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10 Dolci della tradizione per la Festa dei Morti

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Prima di “dolcetto o scherzetto”, in occasione della Festa dei Morti e di Ognissanti, la tradizione italiana vanta una lunga storia di piatti tipici, spesso legati ai riti agresti e ai cibi “poveri”, come le castagne, la zucca, la frutta secca, le bucce degli agrumi. Ricette che, nel tempo, si sono conservate e arricchite con ingredienti più “nobili” e gustosi. A fare la parte del leone, naturalmente, sono i dolci. Alcune ricette sono prettamente regionali, altre diffuse in alcune regioni o in tutta Italia. Vediamo, allora, dieci dolcezze da preparare in occasione delle prossime festività.

1. I Cavalli dei Morti (Trentino Alto Adige)

In occasione della Festa dei Morti, in Trentino Alto Adige si preparano delle grosse pagnotte dolci a forma di ferro di cavallo, chiamate “Cavalli dei Morti”. Il riferimento ai cavalli ha origini molto antiche e risalirebbe al culto della dea Epona, protettrice dei cavalli, con i quali, secondo il mito, accompagnava nell’oltretomba gli spiriti dei defunti. La tradizione trentina, invece, vuole che si lascino su una tavola imbandita, illuminata dalle braci del focolare, come offerta alle anime dei defunti, che vengono “richiamate” dal suono delle campane.

2. Pan dei Morti (Lombardia)

Di questo dolce nato sotto la Madonnina, poi diffuso anche in diverse altre regioni d’Italia, si ha notizia fin dal 1400. Si tratta di biscotti dalla forma ovale molto saporiti, la cui ricetta può avere diverse varianti. Alla base, composta da farina di mais e OO, burro, latte, lievito di birra e scorza di limone si possono aggiungere pinoli, scorzette di arancio, mandorle, fichi secchi, uvetta, cacao, rum e cannella. Per suggerire il “colore” delle ossa, invece, vengono cosparsi con abbondante zucchero a velo.

3. Ossa dei Morti (diverse regioni d’Italia)

Sono deliziosi biscottini di pasta croccante a cui viene data la forma di ossa. La ricetta base prevede farina, zucchero, albume montato a neve. Nella zona di Parma è diffusa una variante di pasta frolla glassata. Nel senese hanno una forma più arrotondata e sono arricchiti con mandorle tritate. In Sicilia, invece, si preparano aggiungendo all’impasto spezie tra cui cannella e chiodi di garofano. Si gustano accompagnate da un bicchiere di Vin Santo!

4. Fave dei Morti (diverse regioni d’Italia)

Sono biscottini piccoli e morbidi, dalla tipica forma tondeggiante e leggermente allungata. Secondo la tradizione, sarebbero nate nelle cucine della nobiltà romana, per poi diffondersi anche nelle altre regioni italiane. Venivano “offerti” alle anime dei defunti nella notte tra il 1° e il 2 novembre. L’impasto è a base di mandorle tritate, zucchero, uova, farina e pinoli, a cui si possono aggiungere cannella, scorza di limone e un cucchiaino di grappa.

5. Pan coi Santi (Toscani)

Secondo la tradizione, si prepara in occasione di Ognissanti, e si continua a gustarlo fino alla fine dell’Avvento. Si tratta di un grosso pane dolce cotto al forno a base di farina, noci, miele, strutto, uvetta e pepe nero, da consumare tagliato a fette.

6. Castagnaccio (Toscana e Nord Italia)

Si dice che il castagnaccio sia nato in Toscana e che sia invenzione di un tal Pilade da Lucca. Questo dolce corposo a base di farina di castagne, citato per la sua bontà anche dai monaci agostiniani e da un trattato veneziano del 1553, si è poi diffuso soprattutto nelle regioni del Nord Italia, che basavano l’economia invernale sulle castagne, soprattutto nelle campagne. Oggi, ne esistono diverse ricette e varianti, ma la base è sempre un impasto di farina di castagne, acqua e rosmarino, che può venire arricchito con uvetta o pinoli.

7. O’ Morticiello (Napoli)

Conosciuto anche come “torrone dei morti”, è in realtà un goloso dolce al cioccolato fondente, che racchiude un cuore di cioccolato bianco e crema alle nocciole. Alcune varianti prevedono tra gli ingredienti anche il caffè o la crema al gianduia. La forma ricorda quella di una bara e viene servito a fette in occasione delle festività a cavallo di ottobre e novembre.

8. Fanfulicchie (Lecce)

Sono caramelle di zucchero dalla forma allungata che, secondo la tradizione, venivano vendute all’ingresso dei cimiteri in occasione della commemorazione dei defunti per tenere buoni i bambini. Secondo un’altra versione, invece, furono inventati durante l’investitura a vescovo di Luigi Pappacoda, avvenuta nella piazza del Duomo di Lecce il 4 dicembre 1639, per essere offerti ai poveri e agli orfani. La ricetta tradizionale prevede acqua, zucchero caramellato e aroma di menta. Oggi, invece, si preparano in diversi gusti, grazie agli aromi e ai coloranti alimentari.

9. Colva, o Grano dei Morti (Puglia)

Una tradizione che ha le radici nelle antiche tradizioni greche e ortodosse. Nella Grecia antica, e nella Magna Grecia, il grano era associato alla dea delle messi, Demetra, mentre in quella ortodossa, al culto dei morti e alla Resurrezione. Si prepara con grano cotto, vin cotto (per tradizione non si usa lo zucchero), a cui vengono aggiunti cannella e noci tritate. Ci sono numerose varianti che prevedono l’aggiunta di cioccolato, melograno, uvetta e frutta secca.

10. Dita di Apostolo, Mani e Pupi (Sicilia)

Vastissima la tradizione siciliana legata alla Festa dei Morti. Alle tradizionali “Ossa di morto” si aggiungono dolci legate alle diverse zone. Per esempio, nella zona di Catania si preparano gli n’Zuddi, biscotti a base di farina, mandorle, miele e cannella, inventati dalle Suore Vincenziane. A Messina, invece, si preparano le Piparelle, biscotti croccanti da inzuppare nel liquore. Diffuse in tutta l’isola, invece, specialità con i panini dolci a forma di mani o biscotti allungati che ricordano la forma delle dita, chiamati, appunto Dita di Morto o di Apostolo. In molte case si preparano poi i Pupi di Zucchero, che simboleggiano i defunti della famiglia a cui si rende omaggio.