di Beba Marsano
Un autunno a regola d’arte nella sorprendente provincia italiana, all’insegna della scoperta di luoghi preziosi – frequentati molto meno di quanto meriterebbero – ai margini dei più battuti percorsi turistici. Sono palazzi nobiliari e castelli dalle incantevoli stanze dipinte, ville romane d’età imperiale e complessi abbaziali amati da grandi poeti, piccoli musei custodi di collezioni che destano meraviglia: statue dall’infinito mistero, gruppi bronzei ricoperti d’oro, dipinti entrati a pieno diritto nella storia della pittura. Si trovano in cittadine e borghi di fascino, dove ai piaceri dell’occhio si affiancano quelli del palato. Per un viaggio nel gusto che riserva a ogni tappa sempre buone sorprese. Questa settimana andiamo alla scoperta del Museo delle Statue Lunigianesi di Pontremoli, in provincia di Massa Carrara.
MUSEO DELLE STATUE STELE LUNIGIANESI
Idoli cosmici, divinità funerarie o lo spirito pietrificato dei morti? Sono tuttora un enigma le statue stele della Lunigiana (III-I millennio a.C.), allineate tra luci e ombre nel museo di Pontremoli tra i labirinti del millenario Castello del Piagnaro, che sorveglia il borgo dalla collina. In mostra una quarantina di esemplari tra figure maschili, dotate di pugnali o punte di lancia, e femminili, riconoscibili per l’accenno di seni e ornamenti. I tratti somatici, uguali per tutti, sono grafismi geometrici: due forellini gli occhi, un segmento verticale il naso, cerchi incavati le orecchie.
Da gustare. Piatto identitario della tavola pontremolese sono i testaroli (presidio Slow Food), dischi di pasta cotti in origine nei tipici testi di terracotta o di ghisa, poi tagliati a losanghe, sbollentati e conditi con un pesto grezzo alla ligure. Popolarissimi anche i panigacci, sorta di sottili pagnotte non lievitate da gustare con affettati, formaggi molli e creme al cioccolato, e la torta d’erbi, a base di verdure ed erbe selvatiche. Numerosi i vitigni autoctoni, dai quali si ricavano vini pregiati.