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Al Castello di Torre in Pietra con la nuova Opel Meriva

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Nella verde campagna romana, al centro di una grande azienda agricola, sorge il Castello di Torre in Pietra, un meraviglioso complesso architettonico, un libro aperto su secoli di storia, antiche e nobili famiglie e celebri artisti, un luogo speciale dove organizzare matrimoni, eventi, serate di gala, concerti, riunioni, mostre e visite guidate. Noi ci siamo andati con la nuova Opel Meriva, la specialista delle monovolumi compatte per quanto riguarda ergonomia e flessibilità.

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Con un design rinnovato e più moderno, che ha interessato soprattutto il frontale e la linea dei finestrini posteriori, la nuova Opel Meriva è una compagna di viaggio davvero simpatica per i piccoli weekend. Potete fare di lei quello che volete. Merito delle sedute posteriori FlexSpace, dotate di numerose possibilità di regolazione, del sistema di portiere FlexDoors, che si aprono a 84° e che, grazie alle portiere posteriori incernierate sul retro e alle robuste maniglie dei montanti centrali, consentono di salire e scendere in modo molto più semplice e comodo, fino all’esclusivo portabiciclette integrato FlexFix, che può essere utilizzato in qualsiasi momento facendolo semplicemente scorrere come un cassetto.

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Una flessibilità davvero utile per un weekend come quello trascorso nella campagna romana, nei pressi di Fiumicino. La visita al Castello di Torre in Pietra è stata obbligatoria, data l’imponenza della struttura medievale che ci ha colpito vagando per i suoi dintorni. A cominciare dalle mura, dal fossato e dalla torre di difesa, per poi scoprire la bellezza architettonica degli edifici costruiti al suo interno: al centro il Palazzo seicentesco, a destra la bella Chiesa ottagonale, opera settecentesca del celebre architetto Ferdinando Fuga.
Il giardino, con al centro un’antica fontana, è ombreggiato da pini e platani secolari, mentre bellissimi cortili introducono alle sale interne.
Al piano terra ci ha accolto la vasta seicentesca Sala Peretti con il soffitto a volta e il bel camino, al Piano Nobile le Sale decorate con splendidi affreschi settecenteschi, perfettamente conservati.

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A bordo della nuova Opel Meriva il viaggio è volato, forse sarà per il nuovo cambio, dagli innesti molto più fluidi e precisi, o per il motore 1.6 CDTI di ultima generazione, che eroga 136 Cv e promette emissioni di Co2 pari a 116 g/km, e percorrenze medie di 22,7 km/l. O forse sarà per il nuovo sistema d’intrattenimento IntelliLink di Opel, che integra le funzionalità del vostro smartphone. Il grande schermo a colori ad alta definizione da sette pollici offre una nuova interfaccia che facilita la lettura e rende il sistema più veloce. Un sistema dotato anche di connettività Bluetooth e USB.Novità anche per il cambio automatico a sei velocità, disponibile con il motore turbo benzina 1.4 da 120 Cv.

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Di questo viaggio ci è rimasta anche la tranquillità, dovuta al fatto che la nuova Opel Meriva ha mantenuto il massimo punteggio di cinque stelle Euro NCAP. E poi ci sono i nuovi cerchi da 17 e 18 pollici con finitura premium, per un aspetto e una presenza su strada migliorati, mentre dei dodici colori disponibili due sono nuovi: il verde smeraldo (Emerald Green) micalizzato, e il verde chiaro (Limelight Green), ed è possibile scegliere tra quattro finiture diverse per l’abitacolo.

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Per i più curiosi, ecco infine un po’ di storia sul Castello di Torre in Pietra. ll suo aspetto di villaggio fortificato dotato di torri di avvistamento, del fossato e delle mura di cinta, ne testimonia l’origine medioevale. Nel 1254 viene citato tra i possedimenti della nobile famiglia Normanni Alberteschi, poi passa nelle mani degli Anguillara, dei Massimo, dei Peretti. All’inizio del XVII secolo il Principe Michele Peretti, nipote di Sisto V, fa costruire una nuova, grande e sfarzosa residenza signorile.

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Nel giardino variopinti pavoni passeggiano tra alberi di cedro e reperti di scavo: il castello diventa luogo di sontuosi banchetti e battute di caccia. Ma l’altissimo tenore di vita intacca irrimediabilmente il patrimonio familiare e così, nel 1639, la tenuta e il castello vengono venduti ai Principi Falconieri, tra le più ricche famiglie della Roma barocca. Essi chiamano a Torre in Pietra due ingegni del loro tempo: l’Architetto Ferdinando Fuga che realizza la chiesa e il nuovo scalone di accesso al piano nobile, e il pittore Pier Leone Ghezzi cui viene affidata la decorazione degli interni.

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ll Castello che oggi ammiriamo è sostanzialmente quello che ci hanno lasciato i Falconieri. Gli affreschi sono perfettamente conservati: possiamo rivivere i fasti dell’anno giubilare 1725, quando il Ghezzi viene chiamato da Alessandro Falconieri a decorare il piano nobile con scene celebranti la visita al castello del Papa Benedetto XIII. E all’interno della chiesa ottagonale, gli affreschi sugli altari laterali sono ulteriori testimonianze della sua opera. Infine, nella seconda metà dell’ottocento, i Falconieri si estinguono e Torre in Pietra conosce un’epoca di decadenza, fino a quando nel 1926 diviene di proprietà del Senatore Luigi Albertini che, assieme al figlio Leonardo e al genero Nicolò Carandini, si impegna in una imponente opera di bonifica della tenuta agricola e di restauro del castello, della Chiesa e del borgo.


INFO
www.opel.it
www.castelloditorrimpietra.it