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ALLA SCOPERTA DI SORANO E DELLA MAREMMA ETRUSCA CON LA NUOVA AUDI Q5 SPORTBACK

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A1, e uscire a Chiusi per godersi la Toscana classica, ma poi  puntare su Sorano, tuffandosi nella Maremma , seguendo con la nostra Audi Q5 le tranquille strade di oggi e scoprendo le suggestive Vie CAVE di un lontano ieri, scavate nel tufo  dai nostri antichi fratelli Etruschi. E già perchè oggi si sa che questo misterioso popolo era in realtà italico, o almeno in gran parte.

di Raffaele d’Argenzio

Tanti posti dove andare, ma stavolta ho scelto Sorano, nella Maremma Etrusca.
Certo è più facile accettare gentili inviti, già tutti organizzati, ma talvolta ti viene l’esigenza di scegliere da solo. Poche cose nel trolley e corri dietro ad un ricordo, un impegno che hai preso con te stesso, la voglia di mettere una tessera mancante nel  mosaico della tua vita. Era tanto che avevo promesso di andarci, forse mi aspettavano… gli Etruschi della Maremma. Sorano, Sovana, Pitigliano:
un triangolo etrusco con le Vie Cave e le tombe rupestri scavate nel tufo, la roccia leggera che accoglie lo scalpello e regala panorami come quello di Sorano.

LA COMPAGNA DI VIAGGIO, L’AUDI Q5 SPORTBACK

Nella campagna toscana con la trazione integrale

Per questo long-weekend, non potevamo scegliere una compagna di viaggio più adatta  della nuova Audi Q5 Sportback 40 TDI quattro S Tronic.
Le curve sono tante, ma l’andare è dolce anche se possente, a bordo del nostro vascello il cui timone/volante sembra curvar da solo.
Ma ora  cerchiamo di  farvela conoscere perchè ne vale la pena. Questa inedita Audi Q5 Sportback  si propone come weekend-car per eccellenza. Risulta caratterizzata da un design muscolare, ma porta in dote un’indole sportiva e un look che strizzano l’occhio alle coupé, il tutto mescolato alla versatilità e alla fruibilità tipica di un suv. E’ sinuosa come una coupé e versatile come un suv. Infatti porta  in dote le linee di una coupé, tra cui l’andamento rastremato del tetto che confluisce nei montanti posteriori, fortemente inclinati, e culmina nello spoiler sportivo. Nonostante le sue forme sportive e sinuose, Il bagagliaio garantisce una capienza di 510 litri, che diventano 1.480 litri abbattendo i sedili posteriori. L’interno è lussuoso e rifinito in ogni particolare, i rivestimenti in morbida pelle circondano una plancia hi tech che ha il suo cuore al centro della plancia dove troviamo il display touch ad alta risoluzione da 10,1 pollici, che permette di gestire tantissime funzioni, come il navigatore GPS, l’impianto audio e la connettività per smartphone, compatibile con Apple CarPlay e Android Auto.

LA TOSCANA CLASSICA E LA ROCCA DI RADICOFANI

Toscana classica, Val d’Orcia e Radicofani

Uscire a Chiusi, anche se forse conviene la stazione di Orvieto, ma qui si entra nella Toscana classica, tante curve verso Sorano, ma dopo ogni curva appare un quadro dipinto dalla natura ma che l’uomo toscano ha saputo incorniciare.
Si attraversa San Casciano dei bagni,  con le sue Terme e la sua storia, e poi  lassù in alto appare anche Radicofani, con il suo Castello, da cui si domina la Val d’Orcia, di cui fa parte. Il nome di questa rocca mi rievoca qualcosa ma non so cosa, però appena superata mi sono ricordato: proprio da questa Rocca nel 1290 il brigante Ghino di Tacco piombava sui viandanti  per depredarli. E con questo nome tanti secoli dopo Bettino Craxi firmava i suoi articoli, credo per dire che  la politica italiana doveva sottostare a lui, come chi voleva passare sotto la Rocca di Radicofani  dove sottostare a Ghino di Tacco. Un giochetto che oggi qualche politico vuol fare senza pensare al bene comune ma solo al proprio tornaconto. La storia insegna poco  se sopportiamo ancora i Ghino di Tacco.
Un’accelerata verso Sorano e gli Etruschi tornano in me.

SORANO E LA SUA  FORTEZZA INVINCIBILE

Arrivo a Sorano

Man mano che la Maremma si avvicina, il paesaggio cambia, qui la natura non si è fatta addomesticare, il bosco copre le colline come per proteggerne i segreti del passato.
E in questo mare dalle grandi onde verdi, appare all’improvviso Sorano. Non te l’aspetti, credi d’arrivare ad un borgo intorno ad un campanile o ad  una vecchia torre dai merli smangiati, ed invece ti trovi davanti ad una fortezza che ti schiaccia, quella che fu degli Aldobrandeschi e poi, con un matrimonio, divenne dei Conti  Orsini, che così poterono sfidare Siena.

Panorama da Hotel della Fortezza, a destra Masso Leopoldino

Il primo incontro è proprio con La fortezza, perchè  ci pare giusto lasciare i trolley  proprio all’hotel Fortezza cui per accedervi passi fra antiche mura  che guardano dall’alto tutta la valle. Non aspettatevi portieri con cappello, in una fortezza bisogna essere essenziali, ma il panorama è stupendo. Ai tuoi piedi il borgo, di fronte i colombari scavati nel tufo e a destra il Masso Leopoldino, altra imponente costruzione, detto anche Rocca Vecchia. Eretta già nel IX secolo su un enorme blocco tufaceo,  forse su un tempio etrusco. Fu poi chiamata Masso Leopoldino, perchè  nel 1800 una frana distrusse delle case e fu Leopoldo di Lorena a completare  i lavori di consolidamento delle pareti, costruendo una terrazza  enorme e suggestiva con torre campanaria.

Imponenza del Masso Leopoldino

Associazione “Pro loco”
Sorano
e mail: ass.prolocosorano@libero.it
Tel 0564/633099

Uffici turistici
Sorano 0564.633099
Sovana 0564.614074

HOTEL DELLA FORTEZZA

Via Cairoli, 5, 58010 Sorano GR;

Telefono: 0564 633549

Email: info@hoteldellafortezza.com.

Ingresso dell’Hotel della Fortezza

 

Fortezza di Sorano

FINALMENTE GLI ETRUSCHI E UNA PRIMA VERITA’

Nei pressi di Sorano, ecco San Rocco da cui si gode il panorama di Sorano.  Lasciata l’auto,  un faticoso sentiero accennato nel bosco e poi scale metalliche per infine accedere
ai famosi colombari,  dove il gentile  Arturo della Proloco, che mi accompagna, mi svela il primo segreto: non servivano come molti dicono a conservare urne funerarie, ma proprio ad allevare colombi, per cibarsene. Non gli Etruschi  ma gli Orsini, o comunque chi poteva mandare servitori ad arrampicarsi fin quassù. A San Rocco  troviamo anche la base scavata nella pietra di una tipica casa rurale etrusca, che in fondo era una capanna lignea. Invece per i morti, grande segno di civiltà, scavavano tombe nel tufo, che adornavano, cercando di nasconderle per proteggere il passaggio dei morti ad una seconda vita.

I colombari di San Rocco, soltanto per allevare colombi

Dopo pochi chilomertri  verso  Sovana, frazione del comune di Sorano, arriviamo a  Sopraripa, dove troviamo le famose Vie Cave di San Sebastiano e le tombe dado o semi dado, quindi rettangolari. (Come non  ricordarsi di  Petra, in Giordania? ) L’entrata è libera e questo accresce il senso dell’avventura, della scoperta.

Tombe a semidado

LE VIE CAVE, LE AUTOSTRADE DI 2500 ANNI FA?

Via cave
mappa città del Tufo

Famose nel mondo sono le Vie Cave, e le più importanti si trovano fra Sorano, Sovana e Pitigliano. Ad accrescere l’interresse per gli Etruschi, c’è anche il mistero delle Via Cave. Anche il nostro Arturo, Proloco di Sorano, non è riuscito a svelarmi il loro mistero.
Seppur scavate nella roccia tenera del tufo, hanno di certo avuto bisogno di tante mani e tanta fatica per essere scavate. Percorrendole,  la suggestione è forte, questi profondi graffi nella pelle della Terra, dicono  gli esperti che calano dall’alto delle colline verso il basso, ma potrebbero anche salire invece che scendere, dico io. All’origine dovevano essere alte sui 10/15 metri, ma oggi arrivano anche a 25, dato che nei secoli il passaggio di uomini, cavalli ed anche di piogge, ne hanno consumato il piano stradale, aumentandone la profondità ed i fascino. C’è lo stupore simile che si prova davanti alle Piramidi o alle costruzioni di Machu Picchu,  come hanno fatto a realizzarle?
Ma qui arriva anche il grande interrogativo:  perchè?
Non possiamo certo essere noi a rispondere con certezza, ma una mia personale ipotesi è questa: potrebbero essere strade che portavano alle necropoli per agevolare il viaggio dei morti verso la seconda vita. Ma servivano anche per collegare meglio le tre città di questo triangolo: Sorano, Sovana e Pitigliano. Dato che in questi fitti boschi non era facile far strade.
Quindi una sorta di sistema stradale per i morti anche anche per i vivi, come le nostre autostrade di oggi. (Realizzate solo dal 1925 (la prima: Milano-Laghi, la seconda: Napoli-Pompei-Salerno nel 1929). Insomma gli Etruschi potrebbero averci  anticipato di 2500 anni.

IL CAVONE E LA TOMBA DEI DEMONI ALATI

Il cavone di Sovana

La differenza fra gli Etruschi dell’Alta Maremma e quelli di Tarquinia è grande, sembrano due  popoli diversi. Una grande differenza è data proprio dal territorio,  dal tufo regalato dal vulcano, che era dove oggi c’è il lago di Bolsena. Questa roccia materna, che accoglie e abbraccia con dolcezza, permise loro di scavare  grotte,  tombe e le  Vie Cave.
La più  grande si trova  nel parco archeologico di Sovana, questo a pagamento, ed è chiamata il Cavone, perchè  è davvero grande, tanto che la nostra Audi Q5 non ha resistito e ha solcato questo pezzo di strada sacra. (Dopo aver chiesto il doveroso ed eccezionale permesso per fare una foto a testimoniarne la grandezza).

tomba Demoni Alati

Rimessa la Q5 nel giusto parcheggio, siamo noi a non resistere e a visitare la tomba dei Demoni Alati, scoperta soltanto nel 2004 e risalente al 300 a.C.
E’ una tomba ad edicola, scavata interamente nel tufo, il cui frontone  con una Scilla alata  scolpita, era caduto sull’entrata coprendola e proteggendola per migliaia di anni. Rappresenta un defunto steso sul kline (letto usato dagli Etruschi per rilassarsi ma anche per mangiare nei  banchetti) che si appresta al viaggio verso aldilà.
Sulla roccia tufacea scolpita,  vi è soltanto  stucco colorato, ancora visibile.
Ci sono altre tombe, come quella del Leone, altre preziosità, ma è ora  di banchettare, almeno in un’osteria tipica. Per poi essere pronti domani a qualche altra sorpresa da scoprire a Sorano

tomba Demoni Alati

LA  FORTEZZA DEGLI ORSINI

Fortezza Orsini

Una sana dormita e una buona colazione, là dove combattevano o passeggiavano gli Aldobrandeschi e poi gli Orsini.
Dell’imponenza abbiamo già parlato, ma era anche imprendibile, tanto che Nel 1454 il grande condottiero Sigismondo Malatesta dovvette desistere dopo tre inutili assedi. Non si riesce a valutarne le dimesioni dato che si sviluppa anche in profondità  con bel 5 piani sotterranei, inoltre la sua architettura militare era riuscita a farla autosufficiente sia per l’acqua che per le sue cisterne, con un mulino e anche con una cava di tufo. Tanto grande che tutti gli abitanti del borgo potevano rifugiarvisi. E una di queste gallerie pare risalga all’epoca etrusca.
Camminamanti e gallerie che oggi possono essere visitabili, ma sempre con una guida.

Camminamenti Fortezza

NELL’ANFITEATRO DI UNA CAVA PER CONOSCERE IL TUFO DI SORANO

Il tufo ancora  adesso è importante per Sorano, e noi siamo riusciti, sempre con i dovuti permessi,
a visitarne uno: un anfiteatro in cui la nostra Audi Q5 Sportback quattro si trova a proprio agio con la sua  trazione integrale.

Cava di Tufo
Cava di Tufo

Un’ esperienza molto interessante che  unisce la Città del Tufo del Parco Archeologico a questa moderna cava.
E’ come se gli Etruschi ancora adesso fossero con noi.
Un weekend a Sorano, anche se long, non basta. Ci torneremo. Gli Etruschi hanno ancora tante cose da svelarci.

La compagna di viaggio:

Audi Q5 Sportback 40 TDI quattro S Tronic

Sotto il cofano dell’Audi Q5 Sportback 40 TDI quattro S Tronic troviamo il generoso motore diesel 2.0 litri TDI quattro S tronic da 204 CV e 400 Nm di coppia massima, dotato della tecnologia mild-hybrid a 12 Volt che permette di ottimizzare consumi ed emissioni nocive, senza intaccare le prestazioni velocistiche. La funzione di veleggio permette a contenere i consumi che nel misto arrivano anche a 6 litri ogni 100 km.

Grazie all’elevata potenza e alla generosa coppia, la Q5 Sportback risulta sempre elastica, briosa e facile da guidare, nonostante le masse in gioco e le dimensioni del corpo vettura non proprio compatte. Nel misto stretto la vettura regala prestazioni a dir poco emozionanti, in barba al baricentro “alto”: tutto questo è possibile grazie all’ottimo telaio e all’assetto a regolazione elettronica.

Il motore Diesel anteriore longitudinale è il 4 cilindri in linea da 1968 cc omologato Euro 6d che sviluppa 150 kW-204: E’ dotato di iniezione diretta, turbocompressore con intercooler e distribuzione bialbero con 4 valvole per cilindro. Il sistema mild hybrid è invece composto da un piccolo motore elettrico che funge da alternatore-starter ed è azionato a cinghia. La trasmissione è l’automatico S tronic a 7 rapporti, mentre la trazione è l’integrale quattro “ultra”.  . Sterzo: a cremagliera con servosterzo elettrico, diametro di volta di 11,8 metri. Può montare ruote da 17 a 20 pollici. Ampia l’autonomia con il serbatoio da 70 litri (e 24 per l’adBlue).

SCHEDA TECNICA

AUDI Q5 Sportback 40 TDI QUATTRO S tronic

Dimensioni: 469/189/166 cm

Potenza: 150 kW-204 CV

Coppia: 400 Nm

Velocità massima: 222 km/h

0-100 km/h: 7,6 secondi

Consumo medio: 6,3-6,9 l/100 km (14,5-15,9 km/l)

Emissioni di CO2: 165-182 g/km

Prezzo da 56.950 euro