A Paestum il passato diventa futuro
Di Raffaele d’Argenzio
In questo long-weekend a Paestum c’è la Borsa Mediterranea del Turismo Archelogico, un turismo in grande crescita che, attraverso il passato, ci apre le porte del futuro. Questa ricchezza, unita alle opere d’arte, in un certo senso, rappresenta la nostra materia prima. Tanti altri Paesi hanno petrolio, miniere, rame, plutonio e tanto altro, invece le nostre materie prime sono il Passato con i suoi monumenti e l’Arte dei nostri artisti. Ed è un nostro privilegio. Ma a questo privilegio bisogna anche dare valore, renderlo economico, fruibile, ed è questo lo scopo di questa Borsa.
A Paestum ci arrivai tanti anni fa, con la mia Giulietta Spider, era il tramonto e i suoi templi furono un’apparizione al di fuori del tempo…intorno quasi nulla, se non un’atmosfera magica, come un luogo sacro in cui inginocchiarsi e ammutolire, in cui le parole non servono. Un pezzo di quelle sacre mura faceva parte del recinto che circondava il sito. Oggi è diverso, insieme a varie strutture è stato fatto un interessante museo, in cui si vede anche il celebre affresco del Tuffatore. È nato il Parco di Paestum e Velia, città della Magna Grecia in cui si sviluppò l’importante scuola filosofica di Parmenide e Zenone, che influenzò anche Platone.
La creazione dei Parchi Archeologici, fra cui quello recente di Pompei, è uno degli obbiettivi più interessanti, in quanto inserisce questi monumenti del passato nel territorio, ne diventano parte integrante e viva. Non sono soltanto un museo da visitare in poche ore e scappare via. Rappresentano un invito a restare (quasi un obbligo), per conoscere anche il loro territorio per scoprirne altre eccellenze, fra cui antichi sapori e profumi.
Sì, speriamo che si creino tanti altri Parchi per proporre tanti altri archeo-weekend, in cui il Passato del nostro Paese diventi anche il nostro Futuro.
“A Paestum, aspetta quando il tramonto
dipinge le colonne dei suoi templi
e dal vicino mare arriva quel vento
che dalla Grecia portò la filosofia
e, contro ogni dittatura, la democrazia.”
(Da “Ogni viaggio può diventar poesia” nel volume POST-IT DI UN VIAGGIO di R. d’Argenzio)
Il Turismo Archeologico guarda al futuro
Di Manuela Fiorini
L’Italia vanta ben 293 tra aree e parchi archeologici. Un patrimonio che abbiamo avuto in dono da un passato ricchissimo e travagliato, attraverso il quale, però, possiamo ricostruire la nostra storia. E se la risposa alla domanda “Chi siamo e da dove veniamo” è ancora sotto ai nostri occhi, è anche grazie all’impegno e alla dedizione che gli addetti ai lavori dedicano alla cura di questi siti, all’accoglienza, alla rete di servizi, insomma a tutto quello che possiamo sintetizzare sotto il nome di “Turismo Archeologico”.
E, proprio per parlare delle opportunità, delle criticità, delle possibilità di sviluppo, del futuro di questo segmento prezioso della nostra economia, dal 31 ottobre al 3 novembre si tiene a Paestum (SA), Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1998, la 26° edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (BMTA), voluta da Ugo Picarelli, che ne è il fondatore e direttore, come momento di incontro a livello internazionale tra domanda e offerta per tutte le destinazioni archeologiche. In calendario ci sono più di 110 conferenze con più di 600 relatori.
Sul turismo legato al passato, insomma, c’è molto da dire ma, soprattutto, tanto da fare, in termini di sviluppo e accoglienza. Del resto, per renderci conto di quanto il turismo archeologico sia prezioso per la nostra economia, basta lasciare parlare i numeri. Per esempio, il Colosseo è stato il sito culturale italiano più visitato nel 2023, con più di 12 milioni di biglietti venduti. Nella prima domenica di ottobre di quest’anno, invece, il Parco Archeologico di Pompei è stato visitano da 34 mila persone. Inoltre, sempre nel 2023, i visitatori dei Parchi Archeologici italiani hanno fatto registrare un incremento del 36,5% rispetto al 2019, l’anno prima della pandemia. Insomma, c’è “fame” di parchi e musei legati all’archeologia, che non può più essere considerata una destinazione per pochi eletti.
Ecco che, allora, il turismo archeologico diventa un patrimonio prezioso per tutti noi, perché, facendo rete, la ricaduta economica si diffonde al territorio. Per esempio, tra i temi che saranno trattati alla BMTA c’è la proposta di un collegamento in rete delle stazioni ferroviarie dei piccoli comuni, con treni regionali, tra cui anche treni storici, abbinate a navette su gomma, per raggiungere i siti archeologici e culturali limitrofi, rendendo fruibili anche aree più piccole, ma di uguale fascino e interesse. Il visitatore potrà quindi vivere un’esperienza a 360°, anche grazie al noleggio di bici e auto elettriche per viaggiare in autonomia. Un altro ruolo chiave potrà essere svolto dalla destagionalizzazione, incrementando così le opportunità economiche come risposta all’overtourism.
Ma il turismo archeologico guarda anche al futuro. Alla BMTA, infatti, si parla anche di “phygital”, cioè un’esperienza di viaggio unica nel suo genere, che combina il viaggio fisico a un’esperienza virtuale. In questo modo, per esempio, si potrà visitare il Colosseo, o i Fori Imperiali, Pompei, Paestum e Velia e, con l’ausilio di App o a speciali visori, fare un viaggio indietro nel tempo e, grazie alla realtà virtuale, vedere con i propri occhi come si viveva ai tempi dei romani. Senza contare poi l’opportunità offerta dal “phygital” a chi vuole programmare un viaggio fisico, o fare un’esperienza unica senza spostarsi da casa.
Insomma, il passato è pronto per guardare al futuro. E noi di Weekend Premium vi terremo aggiornati su tutte le opportunità e le novità offerte dal Turismo Archeologico sul sito e sulle pagine della rivista.
Per info sull’evento: https://www.borsaturismoarcheologico.it