L’editoriale è il mio spazio, che cerco di riempire nel miglior modo possibile, come la scorsa settimana parlando straziato della Romagna Ma stavolta lo cedo alla nostra Manuela Fiorini, che in Emilia-Romagna ci è nata e ci vive. Questa settimana questo spazio le spetta di diritto.
Raffaele d’Argenzio
Andiamo tutti nella Romagna… c’la tìn bòta
di Manuela Fiorini
Tìn bòta! Cioè, “tieni botta”. Noi emiliano-romagnoli lo diciamo come augurio di resilienza, magari accompagnato da una pacca sulla spalla bene assestata e un sorriso di solidarietà. E sappiamo che, se l’esortazione è rivolta a un nostro compaesano, lui, o lei, “terrà veramente botta”, accuserà il colpo, si rimboccherà le maniche e si rialzerà più forte di prima. Gli emiliani lo hanno fatto con il terremoto del 2012 e i romagnoli lo faranno dopo l’alluvione che ha pesantemente colpito soprattutto le province di Ravenna e Forlì-Cesena.
Certo, probabilmente gli emiliano romagnoli ce la faranno anche da soli, perché loro sono così: non si piangono addosso, anzi, cantano “Romagna mia” e mentre spalano il fango e svuotano le loro case dagli arredi rovinati, ma ce la faranno ancora meglio se ognuno di noi, tutti noi, daremo loro una mano.
Mi ha sorpresa la solidarietà, letteralmente esplosa, dei giorni immediatamente seguenti all’alluvione. Tanti i giovani e i meno giovani che sono partiti volontari nelle zone alluvionate per spalare il fango, le associazioni che si sono mosse per salvare gli animali da compagnia e delle aziende agricole sommerse dalle acque melmose dei fiumi, persone che hanno fatto una donazione in cibo e prodotti di prima necessità.
In soli sei giorni, poi, sono stati 17,7 milioni di euro donati sul conto corrente aperto dall’Agenzia Regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione Civile dell’Emilia Romagna, mentre in campo, dall’inizio dell’emergenza, sono scesi quasi 22 mila volontari di Protezione Civile, di cui alcuni provenienti da Slovacchia, Slovenia, Francia e Belgio.
Tutto questo è meraviglioso. Ma non basta. Perché ci sarà un “dopo alluvione”: quando le case e le strade saranno pulite dal fango, quando le 24 mila persone sfollate avranno fatto ritorno nelle loro case e nelle loro aziende, la macchina, per ripartire, avrà bisogno ancora di carburante.
E quel carburante siamo noi, tutti insieme. Come? Scegliendo la Romagna per le nostre vacanze, per i nostri weekend. La Riviera Romagnola, ma anche le terme, i piccoli borghi, i musei, gli agriturismi, gli alberghi, i ristoranti. Ma anche scegliere i prodotti delle aziende locali, nei mercati a chilometro zero o nei banchetti che magari incontrate nei mercati o lungo le strade.
Volevo concludere questo mio editoriale con un appello, ma poi mi sono imbattuta in questo video, fatto con il cuore da una giovane proprietaria di una piccola azienda agricola. Lascio quindi a lei l’ultima parola, sicura che accoglierete il suo invito. Noi di Weekend Premium lo abbiamo già fatto e continueremo a farlo nei prossimi mesi.