Franco Noriega, lo chef più sexy del mondo

Nella foto: Franco Noriega in cucina.

Sfida in cucina: stelle Michelin e ricette elaborate contro addominali mozzafiato e una faccia da Hollywood… Chi vince ?
di Cesare Zucca   –

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Sfida in cucina: stelle Michelin e ricette elaborate contro addominali mozzafiato e una faccia da Hollywood… Chi vince ?
Per me la risposta è semplice: vince il cibo sano e un piatto saporito fatto con ingredienti selezionati e intelligenti scelte organiche. In più, se ai fornelli c’è Franco Noriega, definito dalla stampa internazionale ‘lo chef più sexy del mondo’,  il gioco è fatto!

Franco Noriega, peruviano di origine, ha sfilato nelle passerelle di Burberry e Dolce & Gabbana, è popolarissimo su YouTube grazie al suo show “Chef Nudo” ed è richiestissimo dai più popolari talk show americani, come “Ellen”, Noriega è il fondatore e ristoratore di BABY BRASA, gruppo di ristoranti organici e servizi di catering con sede a New York.

Baby Brasa si ispira alle classiche pollerías peruviane e si concentra sul servire pasti sani e di provenienza responsabile per una cucina peruviana contemporanea, piatti fusion, cocktail d’autore e una ‘caliente’ musica live.

Dove ti piace passare un weekend libero?
Amo il sole, il mare, la spiaggia, le palme, quindi le mie destinazioni preferite sono Miami, che è a poche ore di volo da NY oppure Rio do Janeiro, per un weekend lungo: viaggio di notte, e quando arrivo alla mattina… sono già in spiaggia!

Come modello, hai viaggiato tanto?
In tutto il mondo, Italia compresa, naturalmente. Mi piace scoprire nuovi posti, e nuove culture, Sono un gran curioso e aper a nuove sensazioni. Ero in Messico a Tulum, in uno dei nostri Hotels Casa Pueblo, dove mi hanno servito un chilcano, tradizionale drink peruviano con ginger ale e pisco, tipico brandy prodotto in Perù che però lì avevano sostituito con il mezcal messicano. Ottimo, adottato!

Il tuo piatto preferito della cucina italiana?
La pasta al ragù, una vera delizia, ma anche la semplicissima aglio, olio e peperoncino…
il tuo primo ricordo in cucina ?
La cucina era un po’ il centro della casa.  Ero spesso tra i fornelli con nonna Delfina, lei cucinava, io curiosavo dovunque e l’aiutavo a pelare le patate. Provengo da una famiglia di ristoratori, i miei hanno sempre avuto locali in Perù e e sono cresciuto con un concetto del cibo concentrato non solo sul gusto e sulla bellezza, ma anche su cosa potesse significare in termini di lavoro, di carriera e di business.

Un business che, a causa del covid, ora sta attraversando una brutta crisi, anche a New York. Cosa dici a proposito?
Ti rispondo con un messaggio di speranza. In cinese la parola ‘crisi’ è tradotta in 危机 (Wei Ji), composta da due caratteri. Il primo è Wei, che significa ‘pericolo’, il secondo è Ji, che significa ‘opportunità’. È giunto il momento di pensare a quale sarà il nostro prossimo passo.
Il risorante è chiuso, però i nostri clienti rimangono affezionati, anche Sse solo per il ‘to go ‘.

Molte consegne a domicilio?
Si, devo dire che a New York il delivery è popolarissimo da anni, qui la gente cucina poco e preferisce farsi portare la cena a casa. Con lo slogan ‘Baby, we deliver’ ci siamo affidati a ottimi servizi di consegna, come Caviar, Seamless, Grubhub, che ci garantiscono recapiti rapidi e professionali in tutte le zone di Manhattan.

Tu cucini a casa?
Mangio quasi sempre nel mio ristorante, dove so che il cibo è fresco, naturale, pulito, ben curato, senza grassi o additivi poco salutari. Per esempio, i miei chicken wraps on greens, involtini di pollo, serviti come dei burritos messicani, ma in una foglia di lattuga, freschi, sani e super semplici da realizzare.
Ti dò la ricetta, provali!

Ti consideri uno chef green ?
Non amo classificarmi nè amo qualunque tipo di definizione: sono un paladino del cibo sano e di ingredienti organici e sono un sostenitore della politica no waste per ridurre al minimo lo spreco in cucina. L’impegno di prendersi cura dell’ambiente è essenziale

Per tenerti in forma segui una dieta speciale?
Si, posso dire che la mia dieta la faccio qui, semplicemente mangiando… e ballando: al weekend ospitiamo una band che suona musica latina ‘muy caliente’: cumbia, bachata, reggaeton, salsa, merengue… impossibile restare fermi…

Cosa c’è sempre nel tuo frigo?
Tanto verde: verdure, piselli e uova per il breakfast.
Tutto sanissimo dunque…
Si, anche se devo confessare che ogni tanto mi lascio tentare da qualche junk food. Un paio di giorni fa a Miami sono passato davanti un KFC e non ho saputo resistere a un piatto di pollo fritto. (ride) Nessuno è perfetto….

La ricetta più buona del mondo?
(ride) Penserai che voglio fare della promozione ma, credimi, non è così…
Il roasted baby chicken del mio ristorante è davvero il migliore che io abbia mai mangiato…e non sono il solo: ho molti amici chef che la pensano come me e quando hanno del tempo libero vengono qui a gustarsi il mio polletto.

Un piatto insuperabile? 
Non ho dubbi: il mitico risotto allo zafferano di mia nonna Natalina, originaria prorio di Milano.
Guidi?
Solo se sono in viaggio, qui a New York giro in bici o vado di skateboard.

il cibo più sexy?
Trovo piuttosto erotico un piatto con ostriche e avocado, eh si, devo confessarti che su di me l’avocado ha un effetto definitivamente afrodisiaco…

La ricetta di Franco Noriega
Chicken wraps on greens – Involtini di pollo su verdure
• Petti di pollo senza pelle disossati da  230 gr
• 1/2 tazza di maionese
• 1/4 tazza di parmigiano grattugiato
• 2 tazze di lattuga romana tritata
• 2 pomodori, ognuno tagliato in 6 fette
• 16 foglie di basilico fresco
• 1/2 tazza di crostini di pane, leggermente tritati
• 1 mango
• 1 grande lattuga intera
Preparazione
In una padella da 25 cm sciogli il burro a fuoco medio-basso.
Aggiungi il pollo e cuocilo, girandolo solo una volta, per 13-18 minuti o fino a quando la temperatura interna del pollo raggiunge i 75° e  entrambi i lati sono dorati.
Punzecchiali con una forbice per far uscire tutto il liquido.
Rimuovi dalla padella; tagliato a strisce sottili.
Mescola maionese e parmigiano in una ciotola. Distribuisci su ogni tortilla.
Usa la lattuga come se fosse una tortilla, quindi aggiungi il pollo, il pomodoro, il basilico e i crostini.
Avvolgi e crea un involtino, simile un burrito messicano.
INFO
info@babybrasa.com
Baby Brasa
173 7TH Ave. South, West Village New York
CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa. Per WEEKEND PREMIUM fotografa e  racconta città, culture, stili  e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘Turista non Turista’
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A duel in the kitchen: Michelin stars and elaborate recipes versus breathtaking abs and a Hollywood ‘superstar like’ face … Who is the winner?
Here’s my answer: the winner is a healthy cuisine, tasty dishes, selected ingredients and intelligent organic choices . In addition to that, if ‘the sexiest chef in the world’ Franco Noriega is in the kitchen, well, that’s it!
Noriega: has been modeling on the Burberry and Dolce & Gabbana catwalks, his YouTube show “Naked Chef” is a hit, he has been featured in popular American talk shows, such as” Ellen “.
Noriega is the founder and restaurateur of BABY BRASA, a group of organic restaurants and catering services based in New York. Baby Brasa is inspired by the classic Peruvian pollerías and focuses on serving healthy and responsibly sourced meals for contemporary Peruvian cuisine, fusion dishes, signature cocktails and ‘hot’ live music.

Where do you like to spend a free weekend?
I love the sun, the sea, the beach, the palm trees, so my favorite destinations are Miami, which is a few hours away from NY or Rio do Janeiro, for a long weekend: I travel at night, and when I arrive in the morning. .. I’m already on the beach!

As a model, have you traveled a lot?
All over the world, including Italy, of course. I like to discover new places, and new cultures, I am very curious and open to new sensations. I was in Mexico in Tulum, in one of our Casa Pueblos Hotels, where they served me a chilcano, a traditional Peruvian drink with ginger ale and pisco, a typical brandy produced in Peru which, however, they had replaced there with the local mezcal. Excellent, adopted!

Your favorite dish of Italian cuisine?
Pasta with meat sauce, a real delight, but also the simple aglio, olio ,peperoncino (garlic, oil and chilli pepper)
Your first memory in the kitchen?
The kitchen was somewhat the center of the house. I was often there with Grandma Delfina, she cooked, I was snooping everywhere and I helped her to peel the potatoes. I come from a family of restaurateurs who always had restaurants in Peru and I grew up with a concept of food focused not only on taste and beauty, but also on what it could mean in terms of work, career and business.
A business that, due to the covid, is now going through a bad crisis, even in New York. What do you say about it?
I ‘d like to answer with a message of hope. In Chinese the word ‘crisis’ is translated into 危机 (Wei Ji), consisting of two characters. The first is Wei, which means ‘danger’, the second is Ji, which means ‘opportunity’.The time has come to think about what our next step will be.
The restarant is closed now, but our costumers remain faithful, at list for pick up or delivery.

I have to say that delivery is very popular in New York, people here rarely cook  at home and they prefer to have dinner brought home. With the slogan ‘Baby, we deliver’ we use several excellent delivery services, such as Caviar, Seamless, Grubhub, all of them guarantee rapid and professional deliveries in all areas of Manhattan.

Do you cook at home?
Rarely, I prefer to eat in my restaurant, where I know that the food is fresh, natural, clean, well cured, without fat or unhealthy additives. For example, my ‘chicken wraps on greens burrito style’ served in a lettuce leaf, fresh, healthy and super simple to make.
I’ll give you the recipe, try !
Do you consider yourself a ‘green’ chef?
I don’t like to classify myself, neither any type of definition: I am a big fan of healthy food, organic ingredients and I support the ‘no waste’ policy to minimize waste in the kitchen.

You are definetely fit. Do you follow a special diet ?
My diet is here: eating healthy in my restaurant and… dancing.
On weekends we host a band that plays some “muy caliente” Latin music : cumbia, bachata, reggaeton, salsa, merengue. Let’s dance!

What’s always in your fridge?
A lot of greens, vegetables, peas and eggs for breakfast.
Very healthy ...
Yes, although I must confess that sometimes I let myself be tempted by some junk food. A couple of days ago in Miami I passed by a KFC and I couldn’t resist a plate of fried chicken. (smiles) Please forginve me , but hey ‘Nobody is perfect? ….
The best recipe in the world?
Well, It may looks that I want to do some promotion… but. believe me, it’s not like that … ‘Baby Brasa roasted chicken’ is really the best I’ve ever eaten … and I’m not the only one, There are many friends chef who think the same and when they have some free time, they like to come here to enjoy my chicken.

A dish to remember?
I have no doubts: the legendary ‘saffron risotto’  cooked by my grandmother Natalina, originally from Milan.
Do you drive?
Only if I’m traveling, In New York I ride a bike or a skateboard.

The sexiest food?
I find a plate with oysters and avocado rather erotic Yes, I must confess that avocado has a definitely aphrodisiac effect on me …
Franco Noriega’s recipe
Chicken wraps on greens – Involtini di pollo su verdure
Ingredients
  • 1/2 pound boneless skinless chicken breasts 
  • 1/2 cup mayonnaise or salad dressing 
  • 1/4 cup shredded Parmesan cheese 
  • 2 cups shredded romaine lettuce 
  • Roma tomatoes, each cut into 6 slices 
  • 16 fresh basil leaves 
  • 1/2 cup Italian-flavored croutons, slightly crushed 
  • 1 Mango
  • 1 big whole lettuce 

Preparation

  1. Melt butter in 10-inch skillet over medium-low heat until sizzling.
  2. Add chicken; cook, turning once, 13-18 minutes or until internal temperature of chicken reaches 165⁰F, is golden brown on both sides and juices run clear when pierced with a fork. Remove from skillet; cut into strips.
  3. Mix mayonnaise and Parmesan cheese in bowl. Spread onto each tortilla. Use the lettuce like tortilla, then add the chicken, tomato, basil and croutons.
  4. Wrap up burrito-style                                                                                                                   INFO
    Baby Brasa
    info@babybrasa.com
    173 7TH Ave. South, West Village New York
CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese by birth, she lives between New York, Milan and the rest of the world. He travels up and down America and allows himself to escape to Italy and Europe.
For WEEKEND PREMIUM he photographs and narrates cities, cultures, lifestyles and discovers traditional and innovative gastronomic delights. Meet and interview top chefs from all over the world, ‘steal’ their recipes and tell you everything here, in the ‘non-touristy’ style



STEFANIA PEDUZZI:”PORTO L’ABRUZZO NEL MONDO E LE ‘VIRTU” IN TAVOLA… NON SOLO IL 1 MAGGIO! ECCO LA MIA RICETTA

TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA

1 Maggio: le Virtu’ in tavola!

Ogni 1° Maggio gli abruzzesi rendono omaggio alla tradizione contadina con Le Virtu’, un piatto storico fatto con 7 tipi di legumi, 7 tipi di verdure, 7 specie di aromi, 7 varietà di carni, 7 tipi di pasta e preparato (perlomeno, tanto tempo fa tempo…) da 7 vergini. Questa leggendaria ricetta abruzzese oggi vi sarà raccontata da una Chef d’eccezione: Stefania Peduzzi, proprietaria e anima creativa della rinomata fabbrica di pasta Rustichella d’Abruzzo e docente di cooking classes in Italia e all’Estero.

Buongiorno Stefania, ci racconta dei suoi viaggi?
Tanti, in tutto il mondo. Appena possibile riprenderò a viaggiare. Prossima tappa il Cile, un viaggio di svago e anche di lavoro, per conoscere il nostro distributore a Santiago e per incontrare chef locali. Sono curiosa di scoprire come la cucina cilena interpreti i nostri prodotti e la cucina italiana.


Una destinazione speciale?
E’ stata la Giordania. A parte Petra, che comunque fa parte del percorso turistico, ho amato il deserto del Vadi Rum, che mi ha infuso un senso di libertà e di appartenenza al mondo. In quel grande silenzio, ho vissuto momenti di solitudine che non mi hanno intristita, al contrario, mi hanno regalato inaspettate sensazioni di grande conforto.
Ho avuto la fortuna di mangiare a casa della nostra guida e ho scoperto la comune e quotidiana cucina locale, abilmente speziata, ricca di verdure e ottima carne di agnello, che io, da buona abruzzese amante degli arrosticini, ho apprezzato moltissimo.
Una destinazione preferita?
Madera, in Portogallo, spero di tornarci al più presto.


Un consiglio per un weekend in Abruzzo?
Abito nella provincia di Pescara e tutt’intorno ci sono luoghi interessanti e località poco conosciute. Tanta bellezza e tanta storia.  Sto studiando e scoprendo le antiche abbazie medioevali di queste zone montane, strutture storicamente importanti perchè un tempo controllavano il passaggio dall’ Abruzzo verso il Tirreno.

Tra le mie preferite, la splendida San Giovanni in Venere, San Clemente a Casauria e San Bartolomeo, poco conosciuta e meno visitata, a Carpinedo della Nora.

Altra visita storica da non perdere è l’antica Abbazia del Vescovo a Penne, un borgo incantevole.
Forse una delle zone più belle dell’ Abruzzo, senz’altro una delle più suggestive è la Costa dei ‘trabocchi’, strutture che si alzano come sentinelle sul mare, paragonate da D’Annunzio a “colossali ragni” e descritti nella tragedia “Il trionfo della morte” “come “macchine che sembravano vivere della propria vita“.

Qualche ristorantino da scoprire?
In questi ultimi tempi c’è stata una grande crescita di agriturismi dove si si trova a mangiare quasi dentro casa propria, dove si preparano cibi abruzzesi del passato, come se cucinassero le nonne.


Come occupa il suo tempo libero?
Trovo che ognuno debba mettere un po’ d’arte in tutto quello che fa, dalla musica al teatro, all’arte visiva… Non mi reputo un’ artista, ho semplicemente delle visioni che traduco al computer; sono delle citazioni vive e vagamente tridimensionali che si inseriscono in quadri famosi e ne rivisitano l’essenza,  come i personaggi della Primavera del Botticelli, che ho vestito come hippies di Woodstock.

Ho scherzato anche con il famoso ‘Bacio’ di Hayez,  la ‘Dama con l’ermellino’ e Frida Kalo, tutti messaggi universali che ho rivisitato con un occhio a certe atmosfere contemporanee.

Le sue ‘master classes’ sono ormail famose…
Ho portato la mia ‘chitarra cooking class’  a San Francisco, New York, Los Angeles, Dubai.
Inizio illustrando la storia della ‘pasta alla chitarra’ e poi si passa alla realizzazione, usando  questo tipico strumento abruzzese che, secondo le mie ricerche storiche, potrebbere essere stato un vero strumento musicale, forse un’arpa da tavolo, finchè un bel giorno la padrona di casa pensò di utilizzarlo per creare dei lunghi spaghetti. E’ una classe che ha  grande successo, forse perché dimostra quanto sia facile fare una cosa che si pensava essere estremamete difficile.
Porta l’Abruzzo nel mondo…
(ride) Assolutamente si… e, ci tengo a dirlo, la ‘chitarra’ è solo abruzzese… diffidate dalle imitazioni! Ora, a causa del coronavirus, il mondo si è tristemente fermato, spero possa rinascere al più presto e che io possa riprendere a portare nuovamente la storia, la cultiura e la gastronomia abruzzese in tutto il mondo. Amo la mia meravigliosa terra!

Mi racconta ‘Le Virtù’?
E’ una tradizionale ricetta povera, un piatto del recupero che utilizzava il  vecchio e il nuovo.
La storia delle ‘virtù’ nasce proprio in questa area geografica, dove ogni 1 maggio, la tradizione vedeva il riunirsi dei contadini che portavano tutto ciò avevano conservato in casa, dai legumi secchi, alle ossa del prosciutto, alle erbe essiccate a cui aggiungevano le verdure appena colte e cucinate (perlomeno, così dice la leggenda…) da 7 vergini.

Niente pasta?
L’aggiunta della pasta è arrivata in tempi più recenti. Inizialmente veniva fatta in casa, mentre chi aveva disponibilità, la comprava nei primi pastifici del territorio.  iI 1 Maggio era un’occasione per riutilizzare la pasta avanzata durante l’anno. Fedele a questa tradizione, ho voluto produrre una pasta chiamata ‘Virtù’ che è un insieme di 7 diversi formati di pasta, che, grazie a una trafila speciale,  richiedono lo stesso tempo di cottura. Trovo che sia un piatto gustoso e un omagggio alle tradizioni, da mettere in tavola… tutto l’anno!


Ricetta classica o riivisitata?
La mia ricetta è un’interpretazione della tradizione, in maniera originale, con fave fresche, guanciale croccante, pecorino e pasta di grano 100% abruzzese. Buon 1 Maggio!

LE VIRTU’, FAVE, GUANCIALE E PECORINO

Ingredienti per 4 persone:
320 g di Virtù PrimoGrano Rustichella d’Abruzzo
200 g di fave secche
50 g di pecorino dolce grattugiato
500 g di fave fresche
120 g di guanciale
1 cipollotto fresco
1 l di Brodo vegetale
Olio extravergine d’oliva
Sale fino q.b.
Pepe nero q.b.
Preparazione:
Iniziate dai baccelli di fave fresche: apriteli, rompendo il picciolo superiore, e poi sgranate le fave con le mani. Una volta estratte, eliminate la piccola escrescenza posta a lato di ognuna di esse. Tagliate il guanciale a strisce sottili e ponetelo, senza alcun condimento, in un tegame antiaderente a rosolare a fuoco lento fino a che il grasso si scioglierà e il guanciale risulti dorato. Preparate ora le cialdine di pecorino: riscaldate una padella antiaderente, e adagiate sul fondo il pecorino aiutandovi con un coppapasta o semplicemente utilizzando un cucchiaio.
Distribuitelo in modo uniforme e fatelo sciogliere a fiamma bassa: dopo poco inizierà a fondersi e si indurirà. Spostate la padella staccate delicatamente la cialda con una paletta e giratela dall’altro lato fino a che non diventa dorato.
Una volta pronte le cialde adagiatele su un piano liscio e uniforme e fatele raffreddare da parte. Mondate e tritate un cipollotto , unite anche 4 cucchiai di olio extravergine di oliva e fatelo rosolare.
A questo punto unite le fave sgranate, mescolate.
Dopo qualche minuto, aggiungete un paio di mestoli di brodo vegetale (preparato in precedenza) e lasciate cuocere a fuoco dolce per circa 20-25 minuti.
Durante la cottura, aggiungete, ogni qual volta serva, del brodo vegetale fino a che le fave risulteranno cotte; aggiustate di sale e pepe, quindi mescolate e spegnete il fuoco.
Mettete a lessare le Virtù in abbondante acqua bollente salata e, arrivati a metà cottura, scolateli tenendo da parte un po’ della loro acqua di cottura.
Uniteli alle fave e continuate la cottura, mescolando e aggiungendo, quando serve, l’acqua di cottura tenuta da parte per renderlo più brodoso. Quando la pasta e fave sarà al dente, spegnete il fuoco, aggiungete un paio di cucchiai di olio extravergine d’oliva crudo.
Unite il guanciale e completate con la cialdina di pecorino.

INFO
Abruzzo Turismo
Rustichella d’Abruzzo
Ristorante Convivio Girasole,  Loreto Aprutino (PE)

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘Turista non Turista’




SCOPRIAMO LA CUCINA ‘GREEN’, MA CHI SARA’ IL ‘TOP GREEN CHEF’ 2020?

DI CESARE ZUCCA

Cucina green: top chefs di tutto il mondo hanno aderito a questa corrente che sta questo  avendo moltissimi seguaci, compresi noi di Weekend Premium , che siamo strati fra i primi già dal 2014. Lo dimostra il nostro ‘TOP GREEN CHEF’ Weekend Premium Award che ogni anno celebra gli Chef che si sono distinti in questo settore.  L’anno scorso il Premio è andato a Franco Aliberti del Ristorante Tre Cristi di Milano.


La redazione ed i nostri preziosi collaboratori  hanno già indicano dei nomi che abbiamo messo mettiamo in nomination, ma i giochi sono ancora aperti: Saranno infatti i nostri followers e i nostri lettori a votano o anche indicarci degli ulteriori nomi. E potranno farlo fino al primo settembre. L’esito si saprà in seguito, quando Raffele D’Argenzio, Direttore di Weekend Premium consegnerà l’ambito trofeo nel corso del rituale evento a Milano, alla presenza della stampa e di varie personalità.
Chi sarà il Top Green Chef 2020?
L’elenco dei nominati è prestigioso e la lista è ancora aperta.
Potete votare per uno dei nominati o segnalare un vostro preferito.
La premiazione avverrà a Settembre, quindi.. votate, votate!
Ecco i nominati:
Pino Cuttaia, Licata, AG
Philipp Hillebrand, Merano,
Alessandro Martellini, Valgardena,
Fabio Pisani e Andrea Negrini, Ristorante Aimo & Nadia, Milano
Simone Zanon, Ristorante Al Ronchettino, Milano
Maicol Izzo, Ristorante Piazzetta Milù, Castellammare, Napoli
Simone Basello Ristorante El Fogolar, Udine
 
Cosa significa essere un ‘green chef’?
Essere un cuoco green significa considerare la terra e fare scelte rispettose nel modo in cui prepariamo il cibo, una ricetta che possiamo seguire tutti noi per colazione, pranzo e cena.
In qualità di consumatori attenti all’ambiente, possiamo optare su utensili e elettrodomestici green o trasformare in green l’arredamento dell’ambiente dove cuciniamo giornalmente, ma sono soprattutto le cose che facciamo ogni giorno, come mangiare, che hanno il maggiore impatto sull’ambiente.


Tutto inizia in cucina…
Ecco le innovazioni e le idee design ideali per una cucina green.
Molte finestre azionabili per luce naturale e ventilazione libera.
I pavimenti preferibili sono in legno, facilmente lavabili con acqua e sapone.


Un raccoglitore per materiali compostabili vicino all’area di lavoro.
Uno spazio adeguato per tutti i materiali riciclabili.
Un valido frigorifero/congelatore ad alta efficienza energetica.
Uno spazio dove coltivare le votre erbe preferite.


Una dispensa facile da gestire che non incoraggi l’accumulo.
Un contenitore, che mantenga fresca frutta e verdura, senza richiedere refrigerazione.


Iniziamo con uno spazio di lavoro pulito. Se cucinare verde è l’ obiettivo, che si inizi con la pulizia green. Le stufe e i forni a induzione si scaldano più rapidamente e sono più del doppio efficienti nel trasferimento del calore rispetto ai bruciatori a gas e circa il 20% migliori rispetto alle primitive opzioni elettriche. Ecco perché cucinare green è una decisione importante e un modo davvero efficiente per iniziare a risparmiare energia in cucina e non solo, la cucina green infatti è sinonimo di salute.

7 consigli per cucinare green
1) Durante la cottura, coprire il cibo che state cucinando con un coperchio bollente che aiuterà la circolazione dell’aria e quello che state cucinando bollirà in minor tempo
2) Utilizzare pentole a fondo piatto  non troppo sottile (onde evitare che che il fondo venga piegato o addirittura fuso) per aderire meglio al piano cottura e rendere uniforme la diffusione del calore. Il calore, omogeneo e costante, evita che i cibi si attacchino al fondo e riduce l’utilizzo di condimento e grassi.
3) Non usare pentole grandi per dosi piccole.
4) Spegnere il fuoco qualche attimo prima della cottura desiderata. Il calore terminerà la cottura.


5) Gli avanzi richiedono meno energia per riscaldarsi. Quindi preparare abbastanza per un prossimo pasto.
6) Certi cibi che vengono preparat in pentola, come stufati, cassaroles o ratatouilles, sono compatti e meno soggetti a spazi d’aria, quindi  necessitano di meno energia per essere cucinati.
7) Nel menu aumentare l’uso di verdure, insalate e frutta. Perchè? Semplice: non richiedono alcuna cottura!

E ricordatevi che ….
Il foglio di alluminio è utile in molti modi in cucina e usarlo saggiamente può aiutarti a fare meglio per il pianeta. Alcuni tipi di fogli di alluminio sul mercato sono realizzati con materiali riciclabili, il che li rende ancora più ecologi.

E’ utilizzabile sia su cibi freddi che caldi, sostituisce pentole da forno che richiedon spesso tempo e  acqua caldo per essere pulite e dopo l’uso può essere nuovamente appiattito e riutilizzato in maniera intelligente e creativa: da salvamanglia anti pittura, quando si tinteggiano le porte, a fonte di calore salva tessuto nella stiratura di capi delicati, posizionato sotto il tessuto e passando il ferro sospeso  a qualche centimetro dal capo, per non parlare di utilizzi decorativi, dagli addobbi natalizi alla copertura di oggetti a cui vorrete dare un effetto specchio.

Cucinare in modo ecologicamente responsabile dipende anche dal modo in cui si utilizza il frigorifero. Se hai intenzione di conservare qualsiasi alimento cotto nel tuo frigorifero, dovresti lasciarlo raffreddare a temperatura ambiente per un po ‘in modo che la temperatura all’interno del tuo frigorifero non debba aumentare e consumare più energia  
È anche importante controllare la guarnizione di gomma del tuo frigorifero per accertarti che stia fornendo un isolamento adeguato.

No plastica!
Tra le celebrità italiane, Massimo Spigaroli, famoso ristoratore di Polesine di Zibello, è promotore di una curiosa iniziativa  per ripulire il Po, il bistellato Pino Cuttaia del ristorante stelato La Madia a Licata, Agrigento, è il creatore di “Nnumari”, un progetto dedicato alla sostenibilità della filiera agroalimentare nel Mediterraneo, da sempre luogo di incontro, contaminazione e integrazione, mentre Mauro Colagreco, recentemente eletto Miglior Chef del Mondo, è stato il primo a ottenere la Plastic Free Certification per aver eliminato la plastica dal suo ristorante tristellato Mirazur a Mentone. Colagreco vuole dare l’esempio e ha invitato alcuni celebri colleghi a raccogliere la sfida: Dominique Crenn, Royer, Narisawa, Atala, Roellinger.

Molti chef stellati, paladini del Km.0 coltivano frutta e verdura nei pressi del proprio ristorante. Bruno Barbieri al Fourghetti di Bologna,  Terry Giacomello a Inkiostro, Parma e Aurora Mazzucchelli (nella foto) al Marconi di Sasso Marconi, giusto per citarne alcuni dell’ Emilia e Romagna e tanti, tanti altri su e giù per l’Italia.

Quando le  stelle diventano green
Mossi dall’emergenza climatica, numerosi top chef stellati diventati paladini dell’ambiente.
Vorrei citare due piatti ‘signature’ creati da due indiscusse eccellenze della gastronomia italiana: ‘Lattuga’ di Heinz Beck e ’21-31-41′ di Enrico Crippa.
Heinz Beck è da anni pioniere della ricerca nel campo delle diete salutari, sostenitore di una cucina salubre e studioso del rapporto cibo-medicina. A Roma è al timone del ristorante “La Pergola”, certificato Green Key e da ben 10 anni premiato con 3 stelle Michelin, nella sua cucina ha adottato soluzioni green e all’avanguardia per ottimizzare al meglio i consumi energetici delle varie attrezzature.

” La protezione dell’ambiente in cui viviamo è una priorità”, ha dichiarato in un’ intervista all’ANSA. “Ritengo giusto sensibilizzare le persone, a livello globale, a fare del proprio meglio per limitare i danni e modificare gli atteggiamenti sbagliati che abbiamo o abbiamo avuto in passato e che hanno contribuito al peggioramento della situazione. Studio costantemente, insieme allo staff, per cercare di rendere ogni piatto il più sostenibile possibile, limitando gli sprechi e cercando di sfruttare anche gli scarti delle materie prime. Ad esempio nel mio “Fontana o Pomodoro” del pomodoro… non si butta via nulla.”


Uno dei suoi piatti signature si  chiama semplicemente ‘Lattuga’, ed è un omaggio alla serenella, una lattuga digestiva, ricca di potassio e magnesio, fornita da due agricoltori di Rieti. Viene cotta a 46 gradi e servita tiepida in un brodo di pollo cresciuto con fichi secchi e poi arricchita con polvere di porcino, maionnese di soya grigliata, cipolla, ravanello in carpione. Bontà inenarrabile!

Alba, Piemonte. Nell’incanto delle Langhe Enrico Crippa, executve Chef del tristellato Ristorante Piazza Duomo. ha fatto dei vegetali la punta di diamante della sua cucina. Con il prezioso aiuto dai giardinieri-ortolani Fabio Miglio, Nicola Borio e Enrico Costanza, ha realizzato uno spettacolare sistema di serre e orti dove coltiva molteplici varietà  di insalate e ortaggi, germogli di cavolo e daikon, piante marine come la martensia e la salicornia e tanta frutta. E non mancano le riscoperte, come sisaro, un antica varietà di carota tipica del Roero.

Tutte le coltivazioni vengono gestite nella totale assenza di prodotti chimici e fertilizzanti di sintesi, ma solo con preparati ammessi in coltivazione biologica e con metodo biodinamico, secondo una filosofia già applicata da anni ai vitigni Ceretto.

Il piatto green più famoso dello Chef si intitola ’21-31-41′ ed è una straordinaria (ripeto straordinaria) insalata il cui nome sta a indicare il numero di germogli, fiori e foglie che la compongono, nei diverse stagioni, Un numero sempre in variazione che in maggio tocca il top: più di 100 varietà. Crippa, persona tranquilla e affabile, sdrammatizza cosiì questa ‘opera d’arte’: ” E’ una semplice insalata, niente di cucinato, cosa strana per un cuoco, ma sempre una grande emozione”.

INFO
La Pergola, Roma 
Piazza Duomo, Alba

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘Turista non Turista’

 

 




PROSSIMO VIAGGIO: IN GIRO PER IL MONDO ALLA RICERCA DEI ‘PORTAFORTUNA’

DI CESARE ZUCCA

Amuleti, simboli, talismani: in tutto il mondo esistono i portafortuna. Perché non programmare il nostro prossimo viaggio in uno di questi paesi, accompagnati dalla protezione del loro portafortuna ? Pronti per il giro del mondo? Ecco dove andare e cosa riportare dal viaggio.

Che tu ci creda o no, le leggende sui poteri attribuiti a questi talismani hanno viaggiato attraverso mari e continenti, dai tempi più remoti, fino ad oggi. Ecco una mappa ‘fortunata’ alla ricerca del talismano (e della buona fortuna) che vorreste possedere.

Squame di carpa, Polonia
La carpa è un pasto tradizionale di Natale. E’  un pesce saporito ed è  considerato un cibo portafortuna. La tradizione dice che dovreste tenere la carpa nuotare nella vasca da bagno fino al momento di essere cucinata, ma i polacchi moderni optano per carpe belle pronte da mangiare. Dopo averlo gustata, la gente recupera delle scaglie, le pulisce e le infila nel portafogli fino alla successiva vigilia di Natale.


Cavallo Dala, Svezia
Statuetta giocattolo realizzata con gli scarti del legno, scolpiti per la prima volta centinaia di anni fa come passatempo. E’ simbolo di buona fortuna, portatore di forza e dignità. Souvenir di rigore per chi visita la Svezia.

Elefante, India
Posizionato davanti alla porta di casa o all’ ingresso dei negozi procura forza, potenza, stabilità e saggezza. Ganesha, una delle divinità indù più conosciute, ha appunto la testa di un elefante.


Higa, Brasile
Un ciondolo che raffigura un pugno chiuso con il pollice che spunta tra l’indice e il medio, un ovvio riferimento alla vagina. Si dice che distragga gli spiriti maligni dai loro propositi perversi.
E’ uno degli amuleti più usati, lo potrete trovare in corallo, quarzo rosa, legno, marmo, cristallo e persino in plastica.

Acchiappasogni, USA
Una ragnatela di corda per intrappolare gli incubi. La leggenda narra che quando il sole sorge, i brutti sogni catturati nell’acchiappasogni si dissolvono, poiché non possono sopravvivere alla luce del giorno. I nativi americani Chippewa o Ojibwa hanno progettato questi talismani per proteggere i loro bambini.

E se proprio non riuscite a dormire… puntate verso il Guatemala


Bambola preoccupata, Guatemala
Coloratissime bamboline realizzate a mano. Secondo la credenza, le persone che non riescono ad addormentarsi dovrebbero tenere vicino al letto una o più bamboline. Ci penseranno loro a scacciare le preoccupazioni e  garantire sogni d’oro.


Hamsa, Israele
L’immagine di una mano che, oltre a proteggere dal malocchio, decora casa, spazi pubblici e ufficI. Questo ciondolo protegge dall’energia negativa e porta felicità. Può essere indossato con la mano rivolta verso l’alto o verso il basso. La parola “hamsa” fa riferimento al numero cinque in ebraico e si dice che simboleggi i cinque libri della Torah.


Nazar, occhio del diavolo, Armenia, Romania, Albania, Afghanistan e Iran
Come l’Hamsa, il Nazar è pensato per proteggere dal malocchio. In genere è fatto a mano con vetro blu, bianco, azzurro e nero


Occhio di Allah, Turchia.
Amuleti a forma di occhi di vario colore. Appaiono un po’ dappertutto: nelle decorazioni per la casa, nei gioielli, e perfino nei tatuaggi. Secondo la tradizione, servirebbero a proteggere  dall’invidia e dal malocchio.

Scarabeo, Egitto
Adorato dagli antichi Egizi, veniva considerato il simbolo della resurrezione, associato con il sorgere del sole e della continua rinascita dell’Egitto. Indossare o regalare un amuleto o un ciondolo che lo raffiguri significa ancora oggi proteggersi contro tutti i mali.


Maneki Neko
Adorabili figure di gatti, spesso esposte agli ingressi dei negozi per portare fortuna ai loro proprietari. Variano per dimensioni, design e naturalmente prezzi.


Tumi, Perù
Coltello della civiltà precolombiana che abitava la zona dell’attuale Perù. Può essere d’oro, d’argento o di bronzo e viene spesso appeso al muro, perché considerato portatore di buona fortuna. E’ il simbolo nazionale ed è utilizzato nella pubblicità turistica del paese.


Maiale. Germania
Durante la fine del XIX e l’inizio del XX secolo il maiale era un popolare portafortuna in Francia, Inghilterra e Irlanda, così come in Germania e Austria, dove era – ed è tuttora – noto come Glücksschwein (“maiale di buona fortuna”). Sinonimo di prosperità, infatti durante il Medioevo, possedere dei maiali era segno di agiatezza, ancor oggi simboleggia prosperità, ricchezza e abbondanza, meglio se ben rimpinzato di monete…


Ghiande. Inghilterra
Secondo un’antica leggenda, nonostante le querce attraggano i fulmini, gli alberi che producono ghiande sono innocui, essendo stati risparmiati dal dio Thor, il creatore lampi e tuoni. Da millenni si dice che le ghiande proteggano da malattie e dolori o che accelerino il processo di guarigione.


Gris-gris, Ghana
Nato in Ghana, è emigrato nel Nord America e in Louisiana.  Pare che sia in grado di scongiurare il male e procurare la buona sorte. Avrebbe molti poteri, come attirare l’amore, far concludere affari, avere buona salute e perfino far smettere di spettegolare. Da raccomandare ai tipi troppo gossip.

Zampa di coniglio, USA
Molti lo tengono appeso al portachiavi. Tra i presunti seguaci di questo amuleto, vengono citati l’attrice Sarah Jessica Parker e il presidente Franklin Delano Roosevelt.  La credenza dice che procuri non solo buona fortuna, ma sia anche in grado di aumentare la fertilità.

Ferro di cavallo
Portafortuna storico: dall”arte islamica e dall’iconografia egiziana fino alle moderne abitudini degli Americani. Si dice che un ferro di cavallo appeso sulla porta (rigorosamente con le punte verso il basso) tenga lontane le forze negative e riversi buona fortuna su tutti coloro che entrano in casa.

Buddha che ride,Tailandia
Sebbene il Buddha ridente possa essere trovato in culture di tutto il mondo, è prevalentemente presente in Tailandia e India. Simboleggia la felicità e l’abbondanza perché il Buddha che ride non è mai infelice. Ma attenzione, sarete fortunati solo se ogni giorno gli accarezzete dolcemente lo stomaco, con  un atteggiamento positivo. Niente solletico, altrimenti…

Dente di alligatore
Per chi gioca d’azzardo o lavora nel settore finanziario o si cimenta in sport estremi. Spesso appeso al collo di qualche surfista americano o australiano che, oltre alla bravura, deve avere un pizzico di fortuna. un po’ hippie, un po’ anni ’70, perfetto per un look vintage.

E IN ITALIA ? ….
GIRATE PAGINA PER SCOPRIRE I TALISMANI ‘MADE IN ITALY’..

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Portafortuna di tutto il mondo. Andiamo in Italia?

Cornicello, Napoli
Si dice che già nel 3500 A.C. si appendessero corna di animali fuori dalla porta, come augurio di benessere, fertilità e matrimonio felice. Col passare del tempo, il corno iniziò ad essere lavorato a mano, modellato con la silhouette di un peperoncino e dipinto di rosso. Il cornetto è diventato un portafotuna in tutto il mondo, ma, inutile dirlo, quello’verace’ lo troverete a Napoli, magari in una delle tante bancarelle del vivace quartiere Spaccanapoli.


Toro, Milano
Nel cuore della città vi aspetta la meravigliosa Galleria in Piazza Duomo, con i suoi negozi superlusso. Ma arrivati nel centro, guardate in basso e troverete un toro mosaicato che, poverino, ha i testicoli un po’ malconci… E’ infatti un classico portafortuna posare il calcagno (destro, mi raccomando…) e fare almeno un giro completo, magari immortalato da un video selfie….

Delfino, Roma
Si dice che anticamente, i marinai romani che trascorrevano molti mesi in mare, fossero informati dall’apparire dei delfini che la terra e le proprie abitazioni fossero vicine. Magnificamente rappresentato in affreschi, mosaici e monete, il delfino era ed è ritenuto un simbolo di protezione e un messaggio di pace. Indossare un ciondolo con il delfino significa simbolicamene che state percorrendo il percorso giusto.

Quadrifoglio, Irlanda e …Dolomiti
Una leggenda cristiana afferma che Eva prese con sé un quadrifoglio dopo essere stata bandita dal Paradiso, proprio per non dimenticare la bellezza del luogo che stava lasciando.
Già nel 1620 la letturatura celtica parla di questo rarissimo talismano (pare ce ne sia 1 su 10.000) reputato messaggero di 4 “fortune”, una per ogni foglia: rispetto, abbondanza, amore, salute.


E’ un iconico simbolo irlandese, ma p
erchè l’ho collocato anche tra le verdi vallate dominate dalle Dolomiti? Semplice, perchè ogni anno amo passare qualche giornata in quelle zone e regolarmente, dico regolarmento, trovo un quadrifoglio…   Fortuna? Casualità? Chissà …
Mi ha portato fortuna?…
Dei talismani non c’è dato di rivelare gli effetti…perderebbero i loro poteri.

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘Turista non Turista’

 

 

 




PASQUA: ANDREA BERTON CI PROPONE UN MENU DA REALIZZARE FACILMENTE A CASA E LANCIA I SUOI ‘RESTAURANT BONDS’

DI CESARE ZUCCA
La Pasqua è vicina: Andrea Berton, patron dell’omonimo ristorante stellato in Porta Nuova a Milano, ci propone un menu pasquale da realizzare facilmente a casa e ci parla della sua iniziativa che permette di “investire” sul suo ristorante acquistando un voucher per una cena per due persone che comprende un calice di aperitivo e un menù degustazione realizzato per l’occasione dallo chef al costo di 150€. I bonds sono utilizzabili dal momento della riapertura del Ristorante Berton e fruibili entro il 20 dicembre 2020:

Lo slogan è “Acquisti oggi una cena per una persona, per poter mangiare domani in due”
Mi parla della sua iniziativa ‘restaurant bond’?
Ho pensato che con la vendita di questi voucher potevamo ridurre l’impatto economico causato dalle necessarie misure di prevenzione adottate. Acquistare un voucher non è solo una questione di investimento, bensì un modo per lanciare un messaggio di fiducia sul fatto che questa crisi finirà e il settore della ristorazione si riprenderà.”
Un’ iniziativa-messaggio?
Si, un messaggio che afferma “noi non ci arrendiamo” e che vuol essere un segnale positivo in questo periodo di grande incertezza per tutti noi.
Ci racconta il suo menu pasquale?
Ho pensato a quattro piatti piatti che potessero rappresentare questa festività.
In alternativa alla colomba ho voluto proporre la meringa, facile da realizzare.
Un suggerimento per il vino? 
Un’ottima bollicina italiana, da Ca’ del Bosco a Ferrari,… beviamo italiano!
Un suo speciale ricordo legato alla Pasqua? 
Quando ero bambino mi piaceva prendere la colomba, arrostirla sul fuoco per caramelizzare i canditi e lo zucchero…
Ecco il menu pasquale firmato Andrea Berton (e facilmente realizzabile a casa vostra)

CODE DI GAMBERETTI CON LATTUGA E SALSA ROSA

Ingredienti per 4 persone
PER I GAMBERETTI:
28 gamberetti
Sale
Pepe
Olio extravergine di oliva
Pulire i gamberetti dai carapaci, eliminare l’intestino e rosolarli con olio in padella, solamente da un lato. Condire con sale e pepe e appoggiare su di un piatto.
PER LA LATTUGA:
4 piccoli cespi di lattuga
Sale
Pepe
Olio extravergine di oliva
Lavare le lattughe. Condire con sale, pepe ed olio extravergine di oliva.
PER LA SALSA DI POMODORO:
200 gr di pomodorini
10 foglie di basilico
1 cipolla bianca piccola
50 gr di olio extravergine di oliva
Lavare e tagliare finemente la cipolla, rosolare in casseruola con un filo di olio extravergine di oliva. Aggiungere i pomodorini tagliati a metà e lasciare cuocere per 15 minuti. Regolare di sale, frullare fino ad ottenere una crema molto liscia.
PER LA MAIONESE:
2 tuorli d’uovo
3 gr di aceto
25 gr di succo di limone
250 gr di olio di semi di arachidi
Sale
Pepe
Prendere le uova a temperatura ambiente e dividere i tuorli dagli albumi. mettere i tuorli in una ciotola dai bordi alti, salare e pepare. Versate l’aceto e incominciate a lavorare gli ingredienti con uno sbattitore elettrico. Mentre state montando le uova, versare anche l’olio di semi molto lentamente, creando un filo sottile d’olio e mescolando sempre nello stesso senso fino ad ottenere una salsa densa (per non far impazzire la maionese bisogna evitare di aggiungere troppo olio in una volta, impedendone il corretto emulsionamento con il tuorlo). Quando la maionese è montata, terminate aggiungendo il succo di limone; lavorate ancora con le fruste fino ad ottenere una consistenza omogenea e compatta.
PER LA SALSA ROSA:
80 gr di crema di pomodoro
300 gr di maionese
Unire entrambre le salse. Riporre in un contenitore e conservare in frigorifero.
PER LIMPIATTAMENTO:
Appoggiare su un piatto liscio la lattuga condita, mettere dei ciuffetti di salsa rosa sopra la lattuga e completare con le code dei gamberi.

PARMIGIANA DI MELANZANE

Ingredienti per 4 persone
PER LA SALSA DI POMODORO:
1 spicchio di aglio
2 scalogni
20 pomodorini pelati
50 gr di olio extravergine di oliva
2 gr di sale fino
0,3 gr di pepe
10 foglie di Basilico
Tagliare a fettine lo scalogno, versarlo in casseruola e aggiungere l’aglio in camicia e l’olio,stufare qualche minuto e aggiungere i pomodorini precedentemente pelati. Lasciare cuocere per 10 minuti e aggiungere le foglie di basilico, salare e pepare.
PER LE MELANZANE FRITTE:
2 melanzane viola già pelate
1 l di olio di semi di arachidi
3 uova
80 gr di Grana Padano
100 gr di farina
sale
pepe
Tagliare le melanzane a fette dello spessore di 2 cm. Salarle e metterle sotto un peso per almeno 12 ore, scolarle e asciugarle con la carta assorbente alimentare. Rompere le uova in una ciotola,aggiungere il grana Padano, mescolare il tutto, salare e pepare. Passare le fette di melanzana prima nella farina e poi nell’uovo. Friggerle nell’olio di semi, scolarle e asciugarle su carta assorbente alimentare.
PER LA MOZZARELLA:
250 gr di mozzarella fior di latte
Tagliare la mozzarella a fette sottilissime e appoggiarle su carta assorbente.
200 gr di Grana Padano
20 foglie di basilico
Mettere su una teglia da forno a strati prima le fette di melanzana, poi la crema di pomodoro, le fette di mozzarella,il Grana Padano ed il basilico. Ripetere la stessa operazione altre due volte, per creare gli strati. Cuocere in forno per 20 minuti a 180 gradi.
PER L’IMPIATTAMENTO:
Prima di tagliare la parmigiana attendere qualche minuto che si abasdsi la temperatura, quindi tagliare delle porzioni a forma quadrata e impiattare con della salsa pomodoro.

COTOLETTA DI AGNELLO CON GUACAMOLE E CHIPS DI PATATE

Ingredienti per 4 persone
PER L’AGNELLO:

2 carré di agnello da 400 gr cadauno
100 gr di olio extra vergine d’oliva
2 rametti di timo
2 spicchi di aglio
100 gr di burro
Rosolare i carré in padella con dell’olio e burro, aggiungere l’aglio in camicia schiacciato, il timo e continuare la cottura nappando con un cucchiaio i carré, terminare la cottura in forno a 180° per 15 min.
PER L’AVOCADO:
2 avocado molti maturi
1 cipollotto
Succo di lime
Sale
Olio extravergine di oliva
5 gocce di Tabasco
Pulire e tagliare molto sottile il cipollotto. Ricavare la polpa dell’avocado e metterlo in una scodella, aggiungere il succo di lime, il cipollotto ed il tabasco. Aggiustare di sale e olio.
PER LE CHIPS DI PATATE:
3 patate grosse
1 l di olio di semi di arachidi
Sale
20 gr di aceto
Pelare le patate e tagliarle a fette sottilissime. Sbollentare in acqua, con sale e aceto per 20 secondi e raffreddarle in acqua e ghiaccio. Asciugare su carta assorbente e friggere. Appoggiarle su carta per eliminare l’olio in eccesso.
IMPIATTAMENTO:
Mettere la costoletta d’agnello tagliata nel piatto aggiungere la crema di avocado. Appoggiare sopra le chips di patate fritte e completare con il sugo di cottura.
E  P E R   F I N I R E…
M E R I N G A T A   C O N   C R E M A   D I   G I A N D U I A   E   G E L A T O   A L   P A N E
IngredientI per 4 persone
PER LA MERINGA:
250 gr di albume a temperatura ambiente
350 gr di zucchero semolato
280 gr di zucchero a velo
Montare tutti gli ingredienti in planetaria. Formare 8 dischi del diametro di 8 cm e spessore 0,8cm. Con il resto del composto fare dei bastoncini lunghi 8 cm.
Disidratare in forno per 7 ore a 60°. Staccare e appoggiare su un piatto.
PER LA CREMA DI GIANDUIA:
300 gr di latte
20 gr di glucosio
15 gr di gelatina
445 gr di cioccolato gianduia
20 gr di burro di cacao
625 gr di panna
Portare a bollore latte e glucosio, aggiungere la gelatina precedentemente reidratata, versare sul cioccolato gianduia e il burro di cacao. Portare a 45° e aggiungere la panna, mescolare e lasciare riposare 24 ore in frigorifero a 4°. Montare in planetaria fino ad ottenere una consistenza cremosa e solida
PER IL GELATO AL PANE:
250 gr di latte
250 gr di panna
7 tuorli
50 gr di zucchero
250 gr di pane tostato
Mescolare i tuorli con lo zucchero, aggiungere il latte e la panna dopo verli fatti bollire e cuocere sempre mescolando delicatamente fino a quando il composto non arriva alla temperatura di 82°, quindi passare la salsa ad un colino e lasciarla raffreddare 12 ore a 4°. Quindi frullare la crema con il pane tostato e metterla a mantecare in gelatiera.
PER L’IMPIATTAMENTO:
Sovrapporre i dischi di meringa con al centro la crema di gianduia, appoggiare a fianco i bastoncini di meringa e completare con il gelato al pane.

INFO

Berton, Milano
Via Mike Bongiorno 13, Milano
https://www.ristoranteberton.com/
Per informazioni o  acquisto deI bonds scrivete a info@ristoranteberton.com

CESARE ZUCCA
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COME VOLARE OGGI : CON DISCIPLINA, SENZA PAURA, MENO STRESS

DI CESARE ZUCCA  –
Si chiama ‘aviofobia’ cioè paura dell’aereo, è piuttosto comune, infatti risulterebbe che 1 persona su 6 abbia paura di volare. Questa paura si manifesta in modi diversi. Per alcuni è la brutta sensazione di perdere il controllo o il timore dell’altezza, per altri è claustrofobia, per altri ancora il terrore di un attacco di panico. Oggi si è aggiunta un’altra paura: il rischio di un  possibile contagio di coronavirus.

Vediamo cosa alcune compagnie aeree hanno studiato e, se saliremo in aereo, come  possiamo viaggiare più sicuri, meno tesi, più rilassati.
Straordinarie disinfestazioni negli aereoporti e a bordo, misurazione della temperatura  oltra a numerose misure per ridurre notevolmente il contatto tra passeggeri ed equipaggio, nonché tra passeggeri.
In molti aerei lo shopping in volo è stato sospeso e il servizio di bordo è stato ridotto in tutte le cabine al fine di limitare l’eventuale contatto a mano. I saponi sanificanti standardizzati sono disponibili nei bagni. Molte compagnie consentono ai membri dell’equipaggio di indossare  mascherine e sempre i guanti.

American Airlines ha iniziato l’assegnazione dei posti seguendo le istruzioni social distancing cioè lasciando lo spazio suggerito tra passeggeri e bloccando tutti i posti centrali e, per evitare contatto con il personale di bordo, sospendendo la distribuzione di cibo nei voli brevi.


Lufthansa ha introdotto ulteriori misure al fine di soddisfare le raccomandazioni di mantenere la distanza fisica durante la crisi del coronavirus.
A partire dal 27 marzo, tutti i posti adiacenti nelle classi Economy e Premium Economy su tutti i voli Lufthansa in partenza dalla Germania, compresi i voli nazionali. saranno bloccati e tenuti liberi. su tutti i voli, ad eccezione dei voli per la Germania, data la massima priorità di riportare in patria quante più persone possibile.


Al fine di evitare affollati trasferimenti in autobus da e per gli aerei, Lufthansa si sta organizzando per far sbarcare i passeggeri vicino alle uscite e se ciò non è possibile, è stato  prediscposto un ervizio che prevede il doppio degli autobus rispetto al solito.
Molte altre compagnie stanno adottando nuovi sistemi di sicurezze, vi terremo informati.

In volo
Durante il viaggio, si devono applicare i corretti comportamenti di “igiene delle vie respiratorie”, come starnutire o tossire in un fazzoletto, utilizzare una mascherina e gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino, lavare spesso le mani con acqua e sapone o con soluzioni alcoliche.


Prima di tutto
Prima della partenza  è raccomandabile di bere molta acqua per prevenire i disagi osservati dalla variazione di altitudine. E’ anche uno dei metodi più efficaci per ridurre il rischio di eventuali trombosi venosi per le donne in gravidanza o passeggeri con problemi di salute.
Evitare bevande eccitanti, niente caffè, the o bevande energetiche, che rischierebbero di aumentare notevolmente lo stato di ansia. Molto meglio una cioccolata o una rilassante tisana.


Con calma…
Arrivare in anticipo in aeroporto Questo permette di non correre, di fare il check-in con calma o, se lo si è già fatto on-line, di abituarsi all’idea che si sta per prendere un aereo.
Lettura e musica
Quel ibro che avete incominciato e mail finito? Ottima soluzione per passare il tempo e una buona idea per distrarsi durante il volo, evitando di prestare eccessiva attenzione a rumori o temere turbolenze. Lo stesso effetto può avere la musica, magari quella che vi ricorda quacosa di piacevole, insomma una complitation relax! Chiudere gli occhi e lasciarsi andare, magare con una mascherina salva occhio e. solo in casi estremi, con ansiolitici in gocce o pastiglie.


Palestra ad alta quota
Mantenersi attivi durante un volo non solo fornisce un’ utile movimentazione  ma aiuta anche a ridurre il rischio di coagulazione del sangue.

Come eseguire un allenamento fitness in volo?
Girate pagina e lo scoprirete….

Come eseguire un allenamento fitness in volo?
Ecco dei suggerimenti che certamente vi consentiranno di sgranchirvi quanto basta per trascorrere in maniera più rilassata il vostro viaggio.


Collo e testa
E’ importante muovere la testa: fate  più volte “sì” e “no” con la testa, poi piegatela a destra e a sinistra, e infine disegnate cerchi prima in un verso e poi nell’altro, un semplice esercizio che aiuta a contrastare la pressione causata dall’alta quota. Aprite e chiudete la bocca ampiamente, sbadigliate, fate le boccacce… beh forse farete delle facce strane e qualcuno vi guarderà incuriosito, no problem… l’importante è che voi vi sentiate meglio.

Mani e braccia
Iniziate con i polsi, fletteteli su e giù, poi alzate entrambe le mani sopra la testa, per quanto possibile. Con una mano, afferrate il gomito del braccio opposto e tirate delicatamente da un lato. Mantenete l’allungamento per 15 secondi. Ripetete dall’altra parte. Per sciogliere le spalle, rotatele avanti e indietro , esercizio molto rilassante.
Mettete la mano destra sopra la spalla sinistra. Posizionate la mano sinistra dietro il gomito destro e premete delicatamente il gomito verso la spalla. Mantenete l’allungamento per 15 secondi. Ripetete dall’altra parte per 15 secondi.

Piedi e gambe 
Siedetevi sul sedile con i piedi piatti, alla larghezza dei fianchi e direttamente sotto le ginocchia. Alzate e abbassate prima le punte, poi i talloni per cinque secondi per una decina di volta, respirando mormalmente .
Allungate le gambe sotto il sedile di fronte. Sollevate leggermente una gamba in modo che sia diritta e ruotate il piede in senso orario alla caviglia 15 volte, quindi in senso antiorario per altre 15 volte. Ripetete questa azione con l’altra gamba.

Esercizio in fila per il l bagno e nel corridoio
Divaricate leggermente i piedi e, se c’è spazio, stendete le mani oppure posizionatele sui fianchi. Piegatevi sulle ginocchia e sieditevi. Ritornate in posizione eretta. Ripetete circa 5 volte. Questo aiuta a flettere le ginocchia e fa fluire il sangue attraverso le gambe e i fianchi.
State in piedi con i piedi uniti e piegatevi verso il basso in vita per toccare i piedi. Questo esercizio  allunga e allevia la tensione muscolare posteriore.
Se il corridoio è vuoto, approfittatene: afferrate i braccioli su entrambi i lati. Stringete gli addominali e sollevate le gambe dritte davanti a voi, usando solo addominali e braccia per sollevare le gambe. Non saltate. Ripetete 10 volte.

Compagni di viaggio
Per chi è ancora vittima di insofferenze a bordo e paranoie in volo, ecco il rimedio: relax! Sono stati inventati un’infinità di gadget anti-stress, come mascherine antiluce fornite di tappi antirumore o formidabili cuscinotti salvacollo che vanno dall’antiallergico all’ergonomico a quello da ancorare al sediel, fino a quello terapeutico imbottito di grano saraceno.Occhio alla pelle
Il volo disidrata e raggrinzisce. Khiel’s, la più antica e rinomata fabbrica americana di creme per il corpo, presente anche in Italia, propone una linea di prodotti a base di ginseng tibetano e fiori di cactus studiati appositamente per il volo, come il midnight recovery concentrate e l’idratante 24/7 activate moisturizer per l’arrivo dopo un lungo viaggio, il facial fuel eye per‘sgonfiare’ gli occhi e poi ancora il first class per le mani, mentre per il viso basterà una spruzzata diel magico spay in-flight refreshing facial mist.

Paurosi… tutti a scuola!
Pare infallibile il corso online “Fearless Flyer (Viaggiatore senza Paura) di EasyJet capitanato, è proprio il caso di dirlo, da un Capitano di Volo della compagnia. Il corso mira a rimuovere le emozioni negative causate dagli aspetti tecnici, come atterraggio, rumori, turbolenze e disturbi psicologici.

E per finire…
Una dritta americana per voi e per i vostri amici timorosi.
“Wear a hat!” Mettiti un cappello! Una ricerca eseguita a Boston, ha scientificamente provato che la semplice azione di indossare un cappellino può ridurre la paura e farvi sentire più al sicuro. Insomma, volare sicuri, sereni e meglio!

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CARMINE CHIARELLI: “… una popolare ricetta pugliese sinonimo di lavoro, vita, serenità”

DI CESARE ZUCCA

Benvenuti al ristorante Borgo Valle Rita, locato nell’omonimo resort, all’incrocio fra Puglia e Basilicata. Un territorio dove le testimonianze delle antiche tradizioni contadine sono ancora vive e contribuiscono a creare un’atmosfera unica.

Al timone il giovane Chef Carmine Chiarelli che si è formato alla scuola Les Chefs Blancs di Igles Corelli e nella cucina di Masseria Perino sotto la guida di Michele Rotondo. Il suo è un “ritorno a casa” dopo esperienze che lo hanno fatto crescere, come lo stage da Cinque di Enrico Bartolini e la collaborazione con l’amico chef Salvatore Amato, con il quale per due anni ha ricoperto il ruolo di sous chef a Borgo Valle Rita, per poi prenderne in mano le redini nella terza stagione.

Il tuo weekend preferito?
Il mio weekend preferito… sarà il prossimo, quello che farò quando il pericolo di questo maledetto contagio sarà finalmente finito. Tornerà l’eccitazione dei preparativi, l’emozione della partenza, la gioia di scoprire e vivere nuove realtà fino a quel momento solo immaginate.
Conosci qualche destinazione pugliese tutta da scoprire?
Suggerirei alcuni itinerari naturalistici adatti per tutte le età e in qualsiasi periodo dell’anno: il Parco naturale regionale Terra delle Gravine che si estende nelle province di Brindisi e di Taranto, nella zona delle Murge e la Riserva Naturale La Stornara tra Puglia e Basilicata, sullo Ionio.

Sono posti fuori dai circuiti turistici e valgono davvero di essere visitati. Anch’io, quando posso, amo avventurarmi alla scoperta del mio territorio. Ho una praticissima 500 X e, se possibile, uso la mia bici. Ci sono tanti luoghi meravigliosi qui nei dintorni.


Qualche citazione territoriale del tuo menu?
Fave e cicoria con polpo e peperone crusco, dove un elemento tipico della cucina di Matera “contamina” uno dei piatti-icona di quella pugliese e poi la triglia con fonduta di Pallone di Gravina, cime di rapa e pomodoro confit, dove il pesce si accompagna al formaggio Presidio Slow Food prodotto da caseifici “a km 0”


Qualche abbinamento‘coraggioso’?
Certo, la mia ‘melanzana laccata al miele con tartare di olive e pomodorini,’ o la ‘spuma di canestrato e porcini servita nel guscio d’uovo’. Mi piace aggiungere un pizzico di ironia, come le
‘linguine integrali con fonduta di canestrato, pepe, polpa di ricci e liquirizia’, che evocano ironicamente il classico cacio e pepe, come vedi, anche nei piatti più audaci, compaiono i prodotti tipici della mia terra.


Mi hanno detto che Valle Rita nasconde una leggenda …
Si, le stanze erano un tempo destinate alle raccoglitrici di tabacco in arrivo dal Salento: si narra che la bellezza di queste donne attraesse stuoli di corteggiatori, disposti a fare decine di chilometri per corteggiarle.


Beh, oggi l’attrazione sei tu è il tuo menu! Un piatto ‘signature’?
(
sorride) Un piatto che trae ispirazione dall’orto, dal mare e dalle ricette della tradizione: mezzo pacchero con cime di rape, croccante di tarallo pugliese e gamberi rossi di Porto Santo Spirito.


Quanto c’è di ‘green’nella tua cucina?
L’’impegno per la lotta allo spreco e l’utilizzo di tante verdure che sono spesso ingredienti alla base dei miei piatti stagionali, come i ‘taglierini con crema di zucca e funghi porcini, insaporiti da capocollo croccante’.


Qual è il tuo primo ricordo in cucina?
Nonna Elisa, bravissima nei dolci, specialmente quelli che mi preparava per colazione e quelli della merendine estive. È stata lei l’ispirazione per il mio ‘pane di Laterza con crema inglese al caffè, caramellato e servito con gelato di latte di pecora e gel di San Marzano Borsci’


La tua ricetta?
Ho preso ispirazione da un piatto ‘povero’ della tradizione rurale pugliese: la cialledda, che In origine era chiamata “colazione del mietitore”, perché veniva consumata dai contadini durante il lavoro nei campi. Una citazione, ma anche un simbolo di speranza, che tutti possano tornare al più presto al lavoro, alla vita, alla serentà.

CIALLEDDA PULIESE CON BURRATA DI MASSERIA, POMODORO ARROSTO E BASILICO

PER LA CIALLEDDA:
Pane raffermo 150gr
Pomodorino 70gr
Sedano 30gr
Cetriolo 30gr
Cipolla rossa 20gr
Aglio 1 spicchio
Origano q.b
Sale q.b
Pepe q.b
Aceto q.b
Basilico 5 foglie
PROCEDIMENTO:
Tostare il pane in forno e tagliarlo in cubetti regolari da 1cm circa. Mettere la cipolla in aceto. Tagliare i pomodori, il sedano e il cetriolo, condire con olio, sale, pepe e origano. Aggiungere la cipolla, precedentemente bagnata con l’aceto, una julienne di basilico e amalgamare il tutto. Sottovuotare al 100% e far riposare una notte in frigorifero.

PER IL CREMOSO DI BASILICO:
Basilico 50gr
Pinoli 70gr
Acqua frizzante 30gr
Olio evo 35gr
Sale q.b
PROCEDIMENTO:
Sbollentare il basilico e raffreddare in acqua e ghiaccio. Frullare con la restante parte degli ingredienti sino ad ottenere un’emulsione stabile.

PER IL GEL DI POMODORO ARROSTO:
Pomodoro ramato 500gr
Aglio 1 spicchio
Olio evo q.b
Sale q.b
Zucchero q.b
Origano q.b
Salsa di soia 20gr
Acqua 120gr
Gelcrem 30gr
PROCEDIMENTO:
Tagliare i pomodori a metà e condirlo con sale, zucchero, aglio, olio, soia ed origano. Arrostire i pomodori in forno a 200 gradi per 25 minuti, dopodiché frullarli e passarli al setaccio. Aggiungere il gelcrem, frullare per 3 minuti e lasciare raffreddare in frigo per 1 ora. Rifrullare per 1 minuto sino al raggiungimento della consistenza voluta.

PER LA FINITURA DEL PIATTO:
Burrata di masseria 80gr
Polvere di basilico q.b
Polvere di pomodoro q.b
Polvere di rapa rossa q.b
Polvere di sedano q.b
Polvere di limone nero q.b
Olio evo q.b
Germogli di basilico rosso q.b
Germogli di acetosella q.b
Germogli di cerfoglio q.b
PROCEDIMENTO:
Disporre la cialledda su di un piatto piano, aiutandosi con un ring di acciaio. Tagliare la burrata a metà, condirla con le polveri e l’olio evo, dopodiché adagiarla sulla cialledda e completare il piatto con qualche spuntone di pomodoro arrosto e di basilico. Servire.

INFO
Ristorante Borgo Valle Rita
C.da Girifalco – Ginosa (Ta)
info@vallerita.it

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘Turista non Turista’




RIGA: 8 MOSSE PER SCOPRIRE LA ‘GEMMA DEL BALTICO’, COSA FARE, DOVE ALLOGGIARE E DOVE MANGIARE

TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA

La quarantena passerà… i nostri sogni si avvereranno e ritornerà la gioia di viaggiare e di scoprire nuovi luoghi. La lista dei nostri ‘city break’ si arricchirà di nuove destinazioni e nuove avventure…
Incominciamo con una splendida meta: Riga, capitale della Lettonia e patrimonio UNESCO. Ci attende ’incantesimo della città vecchia, il più grande mercato d’Europa, lo zoo più antico, lo spettacolare quartiere Art Noveau, la sbalorditiva architettonici e tanto altro…


Tappa intelligente e economica. Potete visitarla a piedi, visto che la maggior parte delle attrazioni sono vicine tra loro. Troverete alberghi e ostelli a tutte le tariffe e cibo a prezzi ragionevoli. Una meta ideale in estate quando il clima locale è più mite. Vi suggerirò inoltre dove alloggiare e dove dormire. Ecco otto motivi per inserire questa ‘gemma baltica’ nella lista dei vostri prossimi viaggi.

1) Città Unesco, città green
Il centro storico, proclamato patrimonio mondiale dall’UNESCO, offre una combinazione unica di influenze orientali e occidentali. Il cuore della città è la Town Hall Square su cui prospetta il meraviglioso Palazzo delle Teste Nere.

A due passi dal centro storico troverete la grande Cattedrale della Natività con il suo straordinario tetto dorato, il Museo dell’Occupazione e il Vermanes Park, uno dei tanti meravigliosi spazi verdi della città come Bastejkalna Park impreziosito da romantici giochi d’acqua. l’Esplanade, il Parco Kronvalda con tanto di fontana danzante, una pagoda cinese e piste per pattinare e Bastion Hill, adiacente all’iconico Monumento alla Libertà che per i lettoni rappresenta l’indipendenza dalla Russia e che stranamente non fu abbattuto dai russi durante l’occupazione.


2) Scopriamo la città
Vi consiglio di salire sul campanile della chiesa di San Pietro per una vista mozzafiato sugli oltre 500 edifici dai diversi stili architettonici: gotico, barocco, modernismo e art nouveau. E non mancano le curiosità come i Tre Fratelli, tre case vicine costruite ognuna in un secolo diverso oppure il vicolo Rozena, così stretto che se allargate le braccia potete toccare le pareti opposte.


3) La Parigi del Baltico.
Lasciatevi incantare dal Quartiere Art Nouveau, tra le vie Alberta e Elisabeth. Incontrerete magici palazzi decorati con animali, costellazioni, ghirlande, sfingi e meduse, in un meraviglioso mix di tonilità bianche e azzurre. C’è anche una deliziosa boutique–souvenir in tema  mentre ragazze in costume d’epoca animano il piccolo, imperdibile museo. Un vero trionfo del liberty…da far invidia ai parigini…


4) Mega mercato
Cinque hangar Zeppelin della prima guerra mondiale ospitano il colossale Central Market, il piu grande d’Europa, animato da più di 3.000 venditori di carne, pesce, latticini. E’ un vero paradiso green: ravanelli, carote, acetoselle, insalate e frutta. ll mercato trasuda di colore, di primizie e di una straordinaria gamma di sottaceti e di specialità firmate Sturitis Pelmenim, tra cui gli gnocchi di carne arrotolati a mano serviti in un delizioso brodo con una cucchiaiata di panna acida.


Nel weekend il mercato più popolare è Agenskalna, nel quartiere di Kalnciema, dove potrete assaporare il delicato succo di betulla: dolce e ricco di antiossidanti.


5) C’era una volta…
A solo mezz’ora di macchina dal centro di Riga, lungo la riva del lago Jugla, troverete il Il Museo Etnografico Lettone uno dei musei all’aperto più grandi e antichi d’Europa. 118 edifici storici da tutte le regioni della Lettonia: Kurzeme, Vidzeme, Zemgale e Latgale. Gli edifici sono stati allestiti per dare ai visitatori un senso del paesaggio e della vita rurale della Lettonia.

6) Cibo lettone
Speck, pane di segale, pancake di patate, l’anguilla affumicata, le ‘tapas lettoni’, pane servito con una varietà di salse diverse come il sambuco o la panna acida con aneto, mentre i più audaci posso optare per la lampreda marinata affumicata, iniziando rigorosamente dalla testa, davvero brutta, ma buona…Per un pranzo budget consiglio la catena di buffet Lido e Kolonade che serve specialità locali e un’ eccellente selezione di vini. Da non perdere la tradizionale Šaltibarščia squisita zuppa di barbabietole.

7) Birra!
Sei un fan della birra luppolata? Latviabeerfest, la cui edizione 2020 è prevista per fine maggio, La grande festa accoglie oltre 500 tipi di birra della Lettonia. Birra, cibo e allegria!

8) Weekend al mare?
Jurmala, detta la Perla della Lettonia, è una striscia di 30 km di sabbia bianca di fronte al Golfo.
È il più grande resort dei Paesi Baltici con molte pensioni in legno, ville liberty e hotel spa. Raggiungibile in 20 minuti con il treno che corre lungo la costa da Lielupe fino a Majori, dove, oltre a un utile centro di informazioni turistiche, troverete bar, ristoranti e il delizioso Simply Beach House, proprio in riva al mare.

Dove alloggiare
Grand Palace
5 stelle ben meritate Stile e classe si avvertono subito, dalla reception al lounge dove e’ possibile portare e centellinare il proprio liquore preferito e custodirlo in un’apposita bacheca personalizzata dal proprio nome. Nella Suite Restaurant, a metà tra una serra e un jardin d’hiver viene servito un immenso breakfast con chef a disposizione. Per gli amanti della caccia l’ hotel organizza avvincenti battute nei famosi boschi della Lettonia.


Royal Square
Cetralissimo, contemporaneo. Nel ristorante Desiderata, aleggia un’ atmosfera fiabesca e I pavimenti trasparenti danno sulle antiche mura della citta’. La Royal Suite, un trionfo di oro e nero, e’ perfetta per una Barbie regale, non per niente e’ la preferita di Paris Hilton.


Bergs
Design, comodita’, colori e dettagli a cominciare dai camini ai comodissimi letti. Tuttintorno si svolge l’ architettura d’ avanguardia del Bergs Bazaar, un agglomerate di boutiques moda, shop tendenza, gallerie d’arte e invitanti bar.


Old city
Azzeccato incontro tra antico e contemporaneo. Collega la parte antica e tradizionale a quella nuovissima, dove le camere sono praticamente scavate nelle mura della vecchia citta’. Tappezzati da souvenir fotografici della Riga del passato.

Dove mangiare
Soluzioni pratiche e prezzi interessanti:
Kalku
per un pranzo a buon mercato, disinvolto, magari nel dehors.
Le Dome preferito dai locali
Fabrikas Restorans cucina contemporanea in una ex fabbrica sulle rive del fiume Daugava
Passiamo a qualcosa di più impegnativo:
Renomme’
Nello fasto e nello splendore dell’ esclusivo Hotel Gallery Park , mete preferita da diplomatici e capi di stato. E’ stato incluso nella lista dei 5 migliori ristoranti d’Europa. Le specialita’ lettoni sono servite in una perfetto armonia di gusto e presentazine. Insuperabile classica beetroot , la tradizionale zuppa di barbabietole rosse con uovo e formaggio feta.


Vincents
Preparatevi a un viaggio nel gusto, nella tradizione e nell’ originalita’. Protagonista (da Oscar ) e’ chef Martins Ritins, popolarissimo anche in TV , che conquista i suoi ammiratori con piatti dagli ingredient esclusivi e raffinatissimi, provenienti da piccole produzioni artigianali. Martins non ha mancato di soprendere ospiti illustri come il Principe Carlo d’Inghilterra , Elton John, l’Imperatore del Giappone e…anche me, quando per servirmi un’anatra al vino rosso ne ha letteralmente stritolata una intera usando un enorme marchingegno che ricordava una macchina medievale delle torture.

INFO
Live Riga
Aggiornamenti coronavirus

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘Turista non Turista’

 




CHEF MATT CHEN, IL RISTORANTE TRISTELLATO ‘LE PALAIS’ E UNA ‘PANNA COTTA’…QUASI ITALIANA

TESTO DI CESARE ZUCCA
FOTO DI PHILIP SINSHEIMER, CESARE ZUCCA

Taipei. Incontriamo lo Chef Matt Chen, al timone di Le Palais, unico ristorante 3 stelle Michelin di Taiwan, al diciassettesimo piano del prestigioso Hotel Palais de Chine.

Appena entrati, si sente immediatamente l’elevato standard del luogo, la raffinatezza degli arredi e l’accoglienza elegante del personale rigorosamente vestito di nero. Il ristorante è diviso in diverse sezioni e alcune sale private. Qui, spazio e tempo sembrano aver assunto una dimensione, equilibrata, tranquilla ed elegante.

Il tè è protagonista: un ‘maestro del tè’, proprio come un sommelier, consiglia alcuni abbinamenti in base a quello che viene ordinat. Ho provato due superbe produzioni locali, una leggera e floreale dell’ area di Dayuling, l’altra, soprannominata “bellezza orientale” ricca di note di miele e di frutta matura.


Nel menu impera la classica cucina cinese meridionale, spesso definita “cantonese”, con alcuni ‘colpi di scena’ creativi. I due executive chef provengono dal sud-ovest di Taiwan: uno è di Hong Kong e l’altro di Macao. Lo chef Matt Chen, ci ha servito Il suo piatto più rinomato: l’ anatra arrosto, la cui pelle croccante e la carne succosa non richiedevano nient’altro che un po’ di sale e pepe o giusto qualche goccia di lime per chi ama aggiungere un tocco di acidità.

Sorpresa! L’anatra viene servita accompagnata dalla recita di una poesia della dinastia Song di Su Sh che si tramanda aver ispirato il piatto.

Altra delizia: un piatto con uovo, granchio fresco e dei vermicelli di riso leggeri come dei capelli d’angelo, cosi’ fini… che viene voglia di pettinarli.


Per finire, una deliziosa panna cotta di sesamo, non troppo dolce e dalla consistenza delicata e dal sapore profondo, altro esempio del perfetto equilibrio della cucina di Chen.
Parliamo di viaggi. La tue destinazione preferite?
Se ho un po’ di tempo libero, mi piace prendere una pausa dalla cucina e andare in giro per Taiwan a mangiare in ristoranti degni di nota. La mia preferenza va alle cucine occidentali. I viaggi più lunghi puntano verso Singapore e Shanghaï. È qui che ho mentori e colleghi che mi aiutano a trarre ispirazione per creare nuovi piatti. Condividiamo idee, ricette, bei momenti e mi sento ispirato a tornare a cucinare con rinnovata energia.

Ti confesso che il mio grande desidero è di conoscere molti paesi europei: Francia, Olanda, Spagna, Italia, Portogallo, Inghilterra…Cosa mi attrae?  Il cibo, sei sorpreso? Cibo e cultura.
Nei tuoi viaggi precedenti, hai preso ispirazione dal cibo locale?
Direi che il mio ultimo viaggio ad Hong Kong mi ha aiutato a sviluppare la mia ricetta di manzo Wagyu con aglio e fagioli neri fermentati, un piatto locale molto tradizionale e sono entusiasta di averlo incluso nel mio repertorio.

Come sei diventato chef?
Sono stato ispirato da mio zio chef in un ristorante di Macao, una città e un territorio che hanno influenzato la mia cucina, per esempio nella mia versione del maiale alla brace.
Nel tuo frigorifero di casa: sempre e mai…
Abalone, secco che gli amici di Hong Kong non mancano mai di mandarmi. Sono un grande sostenitore della freschezza degli ingredienti e del cibo. Nel mio frigo non troverai mai prodotti che abbiano più di un giorno.

Parliamo della tua ricetta. Perché hai scelto questo piatto?
Per me questo dessert rappresenta un felice incontro tra l’ oriente e l’occidente,  la ricchezza e la naturale untuosità della crema e l’intenso sapore del sesamo bianco e nero.

PANNA COTTA CON SESAME BIANCO E NERO

Per una persona
Ingredienti
Sesamo bianco e nero: 160g~170g
Latte: 260g+10g
Gelatina: 0.5g
Zucchero: 1/4 di tazzina (o a proprio gusto)

Preparazione
Iniziate bollendo sesamo bianco e nero
Macinatelo.
Aggiungere latte e zucchero fino a ottenere un perfetto bilanciamento tra sesamo e latte

INFO
Le Palais

Cesare Zucca
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa. Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘Turista non Turista’

Cesare con il fotografo Philip Sinsheimer

 




RINCOMINCIARE A SOGNARE: ‘CALIFORNIA DREAMING’, UN MERAVIGLIOSO ITINERARIO IN CALIFORNIA

TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA

“La speranza è che tutto finisca in 60 giorni e che l’Italia esca dall’emergenza coronavirus. A patto che tutti rispettino le regole imposte dal Governo con il nuovo Dpcm”. A fare questa ipotesi è Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano e noi tutti speriamo che ciò succeda. Nel frattempo… rallegriamoci lo spirito, magari già immaginandoci in qualche destinazione da sogno, quindi… California Dreaming, avventuriamoci in un indimenticabile viiaggio attraverso la California.

Troveremo grandi strade, destinazioni meravigliose, location da fim, autostrade gratuite e benzina a buon mercato, un mix di climi eccellenti, alcuni dei migliori parchi nazionali e città famose in tutto il mondo.


Ecco il mio itinerario per il vostro California Dreaming Tour!

San Francisco
Si parte da San Francisco, che potrete raggiungere con svariati voli internazionali. Secondo me è un’ottima  idea di rimanerci qualche giorno per adattarsi al nuovo fuso orario, prima di mettersi a bordo dell ‘auto che avrete noleggiato. Io uso spesso Enterprise, che ha prezzi più competitivi e ampia scelta di vetture località.

La patente italiana è accettata, la patente internazionale è consigliabile abbinarlo alla patente e, spesso, le varie pratiche, ma soprattutto i controlli da parte della polizia stradale potrebbero sbrigarsi in modo più celere, poiché si tratta di una mera traduzione in lingua inglese della patente italiana.

A ‘Frisco’ come la chiamano gli americani, molte cose da fare e vedere: il Golden Gate Bridge, Chinatown, Alcatraz, il Fisherman’s Wharf, (super turistico, basta giusto un’occhiata), il Golden Gate Park, Nob Hill (magari per un cocktail al Mark) oppure una passeggiata a Lands End.


Pacific Coast Highway
In auto! Vi aspetta un itinerario meraviglioso che vi porterà a Los Angeles. Lungo la strada troverete spiagge da sogno, graziose città di mare e splendide aree selvagge.

Non perderdetevi Santa Cruz, Monterey, Carmel.
A Big Sur consiglio di dirottare a sud, dove scoprirete le foche della Cambria,

Scoprirete San Luis Obispo, la splendida spiaggia di Pismo, paradiso dei surfisti
l’imperdibile castello di Hearst, decorato con pezzi (veri o copie) provenienti dall’Europa e mescolati un po’ alla rinfusa, tipo la clamorosa piscina con statue romane e colonne greche…


Santa Monica, Los Angeles
Los Angeles potrebbe essere un luogo grande e confuso, ecco perché vi consiglio di puntare verso Santa Monica, dove troverete spiagge, colori, la pittoresca Venice e ottimi ristoranti.

Potreste quindi raggiungere Los Angeles solo per le visite di rigore, come Hollywood Walk of Fame, il Boulevard stellato dalle celebrità del mondo dello spettacolo

gli  Universal Studios, Getty Center, Sunset Boulevard oppure salire su un gossip-tour alla caccia delle ville delle star. Se Los Angeles non vi attira, potreste dirigervi lungo la costa fino alla piacevolissima San Diego.


Joshua Tree National
Prossima tappa: il deserto. Joshua Tree National Park. È un luogo magico e offre buone opportunità per il campeggio, l’escursionismo e l’osservazione delle stelle.

Se vorrete includere una deviazione verso l’irreale Las Vegas, cercate di arrivarci in prima serata, quando milioni di luci si accendono per illuminano a giorno la ‘ capitale del gioco’.


Dead Valley
La Valle della Morte, vasto e spietato deserto che deve il suo ai molti ricercatori d’oro che qui hann perso la vita. Caldissimo e misterioso, ma ricco di attrazioni: Badwater Basin, il punto più basso di tutto il Nord America, a 86 metri sotto il livello del mare, saline, crateri, canyon colorati,

infinite possibilità di escursioni e un’ indimenticabile corsa in moto sulle dune di sabbia. In estate, il caldo può essere piuttosto intenso, la temperature può superare i 38 gradi e non è consigliabile trascorrere molto tempo all’aperto.


Mammoth Lakes
Saliamo a nord, fino a Mammoth Lakes. Questo viaggio è piuttosto incredibile, lungo le montagne della Sierra Nevada, e lo scenario (e le temperature) cambieranno drammaticamente. Questi laghi sono un parco giochi per gli amanti dell’avventura. Potrete fare escursioni, campeggio, ciclismo, arrampicata su roccia, equitazione, pesca e ascoltare musica bluegrass durante un festival estivo, C’è perfino Bodie, una città fantasma, aziende produttrici di birra artigianale, opportunità di shopping, impossibile annoiarsi!

Yosemite Park
Gran finale green e un meraviglioso tuffo nella natura.
Le cascate Yosemite Falls, l’escursione fino a Nevada e Vernal Falls, Glacier Point, Tunnel View, Valley Vista e Bridalveil Falls fino a Half Dome, Si ritorna a San Francisco, dove lascerete l’auto.

Fame?
La cucina californiana offre davvero di tutto  Preparatevi a una miriade di piatti, dalla cucina tex mex con accenti messicani, a insalatone super salutari, al tradizionale fish and chips a proposte davvero insolite com il garlic ice cream, gelato all’ aglio…


Dove alloggiare in California
La California ha una vasta gamma di opzioni di alloggio per soddisfare praticamente tutte le tasche, anche se le città più grandi e i mesi più attivi tendono ad aumentare i prezzi. Consigliamo sempre di prenotare in anticipo il viaggio, se possibile, in particolare per i campeggi e i piccoli caratteristici ‘lodge’ dei  Parchi nazionali.

In genere il costo della camera è ‘double occupancy’ quindi per 2 persone, con letti king ( matrimoniale) queen (un’abbondante piazza e mezza) oppure twins (2 letti singoli)  Ne troverete di tutti i  prezzi e molte strutture hanno la piscina.

Ottime le prenotazioni su booking.com, con buone politiche di cancellazione dell’ultimo minuto, le soluzione di ‘share’  AirBnB per stare con la gente del posto, www.craiglist.org per affittare appartamenti privati e infine da non sottovalutare i classici motels lungo la strada, puntate su quelli con il cartello ‘Vacancy’

Un itinerario da sogno che auguro possa diventare presto realtà!

INFO
Visit California

CESARE ZUCCA
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VALENCIA. TOP CHEF RAUL ALEIXANDRE: “SI ALLA ‘FUSIONE’, NO ALLA ‘CONFUSIONE'”

TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA

Valencia, Spagna. Raúl AleIxandre ha vinto numerosi premi: Miglior Chef il National Gastronomy Award, Premio Gourmetour per il miglior ristorante in Spagna e la stella Michelin al Ca’Sento.
Ha lavorato in diversi ristoranti top come El Bulli, Martín Berasategui e Mugaritz.


Lo ritroviamo a Valencia, la sua città, dove al Baobab, un ristorante con una decina di tavoli divisi in due sale e un bar che circonda la cucina a vista, dove Chef AleIxandre spadroneggia tra i fornelli, in modo che tutti possano vedere le preparazioni per poi gustare i sapori della sua cucina legata al  territorio, al mare, alle emozioni. La sua identità è marina, del Cabañal, di Valencia, del suo porto, della sua gente, gioviale, sorridente, entusiasta.


L’ho incontrato al Baobab e, tra un assaggio e l’altro, abbiamo fatto quattro chiacchere.
Dove vai nel tempo libero?
Ne ho davvero poco… mi piace andare in spiaggia, nel mio orto, un aperitivo con gli amici.
Le destinazioni che hai amato?
Tutta la Califonia e New York per un motivo speciale: ho cucinato per l’Ambasciatore di Spagna.
Se venissi a casa tua e curiosassi nel tuo frigo, cosa troverei di sicuro?
Yougurt e del buon jamón serrano, qualche formaggio, dei crackers, nel caso mi andasse di fare uno snack, anche perchè a casa non cucino mai.  Non troverai mai delle sardine, le detesto.


C’è un piatto che preferisci mangiare se cucinato da un’ altra persona?
Il riso al forno di mia suocera 96enne. Usa rigorosamente Arroz Senia, celebre per i suoi 17 minuti spaccati di cottura e lo tratta come se fosse una tortilla, in più ci aggiunge pere e uvetta. Incomparabile!

Le cucine che preferisci?
Generalmente le cucine del Sud sia in Italia che in Francia e ovviamente in Spagna. Sono di Valencia, vivo a 50 Km dal mare e amo la cucina del mio territorio, la più vicina al mio modo di esprimermi.

Quindi cucina tradizionalmente territoriale, no ‘fusion”?
(ride) Mi piace la cucina della ‘fusione’ ma non della ‘confusione’…
Assaggia qualcosa, partiamo da acciughe con uovo di quaglia, da mangiare con le mani, poi, per pulire lo stomaco, una supersana minestra con verdure, succo di bieta e acqua di mare.

Il mare è tanto presente nel mio menu…Conosci le espardenyes? Sono lumache di mare, a volte indicate come cetrioli di mare. Sono prelibatezze molto apprezzate, hanno un gusto e una consistenza unici, a metà tra granchio, vongola e capesante, perfette alla griglia.

La cucina del Baobab è…
Una cucina del territorio, sincera, umile onesta e la magia di mangiare cibo del posto, che comunque danno il benvenuto a ‘ospiti’ come il caviale e il fois gras, ma se mi dirai che quello che ti è piaciuto di più è stato il fois gras… mi ammazzi… E’ un po’ come se io venissi in Italia e a cena, invece di un buon Franciacorta, ordinassi della vodka!

TARTARE DI TONNO CON MOUSSE DI MELANZANE 

Ingredienti
Per 4 persone

Filetto di tonno: 500 g.
Olio di zenzero: 2 cucchiai.
(l’olio di zenzero può essere fatto con olio di girasole e lo zenzero tagliato fine e lasciato marinare).
Soia: 3 cucchiai
Olio di girasole: 3 cucchiai
Menta: un pizzico di menta
Cerfoglio: un pizzico di cerfoglio.
1mazzetto di erba cipollina piccola.
Per la mousse di melanzana:
4 cucchiai. Olio di sesamo:
3 melanzane
Aglio: 1 spicchio d’aglio
Sale: un pizzico
Preparazione
Tagliare il filetto di tonno in piccoli cubetti e mescolare con olio di zenzero
Aggiungere qualche goccia di limone, l’erba cipollina tritata e qualche goccia di soia.
Per la mousse di melanzane:
Introdurre nel mixer (o frullatore): l’olio di sesamo, le melanzane arrostite, l’aglio crudo sbucciato, un pizzico di sale e setacciare il tutto con un colino fine.
Preparare la tartare di tonno in uno stampo e aggiungere menta, cerfoglio, erba cipollina e ravanello a fette.
Lo impiattiamo come nella foto.

INFO
Baobab Gastronomia

 

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘Turista non Turista’




DESTINAZIONE TRULLI ! L’incanto continua…

TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA

Esistono da centinaia di anni e sono diventati una meta originale per passare un weekend !
Base cilindrica, tetto conico, spesso verniciati di bianco per garantivano fresco in estate e caldo in inverno. La loro origine sembra derivare daI tholos, primordiali architetture greche. base cilindrica, tetto conico in tegole calcaree, spesso verniciati di bianco per garantivano fresco in estate e caldo in inverno. Molti trulli sono stati convertiti in eccellenti case vacanza e quelli di Alberobello sono stati proclamati patrimonio mondiale dell’UNESCO.

Trulli anti-tasse
Si dice che i trulli venissero costruiti come alloggi temporanei in pietra a secco facilmente smantellabili prima dell’ arrivo degli esattori delle tasse sulla proprietà che, con loro grande stupore, trovavano solo macerie disabitate! Pare che non appena gli ispettori se ne fossero andati, la gente del posto ricostruisse i trulli e ritornasse a riabitarli.


Dove trovare i trulli
I trulli più interessanti sono nell’Altipiano delle Murge, e principalmente nella Valle d’Itria e nelle sue località di Cisternino, Ceglie Messapica,  Martina Franca con la possente Basilica di San Martino simbolo del rococò martinese e il suggestivo quartiere bianco ‘La Lama’, caratterizzato dai tetti a pignone e poi ancora Locorotondo dal pittoresco centro popolato da casette bianche e chiamato il “paese dell’amore”: il ‘patron’ San Valentino infatti qui è di casa. Trulli anche nella provincia di Taranto a Maruggio, Torricella e Avetrana.
Il paradiso dei trulli
E’ Alberobello, un vero labirinto ‘trullato’. Qui un tempo i tetti delle abitazioni venivano personalizzate con simboli esoterici: occhi, croci, segni zodiacali. Oggi la tradizione continua, spesso con segni più contemporanei. Da notare il Trullo Sovrano, il più grande del paese e  l’unico a due piani, oggi ospita un Museo.


Dove alloggiare
Date un’occhiata a Trulli Fenice o al classico Booking.com oppure a Le Alcove, situato in pieno centro storico, a due passi dal sito Unesco Castel del Monte, mentre a pochi km da Alberobello si trova il Cervarolo, masseria nei trulli risalente al XVI secolo. e poi tanta gente del posto affitta i propri trulli, soluzione economica e intelligente.

Le payare: gli ‘altri’ trulli
Simili ma diversi, a cominciare dai tetti: a punta nei trulli, piatti nelle payare, La pajara fà parte della cultura salentina ed è costruita interamente in pietra a secco. Anticamente erano dotate all’interno di piccolo forni e fungevano da depositi durante la raccolta delle olive, oltre che rifugio per ripararsi dal cattivo tempo o dall’afa estiva. Oggi sono alloggi ristrutturati, alcuni con piscina e presi di mira da turisti di tutto il mondo.


Trullo-export
Lo sapevate? L’unico altro posto in Europa ad avere trulli (o quasi) è la Renania in Germania … Infatti anni fa, i lavoratori migranti dalla Puglia nel Nord Europa,  ne hanno costruito alcuni mentre lavoravano come raccoglitori nei vigneti del posto.
Eh si, il trullo può essere anche una casa lontano da casa…

A tavola!
Cucina vera, povera, tradizionale, gustosissima. La terra regala piatti saporiti: i lampascioni, cipollotti selvatici cucinati al forno con le patate, la mia adorata purè di fave e cicorie, lo sfricone, un sugo di pomodoro, aglio e peperoncino, da ‘zuppettare’ con pane raffermo e la tradizionale focaccia con pomodorini da gustare anche alla mattina, appena sfornata da un forno in pietra.


Si va dalle caratteristiche pietanze di terra, come il calzone barese, una pizza ripiena di olive verdi, cipolle, acciughe e pomodori a un tripudio di succulente specialità, come le cozze impanate e fritte, i polipetti in pignata, cotti in pentole di coccio, la zuppa di pesce “povera”, preparata con gli scarti di molluschi e crostacei e il purpo alla pignata, piatto diffusiimo fin dai tempi antichi, realizzato in pentole di cocci.

Caccia alle nonne…
Tutti a tavola, arriva sua maestà la tiella , anzi ‘a tiedd’, lo storico tegame di riso, patate e cozze al forno. Le migliori tielle? Quelle domenicali fatte in casa da nonna… quindi, una volta arrivati sul posto, iniziare le connections … i pugliesi sono ospitali e cordiali e non è detto non che vi procurarino un assaggio di squisita tiella fatta in casa…

Le orecchiette, un must
Impossibile lasciare i trulli senza aver gustato le paste fresche fatte in casa tra cui quella con fagioli e cozze tarantine e le iconiche orecchiette: alle cime di rape, al forno con funghi cardoncelli o ‘al telefono ‘con mozzarella filante… sbizzarritevi!

Il ristorante preferito di Madonna?
Nei suoi soggiorni pugliesi, la cantante ha ‘scoperto ‘la cucina fresca, sana e saporitissima della Trattoria Terra Madre, il cui menu valorizza l’adiacente orto biologico e i suoi prodotti. Oltre al ristorante, la tenuta offre sei suggestivi trulli.

INFO

Visit Alberobello
Comune di Alberobello
Viaggiare in Puglia
Festival della Valle d’Itria.

Il Salento è raggiungibile in auto, Autostrada A16 (Uscita Bari Nord) e strade statali
In treno (Stazione di Lecce)
In aereo (Brindisi)
In bus (Flixbusda tutte le città d’Italia e d’Europa da e per il Salento)
Alberobello e i suoi comuni confinanti sono raggiungibili in aereo ( Areoporti Bari e Brindisi),
In treno (Bari, Taranto) con Trenitalia, proseguendo con le ferrovie Sud-Est.
In auto, dall’autostrada A14 – Uscite Gioia del Colle, Monopoli per immettersi sulla S.P. per Alberobello  da Taranto : S.S. 172 per Martina Franca-Locorotondo e Alberobello

Coronavirus: Informarsi sulla situazione locale e su eventuali restrizioni o procedure attivate dalle autorità locali e da compagnie di treni o bus.
Tel 800 713931 tutti i giorni dalle 8 alle 22
Regione Puglia/coronavirus

 

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘Turista non Turista’




VIVA Viviana Varese! Chef stellata e viaggiatrice innamorata di terre lontane.

TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA

Milano. Viviana Varese, Chef inarrestabile, ama i progetti ambiziosi.. e li realizza:! A cominciare dall’ apertura di VIVA Viviana Varese, il suo nuovo ristorante stellato, dove ha riunito 24 chef e 6 pasticceri da tutto il mondo, agli appuntamenti di ‘INCREDIBILE VIVA’, creati con l’amica Anna Morelli, editrice e nota globetrotter. Sono serate speciali in cui Viviana ospita alcuni tra i migliori chef del mondo, ‘concedendo’ loro la sua brigata e coinvolgendoli a immergersi nel colore e nell’energia del suo locale.

Un cast davvero stellato, eclettico e top, Sono previsti: Leonor Espinosa (Bogotà) Mitsuharu Tsumura (Lima) e Mauro Colagreco (Mentone) proclamato Chef n°1 al mondo da World’s 50 Best 2019. I menù sono scelti dall’ospite mentre VIviana si occupa degli antipasti e dei dolci, studiati in armonia con la personalità dell’ospite.


VIVA (acronimo del nome e cognome dlla Chef) è locato a Milano, all’ultimo piano di Eataly e ci riserva irridiscenze, colori, luce, una vista spettacolare su Piazza XXV Aprile, tavoli in legno, condivisione, arte e ricerca, dal variopinto murale di Marco Nerero Rotelli, ai bicchieri  disegnati da Gaia Rotelli, alle posate Giò Ponti, alle stilose divise disegnate da Giovanni Cavagna.

A tavola!
Si parte con le 7 variazioni dell’orto di Viviana, dalla briochina accompagnata da mozzarella di bufala pomodoro e basilico, alla fantastica zucca piastrata con estratto di zucca e alloro, da un pizzocchero fritto ripieno di formaggio a un consommé a base di topinambur,

allo stella repeperone crusco con baccalà mantecato, mentre il burro occhieggia ‘vivamente’ (è proprio il caso di dirlo…) polverizzato da agrumi misti.

Un piatto dal titolo cinematografico: Non togliere l’osso a Mario ci presenta un ossobuco al barbeque con diaframma, tartare di fassona, cipollotto, maionese alla senape e neve all’aceto. Le citazioni continuano: il coccante carciofo alla Giudea diventa Al di là del Ghetto con menta, liquirizia, caffè, cioocolato e aglio.

Il pesce sposa il porcino nel piatto  Rosemary’s ceci, calamari con crema di ceci neri, spugna al nero di seppia, brodo intenso di calamari e funghi porcini, mentre Tuffo nell’Orto serve baccalà al vapore, crema di patate, cime di rapa, zuppetta di fagioli di Pigna, trippa di baccalà.

I limoni di Sorrento non mancano mai nei menu e nel frigo di casa di Viviana…
Siamo al dolce e riappare il limone in mousse dal cuore morbido su croccantino.

Ma le sorprese non finiscono perché, servite su una coloratissima costruzione di plexiglas, arrivano le delizie di mini pasticceria. Divertiamoci: gelatina di mango e frutto della passione, cioccolatino con aceto balsamico e lampon, la pepita d’oro che schiocca in bocca.

Buongiorno Viviana, quando è libera, dove le piace passare il weekend?
Il pochissimo tempo che mi dedico al di fuori del lavoro è di puro relax, talvolta In agriturismi in mezzo alla natura, dove posso liberare la mente e studiare nuove idee e poi… eccomi nuovamente al lavoro.
Che auto guida?
Una Land Rover
Qual è stato il suo viaggio preferito?
Sono stata da poco in Colombia, un luogo incantevole dove le persone vivono con grande semplicità, ma con valori ben radicati e forti. Gentilezza, accoglienza, rispetto per il prossimo, forti tradizioni.
Raffinatezza dei sapori e dei gusti: quale destinazione consiglia?
I Paesi Baschi. Ad oggi il luogo con la migliore offerta gastronomica al mondo.
Nei suoi viaggi ha avuto qualche ispirazione dal cibo locale?
Ogni mio viaggio mi accresce come persona e come professionista. Quando viaggio mi piace ascoltare le persone, vivere la loro quitidianità e mangiare il cibo locale. Traggo ispirazione dalle diverse culture con cui entro in contatto e vivere e lavorare a Milano, fortunatamente, mi consente di trovare praticamente tutti gli ingredienti del mondo. Da ogni viaggio mi porto sempre a casa un sapore, un accostamento, un ingrediente, un’idea.


Cucine nel mondo. Le sue preferite?
.Amo moltissimo alcuni piatti della cucina indiana, mi affascinano alcune preparazioni della cucina asiatica e ho anche molte amiche in America Latina (Messico, Colombia) che mi hanno fatto conoscere ingredienti straordinari. Ecco, cerco di riportare tutto ciò nella mia cucina, senza mai dimenticare chi sono e da dove provengo.


Come è diventata chef?
Potrei dire di essere nata in cucina. La mia è una famiglia di ristoratori. A 7 anni giocavo con l’impasto della pizza, a 13 ero pizzaiola e a 21 rilevavo il mio primo ristorante. Durante gli studi (ho studiato alle magistrali) oltre ad aiutare I mieri in pizzeria, studiavo da autodidatta leggendo le ricette e le tecniche dei grandi chef. Poi ho fatto alcuni stage presso realtà importantissime, come la scuola di Marchesi o I Roca, in Spagna.


Qualche appassionato di cucina nella sua famiglia?
Mio nonno possedeva lo storico bar del centro a Salerno, era una celebrità: era campione nazionale di pattinaggio e serviva i client sui pattini…la tradizione è continuata, mamma e papà avevano un ristorante in provincia di Lodi che ho rilevato io a 21 anni. Anche mia sorella Antonella e il suo compagno possiedono due ristoranti sul lago di Garda.


C’è un piatto che ama solo se cucinato da un altro?
La pasta e patate di mia mamma Carla. Una vera bomba!
Quanto è rilevante la sua terra nei suoi piatti?
La mia terra è l’origine della mia cucina. Nasco come pizzaiola, cresco come chef riconosciuta per i piatti di pesce e oggi, dopo oltre vent’anni ho aperto la mia cucina a diverse culture gastronomiche. Amo citare i piatti classici in chiave moderna.


Qualche esempio?
Per la mia pizza fritta, ad esempio, utilizzo una bavarese al pomodoro e un gel al basilico. Tra i miei primi la girella di pasta fresca ripiena di ragù alla genovese, piatto tipico della tradizione campana e poi il limone di Amalfi che non manca mai nella mia cucina.


Lavorare in cucina è…
Lavorare in cucina è faticoso. Fatica fisica e mentale, rinunce e amore spassionato per quello che fai quasi 15 ore al giorno. La tua vita diventa il tuo lavoro e viceversa. Inoltre, improvvisarsi è rischiosissimo. A Milano i ristoranti aprono e chiudono in continuazione. Questo danneggia non solo chi si imbarca nel progetto, ma l’intero settore.


Quanto c’è di ‘green’ nella sua cucina?
Il mio orto, a pochi km da Milano. Da lì arrivano le verdure di stagione che compongono i miei menu. Ho grande rispetto per la terra, per la stagionalità della materia prima. Seguo I ritmi della terra e ciò mi consente di cambiare i menu anche settimanalmente.


Dove trova l’ispirazione per creare un piatto?
Il mio cervello è sempre in movimento, non si ferma mai. Guardo al mondo sempre da una prospettiva “professionale”, cercando ispirazione nelle cose, nelle persone, nelle situazioni che vivo. E poi Milano, I miei viaggi, anche un singolo ingrediente che assaggio può essere fonte di ispirazione e poi l’arte, il design, i ricordi, certe immagini indelebili…
Ad esempio…
Ai miei ragazzi cito spesso la scena degli spaghetti nel capolavoro Miseria e nobiltà, in primis perché amo Totò e poi perché mi piace essere per loro, che sono molto giovani, un punto di contatto e una testimonianza con un’Italia che loro non hanno mai vissuto ma che credo non vada dimenticata.


Condivido e rifletto: il mio piatto preferito? L’ Insuperabile, di nome e di fatto. Semplicità e gusto, un ‘quasi ramen’ brodetto affumicato di vongole, calamari, una spuzzata di polvere di tarallo con spaghettini, anzi ‘super spaghettini’ come li definisce  Chef Varese, a cui non posso non chiedere la ricetta …

SUPER SPAGHETTINO CON VONGOLE NAZIONALI, JULIENNE DI CALAMARO,
LIMONE CANDITO E POLVERE DI TARALLO

INGREDIENTI
per 4 persone

Spaghettini g 300
Brodo di pesce g 300
Vongole g 600
Calamari eviscerati g 100
Olio extravergine di oliva g 40
Zeste di limone candito g 10
Taralli pestati a mortaio g 80
Spicchi di aglio 2
Prezzemolo qb
Pene nero macinato qb

ZESTE CANDITE DI LIMONE
Limoni di Amalfi non trattati 4
acqua g 120
zucchero g 120

PREPARAZIONE
Pelare i limoni, eliminare la parte bianca, tagliare a julienne, cuocere in un pentolino con acqua e zucchero e bollire per 15 minuti. Raffreddare.
Soffriggere l’aglio, eliminarlo, mettere le vongole e due mestoli di brodo di pesce. Coprire. Spegnere il fuoco, sgusciare le vongole e metterle in frigorifero.
Bollire il brodo, aggiungere gli spaghettini e muoverli per due minuti.
Aggiungere le vongole, i calamari a julienne, 10 g di zeste di limone candito e il prezzemolo tritati. Cuocere un altro minuto.
Spegnere e mantecare con olio e pepe nero.

FINITURA
Versare gli spaghettini nel piatto con un po’ di brodo e ultimare con la polvere di tarallo.

INFO
VIVA Viviana Varese
INCREDIBILE VIVA

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘Turista non Turista’




MENFI, Sicilia. Un territorio selvaggio di rara bellezza e paradiso del gusto. BENVENUTI NEL MENFISHIRE !

TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA

Menfi è una cittadina situata a sud-ovest di Palermo e a nord-ovest di Agrigento, a poche distanza dal profondo mare blu del Mediterraneo, con le spiagge di Porto Palo, e Capparrina. Menfi è nota per le sue meravigliose ceramiche, per l’olio ottenuto dall’ oliva nocellara e per la sua importante viticultura. Ultimo, ma non meno importante, il cibo locale che unisce prodotti tradizionali a un’arte culinaria semplice e deliziosa.


In Piazza
La città si è sviluppata per un lungo periodo di tempo ma ha mantenuto la struttura dell’insediamento feudale originale. Il fulcro principale della città è Piazza Vittorio Emanuele III, dove sorge e il vecchio Municipio e la Cattedrale risalente al 18 secolo e ricostruita dopo il terremoto del ‘68. Merita una visita Palazzo Pignatelli. Ci sono anche molti edifici religiosi a Menfi: la Chiesa rocciosa di Santa Margherita, scavata nel tufo dai monaci bizantini e la Chiesa Madre risalente al 1650, poi parzialmente distrutta dal terremoto del 1968 e poi ricostruita. All’interno ci sono alcune apprezzabili sculture lignee.


Le meraviglie nei dintorni
Nella vicina campagna sorgeva il Castello di Burgimilluso, eretto per proteggere il borgo medievale e per fungere da “capanno da caccia”, con lo scopo principale di fornire supporto alle spedizioni di cacciatori. Oggi purtroppo rimane solo una torre di alta circa 18 metri, mentre al mare vi aspetta uno dei luoghi più spettacolari della costa: La Scala dei Turchi, una cascata di gradini simili a meringhe scolpita e curvata dal mare. Instagram all’attacco!


A tavola!
Menfi ha un grande patrimonio culinario che riflette le tradizioni degli antichi sovrani e che può essere trovato in ricette locali come cous cous, sorbetto, marzapane, frutta candita e miele, oltre alla tipica salsa con sardine, pinoli, uvetta e zafferano, i classici arancini. pesce spada, pesce azzurri e le squisite ‘zuppe povere’ di verdure dell’orto.

Le vere ‘Signore di Menfi’
Sorridente, Imprevedibile, chiassosa e estremamente esperta in cucina, ecco la Brigata delle Signore di Menfi un piccolo esercito di menfitane che sanno far rivivere i sapori della cucina storica del territorio, dalle busiate, pasta fresca fatta in casa che prende il nome dalla “busa”, il ferro da calza usato per prepararle, alle ruote di carretto, coreografiche cialde dolci ripiene di ricotta spolverate di zucchero a velo, inventate nientemeno che dalle locali monache di clausura fin dal 1500. Brave Signore!
Spinoso ma buono
Vi aspetta una deliziosa sorpresa stagionale: il carciofo spinoso, dalle foglie verdi e viola e dalle grandi spine dorate. Aromatico, croccante e delicato, delizioso sia mangiato crudo, sia grigliato, in scatola o cotto in caponata. E’ stato inserito nell’elenco dei prodotti tipici Slowfood ed è considerato da secoli una pianta medicinale, ricca di cinarina, un polifenolo in grado di favorire la funzionalità epatica e migliorare l’attività della bile.


Conchiglie che passione!
Dove c’è mare ci sono conchiglie , dalle più comuni ale più insolite. In Via Ognibene Il Museo Malacologico ospita una collezione di malacologia, che raccoglie quasi 5.000 conchiglie, provenienti da tutto il mondo

Street food
È una tradizione siciliana. Troverete il signor Peppe, noto per la sua famosa trippa, cotta lentamente con erbe e pomodori e le panelle, popolari frittelle di farina di ceci. Infine, l’incomparabile cà meusa, panino morbido farcito con piccoli pezzi di milza di manzo bollita e poi soffritta nel lardo e servita bollente con una generosa spruzzata di limone. Per chi non l’avesse mai assaggiata, la milza ha un sapore che ricorda vagamente il fegato e la sua polpa morbida si sbriciola in bocca come una salsiccia di sangue. Se la volete ‘maritata’ verrà abbondamente insaporita con del pecorino. “Più scura è la milza, migliore è il gusto”, afferma il signor Pino Panelle, il venditore ambulante di meusa più rispettato di Menfi.


Giovanni, l’ultimo (o il migliore?) dei pescatori
Gli abitanti di Menfi lo chiamano “Ultimo Pescatore”. Giovanni Tarantino pesca di notte o al mattino presto, dopo aver studiato la luna. “Meglio una luna più debole, le sardine hanno paura della luce! Scelgo le spiagge di Porto Palo o Selinunte, lascio cadere la rete e aspetto. Ehi, sto per fare una pasta con le sarde e finocchietto selvatico, ti piacerebbe provare? “

Eros food
Prendete un riccio di mare, tagliatelo in due, spremete un po’ di limone e concedetevi questa prelibatezza, considerata un afrodisiaco anche dagli antichi Greci. Nelle vicinanze di Menfi, i mercati del mattino offrono succulenti ricci da mangiare crudi sul posto, mentre nel ristorante Da Vittorio usano solo ricci femminili, quelli colorati in viola, verde e marrone per fare un ottimo sugo per la pasta.


Non chiamatele pizze!
Preparatevi all’ incontro con lo sfincione. Il suo nome deriva da una parola latina ‘sfincia’ che significa spugna, esattamente come dovrebbe essere il suo impasto: morbido e spugnoso, condito con un’intensa salsa a base di pomodori, cipolle, pangrattato, formaggio caciocavallo e olio d’oliva. Delizioso! Poi nella vicina città di Sciacca, ho assaggiato la tabisca saccense, una  ‘quasi pizza’ ovale, condita con pomodori arrostiti, pecorino grattugiato e molte cipolle. Tocco finale: un’oliva nera nel mezzo.
Bevi un bicchiere!
Oltre al turismo, anche la produzione di vino ha un’importante attività economica. A Giugno, Menfi ospita Inycon (antico nome di Menfi), una maratona di tre giorni, ricca di workshop enogastronomici, showcookings di chef siciliani, visite a cantine vinicole, passeggiate tra i vigneti, anche a cavallo o in bicicletta .Durante l’evento, la piazza ospita numerose degustazioni di vini con produzione di vigneti locali, tra cui Planeta, Settesoli, Donnafugata e Mandrarossa.

Le magiche serate di Inycon.
Musica, attrazioni, fuochi d’arificio per festeggiare il vino. Ho adorato i vecchi cortili di Via Vittoria, illuminati con mille candele e  sorprendentemente trasformati in piccoli ristoranti, dove spesso lo chef è proprio la nonna che vive nell’edificio! Ovunque c’è una vasta gamma di assaggi, dalla porchetta alle tapas di patè, dalla cassata siciliana al cous cous di pesce. Il tutto accompagnato da pane e olio locale.


Welcome to Menfishire!
In Settembre, Mandrarossa ospita il Vineyard Tour un evento che attraversa questo territorio ribattezzato ‘ Menfishire’. Degustazioni di cibo e vino, attività sportive ed escursioni attraverso una natura incontaminata, regalano l’emozione di esplorare un territorio pieno di sorprese. La vendemmia, aperta a tutti, continua con le degustazioni tecniche e le attività previste nel programma che termina con la gioia di ballare in pineta con musica dal vivo, sorseggiando i loro vini.


Il miglior arancino?
Pare sia proprio quello che si può trovare al Bar Centrale in Via Boccaccio 41, gestito da Carmelo, palermitano di nascita e menfitano di adozione. Non fatevi ingannare se il posto è in una zona periferica, quello che conta è la qualità dei prodotto e il gusto, che vi assicuro, è superlativo.


Sulle tracce del Gattopardo
A pochi chilometri da Menfi troverete Santa Margherita di Belice, antica residenza dei principi Filangeri, antenati dello scrittore Tomasi di Lampedusa,. Fu proprio questo palazzo che ispirò le pagine più belle de ‘Il Gattopardo’, il romanzo conosciuto e tradotto in tutto il mondo che ha ispirato l’omonimo film diretto da Luchino Visconti e interpretato dal ‘Principe di Salina’ Burt Lancaster, Alain Delon e Claudia Cardinale. Molto suggestiva la visita al Museo dove si possono ammirare i manoscritti dello scrittore, la sua macchina da scrivere e i superbi costumi del film.


Dove dormire
Un ‘baglio’ dove probabilmente anche il principe di Salina avrebbe amato dormire almeno una notteSi tratta del Baglio San Vincenzo ,circondato da dolci colline, ricche di vigneti, oliveti, agrumeti, ginestre e fichi d’india. Dodici camere arredate nel rispetto del tradizionale gusto siciliano, una terrazza panoramica e la sala da pranzo, costruita nella cantina del XVII secolo, dove è ancora possibile vedere la macina utilizzata per battere l’uva.

INFO
https://visitmenfi.it
Visit MenfiInycon 2020 
Inycon 2020
Mandrarossa Vineyard Tour  

CESARE ZUCCA
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TRIESTE: UNA CITTÀ TUTTA DA SCOPRIRE!

TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA –

Trieste: sotto il dominio austroungarico era un centro influente in letteratura, musica, arte e cultura, caratteristiche che ha mantenuto fino a oggi, concretizzandosi in un’affascinante città, dall’atmosfera tranquilla e incantevole, con un’architettura straordinaria e una bellissima vista sul mare. Destinazione perfetta per un perfetto city break!


Scoprire Trieste significa anche scoprire Il Carso, ripido altopiano calcareo che segue il Golfo di Trieste e il confine con la Slovenia. Perfetto per attività sportive: climbing, escursioni, biciclettate arrampicate su pareti rocciose, suggestivi percorsi lungo la Strada Napoleonica o semplicemente un piacevole picnic.Trieste offre molti eventi annuali tra cui il Film Festival, la Bavisela Maratona d’Europa, la spettacolare regata Barcolana.


Da non perdere!
La Città Vecchia, il Quartiere Austriaco, la Sinagoga, il Castello di San Giusto da cui potrete godere di un meraviglioso panorama di Trieste e le sue colline, la meravigliosa passeggiata sul Lungomare di Barcola che si estende dal nord della città fino al Castello di Miramare, un viale ricco di ville suntuose, romantici spazi all’ombra e qualche sorpresa

Come Casa Jakic, soprannominata “casa delle cipolle” a cause delle sue cupole sferiche. Apparteneva a Anton Jaki, un ex pope che, da quanto si tramanda, lasciò i voti per diventare una spia dello zar. La villa fu venduta dal proprietario nel 1904 per diventare una nota ed elegantissima casa di appuntamenti e anche una bisca di fama internazionale.

Il Castello di Miramare
Fiabesco capolavoro architettonico e uno dei gioielli reali più belli di Trieste. Fu costruito da Ferdinando Massimiliano degli Asburgo per essere la sua tranquilla residenza di famiglia lontano dalla corte viennese. Finito nel 1860, unisce caratteristiche architettoniche dei castelli austriaci, tedeschi e inglesi

Sotterranei segreti
Sotto Via Carducci e Via Fabio Severo, si cela un intrigante mondo surreale fatto di gallerie antiaeree risalenti alla Seconda Guerra Mondiale. Tutto è rimasto intatto come oltre 70 anni fa.
E’ stato chamato Kleine Berlin, ed è visibile, con le visite guidate, l’ultimo venerdì del mese.

Musei
Tanti musei tra cui Museo Revoltella che ospita la Galleria di Arte moderna con opere di Guttuso, Carrà, De Chirico e Morandi. E in estate ha un bel caffè outdoor, aperto fino a tardi.
il Museo di Storia, il Museo Civico di Storia e Arte, di Arte Orientale, della Guerra per la Pace, che ospita la collezione del pacifista italiano Diego de Hernandez.
Io ho scoperto un gioiello nascosto! Il Museo del teatro Carlo Schmidl. Documenta la vita del teatro e della musica a Trieste dal 18° secolo a oggi Attraverso una ricca collezione di poster, costumi, gioielli, fotografie; marionette e burattini; strumenti musicali, medaglie, archivi e manoscritti; una grande biblioteca, una biblioteca multimediale e una straordinaria collezione musicale.Un inquilino illustre.
Lo scrittore James Joyce abitò a Trieste per più di 15 anni, insegnando inglese. La sua statua personalizza il pittoresco Ponte Rosso di questa città che è rimasta nel cuore dello scrittore. Per saperne di più sulla sua vita a Trieste, visita il Museo Joyce. Via della Madonna del Mare 13.


A tavola!
Gustatevi la tradizionale zuppa Jota il brodetto di pesce, i canederli, gnocconi stile Austria, le sardine aromatizzate e il famoso ‘bollito’ di maiale.Trieste è anche una meta perfetta per gli amanti del pesce, che arriva direttamente dall’Adriatico, cucinato semplicemente e a prezzi molto ragionevoli in trattorie dai tavoli in legno rustico e terrazze soleggiate. Un must: il piatto con le tradizionali sarde fritte.


Le mie trattorie preferite: Alla Sorgente. Osteria Istriano, Trattoria Nero di Seppia, Il Posto delle Fragole e Da Giovanni, dove impera il classico ‘ buffet’ il tempio della carne, con prosciutti arrosti, lombo di maiale bollito, salsiccia affumicata e mortadelle giganti su antiche sbarre di marmo.


Antica Trattoria Suban
Festeggia un secolo e mezzo di vita! E’ nata per caso, quando Giovanni Suban, grazie alla vincita di cinque fortunati numeri giocati sulla ruota di Vienna, decise di aprire un locale per i triestini. È sopravvissuto a due guerre mondiali ed è ancora gestito da un rappresentante della famiglia Suban. Piatti storici della tradizione: strudel di formaggio, crauti, zuppa jota e stinco di vitello, accompagnati da vino prodotto localmente.

Caffè storici,
Caffè degli Specchi
, la Pasticceria Pirona dal fascino viennese, la Bomboniera che serve pasticceria tradizionale come il presnitz e la torta putizza ripiena di noci e il Caffè San Marco, leggendaria struttura di oltre 100 anni, adornata da magnifici affreschi in stile Art Nouveau e frequentata da brillanti menti letterarie tra cui James Joyce, Italo Svevo e Umberto Saba.


Un drink?
Stazione Rogers. popolare tra gli studenti di Trieste. All’interno, c’è un luogo per spettacoli e mostre, Mastro Birraio grande selezione di birre artigianali italiani della vicina Gorizia, magari da accompagnare a un gustoso gulasch, Enoteca Nanut una cantina scavata nel muro vicino al canale, con oltre 50 qualità servite al bicchiere. Piolo & Max , insoliti amari e digestivi con  infusi di limone, zenzero, assenzio, coriandolo, peperoncino e camomilla a Newtella, un liquore a base di latte al cioccolato leggero.

Una notte reale?
Facendo parte dell’impero austro-ungarico, Trieste ha numerosi hotel di lusso nel centro della città. Primo tra tutti il superbo Savoia Excelsior Palace. Progettato nel 1911 dall’architetto Ladislaus Fiedler, venne definito fin dalla sua inaugurazione «il più importante e lussuoso hotel dell’Impero Austro Ungarico». Con la sua maestosa facciata decorata da giochi di colonne e sculture classiche, e le camere splendidamente arredate. L’imperatore Franz Joseph I era tra gli ospiti più frequenti: il suo appartamento privato è stato conservato intatto.

Come e Quando?
Alitalia, Air Dolomiti, Volotea e Ryanair volano a Trieste, I due aeroporti di Venezia si trovano a 150 km. La primavera, l’estate e l’autunno sono le stagioni migliori: gli inverni possono essere ventosi e freddi.

INFO
www.turismofvg.it
www.promoturismo.fvg.it

CESARE ZUCCA
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Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative.
Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘Turista non Turista’



MESSICO. VALLADOLID E’ LA PERLA DELLO YUCATAN. ECCO PERCHE’

TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA

Destinazione Messico? Tappa d’obbligo a Valladolid, la perla dello Yucatán, alla scoperta di un ricco patrimonio culturale e di un’affascinante città coloniale, fulcro di tradizioni e di grande importanza storica. Grande ospitalità, gente cordiale, pronta ad accogliegliervi con un grane sorriso.


L’architettura coloniale spagnola è inconfondibile: case coloratissime, edifici color pastello e le antiche chiese storiche, a cominciare dalla Cattedrale e dallo splendido Convento di San Bernardino che si trova a pochi minuti a piedi dal centro.

Conoscere la storia Valladolid è divertente e molto semplice. Oltre ai numerosi tour, anche notturni, a piedi o in bici, qua e là troverete molte targhe che descrivono gli eventi e persone importanti che hanno avuto un ruolo importante nella vita della città.


Valladolid è anche il punto di partenza per i celeberrimi siti maya di  Ekʼ Balam e Chichen Itza,
una delle 7 meraviglie del mondo e una delle più ben conservate fortezza Maya. Una dritta: prevedento una valanga di turisti io ci sono andato molto presto alla mattina. Che spettacolo!

Scopri i cenotes di Valladolid e dintorni
i cenotes sono uno straordinario fenomeno naturale, grandi grotte con piscine naturali dall’acqua azzurra e pulitissima, perfetta per una nuotata. Il cenote Zaci è proprio nel centro della città, ma ce ne sono tanti altri. Tra i miei preferiti, quello di Oxman e quello sotterraneo di Samula a pochi chilometri da Valladolid, facilmente raggiungibili con una bici presa a noleggio.


Escursioni
Per un’indimenticabile escursione fuori della città vi consiglio Rio Lagartos, cittadina costiera vicino alla laguna e  Las Coloradas. Preparatevia a panorama mozzafiato, laghi color rosa, coccodrilli e tanti meravigliosi fenicotteri. I vostri Instagram saranno felici!


A soli 8 km dal centro di Valladolid, nel comune di Uayma, si trova il suggestivo Convento di Santo Domingo, le cui pareti rosse affrescate risaltano nel cielo azzurro come un miraggio. Per raggiungerlo, contrattate con uno dei tanti taxi della città.

Dove mangiare
Uno dei miei ristoranti preferiti è Il Restaurante Hosteria, nel confortevole hotel Meson del Marques (mesondelmarques.com), dove le cameriere indossano il tipico abbigliamento hipiles, arricchiti da fiori ricamati. Menu Maya, tra cui lo squisito polipo al sugo nero.


El Atrio del Mayab, il “queso relleno” (formaggio ripieno), è sensazionale!

Ottima cucina yucateca nella Taberna de los Frailes, con piatti tipici di chaya, erba locale che cresce solo in Yucatan ed è considerata un’erba miracolosa usata già ai tempi dei Maya. Perché miracolosa? Come confermato dal Mexican National Institute of Nutrition, la chaya combatte diabete, calcoli e artriti. migliora la circolazione sanguigna e la funzione della memoria, aiuta la digestione, aumenta calcio nelle ossa, aiuta a perdere peso, controlla colesterolo e previene la tosse. E’ ricca di antiossidanti, possiede calcio, potassio, vitamina C e carotenoidi. Beh, di più non si può…ed è pure buona, infatti ricorda il sapore degli spinaci, che supera per ricchezza di ferro e fibre crude. Va sempre cotta ed è servita in zuppe, bevande o come contorno.


Street food? La risposta è mercado.
il Mercado Municipal di Valladolid è uno dei migliori nello Yucatan. sI trova nella Calle Santa Ana ed è aperto fino alle 16. Troverete tutte le specialità locali, rigorosamente fatte in casa. Dalle salsicce essiccate all’aria locale, alle spezie, pane, salumi, miele oltre a pasti completi realizzati da gente del posto e cucinati davanti a voi.
Tanto artigianato: cinture, portamonete,scatole e se volete portare a casa un tocco di moda yucateca, puntate sui meravigliosi abiti da donna dai fiori sgargianti e le candide guayabera, tradizionali camicie da uomo, finemente plissettate e ricamate.

Dove dormire
Casa Quetzal, boutique hotel in stile coloniale, centro energetico e terapeutico, situato negli immediati pressi del Convento di San Bernardino da Siena, nel cuore della città storica.
Coqui Coqui
(coquicoquiperfumes.com) è un chiccissimo B&B spa con un’ unica abitazione
superchic. Massaggi firmati dalle essenze Coqui.


I Signori Venator e la loro fantastica casa museo
Con grande piacere (e fortuna) sono stato invitato a visitare Casa de los Venados residenza privata e patrimonio turistico-culturale nazionale con oltre 3000 pezzi.

Ad accogliermi proprio Mr. John Venator che, con la moglie Dorianne, colleziona arte popolare messicana esposta nella sua meravigliosa hacienda formata da un grande patio all’aperto al centro, cinque grandi suite per gli ospiti, (bellissime quelle dedicate a Diego Rivera e Frida Kahlo), una splendida suite padronale e un ampio patio posteriore con piscina e area di intrattenimento. John organizza dei tour di circa un’ora.


 

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative.
Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘Turista non Turista’
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MEXICO. VALLADOLID IS THE PEARL OF YUCATAN. HERE BECAUSE’ Written by Cesare Zucca on 17 February 2020 Edit image_pdfimage_print TEXT AND PHOTO BY CESARE ZUCCA Destination Mexico? A must in Valladolid, the pearl of the Yucatán, to discover a rich cultural heritage and a charming colonial city, a hub of traditions and of great historical importance. Great hospitality, friendly people, ready to welcome you with a big smile. The Spanish colonial architecture is unmistakable: colorful houses, pastel-colored buildings and ancient historic churches, starting with the Cathedral and the splendid Convent of San Bernardino which is just a few minutes’ walk from the center. Getting to know the history of Valladolid is fun and very simple. In addition to the numerous tours, even at night, on foot or by bike, here and there you will find many plaques describing the events and important people who have played an important role in the life of the city. Valladolid is also the starting point for the famous Mayan sites of Ekʼ Balam and Chichen Itza, one of the 7 wonders of the world and one of the most well-preserved Mayan fortresses. A tip: I foresee an avalanche of tourists and I went there very early in the morning. What a show! Discover the cenotes of Valladolid and its surroundings the cenotes are an extraordinary natural phenomenon, large caves with natural pools with crystal clear blue water, perfect for a swim. The cenote Zaci is right in the center of the city, but there are many others. Among my favorites, the one in Oxman and the underground one in Samula a few kilometers from Valladolid, easily reachable with a rented bike. Excursions For an unforgettable excursion outside the city I recommend Rio Lagartos, a coastal town near the lagoon and Las Coloradas. Get ready for breathtaking views, pink lakes, crocodiles and many wonderful flamingos. Your Instagram will be happy! Just 8 km from the center of Valladolid, in the municipality of Uayma, is the suggestive Convent of Santo Domingo, whose red frescoed walls stand out in the blue sky like a mirage. To reach it, bargain with one of the many taxis in the city. Where to eat One of my favorite restaurants is the Restaurante Hosteria, in the comfortable hotel Meson del Marques (mesondelmarques.com), where the waitresses wear the typical hipiles attire, embellished with embroidered flowers. Mayan menu, including the exquisite octopus with black sauce. El Atrio del Mayab, the “queso relleno” (stuffed cheese), is sensational! Excellent Yucatec cuisine in the Taberna de los Frailes, with typical dishes of chaya, a local herb that grows only in the Yucatan and is considered a miraculous herb used already in Mayan times. Why miraculous? As confirmed by the Mexican National Institute of Nutrition, chaya fights diabetes, stones and arthritis. improves blood circulation and memory function, aids digestion, increases bone calcium, helps lose weight, controls cholesterol and prevents cough. It is rich in antioxidants, has calcium, potassium, vitamin C and carotenoids. Well, you can’t do more … and it’s good too, in fact it recalls the flavor of spinach, which exceeds it for its richness in iron and raw fibers. It should always be cooked and served in soups, drinks or as a side dish. Street food? The answer is mercado. the Mercado Municipal in Valladolid is one of the best in the Yucatan. It is located in Calle Santa Ana and is open until 4 pm. You will find all the local specialties, strictly homemade. From local air-dried sausages, to spices, bread, cured meats, honey as well as full meals made by locals and cooked in front of you. Lots of craftsmanship: belts, purses, boxes and if you want to bring home a touch of Yucatec fashion, focus on the wonderful women’s dresses with bright flowers and the white guayabera, traditional men’s shirts, finely pleated and embroidered. Where to sleep Casa Quetzal, colonial-style boutique hotel, energy and therapeutic center, located in the immediate vicinity of the Convent of San Bernardino da Siena, in the heart of the historic city. Coqui Coqui (coquicoquiperfumes.com) is a very chic B&B spa with a single home superchic. Massages signed by Coqui essences. The Venators and their fantastic house museum With great pleasure (and luck) I was invited to visit Casa de los Venados private residence and national touristic-cultural heritage with over 3000 pieces. To welcome me is Mr. John Venator who, with his wife Dorianne, collects Mexican folk art exhibited in his wonderful hacienda consisting of a large outdoor patio in the center, five large suites for guests, (beautiful those dedicated to Diego Rivera and Frida Kahlo), a stunning master suite and a large rear patio with pool and entertainment area. John organizes tours of about one hour.