Il Natale svela le bellezze segrete di Verona e Venezia

Verona: gli scavi scaligeri

PERCHE’ ANDARCI: Esiste un’altra Verona sotto quella che vediamo in superficie: a due passi da Piazza delle Erbe e Piazza dei Signori, dal Cortile del Tribunale, si accede ai sotterranei della Verona romana e medievale con gli Scavi Scaligeri, sede di mostre fotografiche. Da un ingresso sotto le arcate del Palazzo di Cansignorio inizia un percorso tra antiche tombe, resti di case-torri, chiese, brani di mosaici e mura. Da ammirare poi è la Libreria Sagramoso, con la Sala Morone, una delle opere rinascimentali più importanti della città, affrescata da Domenico Morone e dal figlio. I soggetti religiosi, a grandezza naturale, sembrano quasi veri. Poi un’atmosfera mistica si respira nella Cappella Pellegrini, nella chiesa di San Bernardino: opera di Michele Sanmicheli richiesta da Margherita Pellegrini per la morte del figlio. Da non perdere l’opera terminata nel 1916 da Ettore Fagiuoli, il Garage FIAT, raro gioiello di architettura decò, con eleganti porte in ferro.

DA VEDERE: Nel centro si concentrano i monumenti-simbolo: in Piazza Bra l’imponente Arena, Palazzo della Gran Guardia, il Municipio. In Piazza delle Erbe la Torre Lamberti, Palazzo Maffei, Casa dei Giudici. Da non saltare la casa di Giulietta, quella di Romeo, Castelvecchio e il Ponte Scaligero.

DOVE DORMIRE: In un palazzo del 1300 nel centro storico, il Due Torri Hotel***** è ideale per chi non rinuncia a lusso e tradizione http://hotelduetorri.duetorrihotels.com. Ricavato da una porzione di fienile parte del complesso benedettino vicino all’Abbazia di San Zeno è il Relais dell’Abbazia www.relais-abbazia.it.

DOVE MANGIARE: Nella Verona romana l’elegante Ristorante i 12 apostoli, dalla cucina tradizionale e gli ottimi vini, è tra i locali storici d’Italia www.12apostoli.com. In Piazza delle Erbe sorge il Ristorante Maffei, raffinato, con cucina italiana tradizionale rivisitata e oltre 700 etichette www.ristorantemaffei.it.

Info: www.comune.verona.it

Venezia: labirinto Borges, isola di San Giorgio Maggiore

Venezia, una delle città più visitate al mondo, svela ancora luoghi poco conosciuti. Oltre alle calli più rinomate, sfidiamo i curiosi a camminare per la Calletta Varisco (sestriere di Cannaregio), larga 53 centimetri, undici in meno di Calle Stretta (sestriere di Santa Croce). Da visitare Sestiere di Castello dove, oltre ai noti Giardini della Biennale con l’Arsenale, sorgono la Basilica di San Pietro, l’antica cattedrale e il Museo Navale, con la gondola di Peggy Guggenheim e copia del Bucintoro, il vascello ricoperto d’oro. Unico nel mondo assieme a quello argentino (San Rafael), è il Labirinto Borges nella Fondazione Cini (isola di San Giorgio Maggiore), ispirato a un racconto dello scrittore. Accesso diretto al Canal Grande ha la pittoresca Corte del Duca Sforza: qui si affaccia un edificio costruito nell’Ottocento sulla residenza dei Cornaro, che cedettero l’area a Francesco Sforza (1461) e sorgeva la casa della prima amante di Casanova.

Info: www.comune.venezia.it



Italia Segreta: Verona e Venezia da scoprire

Dagli scavi scaligeri alle meraviglie decò di Verona, dalle imbarcazioni ai labirinti di Venezia. Viaggio tra antiche meraviglie storiche, molto suggestive ma poco note.

Verona: gli scavi scaligeri

PERCHE’ ANDARCI: Esiste un’altra Verona sotto quella che vediamo in superficie: a due passi da Piazza delle Erbe e Piazza dei Signori, dal Cortile del Tribunale, si accede ai sotterranei della Verona romana e medievale con gli Scavi Scaligeri, sede di mostre fotografiche. Da un ingresso sotto le arcate del Palazzo di Cansignorio inizia un percorso tra antiche tombe, resti di case-torri, chiese, brani di mosaici e mura. Da ammirare poi è la Libreria Sagramoso, con la Sala Morone, una delle opere rinascimentali più importanti della città, affrescata da Domenico Morone e dal figlio. I soggetti religiosi, a grandezza naturale, sembrano quasi veri. Poi un’atmosfera mistica si respira nella Cappella Pellegrini, nella chiesa di San Bernardino: opera di Michele Sanmicheli richiesta da Margherita Pellegrini per la morte del figlio. Da non perdere l’opera terminata nel 1916 da Ettore Fagiuoli, il Garage FIAT, raro gioiello di architettura decò, con eleganti porte in ferro.

DA VEDERE: Nel centro si concentrano i monumenti-simbolo: in Piazza Bra l’imponente Arena, Palazzo della Gran Guardia, il Municipio. In Piazza delle Erbe la Torre Lamberti, Palazzo Maffei, Casa dei Giudici. Da non saltare la casa di Giulietta, quella di Romeo, Castelvecchio e il Ponte Scaligero.DOVE DORMIRE: In un palazzo del 1300 nel centro storico, il Due Torri Hotel***** è ideale per chi non rinuncia a lusso e tradizione http://hotelduetorri.duetorrihotels.com. Ricavato da una porzione di fienile parte del complesso benedettino vicino all’Abbazia di San Zeno è il Relais dell’Abbazia www.relais-abbazia.it.

DOVE MANGIARE: Nella Verona romana l’elegante Ristorante i 12 apostoli, dalla cucina tradizionale e gli ottimi vini, è tra i locali storici d’Italia www.12apostoli.com. In Piazza delle Erbe sorge il Ristorante Maffei, raffinato, con cucina italiana tradizionale rivisitata e oltre 700 etichette www.ristorantemaffei.it.

Info: www.comune.verona.it

Venezia: labirinto Borges, isola di San Giorgio Maggiore

Venezia, una delle città più visitate al mondo, svela ancora luoghi poco conosciuti. Oltre alle calli più rinomate, sfidiamo i curiosi a camminare per la Calletta Varisco (sestriere di Cannaregio), larga 53 centimetri, undici in meno di Calle Stretta (sestriere di Santa Croce). Da visitare Sestiere di Castello dove, oltre ai noti Giardini della Biennale con l’Arsenale, sorgono la Basilica di San Pietro, l’antica cattedrale e il Museo Navale, con la gondola di Peggy Guggenheim e copia del Bucintoro, il vascello ricoperto d’oro. Unico nel mondo assieme a quello argentino (San Rafael), è il Labirinto Borges nella Fondazione Cini (isola di San Giorgio Maggiore), ispirato a un racconto dello scrittore. Accesso diretto al Canal Grande ha la pittoresca Corte del Duca Sforza: qui si affaccia un edificio costruito nell’Ottocento sulla residenza dei Cornaro, che cedettero l’area a Francesco Sforza (1461) e sorgeva la casa della prima amante di Casanova.

Info: www.comune.venezia.it

 




Puglia. Alla scoperta dei borghi segreti: Oria

Il castello di Oria, in provincia di Brindisi, si erge sul colle del Vaglio occupando la parte più alta dell’antica città, che secondo Erodoto fu fondata da un gruppo di naufraghi cretesi che la chiamarono Hyria. L’area del castello era occupata dall’acropoli messapica, che nel VI secolo si dotò di mura (come si può vedere nella piazza della cattedrale), mentre tra il tra il 1225 e il 1233 la fortezza venne ampliata e riprogettata da Federico II. Il Castello, le cui mura esterne sono dotate di merlature e torrette aggettanti, ha la peculiare forma di un vascello, un triangolo isoscele con il vertice a nord e base a sud, ben sorvegliato da tre torri: le due circolari, di epoca angioina, “Del Cavaliere” e “Del Salto”, e quella “Dello Sperone”, che guarda a nord, riferibile al periodo svevo. La piazza d’arme, all’interno, poteva accogliere 5000 soldati, fornita di caserme, magazzini, cisterne e passaggi segreti. Ai piedi della Torre del Salto, colonne e marmi dell’antica chiesa bizantina indicano l’ingresso all’Ipogeo dei SS. Crisante e Daria, primi protettori della città, costruito dal Vescovo Teodosio nel 1890 circa sui ruderi di un tempio pagano. Nuovo vanto di Oria è il Museo Archeologico di Oria e dei Messapi, ospitato dallo scorso aprile nei rinnovati spazi del settecentesco Palazzo Martini, con un percorso di dieci sale che racconta la storia della città messapica dalle origini all’età romana: plastici che ricostruiscono un passato glorioso, reperti raffinati e unici come il pettine in osso lavorato con la raffigurazione di scene tratte dall’Iliade.

INFO: www.oria.online

DOVE MANGIARE: Cucina tipica rivisitata nel raffinato ristorante dedicato a Vincenzo Corrado, filosofo, gastronomo e cuoco del 1700, Trattoria Corrado, nel centro storico di Oria. Varietà di birre abbinate a stuzzichini preparati con cura e cibi di una volata a Il Castello Pub, Taverna e Birreria, nel centro di Oria (piazza Domenico Albanese, 9, 72024 Oria, Brindis. Tel. 392 0483949).

DOVE DORMIRE: La Masseria Palombara è una tenuta biologica nel cuore del Salento per soggiorni di relax tra mandorli, palme e ulivi secolari con un edificio storico (del 1600-1800) di 13 camere e un complesso di 7 camere nelle annesse case coloniche. L’albergo diffuso Borgodioria Resort è il modo migliore per soggiornare in una affascinante dimora medievale perfettamente ristrutturata nel centro storico di Oria.




Puglia. Alla ricerca dei borghi segreti: Lucera

A meno di venti chilometri da Foggia, su un’altura formata da tre colli a ridosso del subappennino Dauno, domina il Tavoliere delle Puglie la città di Lucera, denominata “chiave delle Puglie” per la sua posizione strategica. Fondata dai Dauni, fu occupata dai Sanniti nel 321 a.C. e poi dai romani: di quest’ultimo periodo è testimonianza lo scenografico anfiteatro costruito nel peiodo augusteo (I secolo a.C.). È tra i più antichi di tutta la regione, nonché tra i resti romani più importanti a causa delle dimensioni: poteva ospitare fino a 17.000 spettatori, con un’arena di 75,20×43,20 metri a cui si accedeva tramite due magnifici portali decorati, situata in una depressione naturale del terreno nella periferia est della città. Oggi l’anfiteatro è scenario di eventi culturali. Altro monumento maestoso è la Fortezza del XIII secolo, che svetta sulla sommità piana del colle Albano dove un tempo sorgeva l’acropoli della Lucera romana. Fu voluta da Federico II di Svevia che qui fece costruire il suo Palatium nel 1233. Dopo la sconfitta degli Svevi da parte degli Angioini, i resti del Palazzo furono inglobati all’interno della cinta muraria voluta da Carlo I d’Angiò, che trasformò l’architettura in una vera e propria fortezza con una cinta muraria di 900 metri, rinforzata da 22 torri, a cui aggiungere, in prossimità del fossato, la Torre della Leonessa e la Torre del Leone. Capanne neolitiche, resti romani e svevi, quelli legati a periodo angioino e una Cappella dedicata a San Francesco convivono nella stessa area.

INFO: https://prolocolucera.wordpress.com/

DOVE MANGIARE: Ogni dettaglio è curato al ristorante Il Cortiletto di Lucera, dai coperti alla presentazione dei piatti e all’attenzione del personale. Ubicata sulle colline tra Troia e Lucera in agro Montaratro, famoso per un convento di suore di clausura, la Masseria Montaratro prepara piatti genuini con ingredienti locali freschissimi in un panorama idilliaco.

DOVE DORMIRE: Per un soggiorno di lusso Grand Hotel Vigna Nocelli, in una struttura maestosa con spa, piscine, ristorante. Relais In Contrada presenta la vera essenza dell’ospitalità locale senza trascurare le più moderne tecnologie, in una perfetta sintesi tra comfort e tradizione. Raccomandato anche il ristorante.




Puglia. Alla scoperta dei borghi segreti: Trinitapoli

L’attuale borgo di Trinitapoli, in passato pianura prediletta dai pastori di ritorno dalla transumanza, a metà del 1100 venne donato da Maureliano, signore di Salpi (i cui cittadini fondarono qui un primo nucleo abitato per fuggire alla malaria), ai benedettini dell’abbazia della Santissima Trinità di Monte Sacro sul Gargano. Così quest’area molto vicina alle Saline più grandi d’Europa prese il nome di Casale della Trinità o Casaltrinità, e infine Trinitapoli, ora parte della provincia Barletta-Andria-Trani. Proprio qui, e nello specifico in località Madonna di Loreto, nel 1987 venne scoperto prima l’Ipogeo dei Bronzi, di 20 metri circa, con il celebre corredo funebre della signora delle Ambre, e poi l’Ipogeo degli Avori, quello del Guardiano, quello del Gigante, fino a un totale di 15 ipogei (a Trinitapoli, più altri 5 a San Ferdinando) su un territorio di 5 ettari circa. Un sito unico al mondo per monumentalità e varietà dei reperti, ora Parco Archeologico degli Ipogei, di cui parte del patrimonio è esposto al Museo Archeologico degli Ipogei di Trinitapoli, inaugurato nel 2015. Le quattro sale consentono al visitatore il viaggio in uno dei santuari più grandi dell’Età del Bronzo (II millennio a.C.): per centinaia di anni gli uomini hanno svolto cerimonie sacre e riti legati alla fecondità all’interno degli ipogei, proprio per consacrare il legame tra l’uomo e il divino. L’ipogeo è un tempio della vita dedicato alla Dea Madre, e anche architettonicamente riproduce il ventre materno: si articola in un dromos, che come una vulva immette nella terra, uno stomion, uno stretto corridoio come il canale del parto, e la sala del culto, grembo dove si rigenera e cresce la vita. L’allestimento museale è originale ed efficace: racconta la storia del popolo degli ipogei con la tecnica del fumetto, immediato e coinvolgente, rivolto a bambini e adulti.

INFO: www.museoipogeitrinitapoli.it

DOVE MANGIARE: Solo pesce appena pescato al ristorante Riccio di Mare di Margherita di Savoia (lungomare C.Colombo /C.so Garibaldi 51, 76011 Margherita di Savoia, BAT. Tel. 320 408 5881). Cordialità e deliziosi piatti tipici pugliesi all’Osteria al Vicoletto di Margherita di Savoia, in un ambiente familiare e molto curato (via Vittorio Veneto 12, 76016 Margherita di Savoia, BAT. Tel. 328 215 5668)

DOVE DORMIRE: Raffinato ed elegante il Grand Hotel Terme di Margherita di Savoia. Semplicità e cortesia all’Hotel Airone Trinitapoli, dotato anche di ristorante con prodotti tipici.




Puglia. Alla ricerca dei borghi segreti: Bisceglie

Incastonata in un’insenatura del basso litorale adriatico, nella provincia di Barletta-Andria-Trani, Bisceglie è una cittadina pregna di storia sin dall’antichità, legatasi poi al nome di Lucrezia Borgia che ne fu duchessa. Il porto luccica di pescherecci, mentre il centro storico di vicoli e stradine è illuminato da palazzi storici, dalla cattedrale romanica e dal castello voluto da Federico II con la torre normanna. A questo si aggiunge un unicum non da tutti noto, il Dolmen della Chianca, dichiarato dall’UnescoMonumento Patrimonio Testimone di una cultura di Pace per l’Umanità” nel 2011. È tra i maggiori resti megalitici preistorici della Puglia e tra i più importanti d’Europa per dimensioni e bellezza di linee, e si erge lungo Lama Santa Croce, area sacra di notevole importanza archeologica in ambito paleolitico. Fu innalzato a scopo celebrativo, orientato a Levante, come omaggio alla divinità solare portatrice di salute e fecondità. Si compone di un dromos di 7 metri, ovvero un corridoio di accesso creato con pietre fittili allineate, e di una cella sepolcrale alta 1,80 metri, formata da tre lastroni verticali in calcare su cui poggia una copertura. Fu scoperto il 6 agosto 1909 dall’abate molfettese Francesco Samarelli, e fu oggetto di scavi, tra il 1909 e il 1910, da parte del Soprintendente Michele Gervasio, che risparmiò e conservò un albero secolare d’ulivo, simbolo di pace, piantato dalla popolazione agro-pastorale biscegliese, che qui si riuniva, per ricordare la sacralità del luogo. Nella cella e nel dromos sono stati trovati resti ossei umani e un ricco corredo funerario, oltre ai resti di un focolare circolare acceso a scopo rituale.

INFO: www.prolocobisceglie.it

DOVE MANGIARE: In un antico casale ristrutturato nasce Casale San Nicola Banqueting & Resort, il cui credo è rappresentato dal rispettoso senso dell’evoluzione ancorato all’autentica tradizione. Ottimo ristorante dove gustare anche una lunga lista di antipasti e la pizza cotta nel forno a legna è la pizzeria e antipasteria L’Altro Buco (viale Vincenzo Calace 12-14, 76011 Bisceglie, BAT. Tel. 080 392 4362).

DOVE DORMIRE: Dopo un accurato restauro conservativo Palazzo Bonomi**** spalanca le sue porte all’ospitalità, ponendosi come punto di riferimento elegante e caratteristico, nel cuore della città antica. In un giardino verdeggiante sorge invece il b&b Villa Garden.




Puglia. Alla scoperta dei borghi segreti: Ruvo di Puglia

Cuore pulsante del centro storico di Ruvo di Puglia, in provincia di Bari, la cattedrale presenta un visibile ribassamento del sagrato rispetto all’impianto viario. Costruita nel XII secolo, la chiesa è uno degli esempi più interessanti del romanico pugliese. Tipicamente romanica è la facciata, dotata di rosone e tre portali arricchiti da gruppi scultorei realizzati da maestranze locali: quello centrale è di particolare pregio, fiancheggiato da due colonnine sormontate da grifi e rette da leoni stilofori, a loro volta sostenuti da telamoni.

L’interno è a tre navate a croce latina, con alcuni affreschi trecenteschi sulle pareti del transetto e la tavola della Madonna di Costantinopoli del pittore Z.T. (1500-1539), enigmatica figura a cui si riconducono molte opere tra la terra di Bari e il Salento. Sotto il pavimento della Cattedrale sono visibili significativi resti delle strutture precedenti, nonché le tracce di una domus romana e i resti di pilastri circolari e cruciformi di una chiesa altomedievale. La torre campanaria, del X sec. d.C., aveva inizialmente funzione difensiva. Tra le altre eccellenze custodite a Ruvo di Puglia, la straordinaria collezione vascolare del Museo Nazionale Jatta, che raccoglie ceramiche e bronzi del VII – III sec. a.C. Il più celebre, immancabile nei testi di archeologia, è il cratere attico a figure rosse del V sec. a.C., detto di Talos raffigurante la morte del mitico gigante omonimo, custode dell’isola di creta.

INFO: www.prolocoruvodipuglia.it

DOVE MANGIARE: Berardi Ristorante è un luogo di prestigio dove la cucina raffinata si fonde con gli antichi sapori e le suggestioni della cultura e della tradizione pugliese. È anche una storica pasticceria-cioccolateria dal 1972. Cucina tradizionale con punte di innovazione e un vasto assortimento di antipasti misti da U Viecchie Furne (via Nicola Boccuzzi 10, 70037 Ruvo Di Puglia, Bari. Tel. 080 361 2505).

 DOVE DORMIRE: Si affaccia sulla pineta di Ruvo di Puglia l’elegante Hotel Pineta Wellness****, struttura di design con 39 camere eleganti e minimaliste, centro benessere, il ristorante Basilico e sala ricevimenti. Per chi ama stare in centro ma in un ambiente familiare, B&B Albarosa è una dimora di prestigio dove respirare i profumi del passato, una residenza unica nell’originalità del suo stile.




Puglia. Alla ricerca dei borghi segreti: Barsento e la Chiesa di Santa Maria

Il toponimo Barsento, di origine messapica, significa “che è alto, forte”, e indica un villaggio preellenico situato tra i comuni di Noci e Putignano. Dell’antico sito, il cui casale principale sorgeva sulla via Barsentana, crocevia dove confluivano le strade dal barese e dall’area di Taranto, rimane un gioiello unico e ancora intriso di misteri: la chiesa di S. Maria con l’annessa masseria, che un tempo era un convento.

Sono discordanti le ipotesi relative alla data di edificazione della chiesa, anche se inconfutabili documenti testimoniano che era già esistente nel 1090, ed era ancora in vita, condotta dai clerici, nel 1300. Secondo Gloria Bertelli, docente di Storia dell’arte paleocristiana ed altomedievale presso l’Università di Bari, si tratta di una costruzione di tipo rurale collocata in età medievale, tra l’XI e il XII secolo. L’edificio ha una facciata cuspidata, con campanile a vela e un’unica porta d’ingresso preceduta da un protiro quadrangolare del XIV-XV secolo. La facciata presenta un vistoso frammento d’iscrizione d’origine bizantina non decifrabile, forse un reimpiego di materiale, secondo altri indicante la data di fondazione o di ristrutturazione della chiesa. L’interno, poeticamente spoglio, è diviso in tre navate con le volte a botte, e ricorda la costruzione dei trulli (la cui tecnica costruttiva si diffuse più tardi), così come il tetto ricoperto a chiancarelle (pietre piatte) e le absidi viste dall’esterno. Sull’altare maggiore si può ammirare l’effige barocca della Madonna con Bambino e Santi, alle cui spalle, sul catino absidale, campeggiano frammenti di affreschi con il Redentore affiancato dal Sole e dalla Luna umanizzati, in un cielo stellato su un fondo di azzurri arabeschi, simboli del passaggio dall’era pagana a quella cristiana.

INFO: www.bibliotecanoci.it e www.comune.noci.ba.it

DOVE MANGIARE: Il , ristorante dai piatti gourmet elaborati dallo chef Francesco Laera, è incastonato all’interno di un suggestivo complesso di trulli finemente ristrutturati in un angolo di Noci. L’Antica Locanda, in un caratteristico ambiente in pietra, è il posto ideale per scoprire i sapori tipici della tradizione pugliese, ma anche per ama ingredienti di stagione e selezionati dallo chef Pasquale Fatalino.

DOVE DORMIRE: Antichi muri in pietra e arredi di design al Santarosa Relais ****, un piccolo albergo di grande fascino situato nel borgo antico della città di Noci. Per chi vuole soggiornare in un’antica masseria ristrutturata, il B&B La Grave, a metà strada tra la Murgia dei trulli e la Costiera Adriatica, è piccolo angolo di paradiso e relax.




Puglia. Alla scoperta dei borghi segreti: Accadia

Accadia è situata tra i più elevati rilievi dell’Appennino Dauno e le verdi colline del fondovalle, in uno scenario naturale molto suggestivo di rocce e gole naturali. Sorse prima dell’anno Mille sulle rovine dell’antica città dedicata alla dea Eca, Acca Dia, da cui il nome del borgo, ed è un gioiello di urbanistica dalla caratteristica forma a chiocciola. Nella piazza principale si può ammirare la Fontana monumentale, che assomiglia a un tempio neoclassico con frontone e quattro colonne in pietra locale, costruita sotto Ferdinando II nel 1863 per celebrare la realizzazione del locale acquedotto, uno dei più antichi. A breve distanza svetta l’ottocentesca Torre civica dell’Orologio, alta 10 metri e larga 6, con un bassorilievo di marmo bianco che è l’esatta riproduzione di quello in bronzo del Maschio Angioino a Napoli. Per chi non sa resistere al fascino dei borghi abbandonati, Rione Fossi è un luogo davvero unico, esempio di antica civiltà contadina. Originario nucleo del comune di Accadia, fu abbandonato dalla popolazione in seguito a un sisma nel 1930. Rione Fossi conserva le tipiche abitazioni scavate nella roccia, proprio come i più celebri Sassi di Matera. È impossibile frenare la voglia di perdersi e curiosare i vicoli e le case in pietra, le grotte, le abitazioni medievali dal sapore magico.

INFO: www.visitmontidauni.it/localita/accadia e www.comune.accadia.fg.it

DOVE MANGIARE: Il primo impatto può ingannare, ma il palato rinasce al ristorante Il Melograno ad Accadia, con tutta la bontà dei sapori pugliesi riproposti a tavola con tradizionale perfezione (via Mattarella 30, 71021 Accadia, Foggia. Tel. 0881 98162). Per la pizza al metro più buona dell’area è tappa fissa la pizzeria Viaborgosettantadue (Via Borgo 72 | Centro Storico di Accadia, 71021 Accadia, Foggia. Tel. 345 491 8406).

DOVE DORMIRE: Alcuni sogni si possono realizzare, come dormire tra le mura di un castello, la Residenza Ducale di Bovino, a pochi chilometri da Accadia. Per chi ama soggiornare in un’oasi di pace, il bed and breakfast Sambuco è un’antica masseria pugliese con cappella gentilizia.

 




Puglia. Alla ricerca dei borghi segreti: Egnazia

Il sito archeologico di Egnazia, inserito in un contesto naturalistico-ambientale mozzafiato, si affaccia sul litorale adriatico tra Monopoli e Savelletri, custodendo reperti che vanno dall’età del Bronzo all’epoca medievale.

Anche in passato la posizione geografica costituì la fortuna dell’antica Gnathia, citata da Plinio, Strabone, Orazio: grazie alla presenza del porto e della Via Traiana, infatti, fu un attivo centro di traffici e commerci.

Il primo insediamento risale all’età del bronzo, seguono poi gli Iàpigi nell’età del Ferro, mentre sono del periodo messapico (VIII secolo a.C.) le poderose mura di difesa (alte 7 metri, lunghe 2 km, delimitano un’area urbana di circa 40 ettari) e le necropoli, con monumentali tombe a camera decorate da raffinati affreschi.

Dell’occupazione romana, che avvenne a partire dal III secolo a.C., rimangono numerose testimonianze. La città, solo in parte scavata, è attraversata dalla via Traiana, lastricata nel 109 d.C. Alla Basilica civile delle tre Grazie si affiancano il Sacello delle divinità orientali e il Foro, pavimentato a lastroni di tufo, con portici e resti di una tribuna oratoria. Notevoli anche l’Anfiteatro, il Criptoportico, la Fornace e il complesso paleocristiano con Basilica e Battistero. L’Acropoli dominava la città dalla collina che si affaccia sul mare. Nell’area della necropoli messapica sorge poi il Museo Nazionale, con tredici padiglioni allestiti con reperti, per soddisfare i più curiosi.

INFO: www.egnaziaonline.it

DOVE MANGIARE: Marito e moglie, dalla passione per la cucina da 25 anni: i sapori della tradizione pugliese e del mare preparati con amore all’Osteria del Porto Savelletri. Per un pranzo di pesce fresco accompagnati dall’infrangersi delle onde Il Principe del Mare Ristoro (Contrada La Forcatella, 72015 Fasano. Tel. 339 639 6304).

DOVE DORMIRE: Nel cuore del centro storico di Monopoli, sulla cinta muraria prossima al castello sorge oggi, in un complesso antico, il relais Don Ferrante***** con le sue dimore di charme e il ristorante lounge. Tra Fasano e Savelletri, per soggiorni di relax, il bed and breakfast Villa Tonia è una soluzione elegante, dotata di ogni confort, con piscine e a pochi passi dal mare.




Puglia. Alla ricerca dei borghi segreti: Gravina e la Sistina della Pittura Rupestre

Bagnata da due mari, definita dal National Geographic la “regione più bella del mondo”, la Puglia non smette di stupire per la varietà di segreti che custodisce: amata da greci, romani, bizantini, oltre alle sue mete più note svela cattedrali romaniche che ammaliano per la purezza, vasi greci unici al mondo, anfiteatri romani e parchi archeologici, fortezze medievali, ma anche i segni delle civiltà rupestri più antiche, ipogei dedicati alla Dea Madre e dolmen millenari patrimonio dell’Umanità UNESCO.

A 350 metri sul livello del mare, tra il pre-Appennino lucano e la Murgia, sorge la città antica di Gravina, in parte estesa sulle sponde di un crepaccio profondo che ricorda i canyon, scavato nella roccia calcarea dal torrente Gravina. Nello scenario paesaggistico del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, di cui Gravina ospita la sede, questo comune dalla storia antica conserva architetture e testimonianze uniche. Dopo un susseguirsi di anfratti, affacciata alla spaccatura rocciosa, la chiesa rupestre di San Michele alle Grotte è una delle più interessanti dell’area e la prima cattedrale del comune: l’edificio in tufo ha pianta quadrangolare a cinque navate, sorrette da 14 pilastri in pietra naturale. Sulle pareti della chiesa, che ospita numerose opere tra cui una tomba medievale, sono visibili residui di affreschi del XIII secolo come il grande Cristo Pantocratore tra i santi Paolo e Michele, mentre nella grotta attigua, forse un precedente cimitero, teschi e ossa sono leggendariamente attribuiti ai martiri dell’attacco saraceno del 999. Tesoro di rara bellezza, tanto da essere denominata “La Sistina della Pittura Rupestre”, è la cripta di San Vito Vecchio, i cui preziosi affreschi, strappati per salvaguardia ed esposti all’esposizione Universale di Bruxelles nel 1958, poi a Roma, ad Atene e Bari, sono ora custoditi presso la Fondazione Ettore Pomarici Santomasi che ne ha ricostruito l’ambiente originario. Il complesso, fra i meglio conservati del patrimonio di pittura a fresco pugliese di età medievale, è dominato dalla maestosa figura del Cristo Pantocratore in mandorla circondato da angeli, seduto su un trono la cui spalliera concava, decorata con cerchi di perline, segue l’andamento dell’abside, il cui profilo esterno presenta un vivace motivo decorativo di ascendenza islamica.

INFO: http://fondazionesantomasi.it e Pro Loco Unpli Gravina www.prolocogravina.it

DOVE MANGIARE: La Trattoria Zia Rosa, nel centro storico di Gravina, permette di assaporare i tipici profumi di un passato lontano, rivisitati in chiave moderna in un ambiente elegante www.trattoriaziarosa.it. All’Osteria Sant’Agostino si gustano i veri sapori della Murgia, da non perdere la pasta fresca fatta a mano (Corso Vittorio Emanuele 12, 70024 Gravina in Puglia, Tel. 339 185 4418).

 DOVE DORMIRE: In un edificio di inizio Novecento completamente ristrutturato sorge Principe Relais, per un soggiorno di relax ed eleganza nel centro storico, con SPA annessa www.principerelais.it. A pochi metri da San Michele alle Grotte sorge il b&b Fondo Vito, fa vivere un’esperienza autentica in una caratteristica casa del rione medievale www.fondovito.it.




Toscana. Alla ricerca dei borghi segreti: Bagno Vignoni

Sembra un paesaggio tratto dalla scena di un film, e infatti è adorato da artisti e cineasti (per esempio nel 1982 il regista Andrej Tarkovskij ha ambientato le scene del film Nostalghia, premiato l’anno successivo al Festival del Cinema di Cannes), quello della piazza centrale di Bagno Vignoni, uno dei borghi medioevali più suggestivi e meglio conservati della Toscana. Parte del comune di San Quirico D’Orcia, tra i vigneti della Val D’Orcia in provincia di Siena, Bagno Vignoni è noto in tutto il mondo per le terme, la cui attività risale all’epoca romana. Le acque sulfuree che sgorgano dal suolo vulcanico di questa località hanno attirato personaggi storici di particolare fama, tra cui Caterina da Siena, Papa Pio II Piccolomini e Lorenzo il Magnifico, che qui si curò la gotta discorrendo di poesia.

Il borgo si esaurisce nella vasca rettangolare da cui sgorgano le acque della sorgente termale originale: è un unicum dal punto di vista urbanistico, in quanto loggiati, abitazioni, locande, e la chiesa di San Giovanni Battista si sono sviluppate attorno alla grande piscina termale, andando a scardinare la funzione della piazza principale di un paese.

INFO: www.comunesanquirico.it

DOVE MANGIARE: Da tre generazioni il Ristorante La Terrazza, all’interno dell’albergo Le Terme, si tramanda il gusto per le cose semplici e naturali, con materie prime a km0. Locale accogliente e cucina toscana moderna all’Osteria del Leone.

 DOVE DORMIRE: Tra le dolci colline della campagna senese e circondato da paesaggi di straordinaria bellezza sorge l’Adler Thermae Spa & Relax Resort. Le ampie piscine esterne e interne offrono la possibilità di godere dei benefici di rigeneranti bagni termali tutto l’anno. Romantico soggiorno di charme alla Locanda del Loggiato, in un antico stabile del 1300.




Toscana. Alla ricerca dei borghi segreti: Passignano

ll piccolo borgo di Passignano (a Tavernelle Val di Pesa), con una casa-torre del XII secolo e la chiesa di San Biagio, ospita, incastonata tra le colline del Chianti, la Badia di Passignano, un complesso monastico legato ai Benedettini di Vallombrosa. Fondata nel 1049 da San Giovanni Gualberto, l’abbazia, a metà tra un fortilizio e un castello medievale per via delle torri angolari merlate, ha avuto una complessa storia di distruzioni e ricostruzioni. Ospita un’antica biblioteca con pergamene e libri antichi, e nella chiesa di San Michele Arcangelo (XIII secolo) affreschi di Domenico Cresti detto il Passignano (del 1601). Vero gioiello è il Cenacolo situato nel refettorio del monastero e simbolo del massimo splendore dell’abbazia, opera realizzata da Domenico Ghirlandaio con l’aiuto del fratello Davide nel 1476. Restituito al pubblico solo un anno fa dopo il restauro realizzato grazie alla fondazione americana Friends of Florence insieme a Marchesi Antinori, il Cenacolo si presenta come un campionario di espressioni e sentimenti incarnati dai protagonisti dell’ultima cena, mentre su lungo tavolo, l’accuratezza delle numerose nature morte, svela una profonda conoscenza dell’arte fiamminga.

INFO: www.tavarnellevp.it  |  www.youchianti.com

DOVE MANGIARE: il menù dell’Osteria di Passignano propone ricette della tradizione toscana, rivisitate da giovani ma esperti chef, con ingredienti freschi e stagionali. La famiglia Antinori possiede i vigneti circostanti l’Abbazia, dai quali produce il Chianti Classico Riserva “Badia a Passignano”, affinato nelle cantine sottostanti il monastero. Il Ristorante La Fattoria è all’interno di un tipico casolare toscano e serve piatti della tradizione cucinati con cura e amore.

DOVE DORMIRE: Castello del Nero è una residenza nobiliare del XII secolo trasformato in hotel di lusso con SPA, tra le naturali bellezze del Chianti. L’Antica Pieve b&b è una classica casa colonica toscana situata sulla famosa via Cassia, dove immergersi nella natura del Chianti o ammirarla da bordo piscina.




Toscana. Alla ricerca dei borghi segreti: Sovana

Sovana, parte del territorio di Sorano, è tra “i borghi più belli d’Italia”: situato su uno sperone tufaceo nella verdeggiante Maremma, conserva tuttora l’aspetto medievale. Il nome originario Suana fu dato dai Romani dopo la loro conquista del territorio di Vulci nel 278 a. C., e deriva dall’etrusco “suf” che significa “terra verde”. Il primo centro abitato risale all’età del bronzo, poi nel VII secolo a.C. divenne una fiorente città etrusca. Nel IV secolo d.C. fu sede vescovile e nel 935 capoluogo della Contea Aldobrandesca: è ancora visibile la Rocca duecentesca residenza degli Aldobrandeschi, costruita intorno all’XI secolo. Il borgo antico, città natale di Ildebrando di Sovana (divenuto nel 1073 Papa Gregorio VII) si caratterizza per la prevalenza di testimonianze medievali, quindi la piazza con i palazzi Pretorio, dell’Archivio, Bourbon del Monte, la chiesa di Santa Maria, la chiesa di San Mamiliano e il Duomo. L’area sottostante, invece, è testimone della civiltà etrusca, con le architetture rupestri, le vie cave scavate nella roccia, le necropoli con tipologie differenti di sepolture, tra cui ricordiamo la monumentale Tomba Ildebranda del III sec. a.C e la Tomba della Sirena. INFO: www.comune.sorano.gr.it

Tomba Ildebranda credits by Diego Benicchi

Via Cava Poggio Prisca credits by Diego Benicchi

DOVE MANGIARE: l’Osteria dell’Oro è un locale dal design raffinato nell’antico borgo di Sovana, con piatti della tradizione rivisitati in chiave moderna www.osteriadelloro.it. Gusti genuini e sapori pieni nella cucina dell’Agriturismo San Giacomo, immerso nella campagna www.agriturismosangiacomo.it.

DOVE DORMIRE: Elegante e intimo con pregiati pezzi d’antiquariato e un’esposizione permanente d’arte contemporanea il Sovana Hotel & Resort **** è dotato anche di un parco da cui ammirare le rovine di Sovana nel periodo etrusco www.sovanahotel.it. Cura, semplicità, tradizione, caratterizzano gli appartamenti dell’Agriturismo San Giacomo, immersi nel giardino con piscina www.agriturismosangiacomo.it.

Corteo Storico Sovana by Diego Benicchi




Toscana. Alla ricerca dei borghi segreti: Carmignano

Carmignano è un borgo unico immerso in uno scenario collinare di vigneti che danno vita al pregiato “Carmignano Rosso DOCG”, il vino con il riconoscimento Denominazione di Origine Controllata e Garantita più antico d’Italia, grazie al decreto del 1716 del Granduca Cosimo III De’ Medici. Tra i numerosi motivi per visitare il borgo toscano, spicca la Visitazione del Pontormo, opera manierista di straordinaria bellezza, la più preziosa e celebre custodita nella pieve di San Michele e San Francesco, chiesa eretta nel 1330. L’opera, di incerta datazione (1528-30 circa), si discosta dall’iconografia tradizionale per focalizzarsi sull’eccezionalità dell’evento, in un cangiare di colori e panneggi rigonfi in un’atmosfera misteriosa e metafisica.

La frazione di Artimino vanta anche, all’interno del Parco Archeologico di Carmignano, il Museo Archeologico Francesco Nicosia. Il museo illustra la storia del centro etrusco di Artimino e del suo territorio attraverso i reperti rinvenuti: quest’area, infatti, fin dal periodo “orientalizzante” della civiltà etrusca (VII sec. a. c.), ha conosciuto uno straordinario sviluppo economico e culturale. Sempre ad Artimino, la splendida Villa medicea La Ferdinanda, è patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO da giugno 2013.

credits by Niccoli ê Orsi Battaglini

 

credits by Achivio comune di Carmignano

INFO: http://turismo.comune.carmignano.po.it  www.parcoarcheologicocarmignano.it

DOVE MANGIARE: Nonna Delfina nacque in una casa colonica a valle della Villa medicea, e trasformò, dopo esser stata a servizio di nobili veneziani, la casa in una trattoria molto raffinata, oggi ristorante ricercato. Da Delfina si sono seduti Ardengo Soffici, Quinto Martini, Salvatore Quasimodo e altri illustri.

Piatti della tradizione toscana rivisitati all’Osteria Su’ Pe’ I Canto, a conduzione familiare, una garanzia (tel. 055 871 2490, piazza Matteotti 25, Carmignano).

DOVE DORMIRE: Occasione unica quella di soggiornare nella Villa medicea La Ferdinanda, patrimonio UNESCO. La Tenuta di Artimino si compone dell’Hotel Paggeria Medicea**** con 37 camere, 59 appartamenti nel borgo di Artimino (a 300 metri dall’Hotel) e 6 appartamenti esclusivi (“Fagianaie”), tutti in edifici storici ristrutturati e immersi nella pace della campagna toscana.

Immersa tra ulivi, vigneti, cipressi, l’Azienda Agricola Montecucchi, che produce olio extravergine e i fichi secchi di Carmignano presidio slow food, accoglie gli ospiti in una casa colonica ristrutturata in stile tradizionale toscano.




Toscana. Alla ricerca dei borghi segreti: Suvereto

Un borgo medievale sulla Costa degli Etruschi SUVERETO (LIVORNO)

Bandiera arancione del Touring italiano, Suvereto, incastonato sulle pendici delle colline che dominano il mare e la Costa degli Etruschi, è uno splendido borgo medievale anteriore all’anno Mille. Una cinta muraria a forma di pentagono con otto torrioni racchiude il centro storico, dai tipici vicoli lastricati, le case in pietra e palazzi antichi come quello comunale, del 1200.

Credits by Archivio Comune di Suvereto

Nel punto più alto del paese svettano i ruderi della Rocca Aldobrandesca, eretta sui resti di precedenti fortificazioni. Di straordinario interesse l’architettura ecclesiastica, come l’antica Chiesa di San Giusto, in stile romanico e decorazioni bizantine, la settecentesca chiesa della Madonna di Sopra la Porta e quella del SS. Crocifisso.

Davvero imperdibile è il Museo artistico della bambola, con la collezione Maria Micaeli, che vanta esemplari unici da fine ‘800 ai nostri giorni. Il borgo, inoltre, è immerso nella campagna attraversata dalla Strada del Vino, ricca di frantoi e aziende vinicole. Tra foreste di lecci e cerri, il Parco Naturale di Montioni, di interesse naturalistico e archeologico, è un’oasi di verdi colline che si estende per circa 7000 ettari. Nel cuore del Parco, accessibile e attrezzato, sono presenti i resti delle cave di allume del Villaggio minerario realizzato da Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone. INFO: www.comune.suvereto.li.it

DOVE MANGIARE: Il Ristorante Dal Cacini è raffinato ed esemplare: non avendo congelatori per scelta, si serve solo di cibo fresco e propone un menu unico.

Vietato farsi ingannare dall’ingresso da bar: la Trattoria La Sugheraia saprà stupire i palati con piatti tipici della tradizione toscana (Tel. 331 331 0255, via Dante Alighieri 12, 57028 Suvereto)

DOVE DORMIRE: L’agriturismo Poggio Diavolino è un’oasi di serenità situata sulle colline vicine al borgo medievale di Suvereto: olio e prodotti alimentari di produzione propria con criteri eco sostenibili.

Per chi vuole vivere l’atmosfera di una fiaba, il Castello di Magona, antica residenza di Leopoldo II Granduca di Toscana, ha 10 camere esclusive a Campiglia Marittima (Livorno), a soli 7 km da Suvereto.

(Foto in copertina: credits by Archivio Comune di Suvereto)