di Raffaele d’Argenzio
Se leggiamo il suo significato, scopriamo che non siamo soli, che siamo in compagnia del nostro futuro, dei nostri progetti. Infatti Pasqua deriva dall’antica parola aramaica pasha, che vuole dire “passare oltre”, “superare”.
E fu la parola che anche Mosè gridò agli Ebrei quando li guidò nella marcia dall’Egitto, dove erano schiavi, verso la Terra Promessa. PASHA! E li liberò dalla schiavitù del Faraone.
Se noi oggi ci sentiamo schiavi di un virus, della solitudine, gridiamo anche noi “PASHA!”. E saremo in compagnia dei nostri progetti, per superare questo momento durissimo.
Pasha! E come disse Gesù, e riprese Dante, “separiamo il grano dall’olio, (detto anche zizzania)”, le parole dai fatti, lo show dalle cose concrete, dal far vedere al fare davvero. Oggi possiamo non essere soli, perché possiamo pensare insieme al nostro futuro, alla nostra missione del “superare”, dell’“andare oltre”. Ognuno di noi ha una Terra promessa da raggiungere.
BUONA PASHA!
DISTRATTA PRIMAVERA
Prima s’affaccia
Il sole e poi si gela.
Un regista pazzo
come a marionette
ci dà vita e poi la leva.
In folle trista stagione
Siamo formiche rinchiuse
in schermi come prigione.
Distratta primavera che invita
a balli che non si ballano,
a concerti di violini senza corde
a cori e canti senza voce.
Anche le chiese senza processioni
sono piene solo di una Croce.
Distratta primavera
che ignava non s’accorge
che i fiori tornano a fiorire
e anche Cristo sempre risorge.
Raffaele d’Argenzio