalli lignei alle pareti,la sala Jacopino con camino smussato e la cucina con una ricca collezione di utensili nella Casa romanica medioevale e rinascimentale; l’Armeria, preziosa sala con pareti affrescate e motivo carrarese a scacchiera bianca e rossa che racchiude una delle più importanti collezioni di armi e armature d’Italia. Castello Catajo, Battaglia Terme
Insolita villa veneta con 360 stanze, decorate dagli stupefacenti affreschi di GianBattista Zenotti, Fu ideato nel 1570 dalla ricca famiglia Obizzi come teatro per ricevere e divertire i loro ospiti. Balli glamour, scene di battaglie navali, enormi produzioni teatrali… probabilmente i più grandi organizzatori di feste di tutti i tempi.
Storia e buon vino
Colori, sapori e profumi raccontati in oasi ambientali, antiche abbazie, castelli, ville, agriturismi e negli straordinari vini dei Colli Euganei,, dai Fior d’Arancio, un Moscato molto dorato, fino a una varietà di bianchi dal tipico colore giallo paglierino e dal profumo di gelsomino, come Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon rossi, lChardonnay, Merlot e il mio preferito, lo spumante Serprino.
Quando si dice “ dolce come un brodo di giuggiole”...
La giuggiola è il frutto prodotto dalla pianta del giuggiolo, che produce delle drupe ovoidal dal colore rosso scuro e dal sapore dolce. Le giuggiole si possono consumare fresche subito dopo la raccolta oppure si possono conservare per lungo tempo essiccandole o mettendole sotto spirito; si prestano inoltre per preparare confetture e sciroppi, o come ingrediente per farcire dolci secchi e biscotti. Il frutto del giuggiolo è inoltre l’ingrediente principale della ricetta di un particolare liquore, conosciuto come “brodo di giuggiole”.
Le giuggiole sono il perfetto connubio con gli zàleti, tipici dolci di Arquà.
Sono biscotti secchi tipici della tradizione contadina, dove si fa largo uso della farina di mais. L’aggiunta delle giuggiole conferisce a questi un sapore più dolce e sfizioso.
L’ ideale è servire questi biscotti friabili con qualche vino fresco da dessert, come il Moscato Fior d’Arancio Docg dei Colli Euganei o in abbinamento al liquoroso Brodo di Giuggiole ottenuto con il frutto delle giuggiole di Arquà. Servito freddo è un ottimo digestivo, ma si può sorseggiare anche caldo come punch. Con l’aggiunta di un buon prosecco diventa un ottimo aperitivo. Si può mettere anche sul gelato e sulla frutta, tipo ananas e fragole, per scoprire un gusto molto ricercato.
E NEL CALICE…
Per restare nel territorio Euganeo, consiglio bianco Val di Spie un viaggio sperimentale nel mondo dello spumante della Cantina Vignaledi Cecilia, di Paolo Brunello, situata a Baone. Un bianco che trizza l’occhio al passato, rifermentando naturalmente in bottiglia, senza successiva sboccatura, “sur lies”. Divertente slalom fra uva Glera e Garganega, trae dalla prima la semplicità e dalla seconda la freschezza.Il suo nome trae spunto dalla Val de Spin, selvaggia valletta in cui si trova il vigneto di Garganega.
oppure un autentico e vero Malterreno Quota 101, le cui uve vengono raccolte a mano nel mese di settembre, quando il sole le ha rese belle e mature .Perfetto come aperitivo, accompagna primi piatti o secondi di pesce e carni bianche e colora i biscotti di Arquà.
Da queste meravigliose colline vulcaniche proviene lo Spumante Moscato Giallo IGT di Maeli Colli Euganeiun vino ricco di emozioni e allo stesso tempo degno ambasciatore di questo prestigioso territorio. Imbottigliato con i propri lieviti e rifermentato in bottiglia secondo l’antico metodo ancestrale. Appena versato nel calice, libera note sulfuree che poi lasciano il posto a profumi di agrumi. Vino di grande personalità aromatica sia al naso che al palato, la presenza dei lieviti gli dona una particolare consistenza ma di facile beva.
DOVE MANGIARE Osteria Del Guerriero Antica osteria nel cuore del borgo, sapori e profumi antichi della cucina veneta, dal family comfortfood ai tradizionali cicchetti, preparati con prodotti stagionali a km0 e accompagnati dai migliori vini veneti
Al Tavern
Una nuova avventura firmata dall’esperienza e dalla passione per l’enogastronomia di Roberto Veronese con le risorse straordinarie del territorio. Nel menu spiccano che celebrano un luogo incantato, che da sempre ammalia poeti e viaggiatori
I Ronchi Nato alla fine degli anni ’80, ambiente schietto, panorama suggestivo, un menù alla carta che varia in base alla stagione e che propone la ristorazione tipica dei Colli Euganei.
Miravalle
Il nome non tradisce le aspettative: un bel panorama e gli gnocchi fatti in casa con ragù di cinghiale ne confermano l’ottima cucina.
E NEI DINTORNI…
Antica Trattoria Da Ballotta, Torreglia
Tempio dell’enogastronomia Euganea e italiana,
Più di Cinque Secoli di Storia , come appare in un’ antica mappa, dove la terra circostante era nota come “campagna detta dell’osteria”. Oggi, nella sua elegante veranda, un tempo officina per riparare le antiche carrozze, si gusta un menu fedele alle radici del passato e attento alla cucina di oggi.
Incalmo
Ambiente ricercato per un menu gourmet. Ciascun piatto può essere abbinato a un vino, selezionato tra piccoli ma intensi vitigni autoctoni che esaltano il territorio italiano e oltre confine
Antica Trattoria Taparo, Torreglia
Datata 1921. Celebra la tradizione con l’innovazione senza mai lasciarsi coinvolgere dagli eccessi. Da non perdere il “percorso del baccalà” stoccafisso cucinato in 3 modi diversi.
Trattoria Al Sasso, Teolo
Gestione famigliare da più di 70 anni. Famoso pollo fritto e non solo: i tagliolini con morchelle e lumache, “risi e bisi” con prosciutto di Montagnana, tagliatelle allo spezzatino di manzo, cotechino con fagioli in tocio, anatra alle marasche… vado avanti?…
E siamo arrivati al dolce ! Curiosi di scoprire la ricetta dei biscotti di Arquà ? Ecco la ricetta !
ZÀLETI ALLE GIUGGIOLE
120 g di giuggiole mature tritate grossolanamente
60 ml di rum
150 g di farina di grano
150 g di farina di mais
la scorza grattugiata di 1/2 limone
un pizzico di sale marino
1 cucchiaino di lievito in polvere
3 tuorli d’uovo
150 g di zucchero semolato
130 g di burro, fuso e raffreddato:
Preparazione
Immergere i pezzi di giuggiola nella grappa per almeno un paio di ore o, meglio ancora, per tutta la notte. Mentre si preparano i biscotti, preriscaldare il forno a 180°C.
Foderare un vassoio per biscotti con carta da forno e mettere da parte.
Unire la farina bianca, farina gialla di mais, la scorza di limone, il sale e il lievito in una piccola ciotola. In una ciotola più grande, sbattere i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto giallo e spumoso, o comunque fino a quando lo zucchero si sarà sciolto completamente. Aggiungere il burro fuso al mix di farine, quindi unire delicatamente il tutto al composto di uova. Mescolare e poi aggiungere le giuggiole sgocciolate, incorporandole in maniera omogenea all’impasto.
Per sagomare i biscotti, afferrare una noce di impasto e farlo rotolare tra le mani.
Cercate di dare una forma piatta leggermente ellittica, per distribuirli con più facilità sul vassoio foderato.
Ripetere l’operazione fino a quando si finisce la pasta, lasciando pochi centimetri tra ogni biscotto. Cuocere in forno per 13-15 minuti, o fino a quando l’aspetto superficiale dei biscotti appare bene dorato.
Togliere dal forno e lasciare raffreddare i biscotti su una griglia.
ALLOGGIO E BENESSERE Dopo una gironata di visite e percorsi , sarà bello rilassarsi e dedicarsi al proprio benessere. A pochi chilometri dal Arquà troverete Abano Terme, famosa in tutto il mondo come le “Terme di Venezia”, grazie alle straordinarie qualità curative dell’acqua termale e dell’argilla biotermale o fango invecchiato: una vera medicina senza effetti collaterali.
Abano Ritz Hotel è una meta ideale che si distingue per servizi, accoglienza e professionalità- Lo raggiungerete dopo una breve passeggiata lungo Viale delle Terme è il centro storico della città abbellito dalla Cattedrale, il Duomo di San Lorenzo, fondata nel X secolo e che conserva ancora il suo campanile trecentesco.Abano Ritz Hotel offre camere spaziose, eleganti altre che a spazi vagamente retro e dll’atmosfera suggestiva, vanta due piscine, la SPA, rituali di benessere ed esperienze culinarie immersi in un territorio ricco di cultura e folklore, oltre che di golf e altri sport.
for the recipe in english, go to next page
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ZÀLETI ALLE GIUGGIOLE (JUJUBES)
Ingredients
120 g coarsely chopped ripe jujubes
60 ml of rum
150 g of wheat flour
150 g of corn flour
the grated rind of 1/2 lemon
a pinch of sea salt
1 teaspoon baking powder
3 egg yolks
150 g of granulated sugar
130 g butter, melted and cooled:
Preparation
Soak the jujube pieces in the grappa for at least a couple of hours or, even better, overnight. While preparing the biscuits, preheat the oven to 180°C.
Line a cookie tray with parchment paper and set aside.
Combine the white flour, cornmeal, lemon zest, salt, and baking powder in a small bowl. In a larger bowl, beat the egg yolks with the sugar until the mixture is yellow and frothy, or in any case until the sugar has completely dissolved. Add the melted butter to the flour mix, then gently fold everything into the egg mixture. Mix and then add the drained jujubes, incorporating them evenly into the mixture.
To shape the biscuits, grab a knob of dough and roll it between your hands.
Try to give them a slightly elliptical flat shape, to distribute them more easily on the lined tray.
Repeat the operation until you run out of dough, leaving a few centimeters between each cookie. Bake for 13-15 minutes, or until the surface appearance of the cookies is golden brown.
Remove from the oven and let the cookies cool on a wire rack.
A Coruña, Galizia: storia, arte e… conoscevate i “percebes”?
(Italian and english version)
di Cesare Zucca
Oggi vi invito A Coruña, vera perla della Galizia, nella Spagna settentrionale. Una città dove scoprire arte e storia, crogiolarsi al sole, abbuffarsi di mariscos, assaggiare la famosa tortilla de Betanzos, visitare originali attrazioni, passeggiare sul lungomare, tentare la fortuna al casino e perdersi in un paradiso gastronomico.DA VEDERE Paseo Marítimo
13 km di lungomare pedonale e ciclabile. Si snoda dal porto verso le spiagge cittadine e prosegue seguendo le tortuose curve della frastagliata costa galiziana da cui godrete viste mozzafiato sull’oceano e sull’ imponente Torre di Ercole, il faro ancora in funzione più antico al mondo.
E’ il simbolo della città, un faro costruito dai Romani alta 59,metri risalente al I secolo, considerata la più antica torre ininterrottamente in funzione al mondo e patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. L’interno è ancora originale e si può visitare. Per arrivare in cima occorre salire più di duecento ripidi scalini, ma la vista sulla città e sull’oceano è incomparabile. Plaza de María Pita
Eccoci nel cuore della città. Ci aspetta una spettacolare piazza, che prende il nome dall’ eroina che nel 1589 guidò la rivolta contro gli inglesi che volevano conquistare la città. E’ fiancheggiata da eleganti palazzi e edifici emblematici, tra cla Torre dell’Orologio la e la Casa Consistoria in stile modernista. Aquarium Finisterre
Acquario situato nella zona portuale della città. Offre un’ampia varietà di specie marine, oltre ad attività didattiche e laboratori per tutta la famiglia. El Castillo de San Antón
Castello costruito nel XVI secolo per proteggere la città dagli attacchi dei pirati e per controllare l’accesso al porto. Oggi è sede di un museo che ospita mostre sulla storia marittima di A Coruña e della regione della Galizia.. Dal castello si gode di una vista mozzafiato sulla baia e sulla città. IL GREEN DELLA GALIZIA Jardín de San Carlos
Bellissimo parco situato nel centro della città, vicino alla Casa de las Ciencias.
Ha stagni, fontane e un’ampia varietà di alberi e piante. Parque de Santa Margarita
Un’oasi verde nel centro della città, con un lago, tanti giardini e aree picnic: un luogo ideale per rilassarsi e godersi del tempo all’aria aperta. Parco delle Sculture
Passeggiando nei dintorni del faro di Ercole potrete anche visitare questo museo a cielo aperto che espone le originali opere di 18 artisti galiziani. Tra cui sono: Cid, raffigurante un guerriero Breogán di XoséMUSEI Casa Museo Picasso
Il geniale pittore spagnolo visse in questa città dai 9 ai 13 anni e la sua casa è diventata un museo aperto al pubblico. La struttura dell’appartamento è rimasta intatta, e l’interno è stato arredato con mobili d’epoca. Sono esposte copie di disegni e dipinti che il giovanissimo Picasso realizzò negli anni in cui visse a La Coruña, dai quali già emerge il suo straordinario talento. Picasso Route
Per scoprire i luoghi di Picasso a La Coruña potete seguire l’itinerario a tema creato dall’ufficio turistico locale. Oltre alla casa, potrete vedere la piazza dove sorgeva la scuola da lui frequentata e dove era solito giocare (plaza de Pontevedra), la spiaggia cittadina immortalata nelle sue opere (praia de Riazor), il cimitero dove la sorella fu sepolta (cimitero Santo Amaro ), la scuola d’arte dove insegnava il padre dell’artista. Casa del Hombre Museo di fisiologia ospitato all’interno di un futuristico edificio a forma di nave opera dell’architetto giapponese Arata Isozaki. L’esposizione comprende 150 moduli interattivi ideati per far riflettere sulle caratteristiche della specie umana: i temi toccati comprendono la biologia, l’ingegneria genetica, l’evoluzione e la recentissima medicina personalizzata sviluppatasi a partire dalle nuove conoscenze sul DNA.Domus
Museo delle scienze umane, è un’esperienza unica e interattiva. Offre mostre e attività che esplorano l’anatomia e l’evoluzione umana 10. Dal belvedere sul Monte San Pedro si gode di una vista panoramica sulla città e sulla costa. È un luogo ideale per godersi un tramonto o una cena romantica.
Museo Nacional de Ciencia y Tecnología.
Edificio modernista in vetro e cemento nei pressi della principale spiaggia cittadina, con pareti scintillanti che brillano alla luce del sole. Divertente e interattivo, capace di appassionare curiosi di tutte le età. Tra i pezzi più curiosi della collezione spiccano un gigantesco computer IBM 1959, la sezione frontale di un Boeing 747, un temperamatite del 1946, la prima Seat 600 Museo delle Belle Arti Si trova in un antico convento delle Cappuccine del XVIII secolo. Le sue collezioni superano i 5000 pezzi, con opere di varie discipline artistiche: pittura, scultura, incisioni, ceramica e arti decorative firmate da grandi artisti come Murillo, Tintoretto, Rubens, Goya oltre a pittori galiziani dei secoli XIX e XX.Playa de Riazor
Voglia di mare? Vi aspetta questa splendida spiaggia di sabbia bianca lunga oltre 600 metri, molto popolare tra i locali e i turisti per le sue bellezze naturali.CIBO
La Coruña deve la sua fama principalmente ai ghiotti piatti di pesce e frutti di mare della tradizione gastronomica locale grazie a un altissima presenza di localini e ristoranti. La zona de la Pescaderia Vella è un vero paradiso per chi vuole mangiare pesce, A Calle Estrella si trovano invece i migliori tapas bar della città.
Trionfa il polpo gallego tradizionalmente servito su piatti di legno e i frutti di mare, tra cui i ricercatissimi percebes, i crostacei più cari del mondo…Il loro spetto non è di certo tra i più invitanti. somigliano infatti all’artiglio di un animale preistorico ma il loro gusto è delizioso e il migliore luogo per mangiare i percebes è certamente la Galizia.
il prezzo dei percebes può toccare anche i 200 euro al kg e questo costo è giustificato dalla tecnica di pesca, difficile e pericolosa, una vera avventura che molto spesso mette a repentaglio la vita dei pescatori percebeiros che si calano con una fune nell’acqua fredda e tormentata dell’oceano e con un coltello li devono letteralmente sradicare dagli scogli.Concedetevi questo lusso… Li troverei in alcuni ristoranti specializzati e, qualora abbiate affittato un BnB (ce ne sono molti anche in pieno centro) potete cucinarli a casa, con una ricetta super semplice: Quando l’acqua bolle, immergergeteli soltanto 1 minuto, raffreddateli con del ghiaccio e gustateli spezzandoli con le mani…
Li troverete freschissimi nel mercato di San Augustin, mentre i più raffinati e costosi sono venduti al mercato Santa Lucia. Una prelibatezza!INFO tourspain
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Today I invite you to A Coruña, a true pearl of Galicia, in northern Spain. A city where you can discover art and history, bask in the sun, gorge on mariscos, taste the famous tortilla de Betanzos, visit original attractions, stroll along the seafront, try your luck at the casino and get lost in a gastronomic paradise.
MUST SEE
Paseo Maritimo
13 km of pedestrian and cycle promenade. It winds from the port towards the city beaches and continues following the winding curves of the rugged Galician coast from which you will enjoy breathtaking views of the ocean and the imposing Tower of Hercules, the oldest still operating lighthouse in the world.
It is the symbol of the city, a 59 meter high lighthouse built by the Romans dating back to the 1st century, considered the oldest continuously operating tower in the world and a UNESCO world heritage site. The interior is still original and can be visited. To get to the top you have to climb more than two hundred steep steps, but the view of the city and the ocean is incomparable.
Plaza de María Pita
Here we are in the heart of the city. A spectacular square awaits us, which takes its name from the heroine who in 1589 led the revolt against the English who wanted to conquer the city. It is lined with elegant palaces and emblematic buildings, between the Clock Tower and the modernist-style Casa Consistoria.
Aquarium Finisterre
Aquarium located in the port area of the city. It offers a wide variety of marine species, as well as educational activities and workshops for the whole family.
El Castillo de San Anton
Castle built in the 16th century to protect the city from pirate attacks and to control access to the port. Today it is home to a museum that hosts exhibitions on the maritime history of A Coruña and the Galicia region. From the castle you can enjoy breathtaking views of the bay and the city.
THE GREEN OF GALICIA
Garden of San Carlos
Beautiful park located in the center of the city, next to the Casa de las Ciencias.
It has ponds, fountains and a wide variety of trees and plants.
Parque de Santa Margarita
A green oasis in the center of the city, with a lake, many gardens and picnic areas: an ideal place to relax and enjoy time outdoors.
Sculpture Park
Walking around the Hercules lighthouse you can also visit this open-air museum which displays the original works of 18 Galician artists. Among which are: Cid, depicting a warrior Breogán by Xosé
MUSEUMS
Picasso House Museum
The brilliant Spanish painter lived in this city from 9 to 13 years old and his house has become a museum open to the public. The structure of the apartment has remained intact, and the interior has been furnished with period furniture. Copies of drawings and paintings that the very young Picasso made during the years in which he lived in La Coruña are on display, from which his extraordinary talent already emerges.
Picasso Route
To discover Picasso’s places in La Coruña you can follow the themed itinerary created by the local tourist office. In addition to the house, you will be able to see the square where the school he attended was located and where he used to play (plaza de Pontevedra), the city beach immortalized in his works (praia de Riazor), the cemetery where his sister was buried (Santo Amaro cemetery ), the art school where the artist’s father taught.
Home of the Hombre
Physiology museum housed inside a futuristic ship-shaped building designed by Japanese architect Arata Isozaki. The exhibition includes 150 interactive modules designed to make people reflect on the characteristics of the human species: the topics covered include biology, genetic engineering, evolution and the very recent personalized medicine developed starting from new knowledge about DNA.
Domus
Museum of Human Sciences, it is a unique and interactive experience. It offers exhibits and activities that explore human anatomy and evolution.10 From the viewpoint on Mount San Pedro you can enjoy panoramic views of the city and coast. It is an ideal place to enjoy a sunset or a romantic dinner.
National Museum of Science and Technology.
Modernist glass and concrete building near the city’s main beach, with gleaming walls that shimmer in the sunlight. Fun and interactive, capable of exciting curious people of all ages. Among the most curious pieces of the collection stand out a gigantic 1959 IBM computer, the front section of a Boeing 747, a pencil sharpener from 1946, the first Seat 600
Museum of Fine Arts
It is located in an ancient Capuchin convent from the 18th century. Its collections exceed 5000 pieces, with works from various artistic disciplines: painting, sculpture, engravings, ceramics and decorative arts signed by great artists such as Murillo, Tintoretto, Rubens, Goya as well as Galician painters of the 19th and 20th centuries. Playa de Riazor
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Budapest: ghiaccio bollente, brivido caldo a temperatura -6°
Brivido caldo, temperatura -6°!
Siamo a Budapest, dove vi aspetta un weekend indimenticabile e un’emozione ineguagliabile: fare i bagni termali di una notta sottozero con acqua bollente a 38-40 gradi in una delle terme all’aperto tra le più grandi d’Europa.
Freddo e caldo: emozione pura nelle piscine esterne di questa città, considerata la capitale mondiale delle terme, ricca di fonti di acqua termali e di strutture capaci di farvi dimenticare lo stress del quotidiano e sanamente rilassarvi approfittando delle acque curative, perché un bagno termale è la destinazione ideale anche d’inverno.
La capitale magiara può offrire il luogo ideale dove andarsi a rilassare e recuperare le energie perse durante una pesante settimana lavorativa o o… nelle tarde nottate in discoteca. Meglio andarci quando si fa sera per evitare (almeno un po’) le orde barbariche dei turisti e godersi al massimo l’effetto benefico dell’acqua calda anche quando fuori la temperatura è sotto zero.
Scoprite le terme di Budapest!
Szechenyi
Le terme più famose, si trovano nel cuore del Parco Municipale circondato da numerose attrazioni: strada facendo potrete ammirare il Castello di Vajdahunyad, il Giardino Zoologico e il Giardno Botanico la grandiosa Piazza degli Eroi e una visita che non vi deluderà: il vicino Museo delle Belle Arti.
La struttura delle terme Szechenyi è maestosa ed affascinante, ornata da colonne e statue, con 3 piscine esterne e 10 interne con la temperatura dell’ acqua che va dai 28° ai 40°. Alla sera lasciatevi incantare dalla magia dei fumi che escono dalle acque calde e sperimentate le tantissime saune che renderanno la vostra notte ricca di nuove emozioni.
Costruite tra il 1909 e il 1913 in stile.neo-barocco, ospitano un affollato “weekend party”: musica, luci, drinks e tuffi e spettacolari effetti laser.
Se siete bravi a giocare a scacchi provate a chiedere ai signori che giocano in acqua di fare una partita. La sera d’inverno la parte esterna è invasa dai fumi dell’acqua calda creando un’atmosfera unica.
Rudas
Il suo bagno turco, datato 1556 è uno dei più antichi della città e ospita 5 vasche termali da 28° a 42° (l’acqua più calda tra le terme di Budapest). Le sue acque sono leggermente radioattive e sono tra le più apprezzate nella città. Nei weekend è aperto anche di notte.
Atmosfera antica, infatti il bagno non si fa in costume ma con un piccolo asciugamano che viene fornito all’entrata. Tradizionalmente durante la settimana ci sono giornate dedicate alle donne ed altre ai maschi.
Gellert
Gioiello architettonico e sicuramente tra le più eleganti della città.
Costruite in stile liberty nel 1918, arricchite da mosaici e decorate con le celebri porcellane Zsolnay. Nell’interno troverete una suggestiva piscina, mentre all’esterno vi aspetta una vasca termale e una grande piscina capace di produrre onde artificiali.
Lukács
Complesso termale meno turistico, ma ricco di molte particolarità storiche. La sua sorgente d’acqua termale è stata utilizzata infatti già in epoca antica dai romani, poi dai magiari e dai turchi. Nel XII secolo fu gestito dai Cavalieri di San Giovanni nella cura dei malati, seguiti dagli ordini di Rodi e di Malta, che costruirono anche le terme dei loro monasteri.Nel 1884 fu costruito l’albergo termale, un moderno reparto di idroterapia e la suggestiva piscina. Ci sono 3 vasche termali interne da 32° a 40°, 3 piscine esterne e numerose saune.
Sono considerate le “terme degli artisti,” frequentate da scrittori, poeti e letterati ungheresi dell’Ottocento e Novecento, i quali, dopo il successo della loro cura curativa, hanno posto delle tavolette di marmo per esprimere la loro gratitudine.
CHE MUSICA ASCOLTARE
Quale sarà la vostra colonna sonora della vostra visita a Budapest?
Pop? Rock? Disco? oppure vi lascerete cullare dalle melodie di uno dei cittadini più illustri nella storia della citta e della musica? Sto parlando ovviamente di Franz Liszt Al numero 35 di Vörösmarty U potrete visitare Il Museo a lui dedicato conoscere l’appartamento dove ha vissuto. Nelle stanze si trovano i suoi strumenti musicali, i suoi oggetti e i suoi scritti. Nella sala dell’appartamento si svolgono abitualmente i concerti-saggi degli allievi del Conservatorio di Budapest.
BUDAPEST DI NOTTE
Budapest, da molti chiamata ^Parigi dell’Est” per le sue luci e le sue luminarie non è certamente da meno della “Ville Lumière”. Lasciatevi incantare…
Il Castello di Buda Spettacolare dal tramonto in poi, arrivateci prima delle 17 per essere gli ultimi ad entrare nella Hungarian National Gallery .
Poi una passeggiata tra l’ incanto di torri e statue illuminate da drammatiche luci gialle. Per la salita potete usare la funicolare d’epoca, per la discesa, lasciate che i turisti si imbarchino sul tram numero 1, voi fatela a piedi, godendovi la vista mozzafiato della città illuminata a festa.
Ruins Bar Benvenuti nei “pub in rovina” edifici decadenti, arredi vintage e muri decrepiti spesso tappezzati da poster del passato socialista. Li troverete nel Quartiere Ebraico nel Settimo Distretto e per le strade di Józsefváros, ex zona malfamata dell’ Ottavo Distretto, oggi centro di cultura e avanguardia. Qui, dal tardo pomeriggio fino a notte fonda, pulsa la movida più artistica e alternativa.
Con pochi euro potrete farvi una birra, un bicchiere di palinka o un distillato di verdure, chiacchierare, incontrare giovani artisti, vedere una mostra d’arte o un film proiettato su un lenzuolo, ascoltare musica dal vivo, ballare e godere dell’atmosfera relax delle stanze più intime.
Il più popolare ?
Szimpla Kertil piu’ conosciuto e frequentato da artisti emergenti.
DOVE DORMIRE Io ho alloggiato al Boutique Hotel Casati, piacevole scoperta per il suo look, servizio e accoglienza. Dedicato all’omonima stravagante Marchesa, l’ anticonformista che amava arte, avanguardia e tigri al guinzaglio. Muri colorati e pop art nelle camere, ispirate a quattro diversi lifestyle: natural, cool, classic, heaven, tutte con free tea&coffee giorno e notte. Centralissimo, music lounge bar anni ’70, sauna finlandese e una galleria di foto d’autore.
Dalla bellezza della Chiesa di Mattia e le rare reliquie storiche del Museo Nazionale d’Ungheria al rinomato bagno termale Széchenyi e al romantico castello gotico di Vajdahunyad, A seconda del tempo, il tour personalizzato può includere anche una sosta in un parco segreto con un lussuoso cestino da picnic pieno di sontuosi bocconi preparati al momento dall’Executive Chef, Andras Wolf, o una visita al Palazzo del Parlamento ungherese dove deliziosi piatti attendono presso il vicinoTavolo dello chef per sbarcare nei mercati più famosi del vecchio continente, The Great Market Hall; scopri il tesoro storico dell’ignoto nel Giardino dei Filosofi, sede di intricate statue di famosi pensatori e viste panoramiche sul Danubio e sulla bellissima città.
DOVE MANGIARE Nagysarnok (Vámház körút 1-3)
Il mercato piu’ vero e più economico della citta’. Evitate le bancarelle inghirlandate di paprika: sono troppo turistiche, i veri ungheresi non ci vanno. Puntate verso qualche contadina dal fazzoletto in testa per trovare frutta e formaggi freschissimi, a meta’ prezzo. Al primo piano si mangia l’ autentica cucina delle nonne magiare.
Cserpestejivo
Ex milkbar comunista, sì insomma, tipo una nostra vecchia latteria popolare. E’ diventato selfservice, costa poco ed è un must per il brunch.
Menza
Sembra di essere finitI in un coffee bar anni ‘60. Mitica tappezzeria Kesztölc e tanto arancione, family&trendy al punto giusto. Austin Powers incontra Barbarella, modelle, influencers e fashion victims si mescolano a mamma e papà che portano i pupi allo squisito lunch. És Bisztrò
Cucina austro-ungarica dove impera la carne: dal goulash, allo spezzatino ungherese, al tradizionale tafelspitz servito in 3 portate: in brodo di manzo, midollo osseo con pane di segale tostato, carne e contorni. Potete anche autografare il vostro coltello e portarvelo a casa come souvenir.
New York Cafè
Sfavillante e dorato. Un viaggio nel passato quando era il punto d’incontro di intellettuali e artisti. Sui tavoli, dedicati a famosi habitués, vengono servite specialità della cucina ungherese. Un pranzo assaggio va dai 30 ai 60 euro. Ah, non dimenticate la mancia: 10 per cento. Qualcosa di più, se il cameriere è simpatico.
Dolci e Tokaji Se amate i dolci, adorerete Budapest!
La torta cinque strati Dobos, il marzapane Szamos la meringosa Eszterházy, la natalizia Mákos Guba e la Rákóczi (la mia preferita) a base di túrós, formaggio proveniente dal Bacino dei Carpazi. Provatele tutte! Magari accompagnate da un celestiale tokaji, profumato passito della regione omonima.
Dolci assaggini da Auguszt Confectionary e Molnar’s, mentre per le degustazione vini più interessanti si va nelle enoteche Dobloe Bortársaság.Molnar’s . Tra i dolci della tradizione, i buonissimi gli anelloni kürtőskalács in pasta di pane dolce, arrotolati e ricoperti di granella a vostra scelta.ma voi cercateli in qualche bancarella in strada, sono fatti sotto vostri occhi, sono migliori e costano la metà.
Curiosi come prepararli a casa?
La ricetta nella prossima pagina. Click Next>
Kürtőskalács, ecco la ricetta !
Ingredienti:
• 500 g di farina 00
• 110 g di zucchero
• 10 g di lievito di birra
• 60 g di burro
• 2 uova
• 2 tuorli
• 300 ml di latte fresco
• 1 cucchiaino di cannella
Preparazione
Setacciate la farina in una ciotola capiente
fate sciogliere il lievito.In un bicchiere con un po’ del latte intiepidito
Fate riposare il latte per 10 minuti e aggiungetelo alla farina, e impastate
Aggiungete lentamente il latte e amalgamate il tutto.
Aggiungete al composto 40 g di zucchero, e un uovo alla volta, continuando a impastare lentamente fino ad ottenere un impasto omogeneo..
infarinate le pareti della planetaria, e lasciateriposare l’impasto per un paio di ore, coperto da pellicola per alimenti. Quando il volume sarà raddoppiato di volume, appoggiate l’impasto su un piano infarinato, stendetelo con un mattarello-
Ricavate con un coltello delle strisce, di circa 1 centimetro e mezzo. Arrotolate l’impasto a strisce intorno ad un cilindro di alluminio per cannoli. Spennellate con metà del vostro burro fuso l’impasto sul cilindro.
Fate cucinare i cannoli in forno preriscaldato, per circa 15 minuti, a 180°C gradi. Nel frattempo mescolate 70 g di zucchero con la cannella in un recipiente. Appena usciti dal forno, spennellate i kürtoskalács con il restante burro e cospargeteli della mistura di zucchero e cannella. Per finire, lasciate intiepidire prima di sformare il cannolo e gustarlo.
Una volta cotto questo cannolo ungherese viene cosparsodi zucchero e cannella, o semi di papavero, e mangiato caldo o freddo, a piacere. Iniziate già a sentirne il profumo? Questi camini dolci possono anche essere mangiati mentre si sorseggia una buona grappa. Proviamo a rifare nelle nostre cucine l’antica ricetta Kürtoskalács, dolce tipico delle antiche pasticcerie di Budapest.
CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle. Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’
On the next page you ‘ll find the english version of the recipe. Click Next>
The kürtőskalács
Among the traditional desserts, the delicious kürtőskalács, kinda of big rings in sweet bread dough, rolled up and covered with toppings of your choice. Find them in some street stall, while made before your eyes, those are the best and the cheapest.
Ready to make kürtőskalács at home?
Here’s the recipe!
Ingredients:
• 500 g of 00 flour
• 110 g of sugar
• 10 g of brewer’s yeast
• 60 g of butter
• 2 eggs
• 2 egg yolks
• 300 ml of fresh milk
• 1 teaspoon of cinnamon
Preparation
Sift the flour into a large bowl
melt the yeast. In a glass with a little warmed milk
Let the milk rest for 10 minutes and add it to the flour, and knead
Slowly add the milk and mix everything together.
Add 40 g of sugar to the mixture, and one egg at a time, continuing to knead slowly until a homogeneous mixture is obtained.
Flour the walls of the planetary mixer, and let the dough rest for a couple of hours, covered with plastic wrap. When the volume has doubled in volume, place the dough on a floured surface, roll it out with a rolling pin-
Cut strips of about 1 and a half centimeters long with a knife.
Roll the dough into strips around an aluminum cannoli cylinder. Brush the dough on the cylinder with half of your melted butter.
Cook the cannoli in a preheated oven for about 15 minutes at 180°C.
Meanwhile, mix 70 g of sugar with the cinnamon in a bowl. As soon as they come out of the oven, brush the kürtoskalács with the remaining butter and sprinkle them with the sugar-cinnamon mixture. Finally, leave the cannoli to cool before taking it out of the mold and enjoying it.
Once cooked, this Hungarian cannoli is sprinkled with sugar and cinnamon, or poppy seeds, and eaten hot or cold, as you like. Already starting to smell it? These sweet chimneys can also be eaten while sipping a good grappa. Let’s try to redo in our kitchens the ancient Kürtoskalács recipe, a typical dessert of the ancient pastry shops of Budapest.
From the beauty of the Matthias Church and the rare historical relics of the National Museum of Hungary to the renowned Széchenyi Thermal Bath and the romantic Gothic castle of Vajdahunyad, Depending on the weather, your customized tour may also include a stop in a secret park with a luxurious picnic basket filled with sumptuous bites freshly prepared by Executive Chef, Andras Wolf, or a visit to the Hungarian Parliament Building where delicious dishes await at the nearby Chef’s Table to land at the Old Continent’s most famous markets, The Great Market Hall ; discover the historical treasure of the unknown in the Garden of Philosophers, home to intricate statues of famous thinkers and panoramic views of the Danube and the beautiful city..
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CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle. Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world.For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ” non touristy tourist ” style
Weekend a Ceglie Messapica, Puglia. Città d’arte e terra di gastronomia
Oggi vi portiamo alla scoperta di una delle città le cui origini si perdono nella notte dei tempi: Celie Messapica, gioiello pugliese dell’Alto Salento, nella provincia di Brindisi.
Troverete un vero scrigno di storia, impreziosito da bellezze architettoniche, angoli suggestivi viuzze dagli archi in pietra viva in un susseguirsi di corti e piazzette popolati da un sorprendente numero di ristoranti e osterie, vero paradiso per i buongustai!
Celie si fregia dell’appellativo di “città d’arte e terra di gastronomia” per le tante testimonianze della sua storia millenaria e per la gastronomia locale, apprezzata e riconosciuta in tutta Italia. Quale meta migliore per un “weekend del bello e del gusto”?
DA VEDERE
Il Castello Ducale e la Torre Normanna
Edificato intorno all’XI secolo, decorato dagli stemmi di famiglie nobili e ricco elementi storici ed artistici come il portale Cinquecentesco. La Chiesa di San Domenico In stile barocco del XVI secolo,della scuola del Bernini.
La Chiesa di San Rocco
Datata 1595, notevole esempio architettonico della facciata e delle tre navate del suo suggestivo interno. Piazza Plebiscito e la “Torre dell’orologio”
Punto d’incontro della gente di Ceglie., chiude il centro storico medievale e apre a quello ottocentesco.
Weekend a Ceglie Messapica, Puglia. Città d’arte e terra di gastronomia
LA CUCINA DI CEGLIE
Estremamente varia, per le influenze che l’Altosalento ha ricevuto nel corso della sua lunga storia: messapi, greci, romani, normanni, arabi, saraceni, francesi e spagnoli si sono succeduti nei secoli. Tantissime provenienze: gli gnummarieddi” (Involtini di interiora di agnello alla brace) sono romani, il ragù è normanno, la cupeta(torrone di mandorle) è di origine araba, mentre dalla Grecia sono giunte le frise (ciambelle di pane raffermo che vengono immerse in acqua, e poi condite con olio, sale, oregano e gli irresistibili pummidori di pennula, pomodorini locali conservati in grappoli).
Le ricette sono tramandate di generazione in generazione, I piatti locali sono caserecci e genuini, profondamente legati ai prodotti della terra che offre legumi, verdure, ortaggi, frutta e il celebrato olio extravergine di oliva “collina di Brindisi” utilizzato per condire piatti tradizionali come purè di fave, tipico alimento dei contadini, cotto in pignata, recipiente di terracotta a forma di brocca.
Ogni mattina, come una volta, dai forni a legna in pietra esce la fragrante piddica tipica focaccia del mattino, con podorini e olive nere, mentre il gelato cegliese è rinomato.
Piatto tipico per eccellenza è la pasta fatta in casa. Primeggiano le celebri orecchiette stacchiodde e i maccheroncini strascinati, serviti con sugo di pomodoro, di carne o con le tradizionali cime di rape e acciughe.
Le festività natalizie (appena passate, ma ricordiamolo lo stesso) vedono in tavola le pettole, palline fritte di farina e patate lesse, le “attorcigliate” friselle condite con miele, zucchero o vino cotto, mentre il biscotto cegliese, un pasticcino a base di mandorle tostate.
Panino superstar ! Gaetano, soprannominato “Re del Panino Cegliese” nella sua “Caocolleria” offre prodotti tipici della zona e, se insistete un po’, vi prepara “dal vivo” una delle specialità del luogo: il “panino Cegliese” farcito (rigorosamente in questa sequenza) da ventresca di tonno, capperi, soffice mortadella e provolone.
FORMAGGI DA OSCAR!
La Masseria Fragnite, la cui storia nasce nel 1700 , fino all’arrivo del Duca del duca di Ceglie che 1832 iniziò un processo di ristrutturazione e riorganizzazione produttiva, trasformandola in magazzini per la conservazione delle merci e in cortile per gli animali a cui verranno aggiunte le casedde e i tipici trulli per ospitare i braccianti e le loro famiglie.
Fra i formaggi spiccano le ricotte asckuante, piccanti ma nel contempo delicate, il cacioricotta, un formaggio tenero e gustoso e il saporitissimo caciocavallo.
Perchè “caciocavallo”? Secondo alcuni il nome deriva dalla modalità di conservazione, dove, ancora fresco, viene appeso a cavallo su una trave. Secondo altri, invece, il termine ci riporta dall’usanza di portare al mercato le forme, a coppia, a dorso di un cavallo.
IL GUSTO IN TAVOLA! Frisedde Classici prodotti da forno: taralli con semi di finocchio selvatico. Cartiddate Simili a friselle affusolate sono condite con miele, zucchero o vino cotto (concentrato di mosto ottenuto mediante cottura). Pane casareccio La cottura avviene nei forni a legna in pietra. I panetti di colore bruno possono conservarsi anche per una settimana mantenendo la fragranza originale.
Piddichedda Grande tarallo pasquale ricoperto di zucchero fuso (tipico di Ceglie) Rosoli Liquori prodotti in casa in maniera semplice e antica, particolare il rosolio di corbezzolo.
CELIE PARADISO “GOURMET”: I locali che abbiamo selezionato per voi. Arrosteria Bogno Antico Capatosta
Osteria L’Arco Antico Trattoria L’acquolina Eno Cocus – Acini e Carbone
DOVE DORMIRE Nel centro di Ceglie Messapica B&B Sant’Anna
Un bed & breakfast e due monolocali dal fascino delle tradizionali case in pietra dell’800, nel pieno centro storico affacciato su un gardino privato,
Sassi bianchi alle pareti, archi, caminetti e alti soffitti
Le volte in pietra sono impreziosite dalle antiche nicchie naturali e cornici di un arredamento ricercato d’epoca, Soluzione ideale per un soggiorno che sappia di storia e confort, dal letto queen size , alla nuovissima doccia nella grotta, mentre qua e la oggetti che ricordano memorie di famiglia, come la macchina da cucire della nonna
Sotto il palazzo c’era l’antica cisterna pubblica alla quale la gente del quartiere poteva attingere l’acqua da una finestra esterna, oggi quelle nicchie sono degli armadi speciali. La prima colazione con biscotti, crostate, pane e dolci fatti in casa portata in terrazza dalla deliziosa Pamela Filomeno che gestisce e cura queste strutture. con passione e amore. Gli alloggi sono climatizzati e dotati di TV LCD e bagno privato.
Per chi cerca “qualità-prezzo”, questi alloggi si adattano perfettamente-.
In una meravigliosa masseria Masseria Camarda
Nata alla fine del 1800 come centro agricolo, si era poi specializzata nella produzione di olio, grano, ortaggi, legumi e le sue ampie stalle ospitavano capre, pecore e mucche.
La Ferrari e la Puglia, le passioni di Cesare Fiorio. Nella Masseria incontro Cesare Fiorio, grande campione automobilistico con la Lancia nei rally e in F1 con la Ferrari e le altre squadre, nonchè conquistatore dell’oceano Atlantico con nave Destriero. Oggi Fiorio vive a Celie, in Puglia, una terra che amava a tal punto da volerla far conoscere a tutti.
“Dai motori dacorsa sono passato al trattore agricolo, racconta Fiorio, in cerca di una dimensione quasi ormai perduta, senza lo stress degli affanni quotidiani dove si gode la tranquillità degli antichi rapporti personali, del cibo sano e genuino e delle magiche atmosfere che queste terre sanno ancora creare.” “Un luogo, mi spiega Fiorio, che rappresenta una scelta di vita e il piacere di condividerne la tranquillità, i profumi e i colori della campagna salentina”
La masseria offre eleganti alloggi all’interno dei caratteristici trulli e ricavati in antiche stalle in pietra con le tradizionali volte a botte. La piscine è posizionata in mezzo ad un frutteto dove, oltre alla vigna, sono presenti alberi di ciliege, melograni, albicocche, pere, cachi, fichi verdi e neri, fichi d’india, mandorli, nocciole.
Non poteva mancare l’automobilismo: nella grande grande sala in pietra spicca la carrozzeria della Ferrari F1 di Mansell, vincitrice del GP del Brasile, mentre Alessandro e Maria Paola Fiorio sono gli ideatori della Fiorio Cup. Con otto piloti che si sfidano su un percorso realizzato all’interno del comprensorio della proprietà.Tutt’intorno, Intorno si estende una vasta la campagna dove viene prodotto l’olio extra vergine di oliva di qualità superiore al vino primitivo, grano tipo “senatore Cappelli”, ingrediente base per la produzione delle tipiche orecchiette pugliesi, ortaggi, foraggio, frutta , noci, mandorle, nocciole, capperi, ceci, lupini .
In vendita presso la Masseria, potrete trovare passate di pomodoro, marmellate, i famosi fichi “maritati”, prodotti che vengono offerti agli ospiti nelle ricche colazioni del mattino preparate dalle mani esperte di Sara Senofonte.
Che buffet! Tutto fatto in casa: torte, crostate alla frutta, focaccia biscotti e gli immancabili taralli, chiamati anche scaldatelli, vero simbolo della cucina pugliese e “prinicipi ” della tavola SUA MAESTA’ IL TARALLO Tradizionali oppure aromatizzati con semi di finocchio, peperoncino, olive o pomodori secchi. Ottimi ottimi per uno snack, un aperitivo o con buon bicchiere di vino rosso.
Piccoli, furbetti e tentatori, dolci o salati, uno tira l’altro !
Che languorino, vero?
E visto che i veri taralli sono quelli fatti in casa, allora come farli a casa nostra?
L’importante per ottenere un buon risultato è seguire passo dopo passo quanto suggerito nella ricetta originale dei taralli pugliesi fatti in casa. di cui gentilmente Sara ci regala la ricetta.
TARALLI TRADIZIONALI PUGLIESI.
Ingredienti per circa mezzo chilo 500gr di farina 00 (Sara usa Senatore Cappelli)
160ml di vino bianco secco
160ml di olio rigorosamente extravergine di oliva
! cucchiaio da minestra di sale fino Preparazione
Mischiare tutti gli ingredienti in una terrina
Lavorare con le mani fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo.
Prendere un pezzo di pasta e formare dei filoncini lunghi 5 cm e spessi come il dito indice, unire le estremità formando degli anelli,
Disporre i taralli su una teglia e infornare a 180 gradi per 20 minuti.
Sfornateli, lasciateli raffreddare un po’ e… gustateveli!
La Masseria Camarda ha pensato di offrire ai suoi ospiti la cucina del territorio, vista, vissuta e rinterpretata dal valido Chef Maurizio, native di Torino con una estesa permanenza a nella cucina del suo ristorante a Cervinia per poi approdare a Ceglie, dove ogni sera prepara deliziose cene, esclusivamente per gli ospiti della Masseria. L’ ho incontrato per una breve intervista
Buongiorno Maurizio, dopo 25 anni a Cervinia, sei approdato a Ceglie? Perché? Forse ne avevo abbastanza del bianco, Tutta quelle neve…
Qui ho trovato una natura variopinta, meravigliosi tramonti, l’azzurro del mare e il calore dei Fiorio, La mia vita si è colorata. Cos’hai “importato” della cucina piemontese nel tuo menu pugliese?
Mi sono lasciato ispirare dagli ingredienti della classica bagnacauda che ho trasformato in un sugo cremoso per condire la tipica pasta “appesa” di Ceglie.
Gli ingredienti locali che sono entrati nella tua mentalità gastronomica torinese?
Le verdure del territorio, specialmente quelle che coltiviamo qui in Masseria.
Le ho conosciute, sperimentate apprezzate, e ora sono ai primi posti della mia cucina. Invece i fanalini di coda… (ride) Molto di coda, visto che non li uso mai: rafano e wasabi. Non li troverai mai nei miei paitti e nemmeno nel mio frigorifero di casa.
C’è un piatto che vorresti mettere in menu, ma…? Eccome: gli gnocchi di patate come li faceva mio papà Bruno. Ho cercato di imitarli, ma non so come o perché, non mi sono mai venuti come i suoi…Squisiti e, devo ammettere, inimitabili! La cena qui è riservata agli ospiti? Esatto. Non c’è un menu scritto, tutto a voce, naturalmente tenendo conto di eventuali allergie o intolleranze. Alla base della Masseria, c’è la comunicazione con i nostri ospiti, anche nel proporre e nell’ordinare un piatto. Ah, dimenticavo qui non indichiamo i prezzi. Il prezzo lo fa l’ospite quando ha finito di mangiare, libero di valutare quale sia il prezzo giusto.
COME ARRIVARE A CELIE
Celia Messapica dista circa 40 kilometri da Brindisi. E’ facilemente raggiungibile in auto (propria o noleggiata) o in bus (circa un’ ora e mezza) oppure, come ho fatto io, contattare una guiida locale che oltre al trasporto, provvederà a farvi conoscere la città e i dintorni. Io mi sono affidato Michael’s Tours pilotato dall’ esperto e super dinamico Michele Miccoli, nativo di Ceglie, che mi ha raccontato storie, anneddoti e segreti della città, facendomela scoprire come solo una persona del posto può fare.
Grazie Michele! e grazie a Antonella Millarte, gentilissima Capo Ufficio Stampa di Puglia Promozione che mi ha suggerito e fatto scoprire questa meravigliosa meta pugliese.
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Weekend in Ceglie Messapica, Puglia.City of art and land of gastronomy
by Cesare Zucca
Today we take you to the discovery of one of the cities whose origins are lost in the mists of time: Celie Messapica, an Apulian jewel of the Upper Salento, in the province of Brindisi.
You will find a real treasure chest of history, embellished with architectural beauties, suggestive corners, alleys with stone arches in a succession of courtyards and small squares populated by a surprising number of restaurants and inns, a true paradise for gourmets!
Celie boasts the title of “city of art and land of gastronomy” for the many testimonies of its millenary history and for the local gastronomy, appreciated and recognized throughout Italy.
What better destination for a “weekend of beauty and taste”?
TO BE SEEN
The Ducal Castle and the Norman Tower
Built around the 11th century, decorated with the coats of arms of noble families and rich in historical and artistic elements such as the 16th century portal.
The Church of San Domenico
In the Baroque style of the sixteenth century, from the school of Bernini.
The Church of San Rocco
Dated 1595, a remarkable architectural example of the façade and the three naves of its suggestive interior.
Piazza Plebiscito and the “Clock Tower”
Meeting point of the people of Ceglie., it closes the medieval historic center and opens to the nineteenth-century one.
Piazza Plebiscito and the “Clock Tower”
THE KITCHEN OF CEGLIE
Extremely varied, due to the influences that Altosalento has received during its long history: Messapians, Greeks, Romans, Normans, Arabs, Saracens, French and Spanish have followed one another over the centuries. Many origins: the gnummarieddi” (grilled lamb entrails rolls) are Roman, the ragù is Norman, the cupeta (almond nougat) is of Arab origin, while the frize (stale bread donuts that are dipped in water, and then seasoned with oil, salt, oregano and the irresistible pummidori di pennula, local cherry tomatoes preserved in bunches).
The “gnumareddi”
The recipes are handed down from generation to generation, the local dishes are homemade and genuine, deeply linked to the products of the land which offers legumes, greens, vegetables, fruit and the celebrated extra virgin olive oil “collina di Brindisi” used to flavor traditional dishes such as broad bean purée, a typical peasant food, cooked in a pignata, an earthenware jug-shaped container. Every morning, as in the past, the fragrant piddish typical morning focaccia comes out of the wood-burning stone ovens, with podorini and black olives, while the Cegliese ice cream conquered the podium of the International Ice Cream Trophy in Rimini.
Freshly taken out of the oven: the irresistible focaccias from Forno Gigliola
The typical dish par excellence is homemade pasta,
The famous orecchiette stacchiodde and maccheroncini strascinati stand out, served with tomato sauce, meat sauce or with the traditional turnip greens and anchovies.
My discovery, in a hidden alley, here are the “strascinati” with tomato and cacioricotta, served in the suggestive “M’Ami?” The chef is Piotr, of Polish origin, in love with Ceglie.
The Christmas festivities see on the table thepettole, fried balls of flour and boiled potatoes, the “twisted” friselle seasoned with honey, sugar or cooked wine, while the cegliese biscuit, a pastry made with toasted almonds
The “Cegliese biscuit”, local excellence
Superstar Sandwich!
Gaetano, nicknamed “King of the Cegliese sandwich” in his “Caocolleria” offers typical products of the area and, if you insist a little, he prepares “live” one of the local specialties: the stuffed “Cegliese sandwich” (strictly in this sequence ) from tuna ventresca, capers, soft mortadella and provolone cheese.
Gaetano and his famous “Panino Cegliese”
TOP CHEESES
Masseria Fragnite, whose history dates back to the 1700s, until the arrival of the Duke of Ceglie who in 1832 began a process of restructuring and reorganization of production, transforming it into warehouses for storing goods and a courtyard for animals to which will be added the casedde and the typical trulli to house the laborers and their families.
The ancient Masseria Fragnite
Among the cheeses, the asckuante ricottas stand out, spicy but at the same time delicate, the cacioricotta, a soft and tasty cheese and the very tasty caciocavallo.
Caciocavallo in progress
Why “caciocavallo”? According to some, the name derives from the method of conservation, where, still fresh, it is hung from a horse on a beam. According to others, however, the term brings us back to the custom of bringing the wheels to the market, in pairs, on the back of a horse.
Three excellent dairy products from Masseria Fragnite
TASTE ON THE TABLE!
Frisedde
Classic bakery products: taralli with wild fennel seeds.
Cartiddate
Similar to tapered friselle, they are seasoned with honey, sugar or cooked wine (must concentrate obtained by cooking).
Homemade bread
Cooking takes place in wood-burning stone ovens. The brown colored loaves can be kept for up to a week maintaining the original fragrance.
Piddichedda
Large Easter tarallo covered with melted sugar (typical of Ceglie)
Rosoli
Liqueurs produced at home in a simple and ancient way, in particular the strawberry tree liqueur.
Shopping: souvenirs from Ceglie, the festive luminous objects, the ceramic “pumi” lucky charms, a symbol of prosperity and the delicate Punto Antico embroideries
CELIE PARADISO “GOURMET”: The places we have selected for you.
Roast shop Bogno Antico
Capatosta
Braceria dei Santi, Capotosta
Osteria L’Arco Antico
The watering restaurant
Eno Cocus – Grapes and Coal
L’Acquolina, L’ Antico Arco, Eno Cocus
WHERE TO SLEEP
In the center of Ceglie Messapica B&B Sant’Anna
A bed & breakfast and two studio apartments with the charm of traditional 19th century stone houses, in the historic center overlooking a private garden,
White stones on the walls, arches, fireplaces and high ceilings
The stone vaults are embellished by the ancient natural niches and frames of refined period furnishings, the ideal solution for a stay that smacks of history and comfort, from the queen size bed to the brand new shower in the cave, while here and there objects reminiscent family memories, like grandma’s sewing machine
Under the building there was the ancient public cistern to which the people of the neighborhood could draw water from an external window, today those niches are special cabinets. The breakfast with biscuits, pies, bread and homemade desserts brought to the terrace by the delightful Pamela Filomeno who manages and takes care of these structures. with passion and love. Accommodation is air conditioned and comes with an LCD TV and private bathroom.
For those looking for “quality-price”, these lodgings fit perfectly.
B&B Sant’Anna
In a wonderful farmhouse Masseria Camarda
Founded at the end of the 1800s as an agricultural center, it then specialized in the production of oil, wheat, vegetables, legumes and its large stables housed goats, sheep and cows.
Masseria Camarda
Ferrari and Puglia, the passions of Cesare Fiorio.
In the Masseria I meet Cesare Fiorio, great automotive champion with Lancia in rallies and in F1 with Ferrari and other teams, as well as conqueror of the Atlantic Ocean with ship Destriero. Today Fiorio lives in Celie, in Puglia, a land that he loved so much that he wanted to make it known to everyone.
Cesare Fiorio in his Masseria
“I switched from racing engines to the agricultural tractor, says Fiorio, in search of an almost lost dimension, without the stress of daily worries where one can enjoy the tranquility of ancient personal relationships, healthy and genuine food and the magical atmospheres that these earths still know how to create.”
“A place, Fiorio explains to me, which represents a lifestyle choice and the pleasure of sharing its tranquillity, the scents and colors of the Salento countryside”
The farm offers elegant accommodation inside the characteristic trulli and housed in ancient stone stables with traditional barrel vaults. The swimming pool is positioned in the middle of an orchard where, in addition to the vineyard, there are cherry, pomegranate, apricot, pear, persimmon, green and black fig trees, prickly pear, almond and hazelnut trees.
Motor racing could not be missing: in the large stone hall the bodywork of Mansell’s Ferrari F1 stands out, winner of the Brazilian GP, while Alessandro and Maria Paola Fiorio are the creators of the Fiorio Cup, this year in its second edition. With eight riders who challenge each other on a course created within the property’s area.
All around, there is a vast countryside where extra virgin olive oil of superior quality is produced, primitive wine, “senator” type wheat Cappelli”, basic ingredient for the production of the typical Apulian orecchiette, vegetables, forage, fruit, walnuts, almonds, hazelnuts, capers, chickpeas, lupins.
The pool
On sale at the Masseria, you can find tomato puree, jams, the famous “married” figs, products that are offered to guests in the rich morning breakfasts prepared by the expert hands of Sara Senofonte.
The succulent breakfast
What a buffet! All homemade: cakes, fruit tarts, focaccia biscuits and the ever-present taralli, also called Scaldatelli, a true symbol of Apulian cuisine and “principles” of the table
HIS MAJESTY THE TARALLO
HIS MAJESTY THE TARALLO
Traditional or flavored with fennel seeds, chilli pepper, olives or dried tomatoes. Excellent excellent for a snack, an aperitif or with a good glass of red wine.
Small, cunning and tempting, sweet or savoury, one leads to another!
How peckish, right?
And since the real taralli are homemade, how can we make them at home?
The important thing to obtain a good result is to follow step by step what is suggested in the original recipe of homemade Apulian taralli. of which Sara kindly gives us the recipe.
Sara and the Apulian taralli.
TRADITIONAL APULIA TARALLI.
Ingredients for about half a kilo
500gr of flour 00 (Sara uses Senatore Cappelli)
160ml of dry white wine
160ml of rigorously extra virgin olive oil
! soup spoon of fine salt
Preparation
Mix all ingredients in a bowl
Work with your hands until you get a smooth and homogeneous dough.
Take a piece of dough and form loaves 5 cm long and as thick as your index finger, join the ends forming rings,
Arrange the taralli on a baking tray and bake at 180 degrees for 20 minutes.
Take them out of the oven, let them cool a bit and… enjoy them!
Masseria Camarda has decided to offer its guests local cuisine, seen, experienced and re-interpreted by the talented Chef Maurizio, natives of Turin with an extended stay in the kitchen of his restaurant in Cervinia and then arriving in Ceglie, where every evening he prepares delicious dinners, exclusively for guests of the Masseria.
I met him for a short interview
Chef Maurizio, at the helm of the Masseria Camarda restaurant, reserved only for guests
Hello Maurizio, after 25 years in Cervinia, have you landed in Ceglie, Why?
Maybe I’ve had enough of white, All that snow…
Here I found colorful nature, wonderful sunsets, the blue of the sea and the warmth of the Fiorios. My life has become colourful. What have you “imported” from Piedmontese cuisine into your Apulian menu?
I let myself be inspired by the ingredients of the classic bagnacauda which I transformed into a creamy sauce to flavor the typical “hanging” pasta of Ceglie.
A dish from Maurizio: the typical “pasta hung” with vegetables
The local ingredients that have entered your Turin gastronomic mentality?
Local vegetables, especially those we grow here in the Masseria.
I got to know them, tried them, appreciated them, and now they are at the top of my kitchen. (laughs) I never use them: horseradish and wasabi. You will never find them in my paitti or even in my fridge at home.
Cesare Fiorio oil accompanies the vegetables from the Masseria’s garden
Is there a dish you would like to put on the menu, but…?
And how: potato gnocchi as my father Bruno used to make them. I tried to imitate them, but I don’t know how or why, they never came to me like his… Exquisite and, I must admit, inimitable! Is dinner here for guests only?
Exactly. There is no written menu, everything spoken, naturally taking into account any allergies or intolerances. At the basis of the Masseria, there is communication with our guests, even in proposing and ordering a dish. Ah, I forgot here we do not indicate the prices. The price is set by the guest when he has finished eating, free to evaluate what the right price is.
HOW TO GET TO CELIE
Celia Messapica is about 40 kilometers from Brindisi. It is easily reachable by car (own or rented) or by bus (about an hour and a half) or, as I did, contact a local guide who, in addition to transport, will introduce you to the city and its surroundings. I entrusted Michael’s Tours piloted by the expert and super dynamic Michele Miccoli, a native of Ceglie, who told me stories, anecdotes and secrets of the city, making me discover it as only a local person can.
Thanks Michael! and thanks to Antonella Millarte, very kind Head of the Puglia Promozione Press Office who suggested and made me discover this wonderful Apulian destination.
Capodanno nel mondo: ecco i riti scaramantici portafortuna
Arriva l’Anno Nuovo!
In tutto il mondo a Capodanno rivono tradizioni e superstizioni.
Ecco alcuni dei rituali propiziatori più classici (e più stravaganti) per disfarsi del passato, iniziare alla grande il 2024, fare spazio a un futuro migliore e auspicarsi un anno felice.
di Cesare Zucca AMULETI, AMULETI, AMULETI… Ciondoli, spille, orecchini…in metallo prezioso o semplicemente in plastica: l’importante è indossare uno dei tradizionali simboli portafortuna: Il numero 13, Il gobbo, il quadrifoglio, la scopetta, la spiga di grano, la chiave, il ferro di cavallo, il cornetto e il peperoncino…
LE SCARAMANZIE DI MEZZANOTTE Aprire una finestra in una stanza buia per far uscire gli spiriti del male. Bruciare una banconota insieme a tre lenticchie: valuta e valore non hanno importanza, più si brucia, meglio è !
E l’antica usanza di gettare cose vecchie dalla finestra? Per ovvi motivi di sicurezza è stata proibita ma, come soluzione alternativa, si possono lanciare gli oggetti sul pavimento di casa… raccogliendone i cocci. Occhio a non fare danni… La prima telefonata del 2024 dovrebbe provenire da una voce maschile e quando si rientra a casa, mettere avanti la gamba destra.
TOUCH OF RED
Fino dall’Antica Roma, il colore rosso è sempre stato associato a potere, salute e fertilità. Che sia un capo di lingerie, un boxer, una camicia o un accessorio, nascosto o in bella vista, l’importante è dare quel tocco di rosso anche negli addobbi in tavola, dove non dovrebbero mancare dei mazzetti di peperoncino rosso, classico amuleto partenopeo e chicchi di melograno, simbolo di fecondità e abbondanza.
CAPODANNO NEL MONDO: TRADIZIONI E SUPERSTIZIONI Ecco i riti propiziatori nel mondo.
Giappone, i templi buddisti suonano le campane 108 volte. Irlanda, bussare sui muri di casa con delle pagnotte. Danimarca, salire su una sedia e scendere con un salto. Bangladesh, è ben augurale sposarsi a Capodanno, Grecia, appendere una cipolla sulla porta d’ingresso. Repubblica Ceca, tagliare una mela a metà.
Brasile, vestirsi di bianco, andare in riva al mare e fare 7 salti all’indietro nelle onde. Argentina, strappare vecchi documenti. Ecuador, bruciare le foto che ricordano momenti spiacevoli. Svizzera, buttare a terra il gelato o la crema di un dolce. Filippine, aprire le porte per far uscire l’anno vecchio. Siberia, tuffarsi nel lago ghiacciato più vicino. Germania, guardare per l’ennesima volta il brevissimo cortomeraggio Dinner for one. Colombia, fare un giretto del quartiere con una valigia vuota. Russia, scrivere un desiderio su un foglietto, bagnarlo nello spumante e poi bruciarlo. Nord-Est Europa, accendere un falò, considerato fuoco propiziatorio. Stati Uniti, smack! bacione sotto il vischio, antica tradizione celtica che simboleggia amore, passione e tenacia dei sentimenti.
TUTTI A TAVOLA In Cina e in Giappone vengono serviti noodles dal formato fuori del comune, più sono lunghi, più favorirebbero longevità. In Spagna è tradizione inghiottire 12 chicchi d’uva, uno per ogni rintocco della mezzanotte.
In Grecia viene preparata la torta vasilopita, che nasconde al suo interno una moneta, fortunato chi la trova!
In Perù e Colombia, si usa sbucciare una patata, simbolo di abbondanza. Repubblica Ceca, è tradizione tagliare una mela a metà.
In Svezia si mangiano aringhe in salamoia prima della mezzanotte, nelle Filippine porta bene mettere in tavola 12 frutti rotondi, simbolo di prosperità. Abbondare di frutta secca: nocciole, noci, arachidi, mandorle, fichi, uvetta mentre il nocciolo del dattero andrebbe nascosto nel portafoglio per tutto l’anno.
ATTENZIONE, MAI..
In 13 a tavola.
Pane capovolto sul tavolo.
Piatti con granchi e gamberi, perchè simboleggiano regresso. visto che camminano all’indietro.
Mai fare il bucato almeno fino al 2 gennaio, la tradizione dice il bucato del primo gennaio lava via la fortuna. I MUST DI MEZZANOTTE Stappare la bottiglia con un bel botto scaccia-spiriti. Mettere un dito nello spumante e una goccia dietro le orecchie: pare porti fortuna (cosi dicono a Napoli…) Lenticchie
Smboleggiano denaro e bisogna necessariamente mangiarle allo scoccare della mezzanotte per sperare di ottenere agio e prosperità.
Coltivate già nel 7000 a.C. in Mesopotamia e amate dagli antichi Romani che, a Capodanno, regalavano le “scarselle ”, borse di cuoio contenente lenticchie, con l’augurio che si trasformassero in monete sonanti durante l’anno.
Soltanto a Capodanno?
Assolutamente no. Abbassano il colesterolo, proteggono dalle malattie cardiovascolari, stabilizzano i livelli di glicemia. Ricche di proteine, fosforo, zinco, ferro, sali minerali, valore nutrizionale e vitamine del gruppo B, le lenticchie costituiscono un cibo consigliabile per tutto l’anno, almeno una volta a settimana. In più pare che portino denaro… una buona ragione per mangiarle tutto l’anno.
LE CLASSICHE LENTICCHIE IN UMIDO
Ricetta facile, accontenta tutti: vegetariani, vegani e ( con l’aggiunta di qualche dadino di pancetta) anche i carnivori. Le lenticchie vengono cucinate in abbondante acqua dopo essere state messe a bagno per almeno un paio d’ore. Vanno poi unite al soffritto di sedano, cipolla e carota, fatte rosolare, bagnate dal vino, allungate con acqua e insaporite con della salsa di pomodoro. Possono essere profumate da spezie e dalla tradizionale foglia d’alloro..
AUGURI DI FELICE E FORTUNATO ANNO NUOVO!
CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle. Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’
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Weekend bello e gourmet: Monferrato Astigiano e 2 ricette monferrrine!
Tra i prodotti caseari, il celebratissimo Castelmagno, la Robiola di Roccaverano, grande formaggio caprino, il Murazzano dall’inconfondibile profumo e il trifulin, che la tradizione dice venire piacevolmente “contaminato” dal pungente aroma del tartufo che cresce nei dintorni perfetto connubio con fonduta e uovo in padella.
Eccoci ad Asti che col nome di Hasta Pompeia, fu città romana, poi ducato longobardo, dall’XI secolo divenne un fiorente libero comune diventando un punto strategico di scambi commerciali e bancari. Nel XVI secolo arrivarono i Savoia e, grazie alla rivoluzione 1797, venne proclamata Repubblica di Asti. Nell’800 iniziarono i lavori di ammodernamento edilizio della città.
Da vedere a Asti
La Cattedrale
La Cripta Museo Sant’Anastasio
Torre Troyana o Torre dell’Orologio
Palazzo Ottolenghi,
Palazzo Alfieri
Per gli amanti dell’arte, due mostre da non perdere Palazzo Mazzetti, dal 25 Novembre al 7 aprile 2024.ospiterà La canestra di Caravaggio. Segreti ed enigmi della natura morta, una mostra dedicata a Caravaggio e in particolare alla famosa canestra di frutta, dipinta da tra il 1597 e il 1600 e considerata la prima natura morta della storia dell’arte.
Nel Museo Guglielminetti, vi aspetta un suggestivo itinerario di sculture policromee scenografie realizzate dal Maestro Eugenio Guglielminetti. Dal razionalismo del Bauhaus all’astrazione espressionista, dalla raffinatezza metafisica alle citazioni secessioniste, Guglielminetti documenta la storia del teatro con la sensibilità del pittore e l’estro del costruttore, creando articolati moduli spaziali e cromatici, smorzando il naturalismo verista del Secondo Ottocento verso allusive e simboliche interpretazioni della commedia dell’arte, la letteratura e i testi di Molière, Shakespeare, Schiller e Vittorio Alfieri.
LA CUCINA MONFERRINA Tartrà, budino salato tipico della tradizione locale, servito come antipasto semplice ma raffinato. Come tutte le ricette “contadine”, ha avuto origine in un tempo in cui ci si doveva arrangiare con i pochi ingredienti a disposizione: il latte affiorato dopo la mungitura, le uova delle proprie galline, le erbe aromatiche dell’orto Si prepara in poco tempo, mescolando latte e panna liquida con uova sbattute, insaporita con formaggio grattugiato, cipolla tritata, erbe aromatiche miste come salvia, rosmarino, maggiorana fresca e un pizzico di noce moscata. Agnolotti monferrini di Natale
Il vero agnolotto astigiano è quello gobbo, fatto rigorosamente a mano, dalla sfoglia elastica e il ripieno perfettamente equilibrato tra carne di maiale e carne di vitello. Tante varianti , tra cui gli agnolotti verdi con fonduta di Castelmagno e spinaci
Minestra castagne e latte di Portacomaro
Viene cucinata dopo aver lasciato ammollare le castagne secche per porle, quindi, in pentola, lessarle per un paio d’ore proseguendo poi la cottura nel latte per ulteriori 45 minuti. Al termine viene servita ben calda. La Finanziera piatto tradizionale della cucina contadina del Monferrato. E’ un umido, o meglio un ricco intingolo, composto da un insieme di frattaglie di pollo (creste di gallo, fegatini, cuore, granelli) e di vitello (cervella, filoni, animelle ed anche filetto). Il tutto viene tagliato in piccoli pezzetti, con l’aggiunta di funghi, capperi, vino bianco e marsala e, volendo, cosparso di tartufo. Piatto elaborato e non sempre presente nei menu locali , ma la mia splendida guida …. mi ha fatto scoprire la Locanda Antico Ricetto a Portacomaro, dove la proprietaria del locale aveva preparato questa eccellenza della tradizione.
Lo so, a molti non piacciono le frattaglie, ma vi assicuro che era una squisitezza, meglio ancora se accoppiato a uno dei Ruchè Montalbera: LACCENTO, caldo, piacevole e di rara setosità da profumo Intenso e sentori di frutti di bosco e petali di rosa e LIMPRONTA color rosso rubino tendente al granat, gusto persistente con ricordi aromatici di frutti di bosco, che evolgono in spezie orientali e pepe nero.
Fricassà mescià, piatto di antica tradizione popolare, quando gli animali erano macellati artigianalmente e, per sprecare il meno possibile, si cucinavano anche le frattaglie. Ricetta tradizionalmente conviviale e tipica del periodo autunnale ed invernale, è tuttavia facile gustarla quasi tutto l’anno. Gli animali come l’agnello, il maiale o il vitello, dopo la macellazione, erano suddivisi e le animelle, i rognoni, i filoni, la cervella, il fegato e i testicoli venivano impanati nel pan grattato e fritti in olio e serviti con i sanguinacci nel giorno festivo dopo la macellazione.
Nel Monferrato non si può naturalmente rinunciare ai dolci, soprattutto nell´astigiano, terra del moscato e del brachetto, insostituibili vini da dessert. L’elenco sarebbe anche qui lunghissimo, dallo zabaione al moscato, al famoso bonèt un dolce di antica tradizione tradizionalmente preparato dalle nonne per il pranzo della domenica.Nel dialetto piemontese il bonèt (o bunèt) è un “cappello” o “berretto tondeggiante” che ricorda anche lo stampo di rame in veniva preparato.La cottura del bonèt è delicata e lenta, a bagnomaria: questo consentirà al dolce di rassodarsi e al tempo stesso rimanere morbido e cremoso. Per prepararlo, dovrete iniziare dal caramello, che andrà versato sul fondo dello stampo e poi coperto con il composto del bonèt. La ricetta prevede possibili varianti, dall’utilizzo di un liquore al caffè al posto del rum, o semplice caffè, all’aggiunta di savoiardi al posto degli amaretti. Un tempo al posto del rum, veniva usato il Fernet, amaro che, servito a fine pasto, pare facilitasse la digestione.
E LE TRATTORIE? Ho adottato il motto: “Ask the Locals”, chiedi alla gente del luogo, nessuno infatti sa meglio suggerire indirizzi preziosi e ghiotti piatti. Quindi ho interpellato Veronica, mia infaticabile guida, profonda conoscitrice del territorio e… ottima forchetta. Il Cavolo a Merenda, Asti, rinomato per la sua enogastronomia locale, ho gustato il classico vitello tonnato, dove la delicatissima carne viene servita separata dalla ricca crema di tonno, in attesa della vostra spalmatura.
L’ Antico Granaio a Calliano, osteria gestita da Chef Antonio, detto “il gigante buono del Monferrato”. Piatto forte della casa: Agnolotti d’asino, carne e intingolo saporiti, dal profumo vagamente selvatico. fanno da ripieno a una pasta fatta in casa, morbida e piacevole al palato.
Locanda Casa Costa, Grazzano Badoglio
Classico menu regionale, a cominciare dall’antipasto “Territorio nel Piatto” con quiche di verdure, robioline con bagnetto verde, Gianduia su crostino.
Trattoria Serenella, Vignale, dove viene servita l’iconica Insalata Russa di Mamma Donata e un delizioso primo: le Margheritine alla zucca e Robiola di Monteverano.
Teste di Rapa (Asti) Giovane, spigliato, creativo, a cominciare dall’insolito sushi piemontese con polenta, funghi, carne cruda di Fassona e alghe.
Vi è venuto un languorino allo stomaco?
Ecco le due ricette monferrine da provare e magari cucinare a casa per rallegrare la vostra tavola in una serata d’autunno.
RISOTTO ALLA ZUCCA CON CASTAGNE E CREMA DI CALSTELMAGNO DOP
Ingredienti
400 gr di riso carnaroli, 100 gr di Parmigiano. 50 gr di burro, 1 zucca tipo mantovana
150 gr di Castelmagno DOP, 150 ml di latte, 150 gr di castagne bollite con l’alloro, 2 l di acqua, 1 gambo di sedano, 1 cipolla rossa, 1 carota, 1 mela, 2 spicchi di aglio, 400 gr di scaramella o muscolo, 30 gr di olio evo, Sale, Erbe aromatiche Preparazione In una pentola mettere tutti gli ingredienti del brodo con l’olio e rosolare bene il tutto fino a rendere le verdure e la carne dorata. Aggiungere l’acqua fredda e cuocere il brodo per circa 2 ore a fuoco basso. Intanto cuocere la zucca in forno avvolta da carta alluminio per circa 1 ora, poi pelarla e pulirla dall’interno. Frullarla molto finemente e tenerla a disposizione. In una pentola tostare a secco il riso, poi aggiungere il brodo poco alla volta e cuocere il riso a fuoco vivace mescolando in continuazione. Passati circa 5 minuti dalla cottura aggiungere la crema di zucca e continuare la cottura. Quando cotto togliere dal fuoco e mantecarlo con burro e Parmigiano e metterlo nei piatti. Sciogliere il Castelmagno con il latte fino a renderlo cremoso in un pentolino, poi con un cucchiaio mettere delle gocce di salsa sul risotto, sbriciolare le castagne direttamente nel piatto e servire in tavola.
SUA MAESTA’ , IL BONÈT Volete sperimentare un bonèt fatto in casa?
Ecco la ricetta più conosciuta, quella con il cacao amaro.
Ingredienti 5 uova, 200 g zucchero, 30 g cacao, 500 ml latte, 70 g amaretti, 1 bicchierino rhum Per il caramello:
100 g zucchero, 2 cucchiai acqua calda Preparazione Iniziate a sbattere tre uova intere e due tuorli con lo zucchero, finché diventano quasi bianche. Unite il cacao setacciato, poi aggiungete mezzo litro di latte a temperatura ambiente, un bicchierino di rum e gli amaretti pestati.In un pentolino fate caramellare lo zucchero, quando sarà completamente sciolto aggiungete l’acqua e mescolate velocemente, poi versate il caramello così ottenuto nello stampo del bonèt.
Versate il composto nello stampo e cuocete il bonèt a bagnomaria, nel forno a 180° per 45 minuti. Fate la prova con uno stecchino, immergendolo nel bonèt. Se il bonèt è cotto, lo stecchino uscirà pulito. Sfornate il bonèt, lasciatelo raffreddare completamente e poi spostatelo in frigorifero. Il giorno dopo sformate il bonèt e servitelo a fette, con amaretti secchi sbriciolati o un amaretto morbido in accompagnamento al piatto
Al vostro piatto monferrino volete accoppiare un buon vino del territorio?
Ecco l’articolo che parla dei fantastici vini del Monferrato Clicca qui
CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle. Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’
Next page two original Monferrato recipes in english,
To try and perhaps cook at home to brighten up your table on an autumn evening.
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PUMPKIN RISOTTO WITH CHESTNUT AND CALSTELMAGNO CHEESE CREAM
Ingredients
400g of Carnaroli rice, 100g of Parmesan. 50 g of butter, 1 Mantua type pumpkin
150 g of Castelmagno DOP, 150 ml of milk, 150 g of boiled chestnuts with bay leaves, 2 l of water, 1 stalk of celery, 1 red onion, 1 carrot, 1 apple, 2 cloves of garlic, 400 g of scaramella or muscle, 30 g of extra virgin olive oil, salt, aromatic herbs
Preparation
Place all the broth ingredients with the oil in a pan and brown everything well until the vegetables and meat are golden brown. Add the cold water and cook the broth for about 2 hours over low heat. Meanwhile, cook the pumpkin in the oven wrapped in aluminum foil for about 1 hour, then peel it and clean it from the inside. Blend it very finely and keep it available. In a pan, dry toast the rice, then add the broth little by little and cook the rice over a high heat, stirring constantly. After about 5 minutes of cooking, add the pumpkin cream and continue cooking. When cooked, remove from the heat and mix it with butter and Parmesan and put it on plates. Melt the Castelmagno with the milk until it becomes creamy in a saucepan, then use a spoon to add drops of sauce to the risotto, crumble the chestnuts directly onto the plate and serve.HIS MAJESTY, THE BUNET
Want to experience a homemade bunet? Here is the best known recipe, the one with bitter cocoa. Served in tiles or in rounded single portions… always delicious!
Ingredients
5 eggs, 200 g sugar, 30 g cocoa, 500 ml milk, 70 g amaretti biscuits, 1 small glass of rum
For the caramel:
100 g sugar, 2 tablespoons hot water Preparation
Start beating three whole eggs and two egg yolks with the sugar until they become almost white. Add the sifted cocoa, then add half a liter of milk at room temperature, a small glass of rum and the crushed amaretti biscuits. In a saucepan, caramelize the sugar, when it has completely dissolved, add the water and mix quickly, then pour in the caramel thus obtained. in the bonet mold.
Pour the mixture into the mold and cook the bonèt in a bain-marie in the oven at 180° for 45 minutes. Test with a toothpick, dipping it into the bonet. If the bonèt is cooked, the toothpick will come out clean. Remove the bonèt from the oven, let it cool completely and then move it to the refrigerator. The next day, turn out the bonèt and serve it in slices, with crumbled dry amaretti biscuits or a soft amaretto to accompany the dish
LUGANO: natura, arte, golosità, shopping chic e molto di più…
di Cesare Zucca
For the “alplermagronen” recipe in english, click here
A pochi passi dal confine tra Italia e Svizzera, Lugano vi aspetta per regalarvi un weekend da sogno: arte, panorami mozzafiato, natura accessibile, mille possibilità sportive in un mix perfetto di cultura svizzera e mediterranea insaporito da tante delizie gastronomiche.
Il suo centro storico ricco di edifici in stile lombardo, di palazzi colorati e portici che un tempo erano luogo di commercio dove i pescatori stendevano le loro reti da pesca e gli artigiani esponevano i loro prodotti in vendita.
Lugano è una cittadina tranquilla, perfettamente a misura d’uomo, piacevole da scoprire passeggiando tra le vie del suo centro storico o ammirando incantevoli paesaggi lungo le sponde del lago.
Il suo lungolago offre diverse opportunità: lidi e spiagge artificiali per chi vuole rilassarsi sotto il sole, escursioni in battello e noleggio barche per ammirare Lugano da un’altra prospettiva, e numerose attività e sport acquatici per i più sportivi.
DA VEDERE Piazza della Riforma
La piazza principale circondata da portici e da edifici in stile neoclassico dai colori pastello, il luogo dove i luganesi si incontrano e dove ci si può sedere a bere un caffè e rilassarsi in una delle storiche caffetterie presenti.
Museo Herman Hesse nella Torre Camuzzi
Poco sopra Lugano, nel piccolo paese di Montagnola, c’è questa casa-museo dedicata al premio Nobel Herman Hesse, scrittore tedesco naturalizzato svizzero. La mostra raccoglie oggetti, dipinti e opere dell’ illustre Artista.
Chiesa di Santa Maria degli Angioli Piccola chiesa che custodisce il meraviglioso affresco “Passione e Crocifissione” capolavoro di Bernardino Luini, discepolo di Leonardo da Vinci.
LAC Lugano Arte e Cultura Ospita il Museo di Arte Contemporanea della Svizzera Italiana, una sala per concerti ed il Teatrostudio.Cattedrale di S.Lorenzo Il ricco cartellone presenta musicals. opere, teatro, concerti e danza.
Date un‘occhiata
UN TUFFO NEL GREEN Parco Ciani, meraviglioso giardino all’inglese, ideale per rilassarsi e passeggiare tra alberi secolari, giardini ben curati, e lussureggianti aiuole di fiori adornate da statue e fontane. Si estende per più di 60.000 mq e ospita Villa Ciani, il Palazzo dei Congressi, la darsena, il Museo Cantonale di Storia Naturale e la Biblioteca Cantonale. il suo portone in ferro battuto adornato da fiori è conosciuto come ″porta del lago″ ed è una vera icona del parco
Parco del Tassino Offre una terrazza panoramica da cui si gode di una splendida vista sul lago. Inoltre il parco ospita in primavera numerose specie floreali di origini neozelandesi, giapponesi e cinesi
VISTE MOZZAFIATO
Monte Generoso Avventuratevi sul trenino a cremagliera che vi farà salire fino a quota 1704 mt per godervi una spettacolare vista del Lago e delle Alpi Monte San Salvatore
Familiarmento soprannominato ″il Pan di Zucchero della Svizzera″, è raggiungibile attraverso la funicolare panoramica che parte da Lugano-Paradiso oppure attraverso un’ escursione a piedi di circa un’ora e mezza. Da qui vista 360° su Lago.
CIOCCOLATO E NON SOLO…
Museo Alprose La Svizzera è famosa per la produzione di buonissimo cioccolato.
Se, oltre ad assaggiarlo, ne vorrete sapere di più, visitate Il Museo del Cioccolato di Caslano che racconta la storia del cioccolato dalle origini ai giorni nostri. Tutti i processi e i macchinari vengono illustrati da pannelli illustrativi e il percorso termina con un degustazione nel negozio “Nostalgia”.
Lugano, oltre alla tradizione del cioccolato, vanta un’ ampia produzione di raffinati formaggi. Tra i prodotti ticinesi più caratteristici vanno citati (e assaggiati) i “büscion”, formaggini prodotti con latte vaccino o caprino, da mangiare freschi, cosparsi di pepe macinato e olio d’oliva extravergine. Di sapore più intenso è l’eccellente “Zincarlin della Val da Mücc”, stagionato per oltre due mesi con vino bianco secondo un metodo antico.
Tra i piatti più tradizionali spicca l’Alplermagronen, un ricco primo (e anche un secondo) che soddisferà gli appetiti piu robusti Tra gli ingredienti troviamo pasta, cipolle, formaggio, panna e patate,
Appetitoso vero? Volete la ricetta ? La troverete nella prossima pagina
PER I PIU’ PICCOLI ( E NON SOLO…) Swissminiatur Un parco tematico con oltre 120 modelli in scala dei più famosi monumenti e mezzi di trasporto della Svizzera, Divertimento garantito per tutta la famiglia, tra mini battelli, funivie, funicolari, automobili e magari una pausa gustosa nel grotto “Pinin” offre una scelta di panini e snacks, anche vegani.
Shopping and coffee Via Pessina Popolata da negozietti, botteghe ed eleganti caffè. Un vero paradiso della gastronomia con un’ Imperdibile pausa nell’ ottocentesco Grand Café Al Porto, storico bar pasticceria che ha ospitato clienti rinomati come Clarke Gable e Sophia Loren. Via Nassa In passato questa e le vie limitrofe alla Cattedrale servivano per stendere le reti dei pescatori o per esporre la merce e ogni portico aveva il nome dal suo proprietario o dell’uso a cui era destinato Oggi è la via più chic di Lugano! 270 metri di portici vicino il lungolago dove sono presenti negozi e boutique dei marchi più prestigiosi della moda, della orologeria e della gioielleria, spesso a prezzi stellari… E visto che siamo in tema di soldi… Perché non provare a vincere puntando qualche fish al Casinò di Lugano? Al suo interno ci sono anche un ristorante e un teatro. Un luogo per trascorrere una serata un po’ diversaPreferite non rischiare e… andare sul sicuro? Anche a tavola? Vi aspetta il ristorante Vitti“nipotino svizzero” della omonima Famiglia romana che nel lontano 1898, inaugurò a Roma la storica pasticceria gelateria. Nel tempo i Vitti hanno deciso di intraprendere la strada della ristorazione, ottenendo un crescente successo fino ad arrivare all’iconico ristorante in Via Lucina a Roma, seguito da quelli “gourmet” e “Ital-Japan” in Piazza Cavour e dal prossimo “Vitti Osteria e Cantina”.
La passione e la tradizione famigliare hanno sviluppato nel tempo un’assonanza univoca con la cultura gastronomica romana, paladina di gusti semplici genuini, proiettata a un pubblico sempre più vasto e internazionale. Ecco quindi nascere il centralissimo Vitti Lugano, al cui timone troviamo Veronica e Angelo, intraprendenti rampolli della famiglia Vitti. che, da Roma, tramite papà, li supporta in tutto anche se distante.
In cucina “impera” lo chef Mauro Ranieri, il quale, affascinato dall’incontro con i fratelli Vitti ne condivide il progetto solo dopo una full immersion nel locale di Roma che gli permette di apprendere le tecniche e i segreti della cucina della miglior tradizione romana che può così far apprezzare, senza rinunciare ad un tocco di rispettosa innovazione.
Piatti preparati secondo antiche ricette che si tramandano da generazioni, utilizzando il pecorino e il guanciale che arrivano freschi, settimanalmente, da Roma. oltre a proposte internazionali dedicate ai numerosi visitatori esteri che giungono sul meraviglioso lago per passare qualche giornata di relax
Veronica, Angelo e Mauro, un tris d’assi davvero notevole!
Non me li sono lasciati sfuggire per una simpatica intervista Buongiorno, parliamo di weekend: arriva a Lugano un amico turista, dove lo portate? Veronica: sul Monte Brè da cui si gode della più bella vista di Lugano. Angelo: Mi piacerebbe fargli conoscere un po’ della Svizzera interna, specialmente Interlaken dove ho sperimentato per la prima volta il parapendio: è stata un’esperienza fantastica! Mauro, se l’amico è un buongustaio? Mauro: Entrerei anch’io nel cuore della Svizzera e lo porterei in qualche tipico “grotto”, una specie di trattoria, dove gli farei scoprire la “luganighetta” una salsiccia a base di carne di maiale, insaccata in un budello ovino da arrostire, deliziosa cotta alla brace, alla griglia o in padella, Con cosa la si accompagna? Mauro: Di preferenza col risotto o con polenta, patate al forno oppure con una base di sugo al pomodoro. E’ davvero un cibo ” felice“, poco salato, profumatissimo , sinonimo di festa e di allegria. Vitti e la cucina romana, binomio storico: il vostro primo ricordo in cucina? Veronica, sia io che Angelo siamo praticamente cresciuti nei laboratori di gelateria e pasticceria dei miei antenati. Angelo: Ero piccolo e i miei hanno inventato un piatto che portava il nome. Era un piatto super semplice ma gustoso: pasta con il tonno. Mauro: In cucina con i miei cuginetti, mentre la nonna piacentina impastava gli gnocchi. A dire il vero, lei avrebbe voluto che io e gli altri nipoti le dessero una mano, ma più che “aiutanti” eravamo dei golosi “assaggiatori”.
Cosa c’è di “romano” nel menu di Vitti Lugano? Veronica abbiamo inserito principalmente i tradizionali primi romani lavorando tanto con le materie prime e le paste fresche, come i Bigoli alla Gricia con guangiale , pecorino e pepe, i Tonnarelli cacio e pepe mantecati con pecorino romano DOP e pepe macinato grosso, le Linguine alla Trasterverina con pomodoro, tonno, olive e gli immancabili Spaghetti alla Carbonara.
Angelo: Nel menu troverai molte ricette “storiche” dei nostri bisnonni, preparate secondo antiche ricette che si tramandano da generazioni, utilizzando il pecorino e il guanciale che arrivano freschi, settimanalmente, da Roma.
Tradizione anche nei dolci: il Tiramisu alla Vitti, da sempre un best seller!
Tra tante ricette originali della vostra famiglia, c’è un piatto indimenticabile? Veronica: Le polpette di bisnonna Luisa che rubavo dalla padella, in qualunque ora e giorno…. Angelo: i malfatti ricotta e spinaci di mia nonna Enrica, un piatto indimenticabile e, devo ammetterlo, inimitabile, mai mangiati dei malfatti così buoni… Chef, come definisci la tua cucina ? Mauro: classica, originale, fatta bene per essere all’altezza delle aspettative.
Un menu che, oltre alle tipicità romane, propone piatti “extra regione” quali Tagliolini al nero di seppia con salsa cacio e pepe e carpaccio di gamberi rossi, il Tataki di Tonno con Gazpacho di pomodoro , riso nero al vapore e maionese alla soia oppure il Poke di tonno con alga Wakame, mango, pomodori Cherry, Emadame, maionese alla soia.
Una cucina con amore, tradizione, fantasia e tanta voglia di incuriosire e di divertire, dove Ranieri e i Vitti sono i primi a divertirsi.
ASSOLUTAMENTE DA FARE Concedetevi un indimenticabile giro in barca sul lago e scoprire altre località che si affacciano sulle sue acque, come Gandria, Castagnola,Morcote, il Parco Scherrer e il Santuario della Madonna del Sasso.
Al tramonto il lungolago di Lugano è uno dei luoghi più affascinanti della città! Non perdetevi quindi una passeggiata quando il sole cala dietro le montagne e godetevi una Lugano “tutta per voi”
La ricetta dell’Alplermagronen
Ingredienti per 4
½ cucchiaio di farina
2 cucchiai d’olio di colza
1 cucchiaio di burro
250 g di patate resistenti alla cottura
2 cipoll
sale
350 g di maccheroni maccheroni dell’alpigiano
200 g di gruyère
2 dl di panne semigrasse
pepe
maggiorana per guarnire Preparazione
Taglia le cipolle ad anelli sottili. Cospargile di farina e mescola bene. In un tegame scalda l’olio e il burro. Rosola le cipolle a fuoco medio per ca. 10 minuti, finché risultano croccanti. Estraile e falle sgocciolare su carta da cucina.Taglia le patate a dadi e lessale in abbondante acqua salata per 5 minuti. Aggiungi i maccheroni e lessa il tutto al dente per 8-10 minuti. Scola e fai sgocciolare bene. Trasferisci il tutto nel tegame. Elimina la crosta del formaggio e taglialo a dadini. Unisci il formaggio e la panna alla pasta e, a fuoco spento, fai riposare coperto per ca. 5 minuti, finché il formaggio non si è sciolto. Condisci con il pepe e cospargi con le cipolle.
Guarnisci con la maggiorana. Servi con spicchi di mela.
The “alplermagronen” recipe in english, next page, Click Next>
Among the traditional swiss dishes, the alplermagronen stands out, a rich first course (and also a second course) that will satisfy the most robust appetites.
Among the ingredients we find pasta, onions, cheese, cream and potatoes.
The alplermagronen recipe
Ingredients for 4
½ tablespoon of flour
2 tablespoons rapeseed oil
1 tablespoon of butter
250 g of cook-resistant potatoes
2 onions
salt
350 g of macaroni (maccheroni dell’alpigiano)
200 g of gruyère
2 dl of semi-fat cream
pepper
marjoram for garnish Preparation
Cut the onions into thin rings. Sprinkle them with flour and mix well. In a pan, heat the oil and butter. Sauté the onions over medium heat for approx. 10 minutes, until crispy. Remove them and let them drain on kitchen paper. Cut the potatoes into cubes and boil them in plenty of salted water for 5 minutes. Add the macaroni and boil everything al dente for 8-10 minutes. Drain and drain well. Transfer everything to the pan. Remove the crust from the cheese and cut it into cubes. Add the cheese and cream to the pasta and, with the heat off, leave to rest covered for approx. 5 minutes, until the cheese has melted. Season with pepper and sprinkle with onions. Garnish with marjoram. Serve with apple wedges.
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La Romagna ci aspetta! CESENATICO: spiagge, vele, notti rosa, dolci pesciolini e… Leonardo
La Romagna, bella, forte, ospitale e adorabile ci aspetta!
by Cesare Zucca
For the original “Pesciolini di Cesenatico” recipe, clickhere
Riscopriamo o scopriamo per la prima volta Cesenatico, una gemma della riviera romagnola che, con i suoi oltre 22mila alloggi, è una meta top per chi ama festeggiare l’estate e colorare le proprie vacanze.Le spiagge
A nord dell’antico centro cittadino troviamo la spiaggia di Ponente, la preferita da chi ama i lidi più tranquilli e meno affollati. Si caratterizza per il suo fascino particolare, dove la natura e gli alberi sono ben presenti tra le vecchie colonie, molte delle quali oggi convertite in moderni centri di villeggiatura. Appena più a nord c’è la rilassante pineta di Zadina, luogo ideale dove prendere una pausa all’ombra dei pini. La zona alla moda di Cesenatico è la spiaggia di Levante, che inizia dalla sponda sud del porto canale. Troverete stabilimenti balneari, palestre, idromassaggi, campi da gioco, corsi e animazione per tutte le età.GREEN CITY
Scoprite i “giardini al mare”., un’area verde lunga due chilometri con centinaia di alberi, siepi ed aiuole fiorite, dotata di percorsi ciclo-pedonali e arredata con giochi per bambini, fontane e gazebo. Proseguendo verso sud incontriamo le frazioni di Valverde e Villamarina, mentre Il lungomare è animato da numerosi negozi, bar, gelaterie e parchi giochi.Non mancano pub e discoteche per i più giovani che, comunque, possono facilmente raggiungere il centro di Cesenatico, distante appena un paio di chilometri, percorrendo la pista ciclabile del lungomare o utilizzando i servizi navetta attivi fino a notte, mentre per chi vuole scatenarsi tra giochi d’acqua, scoprirà ATLANTICA , Parco acquatico con 6 fantastiche piscine ed oltre 1000 metri di vorticosi acquascivoli!
Per godersi il verde e uno snack, vi attende Parco Manzoni la nuova area verde, situata in via Cesare Abba, adibita a bar, piccola ristorazione e parco all’aperto con area bambini e spazi in cui si svolgono concerti musicali o eventi di intrattenimento. Il Parco è aperto tutti i giorni dalle 7.00 alle 24.00 con colazione, pranzo, aperitivo, cena.
WELCOME BY LEONARDO
A fungere da centro nevralgico è senza dubbio il porto canale, progettato da Leonardo da Vinci, piccolo eppure tra i più ammirati e fotografati d’Europa. Lungo il canale fanno bella mostra di loro le antiche barche a vela, mentre ai lati si ergono le caratteristiche case colorate. Ma il porto leonardesco diventa ancor più bello di sera, quando le barche vengono illuminate e si riempiono i tavolini all’aperto dei ristoranti di pesce fresco, mentre prosegue la passeggiata tra le vetrine dei negozi.LE VELE STORICHE
Colori, tessuti, simboli delle famiglie dei marinai. E’ uno dei temi più suggestivi della marineria tradizionale: le vele al terzo colorate e decorate che diedero vita in Adriatico ad una vera e propria “araldica del mare”. Il Museo della Marineria espone nella Sezione Galleggiante dieci barche in acqua, complete di vele, che vengono ammainate da Pasqua fino al mese ottobre. E quello che rende unica la Sezione Galleggiante in estate sono proprio le vele, caratterizzate dai vivaci colori realizzati con terre e decorate con simboli che rappresentavano l’appartenenza alle diverse famiglie di pescatori.E’ l’ unico museo galleggiante esistente in Italia e partner del progetto europeo ARCA Adriatica dedicato alla protezione, promozione e valorizzazione turistica del patrimonio culturale della marineria tradizionale, della sua storia e delle sue leggende, tra cui La Statua alle Spose dei Marinai e le Porte Vinciane, un meccanismo attribuito al genio di Leonardo per proteggere la città dalle mareggiate.
CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative.
Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘turista non turista’.
In the next page you will find the delicious “pesciolini di Cesenatico” original easy recipe in english Just click Next>
Here the delicious “pesciolini di Cesenatico” original easy recipe in english.
Pesciolini di Cesenatico”, are traditional biscuits in the shape of a dolphin, star, seahorse and with an ancient local flavor, yes, just like the ones your grandmother used to make… They are handcrafted in the L’angolo Goloso pastry shop in Savio di Cervia and I assure youwhich are irresistible, simple, homemade and one leads to another... Do you want the recipe?Here you go! Ingredients 3 doses of butter to cream, 2 doses of sugar, 1 part of fresh eggs, vanilla to taste, 5 parts of flour, 1 pinch of yeast, 1 pinch of Cervia® salt, raw cane sugar to tasteMolds in the shape of a fish, dolphin, starfish, seahorse, etc… Preparation Mix well butter, sugar, eggs and vanilla.When the dough is well blended, slowly add the flour, baking powder and Cervia® salt.Leave to rest in a cool place for a day.Then roll out the dough to a thickness of 5/6 mm and cut with the molds by placing the biscuits on a baking sheet lined with baking paper.Brush the biscuits with egg and sprinkle them with brown sugar.Cook for 15 minutes at 170°.
Ritorniamo in Romagna! Weekend all’insegna del bello, del gusto, della piadina e delle Mariette
di Cesare Zucca——-
for the “piadina” recipe in english click here
Pronti per un weekend all’insegna del bello, del gusto e dell’ impareggiabile ospitalità romagnola? Ecco un allegro itinerario che inizia sulle Alture di Cusercoli e termina con grande finale gourmet: la mitica ‘piadina fresca’ di Forlimpopoli.
Per il nostro tour abbiamo scelto come base le Fattorie Faggioli a Borgo Basino, provincia Forli-Cesena. Lì siamo stati accolti e coccolati dalla famiglia Faggioli con il proverbiale calore ed empatia della Romagna. Per un ‘turista non turista’ come me, questo posto è davvero un paradiso, lontano dai rumori, dalle macchine, immerso in una tranquilla vallata verdeggiante.
Sentivo la qualità della vita, nell’ambiente naturale che contribuiva alla salute del suo spirito e del suo corpo. Sono previste gite in montagna, raccolta di erbe, bagni di fieno e persino una sauna salutare con erbe e fango. Le camere sono accoglienti, c’è anche una bella piscina.
Il cibo è spettacolare, composto da prodotti freschi coltivati in loco e totalmente fatto in casa, sano e delizioso con prezzi decisamente abbordabili .
Da lì potrete visitare i suggestivi borghi dei dintorni e riconoscere l’identità e biodiversità di un territorio che oggi è attivamente impegnato nello sviluppo turistico di “Visit Romagna”. che considero la regione più genuina, profonda e sincera d’Italia, dove natura, storia e enogastronomia si relazionano a radici, memorie e tradizioni.
Due interessanti tappe vicine: Forlì con la sua grandiosa Piazza Saffi e, a meno di un’ora di macchina, Ravenna. l’Olimpo del mosaico bizantino con la Basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia, Battistero Neoniano, Basilica di Sant’Apollinare Nuovo e la Basilica di Sant’Apollinare in Classe.
Volete scoprire dove è nato il Duce?
Beh non aspettatevi un palazzo, anzi… Girato l’angolo c’è Predappio, paese natale di Mussolini e della sua piuttosto umile casa. Tiriamoci su il morale con uno dei meravigliosi tipi di Sangiovese (anche biologico) dei vigneti Poderi dal Nespoli dove è possibile visitare la cantina.
Sarà un viaggio intenso, perchè non regalarsi un rilassante inizio di giornata alle Terme di Castrocaro? E’ un hotel di lusso con una spa attrezzata che unisce benessere, bellezza e salute. Le soprese non sono finite: facendo una suggestiva navigazione intorno al lago ai margini della grande foresta del Parco Nazionale, potrete approdare alla suggestiva Diga di Ridracoli, mentre nella frazione di Santa Sofia, lungo il Fiume Bidente, scoprirete il Parco delle Sculture con magiche sculture all’aperto.
… e le osterie?
InutiIe ripeterlo. La cucina casalinga romagnola è davvero top!
Vi segnalo due osterie in cui ho trovato eccellenze nostrane cucinate in piatti semplici, senza fronzoli, insomma proprio come li faceva nonna… Osteria La Campanara a Pianetto di Galeata, autentica testimonianza della gastronomia romagnola, dove vengono serviti ricchi primi di pasta e la tradizionale trippa al pomodoro, con calici di Sangiovese e Albana, i top della cantina locale. Osteria Cà de Bè, nel minuscolo borgo di Bertinoro, dove, oltre alla vista spettacolare, potrete gustare la tipica cucina locale, dalla fantastica pasta fresca fatta a mano, ai mitici passatelli in brodo o al ragu, oltre a carni saporite come il delizioso coniglio alle verdure e il maiale arrosto. Per finire con il famoso lateruolo un dolce d’autore creato dall’iconico chef del 19° secolo Pellegrino Artusi, riconosciuto padre della moderna cucina italiana.
Artusi, imprenditore di successo, divenne un uomo facoltoso e, a 45 anni, poté dedicarsi a tempo pieno alla sua passione: la cucina casalinga.Amava studiare, e ponderare ricette.Dopo lunghe ricerche, ha ristretto le sue scoperte a 790 ricette che ha raccolto in un manuale intitolato “La Scienza in Cucina e l’Arte di Mangiar Bene” tradotto e diffuso in tutto il mondo.
Anche quest’anno, dal 24 giugno al 2 luglio, la città onora Pellegrino ospitando la Festa Artusiana, dove il centro storico si trasforma in un “paese da gustare”. Il grande castello che domina il borgo, le corti, i vicoli, le strade e le piazze pullulano di ristoranti che presentano nei loro menù alcune delle specialità artusiane.
Il tutto è coordinato da Casa Artusi è il primo centro gastronomico italiano interamente dedicato alla cucina tradizionale casalinga e alla promozione della cucina italiana nel mondo, un’iniziativa nata 15 anni fa, sostenuta da realtà del territorio. E’ un progetto che vuole coinvolgere tutti coloro che hanno nel cuore Casa Artusi e che desiderano arricchirlo con i loro racconti, le ricette dei loro ricordi e sostenerlo con le loro donazioni a questo link. La Casa vanta una ricca biblioteca, un museo e una scuola che tiene corsi pratici sia per gli amanti del cibo che per i professionisti che vogliono imparare a migliorare le proprie abilità culinarie.
Nel Ristorante Casa ArtusI potrete gustare le ricette del grande Pellegrino, dalle tradizionali zuppe di verdure, alla famosa Ricetta n.7 , Cappelletti all’uso di Romangna, ai tortelli ripieni di ricotta e spezie fini, ai paccheri al ragù d’anatra e manzo con chiodi di garofano e fagioli bianchi, per continuare con squisiti secondi di carne e finire con il Latteruolo, un dolce al cioccolato alle mandorle con crema allo zabaione.
Una curiosità: Artusi non cucinava … chi era allora lo Chef? Ai fornelli non c’era Pellegrino, bensì Marietta Sabatini, la sua devota, insostituibile assistente (e forse di più) che lavorava fanaticamente al suo fianco. Nessuna fama, nessuna gloria per la povera Marietta fino a che nacque l’Associazione delle Mariette la cui missione era, ed è tuttora, quella di insegnare le ricette di Artusi e la cucina tradizionale romagnola compresa l’ iconica piadina fresca.
Ancora oggi le Mariette impartiscono regolari classi di piadina e cucina romagnola, sia dal vivo che online, mentre l’annuale “Premio Marietta”, che avrà il suo culmine nella XXVI edizione della Festa Artusiana, premierà la Migliore Marietta (o Marietto…visto che il concorso è aperto anche agli uomini). Tutti invitati quindi, cuoche e cuochi, rigorosamente dilettanti e non professionisti. Se vorrete sentirvi un po’ ‘chef’ e soprattutto benvenuti… inserite Forlimpopoli e la Romagna nell’ agenda dei vostri prossimi viaggi e troverete una regione dove le persone amano ospitare, mangiare, bere e stare allegri…
A Viridiana, attuale Presidentessa delle Mariette abbiamo ‘rubato’ la ricetta originale della piadina…
LA RICETTA DELLA ‘VERA’ PIADINA ROMAGNOLA
Per 5 piadine
– 500 g di farina 1
– 70 g di strutto di Mora di Romagna ( un grasso molto economico ricavato dal maiale. Ma se non lo avete in casa, potete sostituirlo con olio extravergine)
– 2 pizzichi (3 g circa) di bicarbonato di sodio oppure 10 g di lievito in polvere per torte salate
– 8 g di sale dolce di Cervia a grani medi. Procedimento Create un piccolo cratere di farina, mettete lo strutto all’interno. Impastate portando la farina sullo strutto e aggiungete gli altri ingredienti e un po’ di acqua tiepida. Lavorate l’impasto per una decina di minuti , Dividetelo in cinque palline e tiratele bene con il matterello fino a ottenere un disco di diametro fra 15 e 30 centimetri.
Secondo i consigli delle Mariette, deve rigorosamente essere impastata a mano. Il movimento viene dalla spalla e meglio se le gambe sono un po’ flesse.
Passiamo alla cottura: appoggiatela nela teglia (l’ideale è una teglia tonda di terracotta altrimenti una pentola antiaderente) e foratela con le punte della forchetta. Giratela e foratela di nuovo. Tre volte, cinque minuti. La piadina è pronta per essere farcita.
Godetevela!
CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle. Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’
Curious to know how to make a ‘piadina’ ? Just turn the page and discover the original recipe. Click Next>
From Viridiana, the current President of the Mariette, we ‘stole’ the original recipe of the piadina … THE RECIPE OF THE ‘TRUE’ ROMAGNOLA PIADINA
For 5 piadine
– 500 g of flour 1
– 70 g of Mora di Romagna lard (a very cheap fat obtained from pork. But if you don’t have it at home, you can replace it with extra virgin olive oil)
– 2 pinches (about 3 g) of baking soda or 10 g of baking powder for savory pies
– 8 g of medium-grain sweet salt from Cervia. Method
Create a small crater of flour, put the lard inside. Knead bringing the flour onto the lard and add the other ingredients and a little warm water. Knead the dough for about ten minutes, Divide it into five balls and roll them well with a rolling pin until you get a disc with a diameter of between 15 and 30 centimeters.
According to Mariette’s advice, it must be strictly kneaded by hand. The movement comes from the shoulder and better if the legs are a little flexed.
Let’s move on to cooking: place it nela pan (the ideal is a round terracotta pan otherwise a non-stick pan) and pierce it with the tips of the fork. Turn it over and pierce it again. Three times, five minutes.
The piadina is ready to be stuffed. Buon appetito!
CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle. Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world.For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles.art, entertainment. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ” non touristy tourist ” style
Un fantastico weekend, pedalando ‘green’ tra i Colli Euganei
di Cesare Zucca(in italian and english)Pronti a passare un weekend sostenibile nell’incanto dei Colli Euganei, immergersi nella natura, scoprire borghi antici, castelli da fiaba, enogastronomia… il tutto a bordo di una “ebyke” ?Ci troviamo nel cuore ‘green’ del Veneto, Tra colli acuti e pianori tondeggianti,dove decine di piste ciclabili si diramano per questo vasto territorio, caratterizzato dal silenzio e dalla natura incontaminata, dove vi assicuro. sentirete la soddisfazione di essere lontano dalla città.Per oltre 18.000 ettari, i colli Euganei offrono un ecosistema unico e paesaggi straordinari dove cultura, bellezza e biodiversità si uniscono in maniera coerente. Scoprirete vini vulcanici, oli sopraffini, rilassanti acque termali e i sapori dei prodotti locali.
Se fossimo nel XIV secolo, avremmo probabilmente interpellato una guida eccezionale, , nientemeno che Messer Francesco Petrarca che amò immensamente questa terra e l’ incantevole borgo di Arquà, di cui il sommo Poeta curò personalmente costruzioni e restauri, a comiciare dalla sua casa, fino al mausoleo dove volle essere seppellito.
La nosta guida di oggi è la spumeggiante Carmen Gurinov una super conoscitrice del territorio. laureata in Geografia culturale e storica. Coadiuvata dal marito George e da un agguerriro team di specialisti, coordina “Viaggiare curiosi” un’ organizzazione che offre weekend in bici, in barca e a piedi tra suggestive alture vulcaniche, spettacolari castelli, lagune venete, senza dimenticare le eccellenze enogastronomiche di questo territorio. A bordo di ebyke elettriche dalla facile pedalata. Carmen è al timone di tante “emozioni a pedali” alla scoperta di attrazioni artistiche come l’incantevole Villa dei Vescovi. l’atmosfera medioevale di Arquà Petrarca, le città murate di Monselice e di Este con l’imponente Castello Carrarese, l’Abbazia di Praglia, importante monastero benedettino.Qui vi attende un vero gioiello: Villa Selvatico ricca di affreschi che si intrecciano con particolarità architettoniche uniche ed originali, una romantica terrazza affacciata sul comprensorio euganeo, la suggestiva cupola con la rosa dei venti e la fiabesca chiesetta di Sant’Elena donano un tocco fiabesco alla prestigiosa dimora di ispirazione palladiana.
Per raggiungere una Villa così sontuosa, non poteva mancare una maestosa scalinata di ben 144 gradini. Che salita… ma niente paura, gli eredi hanno pensato di far installare nella grotta un capace ascensore che vi condurrà direttamente all’ingresso del palazzo, ottima idea!
Sulla via incontrerete l’elegante Villa Draghi e lo sbalorditivo Castello del Catajo, una vera reggia di 360 stanze adornate da affreschi rinascimentali originali.
Un luogo che dal 1570, ha ospitato illustri ospiti, balli glamour, scene di battaglie navali, enormi produzioni teatrali…ideate dai ricchi Signori probabilmente i più grandi “party planners” di tutti i tempi.
Proprio dal pontile del Catajo parte l’itinerario ” Castello in barca a remi” esattamente quello dei nobili di una volta che da Venezia o da Padova prendevano le vie d’acqua e il Canale Battaglia, costellato dalle residenze rinascimentali dei ricchi nobili padovani e veneziani. per raggiungere le loro ville nei Colli Euganei. Vi inoltrerete poi verso la parte occidentale dei Colli, caratterizzato dalla estesa campagna, dal silenzio e dalla natura incontaminata e sentirete la soddisfazione di trovarvi lontani dalla città.
In direzione Padova, si attraversa il paese di Battaglia Terme con un celebre canale che già dal XIII secolo era divenuto l’epicentro di notevli traffici e commerci L’acqua ha inoltre fornito l’energia necessaria per il funzionamento dei mulini, delle seghe, dei magli e dei folli della cartiera, i quali hanno reso Battaglia un importante centro artigianale di cui il Museo Civico della Navigazione Fluviale ne raccoglie e ricostruisce storie e ricordi.
Un turismo sostenibile adatto a famiglie con bambini o a chi ama visitare il territorio a passo lento e dove le parole chiave sono biodiversità, bellezza, fascino dell’arte e benessere per il fisico e per lo spirito. Storia e buon vino
Colori, sapori e profumi raccontati in oasi ambientali, antiche abbazie, castelli, ville, agriturismi e negli straordinari Vini dei Colli Euganei.
Dalle succosa uva corvina si ottengono ottimi rossi , tra le etichette del bianco, spiaccano il Fior d’Arancio, un Moscato molto dorato, fino a una varIetà di vini dal tipico colore giallo paglierino e dal profumo di gelsomino, come Cabernet Franc,Cabernet Sauvignon e il mio preferito, il frizzante Serprino.
OLIO “GREEN” “Green Selection” è un gustoso extravergine equilibrato e non aggressivo dal fruttato leggero-medio, con note verdi di erba appena tagliata. Lo produce il Frantonio di Cornoleda e proviene dall’ oliva rasara, la più caratteristica dei Colli. Lo assapori e ti regala una dolce nota di mandorla per poi crescere armoniosamente e chiudere su toni amari e piccanti.
TRIONFO ‘GREEN’ IN TAVOLA Scoprirete le verdure e le erbe dei territorio: i bruscandoli, una specie di luppoli che vengono fatti lessare, insporiti con la cipolla e serviti nel riso o nella frittata, il tarassaco che nel dialetto locale è chiamato pisacani, i teneri carletti,utilizzati nelle minestre, nelle torte rustiche e nel ripieno della pasta fresca, e le rosole verdura tipica locale dal ciuffo vagamente peloso che sembra una rosa. I veri signori della tavola gli asparagi verdi e bianchi di Pernumia, gustateli come vuole la cucina locale, accompagnati da uova sode spezzettate.
Il primo piatto di pasta più caratteristico sono i bigoli, grossolani spaghettoni spesso conditi con sugo di anatra, di cinghiale o conditi con i saporiti piselli di Pernumia.
Tra i risotti troviamo il tradizionale risi e bisi, riso e piselli che i cuochi del posto amano spruzzare di grana padano.
Una specialità sono le frittelle fritte fatte con i fiori di robinia (fiori di acacia), un albero molto comune nei Colli, che fiorisce tra aprile e maggio adornandosi di profumati grappoli di fiori zuccherini di colore bianco avorio, Vengono fatti macerare con acqua frizzante ghiacciata e farina per ottenere una pastella con cui si fanno le frittelle.
E NEL CALICE…
Nelle vigne del Pigozzo, troverete l’ Azienda Agricola Salvan, una signorile dimora di campagna, dove gli edifici, l’aia in trachite, le barchesse parlano di una antica fedeltà alla terra, del correre delle stagioni, delle tradizioni dei luoghi, che rivivranno nei calici e nei racconti del suo agronomo Giorno Salvan. Tra le delizie, il rosè Summertime.
E se per una volta snobbassimo l’ormai anche troppo popolare “spritz” ?
Ci ha pensato Pino dell’Enoteca di Arquà inventando lo “spitz euganeo’ con il moscato dei Colli e con la giuggiola, frutto tipico di Arquà, dolcissima ciliegia dalla buccia croccante , Un drink che dovrebbe piacere molto ai turisti stranieri che visitano il bellissimo borgo.
DOVE MANGIARE Visto che avete alzato i calici in Enoteca, potreste rimanere per un assaggio di eccellenze casearie del luogo , primo fra tutti un buon Asiago, sia giovane, morbido e dolce, sia invecchiato , dai sentori più robusti. Con i taglieri, una bella accoppiata con un buon rosso locale, come l’Antenato, di uve merzemina nera bastarda, turchetta e corbina.
Per la crema di piselli
Piselli 400g
Cipolla 50g
Sale e pepe qb
Noce moscata qb
Cuocere e frullare Per l’impasto
5 uova
50g grana padano dop
50g panna liquida
Olio evo qb
Quando la crema è fredda aggiungere l’impasto.
Versare negli stampini.
Cucinare il tutto in forno a bagnomaria.
Statico a 180C per 35minuti Per Fonduta 200g panna
100g grana padano
Far bollire la panna e poi aggiungere il grana fuori dal forno.
DOVE DORMIRE E … STARE BENE A Galzignano Terme, nel cuore del territorio eugaeno sorge Galzignano Resort Terme & Golf, struttura 4 stelle che offre tre hotel, Majestic, Sporting, Splendid, un grande centro termale ‘Europa. acque a 37° naturali, il centro di medicina integrata Galzignano Wellness, un centro benessere, spa, un campo golf 9 buche. Due ristoranti: Aqua, il cui menu sposa la tradizione mediterranea e creazione contemporanea, mentre Terra firma piatti tipici della cucina italiana e veneta.
Le acque termali di Galzignano, dopo un lungo percorso sotterraneo che le arricchisce di benefiche sostanze minerali, riaffiorano nei bacini delle Terme Euganee. Un’acqua unica al mondo che è anche elemento primario del processo di maturazione, conservazione e rigenerazione del fango termale, ineguagliabile per le sue proprietà salso-bromo-iodiche e per le sue capacità terapeutiche.
L’argilla viene messa a riposare in apposite vasche per “maturare”. Il processo che ha una durata di almeno 60 giorni e permette la proliferazione di quei microrganismi e componenti che ne rappresentano il fondamentale principio di ricchezza.INFO www.viaggiarecuriosi.com Galzignano Resort Terme & Golf
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by Cesare Zucca
(in italian and english)
Ready to spend a sustainable weekend in the enchantment of the Euganean Hills, immerse yourself in nature, discover ancient villages, fairytale castles, food and wine… all on board an “ebyke”?
Here we are in the ‘green’ heart of the Veneto region, between sharp hills and rounded plateaus, where dozens of cycle paths branch off for this vast area, characterized by silence and unspoilt nature, where I assure you. you will feel the satisfaction of being away from the city. Covering over 18,000 hectares, the Euganean hills offer a unique ecosystem and extraordinary landscapes where culture, beauty and biodiversity come together in a coherent way. You will discover volcanic wines, superfine oils, relaxing thermal waters and the flavors of local products.
If we were in the fourteenth century, we would probably have consulted an exceptional guide, none other than Messer Francesco Petrarca who immensely loved this land and the enchanting village of Arquà, of which the great poet personally supervised the construction and restoration, starting from his home, up to mausoleum where he wanted to be buried.
Our guide today is the bubbly Carmen Gurinov, a super connoisseur of the area. she has a degree in cultural and historical geography. Assisted by her husband George and a fierce team of specialists, she coordinates “Viaggiare curiosi” an organization that offers weekends by bike, by boat and on foot among suggestive volcanic hills, spectacular castles, Venetian lagoons, without forgetting the excellent food and wine of this area . On board easy-to-pedal electric ebikes. Carmen is at the helm of many “pedal emotions” to discover artistic attractions such as the enchanting Villa dei Vescovi. the medieval atmosphere of Arquà Petrarca, the walled cities of Monselice and Este with the imposing Carrara Castle, the Praglia Abbey, an important Benedictine monastery.
Here a real jewel awaits you: Villa Selvatico full of frescoes that intertwine with unique and original architectural features, a romantic terrace overlooking the Euganean area, the suggestive dome with the wind rose and the fairy-tale church of Sant’Elena give a fairy-tale touch to the prestigious Palladian-inspired residence.
To reach such a sumptuous Villa, a majestic staircase of 144 steps could not be missing. What a climb… but don’t worry, the heirs have decided to have a capable lift installed in the cave that will take you directly to the entrance of the building, an excellent idea! Villa Selvatico
On the way you will meet the elegant Villa Draghi and the astounding Castello del Catajo, a true palace of 360 rooms adorned with original Renaissance frescoes.
A place that since 1570 has hosted illustrious guests, glamorous dances, naval battle scenes, huge theatrical productions…designed by wealthy gentlemen, probably the greatest “party planners” of all time.
Catajo Castle
The “Castle in a rowing boat” itinerary starts right from the Catajo pier, exactly that of the nobles of the past who took the waterways and the Battaglia canal from Venice or Padua, dotted with the Renaissance residences of the wealthy Paduan and Venetian nobles . to reach their villas in the Euganean Hills. You will then proceed towards the western part of the hills, characterized by extensive countryside, silence and unspoiled nature and you will feel the satisfaction of being far from the city.
In the direction of Padua, you cross the town of Battaglia Terme with a famous canal which had already become the epicenter of notable traffic and commerce since the 13th century. The water also supplied the energy necessary for the operation of the mills, saws, hammers and madmen of the paper mill, who made Battaglia an important artisan center of which the Civic Museum of River Navigation collects and reconstructs stories and memories.
Civic Museum of River Navigation
A sustainable tourism suitable for families with children or for those who like to visit the area at a slow pace and where the keywords are biodiversity, beauty, the charm of art and well-being for the body and the spirit.
History and good wine
Colors, flavors and scents told in environmental oases, ancient abbeys, castles, villas, farmhouses and in the extraordinary wines of the Euganean Hills.
From the juicy corvina grapes excellent reds are obtained, among the white labels, the Fior d’Arancio, a very golden Moscato, up to a variety of wines with a typical straw yellow color and a jasmine scent, such as Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon and my favourite, the sparkling Serprino.
Frank, sincere, sparkling: the Serprino
‘Green’ oil
“Green Selection” is a tasty balanced and non-aggressive extra virgin olive oil with a light-medium fruitiness, with green notes of freshly cut grass. It is produced by Frantonio di Cornoleda and comes from the rasara olive, the most characteristic of the hills. You taste it and it gives you a sweet almond note to then grow harmoniously and close on bitter and spicy tones.
TRIUMPH ‘GREEN’ ON THE TABLE
You will discover the vegetables and herbs of the area: bruscandoli, a kind of hops that are boiled, seasoned with onions and served with rice or in omelettes, dandelions which in the local dialect are called pisacani, tender carletti, used in soups , in rustic pies and in the filling of fresh pasta, and the typical local vegetable rosole with a vaguely hairy tuft that looks like a rose. The true lords of the table are the green and white asparagus of Pernumia, taste them as the local cuisine dictates, accompanied by chopped hard-boiled eggs.
The most characteristic pasta dish is bigoli, coarse spaghetti often served with duck or wild boar sauce or seasoned with tasty Pernumia peas.
Among the risottos we find the traditional risi e bisi, rice and peas that the local cooks love to sprinkle with grana padano.
A specialty are the fried pancakes made with black locust flowers (acacia flowers), a very common tree in the hills, which blooms between April and May adorning itself with fragrant clusters of sugary ivory white flowers. They are macerated with iced sparkling water and flour to obtain a batter with which pancakes are made.
AND IN THE GLASS…
In the Pigozzo vineyards, you will find the Salvan Agricultural Company, an elegant country house, where the buildings, the trachyte farmyard, the barchesse speak of an ancient loyalty to the land, of the passing of the seasons, of the traditions of the places, which will in the glasses and in the stories of its agronomist Giorno Salvan. Among the delights, the Summertime rosé.
And if for once we snub the by now all too popular “spritz”?
Pino from the Enoteca di Arquà took care of it, inventing the “Euganean spitz” with Moscato dei Colli and jujube, the typical fruit of Arquà, a very sweet cherry with a crunchy skin. A drink that should be very popular with foreign tourists visiting the beautiful village .
WHERE TO EAT
Since you have raised your glasses in the Enoteca, you could stay for a taste of local dairy excellence, first of all a good Asiago, both young, soft and sweet, and aged, with more robust scents. With the platters, a nice pairing with a good local red, like the Antenato, made from merzemina nera bastarda, turchetta and corbina grapes.
Trattoria da Sgussa
In Faedo, in Via del Molino, the tradition of family cooking lives on in this welcoming trattoria like the smile of Genny Carminato, owner and “cooker” of a menu that smells of home, territory and taste. Menu with typical dishes, revisited at the right point and presented with care.
Excellent meats selected from local producers, superlative vegetables, such as mixed ribs and,,,,, while among the desserts the jujube tart and a delicate tiramisu stand out. Impossible not to mention the peas of Baone the peas par excellence of the Ugandan Hills and protagonist of the traditional “Bisi de Baon” Festival which will be held on 19, 20, 21 May and which are served here in a delicious flan, too good not to ” steal” the recipe, here it is!
PEAS FLAN
Pea flan from Trattoria Da Sgussa, garnished with crunchy leek
For the cream of peas
Peas 400g
Onion 50g
Salt and Pepper To Taste
Nutmeg to taste
Cook and blend
For the dough
5 eggs
50g Grana Padano Dop
50g liquid cream
Evo oil to taste
When the cream is cold, add the dough.
Pour into moulds.
Cook everything in the oven in a bain-marie.
Static at 180C for 35 minutes
For Fondue
200g cream
100g Grana Padano
Boil the cream and then add the parmesan out of the oven.
WHERE TO SLEEP AND … FEEL WELL In Galzignano Terme, in the heart of the Euganean area, stands the Galzignano Resort Terme & Golf, a 4-star facility that offers three hotels, Majestic, Sporting, Splendid, a large Europa spa. 37° natural waters, the Galzignano Wellness center for integrated medicine, a wellness center, spa, a 9-hole golf course.
Two restaurants: Aqua, whose menu marries Mediterranean tradition and contemporary creation, while Terra signs typical dishes of Italian and Venetian cuisine.
A creative risotto with nettles and a traditional Venetian dish: polenta and cod
The thermal waters of Galzignano, after a long underground journey which enriches them with beneficial mineral substances, resurface in the basins of the Euganean Spas. A unique water in the world which is also the primary element of the process of maturation, conservation and regeneration of thermal mud, unequaled for its salt-bromine-iodine properties and for its therapeutic capacities.
The clay is left to rest in special tanks to “mature”. The process which lasts at least 60 days and allows the proliferation of those microorganisms and components that represent the fundamental principle of wealth.
INFO www.viaggiarecuriosi.com Galzignano Resort Terme & Golf
Weekend a NARNI dove il Medioevo rivive, la tavola festeggia, i ‘manfricoli’ trionfano
di Cesare Zucca For the english version click hereEccoci a Narni, provincia di Terni in Umbria, uno straordinario borgo… sopra e sotto!
Antica fortezza romana, era anticamente chiamata Narnia ed è stata celebrata nei romanzi di C.S. Lewis e nel film “Le cronache di Narnia”. Oggi si snoda tra piazze, botteghe, viuzze, scalinate e impareggiabili scorci panoramici, tra cui il più suggestivo si trova in direzione del ponte sul Nera, dove potrete ammirare il maestoso arco superstite del Ponte di Augusto, costruito neI I secolo a.C.Narni non è solo un suggestivo borgo medioevale, ma è capace di stupirci anche per il suo unico sottosuolo, uno scrigno ipogeo di misteri, domus romane e riserva di acque, catacombe cristiane e prigione degli inquisitori, oggi visitabile dal pubblico, grazie a una scoperta casuale, fatta da alcuni giovani del posto, che ha portato alla luce un’antica chiesa del XII secolo, riccamente affrescata. In un percorso stupefacente che si snoda tra acquedotti, cisterne romane, cunicoli, cripte e perfino la sala delle torture del Tribunale dell’Inquisizione, con un’ inquietante cella che ancora mostra i graffiti incisi dai prigionieri in attesa di essere condannati.condannati.
Risaliamo alla luce, dove ci attende la Rocca quattrocentesca del cardinale Albornoz, il Palazzo dei Priori con la splendida torre civica, la Loggia del Gattapone e il Museo Multimedievale della Corsa all’Anell, Palazzo Eroli, sede del Museo della Città e del Territorio. Il museo ospita reperti dalla protostoria di Narni e la Pinacoteca che conserva la celebre Annunciazione di Benozzo Gozzoli. Il percorso è accompagnato da proiezioni, riproduzioni multimediali e musiche evocative che approfondiscono in maniera emotiva e coinvolgente quanto viene mostrato.Un suggestivo cammino che porta al Ponte sul Nera, vi condurrà proprio faccia faccia con il maestoso Arco del Ponte Augusto, amato soggetto e fonte d’ispirazione per tanti pittori seguaci della corrente “en plain air” paladina del dipingere all’aperto.
Dopo aver visitato la Rocca accediamo al centro storico attraverso la Porta delle Arvolte, affiancata da due torrioni che hanno ancora al loro interno le stanze utilizzate dai soldati. Sulle pareti esterne sono ancora visibili, invece, le feritoie. Percorriamo via Roma fino a Piazza Garibaldi caratterizzata dalla Fontana costruita su un’antica cisterna medievale. Tanti gioielli da visitare, tra questi il Duomo di San Giovenale, dedicato al patrono della cittàSi può visitare anche il campanile, in stile in parte romanico e in parte rinascimentale, Palazzo del Podestà, oggi sede del Municipio, al cui interno sono conservati reperti archeologici e affreschi del Torresani, Rocca Albornoz uno dei luoghi più suggestivi della città per la sua storia e per la sua posizione dominante la rupe su cui è distesa Narni,
Chiesa di San Domenico nella Cappella del Rosario troverete splendidi affreschi quattrocenteschi di scuola fiamminga. e la Chiesa di Sant’Agostino, del XV secolo con la Cappella di San Sebastiano, decorata dal Torresani.LA CORSA DELL’ANELLO Fino a metà Maggio, Narni si veste di Medioevo e con la macchina del tempo catapulta la sua atmosfera e le sue vie nel lontano 1371, anno al quale si ispira la 55esima edizione della Corsa all’Anello, una delle più straordinarie rievocazioni storiche dell’Umbria Medievale, un palio dove i migliori Cavalieri del territorio dovevano infilare con una lancia, al galoppo, un piccolo anello di ferro sospeso in aria.Fame? La cucina di Narni è robusta, saporita e nutriente , braciola di gnocchetti alla fraportana, maiale arrosto, salsicce di maiale arrosto, fegatelli arrosto, stinco del principe, insalata e cicoria ripassata. Molti prodotti del territorio, come i tartufi, le lenticchie di Castelluccio, i salumi e insaccati, i dolci della tradizione, come la ciaramicola pasquale, l’impastoiata, le buonissime torte al formaggio e la torta al testo, farcita da capocollo locale. Da questo territorio verde, nasce anche un ottimo Olio EVO di moraiolo, leccino, frantoio.
I veri re della tavola sono i manfricoli, fatti di pasta fatta a mano, impastata con acqua e farina, cotta al dente e condita con sughi saporiti e servita in tanti stili diversi, dalla fraportana, alla principesca, al cinghiale.
Ovviamente imperano i manfricoli alla narnese, piatto iconico della città di Narni.
La ricetta tradizionale è semplice, per 4 persone occorrono 400gr di farina, 50gr di olio di oliva DOP dell’Umbria, un uovo, sale che vengono lavorati fino ad ottenere una pasta morbida ed elastica. Dopo aver fatto riposare l’impasto per circa mezz’ora, si stende la sfoglia con il matterello e si tagliano delle larghe fettucce di pasta che vengono attorcigliate intorno ad un asticella di ferro. Dopo una mezz’ora vengono cotte in abbondante acqua salata. Il tradizionale condimento per i “manfricoli” è un sughetto fatto con aglio, olio, peperoncino e pomodorini a pezzi, soffritti in padella per soli 15 minuti e serviti con una spruzzata di pecorino.
Quando i manfricoli diventano”gourmet” Federico Montecchiani e Giacomo Petti del ristorabte Il Fondaco propongono in una rivisitazione in chiave contemporanea che comunque contiene tutti gli elementi principali della ricetta originale, ma con una lavorazione speciale, a cominciare dalla pasta fatta con farina. acqua e purea di prezzemolo, mentre i pomodorini sono in forma semi dry appassiti in forno a 100 gradi per 3 ore. L’aglio, sbianchito nel latte, diventa una piacevole purea .mentre la salsa è un’ acqua concentrata estratta dall’emulsione di pomodori a grappolo, datterini, basilico, carota e sedano e infine il prezzemolo si trasforma in una nuvola che dona una spinta dal punto di vista cromatico visivo. Finale “tradizione”: un giro di Olio extravergine
… E NEL CALICE? Per un piatto così saporito, niente di meglio un accoppiamento con il celebre Rosso dell’ Umbria, dal profumo intenso e quel tocco giustamente tannico, ottimo anche con carni alla brace la frittata al tartufo e la torta ai formaggi. Lungo la strada di Montini in una posizione incredibilmente bella, troveremo le vigne Santo Iolo con ottimi ottimi Sauvignon, Syrah e un impeccabile Merlot, dal rosso rubino e riflessi violacei, aromi di frutta, marasca e ribes nero, toni speziati di vaniglia, radice di liquirizia e note minerali di grafite nel finale
Pronti per un weekend del bello, del gusto e di un’avventura mediolevale? Narni vi aspetta!
CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle. Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’
For the recipe in english, turn page, Click Next>
Welcome to Narni, province of Terni in Umbria, Italy An ancient Roman fortress, it was formerly called Narnia and was celebrated in the novels of C.S. Lewis and in the film “The Chronicles of Narnia”. Today it winds through squares, shops, alleys, stairways and incomparable panoramic views, among which the most suggestive is found in the direction of the bridge over the Nera, where you can admire the majestic surviving arch of the Augustus Bridge, built in the 1st century BC.
Narni is famous for THE RACE OF THE RING that until mid-May dresses the city and the visitors in the Middle Ages outfits and with the time machine catapults its atmosphere and its streets back to 1371, the year which inspired the 55th edition of the Corsa all’Anello, one of the most extraordinary historical re-enactments of the Medieval Umbria, a palio where the best Knights of the area had to gallop into a small iron ring suspended in the air with a spear.
Narni’s cuisine is robust, tasty and nutritious, with Fraportana-style gnocchetti chops, roast pork, roast pork sausages, roast livers, prince’s shin, salad and sautéed chicory. Many local products, such as truffles, lentils from Castelluccio, cured meats and sausages, traditional sweets, such as the Easter ciaramicola, the mixed dough, the delicious cheese cakes and the torta al testo, stuffed with local capocollo. An excellent EVO oil from moraiolo, leccino, frantoio is also born from this green area.
The real kings of the table are the manfricoli, made of hand-made pasta, mixed with water and flour, cooked al dente and seasoned with savory sauces and served in many different styles, from fraportana, to princely, to wild boar.
Obviously the manfricoli alla narnese dominate, the main dish on the menu of Il Fondaco, located in the historic center.. We are welcomed by the Chef ……… who, with the help of the exuberant Mariana, offers typical dishes of the lower Umbrian cuisine including traditional manfricoli alla Narnese.
Do you want the recipe? Here you go!
I MANFRICOLI “TRADITIONAL STYLE”
Ingredients for 4 people 400gr of flour
50gr of DOP olive oil from Umbria
salt Preparation Mix 400 g of flour with 50 g of extra virgin olive oil, an egg and a little salt to obtain a soft and elastic dough
After letting the dough rest for about half an hour, cut the dough with a rolling pin
Cut large strips of dough which will be twisted around an iron rod (similar to a wool iron)
Wait half an hour and then cook them in plenty of salted water
The best dressing for “manfricoli” is a sauce made with garlic, oil, chilli pepper and cherry tomatoes, fried in a pan for just 15 minutes. If you like, pecorino cheese can also be added. When manfricoli become “gourmet”
Federico Montecchiani and Giacomo Petti of the restaurant Il Fondaco offer a contemporary reinterpretation that still contains all the main elements of the original recipe, but with a special processing, starting with the pasta made with flour. water and parsley puree, while the cherry tomatoes are semi-dry and dried in the oven at 100 degrees for 3 hours. The garlic, blanched in milk, becomes a pleasant puree, while the sauce is a concentrated water extracted from the emulsion of vine tomatoes, datterini tomatoes, basil, carrots and celery and finally the parsley turns into a cloud that gives a boost from a chromatic point of view. Final “tradition”: a round of extra virgin olive oil
.
… AND IN THE GLASS?
For such a tasty dish, nothing better pairing with the famous Red of Umbria, with an intense aroma and that rightly tannic touch, also excellent with grilled meats, truffle omelette and cheese cake. Along the Montini road in an incredibly beautiful position, we will find the Santo Iolo vineyards with excellent Sauvignons, Syrahs and an impeccable Merlot, with ruby red and violet reflections, aromas of fruit, morello cherry and blackcurrant, spicy tones of vanilla, licorice and mineral notes of graphite in the finish
Are you ready for a weekend of beauty, taste and a medieval adventure?
Narni is waiting for you!
CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle. Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world.For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles.art, entertainment. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ” non touristy tourist ” style
New York del bello e del gusto: turista” classico” o “alternativo”?
di Cesare Zucca
(In italian and english)
Primavera-Estate: state programmando un gran bel viaggio ? E se la destinazione fosse New York ?
Per dare un morso alla Grande Mela, arrivano milioni di visitatori da tutto il mondo, tra cui plotoni di turisti italiani, cacciatori di emozioni, golosi di novita’, amanti del bello e del gusto.
Indipendentemente dalla provenienza, secondo me i visitatori si dividono in due tipi: il turista “tradizionale” e quello più alternativo che mi piace definire…” giusto”.
Il primo si affida a agenzie di viaggio, escursioni guidate e visite organizzate della città, bazzica la Fifth Avenue e la 57esima Strada, curiosando nei negozi griffati dove tutto è più caro che in Italia….
Pseudo-informato ma comunque un po’ fantozziano, ha copiato diligentemente gli indirizzi dei negozi tendenza da una rivista modaiola trovata dal dentista, non considerando che, a causa dei lunghi tempi editoriali, il testo potrebbe essere arrivato in redazione alcune settimane prima e che forse quegli indirizzi potrebbero essere gia’ “vecchi”…
Ah dimenticavo , il turista ” classico” non rinuncia a un inutile secondo o terzo cellulare e agli immancabili occhiali da sole, ormai leggendario trademark dell’ italiano in vacanza.
Poi c’e’ il turista “giusto”, esperto nell’ evitare itinerari comuni e mete troppo note e che preferisce vivere l’ eclettica quotidianita’ della metropoli come se fosse un vero newyorkese. Sbarca A New York estremamente leggero, possibilmente solo con bagaglio a mano, evitando le lunghe attese e possibili spiacevoli sorprese all’arrivo. Nel suo trolley c’e’ il minimo indispensabile per un paio di giorni e un paio di scarpe comode.
Viaggia leggero all’andata mentre al ritorno mette gli innumerevoli acquisti in un capace e robusto borsone di plastica da 10 dollari che ha trovato nei bazaar lungo la 14 St , tra la Sesta e la Settima Avenue.
Appena arrivato, una volta sbrigati i controlli doganali, si precipita in una delle tante Hudson News, le edicole dell’aereoprto, per comprare il mitico settimanale Time Out vera bibbia ‘’night & day” di tutto ciò che accade a New York in quella settimana.
Gia’ all‘ arrivo si distingue: lo aspetta una confortevole macchina o una scenosa limousine con autista, che ha già prenotato sul sito Carmel e con qualche dollaro in piu’ evita il taxi giallo, pittoresco si’, ma spesso in condizioni non ottimali.
Oppure, come fanno tanti newyorkesi, balza sul Airtrain trenino aereo collegato alla metropolitana, che dal terminal del suo arrivo, per soli 8 dollari lo portera’ direttamente alla fermata piu’ vicina alla sua destinazione,
Ha scelto con cura il suo alloggio, magari evitando il solito albergone straripante di turisti e trovandolo tra i numerosi annunci gratuiti pubblicati su www.craigslist.org dove, nella sezione sublet, molti newyorkesi che si assentano dalla citta’ offrono in subaffitto i loro appartamenti arredati, anche per pochi giorni..
Altra alternativa è prenotare un hotel piuttosto alternativo, come il Maritime (88 9 Av ) ex clinica psichiatrica dalle minuscole finestre-oblo’ (anti suicidio) con un arredamento vagamente retro anni 60. oppure l’ azzurro Dreami o i nuovissimi Aloft New York Chelsea. Kasa Lantern Lower East Side e Grayson Hotel
Volete farvi un regalo indelebile? Magari un tatuaggio ” Made in NY” ? Siamo sempre Downtown e partiamo da Chinatown dove troviamo, First Class Tattoo, nome davvero appropriato, visti i tatuaggi artistici che sa creare. Daredevil Tattoo, che tra i clenti annovera cantanti famosi, come Joan Jett and Boy George. I tatuaggi partono da $ 100, con design personalizzati che costano $ 200 l’ora. EastSide Ink non poteva non essere che nell’East Side, la zona più alternativa di Manhattan, dove troverete un campionario umano diversissimo, dai punk del quartiere a Daniel Day-Lewis e Scarlett Johansson. Nel Lower East Side troviamo Bang Bang e Grit n Glory.
Raggiungiamo Little Italy , ex colonia dei primi immigrati Italiani, oggi piena di fasulli ristoranti “Made in Italy” dove vi guarderete bene dall’assaggiare qualunque piatto… Però da Sena Tattoo ritroverete le antiche tecniche giapponesi con cui prendono vita simboli iconici nipponi: pesci koi, cani fu, draghi, tigri, onde e vento.
Musei
Certo Il Metropolitan e il Moma e il Guggenheim meritano una visita, ma se amate scoprire musei alternativi, potreste programmare una visita al City Fire Museum,New York Hall of Science., Museum of the City of New York, New York Transit Museum., National Museum of the American Indian mentre gli appassionati di cinema si sposteranno ad Astoria per visitare il meraviglioso Museum of the Moving Image
Mille alternative Per chi ama esperimetare spettacoli “off Broadway,” l’ Astor Place Theatre mette in scena “Blue man“, mentre Joe’s Pub ospita musica live. La domenica mattina appuntamento “gospel” ad Harlem per un’esperienza davvero unica alla Gospel Missionary BaptistChurch, Metropolitan Baptist Church e Temple Church Le funzioni sono di matina, arrivare presto.
Per spezzare il ritmo frenetico dI New York, ci si può imbarcare su un Water Taxi oppure una delle mini crociere di Waterway che nel weekend propone eclettiche destinazioni ; dalle proprietà dei Rockefeller a Sandy Hook, unica spiaggia dove è permesso il nudo integrale.
SABATO GREEN: Il mercato in Union Square. Union Square Greenmarket ospita 140 agricoltori, pescatori e fornai regionali, dalla frutta e verdura fresca appena raccolta, alle carni tradizionali e ai premiati formaggi di fattoria, pane artigianale, marmellate, sottaceti, una profusione di fiori e piante recisi, vino, sidro, sciroppo d’acero, oltre a assaggi e dimostrazioni culinarie di alcuni dei migliori chef di New York. Tanto vintage, abbigliamento, arte eccetera eccetera a prezzi convenienti, Dal cibo all’arte il passo è breve… Poco distante vi aspetta un vero paradiso di arte moderna e contemporanea: le Chelsea Galleries, da raggiungere magari con una bella passeggiata sulla High Line, storica ferrovia sopraelevata che unisce Chelsea al supertrendy quartiere Meatpacking, ora popolata da ricca di proposte food, articoli regalo, performance all’aperto e l’arte del Whitney Museum
Le mie strade “d’arte” preferite?
La 24esima con le collezioni esposte da Mary Boone, Metropictures, Gagosian, Matthew Marks, Lyons Wier, C24, la 25esima, dove troverete le gallerie di Stefan Stux, Kashya Hildebrand) e la 26esima da Stephen Haller, Lehmann Maupin, Mitchell Innes & Nash, Claire Oliver, Lelong) E poi ancora le gallerie di Paul Kasmin, Paula Cooper e tante altre.
Le Chelsea Galleries sono aperte dalle 10 alle 18 e rigorosamente chiuse di lunedi…proprio come i musei. La mappa chelseagallerymap.com vi aiutera’ nella visita.
Fame? Tuffatevi nel vicino Chelsea Market (16 St. / 9 Av) tunnel metropolitano popolato da mega botteghe con prodotti e specialità uniche :Lobster Place ,dove trionfano le aragoste , Baskets, per I fanatici del cestini , Fat Witch , tipici brownies , mattonelle di cioccolato, Elenis, dolcissimi cupcakes, Non e’ solo mercato , ma anche galleria fotografica, mostre d’ arte , fontane e annunci di lavoro, persino show gastronomici in onda in diretta su Food Channel e spesso lezioni gratuite di tango.
Potete assaggiare delizie locali sul posto oppure, se siete in vena di un lunch sull’erba , vera o sintetica, dirigetevi ai Piers, una volta pontili di attracco per le barche, ora una popolare “quasi spiaggia di New York”, ideale per un pic nic all’aperto con l’eccezionale vista dello skilight newyorkese.
Una cena davvero trendy ?
Puntate sul Meat Packing ( 14 St ,/10 Av ): ex zona dei macelli ,puzzolente e pericolosa , oggi e’ una croisette urbana popolata da locali, ristoranti di moda e cucine di tutto il mondo..
Vi segnalo:
RH Rofftop NY
Affascinante ristorante panoramico che offre piatti americani tra lampadari, vegetazione e vista sullo skyline. RH Guesthouse A 2 minuti dal Whitney Museum of American Art. Meglio prenotare. NY Steakhouse Downtown
Una tradizione, ideale per chi ama la carne, Burger di Kobe, bistecche da Oscar e un’ elegante terrazza sul tetto.
Catch New York
Elegante spazio su due livelli noto per gli avvistamenti di celebrità, cibo creativo a base di pesce e terrazza panoramica. Restoration Hardware
Se amate mangiare leggero, in un bellissimo scenario Shake Shack Meatpacking
Catena trendy con servizio al banco, Rivisita i classici del fast food come mini-hamburger (secondo me i più sfiziosi di New York) e crema pasticcera surgelata.
Mollusco
Ottimo ristorante di pesce con influenze da tutto il mondo Pastis
Se volete gustarvi la vista (più che il menu….)di qualche celebrità dello spettacolo o della moda Buddakan
Inebriante atmosfera per gli occhi e per le papille gustative. Buddakan presenta i vividi sapori dell’Estremo Oriente in un’atmosfera surreale che sposa la serenità dell’Asia con lo sfarzo della Parigi del XVI secolo.
Come forse avrete notato, il turista ” giusto; è, secondo me, rigorosamente “Downtown”.
Unica concerssione all’ Uptown; una passeggiata curiosa nell’epicentro del lusso,tra la Fifth Av e Madison Av, un panorama 360 gradi di griffe mondiali, popolato dai turisti classici… Giusto un’ occhiata, perche’ il “non turista” cerca ben altre emozioni...
Una cosa accomuna tutti i tipi di turisti: gustare un autentico New York Cheese Cake
Scoprite Veniero, in Liyyel Italy ,atmosfera “Il Padrino” , uno dei più antichi pastry store di Manhattan in funzione dal 1894m ,mentre nel quartire di Hell’s Kitchen, un tempo territorio di gangster, troverete Little Pie Company e K-Rico, valida steakhouse nel cui menu spicca un gudurioso cheesecake alle fragole,
Vi è venuta voglia di cheese cake, magari fatto con le vostre mani? Ecco la ricetta !
NEW YORK CHEESE CAKE Ingredienti
Per 6 persone Per la base: 300 g Biscotti Digestive
150 g Burro Per la farcitura: 500 g Philadelphia
150 g Panna acida
70 g Zucchero
1 uovo
1 cucchiaino di estratto di vaniglia Preparazione La base Mettete i biscotti nel mixer e sbriciolateli completamente. Se non avete un mixer, potete metterli in un sacchetto di plastica e poi ‘massacrarli’ fino ottenere una specie di farina.
Fate sciogliere il burro, unitelo ai biscotti, mescolate bene e aderire sul fondo e sui lati di una tortiera a cerniera da 22 cm di diametro, precedentemente spalmata di burro. Mettete in frigo. La farcitura Sbattete energicamente uovo e zucchero in una terrina, unite il Philadelphia e amalgamate bene. In una ciotola sbattete panna acida zucchero e vaniglia che unirete al resto della farcitura. Versate il tutto sulla base di biscotti, livellate e cuocete nel forno preriscaldato a 160° per 1 ora circa. Fatelo raffreddare e mettetelo in frigo per almeno 3 ore.
CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa. Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘Turista non Turista’
For the english version of the NEW YORK CHEESE CAKE RECIPE , just click Next
NEW YORK CHEESE CAKE
One thing unites all types of tourists: enjoy an authentic New York Cheese CakeDiscover Veniero, in Liyyel Italy, “The Godfather” atmosphere, one of the oldest pastry stores in Manhattan in operation since 1894m, while in the Hell’s Kitchen district, once a gangster territory, you will find Little Pie Company and K-Rico, a good steakhousein whose menu a delicious strawberry cheesecake stands out,
Did you feel like cheese cake, perhaps made with your own hands?
Here is the recipe!
NEW YORK CHEESECAKE
Ingredients
For 6 people
For the base:
300 g digestive biscuits
150g Butter
For the filling:
500 g Philadelphia
150 g Sour cream
70g Sugar
1 egg
1 teaspoon of vanilla extract
Preparation
The base
Put the biscuits in the mixer and crumble them completely. If you don’t have a mixer, you can put them in a plastic bag and then ‘mash’ them until you get a kind of flour.
Melt the butter, add it to the biscuits, mix well and stick to the bottom and sides of a 22 cm diameter springform pan, previously spread with butter. Put in the fridge.
The filling
Beat egg and sugar vigorously in a bowl, add Philadelphia and mix well. In a bowl, beat sour cream, sugar and vanilla which you will add to the rest of the filling. Pour everything on the biscuit base, level and cook in the preheated oven at 160° for about 1 hour. Let it cool and put it in the fridge for at least 3 hours.
WEEKEND DI NEVE? Benvenuti a San Candido, nel cuore dell’Alta Pusteria, in provincia di Bolzano. Qui un meraviglioso fine settimana è pronto ad accogliere chi ama l’arte, lo sport, il benessere, gastronomia, storia e leggende di una delle zone più belle al confine con l’Austria.
DA VEDERE Pieve San Michele Esuberante gioiello del barocco tirolese, caratterizzato dall’imponente facciata adornata da angeli con fanfare e bracieri ardent. Degno di nota anche il leggiadro campanile circolare..
Pieve di San Nicola La parte orientale risale al X secolo ai tempi del monastero benedettino, oggi conserva il museo, l’archivio e la biblioteca Collegiata Datata 1143, in stile romanico, è considerato l’edificio sacro più bello nella regione delle Alpi orientali. Le monumentali opere murali ricordano lo stile delle fortezze dei crociati e le numerose cittadelle fortificate che venivano costruite al tempo degli Hohenstaufen. Anche la chiesa doveva apparire come “Fortezza di Dio.” Convento dei Francescani Un disadorno edificio sacro con il suo modesto campanile, semplici volte e privo di affreschi, fu inaugurato solo nel 1697. A lungo i canonici rifiutarono l’insediamento dei francescani., temendo i suoi ideali di povertà, potessero attirare i mendicanti. All’eccellente restauro del 1994 è stato riconosciuto il Premio Europa Nostra. Cappella di Loreto La seicentesca cappella, consacrata nel 1650, è una testimonianza di religiosità popolare barocca. La leggenda racconta che, Johann Klettenhammer, profondamente colpito da una visita del Santuario di Loreto, abbia voluto costruire una Cappella nello stile e nelle forme di quella di Loreto. La chiesetta fu investita piú volte dai detriti dei due torrenti Mittereggerbach e Mühlbach, l’ultima volta risale al 1965. Il fatto che la furia degli elementi non sia mai riuscita a distruggerla completamente, è sempre stato considerato dai devoti come un miracolo: quindi la cappella di Loreto è divenuta sempre più la meta di molte persone bisognose d’aiuto.
BENESSERE Da sempre San Candido è un’apprezzata meta “healthy”
L’aria pura di montagna abbinata a rilassanti trattamenti nell’oasi benessere, rigenerano completamente anima e corpo, il borbottio della sauna calda e il mormorio dell’acqua fresca, faranno sì che questa pausa rilassante rimarrà a lungo impressa nella vostra memoria. Scoprite ora il vostro personale paradiso a San Candido!
Ne sono testimonianza ancora oggi le rovine dei Bagni di San Candido, costruiti nel 1856 e frequentate un tempo da personaggi nobili e prestigiosi. Una piacevole escursione fino ai Bagni di San Candido è quindi un «must». Una volta arrivati, potrete gustare l’acqua dalle sorgenti minerale.
LA CUCINA DI SAN CANDIDO La gastronomia locale è sostanziosa e nutriente, anche e nasce da una cucina povera –
Tra i primi troviamo i tradizionale canederli, grandi gnocchi che possono essere farciti in tantissimi modi ((e talmente buoni che non potuto fare a meno di rivelarvi la ricetta, a fine articolo,,,) spatzie piccolissimi gnocchetti olblunghi a base di farina di grano tenero, acqua e uova.o in versione vegetariana con vari tipi di verdura. Sono ancora pazientemente fatti a mani con una graticola di ferro.
tirtlen, sfoglia di farina di segale con ripieno di ricotta, patate o crauti, spinaci e papavero, i schlutzkrapfen, classici ravioli tirolesi a forma di mezzaluna ripieni di ricotta e spinaci e i loro “cugini” casunzei, ripieni di orri e patate, letteralemte inondati da burro fuso e spolverati di poina tipico formaggio stagionaro.
Il freddo invita a rifocillarsi con calde zuppe di verdure, zuppe d’orzo con carne affumicata e zuppe di ortica (niente ustioni…) Come secondi piatti vengono cucinati a regola d’arte il gulasch, i wurtsel e la carne di castrato, puntine di maiale marinate ai crauti e tanti salumi tra cui speck e stanga. Il territorio offre verdure eccellenti per piatti come rostkartoffeln: fatto con patate passate in padella con cipolle, maggiorana, cumino, erba cipollina. Tante verdure: grostl, piatto storico preparato con patate, cipolle soffritte e carne (collo di maiale) e rostkartoffeln fatto con patate lessate e poi ripassate in padella con cipolle, maggiorana, cumino, erba cipollina. Tra i dolci troviamo zelten, pane dolce fruttato, il classico strudel e le frittelle di mele.
DOVE MANGIARE Troverete il meglio della cucina locale da Theatercafé Zentral, Wirschtlstandl,Wiesthaler, mentre Teestubem datato 1911 ci riporta all’ era della Belle Epoque, quando gli ospiti si ritrovavavo nella saletta in stile Vienna, per una tisana di erbe locali.
Il mio preferito è Senfter’s Cafè Bistro, realizzato in tipico stile alpino, propone alla clientela ogni genere di eccellenze. E’ davvero un paradiso del buon gusto nell’elegante Piazzetta Senfter, dove ospiti e abitanti del posto amano incontrarsi e fare shopping negli esclusivi negozi di abbigliamento e delicatezze gastronomiche.
Dove dormire in centro
Zin Senfter, appartameti provvisti di ogni comfort, incluso un ricco buffet di prima colazione, un’area benessere e numerose attività sportive tutto l’anno… Cavallino Bianco
Una stradizione gestita dalla famiglia. Ora chuso, riaprirà il 16. giugno 2023 Post Hotel
Boutique hotel design solo per adulti . Un’oasi di tranquillità nel cuore di San Candido. Eccellente SPA e servizi benessere
Se fosse nata ai giorni nostri…
La storia ci porta a Villabassa, nelle vicinanze di San Candido. Emma Hellensteiner, pioniera del turismo alpino di fine ottocento e promotrice di suggestivi viaggi nelle Dolomiti… sarebbe stata un’accanita lettrice di Weekend Premium…
Di certo fu una carismatica albergatrice e un’eccellente cuoca che rese celebre l’Hotel Emma. La sua fama e il suo fascino si spinsero ben oltre i confini del paese attirando clienti da tutto il mondo. Ospiti tedeschi, italiani, inglesi attratti non solo per il meraviglioso paesaggio, ma soprattutto per il fascino della Signora Emma.
SCI PER TUTT! Il maestoso scenario montano della Rocca dei Baranci (raggiungibili a piedi dal paese) e l’area sciistica 3 Cime Dolomiti offrono 93 km di piste di tutti i livelli, divertenti piste da slittino e una rete di piste da sci di fondo ottimamente battute, le piste del Monte Elmo sono raggiungibile direttamente da Versciaco e con il treno), mentre un collegamento diretto porta all’area sciistica per famiglie Croda Rossa a Sesto.
I fan dello slittino, troveranno una pista lunga 3 km e i più piccoli potranno fare i loro primi tentativi sugli sci con lo skilift sulla pista per principianti. Comodamente e in breve tempo la seggiovia vi trasporterà in alto, alla stazione a monte del Gigante Baranci. Si arriva giù a valle scendendo per la pista nera “Mandoriese”, per la splendida pista “Haunold” o per la comoda pista per famiglie.
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COSA SI MANGIA A SAN CANDIDO?
Dopo una Giornata di aria pura, sport e natura… inutile dirle, ecco arrivare un grande appetito e una gran voglia di sedersia tavola , magari di fianco a un camino scoppiettante.
Rustico, rivisitato o gourmet, il re del menu resta sempre un piacevole piatto di canederli, la pietanza più tradizionale della cucina locale.
Troviamo la prima ricetta scritta dei canederli (chiamati anche knödel) in un libro di cucina tirolese del 16° secolo, e scopriamo che i canederli erano ben conosciuti da almeno 400 anni anche nell’odierna Italia. Se ne trova testimonianza nell’ Affresco con Knödel“ nella cappella del Castel d’Appiano, dove l’artista ha immortalato un commensale che si sta abbuffando di canederli e , ingordo, non ne lascia nemmeno uno al suo cane , che pazientemente aspetta un bocconcino…
Curiosi di scoprire la ricetta e magari sperimentare la vostra abilità in cucina e preparare un piatto di canederli ? La ricetta nella prossima pagina!
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CANEDERLI ALLO SPECK
Ingredienti per 4 persone
4 panini di pane raffermo
2 uova intere
1 piccolo trancio di speck
2 bicchieri da acqua di latte
1 ciuffo di prezzemolo tritato (o erba cipollina)
250 gr di pane grattugiato
100 gr di grana Padano o parmigiano
sale e pepe
Procedimento
Tagliate il pane a cubetti e mettetelo in una terrina a bagno nel latte. Imbevetelo bene usando le mani, quindi aggiungete le uova, lo speck tagliati a dadini, il formaggio, il sale e il pepe e, infine, il prezzemolo.
Impastate tutto con le mani e lasciate riposare in un recipiente coperto per mezz’ora. Poi aggiungete il pane grattugiato.
Bagnatevi le mani e con l’impasto formate delle “polpette” della stessa grandezza.
Cucinateli in un brodo di carne bollente per 15 minuti circa.
Servite in terrine con brodo e, se lo gradite, con del parmigino a scaglie.
I canederli classici sono alla carne: speck o salame. Ma esistono squisite versioni vegetariane con spinaci o erbette. II più piccoli si servono in brodo di carne, quelli più grandi si possono essere accompagnati da un contorno di crauti o una salsa di pomodoro..
INFO San Candido é raggiungibile facilmente in treno, pullman o con la propria macchina.
Per informazioni su orari e parcheggi gratuiti a San Candido potete contattare l’Associazione Turistica di San Candido
Next Page the original recipe ( in english) how to make “canederli” at home
THE ORIGINAL “CANEDERLI ” OR “KNODEL” RECIPE WITH SPECK, OR BACON, OR SALAMI
After a day of pure air, snow, sport and nature…
Needless to say, here comes a big appetite and a great desire to sit down at the table, perhaps next to a crackling fireplace.
Rustic, revisited or gourmet, the king of the menu is always a pleasant dish of dumplings, the most traditional dish of local cuisine.
SAN CANDIDO CANEDERLI
Ingredients for 4 people 4 slices of stale bread
2 whole eggs
1 small slice of speck, (or bacon or salami)
2 water glasses of milk
1 sprig of chopped parsley (or chives)
250 g of breadcrumbs
100 g of Grana Padano or Parmesan
salt and pepper
Method
Cut the bread into cubes and put it in a bowl soaked in milk. Soak it well using your hands, then add the eggs, diced speck, cheese, salt and pepper and finally the parsley.
Mix everything with your hands and let it rest in a covered container for half an hour. Then add the breadcrumbs.
Wet your hands and form the dough into “meatballs” of the same size.
Cook them in a boiling meat broth for about 15 minutes.
Serve in terrines with broth and, if you like, with flakes of Parmesan.
The classic dumplings are made with meat: speck or salami. But there are delicious vegetarian versions with spinach or herbs. The smaller ones are served in meat broth, the larger ones can be accompanied by a side dish of sauerkraut or a tomato sauce.
INFO
San Candido can be easily reached by train, bus or with your own car.
For information on timetables and free parking in San Candido, please contact Associazione Turistica di San Candido
RAVENNA: weekend “gourmet” nella Capitale dei Mosaico. Mosaicista anche tu?
Ami la storia e l’arte? Vuoi scoprire la buona cucina regionale italiana? Sei un amante del mosaico? Vorresti creare un ‘tuo’ mosaico?
Segna in agenda: “Weekend a Ravenna,” per scoprire una tra le più belle città del mondo, sognare davanti ai suoi mosaici, imparare questa meravigliosa forma d’arte e gustare la schietta cucina romagnola.
Tra realtà, leggende e segreti…
Ravenna è un luogo con un passato davvero prestigioso, tre volte capitale: dell’Impero Romano d’Occidente, del regno di Teodorico e dell’Impero bizantino in Europa, fino all’VIII secolo d.C. Durante questo periodo di ricchezza e prestigio, furono costruiti chiese e mausolei, splendidamente decorati con meravigliosi mosaici, sicuramente i più scintillanti e famosi del mondo, così preziosi da essere stati riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1996.
Basilica di San Vitale È considerata uno dei più importanti esempi di arte paleocristiana e rappresenta un perfetto incontro tra tradizioni orientali e occidentali. La vera meraviglia sono gli abbaglianti mosaici bizantini che decorano il presbiterio e il coro.
Riccamente vestita, trionfa l’Imperatrice Teodora donna dal passato ” leggero”. La sua bellezza sfolgorante conquistò l’imperatore Giustiniano I, assieme al quale regnò, in parte collaborando nella gestione del potere. Chi la onora per le numerose opere benefiche, chi invece ne vede esclusivamente il lato negativo, descrivendone la giovinezza dissoluta come attrice del circo e prostituta, prima della sua conversione e del matrimonio,
E’ davvero emozionante trovarsi a tu per tu con la bellissima sovrana di Ravenna. Beh, anche Teodora aveva i suoi segreti di bellezza, perlomeno così sostiene l’ Erboristeria in Via Salara che vende appunto i Segreti di Teodora.
Mausoleo dell’Imperatrice Galla Placidia Varcate l’ingresso e guardate in alto, entrerete in un mondo magico dal cielo blu trapuntato da stelle dorate. Le preziose tessere sono in oro e lapislazzolo. Davvero mozzafiato.
Si racconta che il compositore Cole Porter, dopo una visita a questo edificio, fosse stato ispirato a scrivere la canzone“ Night and Day ”, forse la sua composizione più conosciuta.
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Basilica di San Giovanni Evangelista
Uno dei miei luoghi preferiti. Non solo per i teneri mosaici pavimentali, vagamente naif, che sembrano fatti da mani di giovani studenti, ma anche perchè c’è una misteriosa leggenda che coinvolge proprio l’imperatrice.
Si racconta infatti La sera prima della consacrazione della Basilica dedicata a San Giovanni Evangelista, Galla Placidia vide apparire una figura luminosa. Era proprio San Giovanni! Galla si prostrò ai suoi piedi e quando la figura sparì, le restò in mano il sandalo del santo. L’episodio è raffigurato sul portale medievale, antistante la Basilica, location perfetta per una foto-souvenir…
Basilica di Sant’Apollinare Nuovo
Poco distante dal centro, troverete un’ altra meraviglia, eretta nel 505 e dichiarata nel Patrimonio Mondiale Unesco nel 1996. Le pareti nella navata centrale sono completamente decorate con mosaici dorati che rappresentano il più antico ciclo musivo del Nuovo Testamento, dove le figure umane sono quasi completamente assenti, a significare che tutto è simbolo. Il prato verdeggiante, costellato di fiori, sassi, cespugli, uccelli, si distende senza profondità prospettica, privo di vita concreta. Il contrasto tra il verde e l’oro crea un’atmosfera che ipnotizza lo spettatore.
Molti artisti e scrittori famosi si sono innamorati di Ravenna. Nomi come George Byron, Gustav Klimt, Oscar Wilde e Dante Alighieri, l’autore della Divina Commedia e padre della lingua italiana, che ha trascorso gli ultimi tre anni della sua vita a Ravenna.
Nella “zona di silenzio dedicata a Dante” potrete visitare la Tomba di Dante, situata in un piccolo tempio neoclassico risalente al 18 ° secolo, proprio accanto alla Basilica di San Francesco che al suo interno nasconde un bellissimo segreto: una finestrella sotterranea che offre una favolosa vista sulla Cripta dai pavimenti mosaicati.
Si trova sotto il livello del mare e perciò piena d’acqua e pesciolini rossi. Un ‘mmagine che non dimenticherete facilmente. I segreti della tomba di Dante Ma qual è la storia della sua sepoltura? Tra leggende e verità, circolano moltre storie sui travagliati viaggi che fece la salma del Poeta, letteralmmente rubata da frati francescani, che in seguito tolsero le ossa dall’urna per nasconderlle in una cassetta murata nell’attiguo oratorio. Nessuno ne seppe più nulla, finchè nel 1865 un operaio trovò per caso una rustica cassetta di legno decorata con la scritta ‘Ossa di Dante’.Oggi è conservata nel Museo di Dante che propone un viaggio lungo otto stanze, attraverso le opere e i giorni, la vita e la memoria del poeta più conosciuto al mondo. Un percorso innovativo e immersivo, tra storia e immagini, per fare esperienza e conoscenza dell’avventura umana, della vicenda artistica, della Commedia e della successiva fortuna di Dante.
Un museo creato per un pubblico variegato e anche internazionale, pensato per creare un’esperienza emozionale e, al contempo, cognitiva, grazie a un uso ragionato dell’interattività e della multimedialità e una presenza significativa di reperti e oggetti di grande suggestione,
MAR Museo d’Arte di Ravenna Ospitato nella Loggetta Lombardesca, il monastero del XVI secolo dell’adiacente Abbazia di Santa Maria a Porto, come parte di un insieme più ampio, il Museo d’Arte di Ravenna ospita mostre periodiche con artisti e pittori di fama nazionale e internazionale.
Fino al 14 gennaio 2024 spiterà BURRIRAVENNAORO, un’importante mostra dedicata ad Alberto Burri, artista di fama mondiale, che negli anni Ottanta, aveva avviato con Ravenna un intenso rapporto artistico, segnato dalla concezione di alcuni cicli di opere ispirate proprio alla storia e alla cultura artistica della città.
Guidarello: le labbra più sexy del Rinascimento.
Sempre al MAR, sosta d’obbligo alla scultura del leggendario (e bellissimo) Guidarello Guidarelli, Quest’opera cinquecentesca è sempre stata oggetto di ammirazione per la bellezza del suo viso e sopratutto delle sue labbra…Si diceva infatti che se una donna avesse baciato le sue labbra, si sarebbe maritata entro l’anno. Scoppiò una tale ‘bacio-mania’ che la lastra originale dovette essere sostituita con una copia. Oggi è tornata l’originale, ma è severamente vietato avvicinarsi, quindi care zitelle… alla larga!
Battistero Neoniano Pronti a una visione da capogiro? La prossima tappa, patrimonio mondiale dell’UNESCO, vanta uno strabiliante soffitto coperto di meravigliosi mosaici colorati che rappresentano il corteo dei dodici apostoli e con, nel clipeo centrale, il battesimo di Cristo, rappresentato uomo giovane e nudo, immerso nell’acqua fino ai fianchi. Una visione da capogiro e… proprio per evitare giramenti di testa, troverete numerose sedie posizionate in circolo. Quindi sedetevi e ammirate. Lo spazio è contenuto , meglio prenotare una slot a voi conveniente. Prenotate qui
Ravenna oggi Non pensate che la scena artistica della città sia ferma nel passato. Troverete anche mosaici moderni sparsi per le strade di Ravenna e nascosti nei piccoli atelier di artisti locali del mosaico, mentre un ricco calendario di concerti, mostre, festival si svolgono all’interno della città e attirano appassionati mosaicisti da tutto il mondo. Le notti magiche della rassegna Mosaico di Notte che
nei mesi di Luglio e Agosto permette di visitare la Basilica di San Vitale e il Mausoleo di Galla Placidia anche di sera.
Il museo del mosaico TAMOè un museo dedicato al mosaico, antico e contemporaneo con un percorso multimediale che va dai pregiati smalti veneziani a un “laboratorio” dell’Arte del Mosaico a modelli tridimensionali, che ripercorrono la ricostruzione di Ravenna in epoca antica. Direi un l’ideale punto di informativo per un’avventura alla scoperta dei mosaici.
Anche tu mosaicista?
A questo punto, non mi meraviglierei se ti fosse venuta la voglia di cimentarti in un ‘tuo’ mosaico, anche minuto, ma comunque una tua creazione ispirata dai gioielli ravennati. Molte scuole, lezioni, classi, anche di poche ore, come Koko che tiene anche mini corsi di un’ora per i bimbi.
.Oppure basterà infilarsi dentro una bottega e chiedere (con discrezione) al Maestro mosaicista di poter assistere al suo lavoro o addirittura insegnarvi a farne uno, magari piccolo, come quello che ho fatto io, beh, non proprio un capolavoro, ma un bel souvenir di questa fantastica città.
DOPO QUESTA “FULL IMMERSION MOSAICALE”… VI E’ VENUTA FAME?
La cucina di Ravenna offre gustosissimi piatti tipici, tradizionali e spesso di origine “povera” dove nulla si spreca e nulla si butta. Nel gioioso periodo delle Vendemmia, si prepara il sugol, un budino dalle origini antiche, composto d’uva freschissimo cotto insieme alla farina. In un weekend ravennate non possono mancare i cappelletti, rigorosamente farciti con squacquerone e parmigiano , in brodo, al sugo di carne o al burro versato e salvia.
Di sua Maestà Cappelletto non mancano le rivisitazioni, fino a diventare “e Caplét”, cioccolatino artigianale creato dal ristorante Al Cairoli, come tributo al mito della tavola romagnola.
Torniamo alla tradizione. I due top lievitati della gastronomia locale sono il crescione e la mitica piadina. Sembrano uguali ma in effetti Il crescione rimane più sottile e viene successivamente farcito, poi ripiegato su sé stesso a mezzaluna e serrato sui bordi coi rebbi di una forchetta, mentre la piadina tipica di Ravenna presenta una sfoglia più sostenuta e viene farcita dopo la cottura.
Vi volete togliere lo sfizio di fare la ” vostra “piadina?
Al primo piano dello spettacolare Mercato Coperto potrete lettermente “mettere le mani in pasta” e realizzare una piadina, istruiti da autentiche azdore locali che, nel corso di una lezione di circa un’ora, vi procureranno tutti gli ingredienti e vi guideranno dall’impasto fino alla farcitura. Buon appetito!
Tra le carni tipiche, spicca il castrato, ricavato dal maschio ovino, marinato con sale, aglio e rosmarino, cotto sulla brace o preparato in umido con lo scalogno. Io l’ho provato da Ca de Ven, servito con verdure e le immancabili patate al forno
Il piatto “povero” più tradizionale?
Ecco la spoja lorda. significa letteralmente “sfoglia sporca” ed è un piatto di recupero che nasce dagli scarti della preparazione dei cappelletti ripieni e come metodo per riutilizzare la sfoglia e il ripieno avanzati. La sfoglia all’uovo, infatti, viene solo leggermente sporcata del ripieno residuo, creando dei piccoli raviolini da cuocere in brodo. La volete preparare a casa?
Ecco la ricetta!
SPOJA LORDA
Ingredienti
Per la sfoglia:
5 uova, 500 g. di farina per sfoglia Per il ripieno:
250 g. di squacquerone, 200 g. di parmigiano, 1 uovo, 1 pizzico di sale, 1 cucchiaino di noce moscata grattugiata, 1,5 l di brodo di carne Procedimento Disponete la farina a fontana sul tagliere, rompete al centro le uova, impastate il tutto fino a ottenere un impasto sodo e liscio e lasciatelo riposare per 30 minuti coperto da un piatto.
In una terrina mescolate lo squacquerone con il parmigiano grattugiato, una presa di sale, l’uovo e la noce moscata, Amalgamate bene. Con il mattarello tirate una sfoglia sottile e spalmate il composto su metà della sfoglia, copritela con l’altra metà e passate sopra il mattarello, pressando bene. Con la rotella dentata ricavate tanti quadratini di 1 cm, tagliate piano la sfoglia. Portate a bollore il brodo e cuocetevi la minestra imbottita per alcuni minuti. Servitela ben calda
… E LE OSTERIE? Buone, ruspanti, generose, non troppo costose, con menù di tipica cucina del territorio . Mangiare nelle osterie di Ravenna significa assaporare la Romagna nel piatto. È un’esperienza di riscoperta dei sapori antichi. dove i piatti sono tradizione e autenticità di una di terra, generosa e schietta come i suoi abitanti.
Ecco quelle consigliate da Alberto Mazzotti, ravennate doc: Osteria della Zabariona, via Argentario Trattoria Al Cerchio, via Cerchio Trattoria Al Rustichello, via Maggiore Cucina del Condominio, via Oberdan Trattoria La Rustica, via Agnello
Sorpresa finale Un ex magazzino industriale restaurato dal concetto nuovo e un menu alternativo che ci porta viaggio verso una cucina un po’ tex mex. un po’ americana, un po’ esotica: una miriade di hamburger di carne scelta, pizze gourmet servite alla pala, insolite insalate eccetera…
Siamo al Darsenale Brew-pub, il primo brew-pub della darsena di Ravenna, birrificio artigianale, con l’impianto di produzione a vista della Birra Bizantina oltre alla scelta di molte altre etichette artigianali.
Dove dormire Per essere vicino ai mosaici più preziosi, segnalo Diana, un piccolo hotel 3 stelle, con soltanto 33 camere, Accoglienza firmata dall’inconfondibile simpatia romagnola. Ottima prima colazioni, tariffe convenienti, qualità e prezzo, tutti elementi che garantiscono agli ospiti un soggiorno all’insegna della tranquillità e del comfort, In pieno centro, a due passi dalle meravigliose attrazioni di Ravenna.
CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle. Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’
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Do you love history and art? Do you want to discover good regional Italian cuisine? Are you a mosaic lover? Would you like to create ‘your’ mosaic?
Mark your agenda: “Trip to Ravenna,Italy ” to discover one of the most beautiful cities in the world, dream in front of its mosaics, learn this wonderful art form and taste the genuine Romagna cuisine.
Between reality, legends and secrets…
Ravenna is a place with a truly prestigious past, capital three times: of the Western Roman Empire, of the reign of Theodoric and of the Byzantine Empire in Europe, until the eighth century AD. During this period of wealth and prestige, churches and mausoleums were built, splendidly decorated with marvelous mosaics, certainly the most glittering and famous in the world, so precious that they were recognized as a UNESCO World Heritage Site in 1996.
Basilica of San Vitale
It is considered one of the most important examples of early Christian art and represents a perfect meeting between Eastern and Western traditions. The real wonder are the dazzling Byzantine mosaics that decorate the chancel and choir.
Richly dressed, the Empress Theodora, a woman with a “light” past, triumphs. Her dazzling beauty conquered the emperor Justinian I, with whom he reigned, partly collaborating in the management of power. Those who honor her for her many charitable works, those who instead of her see only the negative side of her, describing her dissolute youth as a circus actress and prostitute, before her conversion and her marriage, It is truly exciting to be face to face with the beautiful sovereign of Ravenna. Well, Teodora also had her beauty secrets, at least that’s what the Herbalist shop in Via Salara claims, which sells Theodora’s Secrets.
Mausoleum of the Empress Galla Placidia
Cross the entrance and look up, you will enter a magical world with a blue sky quilted with golden stars. The precious tesserae are in gold and lapis lazuli. Truly breathtaking.
It is said that the composer Cole Porter, after a visit to this building, was inspired to write the song “Night and Day”, perhaps his best known composition of him.
. Basilica of San Giovanni Evangelista
One of my favorite places. Not only for the soft, vaguely naive floor mosaics that seem to have been made by the hands of young students, but also because there is a mysterious legend involving the empress.
In fact, it is said that on the evening before the consecration of the Basilica dedicated to San Giovanni Evangelista, Galla Placidia saw a luminous figure appear. It was really San Giovanni! Galla prostrated himself at her feet and when her figure disappeared, the saint’s sandal remained in her hand. The episode is depicted on the medieval portal, in front of the Basilica, the perfect location for a photo-souvenir… Basilica of Sant’Apollinare Nuovo
Not far from the centre, you will find another marvel, built in 505 and declared a UNESCO World Heritage Site in 1996. The walls in the central nave are completely decorated with golden mosaics representing the oldest mosaic cycle of the New Testament, where human figures are almost completely absent, meaning that everything is a symbol. The verdant meadow, dotted with flowers, stones, bushes, birds, extends without perspective depth, devoid of concrete life. The contrast between green and gold creates an atmosphere that hypnotizes the viewer.
Many famous artists and writers have fallen in love with Ravenna. Names like George Byron, Gustav Klimt, Oscar Wilde and Dante Alighieri, the author of the Divine Comedy and father of the Italian language, who spent the last three years of his life in Ravenna.
In the “zone of silence dedicated to Dante” you can visit the Tomb of Dante, located in a small neoclassical temple dating back to the 18th century, right next to the Basilica of San Francesco which hides a beautiful secret inside: an underground window that offers a fabulous view of the Crypt with mosaic floors. It is located below sea level and therefore full of water and goldfish. An image you won’t soon forget.
But what is the story of his burial? Between legends and truths, many stories circulate about the troubled journeys that the Poet’s body made, literally stolen by Franciscan friars, who later removed the bones from the urn to hide them in a walled-up box in the adjacent oratory. No one knew anything about it, until in 1865 a worker found by chance a rustic wooden box decorated with the inscription ‘Dante’s Bones’. Today it is kept in the Dante Museum which offers a journey along eight rooms, through the works and the days, the life and memory of the best known poet in the world. An innovative and immersive journey, between history and images, to gain experience and knowledge of the human adventure, of the artistic story, of the Comedy and of Dante’s subsequent Fortune.
A museum created for a varied and even international audience, designed to create an emotional and, at the same time, cognitive experience, thanks to a reasoned use of interactivity and multimedia and a significant presence of highly suggestive finds and objects,
MAR Ravenna Art Museum
Housed in the Loggetta Lombardesca, the 16th-century monastery of the adjacent Abbey of Santa Maria a Porto, as part of a larger whole, the Ravenna Art Museum hosts periodic exhibitions featuring nationally and internationally renowned artists and painters.
A gallery of the MAR
Untill 14 January 2024 it will host BURRIRAVENNAORO, an important exhibition dedicated to Alberto Burri, a world-renowned artist, who in the 1980s had started an intense artistic relationship with Ravenna, marked by the conception of some cycles of works inspired by the history and artistic culture of the city.
Guidarello: the sexiest lips of the Renaissance.
Also at the MAR, an obligatory stop at the sculpture of the legendary (and beautiful) Guidarello Guidarelli, This sixteenth-century work has always been the object of admiration for the beauty of its face and above all of its lips … In fact, it was said that if a woman kissed her lips, she would be married within the year. She developed such a ‘kiss-mania’ that the original plate had to be replaced with a copy. Today the original is back, but it is strictly forbidden to approach it, so dear spinsters… stay away!
Neonian Baptistery
Ready for a dizzying vision? The next stage, a UNESCO World Heritage Site, boasts an astonishing ceiling covered with marvelous colored mosaics representing the procession of the twelve apostles and with, in the central clypeus, the baptism of Christ, represented as a young and naked man, immersed in water up to flanks. A dizzying vision and… just to avoid dizziness, you will find numerous chairs positioned in a circle. so sit back and admire. The space is limited, it is better to book a slot that is convenient for you. Book here
Ravenna today
Don’t think that the city’s art scene is stuck in the past. You will also find modern mosaics scattered throughout the streets of Ravenna and hidden in the small ateliers of local mosaic artists, while a rich calendar of concerts, exhibitions, festivals take place within the city and attract passionate mosaic artists from all over the world. The magical nights of the Mosaico di Notte held in the months of July and August it allows you to visit the Basilica of San Vitale and the Mausoleum of Galla Placidia even in the evening.
The mosaic museum
TAMO is a museum dedicated to ancient and contemporary mosaics with a multimedia itinerary that ranges from fine Venetian enamels to a “laboratory” of the art of mosaics with three-dimensional models, which retrace the reconstruction of Ravenna in ancient times. I would say an ideal information point for an adventure to discover the mosaics.
Are you a mosaicist too?
At this point, I wouldn’t be surprised if you had the desire to try your hand at ‘your’ mosaic, even a minute one, but still your creation inspired by the jewels of Ravenna. Many schools, lessons, classes, even for a few hours, such as Koko who also holds one-hour mini-courses for children.
.Or just slip into a workshop and ask (discreetly) the master mosaicist to be able to assist at his work or even teach you how to make one, perhaps small, like the one I did, well, not really a masterpiece, but a nice souvenir of this fantastic city.
AFTER THIS “FULL MOSAIC IMMERSION”… DID YOU GET HUNGRY?
The cuisine of Ravenna offers very tasty typical dishes, traditional and often of “poor” origin where nothing is wasted and nothing is thrown away. In the joyful period of the grape harvest, sugol is prepared, a pudding with ancient origins, composed of very fresh grapes cooked together with flour. In a Ravenna weekend, cappelletti cannot be missing, rigorously stuffed with squacquerone and Parmesan, in broth, with meat sauce or with butter and sage.
The traditional cappelletti in broth, served in the Mercato Coperto restaurant
The two leavened tops of local gastronomy are watercress and the legendary piadina. They look the same but in fact Watercress remains thinner and is subsequently stuffed, then folded over on itself in a half-moon shape and tightened on the edges with the prongs of a fork, while the typical Piadina of Ravenna has a firmer sheet and is stuffed after cooking.
La piadina made by me and the classic crescione with vegetables
Do you want to take away the whim of making “your” piadina?
On the first floor of the spectacular Mercato Coperto you can literally “get your hands dirty” and make a piadina, instructed by authentic local Azdores who, during a lesson of about an hour, will get you all the ingredients and guide you through the kneading up to the filling. Enjoy your meal!
At piadina school!
Among the typical meats, mutton stands out, obtained from male sheep, marinated with salt, garlic and rosemary, cooked on the grill or stewed with shallots. I tried it at Ca de Ven, served with vegetables and the ever-present baked potatoes
From ” Ca de Ven”, the mutton of Ravenna
The most traditional “poor” dish?
Here is the SPOJA LORDA. literally means “dirty puff pastry” and is a recycled dish that comes from the scraps of the preparation of stuffed cappelletti and as a method for reusing the leftover pastry and filling. The egg pasta, in fact, is only slightly soiled by the residual filling, creating small ravioli to be cooked in broth.
Do you want to prepare it at home?
Here’s the recipe!
SPOJA LORDA
Ingredients
For the pastry:
5 eggs, 500g. of flour for pastry
For the stuffing:
250g. of squacquerone cheese, 200 g. of parmesan, 1 egg, 1 pinch of salt, 1 teaspoon of grated nutmeg, 1.5 l of meat broth
Method
Arrange the flour on the cutting board, break the eggs in the centre, mix everything until you obtain a firm and smooth dough and let it rest for 30 minutes covered by a plate.
In a bowl, mix the squacquerone cheese with the grated Parmesan, a pinch of salt, the egg and the nutmeg. Mix well. With the rolling pin, roll out a thin sheet and spread the mixture on half of the sheet, cover it with the other half and pass over the rolling pin, pressing well. With the toothed wheel, obtain many 1 cm squares, cut the sheet slowly. Bring the broth to the boil and cook the stuffed soup for a few minutes. Serve it hot
… AND THE OSTERIE?
Good, free-range, generous, not too expensive, with a menu of typical local cuisine.
Eating in Ravenna’s taverns means savoring Romagna on a plate. It is an experience of rediscovering ancient flavours. where the dishes are tradition and authenticity of a land, generous and sincere like its inhabitants.
The traditional “cooks” (…and don’t call them chefs) invite you to enjoy the flavors of genuine Romagna food and wine
Here are those recommended by Alberto Mazzotti, born in Ravenna:
Osteria della Zabariona, via Argentario
Trattoria Al Cerchio, via Cerchio
Trattoria Al Rustichello, via Maggiore
Condominium kitchen, via Oberdan
Trattoria La Rustica, via Agnello
Final surprise
A former industrial warehouse restored with a new concept and an alternative menu that takes us on a journey towards a slightly Tex-Mex cuisine. a little American, a little exotic: a myriad of hamburgers with selected meats, gourmet pizzas served by the shovel, unusual salads, etc…
We are at the Darsenale Brew-pub, the first brew-pub on the Ravenna docks, a craft brewery, with an exposed production plant for Bizantina beer as well as a choice of many other craft labels.
CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle. Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world.For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles.art, entertainment. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ” non touristy tourist ” style