Di Beba Marsano
Un autunno a regola d’arte nella sorprendente provincia italiana, all’insegna della scoperta di luoghi preziosi – frequentati molto meno di quanto meriterebbero – ai margini dei più battuti percorsi turistici. Sono palazzi nobiliari e castelli dalle incantevoli stanze dipinte, ville romane d’età imperiale e complessi abbaziali amati da grandi poeti, piccoli musei custodi di collezioni che destano meraviglia: statue dall’infinito mistero, gruppi bronzei ricoperti d’oro, dipinti entrati a pieno diritto nella storia della pittura. Si trovano in cittadine e borghi di fascino, dove ai piaceri dell’occhio si affiancano quelli del palato. Per un viaggio nel gusto che riserva a ogni tappa sempre buone sorprese. In questa puntata andiamo a Palazzo Farnese a Caprarola (VT)
PALAZZO FARNESE a Caprarola (Viterbo)
Maestoso, isolato, splendidamente integrato nel paesaggio, palazzo Farnese a Caprarola fu dimora di piacere del “Gran cardinale” Alessandro Farnese il Giovane, collezionista e mecenate, che ne affidò il progetto all’archistar del tardo Rinascimento, Jacopo Barozzi da Vignola. Sua la spettacolare Scala Regia, avvitata intorno a trenta colonne doppie tra gli affreschi del Tempesta. All’interno stanze gioiello come la Sala del Mappamondo, affrescata con monumentali carte geografiche e sulla volta la mappa del cielo con le costellazioni zodiacali.
Da gustare. Situata in una posizione di confine, Caprarola risente delle influenze gastronomiche di Umbria e Toscana. Qui, per esempio, si mangiano i pici, anche se le due glorie locali sono castagne e nocciole, con cui i forni e le pasticcerie del borgo preparano squisiti dolcetti: ciambelline, tozzetti, amaretti, creme spalmabili, marroni canditi e i famosi pampepati. Tra i vini vanno per la maggiore quelli della denominazione Colli Cimini IGT.