L’ultimo goal di Pablito per il Vicenza: scopriamo la bellezza segreta della “sua” città

Nato a Prato e morto a Siena. Ma il cuore di Paolo Rossi è sempre stato a Vicenza, e lì ha voluto che gli venisse dato l’ultimo addio. Per noi questo suo amore è l’occasione per scoprire (o riscoprire) una città ricca di fascino ma poco frequentata.

Questa mattina, nel Duomo di Santa Maria Annunciata a Vicenza, i campioni del mondo del 1982 hanno trasportato a spalla la bara di Pablito. Campioni e compagni, che hanno voluto dare l’addio al grande Paolo Rossi. Insieme a Tardelli, Cabrini, Altobelli, Collovati, Oriali, Antognoni, c’erano anche Bruno Conti, Paolo Maldini, Roberto Baggio, il presidente Figc Gravina. Tra le corone di fiori, spiccava quella della Uefa.

Era nato a Prato, il grande campione. E ha chiuso gli occhi a Siena tre giorni fa, stroncato da un male incurabile. Ma se il sangue era toscano, il suo cuore è sempre appartenuto a Vicenza (dove per altro gestiva un’agenzia immobiliare insieme all’ex compagno di squadra Giancarlo Salvi).

A Vicenza, infatti, Pablito trovò nel tecnico Giovan Battista Fabbri una sorta di secondo padre, che gli diede fiducia e lo aiutò a crescere. L’allenatore segnò anche una svolta nella carriera di Paolo Rossi, grazie allo spostamento in campo da ala a centravanti.

paolo rossi a vicenza
Due immagini di Vicenza, e due ritratti di Paolo Rossi: in alto con la maglia del Lanerossi Vicenza, e in basso con quella della Nazionale.

Paolo Rossi e Vicenza, storia di un amore

Le luci della ribalta puntate in questi giorni su Vicenza sono per noi l’occasione per scoprire – o riscoprire – una città ricca di fascino e di storia. Ma spesso poco frequentata a causa della “ingombranza” delle sue vicine: Padova, Verona e Venezia.

Avventuriamoci quindi per strade e piazze di una delle città più belle d’Italia.

Al soldo delle più importanti famiglie della Repubblica di Venezia, Andrea Palladio ha lasciato nel vicentino innumerevoli e uniche testimonianze del suo genio, tra ville, palazzi e giardini. Al punto che, nel 1994, l’UNESCO ha dichiarato le opere palladiane Patrimonio dell’Umanità.

Ma il vicentino è anche una terra del gusto, a partire dallo squisito e proverbiale baccalà, passando dalle grappe dai gusti variegati e dai prodotti tipici. Ecco allora un itinerario tra arte e gusto, da fare in un weekend d’autunno.

Vicenza, sulle tracce di Palladio nel centro storico

Il nostro itinerario parte da Vicenza, dove si fa una prima tappa per visitare i capolavori palladiani del centro storico. Punto di partenza ideale è Piazza dei Signori, a cui si accede oltrepassando due colonne sormontate da un leone alato, simbolo della Repubblica di Venezia, di cui Vicenza fece parte dal 1404. Sull’altra colonna, invece, campeggia una statua di Cristo Redentore.

Il monumento più importante che si affaccia sulla piazza è la Basilica Palladiana, che lasciò stupefatto anche Goethe durante il suo viaggio in Italia. “È impossibile descrivere l’impressione che fa la Basilica del Palladio”, lasciò infatti scritto l’autore del Faust.

L’edificio, che spicca per la sua loggia, tra i primi esempi di quella che passò poi alla storia dell’arte come “finestra palladiana”, venne commissionato e progettato come Palazzo della Ragione da Domenico da Venezia per essere poi terminato dall’ancora sconosciuto Andrea Palladio nel 1546. Accanto alla “basilica” svetta anche la Torre Bissara.

Dal lato opposto della piazza si trova invece la Loggia del Capitano progettata dal Palladio nel 1571, come sede delle rappresentanze di Venezia, spicca per la sua facciata in mattoni rossi.

Altro capolavoro palladiano che merita una visita è il Teatro Olimpico, progettato dal Palladio nel 1580 e realizzato dal suo allievo Jacopo Scamozzi.

Prendendo il lato sud di Piazza dei Signori si raggiunge Piazza delle Erbe, dove spicca la medievale Torre del Girone, dove venne imprigionato Silvio Pellico.

Il Piazza Matteotti si trova invece Palazzo Chiericati, altro capolavoro palladiano, la cui costruzione iniziò a metà del XVI secolo per essere terminata solo nel 1680. Qui hanno sede la Pinacoteca e il Museo Civico.

Facciamo poi una sosta in Piazza Duomo, dove si trova la Cattedrale di Santa Maria Assunta, anch’essa “firmata” dal Palladio che ne ha progettato portale e cupola. La tomba del grande architetto si trova invece nella Chiesa di Santa Corona.

Da Corso Palladio alla Basilica di Monte Berico

Non può che chiamarsi Corso Palladio la via principale della città, che attraversa il centro per circa mezzo chilometro, collegando Piazza Castello a Piazza Matteotti. Lungo la via si affacciano caffetterie, negozi e magnifici palazzi palladiani, progettati dal maestro, dai suoi allievi o influenzati dalla sua architettura.

Tra questi ci sono il Palazzo Comunale del 1552, progettato dall’allievo prediletto Jacopo Scamozzi e Palazzo Valmarana, del 1566, che si trova in Corso Fogazzaro. Al civico 163 si trova invece la Casa Museo di Palladio. Spostandosi in Contrà Porti, poi si possono ammirare altri importanti palazzi palladiani, come Palazzo Barbarano Porto e Palazzo Thiene, che si alternano ad altri edifici di ispirazione gotica.

Attraversando invece l’Arco delle Scalette, probabile opera del Palladio del 1595, a sud della città, si sale in cima a una collinetta dove si trova la Basilica di Monte Berico che conserva al suo interno pregiate opere cinquecentesche, tra cui alcune di Paolo Veronese e Bartolomeo Montagna. Dal Piazzale della Vittoria, su cui si affaccia la basilica, si può godere di uno splendido panorama sulla città.

Le Ville Palladiane appena fuori Vicenza

Dal centro città si può prendere un autobus da viale Roma e scendere a Porta Castello, appena fuori dalla città vecchia. Qui si trova lo splendido Giardino Salvi, decorato con statue, nel quale si trovano le ville palladiane di Loggia Longhena e Loggia Valmarana.

Prendendo poi la SP247, dopo circa 2,8 km si arriva a Villa Almerico Capra, detta La Rotonda, (www.villalarotonda.it), forse la villa palladiana più famosa al mondo. Progettata da Andrea Palladio nel 1556, possiede un meraviglioso interno decorato da affreschi e stucchi.

Splendida la cupola decorata con statue e stucchi di Rubini, ispirata a quella del Pantheon romano. Tra le curiosità, ci sono i quattro spigoli della villa orientati verso i quattro punti cardinali. Inoltre, dall’oculo nella cupola, la luce del sole entra nel salone centrale segnando l’ora del giorno.

Da La Rotonda si può prendere Viale X giugno in direzione di via San Bastiano e raggiungere con una passeggiata di circa 20 minuti Villa Valmarana “ai nani”, che sorge sul colle di San Bastian e che deve il suo nome a diciassette curiose statue di nani posizionate lungo il muro di cinta.

La villa è affrescata da Giambattista e Giandomenico Tiepolo, che nel salone hanno riprodotto su due pareti e sul soffitto scene del mito di Ifigenia. Altri affreschi raffigurano il tema dell’amore e dei suoi casi più bizzarri secondo i poemi e i miti classici e opere del Rinascimento, tra cui scene dell’Iliade, dell’Eneide, dell’Orlando Furioso e della Gerusalemme Liberata.

Vicenza a tavola

Da non perdere una sosta in una delle trattorie tipiche per gustare il baccalà alla vicentina, le cui origini risalgono al XVI secolo, magari servito con la polenta. Tra i secondi di pesce possiamo trovare anche la Trota dell’Astico e il colombo allo spiedo.

Tra i primi piatti, troviamo i bigoi co’l’arna (bigoli con l’anatra), una pasta fresca servita con vari sughi, gli gnocchi con la fioreta (un formaggio simile alla ricotta), ma anche la polenta, risi e bisi, pasta e fagioli, e zuppe, tra cui la mosa, tipica dei mesi invernali, a base di zucca e latte, con l’aggiunta si un pugnetto di riso.

Da non perdere i dolci, come i sanmartin, a base di pastrfrolla, il mandorlato, le fritole, la brazadela, la pinza, fatta con polenta gialla, la fugassa e la torta Gata, un dolce nato nel 2006 dall’idea di sette pasticceri che hanno dato corpo al detto popolare “vicentini magnagati” (mangiagatti), a base di mandorle, cacao, farina di mais e un goccio di grappa.

La ricetta: Gnocchi con la fioretta

Ingredienti per gli gnocchi

  • 500 gr di fioretta (ricotta liquida)
  • 300 gr di farina
  • Sale

Per condire

  • burro di malga q.b
  • formaggio di malga stagionato o ricotta affumicata
  • qualche foglia di salvia

In un recipiente abbastanza grande mescolate la farina con la fioretta, salate e amalgamante bene il tutto fino a ottenere una pastella liscia e compatta. Nel frattempo mettete a bollire abbondante acqua salata. In una casseruola mettete a sciogliere il burro con alcune foglie di salvia. Appena l’acqua bolle, ricavate con un cucchiaino ricavate dei piccoli gnocchi dall’impasto e gettateli nell’acqua bollente. Appena riemergeranno, scolateli con l’aiuto di una schiumarola e rigirateli nella casseruola con il burro e la salvia. Servite caldi con una grattata di formaggio di malga stagionato o ricotta affumicata.

DOVE MANGIARE

*Trattoria Ponte delle Bele, Contrà Ponte delle Bele 5, Vicenza. Tel 0444/320647. Locale storico nel centro di Vicenza, a pochi passi da Porta Castello. Il menù offre piatti della cucina vicentina, dal baccalà ai bigoli, ai piatti della cucina trentina. Ampia scelta di grappe con più di 60 tipi tra aromatiche e aromatizzate.

*Osteria il Cursore, Stradella Pozzetto 10, Vicenza, tel 0444/323504. A pochi minuti dalla basilica Palladiana, propone specialità della cucina vicentina. Il menù cambia a seconda delle stagioni.

DOVE DORMIRE

*Antico Hotel Vicenza****, Stradella dei Nodari 5, Vicenza, tel 0444/1573422. A soli 3 minuti dalla basilica palladiana e a pochi passi da Piazza dei Signori, è ricavato in un edificio storico del 900.

*Palazzo Otello 1847 Wellness & Spa**, Corso Fogazzaro 4, Vicenza, tel 0444/546576. Boutique hotel nel centro storico di Vicenza, ricavato in un palazzo rinascimentale restaurato. Fiore all’occhiello la private spa per momenti di relax.

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